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[Cura] - Allenarsi e confrontarsi

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Giocata di Corporazione

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con Hitomu, Kaori

21:32 Kaori:
 A quanto pare Hitomu non è in ufficio. Tuttavia per i corridoi dell'edificio le hanno detto che l'Hokage è in Magione... dove può essere andato? Che si sia preso una piccola pausa per andare a rimboccare le coperte al piccolo Tobirama? O che sia semplicemente andato a fare due passi fuori per prendere una boccata d'aria? Kaori non lo sa, rimane ferma dinnanzi la porta del suo ufficio con l'espressione dubbiosa e le labbra strette fra loro con fare confuso. Si sente in colpa per come siano andate le cose durante il loro scontro d'allenamento. Il ragazzo è riuscito a dimostrare tutta la sua forza neutralizzandola senza però ferirla, mentre lei ha dovuto fargli realmente del male per poter provare qualcosa. Si è sentita sinceramente in colpa per questo e vorrebbe cercare di rimediare occupandosi personalmente delle ferite inferte all'amico. E' venuta qui con questo intento questa sera, con il desiderio di assicurarsi che Hitomu stia bene, eppure non lo trova seduto alla solita poltrona. Da un lato è contenta di sapere che per qualche motivo abbia potuto allontanarsi un po' da quelle scartoffie, ma da un altro teme che il motivo che possa averlo allontanato da lì possa essere serio e pericoloso. Umettandosi le labbra la Hyuga andrebbe a comporre il sigillo della Tigre al petto per tentare di andare a convogliare parte del proprio chakra verso il viso, lungo i canali che conducono tale energia agli occhi. Andrebbe a cercare di condurla verso le iridi dove tenterebbe di convogliare abbastanza energia da stimolare e provocare il risveglio dell'antico potere degli Hyuga, ovvero il Byakugan. Cercherebbe di andare a risvegliarlo così da poter godere della sua meravigliosa vista. Se vi fosse riuscita ora dovrebbe essere in grado di vedere attraverso mura e pareti fino a mille metri frontalmente e novanta lateralmente per un raggio totale di trecento gradi così da essere capace di individuare il biondo anche da ferma se davvero si trova ancora alla Magione. Va a vagliare attentamente col proprio sguardo i dintorni alla ricerca della figura dell'Hokage o del suo chakra, fino a quando nel giro di una manciata di minuti, non si ritroverebbe a notare com'egli si trovi sul tetto della struttura. Disattivando l'innata Kaori andrebbe a dirigersi verso le scale che portano in cima al palazzo e muoverebbe le leve inferiori in un lento alternarsi costante. Indossa un semplice paio di stretti pantaloni neri mentre il petto è coperto dal giubbotto chuunin ricevuto proprio da lui diverso tempo prima. Le spalle, le braccia si rivelano essere nude sotto di esso mentre i lunghi capelli viola ondeggiano dietro la di lei testa fino a metà schiena. Il coprifronte della Foglia è legato attorno alla gola mentre nessuna arma sarebbe portata con sé. Andrebbe a raggiungere la porta che dà sul tetto per poi aprirla con fare timido poco dopo. Non direbbe nulla, non muoverebbe un solo muscolo, rimanendo ferma sulla soglia alla semplice ricerca della figura del biondo lì presente. [Byakugan on/off] [chakra: 97/100]

21:46 Hitomu:
  [Tetto] È arrabbiato, cacchio se lo è. Con se stesso, ovviamente. Mica con qualcun'altro. Prima o poi, doveva succedere. Prima o poi, qualcuno doveva ferirlo gravemente. Non aveva mai subito un colpo del genere che gli provocasse quel danno. Era sempre stato più veloce dei suoi avversari, più rapido delle loro tecniche. Non che Kaori sia stata più veloce di lui, ma il jinchuuriki ha commesso un errore di valutazione ed è caduto vittima dell'attacco della ragazza. Se ci pensa ancora, non ci crede a quello che è successo. <Maledizione..> scandisce bene la parola così che sia chiara a chiunque la sentirebbe. Si sta facendo aiutare da una copia a salire sul tetto della magione. Non vuole tornare a casa e fare preoccupare la sua famiglia per ciò che è successo. E non vuole neanche restare in ufficio rischiando di macchiare tutti i documenti presenti con il sangue che ancora cola dalla ferita sulla coscia destra. Un'altra copia si è recato di soppiato a casa sua portandogli vestiti nuovi e puliti e, in più, una benda bianca per le fasciature. Sale gli scalini che portano sul terrazzo appoggiandosi alle spalle della copia fino a giungere sul tetto. Vi è una serata chiara, la Luna risplende nel cielo e le stelle le fanno compagnia come sempre. <Portami lì..> ordina il jinchuuriki indicandogli un muretto mentre lascia cadere il suo haori bianco per terra per avere più mobilità. Lo stesso succede con lo smanicato di color verde che cade poco più avanti del manto da Hokage. Rimane con la maglia a maniche lunghe color blu addosso, i pantaloni neri stracciati sulla coscia destra e i sandali neri da ninja. Giunge su quella parete in cemento appoggiando su di essa la schiena mentre la copia va a scomparire in una nuvola bianca. Il jinchuuriki poggia sulla sua sinistra i vestiti puliti e la benda mentre continua a spogliarsi per poter medicare la ferita. Si slaccia le scarpe sfilandole velocemente e gettandole poco più in la dalla sua posizione. Slaccia pure i pantaloni lasciandoli scivolare lungo le gambe e buttandoli appresso le scarpe. Una scia di vestiti potrebbe aiutare chi volesse a trovare la sua locazione. Nota le ferite sulla sua coscia destra. Le fauci di quei leoni che si sono conficcate dentro la carne del Nono. Scuote la testa il ragazzo, come se non volesse crederci a ciò che gli è successo. È rimasto in mutande con la solo maglia indossata che copre il suo petto e addome. Utilizza la manica destra per asciugare quel poco sangue che ancora cola. Infatti, la ferita sta andando a rimarginarsi grazie all'abilità donata dal Kyuubi. La frattura al femore non si è ancora messa a posto e per questo il Nono non riuscirebbe a camminare sulle sue stesse gambe. Rimane lì, ora, attendendo che la lacerazione delle carni si chiuda per poter porre la benda attorno alla coscia. [Cura accelerata][+ 3 PV]

