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Essere uno Spadaccino della Nebbia

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con Kaori, Raido

10:38 Raido:
  [Magione | Ufficio Mizukage] Le copie sono arrivate a Kiri, una si è andata a girare per le strade del villaggio mentre la seconda si è diretta verso la magione del Kage e con se ha tutto e di più. Nonostante sia solo un semplice e futile clone, la creazione di esso ha fatto in modo che avesse tutto l'occorrente necessario per affrontare un viaggio in sicurezza clonando ogni singola arma a disposizione del Jonin. Indosso porta un armatura pesante in parti metalliche fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sugli avambracci e sulle gambe sono stati posizionate apposite protezioni ovvero vambracci e schinieri; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Nell'orecchio ha una trasmittente per tenersi in contatto con gli altri nonostante la distanza. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero e imbevuta di un veleno composito speciale; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti: 1 tonico recupero chakra speciale, 2 tonici coagulanti, 2 confezioni di fili di nylon conduttore, 5 carte bomba, 2 bomba luce, 2 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 2 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 9 kunai a tre punte, tre per scompart, 9 shuriken 3 per scomparto. Nel portaoggetti ha posizionato un fuda con all'interno un respiratore per eventuali evenienze subacquee. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso. Nel polso destro vi è sigillata una nodachi imbevuta di veleno allucinogeno di livello S, nel polso sinistro una katana a doppia lama le cui lame sono imbevute di veleno allucinogeno di livello S. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato. Sul petto, precisamente sul pettorale destro, vi è piegato in modo che si veda solo il kanji "potenza" ha applicato 1 fuda potenziante; sul pettorale sinistro, invece, ha posizionato una particolare fuda speciale con il sigillo "potenza" dotato di forza maggiore. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere, simbolo del patto fatto con il diavolo. Il tempo in quel di Kirigakure si presenta nuvoloso, non è una novità, solitamente vi è la nebbia e questa è una piacevole novità all'interno del paese. I passi del Jonin clone si susseguono uno dopo l'altro, lenti ma decisi cercando di giungere proprio la magione ed è una volta arrivato li che si ritrova a dover togliere tutto quanto l'armamentario. E' la magione ed entrare con tutte quante le armi non è il massimo. Sfila la samehada, la katana, i vari fuda e tutte le tasche contenenti i vari oggetti in modo da restare completamente disarmato con solo l'armatura pesante sul corpo. Comincia a salire le scale della magione, calpesta i vari gradini cercando di giungere in prossimità dell'ufficio del Kage. Se fosse giunto dinanzi alla porta andrebbe ad alzare il braccio destro, la mano chiusa a pugno per poi bussare sulla porta <Sensei, sono Raido> si annuncia ma senza entrare ancora, attende il permesso. [Chk on]

La Magione si presenta alquanto silenziosa in questo momento. I primi due livelli sono decisamente quieti e una strana calma aleggia per l'intera struttura. Dalle finestre filtra rada una luce pallida che illumina le pareti dell'edificio a piccoli sprazzi. Un timido sole fa capolino attraverso grosse nubi grigiastre mentre l'aria frizzantina della Nebbia viene di tanto in tanto scossa da soffi di brezza gentili. Raido, o meglio, il suo clone, sta avanzando sicuro e tranquillo per le scale che conducono al terzo ed ultimo piano della Magione, quello dedicato alla presenza stessa del Mizukage e si ritrova ad essere particolarmente leggero nel suo cammino. Le sue armi son state infatti affidate ad un piccolo ufficio di guardia lasciandolo quindi avanzare disarmato e più sgombro che mai di tutti quei pesi. I suoi passi riecheggiano per il lungo corridoio che conduce dalle scale fino alla porta in fondo alla via, quella dietro la quale s'erge l'ufficio del Kage e non vengono interrotti da nessuno. Giunto in prossimità della soglia, il ragazzo bussa tranquillo andando dunque a rivelare la propria presenza all'orecchio attento di Hotsuma. Pochi istanti prima che la sua voce giunga forte e chiara dall'altra parte della porta. <Vieni ragazzo, entra pure> esclama l'uomo deciso. La sua voce è sfumata di una tonalità di quasi rimprovero, un tono che probabilmente Raido avrà già sentito usare in passato durante i loro allenamenti, durante i suoi primissimi errori. Pare quasi un salto nel passato tornare ad udire quella strana inflessione severa nel tono dell'uomo. Entrando nella stanza, infatti, Raido potrà notare la presenza di tre giovani uomini al cospetto dell'Oboro. Tutti e tre sono chinati a mezzo busto verso l'altro, feriti, evidentemente provati e calati in un silenzio religioso. Hotsuma siede dall'altra parte della scrivania fissandoli con fare duro, decisamente scontento. <Non mi aspettavo questo fallimento proprio da voi. Non avevo contemplato la possibilità che poteste cadere in una trappola così stupida, dannazione!> esclama l'altro stringendo i denti, lo sguardo fiammeggiante perfettamente visibile anche attraverso l'elmo che, quotidianamente, ricopre il suo viso. <Sono deluso da voi. Sono davvero deluso e questo fallimento non passerà impunito. Andatevene, uscite da qui e aspettate la mia decisione in merito al vostro rapporto.> Li congeda, alla fine, Hotsuma indicando loro la porta. I tre ragazzi non fiatano, nessuno osa contestare le sue parole, ma approfondendo l'inchino accettano la decisione altrui andando infine a rialzarsi e dirigersi verso l'uscita. I due ai lati sorreggono il ragazzo centrale evidentemente ferito e lo aiutano a camminare. Nessuno dei tre osa alzare lo sguardo sulla figura di Raido: delusi, feriti, amareggiati e probabilmente preoccupati per le parole di Hotsuma semplicemente escono dalla stanza in religioso silenzio lasciando dietro di loro un Hotsuma stanco e spossato che sospira pesantemente dietro la propria scrivania. <Vieni Raido, vieni pure> lo accoglie, dopo alcuni istanti, con fare sconfortato. <Attendevo il tuo arrivo da un momento all'altro> continua l'altro con fare un po' più tranquillo, sollevando ora lo sguardo sul jonin. Insomma, avevano già discusso del fatto che il ragazzo sarebbe tornato a Kiri per studiare le arti segrete degli Spadaccini, era consapevole del fatto che il suo prediletto non avrebbe fatto passare troppo tempo prima di mettersi all'opera. [Ambient]

