Giocata del 15/05/2017 dalle 20:18 alle 23:27 nella chat "Luogo Sconosciuto"
La casa, bhe, aveva qualche accenno di confusione qua e la. tutto dovuto al matrimonio: riviste, inviti, prove di tessuti, colori e chi più ne ha più ne metta. Scelta della location, scarpe, vestiti, corredi, cosa dare cosa non dare, regali arrivati in anticipo Mariko era dietro a tutto questo per sostenere la figlia moralmente e nell'ambito della organizzazione del matrimonio. Aveva ripreso tutti gli anni che aveva perso quando ha scoperto che suo marito era morto. Tutti i giorni di lutto, di pianti, di solitudine erano stati cancellati da una ferrea dedizione verso il matrimonio della figlia arrivando ad atteggiamenti guerrafondai quando le cose non andavano come dovevano, oppure addirittura è possibile vederla a notte fonda mentre con una tazza di thè da una parte controlla una pila di fogli con i vari costi . Era per lei un momento felice, tutto sommato: il marito della figlie era ricco e per bene, sopratutto non sembrava interessato a portargli via la figlia per sempre, la bimba che la coppia ha adottato ha fatto nascere il desiderio di diventare nonna e l'unica cosa che la buttava giù era probabilmente il fatto che quella casa sarebbe tornata vuota a breve, appena la figlia si fosse mossa verso la casa del marito...o forse non è solo questo? Eccola li in cucina a preparare qualcosa per la famiglia e il futuro maritino della figlia, piuttosto sopra pensiero.mentre lavora del macinato creando una pallina per poi "incartarlo" nella pasta di riso per creare un involtino. [ambient Kaori]
La giornata giunge al suo termine, poco per volta. Le fatiche della mattina fanno spazio al riposo della sera mentre il sole tramonta ed un velo buio s'adagia delicato sui cieli al di sopra della Foglia. Una brezza gentile, fresca, scivola e soffia da nord mentre le stelle iniziano a mostrarsi luminose in questa trapunta buia che avvolge Konoha. Una luna piena, tonda e splendente regna regina in questo mare nero guidando i passi della Hyuga che, stanca, fa ritorno a casa. Raido e Kouki sono fuori: come ogni mattina si sono diretti a Kusa per svolgere i loro incarichi da shinobi dell'Erba e, a momenti, sarebbero arrivati nel Paese del Fuoco grazie alla ferrovia che collega Kusa a Konoha. Kaori rincasa sentendosi stranamente tranquilla. Da qualche tempo le cose sembrano essersi in parte sistemate; il dolore per la morte di suo padre si è leggermente attenuato, sostituito dalla gioia dell'imminente matrimonio, dell'adozione della piccola Kouki, del suo successo al Torneo e del rapporto ormai consolidato con Hitomu. Ha risolto i suoi problemi con Mekura e Hiashi... beh, hanno avuto modo di chiarire anche loro sebbene le sembri sempre più improbabile l'idea di riuscire a riallacciare con lui un rapporto. Inoltre c'è Asia che da qualche tempo riempie i suoi pensieri. La vera Kaori l'avrà trovata? Sarà riuscita a farsi prestare quella veste da Yukio? Sarà servita ad attirare l'attenzione della tigre? Non lo sa, non può saperlo, anche se è una sua copia ed è collegata a Kaori dallo stesso chakra, non v'è alcun collegamento mentale attivo che possa concedere uno scambio d'informazioni fra le loro menti. Ad ogni modo la destrorsa va ad aprir la porta d'ingresso mentre i passi la porterebbero a varcar la soglia per poi richiudersi la porta alle spalle. <Sono a casa> saluta la Hyuga a gran voce così da farsi udire da sua madre che, a giudicare dal profumino nell'aria, dovrebbe essere intenta a preparare la cena in cucina. Si sfila lei i calzari ninja lasciandoli ai piedi del gradino d'ingresso al vero e proprio corridoio d'entrata in casa e appende all'attaccapanni il suo giubbotto chuunin. Rimane con il coprifronte della Foglia legato attorno alla gola ed una maglietta bianca a maniche corte che le copre busto e seno, assieme ad un paio di pantaloni elasticizzati neri che le fasciano cosce e gambe, coprendola e proteggendola. I capelli sarebbero legati in un'unica, morbida treccia che scende fino a metà schiena e l'espressione sarebbe piuttosto tranquilla. Un mezzo sorriso pacato le increspa le labbra mentre, a passo di marcia, si dirige lenta verso la cucina. <Mhh, che profumino. Cosa prepari di buono, mamma?