22:01 Kaori:
 Okay, sì, non aveva previsto di trovare davanti a sé questa scena una volta che fosse salita sul tetto. Non appena apre la porta, infatti, quello che Kaori vede oltre ad una magnifica notte stellata che si estende su Konoha intera, è una scia di abiti dismessi che conduce ad un punto preciso del tetto. Le basta un attimo per riconoscere il possessore di quegli abiti ed un altro attimo per portare nell'immediato le mani al viso così da non vedere più assolutamente nulla. Se i suoi vestiti sono a terra, insomma, sicuramente non li ha addosso no? E non le sembra decisamente il caso di rendere quell'incontro ancora più imbarazzante di così incontrando Hitomu in desabillè. Con la mancina ben calata sulle palpebre e la destrorsa tesa in avanti per evitare di andare a sbattere contro qualche muretto, Kaori andrebbe a muovere qualche passo in avanti secondo la direzione che, un istante prima, le è parso di veder prendere agli abiti lasciati cadere al suolo. <Tutto questo è davvero imbarazzante ma se me ne andassi adesso non dormirei stanotte> dice ad alta voce la ragazza onde evitare di cogliere eventualmente l'altro di sorpresa sbucandogli accanto dal nulla. Lascia che lui la senta, che decida da sé se impedirle di avanzare o se invece fare qualsiasi altra cosa per rendere meno difficile quell'imprevisto incontro. Kaori continuerebbe a muoversi sempre attenta a tenere la mano premuta sulle palpebre calate, sentendosi decisamente a disagio, il viso imporporato ed il cuore a battere freneticamente nel petto. Si sente davvero uno schifo per quello scontro, per averlo colpito. Le sfere d'aria erano state degli sbuffi che non avrebbero lasciato altro che un livido sulla sua pelle, probabilmente, ma i Leoni gemelli... beh, quelli hanno tagliato a fondo la sua carne: sono una delle armi più pericolose del suo repertorio dopotutto. <Volevo sapere come stai. Mi sento davvero uno schifo per quell'attacco, non volevo ferirti in quel modo> Ha reagito d'istinto, ha sentito il chakra muoversi dentro di lei quasi autonomamente alla ricerca di una qualsiasi difesa fra sé ed il proiettile di fuoco che le è comparso al fianco nel giro di una frazione di secondo. <Volevo chiederti il permesso per medicarti la gamba. Vorrei risolvere il casino che ho combinato> annuncerebbe, alla fine, fermando i propri passi senza sapere ormai dove si trovi. Con la mancina ancora calata sul viso andrebbe a ruotare il capo da una parte all'altra del proprio collo alla ricerca di qualsiasi segnale che possa indicarle la presenza del Nono. Uno sbuffo, un gemito di dolore, una richiesta di levare le tende: qualsiasi cosa. [chakra: 97/100]

22:22 Hitomu:
  [Tetto] Che casino, eh. E tutto per un solo scontro in allenamento. Se avesse dovuto combattere seriamente, cosa avrebbe rischiato? Forse, avrebbe affrontato la sfida sino da subito in un'altra maniera. Più concentrato, più deciso. Senza sprecare energie o elaborare strategie troppo complicate. Non è mai stato uno che in battaglia pensa troppo. Usa la sua forza come punto forte, senza stare lì a programmare una tattica. Sì, sarebbe utile farlo. Ma non sempre ha avuto il tempo per farlo. Tutte le altre volte scatenava il suo potere sull'avversario senza dargli modo di poter reagire. E, poi, nella mente del jinchuuriki risuonano le parole di Kurama. Forse, quella testa quadra ha davvero ragione. La lunga pace in questi anni ha placato il suo spirito combattivo e può darsi che si è arrugginito un po'. <Maledizione!> esclama ancora, per la seconda volta. Non può proprio saperne di essere stato ferito in quel modo. Continua a ripensare a quell'errore tecnico commesso nella sfida. Ma nello stesso momento di quella sua imprecazione, un'altra voce risuona sul tetto. È proprio quella della ragazza del Clan Hyuga <Kaori..> chiama la ragazza a bassa voce per indicarle la sua posizione attuale. La vede avvicinarsi ad un certo punto con le mani davanti al viso per non guardare qualcosa in più che non dovrebbe. <La maglia copre abbastanza, Kaori..> spiega lui alla Hyuga dandole la possibilità di avere la visuale completa sul Nono. La maglia ancora indossata, infatti, è lunga abbastanza da coprire anche parte delle mutande. Insomma, ciò che di più eccitante potrà vedere la ragazza, sono le coscie del jinchuuriki. Belle, eh. Ma non troppo. La ragazza vuole sapere come lui stia e si incolpa dell'attacco provocato al Nono che gli ha causato quelle ferite. Ferite che ora lei stessa vorrebbe medicare per poter rimediare al casino commesso. <Non preoccuparti, Kaori. Sono cose che succedono> spiega lui ora. Non sorride, però. Questa volta no. Non ce l'ha con lei, ma con se stesso. <È la prima volta che mi capita..> di ricevere quelle ferite, ovviamente. <E non ne sono affatto felice, per quanto tu abbia fatto ciò che io stesso ti avevo chiesto e sia stata bravissima> è più qualcosa di personale, ecco. <Se vuoi curarmi, vieni pure. Sarà più facile del previsto, credo> le da il permesso per aiutarlo ora. Rimane fermo, di nuovo, mentre aspetta che la ragazza si avvicini per iniziare la medicazione. [Cura accelerata][Turno immobile][+ 6 PV]

