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con Kaori, Hajime

14:58 Kaori:
 Solleva lo sguardo, Kaori, verso le fronde fiorite degli alberi attorno a sé. E' la prima volta che riesce a raggiungere Kusa in primavera ed è la prima volta che ha modo di vedere questo posto in fiore. Ha vissuto per alcune settimane nel bosco dei ciliegi più di un anno prima, in un autunno caratterizzato dalla guerra e dalla fame. Gli alberi erano spogli, nudi, ed una brezza ben diversa da questa scivolava per le fronde. Adesso, finalmente, ha modo di scorgere la meravigliosa vista che ci si può godere nell'osservare quel luogo in fiore e rimane ferma, immobile, all'imbocco del bosco, osservando tutto ciò che vi è attorno. Alberi dal fogliame di un rosa brillante, gentile, una brezza sottile e rada che carezza la pelle ed il silenzio di quell'ora del primo pomeriggio che viene spezzato soltanto, di tanto in tanto, dal suono che il vento fa smuovendo i fiori di ciliegio sui rami. E' un momento bellissimo, un luogo meraviglioso e le dispiace soltanto di dover essere lì per un motivo tanto triste. E' venuta fino a Kusa per richiedere un incontro con Yukio, l'Hasukage, nonché protettore apparente delle spoglie di Kurako. Ha bisogno di vederlo, di parlarci e spera davvero che possa soddisfare la sua piccola richiesta. Mekura le ha detto che probabilmente non si sarebbe tirato indietro, ma non potrà essere certa di questo fino quando non lo avrebbe avuto davanti. Indossa, la Hyuga, un semplice paio di pantaloni elasticizzati neri ed una canotta bianca senza maniche. Le braccia son nude, scoperte, mentre la canotta ricade larga e comoda fino alle cosce. Traspare sotto di essa la linea scura del reggiseno mentre una cintura attorno alla vita sorregge una tasca porta oggetti dietro il fianco sinistro. Non ha armi con sé, nessun porta kunai, nessun coltellaccio o alcuna katana legata a qualche fodero. Par innocua ed indifesa se non fosse per il chakra che arde vivo nel suo corpo. Il coprifronte di Konohagakure è ben legato attorno alla gola mentre i capelli viola, lunghi fino metà schiena, ondeggiano appena dietro di lei al gentile sfiorare di quella brezza frizzante. La destrorsa è poggiata timidamente sul tronco d'un albero al suo fianco mentre i piedi, coperti da dei pratici stivali da kunoichi, son fermi e ben posati sul terreno. Rimane ferma, immobile, osservando il danzare gentile di quei petali di ciliegio che cadono al suolo. Si gode il silenzio di quel momento, la bellezza di quell'istante. [chakra: on]

15:04 Hajime:
 Una bella giornata di sole per la gente di Kusa oggi, I raggi di quest'ultimo, infatti, vanno ad infrangersi su quasi tutte le cose presenti nel villaggio e nei dintorni, rischiarando anche la pelle candida dei ninja meno abbronzati o semplicemente pallidi di carnagione. Questo non può che suscitare buon umore nell animo delle persone, o quanto meno portare via qualche pensiero di troppo. E, almeno per il giovane genin dai capelli bianchi, è esattamente così. Si trova a camminare lungo il vialetto presente nel bosco dei ciliegi, un posto che per lui adesso ha un signifato abbastanza importante, con un sorriso stampato in faccia grosso quanto una casa. Questa notte a dire la verità ha dormito poco e niente, ma la cosa ha avuto un totale effetto opposto su di lui. Invece di essere stanco è carico e pimpante, pronto ad affrontare qualunque ostacolo sulla propria strada. E di motivi per essere così ne ha molti, ci mancherebbe altro! Basta pensare le piccole rivelazioni ottenute la sera precedente. Quindi, per sfruttare al meglio questo momento, tutta l'energia che sente dentro e che lo carica più di una molla, allenarsi potrebbe anche essere un' ottima idea. Qualcosa di diverso però, di strano, che non ha mai provato, o almeno è questo che gli passa per la testa. Infatti basta pensare ai soliti allenamenti fisici o di ninjutsu, ha bisogno di nuove esperienze. Ripiegandosi le maniche della maglia nera, sia per il caldo, sia in preparazione di un utilizzo delle braccia, decide di divaricare le gambe leggermente. Andrebbe poi a piegare all' indentro anche l'orlo dei pantaloni, dello stesso colore della maglia, che gli arrivano fino alle scarpe, per lo stesso motivo che l'ha spinto a farlo con le maniche. Quindi, dopo essere sicuro che vada tutto bene, tornerebbe con lo sguardo su quello che lo circonda. Si sistemerebbe meglio il coprifronte sulla testa, in modo che gli sorregga i ciuffi ribelli che gli svolazzano allegramente un po' a casaccio. <Devo trovare un allenamento interessante...> Si dice tra se e se, mentre passando va a superare una figura che, almeno da dietro, non ha per niente riconosciuto, non avendola mai vista da una distanza così ravvicinata. Non ha armi con se, ne porta oggetti, ne kunai. Non ne vede mai il motivo di portarseli dietro, dopotutto è nel territorio di Kusa, non ha paura di essere attaccato... Almeno fin quando resta lontano dalle fogne...

