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Amicizia Akimichi

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con Murai, Tayuya

16:00 Tayuya:
  [Monti] Una splendida giornata non può che meritare di essere vissuta, e con questo spirito la giovane Deshi è uscita di casa per godersi i caldi raggi di sole quest’oggi non offuscati da qualche nuvola, anzi, il cielo è limpido e azzurro. Decisamente di buon umore, la giovane ha indossato degli abiti semplici composti da un kimono corto di colore blu, smanicato e stretto alla vita da una fascia azzurra che si allaccia dietro alla schiena con un piccolo e morbido fiocco. Al di sotto le proprie gambe sono fasciate da un paio di pantaloni azzurri, leggeri e morbidi che si stringono alle caviglie. Ai piedi un paio di scarpe nere senza tacco, delle ballerine insomma. Le braccia sono lasciate nude e al collo porta il ciondolo regalatole da suo padre prima che egli sparisse dal villaggio per sua scelta. Il ciondolo ha una forma circolare, con sopra disegnato un albero rosso e stilizzato su sfondo azzurro. Ci è molto affezionata e non se ne separa mai. I capelli rossi sono ondulato e mossi, tenuti corti, ed incorniciano quel suo viso roseo dai lineamenti dolci e delicati. Occhi grandi ed espressivi di un colore viola chiaro, incastonati in un’espressione vispa ed allegra, anche se al momento sembra decisamente immersa in qualche suo particolare pensiero. Ha deciso di salire la lunga scala in ferro che costeggia la Montagna dei Volti, per arrivare alla sua cima. Da lì le è possibile avere una meravigliosa vista su tutto il villaggio. Sorride dolcemente, mentre se ne sta seduta col sedere per terra e le ginocchia abbracciate al petto, mentre un leggero venticello le scompiglia i capelli. Non porta con sé il porta kunai e shuriken, quindi non ha nessun’arma con sé, dopo tutto non ha ragione di girare armata quest’oggi, almeno non crede che ce ne sia bisogno. Si gode il panorama, con un pacchetto di patatine tenuto aperto accanto a lei e una bevanda, un succo all’ace. Ogni tanto muove la mano per infilarla nel pacchetto e tirarne fuori una patatina che porterebbe alla bocca per mangiarla e deglutirla. Nonostante mangi e adori farlo, ad eccezione del pesce, lei ha una corporatura nella norma. Altezza e peso sono proporzionati, nonostante forse sia un po’ più bassa nella media delle quindicenni. Non sembra intenzionata a muoversi, e nel mentre canticchia a bocca chiusa una leggera e dolce melodia, facendo lavorare le proprie corde vocali, ma senza accompagnare qualche parola.

16:11 Murai:
  [Monte] Il sole continua a dominare il cielo, si alza sempre di più ma ora come ora tende verso ovest, mancano poche ore al tramonto, poche ore prima che la notte divenga padrona di questo mondo. La sfera gialla brilla, i raggi arrivano giù dal cielo infondendo calore e caldo, un grande caldo. Il pomeriggio è pieno, il caldo pomeridiano riesce ad abbattere chiunque e tutti quanti senza escludere nessuno. Non si riesce a stare in giro, anzi, camminare diventa un impresa non da poco attualmente, un impresa che porta chiunque a soffrire le pene dell'inferno. Il villaggio tende a dormire a quest'ora, non vi è casino, non vi è quasi nessuno in giro ed è un bene per il giovane. Quando le strade sono vuote e pulite, non teme nessuno, nessun può farlo soffrire, nessuno può attaccarlo o sfotterlo; si sente libero come l'aria, leggero come un piuma, tanto da camminare per le strade senza pensiero alcuno. Egli si presenta come un ragazzo in carne, molto in carne, le faccia è rotonda con due tatuaggi sul viso, una piccola palla di ciccia, il fisico è anch'esso grosso, il grasso è presente in qualunque sua parte del corpo, un grasso che non diminuisce ma anzi, aumenta giorno dopo giorno. La pancia è ben visibile anche da sotto le vesti, le braccia sono cicciotte mentre le gambe, stranamente, si presentano piuttosto normali. Indosso porta un paio di pantaloni neri con una fascia bianca sulla gamba destra, sandali ninja neri, una veste rossa a coprire il busto che si apre dalla vita in giù permettendo il corretto movimento delle gambe. Sulla veste vi è una pettorina in metallo recante il simbolo del proprio clan e su tutta la veste sono adagiate protezioni in metallo per attutire i danni, compresi i polsi e gli avambracci. Non sorride ma cammina a testa per il paese, lo sguardo è diretto verso il monte dei volti, un luogo che non è solito visitare, anzi, non vi ma praticamente mai ma oggi ha voglia di vedere i volti dei vecchi Kage. Si dirige verso la scalinata soffermandosi dinanzi a essa, la fissa con intensità, gli occhi spalancati, ha paura ma di cosa? Delle scale ovviamente, sono tante e il suo fisico non gli permette di affrontare una sfida del genere. Un profondo respiro viene fatto per poi cominciare a salire i gradini uno dopo l'altro, passo dopo passo, prima il destro e poi il sinistro. I minuti passano e, finalmente, arriva sul monte. Sudato, stanco e con l'affanno. Si sofferma alla fine dell'ultimo gradino, piega le ginocchia, inarca la schiena in avanti, la bocca aperta a prendere più aria che può e poi, alla fine, ricomincia a camminare. Va nello spiazzo sotto i volti, li dove è possibile vedere Konoha in tutta la sua bellezza e non solo, scorge anche un ragazza. Si gela il sangue, il corpo viene irrigidito completamente, lo sguardo si abbassa così come il capo. C'è qualcuno, non sarebbe dovuto venire, è un posto troppo frequentato. Mette le distanze, cerca di essere invisibile, si muove piano cercando di non far notare la sua presenza, un vero e proprio fantasma.