> domanderebbe la special jonin, gentile, raggiungendo la donna e fermandosi accanto a lei, con uno sguardo puntato sulle riviste aperte e sparpagliate sul tavolo. [chakra: 98/98]La donna si gira per guardare la figlia, con un sorriso soddisfatto sul volto e quasi sbarazzino seppure stanco <ravioli di carne, tofu fritto e donburi> insomma, si è data un sacco da fare. <e qualche sottaceto di contorno, uff...stancante ma entusiasmante, forte la tua mamma vero? si merita un bacio?> domanda verso Kaori facendo segno sulla guancia destra con il dito della mano sinistra. <owwm..> si gira guardando in direzione del tavolo <si è un mezzo macello, stavo guardando alcune cose per il matrimonio...e sono convinta che il sirena non ti ci vedo, hai un seno importante Kaori con quello esplode fuori huuum no no, non ti ci vedo> insomma argomenti interessanti con la figlia. <bhe, ad ogni modo, come è andata la giornata?> chiede mentre si può notare che una parte del tavolo è completamente spoglia, dedicata al marito della donna, il padre di Kaori. La sua immagine si trova incorniciata e sollevata sopra il tavolo, una foto come quelle per le commemorazioni funebri con il suo solito sguardo cattivo sul volto, ma più giovane e con i baffi disegnati sul volto. Sulla sedia dove di solito stava lui, si trova il suo Haori nero, e davanti alla foto la sua pipa accesa e un bicchiere di Sakè accanto..è una pratica che spesso Mariko metteva in pratica da quando è morto il marito per le commemorazioni o i festeggiamenti. <ti va di aiutarmi? voglio vedere se ti ho insegnato bene a cucinare...insomma....è importante per la coppia che almeno uno sappia cucinare.....e...oddio, Raido san ha tante qualità ma non è per niente bravo, è strano che fin ora sia riuscito a sopravvivere, forse per questo è così magro> gli occhi le diventano umidi e si ferma un secondo tirando su con il naso mentre si asciuga gli occhi. Da notare, che sul tavolo, aperto c'è anche un libro con le foto di famiglia. [ambient]
Da quando Mariko ha iniziato a riprendersi per la morte di suo marito, ha iniziato ad essere quasi... iperattiva. Si è dedicata sempre a grandi compiti come cene elaborate, ricami complessi e lavori di casa piuttosto impegnativi. Si è dedicata anima e corpo al matrimonio della sua bambina e, ancor di più, ad accogliere in casa il futuro marito della figlia e la loro bimba appena adottata. Si lancia in ogni nuova attività con forza, immergendosi, come a voler impedire a ben altri pensieri di trovar spazio nelle sue giornate. Kaori non sa se sia esattamente salutare questo modo di fare, ma non osa metter bocca. Anche lei ci è passata. Anche lei ha negato il proprio dolore cimentandosi in impegni sempre più intensi, fino a quando alla fine non è stato sufficiente e, la sofferenza, semplicemente è esplosa, riversandosi fuori dalle sue labbra, dai suoi occhi, sotto forma di urla, di lacrime. Di pianto. <Mhhh. Ho già l'acquolina> sorride Kaori andando a distendere le labbra verso l'esterno per poi sorridere in direzione della donna e fermarsi alle sue spalle. <Anche due> le risponde con dolcezza sporgendosi dapprima verso la guancia destra di lei e poi verso quella sinistra, depositando su ognuna di queste un piccolo, tenero bacio. <Ma non stancarti troppo. Ultimamente lavori così tanto> si raccomanda, preoccupata, la special, carezzando appena il capo della madre con fare premuroso. Cerca di chiacchierare con lei, di parlare, così da distrarla un po' e quando sente il dire della donna circa il suo abito ed il suo seno, come d'istinto si ritrova a distogliere lo sguardo sentendosi lievemente in imbarazzo. <M-mamma, stai tranquilla.