15:18 Kaori:
 Quel luogo le riporta alla memoria così tanti ricordi... E' lì che ha approfondito il suo rapporto con Raido, lì che tutto è iniziato per loro, che la loro storia ha avuto inizio. Nella casa che si trova nel folto, circondata dai ciliegi, il loro amore è nato e cresciuto fino a divenire potente e bruciante. Una parte importantissima della sua vita lì ha trovato origine e forma ed ora le sembra una vita passata quella in cui ha vissuto fra quelle mura. Chissà se qualcuno ha preso il posto di Raido, lì dentro? Sa che l'altro ha abbandonato quella casa per trasferirsi alla Magione Oboro, ma non ha mai saputo se qualcun altro abbia poi varcato quelle soglie per fare di quel luogo la propria dimora. Le dispiacerebbe pensare di sapere qualcun altro coinquilino di quella casa. Sapere che un'altra persona, un'altra famiglia, possa aggirarsi per quelle stanze dove lei e Raido hanno abitato. Saperli distesi nello stesso letto dove lei, per la prima volta si è concessa a qualcuno. Un mare di ricordi la investe mentre la memoria si sofferma su quella casa ed un piccolo sorriso si delinea sulle labbra della Hyuga increspando quella linea perfetta che fino a poco prima regnava sovrana sul suo volto. L'espressione è mite, tranquilla, serena. Non pare una persona solare o felice a vederla ma semplicemente pacata, cortese. La mancina si solleva a sistemare una ciocca di capelli scuri dietro il relativo orecchio mentre nuova aria verrebbe inalata e poi espirata dal naso e dalle labbra sottili. Volge leggermente il capo verso quanto vi è attorno a lei, ritrovandosi a notare poco dietro la figura di un giovane fermo sul sentiero che conduce nel bosco. Una chioma albina assai più corta di quella dell'Oboro e decisamente più scompigliata. Un ragazzo dal fisico atletico, asciutto, che rivela la sua identità di ninja già solo mostrando fieramente il proprio coprifronte sul capo, al di sotto di qualche ciuffetto sbarazzino. Kaori andrebbe dunque a scostarsi dall'albero vicino il quale s'era fermata per muovere qualche breve passo nella di lui direzione. Alterna le leve inferiori con fare tranquillo, cadenzato, fermandosi ad una distanza di circa tre metri dall'altro. <Buon pomeriggio> saluterebbe lei con tono cortese, leggero, chinando appena il capo con fare gentile, come si conviene con un estraneo al quale si sta arrecando disturbo. <Scusa se interrompo i tuoi allenamenti> inizierebbe col dire Kaori notando le maniche dei suoi abiti arrotolati, l'abbigliamento sportivo, un insieme di indizi tali da lasciar supporre ciò che è venuto a fare in quel luogo. <ma potrei chiederti un'informazione?> domanderebbe col solito tono cortese prendendo una piccola pausa. La destrorsa andrebbe ora a levarsi verso l'alto, il braccio verrebbe disteso verso l'esterno, verso la destra di Kaori andando a formare con il fianco un angolo di 90°. Lo tenderebbe verso la sua estremità richiudendo la mano a pugno e lasciando teso il solo dito indice, puntato proprio verso l'orizzonte. <Sapresti dirmi se la casa che si trova laggiù, nel bosco, è stata affittata da qualcuno?> chiederebbe, allora, puntando le iridi perlacee tipiche del suo clan sul viso del ragazzo. [chakra: on]

15:31 Hajime:
 è arrivato ad una decisione finalmente! Ha trovato il proprio allenamento, una cosa che ritiene fanstastica e affascinante. Infatti, oltre allo sforzo fisico, andrebbe a richiedere concentrazione, pazienza, controllo delle proprie emozioni e forse altre piccole cose. E quindi, sempre con quel sorriso in faccia, sarebbe pronto a fare qualche altro passo in avanti, verso l'albero dove, la sera prima, si è seduto ed ha tenuto in braccio Shinobu. Però, quella figura a cui non aveva prestato troppa attenzione va invece adesso a chiamarlo. Lo prende un po' di sorpresa, non essendo molto abituato ad interagire con la gente. Non ha neanche fatto caso o percepito i suoi movimenti, dopotutto l'aveva già superata considerandola una sconosciuta. Quindi, sentendo le sue parole, inizialmente proverebbe anche a risponderle. <Ciao... Dimmi pu...