Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

[Ricerca] Episodio IV - Attirando la fiera; fiducia coniugale

Free

0
0
con Kaori, Raido

11:00 Kaori:
 Non ha avuto la forza di attivare il fuuda che Yukio le ha fatto recapitare quella mattina. Non ha avuto la forza di immettervi del chakra per veder comparire fra le sue mani la cappa nera di Kurako. Non ci è riuscita, non ce l'ha fatta sebbene abbia pensato più volte di tentare. E' rimasta a fissare quel semplice pezzo di carta per minuti interi prima di rassegnarsi e riporlo in una tasca interna dei suoi abiti. Questa mattina Kaori si sta dirigendo, assieme a Raido, nella selva attorno Kusa, diretta verso Nord. Yukio le ha consigliato di dirigersi da quelle parti per cercare Asia e Kaori, in mancanza di altre piste o destinazioni, ha pensato di ascoltare il consiglio ricevuto. Qui si distendono i prati in fiore che collegano Kusa a Takigakure e, secondo le spiegazioni ricevute da Hiashi, forse avrebbe anche senso cercare la tigre da queste parti, nel folto della vegetazione. Probabilmente da qualche parte nei dintorni ci sarà anche un fiume, una fonte d'acqua ove la creatura può abbeverarsi e quindi trovar riparo. Kaori indossa il suo giubbotto chuunin ed un paio di pantaloni neri che le fasciano le gambe a stringere cosce e caviglie. Stivali da kunoichi neri risalgono fino alle ginocchia mentre la chioma scura ondeggia al soffio della brezza primaverile dietro la sua schiena. Il coprifronte della Foglia è legato attorno al collo, una tasca porta oggetti è assicurata attorno alla vita e Raido è al suo fianco. Ha voluto accompagnarla prima di recarsi a lavoro, ha voluto accompagnarla nonostante non abbia idea di cosa stia succedendo, di cosa l'abbia portata fin lì, a Kusa. <Penso che qui vada bene...> mormora la Hyuga fermandosi, guardandosi attorno, notando come ormai ci sia un po' di distanza dal Villaggio. I fiori tutt'attorno profumano e colorano la zona ed un caldo sole brillante viene di tanto in tanto oscurato da nubi passeggere ed ovattate. <Sai perchè sono venuta fin qui, Raido?> domanderebbe alla volta del marito ruotando verso lui il capo, il viso. Sa che non può saperlo ma non sa come iniziare il discorso in altro modo. Punta le iridi in quelle ocra di lui per alcuni istanti per poi ruotare il capo verso l'orizzonte e cercare d'assottigliare la vista alla ricerca di un manto arancione striato nelle vicinanze. Un colore confuso fra gli sprazzi di sfumature dovuti ai fiori che si perdono a vista d'occhio in quella prateria. <Sto cercando una tigre. La... tigre di Kurako> risponde, alla fine, Kaori, con lo sguardo ancora rivolto verso il prato attorno a loro, un alito di brezza fresca a soffiare fra i capelli violacei, scompigliandoli. [chakra: on]

11:15 Raido:
  [Prati] Il paese dell'erba è sovrastato dalle nuvole, il cielo è interamente coperto da grossi nuvoloni, presagio di mal tempo, molto probabilmente è prossimo alla pioggia. Fa abbastanza freschetto, non vi è il caldo degli altri giorni e la brezza fresca continua a soffiare scompigliandogli la chioma bianca che ricade lungo la schiena. Come ogni mattina si è diretto alla ferrovia del paese del fuoco per andare a Kusa, prima al palazzo del governo e poi alla sua fucina dove ha ricominciato a seguire l'attività. Ha abbandonato il lavoro da fabbro per tanto, troppo tempo ma adesso può tornare letteralmente in auge portandosi a un livello superiore in quel settore, prendere letteralmente il comando di tutto quanto. Un percorso lungo, faticoso ma deve comunque realizzarlo se non vuole rimanere indietro e se vuole guadagnare. Prima di tutto questo, però, ha deciso di accompagnare Kaori verso i prati fioriti, non ha fatto domande, non direttamente almeno ma se è li, lo è per un motivo. Si chiede questo motivo ovviamente, Kaori non è solita dirigersi a Kusagakure senza un preciso scopo. Cammina al fianco della moglie in silenzio, lo sguardo è portato avanti ad ammirare il paesaggio che si estende in lontananza, fiori a non finire, una prateria immensa e bellissima che rende quel paese più bello a ogni passo e a ogni minuto trascorso. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Non esce senza armi, non di questi tempi e preferisce portarsi dietro qualcosa che possa aiutarlo a difendersi, spada e armatura quindi. Non è tutto l'equipaggiamento, si porta dietro l'essenziale per non restare sguarnito durante possibili pericoli, si sa, il mondo ninja è un continuo forse. Lo sguardo viene portato verso la Hyuga per qualche secondo sentendo le di lei parole, il sopracciglio dietro viene inarcato, dubbioso, curioso per giunta di sapere cosa passa per la testa della ragazza ma non ha bisogno di chiedere perchè la risposta arriva da se senza troppi indugi. <Non sarebbe male> commenta sarcastico a quella domanda ma è la risposta che lo lascia a bocca aperta, allibito. Non crede alle sue orecchie, ancora Kurako, ha ancora a che fare con lui dopo tutto questo tempo? E per giunta anche con una tigre? La situazione diventa strana secondo dopo secondo. E' pericoloso, troppo pericoloso e se l'avesse lasciata da sola, sarebbe stata in pericolo però, al momento, una sola domanda gli balza in testa, una domanda che significa tanto e non significa niente <Perchè?> solo ed esclusivamente questo, niente di più, niente di meno. [Chk on][Katana equip][Samehada equip][Armatura pesante equip]