16:26 Tayuya:
  [Monte] Non ha motivo di essere triste o abbattuta, nonostante le male lingue e le occhiate continuino all’interno del Clan, o comunque sia da quelle persone più vicine alla sua famiglia. Ma lei cerca di non lasciarsi rovinare l’animo da certe persone, non ne vale la pena. Sorride quindi al villaggio che ama, aspettando il giorno il cui finalmente anche lei potrà collaborare per la sua sicurezza e per il bene di tutti gli abitanti e non solo. Nonostante sua madre dall’ospedale continui a cercare di convincerla a rinunciare, lei continua a desiderare di diventare una kunoichi. Ce la metterà tutta, e cercherà anche di riallacciare i rapporti con il suo legame, la sua amica, sua sorella. Le manca e vorrebbe tornare ai vecchi tempi, in cui erano inseparabili e condividevano tutto. Pensieri nostalgici che però le danno la giusta determinazione per andare avanti e raggiungere i suoi obiettivi. In tutto quel mix di pensieri fugaci, la mente la porta a suo padre e inevitabilmente la mano destra va ad accarezzare il proprio ciondolo. <Chissà dove sei… e cosa stai facendo…> mormora tra sé e sé, lasciando che quel sussurro venga portato via dal vento, immaginando come esso potrebbe essere portato fino al cuore di suo padre. Interrompe quindi per qualche secondo quella sua melodia, per poi riprenderla. Non vi è nessun elemento di disturbo al momento, non c’è un forte vento, le nuvole, la pioggia, è tutto così invidiosamente perfetto. La propria melodia non cessa nemmeno mentre è occupata a mangiare le sue patatine, anche se ne viene ovviamente distorta dalla masticazione, bloccandosi per qualche secondo mentre deglutisce. Un pomeriggio tranquillo insomma, non vi è nemmeno troppa gente in giro. La ragazza non potrebbe nemmeno accorgersi della presenza del nuovo arrivato se non iniziasse a volgere il proprio sguardo attorno a sé, mentre con la mano è intenta a cercare di prendere il proprio succo. Gli occhi viola quindi potrebbero riuscire a notare il ragazzo e un sorriso dolce e cortese si delineerebbe sulle proprie labbra. <Buongiorno.> il tono è cristallino e abbastanza alto per farsi sentire, non ha nessuna intenzione di disturbare il proprio, ma ha voluto comunque salutare per educazione. Manterrebbe il sorriso verso di lui, per poi portarsi alla bocca la cannuccia del succo e bere dei rapidi sorsi. <Ah! Se sono di disturbo non c’è problema e smetto di canticchiare.> torna quindi ad osservare il panorama, poggiando nuovamente il succo per terra, accanto alle patatine. Sa quanto fastidiosa potrebbe essere con quella sua melodia e magari il ragazzo vuole passare un pomeriggio in tutta tranquillità, quindi si trattiene. Delicata nel tono e dei modi di fare, tranne quando mangia, ritorna nei propri pensieri e nel proprio silenzio, godendosi la giornata e senza cancellare quell’espressione sorridente dal viso.

16:41 Murai:
  [Monte] Per tutta la vita ha sempre vissuto nella paura più totale. Ogni volta che ha messo piede fuori di casa, si è ritrovato ragazzi davanti pronti a prenderlo in giro per via della sua stazza troppo grossa, più del normale, una volta, due volte fino a quando non è diventata una malattia vera e propria. Un complesso dopo l'altro lo hanno portato a odiare se stesso, il proprio fisico, ogni cosa di se non viene sopportata e anzi, vorrebbe tagliare tutti quanti i pezzi senza chiedere nemmeno il permesso. Odia la gente, essere fissato e giudicato senza che nemmeno provino a conoscerlo di persona; il mondo è crudele e bada solamente all'aspetto esteriore e non a quello interiore. Per tale motivo ha preferito chiudersi in se stesso, non da retta a nessuno, nessuno esiste se non lui e nel suo mondo trova la pace. Complice di tutta questa tragedia è suo padre il quale lo ha allenato fin da piccolo, dalla tenera età cercando di plasmarlo, trasformarlo in un vero Akimichi ma la potenza del clan non si è mai mostrata veramente. E' conscio di possedere doti innate quali la forza e la resistenza ma oltre a quello non vi è niente, solo paura e timore. E se durante una missione fallisse? Se per colpa tutto quanto dovesse andare in malora? Cosa penserebbe la gente e suo padre? Quante altre persone inizierebbero a prenderlo in giro per la sua inutilità? Anche se all'accademia non ha ancora fallito, sono tanti i presagi che aleggiano su di lui e sono tante le sventure che possono capitare quando meno se lo aspetta. Deglutisce nel vedere la ragazza intenta a mangiare e a canticchiare su quel momento, lo sa, adesso si volta, vede uno grasso e comincia a sfotterlo come se non ci fosse un domani, solo perchè è diverso da tutti gli altri e non è in gran forma eppure, quella melodia gli piace. Cammina piano, lentamente e si gusta quel canticchiare tranquillo, finchè non viene notato è al sicuro e in pace, non ha motivo di tenere niente ma è solo un sogno. Non fa nemmeno in tempo a pensarlo che la ragazza si volta riuscendo a vederlo, le sopracciglia rimangono perpendicolari agli occhi, sbianca, diventa pallido, il cuore batte, la paura si fa più viva. L'ansia, l'ansia nell'aspettare gli insulti, sono li, stanno per arrivare, lo sente, lo può percepire nell'aria e poi...ciò non accade minimamente. Una sola parola, un saluto normale, il primo che gli viene rivolto. Muove gli occhi, li porta verso di lei mentre il capo permane fermo e fisso verso il basso <Bu...bu...buongiorno> balbetta con il fiato completamente strozzato, nasconde le parole, cerca di nascondere il proprio corpo. Forse non vede bene, forse ha problemi alla vista. Muove il capo, lo gira verso la ragazza cercando di guardarne il viso per poi rivoltarlo ancora distogliendo ogni tipo di sguardo da lei <N..no, mi...piaceva> resta comunque lontano, non si avvicina. Sa che la sua non è una bella compagnia, sa che è un peso nel vero senso della parola.