> Si bloccherebbe, andando a porre lo sguardo sul volto altrui. Quegli occhi, o cielo, sono una carta di identità molto più forte di quanto una persona non possa pensare. Non gli serve neanche guardare il coprifronte che la ragazza porta legato intorno al collo per riconoscere a quale villaggio appartenga o identificarla come ninja. Ed ecco che realizza un' altra cosa. Vista da lontano, durante i combattimenti nel torneo, ovviamente aveva potuto studiare la figura altrui, almeno i tratti generali, facendosi anche un' idea dell' immagine altrui. Però a questa distanza, almeno da dietro, non aveva subito collegato il tutto. Ha davanti la ninja che ha battuto il ninja che in parte considera un proprio sensei, o almeno così vorrebbe che fosse. Dopotutto Hiashi gli ha insegnato molte cose riguardo la vita nel poco tempo che hanno passato insieme, molte più di quante molta altra gente non abbia fatto. Quindi rimane inizialmente bloccato, osservando l'altra figura che continua a parlare. Poi, istintivamente, riconoscendo sia la forza che il grado dell' altra ninja, andrebbe a fare un piccolo inchino in avanti, riunendo le gambe e raddrizzando la schiena per avere una posizione più educata. <Mi scusi Kaori-sama... Non l'avevo riconosciuta immediatamente... è un' onore incontrarla> Direbbe con tono sia tranquillo che serio. Forse quella figura, vista la giovinezza del kusano, non gli sta molto simpatica, dopotutto ha fatto male a Hiashi-san nello scontro. Ma come l'altro Hyuga gli ha fatto notare, era uno scontro al quale entrambi hanno voluto partecipare, quindi non c'è nessun motivo per avercela con l'avversario, anzi il contrario. <Mi dispiace non poterla aiutare... Non ne ho idea se sia o meno abitata quella casa... Anche se passando spesso in questo posto non ho mai notato delle figure uscire o entrare da li> Aggiunge, cercando di darle più indicazioni possibile e restando fermo, guardando i propri sandali da ninja neri che porta ai piedi.

15:44 Kaori:
 La reazione del ragazzo al semplice vedere la figura di Kaori, porta la Hyuga a schiudere appena le labbra osservandolo con fare un poco interdetto e confuso. Nota come vada immobilizzandosi di colpo, inchinandosi, mostrando un rispetto ed una deferenza tale da portare la giovane a sentirsi leggermente imbarazzata. Neppure a Konoha è mai stata trattata in modo tanto rispettoso ed ossequioso, neppure a casa i suoi concittadini hanno mai mostrato un simile livello di cortesia nei suoi confronti. Non vi è abituata e non sa bene come reagire ad un simile evento. E' sicuramente toccata da tanta gentilezza, da tanta stima, ed è felice di notare come persino fra le vie di Kusa il suo nome ormai risuoni già conosciuto. Il torneo si è dopotutto concluso da poche settimane e gran parte della popolazione ha assistito agli scontri venendo proprio a Konoha per poterli seguire. Non si sorprende che la gente possa riconoscerla, ma è davvero stranita dal fatto che esista ancora qualcuno capace di mostrare un simile rispetto nei confronti di un proprio superiore. Beh... almeno crede di essergli gerarchicamente superiore. Non conosce il ragazzo che ha di fronte, non le sembra di averlo visto gareggiare al torneo, per cui non può sapere a che grado shinobistico egli appartenga. Il modo in cui, tuttavia, si è chinato dinnanzi a lei le lascia supporre ed immaginare che sia a lei -gerarchicamente parlando- inferiore. Un genin quindi? O magari un chuunin? Non può saperlo, non lo sa, si può solo limitare ad avanzare delle ipotesi. <Non c'è nulla di cui scusarsi, davvero. Non preoccuparti> andrebbe lei a tentare di rasserenarlo, di esser gentile nei di lui confronti, abbozzando un sorriso accomodante sulle labbra carnose. Ode la sua risposta, il suo dire, e riabbassa lentamente la mano precedentemente posta ad indicar il punto verso il quale si trova la casa. Lascia scivolare il braccio lungo il