> dice lei schiarendosi la voce, deglutendo silenziosamente. <Abbiamo deciso per un abito tradizionale. Sai... a papà sarebbe piaciuto un bel vestito come quello della nonna> rivela la Hyuga ricordando la foto della madre di suo padre al suo matrimonio. Un kimono bianco dal taglio elegante, morbido, che copriva ogni lembo di pelle con una simile grazia da rendere sua nonna meravigliosa nonostante la totale assenza di pelle scoperta. Un abito che Kaori ha commissionato già alla madre di Sakura con l'approvazione di Raido. Non sia mai che qualcun altro avesse osato notare una eventuale scollatura durante le loro nozze, insomma. <Oh, bene. Ho dovuto seguire alcuni genin in una missione di pulizia. Le strade nei pressi dell'Accademia erano piene di rifiuti e hanno pulito tutto. Poi ho fatto qualche lezione in Accademia, mi sono allenata... insomma, solita routine> spiega la ragazza avvicinandosi al tavolo, notando ora i dettagli su di esso. Il posto di suo padre è stato lasciato come sempre sgombro, pulito, con solo la sua foto e le sue solite cose poggiate lì in sua memoria. Un bicchierino di sakè, la sua pipa, il suo haori nero. Le si stringe il cuore mentre osserva il viso ritratto nella foto con le labbra tirate in un sorriso morbido, lasciando poi calare l'occhio su un album posto poco distante dalla foto incorniciata. <Oh, mamma no, non piangere> direbbe la Hyuga voltandosi d'istinto al solo sentire la voce della madre farsi appena più fragile. <Raido sta bene, davvero. Sa cucinare quel che basta per tenersi in forze, non preoccuparti. E poi ora ci siamo noi, starà bene, no?> cerca di tirare su la donna con quel tono gentile, allegro, accomodante, raggiungendo la madre e affiancandola accanto ai fornelli. <Su, fatti dare una mano. Dimmi cosa fare> le dice ostentando buon umore e forza di volontà mentre si stringe la treccia dietro la schiena. <Scommetto che ti sei lasciata andare ai ricordi mentre sfogliavi quell'album sul tavolo, eh? Per questo hai quegli occhioni lucidi> cerca di prenderla scherzosamente in giro, di strapparle un piccolo sorriso, mentre punta le iridi perlacee in quelle azzurre di lei. [chakra: 98/98]Mugugna soddisfatta quando sente qui due baci sulle gote cinguettando allegramente mentre continua a lavorare e rimanere indaffarata <coosa? vuoi scherzare? e se no cosa faccio? non posso dormire ho da fare per la mia bambina> scherza tra se e se mentre piega la testa ascoltando quello che le dice la figlia <ahhh...si, a papà sicuramente sarebbe piaciuto> Ti pare? suo marito che vede sua figlia sposarsi? lo avrebbe fatto seguendo la tradizione e senza che quell'altro guardasse troppo le forme della figlia. Mariko era certa che probabilmente avrebbe legato Raido come un salame tutte le notti per evitare che nella sua casa succedesse qualcosa che non gli sarebbe piaciuto. Trattiene qualche lacrima scuotendo la mano destra come per scacciare il pensiero <oooww....beehh potresti togliere quelle riviste per ora e poi mi aiuti a fare i ravioli> afferma questa tornando a lavorare senza freno alcuno e nel mentre sorridere verso la ragazza <huhuhu si e no...volevo mostrare le tue foto da piccola alla festa, anzi perché non mi passi qualche foto di Raido da bambino? così le mettiamo insieme a fine serata quando faremo passare le varie immagini> afferma questa dando terribili, terribili idee per il matrimonio <ce ne è una in cui sei con il culetto di fuori, è adorabile, te l'ho scattata quando hai preso il talco e te lo sei versato addosso huhuhu tuo padre ha odiato l'odore di talco da allora, ogni giorno che si sdraiava nel letto a distanza di anni lo sentiva ancora> sorride per poi scuotere la testa <e...e poi ci sarebbe anche un'altra cosa...