22:46 Kaori:
 La voce di Hitomu è bassa, cauta, cortese. Non par essere piccato, non par essere arrabbiato, eppure se proprio dovesse descrivere la faccia che immaginerebbe sul suo viso all'udire la sua voce, non la descriverebbe sorridente. Non le sembra il tono di qualcuno che si senta sereno o in pace, le sembra una voce matura, tranquilla forse, ma non serena. Non è agitato, ma sicuramente è serio, di un umore ben più composto del solito. Non v'è traccia di giovialità nel tono, esattamente come non ce n'è di rimprovero o fastidio. Sta probabilmente facendo i conti con qualcosa di realmente serio ed importante per lui o forse il dolore è semplicemente così profondo da minare il suo consueto buon umore. Kaori non lo sa, non può saperlo, tutto ciò che può fare sono supposizioni. Il ragazzo le dice che la sua maglia è abbastanza lunga da coprire quanto non è bene che lei veda e la invita, velatamente, a scoprire pure gli occhi per avvicinarsi senza problemi. La ragazza esegue un po' titubante trovando ugualmente non esattamente semplice la situazione. Le gote son rosse, l'espressione intimidita mentre ritornando a guardarsi attorno trova la figura del jinchuuriki seduta su di un muretto poco distante. Si avvicinerebbe timidamente, con passo cauto e leggermente preoccupato tenendo le braccia lungo il corpo, le dita a giocherellare nervosamente fra loro mentre avanzerebbe a capo semi-basso. <Ehi...> un saluto più timido, imbarazzato, una volta che fosse giunta accanto a lui. La voce è bassa, piccola, morbida, mentre a stento oserebbe sollevare lo sguardo da sotto le folte ciglia scure. Ode la sua voce, le sue rassicurazioni e tuttavia avverte che nella sua voce v'è più di quanto non voglia mostrare. Cerca di confortarla, sì, eppure il tono è sfumato di una serietà palpabile. Risentimento? Forse. Non potrebbe saperlo. <Mi dispiace.> ripete lei al sentire quelle parole, sebbene egli stesso le abbia detto che non ve ne sia bisogno. <Anche se avevo detto di mettercela tutta non avevo intenzione di usare tecniche di questo tipo> mormora lei stringendo le labbra, abbassando lo sguardo. <Ho reagito d'istinto. Non ti avevo più visto, ti sei mosso così rapidamente che sei letteralmente sparito dalla mia vista e quando sei ricomparso eri ad un passo da me e... panico> ammette lei, colpevole, stringendo forte le labbra fra loro, mordendo l'inferiore con non troppa forza. <Mi dispiace di averti ferito a quel modo, davvero.> ripete, ancora, per l'ennesima volta, rialzando solo ora lo sguardo con fare sincero e compunto. Nel mentre andrebbe semplicemente a concentrarsi sul proprio chakra per andare a ricercare da esso le cellule dell'energia fisica che lo compongono. Andrebbe a distaccare parte di esse per farle risalire verso le mani, i palmi, lasciandole fuoriuscire oltre gli tsubo per avvolgere le dita. Un alone verdastro, tiepido, noto ai più come chakra medico. <Risolverò in un istante, promesso> andrebbe a tentare di rassicurarlo, quindi, chinando solo ora lo sguardo sulla di lui gamba, sulla zona femorale. L'imbarazzo precedentemente provato all'idea di vedere l'amico mezzo svestito svanisce in un istante mentre si cala nei panni di medico di Konohagakure. E' un paziente come un altro e quella è una ferita unica nel suo genere: è stata lei a causarla, in uno scontro dove non v'era motivo di arrivare a tanto. Deve curarla a tutti i costi. Porterebbe le mani a distanziarsi di circa una decina di centimetri dal di lui arto offeso e, a quel punto, andrebbe a far fluire il proprio chakra medico dalle dita fino alla sua carne, al taglio, andando a penetrare muscoli e tessuti fino a raggiungere l'osso. Il chakra medico, misto e fuso alla capacità rigenerativa potenziata del jinchuuriki, andrebbe ad agire sulla parte andando ad accelerare la ricrescita ossea che ora dovrebbe andare a far rigenerare lentamente l'osso risanando la frattura che le fauci dei leoni gemelli avevano causato. Un processo doloroso in un primo momento, un osso che ricresce e si ripara non è mai piacevole, ma quanto meno è il dolore di pochi istanti prima di una pace duratura e piena. <Quello che hai risvegliato quando hai quasi finito il chakra era... era Kyuubi, vero?> domanderebbe Kaori, con voce bassa, risollevando lo sguardo per un istante alla ricerca delle di lui iridi azzurre. Quella trasformazione, quel chakra cremisi, il modo in cui era mutato tutto d'un tratto fino a divenire come una fiamma inestinguibile, quella è sicuramente una scena che la sua memoria non avrebbe mai potuto perdere nel tempo, mai potuto dimenticare. [Mani Terapeutiche B (+7 PS)][chakra: 87/100][PS Hitomu: 66 + 3 (cura accelerata) = 69 + 6 (cura accelerata) = 75 + 7 (Mani Terapeutiche B) = 82]

23:12 Hitomu:
  [Tetto] La ragazza si avvicina timidamente a piccoli passi e con lo sguardo quasi basso. Non è una situazione facile, ovviamente. Vedere il proprio Hokage mezzo nudo e ferito non capita tutti i giorni. Per medicare la gamba, però, non può fare altro che rimanere in quello stato e la ragazza dovrà rimanere in quello stato di imbarazzo per ancora qualche minuto. Nulla di così preoccupante, però. A meno che non compari Raido, da un momento all'altro, in preda ad un attacco isterico di gelosia. Si spera sempre, però, che in questi casi tutto fili liscio come l'olio. La voce della ragazza è timida nel salutare il jinchuuriki <Ciao Kaori> è più tranquillo lui, invece. Non vi è alcun problema per lui farsi vedere in quelle condizioni. La Hyuga prova a spiegare ciò che è successo in quell'istante in cui il panico l'ha portata a difendersi con una delle armi più potenti a disposizione. Il ragazzo scuote la testa mostrando ora un piccolo sorriso. Le labbra si distendono di quel minimo per potersi allungare e le iridi azzurre si posano su quelle della kunoichi <Hai fatto quel che era da fare. Non hai sbagliato nulla, credimi> a differenza di lui, invece. Il jinchuuriki continua a ripetere alla ragazza di non preoccuparsi perchè questo è quello che deve fare. Non deve sentirsi a disagio nell'averlo ferito. Era uno scontro e questi sono i rischi che si corrono. <È colpa mia..> ammette il kyudaime ora. <Se passassi meno tempo dietro quella scrivania e più tempo ad allenarmi, non sarei ridotto così ora> questa è la cruda realtà della sua situazione. Da quando è divenuto Hokage, non ha compiuto molte missioni. È stato solo impegnato negli scontri più impegnativi durante le guerre. Niente di più difficile, ovviamente. Ma in passato le sue abilità venivano messe alla prova più costantemente. La ragazza, ad un certo punto, si avvicina al Nono poggiando le sue mani sulle ferite riportate sulla coscia destra. Il jinchuuriki nota un alone verdastro uscire dalle mani della ragazza sentendo l'osso ricomporsi lentamente. <Aaah> il dolore si fa sentire nella zona della ferita mentre serra la mandibola stringendo i denti tra di essi. Cerca di resistere al dolore che in quei pochi istanti è altissimo. <Kurama, sì> risponde alla ragazza cercando di cambiare discorso per non pensare troppo al male. <Questo è il suo nome> rivela, anche se forse lo aveva già fatto, il nome con cui la Volpe preferisce essere chiamato. Il suo vero nome, insomma. Non provate a chiamarlo Demone, si arrabbia eh. [Cura accelerata][Turno immobile][+ 6 PV]