16:51 Tayuya:
  [Monte] Non vuole imporre la sua presenza a qualcuno, già troppo spesso le capita di immischiarsi in discorsi che non la riguardano facendosi così invadente. Per oggi quindi cerca di sforzarsi di non essere se stessa, di essere più delicata e meno espansiva… non a tutti potrebbe far piacere. Nella sua testa, nonostante si stia concentrando sul panorama, ci sono già mille domande a riguardo del ragazzo appena giunto. Sarà un ninja, sarà un allievo, come mai è giunto qui? Talmente sbadata di non aver nemmeno fatto caso al simbolo che reca sulla sua pettorina, ne tanto meno si è soffermata troppo sul suo aspetto… questo rientra sempre nella motivazione che a qualcuno potrebbe dar fastidio essere fissato. Si trattiene dunque dal fare tutte quelle cose che solitamente farebbe senza cattiveria ma per pura curiosità. Nel suo più totale silenzio continua a godersi quel pomeriggio, finchè il ragazzo non ricambia il suo saluto, con una voce balbettante, forse è in imbarazzo? Per quale motivo? Il viso della giovane viene nuovamente voltato verso di lui, per osservarlo meglio e senza cancellare la propria espressione serena. Lei è semplicemente contenta di aver trovato qualcuno con il quale condividere quella giornata magnifica. Vorrebbe dire qualcosa, ma il ragazzo la rincuora del fatto che la melodia le stava piacendo. Il viso si illumina, il sorriso si accentua, grata per quel complimento. <Grazie, me la cantava sempre mia madre.> esclama verso di lui, ma senza alzarsi dal suo posto. Non le piace vederlo lì, imbambolato e distante, con quel comportamento quasi timoroso. <Vuoi sederti vicino a me? Che ci rimani a fare in piedi da solo? Vieni.> indica lo spazio accanto a lei. <Il panorama è meraviglioso e il sole rende tutto così bello!> si perde in qualche parola di troppo forse, iniziando già a venir meno alle proprie promesse di essere diversa dal solito. Si rende conto di aver forse parlato male, agendo senza contare della volontà altrui. <Cioè, sempre che ti faccia piacere sederti qui.> aggiunge infine, con un sorriso imbarazzato per la possibile invadenza che sta mostrando. Continua a fissarlo, osservandolo con occhi che non possono fare a meno di essere speranzosi. Spera davvero di non essere allontanata per il proprio carattere o di averlo offeso in qualche modo, per lei è solo una perfetta occasione per conoscere persone nuove, per fare amicizia, parlare e fare qualcosa di bello insieme a qualcuno. Alla fin fine, mentre attende, riporta il proprio sguardo verso il villaggio e riprende a canticchiare a bocca chiusa quella stessa melodia di prima.

17:10 Murai:
  [Monte] La canzoncina gli piace veramente, se lo si conosce bene si può capire come sia un tipo allegro e solare ma nessuno ha mai scavato tanto in profondità preferendo osservare il ciccione esterno. E' stonato come una campana e forse questo è uno dei tanti motivi per cui quella canzone gli piace particolarmente ma chissà, non lo sa nemmeno lui a dire il vero, sta agendo quasi ed esclusivamente d'istinto, niente di più e niente di meno. Solitamente, origliando durante le sue passeggiate, ha sempre sentito di quanto questo posto sia desolato, non ci viene mai nessuno e nessuno vi mette piede alcuno, anzi, preferiscono lasciarlo immacolato in modo totale e allora perchè adesso ci trova gente che canta e mangia lassù? Perchè ci sono persone? Non se lo sa spiegare, non sa nemmeno dirlo ma oltre alla canzone, anche qualcos'altro gli piace. Le patatine. Non è diventato grasso per puro caso, ha fatto qualcosa, ha mangiato più del dovuto e le patatine hanno completamente contribuito al tutto, gli piacciono, tanto, forse troppo e sa che non deve. In un primo momento il suo istinto ha quasi preso il sopravvento, avrebbe voluto chiedere di poterne assaggiare una ma si è ricordato di quanto la sua stazza sia già troppo grossa per la norma e aumentare ancora non può che far peggiorare le cose. Forse una dieta potrebbe aiutarlo a risolvere il suo problema di obesità. La testa pensa, i pensieri sono davvero troppi e i complessi sono ancora di più. Vorrebbe far uscire tutto quanto, bucarsi il cranio e distruggere i ricordi per tornare a vivere in modo sereno la propria ma è inutile, non ci può mai riuscire, è qualcosa di impossibile. Di poco solleva il capo portando gli occhi sulla ragazza la quale, con enorme sorpresa dell'Akimichi, sorride ringraziandolo. Gli occhi vengono aperti, la sorpresa si manifesta sul di lui volto, una sorpresa strana, non ha mai provato una cosa simile <P...prego> è una risposta al quanto stupida e idiota ma gli è venuto spontaneo, un semplice prego. I momenti passano e ancora nessuno commento viene fatto, la paura permane ma si ammorbidisci, cerca di trovare una certa calma <Ehm...> quella domanda lo spiazza, non sa come comportarsi, cosa rispondere. Si? No? Essere troppo vicino lo porterebbe troppo vicino al pericolo, può davvero concederselo? Deve prendere una decisione, deve dare una risposta quanto prima per non lasciarla a bocca asciutta e non vuole nemmeno offenderla, non vuole crearsi una nemica quando ne ha già tanti <No...cioè...s...si> balbetta per poi iniziare a camminare verso la ragazza. Il capo chinato verso il basso, il braccio sinistro tenuto sciolto e perpendicolare al corpo, il braccio destro è piegato e la mano poggia sul bicipite sinistro, quella posizione gli offre un senso di protezione ulteriore. Avanza fino a sedersi al suo fianco, le gambe vengono incrociate, non la guarda <Co...come ti...chiami?> la prima cosa che gli viene in mente, chiedere il nome del suo interlocutore <Perchè sei qui da...sola?> tentenna nel parlare, non ha mai affrontato un discorso con qualcuno, non si è mai messo in gioco e non sa come cominciare, cosa dire, come comportarsi.