11:34 Kaori:
 Spera davvero che la pioggia non arrivi nuovamente a rovinare i suoi piani. Vorrebbe davvero evitare di perdere l'unica pista davvero concreta per arrivare a trovare Asia. Se dovesse piovere e la cappa bagnarsi, rischierebbe davvero di far svanire quelle ultime tracce dell'odore rimasto del Senjuu su di essa. Inspira a fondo ritrovandosi a stringere le labbra. Sebbene stia aguzzando la vista e stia cercando con lo sguardo per tutta la distesa fiorita attorno a sé, non riesce a vedere nulla che possa indicarle la presenza della tigre nelle vicinanze. Probabilmente non è lì o se lo è si è davvero mimetizzata con la vegetazione circostante per nascondersi alla sua vista. Inspira a fondo, cerca di non demordere, di non perdere le speranze, mentre voltandosi verso Raido ode quella sua naturale e giusta domande. Kaori punta su di lui lo sguardo, l'osserva e rimane in silenzio per qualche attimo prima di trovare la forza di parlare. <Lo sta cercando. Dopo tutti questi mesi, ancora, lo sta cercando> risponde Kaori con la voce morbida, triste, ricordando le grandi iridi dorate della tigre ricolme di lacrime sincere, brucianti. <L'ho incontrata qualche tempo fa, a Konoha. Non sapevo fosse la tigre di Kurako, l'ho scoperto solo tempo dopo parlando con Mekura. E' ferita, è affamata, è sola ed è stata cresciuta fin da piccola in casa, non è un animale selvatico...> spiega la ragazza sentendo il cuore appesantirsi, il capo a voltarsi verso il prato mentre sente gli occhi pizzicare. <Sta continuando a vagare alla sua ricerca, non si dà pace. Non sa che non tornerà più a casa...> Il solo pensiero di quella tigre che attende sola, ignara, il ritorno di Kurako le chiude la gola. Sa perfettamente cosa voglia dire, cosa stia provando. Ha vissuto lei stessa quest'esperienza quando, mesi prima, rinchiusa nella cella dei laboratori di Cappuccio Rosso, si chiedeva se là fuori qualcuno si fosse già accorto della sua assenza, se qualcuno sapesse cosa fosse successo, se qualcuno sarebbe arrivato a salvarla. Sola, abbandonata, sfiduciata. Sa cosa si provi e fa male. Un male indescrivibile. <Voglio darle un po' di pace dandole la più brutta notizia della sua vita> un sorriso amaro e sarcastico a tendersi sulle sue labbra mentre richiude le palpebre, espirando piano. <Devo salvarla. Devo mettere fine alle sue vane ricerche> continua, allora, volgendo ora il capo verso Raido, riaprendo gli occhi con fatica, puntando le iridi in quelle chiare e brillanti di lui. [chakra: on]

11:55 Raido:
  [Prati] Tra tutte le cose che si sarebbe potuto aspettare da Kaori, di certo questa è la più imprevedibile. Cercare una tigre appartenuta a Kurako, suo cugino da parte di padre, figlio di un uomo ignobile e subdolo che non merita di esistere ma, a conti fatti, non gli interessa per niente di costui ne della vita privata del cugino. Si ritrova a guardare Kaori con aria seria, non vi sono sorrisi, non vi è tono di scherzo o comprensione, la guarda aspettandosi una risposta il prima possibile a quella domanda. Perchè cerca la tigre di quel Senjuu? Cosa è successo da farla arrivare a tanto? Non avrebbe mai nemmeno immaginato che Kurako avesse una tigre da compagnia. Resta silente e, finalmente, la risposta giunge alle orecchie del Jonin la quale si dimostra molto più...normale e umana di quanto pensasse. La storia è straziante, drammatica, colpisce direttamente al cuore ma non lascia trasparire niente, nessun sentimento, nessuna emozione, niente di niente, impassibile agli occhi della ragazza mentre lo sguardo torna ad assumere quel tono glaciale di molto tempo fa, quando ancora la loro storia non si sarebbe potuta definire storia. L'obiettivo di Kaori è nobile sotto molti punti di vista ma non può fare finta di niente davanti a un pericolo così grosso, davanti a qualcosa che potrebbe arrecarle danno. China il capo verso il basso per qualche secondo, lo rialza portandolo verso l'orizzonte, osserva i prati estendersi, portarsi in avanti mentre le nuvole continuano a governare su tutta quanta la pianura. La tigre di Kurako, un animale rimasta in contatto con il Senjuu per anni e ora dovrebbe permettere alla sua donna di avvicinarsi a quella bestia? Dovrebbe lasciarla andare? Non ci pensa nemmeno, è troppo rischioso <Kurako era un'animale. Prima di venire a Kusa ho parlato con Yukio di tante cose e lui era fra queste. Mi ha detto che cosa ha fatto> guarda per terra, il terreno pensando a ogni parola detta dal Kokketsu quel giorno insieme a Kayoko <Quando mi hai detto di conoscerlo...mi è salita una rabbia che nemmeno immagini e se fosse ancora qui, gli avrei staccato la testa con le mie mani> solo per essersi avvicinato a lei, solo per questo meriterebbe di morire ogni giorno in modo diversi <Quella tigre ha vissuto con lui e probabilmente ha ereditato i tratti caratteriali del padrone; è troppo pericoloso avvicinarsi ed è meglio abbatterla> non tentenna, non cede. Questo è il suo pensiero attuale, non può tollerare che l'animale di un animale vaghi libero, il pericolo è troppo alto e non gli interessa se è ferita, affamata o quant'altro, è la cosa giusta da fare <Non posso permetterti di correre questo pericolo> dopo tutto quello che hanno passato, metterla in pericolo nuovamente è l'ultimo dei pensieri, la vuole al sicuro, la vuole protetta sempre e comunque. [Chk on][Katana equip][Samehada equip][Armatura pesante equip]