23:30 Kaori:
 Gentile, comprensivo, paterno. Non si scompone neppure per un istante, Hitomu, neppure in una situazione di questo tipo. Almeno non davanti agli altri, non davanti a qualcuno. Rimane educato, compreso nel suo ruolo, cortese. Non mostra rabbia ma gentilezza. Saluta la ragazza, l'accoglie, non le impedisce neppure d'avvicinarsi nonostante tutto ma, anzi, va persino rassicurandola. Kaori si sofferma per un secondo soltanto a pensare a quanto debba essere speciale la persona che ha davanti. Un guerriero incredibile, una forza indomabile, eppure non per questo un vanitoso. Non si eleva mai sopra nessuno rimanendo sempre genuinamente spontaneo e gentile in qualsiasi situazione. E sì che lui potrebbe ritenersi molto più di quanto in realtà non faccia, eppure non eccede mai in nessuna occasione. Persino va sorridendo quando lei s'avvicina andando a portare su di lei il suo sguardo benevolo, schiudendo le labbra così da poter rassicurare la sua sottoposta. <Non è certo un piacere stare dietro quella scrivania, non è qualcosa che puoi evitare...> cerca a sua volta, Kaori, di venirgli incontro. <Fa parte dei tuoi compiti, forse persino più dell'allenarti ormai.> osserva lei notando come, in effetti, un Hokage una volta piazzato nel suo ufficio vada quasi a veder svanire i suoi giorni ricolmi d'avventura. Missioni, combattimenti, allenamenti, sfide. Ogni cosa diviene un ricordo lontano mentre tutto ciò che resta è una incredibile mole di responsabilità e affari diplomatici e strategici. Diventare Hokage vuol dire essere il ninja più forte di tutti, certo, ma per lo più essere un valido capo di stato. <E poi, ehi, cosa dici? Se sei ridotto così non è perchè io sia stata più forte, ma solo perchè ti toccava trattenerti> cerca di abbozzare lei un sorriso mentre la cura entra nel vivo e l'osso prende a calcificarsi nuovamente grazie all'aiuto dell'innata capacità dell'altro di guarire così rapidamente. Il chakra medico di Kaori agevola ed accelera le proprietà del jinchuuriki e tessuti, fibre, ossa e carne vanno rapidamente guarendo portando la ferita a divenire sempre meno profonda, sempre meno dolorosa. E' un istante, è incredibile come basti il giro di un attimo perchè quel profondo taglio sanguinante diventi un leggero graffio roseo sulla di lui pelle. <A tal proposito grazie per non avermi scaraventato da qualche parte con quella tempesta> cerca di scherzarci su, di fargli intendere che sa perfettamente come sarebbe potuta finire fra loro se solo non avesse deciso di porre preventivamente fine a quello scontro. Hitomu le presenta quindi Kurama, rivelandole per la prima volta il suo nome e portandola quindi a conoscenza di un dettaglio in più sulla figura della Volpe. Kaori osserva il viso di Hitomu e, come stregata, va smuovendo le labbra con fare intontito. <Kurama> ripete allora, a bassa voce, quasi carezzando la parola con la lingua a sbattere sui denti. <E' un bel nome> sorride, poco dopo, distendendo le labbra verso l'esterno. <E quel chakra è... incredibile. Non ho mai visto niente del genere prima> ammette ricordando la figura di lui vista poco tempo prima, quella mutazione improvvisa di cui solo la storia e la leggenda ha mai parlato. <E' stato bellissimo vederti combattere> mormora lei puntando ora le iridi perlacee in quelle azzurre di lui. Lascia calare il silenzio, lascia che la notte li avvolga, che il leggero soffio del vento vada a carezzare i loro volti mentre farebbe svanire l'afflusso di chakra alle mani e quindi il proprio jutsu medico. Come promesso, è durato tutto solamente pochi istanti. [Mani Terapeutiche B (+7 PS)][chakra: 86.5/100][PS Hitomu: 82 + 6 (Cura accelerata) = 88 + 7 (Mani Terapeutiche B) = 95]

23:58 Hitomu:
  [Tetto] Il jinchuuriki è ancora appoggiato contro quel muretto. La schiena è a contatto con il cemento, separata solo dal tessuto della maglia blu che indossa. Il suo udito è concentrato sulle parole della ragazza che spiegano a lui come sia normale che un Hokage abbia altri compiti dopo aver ricevuto tale incarico. Il Nono si trova d'accordo con le sue parole, anche se è davvero poco il tempo che passa sui campi per allenarsi. <Comprendo benissimo che i miei compiti riguardino altro ora. E sono contento di essere l'Hokage, di essere qui per proteggere voi> il suo tono è sincero, come sempre. Guarda la ragazza ancora. Le iridi azzurre non si spostano di un solo centimetro dagli occhi di lei <Solamente non vorrei essere diventato un po' pigro, ecco. Bisogna sempre tenersi in forma, per qualsiasi evenienza> forse si sta facendo tutti questi problemi per colpa delle parole di quella testa quadra di una Volpe. La ragazza dice che la colpa è della volontà del jinchuuriki di trattenersi per non recare danni alla ragazza. Il biondo è stato in difficoltà all'inizio della battaglia, ad essere sinceri. Non sapeva bene quanto potesse spingersi oltre il limite e fino a dove poteva rischiare. Ci ha messo un po' per rendersi conto della situazione usando inutilmente tutto il chakra che aveva a disposizione. Ma l'eccessivo utilizzo del chakra non è stato del tutto furtuito. Voleva utilizzare il chakra del Kyuubi per un valido motivo, senza abusarne utilizzandolo nell'immediato. Voleva prima mettere alla prova la ragazza che se l'è cavata alla grande. <Non sarebbe stata nella mia indole farti del male> non avrebbe potuto, per nessun motivo al mondo. <Diciamo che mi hai costretto ad utilizzare tecniche che avevo intenzione di tenere in disparte. E, per questo, devo farti i complimenti. Davvero> nonostante le ferite, nonostante il jinchuuriki si sia trattenuto inizialmente. Lei è stata all'altezza dello scontro. <Se dovessi affrontare Akendo, però, sappi che sarà più complicato. Ma sono sicuro che farai benissimo> afferma il jinchuuriki mentre sente l'osso della sua gamba mettersi a posto. Le fibre muscolari e la pelle del Nono ritornano intatte e il dolore inizia a svanire. <Ti ringrazio..> distende un leggero sorriso quando la kunoichi dice che è stato bello vederlo combattere in quella modalità. Si sa, i complimenti lo imbarazzano ancora al jinchuuriki. <E grazie anche per le cure. Sei stata di grande aiuto> china leggermente il capo verso il basso andando a ringrazia la Hyuga. Il chakra smette di uscire dalle mani della ragazza e il giovane comincia a rivestirsi. Prende in mano la benda bianca iniziando a fasciare la coscia destra in modo stretto, anche se non troppo. Una volta finito, prenderebbe i pantaloni neri, puliti, e li infilerebbe entrambe le gambe tirandoli fino alla vita. Cerca di alzarsi in piedi facendo leva sulle punte scalze sfilando, poi, la maglia sporca di sangue. Rimane a petto nudo fino a quando non raccoglie l'altra maglia, quella pulita, e la indossa andando a coprire il busto. Sistema entrambe le maniche all'altezza dei polsi e prova a fare peso sulla gamba destra provando ad avvertire il dolore che sembra non essere più presente. <Molto meglio..> la ferita sembra essere solo un ricordo grazie a Kaori e a Kurama. [Cura accelerata][+ 3 PV][95 + 3 = 98 PV]