17:24 Tayuya:
  [Monte] Niente da fare, ancora non ha colto il simbolo del Clan che già li lega. Si può essere più sbadati e svampiti di così? Quel lungo silenzio che segue inizia però a insinuare il tarlo della paura nella ragazza. Ha detto qualcosa di sbagliato, quasi sicuramente, e l’altro si sarà sentito troppo soffocare dal modo di fare dell’altra. Cerca però di mantenere un certo contegno, di non lasciarsi andare all’ansia e al panico, dopo tutto non sta succedendo nulla di male. Il sole continua a splendere e al momento ci sono solo loro due in quel luogo tranquillo. Finalmente una prima parola viene detta dall’altro, andando a far sospirare lievemente la ragazza… per lo meno non è scappato via. Volge nuovamente lo sguardo su di lui, osservando quella testa abbassata, la posizione delle sue braccia e finalmente decide di rispondere ed iniziare ad avvicinarsi. Cerca di leggere i suoi movimenti… la testa abbassata e il mancato contatto visivo farebbe pensare ad una persona estremamente timida o a disagio, così come la posizione delle braccia e il tono balbettante. Le dispiace, non vorrebbe suscitare tale emozioni in qualcuno. Addolcisce di più il viso, lo sguardo e il sorriso. Lo segue fino a quando non si siede al suo fianco e ancora manca di guardarla… non che voglia essere guardata, ci mancherebbe! Le fa comunque piacere il sentire delle domande da parte sua, significa che è solamente timido ma che comunque gli fa piacere. Almeno spera. <Mi chiamo Yona Akimichi! E tu?> rigira la domanda, entusiasta di poter fare conversazione con qualcuno e ancora non soffermandosi su quel dannato simbolo che sembra lampeggiare davanti ai suoi occhi senza essere notato. <Be… ero a casa e ho visto che c’era una bella giornata, troppo bella per passarla chiusa da qualche parte, così sono uscita.> torna a guardare il panorama, non vuole mettere a disagio l’altro nel fissarlo, vuole evitare di passare per una maleducata. <Ho pensato di trovare un luogo tranquillo dove mangiare, bere ed osservare il panorama. Lo trovo davvero magnifico il villaggio e nel frattempo mi scaldo sotto al sole.> ha inizia a parlare a macchinetta, spontanea e dolce. <Non ho nessuno al momento con cui passare questi momenti, per questo sono qui da sola, ma non mi dispiace la compagnia.> ammette con una piccola risatina leggera, cristallina. In effetti non ha molti amici, ha iniziato a fare ora delle conoscenze nuove e la sua migliore amica non la vede da un anno… dopo quel tragico evento. Si è ritrovata da sola a dover badare a tutto, ma non si è scoraggiata, è andata avanti e ora cerca a tutti i costi di porre dei rimedi. <E tu? Volevi cercare un posto tranquillo dove passare il pomeriggio?> inizia con le sue domande, vorrebbe farne altre, ma per il momento si trattiene, prende il sacchetto di patatine con entrambe le mani e lo offre al ragazzo. <Scusami, ho solo questo da offrirti se può farti piacere.> sorride educata, avendo tutta l’intenzione di condividere con lui… insomma a lei piacerebbe molto se qualcuno condividesse con lei del cibo.

17:51 Murai:
  [Monte] Ma perchè si comporta così? E' troppo gentile, troppo buona con lui, perchè lo sta facendo? Sa che prima o poi deve prenderlo in giro eppure rimanda ancora quel momento, lo rimanda in modo convincente. Sta quasi per credere che non abbia pregiudizi di alcun tipo, che non sia come tutti gli altri. E' impossibile, la fuori sono tutti uguali, tutti cattivi, meschini, bugiardi, nessuno vuole essere amico di un tipo come lui, di uno con la sua stazza e con i suoi complessi. Probabilmente adesso sta pensando di parlare con uno noioso e privo di qualsivoglia emozione ed è così in fondo. E' un ragazzo noioso, buono solo a strafogarsi, mangiare ogni genere di schifezza e piangere da solo, piangere fin quando non decide di aver versato abbastanza lacrime. Prima di cominciare l'accademia si è ritrovato molte volte a versare lacrime nella sua stanza, sotto la finestra, finestra che si affaccia nel quartiere Akimichi di Konoha. Piange perchè nessuno lo accetta, piange perchè ha 17 anni e non è ancora un ninja, piange per i progressi praticamente nulli negli allenamenti, piange per non essere riuscito a risvegliare la propria innata in tempi decenti. Quasi tutti i suoi coetanei hanno raggiunto un livello di potenza immenso, alcuni sono persino in grado di gareggiare con il capo clan in quanto a forza mentre lui, lui a malapena sa richiamare il chakra. Lo sa fare da solo due giorni ed è bastato quello a farlo sentire invincibile ma non osa nemmeno immaginare cosa si provi ad avere una forza tanto grande come i suoi coetanei del clan. E' un fallimento su tutta quanta la linea, persino suo padre glielo dice di continuo; in lui non vi è motivo di orgoglio, è solo una palla con le gambe capace a mangiare. Sarebbe un ottimo cuoco con questi presupposti, un cuoco eccellente, su questo non c'è dubbio...potrebbe farci un pensierino per il prossimo futuro. Si siede accanto alla deshi la quale va a pronunziare il proprio nome lasciandolo letteralmente di sasso. Anche lei un Akimichi? Per la prima volta porta il viso in sua direzione, ne ricerca gli occhi, vuole vedere se è sincera, se dice il vero ed è tutto dannatamente vero <Murai Akimichi...siamo...dello stesso clan> parla a bassa voce, timidamente come se stesse dicendo qualcosa di brutto e in fin dei conti potrebbe anche esserlo volendo. Ode la risposta alla propria domanda, non fiata e permane nel silenzio più totale. Non ha nessuno con cui passare certi momenti, quindi, in un certo senso è sola anche lei. Il viso viene nuovamente portato verso il basso, guarda il terreno dello spiazzo <Non lo so..> non sa perchè è venuto li, o meglio, lo sa ma non sa cosa dire <La gente mi guarda male e questo..sapevo fosse un posto isolato> nota il suo gesto, il suo porgere quel sacchetto come se niente fosse. Momento dopo momento rimane sempre più stupito della gentilezza altrui. Allunga la mano destra infilandola nel sacchetto e prendendo un patatina, una soltanto <Grazie> inizia a sgranocchiare quel cibo e una domanda gli sorge spontanea <Non...ti da fastidio il mio..aspetto?> dal cuore.