12:16 Kaori:
 Man mano che il racconto procede lo sguardo di Raido si fa sempre più freddo, sempre più gelido. Kaori ha visto varie volte quelle iridi dorate farsi più dure del metallo, ha imparato a conoscere e riconoscere i segnali mandati dal corpo dell'Oboro ed ora sa, semplicemente osservando il suo sguardo, che l'altro sta per pronunciarsi contrario a quella storia. Sa che Raido sta per dirle che non vuole che lei faccia questo passo, che cerchi quella povera creatura ferita. Sa che qualcosa sta per spezzare la quiete di quel luogo. La voce dell'albino esce ferma, sicura, decisa dalle sue labbra. Le sue parole giungono forti e chiare all'udito della Hyuga che, fissandolo altrettanto sicura, ascolta in silenzio quel suo principiare. Ode i suoi sentimenti, i suoi pensieri, ritrovandosi a pensare che stia sbagliando. Kurako... non era così. Kurako sapeva essere buono, era una persona solitaria. Forse lo era perchè aveva allontanato tutti per primo, ma non era cattivo. Aveva preso la strada sbagliata, era caduto e s'era perso. Era divenuto qualcuno di estremamente potente, perverso e violento, sì. Ma non lo era stato lui per primo. Ricorda ancora chiaramente quel loro primo incontro in cima al Monte dei Volti e non sopporta di sentir parlare di quella persona malinconica e ferita in quei termini. Non, soprattutto, da Raido che a quanto pare non l'ha mai conosciuto. Tuttavia, se fino a questo momento Kaori riesce a tacere lasciando modo all'altro di proseguire il suo dire, quando l'albino va parlando di Asia in quei termini, la Hyuga si ritrova a rendere il suo sguardo gelido, tagliente e pericoloso. Stringe le labbra, le fa quasi sbiancare mentre le sopracciglia s'abbassano minacciosa sugli occhi. <Non mi serve il tuo permesso per compiere le mie scelte> sibila Kaori a denti stretti, cercando di trattenere la rabbia che le monta improvvisa dentro al ricordo di quella povera bestia piangente. Un flash della katana di Raido che abbatte la sua testa, che ferisce il suo corpo, le fa salire un conato di vomito alla gola facendo ribollire il sangue nelle vene. No. No. Non avrebbe permesso a nessuno di ucciderla per il timore che potesse, eventualmente, far del male a qualcuno. E' una creatura indifesa, vulnerabile e sofferente. E' una vita che soffre e piange e se nessuno fino a quel momento ha potuto proteggerla, adesso invece c'è. <So perfettamente cosa è successo a Kurako. Cos'era diventato. Cos'ha fatto> continua lei fissandolo duramente negli occhi, fredda, seria, pericolosamente concentrata. <Yukio mi ha raccontato tutto. E sicuramente se fosse stato ancora in vita l'avrei evitato, non avrei perdonato ciò che era diventato> Nan, la fonte di ogni male. <Ma Asia non è lui, non ha le sue colpe ed è indifesa> Certo, è strano parlare in questi termini di una tigre, ma quando Kaori l'ha incontrata ha visto in lei una creatura vulnerabile e docile. Non ha attaccato per prima, non fino a quando la copia di Kaori non si è avvicinata. Non ha ricercato lo scontro, si è solo difesa dall'avvicinarsi di una possibile minaccia. Non ha ferito Kaori quando, più tardi, s'è fatta più vicina, quando ha tentato di toccare il suo pelo lucente. L'ha, invero, accolta e leccata grata della gentilezza ricevuta. <Parli di quella tigre come se fosse un demone solo perchè è stata cresciuta da Kurako, eppure sei tu quello che cerca di incontrare ed evocare i serpenti che hanno combattuto al fianco di Orochimaru> Graffia, taglia, morde con le sue parole ergendosi a scudo di una creatura a sé affine, di una creatura dai sentimenti sinceri e genuini quali la povera tigre. Inspira a fondo, stinge le labbra, distoglie lo sguardo. Non vuole litigare, non vuole rovinare quella giornata iniziata ricolma di speranza. Respira cercando di ritrovare calma, controllo e contegno prima di smuovere nuovamente le rosee in un nuovo proferir di parole. <Nonostante mi abbia vista al Torneo credi davvero che una tigre possa mettermi in pericolo?> [chakra: on]