00:24 Kaori:
 Un piccolo sorriso va increspando le labbra della giovane quando l'altro rivela quel suo timore di essersi un po' impigrito a furia di rimanere dietro la scrivania a leggere e stilare documenti. <Sai cosa ti serve?> domanderebbe allora lei andando a far illuminare appena il viso di una luce gentile, divertita e ben più vivace di quella colpevole ed imbarazzata di poco prima. <Una segretaria. O un segretario> dice lei annuendo appena col capo, il tono che si rivela essere a metà strada fra lo scherzoso ed il divertito. <Oppure puoi lasciare una copia ad occuparsi delle questioni burocratiche mentre te la svigni fino ai campi ad allenarti un po' quando sentirai di averne bisogno> prova ad aiutarlo a trovare un modo per venire incontro alle sue esigenze. Vuole essere impeccabile nel suo ruolo e riuscire ad essere ad un unico tempo sia una ottima guida governativa che un perfetto ninja capace di proteggere e difendere il suo popolo. Vuole essere in grado di donare a Konoha tutto se stesso e Kaori lo apprezza per questo, lo apprezza dal profondo. <L'importante è che non esageri troppo> aggiunge poi, poco dopo, andando ad abbassare ora di qualche ottava il tono di voce. Lo scherzo lascia posto alla dolcezza, il divertimento ad una punta d'apprensione. <Trova anche il tempo per Hitomu, eh, Kyudaime?> Il sorriso si fa più affettuoso, più morbido, mentre lo sguardo s'addolcisce e la notte prosegue. E' un momento piacevole, quello, se solo non fosse per il dispiacere delle ferite arrecate al suo amico. La luna rischiara le tenebre e le stelle trapuntano un cielo blu scuro. Il vociare del Villaggio sottostante giunge lontano, ovattato fin lì, facendo da sottofondo ad una conversazione tranquilla. Intima. Hitomu le spiega di non aver voluto -da principio- farle del male, di aver tentato di arginare le sue capacità nello scontro sebbene lei l'abbia obbligato a dover far uso di particolari poteri che avrebbe pensato di non dover usare. Kaori si sente compiaciuta, onorata, felice di quelle parole e si illumina appena di vivo orgoglio nell'udire quel suo parere. <Grazie, davvero. Il tuo parere conta moltissimo per me> ammette lei sinceramente sentendosi confortata da quel dire, dal parere che il suo Kage ora le sta offrendo. <Immagino di sì. Non avrebbe motivo di trattenersi come hai fatto tu... Sicuramente non cercherebbe di uccidermi, ma non ci andrebbe piano per timore di farmi del male. Quindi dovrò prepararmi a farmi davvero male> sorride lei ben sapendo che il Rikudo non ci sarebbe andato leggero con lei. Non che Hitomu si sia poi trattenuto del tutto, ma almeno ha evitato di ferirla direttamente. Ha sfoderato tecniche potenti, un potere leggendario, ed ha utilizzato il tutto per neutralizzare le sue difese, senza però colpirla. La cura ha finalmente termine e grazie alla capacità innata dell'altro il graffio va finalmente svanendo sostituito da un semplice alone rossastro che sarebbe svanito nel tempo. Cala un istante d'imbarazzo genuino fra loro quando Hitomu accoglie quel complimento ma subito viene spazzato via dalle ulteriori parole del biondo. Kaori sorride e distogliendo le mani dalla gamba dell'altro va riprendendo dal pavimento del tetto -qualche metro più in là- l'haori e il giubbotto chuunin che l'altro si è tolto poco prima. <Non dirlo neppure, era il minimo che potessi fare. Come medico, come tua sottoposta e come amica> Insomma, dopo averlo ferito non poteva proprio pensare di non occuparsi anche delle sue cure, no? Mentre il biondo va rivestendosi e cambiandosi d'abito la Hyuga andrebbe quindi a riavvicinarsi cercando di non posare lo sguardo sulla sua figura. Okay, non sta succedendo niente di male, e di uomini mezzi svestiti ne ha visti parecchi da quando lavora in ospedale, ma considerate le circostanze non le sembra il caso di approfittare. Lascerebbe che il ragazzo si rivesta prima di andare a vederlo alzarsi e riporre nuovamente il peso sulla gamba ferita senza avvertire fitte di dolore. <Immagino> sorride lei distendendo le labbra. <Effettivamente anche io ho poca esperienza come paziente d'ospedale.> rimembra lei iniziando a ricordare le esperienze che l'hanno vista, nel tempo, sotto le cure di qualcun altro. <Ho dovuto far curare una bella botta al viso a causa di un ceffone da parte di Hashirama Senjuu, curare una ustione da lava sotto il piede, una slogatura alla spalla e...> Il flash di lei distesa su di un lettino di laboratorio con un macchinario che viola il suo corpo per fecondarla riempie la sua mente andando a toglierle le parole di bocca per un istante. Si blocca per un attimo, boccheggiando, prima di riscuotersi cercando di fingere tranquillità. <...e basta, credo> abbozza un sorriso costretto, forzato, prima di porgere al ragazzo il giubbotto chuunin raccolto in precedenza da terra. Quello è un particolare di quanto ha subito che ha preferito risparmiare al Senjuu. Non aveva voluto farlo preoccupare più del necessario mettendolo al corrente di una simile barbarie. Se l'altro avesse indossato il giubbotto ecco che non rimarrebbe altro che l'haori fra le di lei mani. Un haori che andrebbe ad osservare e scrutare ora con dolcezza, con cura, prima di alzare il capo e puntare le iridi perlacee in quelle azzurre di lui. <...Posso?> domanderebbe, timidamente, un po' esitante, porgendo l'haori verso di lui, tenendolo aperto, pronto per essere indossato. Gli chiede se non possa essere lei a metterglielo addosso, ad infilarglielo, a riporre sulle spalle del suo Kage il simbolo della sua stessa carica. Un onore che le fa quasi tremare leggermente le mani. [chakra: on]

00:56 Hitomu:
  [Tetto] Ascolta i consigli della ragazza che gli dice come potrebbe essergli utile avere una segretaria. Ma, purtroppo, i documenti su cui lavora sono particolari e necessitano della sua lettura. La copia, invece, potrebbe essere una soluzione temporanea per quando ha voglia di sgranchire un po' le gambe. Gli scappa un sorriso all'udire di quei consigli e apprezza i tentativi della ragazza di cercare un modo per aiutare l'altro. Il viso si rasserena in un attimo, i lineamenti si fanno più distesi e gli occhi un po' più dolci. <In qualche modo, mi ritaglierò del tempo. Grazie..> la ringrazia molto il jinchuuriki ma non può fare altrimenti. La Hyuga gli è sempre vicino e cerca sempre una strada che possa aiutare il Nono nelle sue difficoltà. Una vera amica, se deve essere sincero. Troverà del tempo per se stesso, questo è sicuro. <Lo farò> si limita a dire guardando nuovamente nelle iridi perlacee la kunoichi del Clan Hyuga. In un attimo di silenzio tra loro, dal Villaggio si sente il vociare degli abitanti. Il viso ruota in quella direzione, come se il jinchuuriki venisse attratto da quel suono. <Non permetterò mai che succeda qualcosa a questo posto, a costo..> a costo della sua stessa vita. Lo ha promesso e un ninja non si rimangia mai la parola data, no? Lascia incompiuta la frase, però. Non vuole dirlo. Non vuole che qualcuno gli dica che deve pensare a se stesso, alla sua vita. No. E no, ancora. È un amore troppo grande per lui per poter pensare solo alla sua persona. Per questo, non esiterà un attimo se dovesse accadere qualcosa. Ritorna ad ascoltare la ragazza, successivamente, mentre lei spiega come Akendo non si tratterà e la colpirà senza timore. <Non avere paura. Sei preparata e farai bene> sembra quasi sicuro di se stesso e delle sue parole il jinchuuriki cercando di infondere coraggio nel cuore della Hyuga. Il kyudaime comincia ad indossare i vestiti puliti e la kunoichi si volta dall'altra parte evitando di guardare il Nono e recuperando i vestiti, gettati prima sul pavimento, del biondo. Nel frattempo, la ragazza racconta le ferite che ha riportato durante la sua vita <Non te la sei passata male, dai. Un ceffone dal Primo è ciò che tutti sognano da bambini, no?> cerca di scherzare un po' per alleggerire il discorso dei due e passare oltre quel limbo di silenzio tra un 'e' e l'altro. Non devono per forza tornare alla mente brutti ricordi. A volte, si può evitare. <Vorrei averlo preso io> estende un sorriso sul suo viso guardando in viso la ragazza. Riceve il giubbotto verde dalle di lei mani e lo indossa velocemente e chiudere la cerniera che separa i due lati. Infine, l'haori. Lei lo tiene tra le sue mani guardandolo con cura. Gli chiede se può essere lei a indossarglielo. Un filo di voce, timido quanto deciso. Certo che può, ma prima vuole porle una domanda. Una semplice curiosità. <Lo indosseresti mai, tu?> e con questo quesito, non intende solo indossare quell'indumento. Ma farsi carico di tutte le responsabilità che ne comporta. Diventeresti mai Hokage, Kaori? Le iridi azzurre si posano su di lei. Non vuole essere un tentativo di offrirle la carica, ne di cercare un sostituto al suo posto. Vuole solo sapere se c'è ancora qualcuno che sogna questo titolo. Quando lui era piccolo, tutti ambivano a diventare Hokage. Mentre in questi tempi, non ha mai sentito nessuno pronunciare quelle parole. Un po' di preoccupazioni le ha, ecco. [Cura accelerata][+ 3 PV][98 + 3 = 100]