18:08 Tayuya:
  [Monte] Inizia a chiedersi se non abbia parlato un po’ troppo. Ma se l’altro continua a stare lì significa che non gli da’ poi così tanto fastidio, no? Si rallegra di questo pensiero, forte di questa speranza. Non ha secondi fini, ne tanto meno intenzione di deridere le persone, semplicemente vuole passare quel pomeriggio nel migliore dei modi. Quella sua presentazione sembra in un qualche modo attirare l’attenzione dell’altro, che finalmente si volta a guardarla. Occhi negli occhi, e lei non può che sentirsi felice di essere riuscita a suscitare il suo interesse. Il sorriso si allarga e il viso si illumina non appena sente le parole dell’altro. Un Akimichi, proprio come lei. Insieme a quella improvvisa felicità, però, l’assale anche l’ansia. Lei e la sua famiglia non hanno una buona reputazione nel clan, ma l’altro non sembra aver dato reazioni di sdegno verso di lei, quindi forse, fortunatamente, non la conosce. Il sorriso quindi permane. <Molto piacere di conoscerti allora.> esclama in sua direzione, notando finalmente il simbolo. <Ah! Che sbadata, non lo avevo visto!> afferma imbarazzata indicando la pettorina da lui indossata. <Non avevo proprio visto il nostro simbolo.> diventa completamente rossa per quella svista, andando a far risuonare una piccola risatina imbarazzata. Che figura. In seguito tace, lasciando spazio all’altro di potersi esprimere. Ha la sua totale attenzione e si dispiace che anche l’altro passi in parte quello che prova anche lei. Il sorriso si fa più dolce e tenue, cercando di guardarlo in viso. <Capisco, sono delle orribili sensazioni. La gente parla e guarda male anche me.> il sorriso si fa più triste, dispiacendosi del fatto che anche l’altro debba subire una simile ingiustizia. Non chiede il perché, non vuole essere troppo invadente, e lei non può certo capire cosa spinga la gente a guardare male un ragazzo come lui, che le sembra del tutto tranquillo. La patatina viene accettata, e lei pone il sacchetto in mezzo a loro due. <Se ne vuoi ancora favorisci pure.> gentile, come sempre, peccato che abbia un solo succo. L’ultima domanda, infine, la lascia letteralmente senza parole. Si volta a guardarlo, perplessa, confusa. Non capisce cosa ci sia nel suo aspetto che potrebbe darle fastidio. <Perché dovrebbe darmi fastidio?> non sapendo, dunque, domanda, decisamente sincera. I suoi grandi occhi viola si puntano stupiti su di lui, mentre la testa si inclina leggermente di lato.

18:28 Murai:
  [Monte] Possibile che al mondo ci siano ancora persone così gentili? Sta davvero facendo una conversazione con qualcuno senza scappare, senza temere di essere preso per i fondelli di minuti in minuto. Con loro non c'è nessun altro, nessuno che possa dargli fastidio o attaccarlo con parole d'odio e disprezzo, nessuno che possa rovinare questo momento. Con la coda dell'occhio osserva la zona che ha intorno, cerca e ricerca qualche figura strana, è convinta che ci sia qualcuno, super convinto ma sono solo le convinzioni di un fifone. Il cuore cessa di battere con quella violenza, smette di distruggergli il petto, le mani cessano di sudare per l'ansia e tutto quanto il corpo si rilassa enormemente, la tensione va via, il corpo sembra diventare più leggero. E' tranquillo, dopo anni e anni passati ad avere di chiunque, adesso si trova con una persona, del sesso opposto per giunta, nella più totale tranquillità. Non crede a quello che sta accadendo. I suoi pensieri non hanno doppi fini e ogni sua espressione è dettata dalla sorpresa. Non lo dimostra ma è felice di poter passare questi minuti così serenamente, così calmi e pacati con qualcuno che non vede niente di strano in lui, almeno all'apparenza. Dire il proprio nome ha provocato qualcosa nella ragazza, una strana felicità e questo lo fa felice a sua volta anche se non capisce il perchè. Perchè dovrebbe farlo felice sapere che sta parlando con un altro Akimichi? Cosa c'è di tanto bello? Non ci arriva ma non vuole nemmeno sapere, è contento così nella sua ignoranza. China il capo verso il petto a scrutare il simbolo del clan sulla pettorina di metallo, lo osserva per qualche attimo e un pizzico di tristezza lo assale, sconsolato nel vedere quel kanji impresso li <Non so neppure se dovrei portarlo> biascica tra se e se ma con tono abbastanza alto da farsi sentire dalla ragazza. E' una delusione per suo padre e portare il simbolo degli Akimichi vuol dire farne parte a tutti gli effetti, non sa nemmeno se può davvero riuscire a risvegliare l'innata, figuriamoci. Ha prospettive future molto basse. Le orecchie sono drizzate ad ascoltare il dire della ragazza finendo per annuire, concorda con lei su ogni parola, la gente fa schifo ma la curiosità, adesso, lo assale veramente. Volta ancora una volta il capo verso di lei <Perchè...dovrebbero parlare male di te? Cioè...non avrebbero motivo...> le guance si tingono di rosso, un rossore che piano piano avanza per tutto il viso trasformando il suo faccione rotondo in un pomodoro <...sei una ragazza carina> e subito distoglie lo sguardo imbarazzato. Non avrebbe dovuto dirlo, non avrebbe dovuto, adesso ha fatto la frittata, ha rovinato una giornata tranquilla trasformandola nel suo inferno. Non prende altro dal cassetto, si vergogna a mangiare davanti agli altri, si vergogna a farsi vedere deliziato dal cibo, piuttosto tiene con se la fame <Uhm...perchè io sono...> indica il proprio fisico con lo sguardo <...così> non riesce a dire la giusta parola, non riesce a dire "grasso" e cerca un modo più delicato per indicarsi.