12:56 Raido:
  [Prati] Avere legami con Kurako, con quell'essere assetato di potere, non è un bene, anzi, ha paura per tutti coloro che entrano in contatto con la vita del Senjuu. Non l'ha mai conosciuto davvero, non gli è mai interessato avere legami con lui ma sa della sua esistenza, ha conosciuto il padre e gli ha detto qualcosa sul figlio, non molto ma abbastanza da fargli capire di che persona si tratti. Non solo, ha parlato con Yukio al monte Kakuri prima della sua venuta nel paese dell'erba, hanno discusso sulla figura di Kurako e sul perchè della sua morte; ha visto la sorella, Kayoko, infuriarsi verso il Kokketsu per quello che ha fatto ma perchè lo ha fatto? Perchè il ragazzo ha osato troppo, ha cercato troppo potere fino a rimanere vittima della forza stessa. Sa cosa vuol dire ricercare un potere più grande di se stessi, sa cosa significa possedere una forza che tenta di controllarti e odia coloro che ne vanno alla ricerca. Chi cerca potere è colui che non lo merita, colui che di base avrebbe fatto un cattivo uso di tutta quella forza, sarebbe rimasto soggiogato completamente da essa. Kurako ha subito tutto questo trasformandosi in un mostro, nel peggior mostro che questo mondo potesse avere, un mostro peggiore persino dell'Oboro stesso. Si ritrova a pensare a tutto questo in una giornata cominciata con il sorriso e nel pieno della tranquillità ma lo fa perchè Kaori ha corso troppi pericoli in pochissimo tempo: la rivoluzione di Kusa, cappuccio rosso, il demone al tempio dei Cdf, tutto insieme e lui non è mai riuscito a proteggerla e a tenerla veramente fuori da tutto questo. Gli brucia, gli da fastidio e lo mette in ansia, teme per lei, teme per la sua donna e teme per la sua vita. Lo sguardo rimane glaciale, non guarda la ragazza, non posa la vista su di lei ma rimane e permane fisso solo e soltanto sull'orizzonte. Cerca di pensare lucidamente a cosa potrebbe succedere se lei si avvicinasse alla tigre; è vero, forse non è pericolosa, forse ha solo bisogno di aiuto ma c'è una piccola possibilità di pericolo e deve prenderla in considerazione, deve essere una certezza per chiunque e non solo per lui. Quella frase va a risuonare nelle orecchie, forte, determinata ma lui potrebbe dire lo stesso <E a me non serve il tuo permesso per tenerti al sicuro> ammazzare la tigre potrebbe essere una buona cosa, trovarla, decapitarla e porre fine completamente alla faccenda. E' qualcosa di cattivo, malvagio ma non può farci niente, ha troppa paura per lei. Purtroppo ciò che dice non riesce a convincerlo, ci prova a darle ascolto ma è difficile cambiare un'idea quando è troppo radicata. Non risponde a quella serie di parole, non dice niente ne commenta ma è quasi impossibile da credere ma le ultime parole lo scatenano. La rabbia gli monta, arriva al cervello; non avrebbe dovuto dire quelle parole, non ha capito niente allora, non ha capito il motivo delle sue mosse, delle sue ricerche, non è ancora riuscita a conoscerlo a fondo. Si volta di scatto verso la ragazza, lo sguardo è gelido, distaccato e...furioso, dopo tanto tempo torna ad essere furioso <Cosa vorresti insinuare? Mi stai paragonando a lui?> stringe la mano sinistra, il pugno va a formarsi <LI HO CERCATI PER CONTROLLARLI, PER TENERE TE AL SICURO DALLE MINACCE> urla dopo tanto tempo, si lascia trasportare dalla rabbia essendo, il grido, l'unico modo che ha per sfogarsi con lei, l'unico che non può farle male fisicamente <Sigillo, serpenti...devo controllarli, sapere come batterli per il bene del mio villaggio, per il bene di MIA moglie e TU VIENI A PARAGONARMI A OROCHIMARU E KURAKO?> è difficile contenersi in questo momento. Il cuore batte a mille, sente il corpo fremere, trema, l'adrenalina scorre pronta a esplodere eppure, in qualche modo, si contiene, non vuole esagerare, non vuole dire qualcosa che possa troncare quel loro rapporto <Non m'interessa cosa credo o quanto sei forte. Non posso permettere che tu corra altri rischi; ho rischiato di perderti una volta, non rifarò lo stesso errore> è deciso più che mai a proseguire su quella via e ora ha paura delle conseguenze. [Chk on][Katana equip][Samehada equip][Armatura pesante equip]