13:36 Kaori:
 Il ragazzo la rassicura, le dice che avrebbe trovato del tempo per sé, la ringrazia. E Kaori sorride. Sorride perchè sa che nonostante tutto la priorità dell'altro andrà sempre e comunque al villaggio, che nonostante il tentativo di trovar del tempo per se stesso il suo pensiero sarebbe sempre andato, prima che ad ogni altra cosa, a Konoha, al suo ruolo da Kage. Sorride perchè è contenta di quell'attimo di comunione fra loro, di quella notte brillante che splende sopra di loro. Si sente tranquilla, ora, più leggera. Hitomu ha compreso, non prova rimorso, ma è stato persino felice di vedere i suoi progressi in quel loro scontro. L'imbarazzo, la timidezza, la colpa, ogni cosa scivola lentamente via mentre parlano, mentre lui torna ad essere come nuovo e trovano un punto d'incontro. Era indecisa sul da farsi, prima di giungere lì. Incerta se recarsi a cercarlo, se fosse il caso di mostrarsi a lui dopo quello scontro. Ma ora è contenta di averlo fatto. Contenta di essersi potuta scusare, di aver potuto chiarire, di averlo potuto curare. Non replica oltre, non ve n'è bisogno, lascia semplicemente che l'argomento cada e che un leggero silenzio si frapponga fra loro. Rimangono seduti, entrambi, su quel muretto che li separa dal vuoto oltre il parapetto. Osservano Konoha, le sue strade illuminate, le forme delle case che si susseguono per le vie. Odono il vociare vivace che arriva dabasso, le risate, il parlare confuso che arriva fin lassù. C'è vita, sotto di loro. C'è l'unione di esistenze diverse che costituiscono un intero popolo e da lassù possono osservare ogni cosa nitidamente. La Foglia cresce, si evolve, matura di giorno in giorno ed è sempre più bella e ricca. Kaori sorride appena rimirando il paesaggio mentre Hitomu va pronunciando quelle parole sentite. Non completa la frase, non termina quel periodo. La Hyuga ruota il capo ora verso di lui scrutando il suo profilo elegante. Nota la fiamma che brucia nel suo sguardo, la sincerità che traspare dai suoi occhi e sente una fitta al petto. Sa cosa vorrebbe dire e cosa non ha detto. Sa quali parole aleggiano fra loro non dette. E fa male pensare che potrebbe perderlo, un domani, per la salvezza del Villaggio. Fa male il pensiero che potrebbe davvero vederlo morire per proteggere magari proprio lei in una guerra troppo dura per le sue capacità. Fa male, ma non può chiedergli di non farlo. Di pensare a sé, in questo frangente. Lui è l'Hokage, ha accettato quel ruolo ben sapendo che questo avrebbe significato votare la propria vita alla salvezza della Foglia. <Lo so.> mormora Kaori dopo qualche istante, ruotando nuovamente il viso verso l'orizzonte, verso il Villaggio. Un alito di brezza ne carezza la pelle, scuote la chioma violetta attorno al suo volto. <Lo sappiamo tutti.> si corregge, un istante più tardi, volendo rassicurare il biondo sulla fiducia che Konoha ripone in lui. <Ma preghiamo ogni giorno che non si riveli mai necessario arrivare a tanto.> chiosa volgendo ora il capo verso di lui, le labbra appena distese verso l'esterno. <E poi, ehi. Prima che tocchi a te scendere in campo dovranno riuscire a superare le nostre difese! Vedrai che non ce ne sarà bisogno> un abbozzo di sorriso, di scherzo mentre va ad alzare il braccio destro per gonfiare il bicipite in segno di forza. Un fare scherzoso, leggero, che vuole a suo modo essere di conforto per il biondo. <La Foglia ha bisogno di te. Noi abbiamo bisogno di te. Faremo in modo che non si riveli necessario farti scendere sul campo di battaglia> la voce è morbida, leggera, mentre andrebbe a tentare di portare una mano a levarsi verso l'alto, a tentare di poggiarsi sul suo viso, sulla gota sinistra, in una carezza gentile se l'altro non si fosse scostato. <Saremo sempre al vostro servizio, Kyudaime> e lo dice cercandone lo sguardo, cercandone le iridi azzurre, con tono sincero, con tono spontaneo. Non avrebbe permesso a nessuno di arrivare a lui, di ferire il suo Kage, il suo amico. Prima di arrivare a lui avrebbero dovuto superare le difese imposte dalle sue schiere di ninja. A quel punto se l'altro non avesse impedito la cosa in alcun modo e se vi fosse riuscita in precedenza, ecco che Kaori andrebbe a ritirare la mano dal suo viso riponendola lungo il corpo, andando a recuperare gli abiti da terra che l'altro s'era precedentemente tolto. Li raccoglie battendo un paio di colpi sugli stessi così da liberarli da eventuali tracce di polvere e poi ode il dire altrui liberando una mezza risata divertita. <Senz'altro un bel ricordo, ora. Ma da bambina uno schiaffo come quello avrebbe potuto uccidermi> ride lei scuotendo appena il capo, ricordando fin troppo bene quel colpo. Un unico, semplice schiaffo, capace di sbalzarla via di ben sei metri. <Io sarei stata curiosa di vederti combattere con il Quarto. E' incredibile quanto vi somigliate! Siete davvero simili, sarebbe stato come vederti combattere allo specchio> rivela lei ricordando l'incontro avvenuto con il Lampo Giallo della Foglia. Simile, impossibilmente simile all'attuale Kage. Eh sì, Kaori, sei stata fortunata davvero a poterli incontrare tutti, anche se in condizioni alterate come quelle. Passa al Senjuu il giubbotto chuunin che il ragazzo si era sfilato e lascia ch'egli lo indossi tranquillamente per poi chiedergli se non potrebbe avere l'onore di infilargli indosso l'haori bianco da Kage. Hitomu non risponde, non verbalmente, ma le pone invero un'altra domanda che la porta a schiudere le labbra ed abbassare appena il manto che gli stava porgendo. <Oh> presa alla sprovvista, in contropiede, con l'haori ancora stretto fra le dita e lo sguardo che inevitabilmente cala sul tessuto candido dello stesso. L'osserva, carezza con le dita della destrorsa le cuciture scarlatte che recano la dicitura “Kyudaime”. Carezza quella stoffa con cura, con dolcezza, con attenzione, andando a rendere lo sguardo più morbido, più dolce, quasi guardasse a qualcosa di lontano anni ed anni. <Da bambina avrei voluto esserlo> rivela lei con tono nostalgico, morbido, inspirando a fondo. Non l'aveva mai detto a nessuno prima, non aveva mai parlato di questo sogno infantile con nessuno. <Volevo diventare la Hyuga più forte del clan così che avrei visto da lontano i pericoli e avrei preparato la difesa del Villaggio immediatamente impedendo a chiunque di superare i confini> sorride ripensando a quei tempi in cui tutto sembrava così semplice. Il Byakugan permetteva di vedere a distanze incredibili, no? Allora le sarebbe bastato vedere più lontano degli altri per assicurarsi che nessun esercito sarebbe giunto a dichiarar guerra al Villaggio. Logico. Almeno nella mente di una bambina ancora inesperta ed innocente. <Oh, come sembravano semplici le cose a quel tempo> una piccola risata ad increspare le sue labbra mentre, scuotendo il capo, torna a porre lo sguardo sul viso di Hitomu. <Sarei onorata di indossare questo mantello. Voterei la mia vita al Villaggio, a quello che questo haori rappresenta. Ma...> si ferma per un istante espirando piano un po' d'aria. <...Il Villaggio avrebbe bisogno di me?> si chiederebbe con un piccolo sorriso sulle labbra. <Darei tutto ciò che ho a questo Villaggio. La mia vita, la mia forza, il mio chakra, il mio futuro. Ma so anche che ho ancora molto da imparare. Devo crescere ancora molto> rivela lei spostando ora lo sguardo sulla Foglia sotto di loro. <Non sono ancora capace di separare i miei sentimenti dai miei doveri. E' un problema che un Kage non può permettersi.> ammette e confessa lei con un piccolo sospiro sentendo la brezza andare a scuotere i suoi capelli, sfiorare la pelle del suo viso, delle sue braccia nude. <Col tempo ho iniziato a pensare che per proteggere la Foglia non devo necessariamente esserne a capo. Posso farlo di nascosto, sotto i tuoi comandi. Per proteggere questa gente, queste persone, mi va bene essere lo strumento attraverso il quale ordini la tua giustizia> conclude lei risollevando il viso, portando le iridi perlacee in quelle azzurre e brillanti di lui. <Quindi... no. Penso che ora come ora non lo indosserei. Ma lo proteggerei da chiunque rischi di minacciarlo> [chakra: on]