fianco ruotando ora il viso verso quel punto, quella direzione ormai a lei ben nota. <Mhn> stringe di poco le labbra lasciando vagare e disperdere lo sguardo per quella via, sbattendo le ciglia un paio di volte soltanto prima di tornare a guardare il viso dell'albino lì presente. <Capisco. Beh, è una bella notizia> ammette addolcendo appena lo sguardo ed incurvando di poco verso l'alto gli estremi delle proprie labbra, le gote a sollevarsi appena a seguire tal moto, ammorbidendo dunque l'espressione distaccata e cortese. <Grazie per l'informazione. Purtroppo non vengo qui a Kusa da molto tempo, non ho potuto venir prima a controllare da me> chiacchiera tranquilla, serena, smuovendo le labbra rosate in quel vibrar di parole. <Come ti chiami?> domanderebbe dunque, lei, dopo un attimo di silenzio, osservando e studiando i lineamenti del giovane con serenità, muovendo un altro paio di passi in sua direzione così da andare ad accorciare ancora la distanza precedentemente creata fra loro. [chakra: on]

15:58 Hajime:
 Il carattere di Hajime è in effetti abbastanza unico. Aspettarsi una cosa del genere da un ragazzo molto giovane può sorprendere chiunque, se si va pure a considerare la statura del ragazzo, che non è molto alto, così da farlo sembrare ancora più piccolo di quanto effettivamente non sia. Però per lui è una cosa normale, una questione di sopravvivenza. Atteggiarsi in questo modo, infatti, raramente va a disturbare la figura altrui, che può pensare generalmente due cose riguardo al giovane genin dai capelli bianchi. In particolare, o che sia molto educato, esageratamente educato, quasi fosse una macchina più che una persona nel rispetto dei gradi e dell' importanza altrui, oppure che sia semplicemente qualcuno che, per pararsi da un possibile scontro, va a mettersi direttamente ad un grado "inferiore" rispetto all' altro. Qualunque sia delle due, al ragazzo vanno bene entrambi, perchè non gli interessa cosa gli altri possano pensare di lui, ma gli basta rimanere separato dal mondo che lo circonda. Sente l'altra riprendere il discorso, ascoltandola con attenzione, senza però permettersi di dire nulla o di fare domande. Non è che non sia curioso di saperne di più, il fatto che sia una bella notizia va a fargli nascere un infinità di ipotesi nella propria testolina, ma non conoscendo l'altra non sa come potrebbe reagire ad una domanda così tanto personale e diretta. L'ultima affermazione della ragazza gli fa venire in mente un grande dubbio, o quanto meno gli fa tornare alla memoria l'incontro avvenuto non molte sere prima con Hiashi, proprio nei territori del villaggio a cui il genin appartiene. Però ovviamente andrebbe prima a rispondere alla domanda che lei gli pone. <Hajime... Kaori-sama...> Non va a dirle un cognome o altro non perchè è scontroso o non vuole farlo, semplicemente perchè non lo sa, questa è l'unica informazione che finora è riuscito ad ottenere. I propri occhi perderebbero un po' della luce e della gioia di prima. Deve andare a Kiri per scoprire di più, ha il diritto di farlo, deve sbrigarsi ad ottenere il permesso dall' Hasukage, costi quel che costi. <Posso chiederle una cosa... kaori-sama?> Andrebbe a chiedere con tono molto calmo. Se lei acconsentisse allora andrebbe ad aggiungere. <Ho avuto il piacere di conoscere anche Hiashi-sama... è una figura molto importante per me... Ma l'altro giorno l'ho incontrato di notte... In compagnia di un lupo... Non sembrava lui... Era più... Un animale... Gli è successo qualcosa dopo il torneo...? Oppure... Mi è sfuggita una parte di lui quando l'ho conosciuto e mi è stato vicino...> è una cosa molto importante per lui questo argomento. Non sa che rapporto i due abbiano, l'unica cosa che può constatare è che appartengono allo stesso clan, quindi magari può dirgli qualcosa a riguardo. Il tono della voce del ragazzo, parlando, non si è "alzato", ma sicuramente ha messo più calore nelle parole, esprimendo in ciò l'importanza che in loro ripone.