15:09 Kaori:
 Non ha capito. Non ha capito nulla di quello che Kaori intendeva dire ed ha detto. Urla, alza la voce, sbraita ed il silenzio che fino a quel momento aveva circondato i due va incrinandosi. La brezza soffia più forte, i fiori si smuovono ed un fruscio lontano sale dal suolo. Qualche uccello vola sopra le loro teste, il sole splende e le nuvole passano davanti ad esso oscurandolo e liberandolo a tratti della loro copertura. Raido è fuori di sè, la osserva quasi indemoniato mentre Kaori rimane immobile, sul posto, sostenendo stoicamente il suo sguardo. Fa male. Fa male sentire quel tono rivolto verso se stessa, fa male vederlo così infuriato e fa male sapere che non riesce a fidarsi di lei e del suo metro di giudizio. Ha corso molti pericoli finora, sì. Come qualsiasi altro ninja esistente. Come lo stesso Raido. Eppure non può continuare a vivere dietro la protezione di lui, impedirsi di fare determinate scelte per paura di farsi male. E' una donna, sì. E' sua moglie, anche. Ma è una kunoichi e ha delle responsabilità che l'altro non può caricarsi al suo posto. Non è più una bambina e non è una civile indifesa. E' suo compito proteggere ed aiutare, è suo compito ergersi a scudo dei più deboli e salvarli. Anche se si tratta di un povero animale... <Non è affatto quello che ho detto!> sbotta la Hyuga alzando a sua volta la voce per sovrastare le urla dell'altro, per cercare d'imporsi al di sopra delle sue grida. Si umetta le labbra, respira a fondo e cerca di tornare ad un volume di voce più basso, più tranquillo, raccogliendo quanta più aria possibile nei polmoni. <Non ho detto che sei come loro e sei uno stupido se credi che potrei mai paragonarti a figure del genere> continua più calma, con voce più bassa, sebbene egualmente decisa e sicura. Respira a fondo, l'osserva, lo fissa, tenendo le labbra ancora leggermente contratte in una espressione dura. <Quello che volevo dire è che un animale non è il suo padrone. Non puoi fare la predica a me se voglio salvare Asia perchè è cresciuta con Kurako e poi mollarmi a casa per andare chissà dove a cercare quei serpenti.> spiega lei, più chiaramente, cercando di impedire altre eventuali errate chiavi di lettura. <E non me ne frega niente se li stai cercando per capire come fermarli, quindi smettila di ripeterlo. Sono ugualmente rischi che vai cercando di tua iniziativa, DA SOLO, ogni volta, a prescindere dal motivo per cui lo fai.> Si ferma un istante passandosi una mano fra i capelli violacei schioccando la lingua sul palato, nervosamente. <Hai idea di quante volte ti sei ficcato nei guai perchè vuoi fare tutto da solo? Di quante volte sei stato in pericolo ed io ero impotente?> chiede lei, fissandolo, con espressione ora ferita, spaventata, il tono a mutare sempre più passando da una viva rabbia ad una scura malinconia. <Credi che io non voglia fermarti, ogni volta? Che non vorrei gridarti di restare a casa?> .. <Certo che vorrei. Ma so che sarebbe inutile. So che non siamo persone qualsiasi e che siamo ninja. Non abbiamo il lusso di rimanere al sicuro, abbiamo scelto noi di metterci in prima linea. E sì, anche se si tratta solamente di una tigre> ribadisce lei umettandosi le labbra, ribadendo il concetto con forza. <Tu... tu non l'hai vista, Raido. Non hai visto i suoi occhi, le sue lacrime. Non l'hai sentita piangere> Gli occhi si colmano delle stesse lacrime mostrate ad Asia, si fanno liquidi, brillanti, sotto quel sole primaverile. <Se io morissi e nessuno te lo dicesse... per quanto tempo continueresti a cercarmi?> domanderebbe allora, lei, alla fine, con la voce spezzata. Sa già la risposta, sa già cosa l'altro sta per dire. Ma ha bisogno che lui lo dica, ha bisogno che lui capisca ciò che sta cercando di dirgli. [chakra: on]