18:56 Tayuya:
  [Monte] Il duo se ne sta seduto in quello spiazzo, passano quel pomeriggio insieme senza essere al centro di nulla di brutto. Per la ragazza è davvero un bel momento da ricordare, sollevata di aver potuto fare delle nuove conoscenze senza che quelle persone siano state macchiate dal pregiudizio. Per questo è felice di scoprire che quel ragazzo non la conosce, felice che non abbia sentito parlare di sé. Lo osserva, sorridente, mentre ascolta quelle sue prima parole riguardo al simbolo. La fronte della giovane si corruga, non capisce il perché di quella frase, ma è ben decisa a scoprirlo. <Come mai dici così?> sono cose che per esempio hanno detto anche alla sua famiglia, ma in questo caso sembra una sua convinzione. Ma non ha abbastanza elementi per trarre conclusioni. Lo osserva, cercherebbe di comprenderne le espressioni facciali, cercando in un qualche modo di essere il più amichevole e dolce possibile. Vuole metterlo a suo agio, vuole provare ad essergli di aiuto. Quel desiderio di aiutarlo è qualcosa che nasce dal suo cuore, forte come una tempesta e che non si placherà tanto facilmente. Ma la sua successiva domanda la coglie un po’ impreparata… cosa dovrebbe dire? Come mai potrebbe reagire l’altro nel sapere il motivo? Certo potrebbe dirglielo senza rivelare niente di particolare, giusto per essere sicura. Dopo tutto non le sembra nemmeno un cattivo ragazzo. E poi, quel complimento. I due si guardano, lui diventa rosso… e lei pure. Un colorito come i suoi capelli prende possesso del suo viso, e porta non solo lui, ma anche lei a distogliere lo sguardo. Imbarazza all’inverosimile. E ora come dovrebbe reagire? Nessuno al mondo glie lo aveva mai detto… a parte sua madre, ma non conta. Per la prima volta non ha la minima idea di come reagire a qualcosa, e quindi mangia. Affonda la mano nel sacchetto, tira fuori una manciata di patatine e se le butta tutte in bocca, iniziando a masticare rumorosamente. Ecco il poco contegno che ha. <Io… grazie, nessuno me lo aveva mai detto e scusa… non so bene come comportarmi.> ammette quella sua debolezza, sincera come sempre, mandando giù quel boccone. <Comunque la gente non parla male per come sono, ma per via di quello che ha fatto mio padre…> ammette abbassando il tono, mentre un’ombra di tristezza la pervade. Fortunatamente ha modo di distrarsi da quei ricordi dolorosi quando il ragazzo risponde alla sua domanda. Quella risposta la lascia ancora più perplessa, osservandolo con sincero stupore. Così? C’è gente che si accanisce su qualcuno solo per il suo aspetto? Ne è davvero sorpresa. <Così… in carne?> gli occhi lo fissano, continuano a fissarlo dimenticandosi del fatto che magari potrebbe metterlo a disagio. <Ma è una cosa sciocca e orribile.> commenta infine, con decisione. <Guardare male qualcuno solo perché ha una costituzione diversa dalla propria. Che assurdità.> è convinta di quello che dice, non riesce davvero a trovare un perché in tutto quello. Ma sente di voler dire qualcosa, qualcosa che possa aiutare il ragazzo, anche se non sa esattamente cosa. Sente il dolore e la rabbia dentro di sé, ma sfortunatamente, anche se comprenderebbe appieno, o per lo meno ad immaginare, non sempre trova le parole per rassicurare qualcuno. Ma ci prova comunque, sempre. <Mi dispiace, probabilmente io non potrò mai capire fino in fondo come ti senti, ma posso immaginare. So che ci si sente ad essere guardati male e sentire cose brutte su se stessi. Ma ci sono motivazioni diverse che ci mettono in questa situazione e quindi non posso che immaginare la tua…> il viso è completamente assorto in quello che dice, le mani si stringono sui propri pantaloni. <Sai come faccio io? Io cerco di ignorarli ed essere me stessa in ogni caso. Mi faccio forza anche se è difficile.> ecco, è proprio quella la parte in cui fa fatica, dare consigli. <Non dovresti vergognarti di te stesso.> ammette infine, sicura e cercando di guardarlo dritto negli occhi. <So che è difficile, ma tu devi essere sicuro di come sei, devi sentirti bene qui.> indica il proprio petto. <E non dare soddisfazioni a chi ti prende in giro, dimostrando che non ti importa delle loro parole e delle loro occhiate, perché provengono da persone che magari saranno anche perfette fuori, ma sono brutte dentro.> infine un sorriso verso di lui. <Non è forse meglio avere un nobile animo, che un corpo perfetto? E poi vorrei proprio sapere chi ha deciso che una persona è brutta solo perché è un po’ in carne!> ammette infine, sbuffando. Anche lei non è propriamente una modella, ma sa perfettamente che potrebbe essere criticata per quelle sue parole. Murai potrebbe facilmente criticarla. <So che le mie parole potrebbero sembrarti prive di fondamenti dette da una come me… potresti dirmi che la faccio troppo semplice, che non posso capire perché sono così.> in effetti è difficile accettare consigli del genere da qualcuno che non ha il medesimo problema, ma lei ci prova. E tace, osservando ora il panorama, mentre il sole da via via calano.

19:25 Murai:
  [Monte] Quella giornata è troppo perfetta per poter essere vera e, difatti, i problemi giungono, non verso di lui direttamente ma attraverso domande che lo portano ad avere ricordi fin troppo brutti. Yona è in buona fede, domanda per curiosità proprio come lui ma i ricordi non si possono cambiare, non può cambiare il passato e ogni volta che ci ripensa sente male ovunque, sente male in ogni zona del proprio corpo come se un arnese rovente lo stesse colpendo in ogni angolo del corpo. Perchè dice così? Potrebbe dire tante cose, potrebbe incolpare il clan che non lo accetta ma li non sanno nemmeno della sua esistenza, non si fa notare, non si fa vedere e nemmeno sentire, tutti quanti sono all'oscuro ed è meglio così, meglio se non gli dicono niente e non lo infastidiscono. No. Il problema è suo padre. Non sa dire se gli vuole bene, non riesce a concepire tale pensiero ma di una cosa è certa: lui è delusione come figlio. Questo pensiero è il principale motivo ma come spiegarlo a quella ragazza? Come fare a dirle una cosa simile con le parole giuste? Sembra un discorso astratto, un discorso impensabile ma è la pura e semplice verità, lui ha un padre che non lo apprezza come dovrebbe mentre sua madre non fa altro che viziarlo offrendogli una montagna di dolci <Ehm...> pensa alle migliori parole da dire in questa occasione, qualcosa di semplice ma forse è meglio cominciare dall'inizio, o quanto meno da una parte della storia che permetta di capire il tutto nel modo più facile <Io...non sono come tutti gli altri deshi dell'accademia, ho una resistenza ai colpi più temprata e una forza fisica leggermente più alta della media, almeno tra quelli del mio livello e questo grazie agli allenamenti di mio padre> ha dato il prologo del suo discorso. E' vero, lui ha una forza e una resistenza un po' più elevate rispetta agli altri, non lo nega ma non che serva a molto a quanto pare <Però non ho fatto i progressi sperati, non ho risvegliato la forza di ogni Akimichi e sono rimasto indietro rispetto a molti miei coetanei. Per mio padre sono un fallimento su tutta la linea e ogni volta mi guarda con disprezza, specie quando mi vede mangiare. Sono nato nel clan sbagliato e ne sono consapevole> china il capo verso il basso, gli occhi divengono improvvisamente tristi. Non vi è più luce in essi ma solo un'oscurità persistente che non fa che aumentare a ogni minuto. Il solo pensare a questa faccenda lo fa sprofondare in un piccolo baratro buio senza fondo. E' la cruda e nuda verità, deve accettarla prima o poi, deve farsene una ragione se non vuole soffrire giorno dopo giorno. Ha capito che non è un Akimichi, è vero, quelli del clan sono tutti grossi e in carne ma lui è soltanto questo, non vi è altra sostanza ed è ciò che ha spinto il padre a considerarlo un figlio mancato, un essere sbagliato che avrebbe fatto meglio a non uscire dalla pancia. Vuole piangere, lasciarsi andare alle lacrime ma non può, non davanti a Yona, non davanti a qualcuno e non in giro dove potrebbe essere visto e preso in giro nuovamente. Dalla bocca gli esce quel piccolo complimento che lo porta ad arrossire dall'imbarazzo, non ha mai fatto complimenti a nessuno, specialmente a una ragazza, anzi, non si è mai nemmeno avvicinato a una ragazza per arrivare a parlarle. E' una situazione anche troppo strana e nuova per lui però, da quanto vede, anche Yona diventa rossa smettendo di parlare e iniziando a ingozzarsi. Per la prima volta un mezzo sorriso va a formarsi sul volto, un sorriso sereno nel vedere quella reazione anche se non la guarda e il rossore continua a persistere sul viso <Ne...nemmeno io> non sa certamente come comportarsi in tale momento ma il sorriso scompare non appena sente le sue motivazioni. Sorpreso...non è giudicata per quello che è ma quello che ha fatto o che è qualcun altro? Cosa al quanto insolita ma non impossibile <Oh..mi..mi dispiace> il tono è sempre esitante, deve riuscire a correggersi prima o poi se non vuole diventare antipatico a qualcuno e deve farlo anche alla svelta a quanto pare. Il discorso si sposta sui propri complessi. L'ascolta in silenzio, gli occhi si aprono completamente, assorti dalle sue parole; il rossore svanisce d'improvviso, il capo viene voltato verso la ragazza, resta concentrato sul di lei dire. Ecco perchè non l'ha ancora preso in giro, ecco perchè non ha fatto commenti sul suo peso o sul fisico, lei non è come gli altri, è completamente diversa. Il cuore comincia a battere per la gioia, è contento di sapere una cosa simile, contento di sapere che non sono tutti quanti uguali <Grazie...Yona...grazie> l'unico modo che ha per sdebitarsi di quelle parole, l'unica soluzione è quella <Purtroppo la gente mi giudica ancora prima di conoscermi, nessuno si avvicina a me e preferiscono prendermi in giro> è un qualcosa che si porta dietro da quando è piccolo e ancora adesso non riesce a scrollarselo di dosso <E' difficile ignorarli quando sai che ciò che dicono è tutto vero però> è grasso, ed è su questo che si focalizzano tutti quanti.