> afferma la donna fermandosi dal lavoro. Rimane ferma sul posto e sospira pesantemente <Kaori, lo sai che se abbiamo nascosto qualcosa...io e tuo padre, lo abbiamo fatto per proteggerti. Insomma non volevo che tu vivessi con la paura di essere inseguita sempre, che non avessi il tuo diritto di essere una bambina, di avere una adolescenza...non è stato facile...tutto vanificato da...da quell'altra> afferma piuttosto stizzita incrociando le braccia per poi scuotere il capo <ed abbiamo sacrificato molto a causa di questa storia...e c'è un'altra cosa che devo dirti...siediti per favore> afferma andando prima a sedersi lei affaticata <...quando abbiamo saputo che potevamo e potevi essere un bersaglio per quel progetto degli Hyuga puri, stavamo valutando di darti all'orfanotrofio, di far perdere la tua discendenza pura e quindi di proteggerti...non ci siamo riusciti è stato difficile e non siamo riusciti a fare a meno di te...ma, quando> sospira affaticata <quando abbiamo fatto gli ultimi controlli ed abbiamo visto che non eri da sola qui dentro..> si tocca il ventre <abbiamo dovuto riportare la scelta...così abbiamo preferito tenerti ma dare il tuo fratello gemello in un orfanotrofio, in modo da proteggerne almeno uno e magari sperare che non conoscesse mai i suoi poteri. [ambient]
E' tenera sua madre quando pensa a come rendere felice la sua bambina. E' tenera quando ricorda vecchi aneddoti vissuti al fianco di suo marito. E' tenera mentre lotta con le unghie e con i denti per andare avanti e continuare a rimanere al fianco di Kaori. E Kaori si sente impotente nel non sapere come poter arginare il dolore che giorno dopo giorno logora e consuma la donna sotto i suoi occhi. Sa che sta soffrendo, sa che quella vivacità è solo un modo per contenere la sofferenza. Sa che è una facciata, che è un modo per metterla a tacere. Non ha superato il trauma, ci sta semplicemente affogando dentro. E la Hyuga può solo rimanerle vicino, abbracciarla, tenderle una mano alla quale permetterle di aggrapparsi per non precipitare nel nulla, nell'oblio. <Già...> sorride amaramente Kaori con sguardo distante prima di umettarsi le labbra e scacciare la tristezza dal proprio cuore, tornando presente a se stessa. No. Dev'essere forte, dev'essere forte per sua madre, per reggere il suo dolore. Sente le sue parole e annuisce con energia mettendo da parte la stanchezza di quella lunga giornata. <Si signora!> esclama allegramente iniziando ad impilare e richiudere le varie riviste così da fare un po' di spazio sul tavolo, guardando di sfuggita immagini di abiti, di fiori, di centrini e tovaglioli ricamati. Ascolta le parole di sua madre mentre riordina un po' e, quando sente quella proposta, si ritrova a schiudere leggermente le labbra, in difficoltà. <Io... posso chiedergli se ne ha qualcuna. Ma non so...> mormora pensando come, effettivamente, in casa sua non abbia mai visto una singola foto di lui da bambino. <I suoi sono morti che era piccolo, non so se ne abbia qualcuna con sé> mormora ancora perplessa, scostando le riviste e riponendole nell'apposito alloggio poco fuori la cucina, in soggiorno. Tornata da sua madre ascolta quanto da lei detto circa una sua vecchia foto e si ritrova a sorridere immaginando quanto debba essere imbarazzante quella foto. <Ecco perchè non gli piaceva quell'odore> sorride lei ripensando a come l'altro abbia sempre accuratamente evitato quel particolare prodotto, ricordando a quei frammenti di vita quotidiana con nostalgia. Una nostalgia che, tuttavia, dura ben poco quando Mariko va dicendo qualcosa che porta Kaori ad aggrottare appena le sopracciglia. La invita a sedersi dopo un