16:16 Kaori:
 In parte, il ragazzo, le ricorda se stessa molto tempo prima. Quando ancora era una genin del Villaggio della Foglia Kaori era solita chinarsi dinnanzi a qualunque suo superiore mostrando tutto il rispetto ch'esso meritava. Non che ora non lo faccia più, sia chiaro: mostra ancora rispetto a chi le è superiore, è ancora ben consapevole di quali siano le norme d'educazione richieste per volgersi a qualcuno di lei più importante, tuttavia ha iniziato a crescere nel tempo fino a salire quella scalinata sociale che l'ha portata a divenire, in verità, una delle figura alle quali qualcun altro ha da mostrar rispetto. Non lo esige, non lo pretende, lo accoglie con gratitudine se le viene offerto e per questo è particolarmente toccata dal rispetto mostrato dal ragazzo in questo frangente. E' il primo che le abbia mostrato il benché minimo segno di stima e rispetto nell'incontrarla per strada. Kaori appunta mentalmente il suo nome e va ad inspirare piano, fermandosi questa volta a circa un metro e mezzo di distanza da lui, dimezzando dunque la lontananza che in precedenza s'era frapposta fra loro. <E' un piacere conoscerti, Hajime-kun> sorride lei, sincera, serena, distendendo solo un po' le labbra verso l'esterno. Non le importa sapere a quale clan appartenga -se mai dovesse appartenere ad un clan di Kusa-, non trova che la famiglia di appartenenza possa necessariamente definire una persona, e per questo non insiste nel voler conoscere la derivazione dell'altro. Annuisce col capo, lentamente, quando il ragazzo le chiede se può farle una domanda e, quando egli la pone, Kaori ascolta ritrovandosi pian piano a schiudere le rosee con fare attonito. Boccheggia silenziosamente per qualche attimo, l'osserva scurendosi appena in viso nel sentir nominare la figura di Hiashi. Il loro ultimo incontro risale a un po' di tempo prima e ha lasciato una voragine nel suo cuore. Si sono riuniti e divisi al tempo stesso, rivelandosi a vicenda quanto siano stati importanti l'un per l'altra e quanto ormai tutto sia finito. Conoscenti, vecchi amici, estranei. Le fa male pensare a lui, pensare al rapporto che hanno perduto e sentire ora quanto detto dal ragazzo la colpisce in pieno stomaco portandola ad osservarlo con aria persa per un istante soltanto. <Io... non so cosa sia successo dopo il torneo> ammette e confessa lei riprendendo il controllo di sé, delle proprie emozioni, andando ad umettarsi le labbra e schiarendosi la voce. <So che ha deciso di intraprendere un viaggio che l'avrebbe tenuto lontano da Konoha, ma non so dove sia diretto o perché. Purtroppo non sono la persona migliore alla quale chiedere informazioni su di lui in questo momento...> sospira lei, tristemente, abbassando ora lo sguardo verso il terreno, abbassando le palpebre fino a farle calare del tutto sugli occhi. Fa male. Fa male ammettere di non sapere quasi più nulla di lui. Ma deve andare avanti. <Hiashi ha vissuto esperienze al limite della comprensione umana. E' sopravvissuto a situazioni difficili e lo ha sempre fatto con le sue sole forze> riapre gli occhi, nel dir questo, andando a puntare lo sguardo sul viso di Hajime una volta ancora. <Ha superato difficoltà e dolori terribili e continua a farlo ancora oggi, ancora da solo. Se... se dovessi per qualche motivo sentirti respinto da lui...> Un po' come sente di essere respinta lei stessa. <...non mollare. Non lasciarlo. E' solo abituato a star da solo. Cerca di rimanergli vicino tu che puoi> una richiesta, ora, che l'altra porrebbe verso il ragazzo con un tono basso, sottile, quasi come fosse una supplica od una preghiera. Lei, dal canto suo, non ha più occasione di rimanere accanto allo Hyuga, non è più la persona indicata per sostenerlo od aiutarlo. Non fino a quando non sarebbe stato lui a ricercare il suo aiuto, la sua presenza. [chakra: on]

16:30 Hajime:
 Evidentemente, guardando la reazione dell' altra, la domanda del giovane genin di Kusa è molto più profonda di quanto non pensasse. Non ha riflettuto molto attentamente sulle proprie parole prima di porle, di qusto si pente, andando a mordicchiarsi il labbro inferiore, cercando di punirsi in questo modo. Non che possa farci niente, ormai sa benissimo che la frittata è fatta, però avrebbe quanto meno evitato. Infatti, in qualche modo, non vede più la ragazza sorridente che aveva davanti un attimo prima, che cercava di sembrare gentile perchè probabilmente lo è di natura. Quella domanda l'ha portata a cambiare umore, come se gli avesse fatto mettere una maschera diversa da quella che portava. Però, Hajime, proprio per le parole dell' altra è ancora più convinto di non voler abbandonare Hiashi. In lui ha visto cose molto simili a quelle che lei ha appena detto. Anche parlandoci se l'è ritrovate. Osservandolo combattere ha potuto constatare la sua forza, la sua determinazione. E ovviamente, cosa più importante, in Hiashi ha rivisto un po' delle proprie esperienze, guardando l'altro come un obbiettivo da raggiungere, cercare di emularlo, diventare almeno la metà capace di quanto l'altro non sia di già. <Scusi per la domanda... Non volevo metterla in difficoltà...> Inizierebbe a risponderle, abbassando lo sguardo al terreno e tenendo un tono veramente dispiaciuto e pentito di quanto chiesto. <Ma... Ma le assicuro che Hiashi-sama è una delle poche persone che per me contano davvero...> Le dice in tutta onestà, rivelando i propri pensieri senza neanche l'ombra di aver paura nel far conoscere le proprie idee. <è il migliore ninja che conosco e spero di diventare lontanamente capace come lui... Gli ho chiesto di insegnarmi ad essere ninja... E non intendo rimangiarmi le mie parole> Si riferisce all' ultima sera che l'ha visto, prima di partire per tornare a Kusa, quando gli ha chiesto di addestrarlo, mentre l'ha ospitato nella stessa casa dello Hyuga. In lui ha visto quel maestro, quella figura che tanto vuole avere. Gli ha promesso che avrebbe scoperto chi è, che sarebbe andato a Kiri, poi sarebbe tornato da lui, chiedendo il permesso ai Kage di entrambi i villaggi per ottenere l'autorizzazione per allenarsi sotto la sua guida. Non gli interessa se non può guidarlo nel proprio stile di combattimento, quello che vuole è imparare ad essere un ninja. Ma forse è meglio cambiare discorso, non vuole creare altri pensieri o problemi all' altra. <Penso che questo sia uno dei posti migliori del villaggio... Non il mio preferito... Ma qui si può ottenere la tranquillità se la si cerca...> Va a dire, sperando che questo possa far cambiare discorso.

16:50 Kaori:
 Un leggero scuotere del capo porta Kaori a voler quasi negare quanto l'altro le sta dicendo. Torna a porre sul viso di Hajime il proprio sguardo, la propria attenzione, andando a guardarlo dritto negli occhi. <No, non stai facendo niente del genere. Non aver timore di quello che hai da dire, non devi chiedere scusa per quello che pensi> andrebbe a rassicurarlo lei cercando di dargli una spinta per fargli acquisire più sicurezza o, magari, più fiducia in se stesso. Non ha fatto niente di male, fin da quando si sono incrociati, nulla di cui doversi scusare. E' stato invero estremamente gentile e cortese e questo ha portato Kaori a cercare di dargli maggior agio. Non ha motivo di sentirsi in dovere di scuse, i suoi sono dopotutto pensieri giusti e legittimi, domande che aveva motivo di porre alla ragazza. Kaori è rassicurata del fatto che Hajime sembri tenere sul serio ad Hiashi e questo la rincuora particolarmente. Un sorriso amaro, intenerito, increspa le labbra di lei nell'udire quelle parole mente, deglutendo, va ad inspirare a fondo avvertendo il tocco gentile di un soffio di brezza scivolare sulla di lei pelle. Le scompiglia di poco i capelli, le sfiora le gote, le braccia, per poi svanire un istante più tardi così com'è arrivato. <E' una brava persona ed un ottimo shinobi> annuisce e dice Kaori andando a smuovere le rosee con fare tranquillo. <Siamo stati amici per molto tempo, è stato il mio maestro e mi ha insegnato molto. Probabilmente è grazie a lui se ad oggi posso vantare la mia posizione come kunoichi> chiosa la ragazza principiando così il suo discorso, ammettendo senza imbarazzo o vergogna alcuna quella verità alla base della sua carriera. Ricorda gli allenamenti fatti assieme, le tecniche che le ha insegnato ad usare, i pomeriggi trascorsi assieme a casa sua pulendo e strigliando Hidalgo con le spazzole per la pulizia del suo pelo lucido. <Ma ora ci siamo separati. Ci siamo allontanati e non è il momento perchè io gli stia accanto. Forse un futuro tornerà da me, forse un domani potrò ritrovare il mio amico, ma ora posso solo aspettare che sia pronto per questo> si ferma un istante andando a mordicchiarsi il labbro inferiore con fare combattuto. Inspira, s'umetta le labbra e poi