14:14 Hitomu:
  [Tetto] Le iridi azzurre poggiate sulla ragazza notano in lei un cambiamento di espressione. Come se si fosse liberata da ciò che la stava trattenendo in quei minuti sul tetto della magione. Un viso sereno, leggero, felice. La guarda mentre anche lei si volta verso il Villaggio della Foglia cercando di scrutare i suoi abitanti che passeggiano tra le vie di Konoha. La kunoichi capisce cosa il jinchuuriki avrebbe voluto dire e spera che non si debba mai arrivare ad una situazione del genere. Prima, come lei stessa dice, ci sarà tutto il Villaggio della Foglia pronto a difendere il Nono. Lo sguardo del Kyudaime si sposta tra le di lei iridi perlacee e l'orizzonte su cui si disegna il Villaggio. <Posso stare tranquillo, allora> sorride nuovamente fissando le case del Villaggio, i monumenti che da li riesce a vedere, i luoghi importanti della Foglia. È una storia d'amore la loro. Hitomu e la Foglia, Hitomu e il Villaggio. Sin da piccolo, ha lottato contro tutti e tutto per il bene di Konoha. Non ha mai messo al primo posto se stesso, ma ha avuto sempre un occhio di riguardo per il bene del Villaggio. E ora, invece? Nulla è cambiato da quei giorni. Il suo modo di vedere è rimasto intatto, sempre lo stesso. E proprio per le parole della ragazza, quando gli dice che faranno di tutto per lui e saranno sempre al loro fianco, non può fare a meno di provare questo piccolo grande sentimento verso tutti loro. <Un giorno vi ringrazierò uno ad uno. Per tutto..> un giorno lontano, si spera. La kunoichi gli fa notare come lui assomigli al Quarto e il viso del jinchuuriki si fa sorpreso. Non ci aveva mai pensato, in effetti. O meglio, nessuno glielo aveva mai fatto notare prima. <Ma no..> sorride timidamente il giovane hokage <Sarà lo stesso taglio di capelli che ti confonde> ridacchia grattandosi la nuca con la mancina. In realtà, immaginando il volto del Quarto, una leggera somiglianza la potrebbe trovare. E, infine, quella domanda. Una domanda che vorrebbe porre a tutti i shinobi emergenti della Foglia. Magari un giorno si recherà in Accademia ponendo la stessa domanda a tutti gli alunni. La ragazza guarda l'haori bianco che tiene in mano. Le sue parole trovano un sorriso da parte del jinchuuriki. Vorrebbe, ma non si sente pronta. Pronto, forse, non lo è mai nessuno. Neanche lui era pronto per questo ruolo, ma con il tempo, l'esperienza, gli errori è riuscito a dare il meglio in questo arduo incarico. <Non è mai troppo grandi per smettere di sognare, però> vorrebbe che lei coltivasse il suo sogno da bambina, come vorrebbe che tutti continuassero a seguire il loro sogno. <E stai tranquilla. Hai tempo per migliorare ancora..> si avvicina alla ragazza allargando entrambe le braccia e girando il corpo di 180 gradi. <Ci penserò io a farmi carico di tutte le responsabilità> ci sarà ancora lui a proteggere la Foglia. Finchè potrà, sarà lui l'Hokage. Le da le spalle, in modo da permetterle di far passare le maniche su entrambe le braccia. Aspetta che sia lei a fare la prima mossa e, successivamente, la aiuterà nei movimenti per facilitarle l'indossatura.