preambolo quanto mai delicato. Parla del suo passato, del fatto che i suoi genitori hanno dovuto faticare enormemente per proteggerla, e tira fuori -velatamente- Akane e Cappuccio Rosso. Kaori si irrigidisce, sente il sangue raggelarsi e ribollire in rapida successione, andando quindi a prender posto ad una delle sedie libere attorno al tavolo. Osserva sua madre con fare teso, preoccupato, estremamente timorosa all'idea di continuare a sentire ciò che l'altra ha da dire. E poi... la verità arriva. Le iridi si dilatano, le labbra si schiudono e aprono, il respiro si mozza e così anche la capacità di battere le palpebre. Immobile. Come una statua rimane bloccata sul posto fissando sua madre senza vederla. Non riesce a parlare, non riesce a dire nulla, mentre nella sua mente la sua voce si ripete in una eco infinita ed eterna. "Il tuo fratello gemello... Il tuo fratello gemello... Il tuo fratello gemello..." queste parole, questo dire, si ripete perpetuo nella sua mente infrangendo e spezzando qualsiasi altro pensiero, andando ad occupare la totalità dei suoi pensieri, contorcendole le viscere. <...gemello...> ripete a voce mozza, bassa, smuovendo lentamente le labbra, quasi in un moto invisibile. Le palpebre s'abbassano lente, due, tre volte mentre poco a poco la razionalità ritorna e si fa strada attraverso lo shock e lo stupore. <Avevo...> la voce si ferma, trema, è incerta. <Ho> si corregge subito, con difficoltà, deglutendo a vuoto. <...un fratello?> domanderebbe con fare retorico, stralunata. Addolorata. Si rialza d'istinto, si porta le mani alle labbra coprendole, ripercorrendo la piccola cucina a grandi passi. <E chi è? Come si chiama?> domanderebbe allora lasciando modo alla curiosità, al bisogno, di trovar spazio e voce. <Lo avete mai visto? Sa di noi?> chiederebbe fermandosi, fissando sua madre negli occhi, portando le mani a poggiarsi sui di lei bicipiti, pregando i Kami che almeno loro abbiano potuto vedere il loro bambino crescere, seppur da lontano, durante quegli anni. Una speranza che trova vana, difficile, che avrebbe compromesso la sua sicurezza ed il sacrificio stesso d'averlo dovuto allontanare, ma nella quale cerca di credere in qualche modo. <Dio...> sussurra, alla fine, lasciando andare la presa sulle spalle della donna e abbassando a sua volta le proprie, sconsolata, sconvolta, travolta da quella novità fin troppo grande per essere accolta così rapidamente. [chakra: 98/98] Scuote il capo sentendo la ragazza fare tante e tante domande <Kaori...perdonami per non avertelo mai detto, ma era tutto così difficile...una scelta così difficile che tuo padre a distanza di tempo non riuscita ad accettare. per questo era così severo, non voleva perdere anche te> afferma seriamente e affranta <lo so che quello che ti sto dicendo è sconvolgente, lo so, ma adesso che è tutto passato era giusto che anche tu sapessi> afferma la donna seriamente e affranta <no, non lo abbiamo più potuto vedere e no, no non sa di noi, ho lasciato solo una lettera per lui, un piccolo ricordo di noi, una foto in modo che potesse ritrovarci in qualche modo, che potesse tornare da noi ad un certo punto..ma ho l'impressione che sia stata perduta in qualche modo, non ci ha mai contattato o trovato..o forse non gli è mai importato...> sospira pesantemente mentre ci pensa <....> sospira di nuovo e si tocca la fronte <potrai, potrai mai perdonarci? per quello che siamo costretti a fare?> chiede la donna osservando la figlia <perdonami...> [ambient]