riprende. <Non posso stargli vicino, per cui cerca di farlo tu, per me. Assistilo e rimanigli accanto... non lasciarlo solo> Gli affida questo compito, questa richiesta per lei estremamente importante, abbozzando solo allora un mezzo sorriso amaro contenta del fatto che l'altro paia deciso a non volersi tirare indietro da questa richiesta. Sapere che almeno qualcuno gli sarebbe rimasto vicino la fa sentire meglio, più confortata, portandola quindi ad udire quella successiva parte di discorso col cuore appena più leggero. Volge lo sguardo verso il bosco, verso i ciliegi in fiore, allungando una mano dinnanzi a sé col palmo rivolto verso l'alto. Accoglie sulla sua pelle un petalo roseo caduto dall'alto seguendo con lo sguardo la sua lenta discesa. <Sì. Conosco bene questo bosco> rivela lei andando ad incurvare verso l'alto gli angoli delle labbra. <Ho vissuto nella casa lì in fondo per qualche tempo durante la rivoluzione contro il Consiglio> confessa con voce morbida, bassa, riportando solo ora lo sguardo su Hajime, la mano ad avvicinarsi al petto col petalo stretto fra le dita. <E' un luogo molto importante, per me> [chakra: on]

17:07 Hajime:
 La mezza ramanzina che gli viene fatta lo scuote un po'. Ma forse non come spera l'altra. Il ragazzo è un tipo abbastanza chiuso in se stesso, va a finire che può solamente chiedersi del perchè agli altri debba interessare la sua opinione. A meno che non devono studiarlo in previsione di qualcosa, che possa essere un combattimento o una missione in squadra, non ne capisce la logica. In fondo lui stesso non è un tipo chissà poi quanto amichevole, ne forte, ne intelligente, ne ha delle così grandi qualità da poterlo rendere interessante. Difficilmente quindi cambierà la propria opinione, continuando a fissare il terreno. In parte fa fatica a credere che il proprio pensiero possa importare anche alla ragazzina bionda che ha soccorso ieri sera, ovvero a Shinobu. In fondo se vogliono stare vicini ed uniti è più per la paura che si ha nel rimanere soli, che perchè forse c'è vero interesse nell' altro. Non lo sa, ma oggettivamente pensa che questo può essere un buon motivo. La paura di restare soli, dopotutto, è più che fondata, ed ognuno in essa vede delle cose diverse, o almeno così crede e inizia a capire. Fa solo un piccolo cenno della testa in risposta, poco credibile, giusto per educazione. Poi ascolta le altre parole della ragazza riguardo il proprio compagno di clan. Non va ad aggiungere altro, non ne vede ne il bisogno ne l'utilità. In fondo hanno detto tutto quello che era necessario dire forse, almeno per i propri punti di vista che ovviamente sono diversi e che difficilmente l'uno può capire l'altro. Certo, adesso si va a chiedere se Hiashi lo accetterà mai come allievo. Se infatti Kaori è stata sua allieva prima di lui, chissà come potrebbe prenderla avere un altro allievo con il rischio che un giorno possa superarlo (pensiero che in realtà fa fare una piccola risatina seguita poi da un sospiro ad Hajime, visto che non pensa proprio di poter raggiungere l'altro in abilità). Scopre poi che per l'altra è un luogo molto importante questo. Infatti sembra che lei ci abbia vissuto tempo addietro. Deve averci quindi condiviso parecchie emozioni qui. <è bello avere un posto da poter considerare in parte casa> Va a dire, restando sempre un po' su quel proprio aspetto triste, forse più insicuro che altro. <Adesso con la ferrovia può venire a trovarlo più spesso se vuole> Aggiungerebbe, constatando come in effetti ora gli spostamenti tra i villaggi sono molto più semplici, almeno per arrivare a Kusa. Non come durante il torneo almeno, visto che il genin nei due viaggi per andare e tornare s'è beccato due diluvi quasi universali! <Pensavo di allenarmi Kaori-sama... Volevo aumentare le mie capacità di percezione... Sedendomi sotto uno degli alberi e... Chiudendo gli occhi... Concentrarmi sul raccogliere ogni foglia o altro che cade da esso prima che tocchi terra...> la trova una cosa molto difficile, senza ombra di dubbio, ma crede che possa essere un allenamento interessante, almeno provandoci. E poi lo trova utile per affinare la sua capacità di movimento quando usa il proprio velo di nebbia. <Se vuole può assistere... Oppure mi scusi se tolgo il disturbo...> Non le creerebbe problema, ma non vuole neanche costringerla a restare e perdere altro tempo, ci mancherebbe.