14:48 Kaori:
 Le labbra di lei si distendono, il sorriso si allarga ed un'aria più leggera si frappone gentile fra loro. Prima che tocchi al Nono stesso dover entrare in prima linea per difendere la serenità della Foglia, toccherà alle sue forze armate dare il meglio per proteggere il Villaggio e, per estensione, l'Hokage in persona. Kaori avrebbe combattuto dando tutta se stessa per poter proteggere la sua gente ed il suo amico, non avrebbe permesso a nessuno di arrivare a lui finché fosse stata viva. Hitomu sorride, la incoraggia e conforta, e dentro di sé la Hyuga sa che l'altro apprezza davvero gli sforzi della sua gente e dei suoi ninja per proteggere la sua vita e la sua figura. Non immagina neppure quanto profondamente il biondo possa amare i propri concittadini, il proprio Villaggio. Non immagina davvero quanto profondo e vivo possa essere questo sentimento che lo lega alla Foglia. Si cerca sempre nuovi portatori della Volontà del Fuoco eppure ci si dimentica delle vecchie glorie che, ancora oggi, nonostante tutto, portano ancora dentro di sé quella fiamma ancora intatta, ancora viva, ancora bruciante. Kaori sorride, lo guarda e poi inclina il capo verso la spalla sinistra con fare divertito. <E' un bel pensiero. Terrà sicuramente uniti i tuoi uomini> annuisce e concorda lei sebbene, personalmente, non desideri essere ringraziata per nulla da lui. Ha promesso di mettersi a disposizione della Foglia e dell'Hokage ed è semplicemente quello che continua a fare giorno dopo giorno. Come ninja da un lato, come amica dall'altro. Una leggera risatina poi va librandosi dalle di lei labbra quando Hitomu si dimostra leggermente imbarazzato all'idea d'esser paragonato al Quarto e Kaori lo rivede per un istante libero dal suo ruolo di Hokage e diventar piccino. Un giovane ninja spontaneo che non osa paragonarsi ad una leggenda vissuta molto prima di lui. Lo trova quasi tenero e ridacchia divertita, raddolcita, snudando appena i denti bianchi. <Forse> commenta semplicemente stringendosi nelle spalle, prima di inspirare a fondo l'aria della notte e rispondere al di lui quesito. Gli dice quel che pensa in merito alla possibilità di divenire, un domani, Hokage. Se lo farebbe, se l'abbia mai pensato. E' sincera, confessa ogni cosa e lui l'ascolta silente e con fare cauto. Le sue parole sono gentili, incoraggianti, e portano la Hyuga a pensare una volta ancora a quel sogno che per lungo tempo ha tenuto nascosto e rinchiuso in un piccolo cassetto della sua memoria. Chissà... forse, un giorno... <Il tempo saprà dirci ogni cosa. Persino alimentare un sogno creduto perduto> sorride lei, tranquilla, osservando l'altro andare a porsi di spalle. E' pronto per ricominciare, pronto per rivestire il proprio ruolo. Kaori si illumina, ridistende l'haori e quindi annuisce. Andrebbe ad avvicinarlo al primo braccio per infilarlo nel relativo foro e poi lo tirerebbe su, verso la spalla, prima di fare la stessa cosa con l'altro braccio, aiutandolo ad indossarlo. Si sente emozionata nel farlo, investita quasi di una emozione profonda. C'è qualcosa di solenne in quel semplice gesto che le smuove qualcosa in fondo allo stomaco. <E noi a realizzare i tuoi obiettivi> aggiunge, guardandolo, prima di lasciar la presa sull'haori ormai indossato e far cadere un piccolo, breve silenzio fra loro. Il vento soffia, la notte avanza e così il tempo che corre attorno a loro. <Pronto a ricominciare?> domanderebbe, quindi, ruotando il corpo verso la porta che conduce all'interno ed il viso ancor girato verso di lui. Gli chiede, tacitamente, se è pronto a rientrare, a tornare ai suoi obblighi ed ai suoi doveri. Se lo fosse stato sarebbe andata ad accompagnarlo fino alla sua prossima meta prima di salutarlo e lasciargli modo di procedere con il suo fare. Se invece avesse voluto rimanere lì ancora per un po', sarebbe rimasta al suo fianco per godersi ancora per un poco quella splendida, stellata notte. [END]

15:13 Hitomu:
  [Tetto] Il cielo continua ad essere illuminato dalla presenza della Luna e delle stelle intorno ad essa. Un leggero vento soffia sulle loro figure. I capelli del biondo vengono accarezzati da quella brezza, tutt'altro che fastidiosa. Domani sarà un nuovo giorno. Dovrà recarsi in ufficio e riprendere il suo lavoro. Dovrà ascoltare i ninja che portano i rapporti delle missioni. Dovrà comunicare con l'Alleanza per mantenere vivi i rapporti con gli altri Villaggi e i loro Kage. Insomma, la solita vita. Quella quotidianità di cui, a volte, si lamenta ma che ama fare in fondo. Ama il suo ruolo, ama essere l'Hokage del suo Villaggio. I discorsi tra il jinchuuriki di Kurama e la kunoichi della Casata Hyuga vanno terminando. Le ultime parole vengono scambiate tra loro due. Gli ultimi sorrisi, gli ultimi sguardi.. Le iridi azzurre si spostano sul viso della ragazza. Ultimamente, il Nono la vede spesso al suo fianco. Non solo in senso figurato, ma in tutto il suo significato. È sempre lì, pronta per supportare lui. Per aiutarlo nelle sue paranoie, nelle sue piccole difficoltà. Non può fare altro che sorriderle. Un modo, come un altro, per ringraziarla dell'aiuto che gli da. Un'ultima visione dell'immagine dello Yondaime per capire se davvero lui e il Quarto sono simili come due gocce d'acqua, per poi scuotere la testa e lasciare scivolare la questione. Più che assomigliare a lui fisicamente, vorrebbe essere ricordato come lui. Una leggenda. Il tempo rivelerà ogni cosa, è vero. <Viviamo giorno per giorno. E, alla fine, vedremo cosa ci aspetterà> vivere il presente per prepararsi al futuro. Questo deve essere l'obiettivo. Una manica inizia a infilarsi in un braccio, mentre la ragazza dagli occhi perlacei conferma il supporto che tutto il Villaggio darà al jinchuuriki del Kyuubi. Anche l'altra manica cade dentro l'opposto braccio e il manto batte sul dorso del Nono cadendo come una piuma sul terreno. È pronto per ricominciare? Chiude gli occhi, inspirando più aria possibile nei polmoni. Quel profumo che solo Konohagakure ha. Lo fa suo per poi espirare tutto ciò che ha catturato precedentemente. Le iridi azzurre si mostrano di nuovo verso il Villaggio. <Sono pronto, sì> ancora lui. Sarà lì, in prima linea, a guidare il Villaggio verso un futuro sempre più radioso. E se qualcuno vorrà mettere in pericolo la Foglia, si troverà contro un pericolo che neanche si immagina. <Anzi, siamo pronti> insieme. Lui e loro, tutti i shinobi della Foglia. Lui e la Foglia, una storia infinita. <Andiamo> la guarda un'ultima volta, prima di farle strada per tornare nei piani inferiori della Magione. Da lì, infine, dirigersi ognuno verso casa propria prima di salutarsi un'ultima volta. [END]

Dopo lo scontro d'allenamento fra Hitomu e Kaori, il Nono si dirige sul tetto della Magione per tentare di curare da sé la ferita riportata durante l'incontro.

Kaori, dal canto suo, sentendosi in colpa per averlo colpito, lo cerca per curare il danno.

Ne conviene una piacevole chiacchierata in cui i due aprono poco a poco il proprio cuore riguardo timori personali e sentimenti legati al loro ruolo ed al loro Villaggio.