Tante, tante cose da digerire. Tanti punti di vista che adesso si affacciano e fondono nella mente della Hyuga. Il proprio, quello dal quale vede se stessa che, per anni, ha desiderato un fratello col quale potersi confidare, col quale potersi allenare, poter giocare, uscire e parlare. Un fratello che potesse capirla meglio di un amico, ma non come un uomo. Una creatura col suo sangue che le sarebbe sempre stata accanto senza mai tradirla. Quello dei suoi genitori, costretti a veder svanire dalla loro vita un figlio mai potuto stringere fra le braccia. Un frugoletto col loro sangue, con i loro geni, magari coi loro occhi, che però non avrebbero mai potuto veder crescere, mai potuto avvicinare. Un figlio abbandonato per timore di vederselo strappare via, di non poterlo proteggere. Ed infine quello di lui... Abbandonato, cresciuto in un orfanotrofio, senza sapere da quale famiglia provenga e perchè sia stato lasciato lì. Una persona ormai divenuta un uomo che non sa quale sia la famiglia, quanto abbia sofferto nel vivere giorno dopo giorno senza di lui. E tutto questo dolore, tutta questa sofferenza, si mescola insieme andando a generare nel cuore della Hyuga una nuova voragine. Un altro male, un altro crudele atto lasciato da Cappuccio Rosso ed Akane a seguito di quel maledetto progetto. Kaori assimila quelle parole, ascolta la madre, la guarda, e non dice una parola, fino a quando l'altra non va a chiederle perdono. Kaori aggrotta le sopracciglia, l'osserva, la fissa stranita, per poi andare a portare le mani sulle gote della donna, con dolcezza. <Mamma, cosa dici?> le domanda seriamente, teneramente, fissandola dritta dritta negli occhi. <Hai dovuto dire addio ad un figlio senza poterlo veder crescere, senza mai sentirgli dire mamma, senza poterlo neppure mai allattare> dice Kaori sentendo una contrazione al cuore ad ogni singola parola detta. <Di cosa dovresti chiedere perdono? Per aver cercato di proteggerci? Di salvarci?> Tenta di abbozzare un sorriso, di alleggerire il cuore della donna, di calmare l'animo affranto di sua madre. E, tuttavia, man mano che i secondi passano quella verità mette radici profonde nella di lei mente, andando a stuzzicare lacrime mute. Pizzicano e bruciano dietro le iridi, le trattiene, le argina, mentre cerca di mostrarsi forte agli occhi della kunoichi. <Io... sono stata fortunata. Ho potuto crescere con voi, ho potuto vivere con la mia famiglia. Io non ho nulla da perdonare...> mormora lei carezzando il viso della donna con i pollici, umettandosi rapidamente le labbra. <Ma lui... lui ha una famiglia che non conosce e non sappiamo se abbia deciso di non cercarci o se non abbia più con sé i mezzi per trovarci. Quale che sia la verità è nostro dovere cercarlo ora... riprendercelo. E' giusto che lui sappia... che gli restituiamo la vita che quei maledetti gli hanno strappato> continua Kaori guardando la madre negli occhi, deglutendo dolorosamente e a vuoto, con estrema difficoltà. <Adesso sarà salvo... e potrà decidere da sé se accettarci oppure no> Respira a fondo, si ferma e poi espira piano. <Cappuccio Rosso ci ha tolto già troppe cose. Il sonno, la felicità, la serenità, papà. Almeno lui... almeno questo possiamo riprendercelo.> e qui il tono s'ammorbidisce, si fa quasi una richiesta mentre stringendo le labbra va prendendo una piccola pausa. <Va bene, mamma?> [chakra: 98/98] Si lascia andare in un'altro piantino sentendo le parole della figlia e poi allarga le braccia e se la stringe a se <perdonami amore mio, non avremmo mai voluto nasconderti nulla ma era così rischioso> una verità che sta uscendo fuori dolorosamente, di chi ha sofferto per evitare che la sua prole soffrisse qualcosa di peggiore. <non volevo nascondervi nulla, nessuno dei due voleva> singhiozza un po' prima di liberare l'abbraccio appoggiando solo le mani sulle spalle di Kaori e sospirare asciugandosi di nuovo gli occhi. <si...si...ma non so dove si trovi ora...forse dovrei chiedere alla polizia o all'orfanotrofio, ho paura di non riuscire più a vederlo...insomma> sospira piano allargando il petto. <si va bene tesoro...va bene, lo troveremo, magari non è troppo lontano, magari la sua famiglia è rimasta a Konoha, non me lo immaginerei in nessun altro modo se non in una famiglia, in salute e amato> lo spera, lo spera con tutto il cuore. <sicuramente è bello come te, i bambini belli sono facili da adottare alla fine no?