15:35 Raido:
  [Prati] Si è lasciato andare, ha ceduto al nervoso di quelle parole da parte della ragazza, ha ceduto alla rabbia e ora si ritrova il cuore che batte all'impazzata senza un preciso motivo, si ritrova agitato in una giornata cominciata bene a conti fatti. Il sorriso è scomparso lasciando posto a uno sguardo furente e glaciale, odia arrivare a questo punto, odia sentirsi così ma per troppo tempo ha tenuto la rabbia dentro per troppo tempo è rimasto calmo. La sua filosofia, la sua istruzione prevede di non lasciarsi trasportare dalla rabbia, prevede il non essere mai nervoso ma sempre calmo, pacato e lucido. Non dimentica questi valori e nonostante in battaglia si arrabbi spesso, rimane sempre cosciente di se non facendo prendere alla rabbia il sopravvento e controllando ogni sua singola azione. Con Kaori, però, è diverso. Non muoverebbe un dito su di lei, per niente al mondo le farebbe del male ma dopo tutto questo tempo, dopo ciò che hanno vissuto, non riesce a rimanere pacifico, specialmente se si sta mettendo in pericolo con le sue stesse mani. Si fida di lei, si fida con tutto se stesso ma è più forte di lui, non riesce a tollerare che la sua donna si metta in pericolo, vuole che sia sempre protetta e al sicuro, costi quel che costi. Forse sta sbagliando, sicuramente sta sbagliando ma ha perso troppo per poter pensare in modo diverso, ha perso veramente troppo per poter essere tranquillo delle di lei movenze. I genitori lo hanno influenzato parecchio, la loro morto lo ha segnato come mai prima d'ora e se anche Kaori dovesse morire, si ritroverebbe nell'oscurità, perso, senza via di scampo o di uscita, si ritroverebbe morto dentro, uno zombie vivente, vivo fuori ma morto dentro e non vuole vivere così, non vuole che succeda, non vuole perdere anche lei. Il tono della Hyuga va ad alzarsi completamente, all'improvviso, portando il suo tono di voce sopra il proprio, sovrasta la voce del Jonin facendosi sentire come non mai. L'ascolta in completo silenzio, lo sguardo è furente, fisso su di lei, occhi glaciali che la squadrano e sezionano ogni parole che viene espulsa dalla sua bocca. Vorrebbe dirle che si, può perchè lui è più esperto, sa come muoversi, come comportarsi in situazioni di pericolo estremo mentre lei no; non basta la sola forza nel mondo ma non può dirlo. Trattiene le parole, trattiene quel pensiero conscio di star sbagliando, sa che dirlo porterebbe la ragazza a non rivolgergli la parola, sa che ha ragione su quel punto ma dirlo ad alta voce vuol dire ammettere di essere in errore. La mano sinistra e la mano destra si stringono verso l'interno fino a quando la di lei voce non si alza leggermente sottolineando qualcosa: il suo agire in solitaria. Ha questo brutto vizio, ne è conscio ma agire da solo gli permette di avere tutta quanta la situazione sotto controllo; non deve dare ordini a nessuno, non deve badare a qualcuno ma solo a se stesso e questo può portarlo alla vittoria molto spesso. China il capo verso il basso, guarda il terreno sotto di se scrutandolo; le forme dei sandali sono ben visibili nella terra. Gli occhi vengono chiusi, le mani rilassate, svuota la mente per poi udirla piangere. Di scatto leva il capo in sua direzione, nota le lacrime che scendono da quegli occhi sentendo la domanda finale. Per quanto tempo la cercherebbe? Per tutta la vita, non si darebbe pace fin quando non l'avesse trovata, avrebbe smosso mari e monti per riportarla a casa, da lui, sana e salva <Per sempre> una risposta sincera, facile e allo stesso tempo difficile da dire. Non riesce a pensare all'eventualità della sua dipartita, non vuole nemmeno provare a pensarci eppure può succedere; il mondo ninja è pericoloso e la morte è una delle tante alternative di questo mondo. Questa discussione sta andando verso una strada che non avrebbero dovuto imboccare, non avrebbero dovuto prendere e solo perchè ha troppa paura. Il cuore si calma, il suo respiro anche; non muove un dito, resta fermo sul posto, lo sguardo fisso su di lei, sulla figura di Kaori <Come la troviamo?> chiede infine rassegnandosi alla cosa. [Chk on][Katana equip][Samehada equip][Armatura pesante equip]

16:11 Kaori:
 Il silenzio che si frappone fra loro è un'arma portentosa e pericolosa. Fa male, ferisce e fa sanguinare i loro animi. Nessuno dei due vuole litigare, nessuno dei due vuole ferire, entrambi agiscono per amore, entrambi agiscono per paura. Kaori lo sa, Raido lo sa e per questo la loro voce diviene l'unica arma in loro possesso. Si fosse trattato di qualcun altro forse entrambi avrebbero già sfoderato le loro armi, ma sono loro e non si farebbero mai del male. Kaori sente il fiato rotto, le mani tremare mentre le lacrime scivolano calde lungo il viso. Raido non ha detto una parola, s'è silenziato, ascoltandola senza interromperla. Non prosegue nel suo dire, non prosegue nella discussione per amor della pace o perchè non sa cosa dire. Kaori non lo sa. Tuttavia la rabbia sfuma da ambo le parti, rapida com'è arrivata, lasciando solo un profondo senso di desolazione e tristezza. Alla fine l'Oboro smuove le labbra e la sua risposta giunge all'udito della Hyuga come miele. Kaori abbozza un piccolo sorriso tremante, amaro, ferito e annuisce leggermente col capo sentendosi semplicemente stanca, spossata. <Lei lo fa da mesi... da sola> trema la sua voce, le sue parole, mentre pensa alle zampe ferite della bestia, ai graffi, i tagli, il sangue che macchia la sua pelliccia. <Non posso lasciarla soffrire così> ed il suo tono è un soffio tremante, è a metà strada fra una supplicante richiesta ed una triste constatazione. Raido rimane lì, osserva la ragazza, le sue lacrime e s'arrende all'evidenza dei fatti andando semplicemente ad offrirle il suo aiuto. Kaori sgrana gli occhi, l'osserva e schiude le labbra con fare sorpreso, incredulo, riscoprendosi improvvisamente sollevata. E' felice che lui abbia compreso. Felice che abbia capito quanto per lei sia importante. Le ricorda il giorno in cui hanno litigato per la storia dei serpenti. Lei si era arrabbiata, era contraria, preoccupata, ma alla fine ha compreso e ha cercato di aiutarlo per trovare il loro covo. Tira su cul naso andando ad asciugarsi gli occhi con le dita cercando di ricomporsi, di farsi forza. Si schiarisce la voce, lei, deglutisce un grumo di saliva e poi si umetta le labbra secche. <Ah, sì... con questo> dice con la voce leggermente impastata dal pianto, un po' nasale, un po' rauca, mentre la mancina va a scivolare in una tasca del giubbotto chuunin per tirarne fuori un semplice fuuda. <Sono riuscita a convincere Yukio a darmelo> confessa lei a bassa voce, andando a poggiare le dita contro il sigillo imposto sul fuuda. Il chakra verrebbe convogliato, indirizzato verso il braccio, il polso, la mano, fino a raggiungere le falangi. Una volta qui l'energia sarebbe stata fatta fluire oltre gli tsubo fino a venir incanalata nel foglio, riempiendo il sigillo d'energia. Se fosse riuscita in questo una nuvoletta di fumo avrebbe dovuto svelarsi fra le sue mani e, allo svanire della stessa, una cappa nera un po' logora dovrebbe andare a rivelarsi. <Era di Kurako. Spero di attirarla usando il suo odore...> spiega la Hyuga un po' cupamente, sentendosi decisamente in colpa per quella mossa meschina. <E' un colpo basso ma... non so come altro avvicinarla di nuovo.> ammette a capo chino. [chakra: on]