19:54 Tayuya:
  [Monte] La questione è molto più complessa di come appare. La quindicenne riesce a percepirlo, ma non sa esattamente come affrontare tutto quello. Vorrebbe fare molte cose, ma ha paura di infastidirlo con la propria invadenza. Si concentra unicamente su di lui, lasciando perdere il panorama e le patatine, volgendo il proprio sguardo verso quel ragazzo che tanto si sta aprendo con lei. Accoglie le sue parole con calma, accettando quell’introduzione e rimanendo attenta anche al seguito delle sue parole. Quando l’argomento tocca la parola ‘padre’, un nodo non può che formarsi allo stomaco della ragazza. Le viscere si contorcono, ma lei non vuole darlo a vedere. Il suo sguardo rimane dolce e comprensivo… non può lasciarsi prendere dalle sue turbe personali, ora vuole assolutamente essere d’aiuto a lui. Almeno ha scoperto che anche lui è un Deshi, è un qualcosa che l’avvicina ulteriormente alla sua persona. <Ho capito. Ma sai non penso che tu non sia adatto al clan solo perché non hai ancora sviluppato l’innata… vedi, nemmeno io l’ho ancora sviluppata. Ma non dobbiamo pensare di non essere adatti, semplicemente ognuno ha i suoi tempi, e sarebbe contro producente sforzare la natura.> commenta cercando di osservarlo negli occhi, cercando di trasmettergli quella sua determinazione. <Hai delle grandi capacità, da quanto mi hai detto, e anche se non ti conosco bene, mi sembra che tu abbia un gran cuore. Devi pensare a te stesso, devi pensare che tu hai i tuoi tempi, tu non sei tuo padre, tu non devi vivere per lui, ma per te.> con calma cerca di scandire per bene quelle parole, per cercare di fargliele comprendere. <Sii te stesso, impegnati a fondo per quello in cui credi. Ma fallo per te, non per gli altri. Tu… cos’è che vorresti con tutte le tue forze per te stesso?> domanda verso di lui, buttando quelle parole dal nulla. Vuole cercare di capire, magari sta anche sbagliando, ma se così fosse allora starà a lui correggerla e lei sarà ben felice di chiedere scusa. Quel momento di imbarazzo viene superato quasi elegantemente, se non fosse per il suo ingozzarsi di patatine ed infine le parole dell’altro le fanno scuotere la testa. Un sorriso amaro le si dipinge sul viso, anche se lo sguardo sembrerebbe essergli grato. <Grazie Murai… non sai quanto io sia sollevata dal fatto che tu non mi conosca e quindi non sappia il motivo per quale la gente disprezza la mia famiglia.> è un sollievo poter parlare con qualcuno che non la giudichi in base alle scelte di suo padre. Scelte che lei vuole ancora comprendere. È sollevata dal fatto che l’altro sembra riuscire a comprendere quanto lei le abbia voluto dire, ed annuisce alle sue successive parole. <La gente non può fare altro che giudicare, ma sappi che non sono tutti così.> un sorriso sincero verso di lui, nella speranza che l’altro non arrivi ad avere paura di tutti per questo. <Lo so che è un grande rischio, perché tu non conosci tutti, così come tutti non conosco te. Ma davvero, non sono tutti come quelli che ci sparlano dietro. Ho avuto modo di conoscere gente deliziosa, e ho avuto una grande amica che mi stava sempre accanto, comprensiva.> un nodo alla gola al pensiero che suo padre l’abbia ferita profondamente e che per quello si sono allontanate. Ma ha capito grazie a Namika che può provare a riavvicinarsi e lo farà. <Senti, facciamo così. Come vedi io non ho nessun problema a stare vicino a te. In due possiamo darci maggior forza e possiamo allenarci per sviluppare la nostra innata insieme! Insieme potremmo anche fargliela vedere a chi ti giudica senza conoscerti! Ma senza usare la violenza, quella non servirebbe a nulla, ma solo le azioni e le parole. Chissà… magari potrei aiutarti ad ignorarli e camminare comunque a testa alta, orgoglioso di te stesso e senza stare ad ascoltare quelle persone.> stringe i pugni nella propria decisione, lo sguardo arde di determinazione. Piena di vitalità. Però… c’è un però in tutto questo. Ovvero che potrebbe essere l’altro a non avere voglia di stare accanto a lei. <Però temo che stando con me tu potresti ricevere ancor più occhiatacce…> mormora, quella decisione vacilla e il viso si adombra nuovamente. Il Clan, più di tutti è stato inflessibile con lei e sua madre. Per lei non ci sono problemi fin quando tutto si concentra su di lei, ma non vorrebbe coinvolgere ancor di più la figura del ragazzo.