17:28 Kaori:
 Il tempo scorre, i ciliegi sfioriscono e la brezza soffia. Il sole inizia poco a poco la sua parabola discendente esattamente come il discorso iniziato ed intrapreso dai due. Hajime par rattristarsi poco a poco in quel scorrere di parole e così, allo stesso modo, la stessa Kaori. La sua espressione di educato distacco non viene più increspata da quei suoi piccoli sorrisi gentili una volta che il nome di Hiashi si frappone fra loro. Diviene più amara, più triste, malinconica ritrovandosi semplicemente a sospirare quando il discorso cade e si disperde fra loro. Hajime ha detto che non l'avrebbe abbandonato e lei si fida di quel ragazzino e di quanto ha appena detto in merito al suo parere su Hiashi. Si sente un po' più tranquilla pensando che almeno non avrebbe lasciato totalmente solo lo Hyuga e va quindi a dedicarsi al successivo discorso. Annuisce quando il kusano fa quell'iniziale considerazione e inspira a fondo l'aria fresca del luogo riempiendo i polmoni di ossigeno puro. <E' vero. Ma casa è un concetto che cambia nel tempo. Adesso quel luogo è un bel ricordo, per me. Ma la mia casa è altrove ora> spiega lei con un sorriso ora più morbido, meno tirato, pensando alle braccia di Raido, il posto per lei più sicuro e confortevole di tutti in quel mondo. <Sì, hai ragione. E' una fortuna che i lavori siano finiti in tempo. Almeno potrò passare a trovare mio marito più rapidamente ora> sorride senza nemmeno pensare che l'altro non abbia idea di chi sia suo marito. Beh, il suo quasi marito. Ormai è divenuto così spontaneo e naturale per lei considerare Raido come il proprio coniuge che a volte dimentica che non tutti sappiano della loro relazione. Rivolge lo sguardo all'albino quand'egli va a dirle ciò che era venuto a fare in quel luogo e, annuendo appena col capo, ruota il busto in sua direzione, donandogli tutta la sua attenzione. <Mi sembra un buon allenamento. E, al tempo stesso, un esercizio da praticare in solitudine, senza distrazioni> chiosa lei, tranquilla, prendendo una piccola pausa di un secondo. <Per cui penso che ti lascerò al tuo allenamento e andrò a visitare la mia vecchia casa prima di dover andar via> aggiunge, poco dopo, donandogli un nuovo, sereno sorriso. <Mi ha fatto davvero piacere, incontrarti, Hajime-kun. Spero che ci rivedremo in futuro. Magari sentirò parlare di te e delle tue imprese prima di quanto si pensi, mh?> andrebbe lei a dirgli, dolce, scoccandogli un semplice occhiolino d'intesa prima di espirare piano ed iniziare ad incamminarsi verso il folto del bosco. [END] [Scusa il ritardo ma mi avevano trattenuta al telefono ><]

17:40 Hajime:
 La discussione sembra indirizzarsi verso la fine, con lei che va a fargli notare un concetto molto importante a cui lui non aveva mai pensato. Dopotutto per pensarci avrebbe dovuto prima avere qualcosa di così importante da poter chiamare casa. Si mordicchia nuovamente il labbro inferiore, constatando come nella stessa vita sia importante l'esperienza, non solo nell' essere un ninja almeno. <Ha ragione> Le risponde quindi, avendo analizzato le parole altrui e non avendo notato nulla di sbagliato in esse. Riguardo alla ferrovia, in qualche modo è contento che per l'altra questa sia d'aiuto, magari non è l'unica ad avere questi vantaggi in questo modo. Anche da un punto di vista semplicemente commerciale la cosa è ben diversa adesso, rendendo anche i rapporti tra i due villaggi forse più socievoli. Gli viene da chiedersi quale possa essere il prossimo passo, un' idea se l'è già fatta, anche se non va a dirla, un po' per l'imbarazzo e un po' per il discorso di prima. Riguardo l'allenamento, invece, concorda con le parole altrui, ma la sua parte obbiettiva lo porta ad aggiungere un piccolo commento. <Quello che dice è vero... Ma lei probabilmente sa molto meglio di me che non avere distrazioni per un ninja in azione potrebbe essere un lusso...> In fondo può succedere sempre qualcosa di inaspettato, quindi un ninja deve essere sempre pronto a reagire a qualunque cosa succeda. Ma accetta volentieri la pace che può dargli quel luogo se restasse solo, permettendogli così di concentrarsi meglio sul proprio compito. Quindi, arrivati ai saluti, ricambierebbe. <L'onore è stato mio... Kaori-sama...> Le dice, anche se non commenta sul fatto di diventare famoso. Se così fosse, allora avrebbe fallito il proprio credo ninja, che non è quello che ci si può aspettare da un normale ragazzo di diciassette anni, invece è proprio diverso. Ma questo al momento non conta, per raggiungerlo deve prima concentrarsi sul proprio allenamento. E così farebbe, riprendendo la propria strada. [end]

Mentre Hajime è in procinto d'allenare la propria mente ed i propri riflessi, Kaori si avvicina per chiedergli un'informazione.

Al riconoscere la figura della Hyuga Hajime tenta di chiederle se sappia qualcosa su Hiashi e le sue condizioni recenti. Da qui scaturisce una conversazione un po' malinconica che porta i due a separarsi poco dopo con la promessa che Hajime non avrebbe lasciato solo Hiashi nonostante tutto.