16:30 Raido:
  [Prati] Purtroppo riesce a comprendere. La tigre viaggia da sola senza nessuno a farle compagnia, viaggia in solitudine alla ricerca del proprio padrone perduto. Anche se ha scoperto della morte dei proprio genitori, avendoli visti morire dinanzi ai suoi occhi, ha ricercato il loro consiglio, il loro viso per tanto, tantissimo tempo. Accettare una cosa del genere è difficile, quasi impossibile e ci sono voluti mesi per risollevare l'anima da quella perdita. Il silenzio del momento è straziante, nessuno dei due sa cosa può dire l'altro e ogni parola sbagliata può significare una rottura o una riconciliazione immediata, dipende dalle parole dette ma per fortuna l'albino non è stupido. Raido ha capito che, nonostante il suo pensiero, non può andare contro la ragazza, non può impedirle di proseguire per quella via per quanto pericolosa possa essere. Lo ha detto, l'avrebbe cercata per sempre, fino alla morte, fin quando il cupo mietitore non l'avrebbe preso o non si sarebbe abbandonato lui stesso alla morte. Se avesse scoperto della morte di Kaori, con tutta probabilità l'avrebbe seguita tornando al di lei fianco; una vita senza di lei è difficile da immaginare, difficile anche solo da pensare ma tutto è possibile e come tale deve agire. Con lei è felice e senza di lei morirebbe ogni giorno, si lascerebbe morire letteralmente perchè la solitudine è brutta. Mentre pensa capisce cosa Kaori ha cercato di dirgli; gli occhi vanno ad aprirsi maggiormente perchè è quello il punto: la solitudine è brutta, straziante e non avere più la persona che ami al tuo fianco ti distrugge. Quella tigre continua invano la sua ricerca, continua a cercare il proprio padrone da mesi e forse da anni anche. Non sa di preciso quando Kurako è morto, sa solo che è tanto che è scomparso dal mondo <No, certamente> l'unica soluzione è aiutarla, trovarla e capisce anche questo. Offre il proprio aiuto alla Hyuga, si offre di aiutarla a cercare il felino contro ogni previsione. Lei lo ha aiutato con i serpenti e lui l'aiuta con questa tigre, non può fare diversamente e se deve proteggerla, almeno vuole essere con lui nel momento in cui si palesa la tigre, vegliare su di lei nonostante tutto quanto. Il sorriso torna sul volto di Kaori, un sorriso che la fa risplendere nuovamente ed è questo l'importante, questa è la cosa giusta, farla sorridere sempre e comunque ma ora si passa al piano: come trovarla? Non è una cosa facile da fare, non è per niente facile e animali di quel genere non si avvicinano tanto facilmente e nemmeno si fanno vedere, come fare allora? La risposta arriva prima del previsto da parte della Hyuga la quale tira fuori un fuda. Osserva il foglietto di carta, lo fissa per poi notare quella cappa nera comparire in mano alla ragazza e le successive parole lo portano a deglutire <La cappa di Kurako?> una domanda retorica, ha capito ovviamente ma è difficile da accettare; in mano ha praticamente gli indumenti di un morto e il pieno è fin troppo subdolo, anche per lei <Molto basso ma se è l'unica soluzione, fallo> le da il via libera di procedere con quel piano, di andare avanti con la sua idea sperando che funzioni e che, la tigre, non attacchi per rabbia. [Chk on][Katana equip][Samehada equip][Armatura pesante equip]