20:17 Murai:
  [Monte] Sa come parlare, conosce le parole giuste per aiutarlo a superare, almeno momentaneamente, quella situazione. Ha detto solo una parte della sua vita, le sue disgrazie alla fine ma è venuto così spontaneo farlo, forse perchè è un membro del suo stesso clan, forse è per quello che si ritrova a poter parlare in modo più tranquillo e senza problemi. Si sta commuovendo, sente le lacrime farsi strada per il viso ma non vuole piangere, non è più un bambino, non può permettersi di piangere a dirotto come un qualsiasi poppante, deve resistere, deve tenere duro a tutti i costi, ci deve riuscire senza problema alcuno. Deve essere se stesso, deve essere lui e non gli altri, prendersi il suo tempo, prendersi tutto il tempo del mondo. Crede in quelle parole, annuisce al dire della ragazza, la guarda, continua a guardarla negli occhi. Non è più timido, non è più in imbarazza, adesso è molto più leggere, il peso che porta dentro si è come dissolto ma questo ora e con la deshi, non sa ancora se è in grado di applicare con gli altri il suo suggerimento e poi quella domanda finale lo lascia letteralmente spiazzato. Cosa vuole con tutte le sue forze? Una bella domanda, una difficile domanda a cui dare una risposta e ora si ritrova nella situazione in cui è obbligato a darla. China il capo, il viso si fa pensiero, il cervello si mette in movimento navigando tra tutti quanti i suoi pensieri, trovare una risposta è dannatamente complicato, peggio di quando si sostiene un'esame <Mh> piccoli versi mentre decide. Chiude gli occhi, sente il proprio cuore battere, pensa con il cuore, pensa a ciò che vuole direttamente dal suo cuore trovando la soluzione, una soluzione semplice ma è ciò che più brama al mondo <Essere accettato> riapre gli occhi portandosi sulla giovane. Questo sente di volere, questo desidera e questo vuole ottenere con tutte le sue forze, essere accettato da tutti, da suo padre e a chiunque altro senza più alcun tipo di pregiudizio. L'imbarazzo svanisce totalmente mentre sente il dire di Yona, quel ringraziamento, un ringraziamento che non dovrebbe esserci ma ora può utilizzare le sue stesse parole <Allora...tu non sei la tua famiglia, tu sei tu e anche se sapessi qualcosa, non giudicherei te per qualcosa che hanno fatto altri> sta dicendo le stesse identiche parole perchè vale la stessa cosa anche per lei, non è diversa sotto questo punto di vista. Non sono molto diversi, entrambi vengono discriminati per qualcosa, entrambi sono soli, non hanno nessuno in questo mondo se non gente che li disprezza. Sorride, comincia a sorridere nel sentire la di lei proposta, un sorriso sincero, felice, si erge più in alto e la risposta può essere una sola <Ne sarei felice> finalmente ha trovato un'amica e non si lascia sfuggire una simile occasione, un'occasione per cambiare la propria vita, per darle una svolta <Non m'importa> non gli interessa, magari con qualcuno è più facile superare determinate cose e come prima, vale lo stesso per lei. La sera sta giungendo in quel di Konohagakure, ha trovato un'amica e può stare anche per ore a parlare, a conversare senza andarsene. Sorride, sorride felice. [END]

20:29 Tayuya:
  [Monte] Quel ragazzo si è lasciato andare con lei, e la ragazza ha voluto concentrarsi unicamente su di lui e la sua situazione, per quanto parzialmente possa comprenderla. Il sorriso torna sul suo viso, sincero e dolce, tutto per lui. Attende che egli risponda alla sua domanda, gli lascia tutto il tempo per riflettere e ricercare nel suo animo quello che desidera più di ogni altra cosa, e alla fine glie lo dice. Essere accettato. La ragazza annuisce, senza far affievolire il suo sorriso. <Allora combatti per questo tuo desiderio. Ma senza cambiare quello che sei. Dona sorrisi verso chi ti guarda male, dona parole gentili verso chi ti giudica male.> da a lui lo stesso consiglio che lei si è data a se stessa un anno fa e che l’ha aiutata ad andare avanti. <Solo così potranno comprendere quale persona tu realmente sia. Sconfiggi i pregiudizi dimostrando chi sei in realtà, aiutando anche coloro che sono stati maligni con te. Pian piano potrebbero anche capire, ma se non capiscono non importa. Tu sei a posto col tuo animo.> continua a parlare e li arriva a tacere, avendo terminato i consigli per il momento. <E’ quello che faccio io.> ammette infine, si sente bene nel farlo, non cambia se stessa, e si comporta come sempre. Alla fine le persone si stancheranno di dire sempre le stesse malignità. Sorpresa poi di sentire le sue stesse parole venir usate ‘contro’ di lei, una sorpresa che la porta a guardare allegramente l’altro. <Hai ragione.> è contenta che le abbia usate, dimostra che sono state comprese e il sorriso si allarga, sincero. Sollevata da quello che le viene detto, sollevata di aver trovato qualcuno con cui farsi forza a vicenda… cercherebbe di sollevare una mano e posarla su quella dell’altro. Con delicatezza, ma allo stesso tempo cercherebbe di imprimergli la sua forza d’animo. <Allora è deciso.> raggiante nel guardarlo, raggiante e gioiosa nel aver trovato un amico. C’è molta calma, molta tranquillità… e lei resterà ancora un po’ con quel ragazzo, magari parlando del più e del meno, per poi dirigersi, quando si sarà fatto troppo tardi, verso casa. [END]

I due Akimichi si incontrano sul monte dei volti e iniziano a conversare per cercare di superare insieme le difficoltà. Alla fine si offrono l'amicizia reciproca, per provare a raggiungere insieme i loro obiettivi e farsi forza.