> insomma l'idea la lascia davvero nel panico <sarà anche un ragazzo molto bello ora, magari è intelligente, magari potrebbe essere felice, insieme a qualcuno...magari è già sposato...magari ha dei bambini> insomma sta peggiorando sempre più spaventata su un problema che potrebbe non sussistere <Kaori...sono nonna, sono troppo giovane per questo> [anbient]
L'abbraccia, la stringe forte quando sua madre va a ricercare quella stretta e lascia che lei si sfoghi, che si liberi di quel peso che si è portata dietro per anni al fine di salvaguardare la propria famiglia, la vita dei suoi bambini. Non dice nulla, l'ascolta, la lascia svuotare carezzandole le spalle, i capelli, tenendola semplicemente stretta a sé fino a quando non è proprio lei a liberarsi di quella stretta. Inizia a straparlare, a lasciarsi andare ad una sorta di monologo che porta la Hyuga a preoccuparsi appena per lei. Quante volte avrà pensato al destino del suo bambino perduto? Per quanti anni si sarà dannata chiedendosi cosa ne fosse stato del suo figlio abbandonato? Ascolta ora tutte le sue paure, le sue speranze e si ritrova a non sapere come contenerle, come trattarle, boccheggiando per un attimo in difficoltà. <A-ahm...> apre e richiude le labbra, tesa, deglutendo a fatica e abbozzando poi un mezzo sorriso nervoso. <Inizierò a cercare in orfanotrofio. E' l'unico luogo che abbiamo certezza l'abbia ospitato. Se è stato adottato sapranno sicuramente dirci da chi e allora andrò a cercarlo a casa sua> cerca di dare a sua madre un iter preciso e razionale del suo programma di ricerca per poi annuire appena e tentare di sorridere con fare decisamente nervoso, incerto. <Ahm.. dai mamma, ora calmati. Hai già una nipotina, ricordi? Kouki?> cerca di sorridere, di far calmare la donna, ben sapendo che quella bambina, per quanto amata nella sua nuova famiglia, non sarebbe potuta essere per sua madre una nipote quanto una bambina nata e partorita dal ventre di Kaori stessa. <Pensa così: più sei giovane più tempo potrai passare con un eventuale nipote, no?> cerca di tirarla su, di confortarla, sebbene dentro di sé si senta estremamente agitata e tesa all'idea di non sapere dove possa essere suo fratello. E se vivessero uno di fianco all'altro? Se si fossero incrociati già miriadi di volte senza però essersi mai riconosciuti? No... no, non può pensarci. Non è possibile. E' suo fratello. E' il suo g e m e l l o. Se dovesse vederlo dovrebbe riconoscere immediatamente in lui se stessa. Ritrovare nei suoi tratti una qualche somiglianza, una qualche familiarità. Un contatto fra le loro menti che il sangue stesso anela e ricerca. Una intesa che solamente due vite nate e maturate assieme nello stesso ventre possono conoscere e possedere. [chakra: 98/98]Quando parla di Kouki la donna si deprime ancora di più <si si è vero....oddio sono già cos vecchia?> domanda la donna guardando la figlia mentre questa le fa vedere il lato positivo della questione <eh...bhe ...in effetti, per di più le nonne devono essere in forma per crescere i nipoti...chissà come sono quelli di tuo fratello> eh si, è andata <...bhe fortunatamente i tuoi saranno meravigliosi....insomma, oddio, se venissero con i capelli bianchi ed il byakugan mancherebbero di contrasto....> diciamo che sarebbero dei fantasmi veri e propri. Continua a parlare e parlare e tornare a fare da mangiare. Il tempo passa, la notte è giovane ma c'è un accordo: trovare quel ragazzo, quel fratello disperso e ricostruire la famiglia, ricostruirla sul serio dalle macerie di Akane e del cappuccio rosso. [end]