16:41 Kaori:
 Si sente sollevata all'idea di essere fiancheggiata da Raido nella sua scelta. Si sente sollevata sapendo che dopo l'iniziale contrarietà l'albino ha compreso quanto per lei sia importante. Si sente sollevata, semplicemente, sapendo che lui la sosterrà anche in qualcosa che non lo convince. E' una prova di fiducia, una prova immensa di fiducia che lei desidera poter onorare al meglio delle sue capacità. Porta lo sguardo su Raido andando ad udire le sue parole mentre regge fra le mani quella tunica logora e vecchia. Non può riconoscere in quella veste l'odore del suo proprietario, il suo olfatto è quello d'una semplice umana dopotutto. Eppure spera che per Asia sia diverso, che per un animale sia ancora possibile distinguere l'odore che proviene da quell'abito. Lo sguardo si pone e posa in quello dello spadaccino e le labbra di Kaori vanno a smuoversi lentamente in un nuovo dire. <Grazie... per aver capito> è sincera, è spontanea in quel dire. Sente di doverglielo dire, di dover ringraziare il suo uomo per averla accompagnata nonostante tutto. Sa che gli costa una certa difficoltà, che non è semplice per lui ignorare tutto quanto vi è attorno a questa storia, ma non può tirarsi indietro, ormai. Non può proprio permetterselo. E, per questo, gli è riconoscente. Annuisce, lei, a quell'ultimo dire di Raido andando dunque ad afferrare la veste con ambo le mani per poi indossarla. La spinge sulle proprie spalle, l'annoda attorno al collo e si lascia ricoprire da quell'indumento. E' una sensazione strana, sinistra quella che prova nell'indossare i vestiti di un morto. Si sente scomoda, a disagio, ma non demorde, non tentenna. E' decisa, è sicura e va avanti. Metaforicamente e non; le sue gambe, infatti, andrebbero ad alternarsi in un moto che la porta ad avanzare lentamente per il prato. Andrebbe a muovere pochi passi cercando di diffondere l'odore di Kurako per il luogo, sperando che il vento possa trasportarlo lontano. Spera che Asia sia vicina, spera che possa essere abbastanza vicina da poter avvertire quell'odore familiare nell'aria. Non ha una meta precisa, non ha un obiettivo, si limiterebbe ad avanzare lentamente per il prato con la cappa sulle spalle e lo sguardo attento. Andrebbe a cercare di non perdere alcun dettaglio lì attorno cercando di intravvedere nel folto un movimento insolito, un manto arancione, bianco e nero che si agita in una corsa precipitosa. [chakra: on]

17:00 Raido:
  [Prati] Il capo viene chinato, un cenno fatto alla ragazza che ora si prepara a fare i primi passi verso la tigre. Continua a guardarla restando fermo, non si muove ma gli occhi non le vengono tolti di dosso, preferisce restare in disparte lasciandole fare come meglio crede. Hanno raggiunto un compromesso sulla questione, non si battibeccano più tra di loro; vuole aiutarla, ha scelto di farlo avendo capito i suoi sentimenti a riguardo di questa faccenda ma come può farlo? Il modo migliore è proprio quello di non fare niente, non intromettersi nel suo piano lasciando che la tigre si avvicini a lei con la massima tranquillità. Forse la presenza stessa dell'albino è un pericolo per il piano della Hyuga, la sua essenza potrebbe spaventarla o impedirle di avvicinarsi ulteriormente e nuovamente a Kaori. Kaori si muove, indossa la mantella avanzando e facendola svolazzare per diffondere l'odore del Senjuu nell'aria in modo che arrivi alle narici della tigre. Un piano crudele, subdolo e malvagio a conti fatti ma è l'unica alternativa per riuscire a raggiungere quell'animale nuovamente. La guardia si mantiene alta, le orecchie sono allerta pronta a captare qualsiasi movimento, qualsiasi suono e gli occhi fanno la stessa cosa; essi guardano incessantemente Kaori ma, allo stesso tempo, tengono d'occhio tutta quanta la zona circostante. Porta i suoi sensi al massimo favorendoli completamente e poi, qualcosa sente e percepisce. Gli occhi vedono un movimento in lontananza, sentono dei passi lontani, un bisbiglio, rumori strani e appena percettibili ma sono gli occhi che creano davanti a se la figura di un animale, forse. Non è sicuro di niente, può aver ragione come può aver torto ma ora cosa fare? Intromettersi ed avanzare oppure scomparire lasciando che sia Kaori a muoversi dandole completa fiducia <Credo sia arrivata> commenta senza alzare troppo la voce, non vuole spaventare la creatura <Vi osserverò da lontano...fai attenzione> si raccomanda. Il tono è preoccupato, ha paura per lei, paura che possa accaderle qualcosa ma è l'unica soluzione per risolvere la faccenda. Carica le leve inferiori, scatta verso la propria destra allontanandosi il più possibile, lontano da loro e lasciando alla ragazza il resto. [END]

Raido accompagna Kaori nelle praterie a Nord di Kusa.
Kaori gli spiega come mai si sia recata fin lì e, non appena il nome di Kurako si frappone fra loro, sorge una breve ma intensa lite che si conclude con una rapida comprensione reciproca.

Kaori, quindi, indossando la mantella di Kurako, spera di attirare l'attenzione di Asia lasciando vagare l'odore del Senjuu nell'aria.