11:17 Raido:
  [Magione | Ufficio Mizukage] La magione è silenziosa, stranamente silenziosa, non vede i consiglieri, i vari shinobi aggirarsi al suo interno e tutti i segretari e gli esponenti del villaggio. Non sente niente di niente tranne la voce di Hotsuma dopo aver bussato alla porta. Il tono è severo, di rimprovero, come se avesse fatto qualcosa; rimane dietro la porta per qualche attimo, stranito da questa particolare vicenda. Cosa mai può essere successo? Cosa mai può aver fatto? Cerca di pensare alle sue ultime azioni ed essendo la copia piuttosto recente dovrebbe ricorda tutti gli ultimi avvenimenti. Silente pensa e, allo stesso tempo, ricorda il passato a Kiri, tutti gli allenamenti fatti con il Kage quando era appena uno special jonin appena promosso, appena entrato nel vero mondo degli shinobi dove ogni missione si rivela ostica e difficile. Gli allenamenti in sua compagnia sono ciò che vi è più difficile in questo mondo, non è semplice come sensei e pretende tanto; ha fallito spesso le sue prove, ha fallito tante volte e ogni volta si è ritrovato a pagare un prezzo a dir poco alto, allenamenti ancora più duri ma lo ringrazia per questo. Grazie ai suoi metodi non ha mai fallito una missione, non è mai tornato con il volto del fallimento; è tornato molte volte distrutto, ferito, pieno di ossa rotte, sfregiato persino ma mai da perdente. Ogni missione sacra e vanno portate a compimento a costo della vita e così ha fatto, così ha sempre fatto, anche a Kusa, è sempre ritornato da vincitore. La mano si porta sulla maniglia, l'abbassa aprendo la porta verso l'interno e mostrando la stanza, è sempre la solita, è sempre quella ma finalmente capisce il perchè di quel tono severo. Non per lui quanto per la squadra di ninja difronte alla scrivania. Tre giovani chinati a prendersi il rimprovero del Kage, arrabbiato e deluso per il loro fallimento. Gli occhi si puntano sul trio, in silenzio resta sulla soglia ad osservare tutta quanta la scena per poi scostarsi facendoli passare. Non parla, non dice niente verso i ragazzi, conosce le regole di Kiri e il fallimento non è contemplato al villaggio ma per loro fortuna Hotsuma è tranquillo, la morte non è in programma. Chiude la porta dietro i ragazzi per poi avvicinarsi alla scrivania, se ci fosse una poltroncina andrebbe a sedersi ma riesce comunque a notare il viso stanco dell'uomo <Sei stanco Sensei, mai pensato alla pensione?> domanda sarcastico verso l'uomo o forse no? Chi lo sa <Cos'è successo? La missione intendo> curioso di sapere i particolari del loro fallimento, sapere cosa hanno fatto o non fatto per fallire una missione nel villaggio della nebbia. [Chk on]

Raido si accomoda alla poltroncina posta di fronte alla scrivania. L'ufficio è il solito di sempre, quello che il kiriano ormai conosce benissimo dopo anni passati ad entrare ed uscire da lì. Non è cambiato praticamente nulla se non fosse per il viso sempre più stanco di Hotsuma. Il tempo passa, passa anche in fretta e porta sui loro corpi i propri segni. E' ancora un uomo forte, temprato e coraggioso, certo. Ma dalle aperture del suo elmo sono evidenti i segni dell'età. Piccole rughe attorno alle labbra, agli occhi. Hotsuma dà in una mezza risatina stanca al sentire le parole di Raido e si abbandona contro la poltrona alla quale è seduto guardando il giovane in viso. <Aaaah, questa poltrona è strana, sai ragazzo?>inizia a dire l'uomo con tono più tranquillo. <E' scomoda, sta stretta, carica di un sacco di pesanti responsabilità e spesso ti fa venir voglia di andare lontano in un posto dove non c'è altro che silenzio. Ma pensare di lasciare queste responsabilità a qualcun altro è quasi spaventoso. Sapere che non sarebbe più mia la responsabilità delle vite di queste persone è terrificante. Forse perchè non c'è più nessun altro di cui mi fidi al punto da pensare di lasciargli il cappello..> E lo sguardo s'alza verso il soffitto per un attimo mentre quelle parole lasciano intendere un significato dolciastro dietro di esse. "Non c'è più nessun altro". Vuol dire che qualcuno prima c'era? Magari prima di andare a Kusa? Chissà. Chissà. Pochi secondi di denso silenzio prima che la domanda di Raido giunga all'udito del Mizukage che, riabbassando lo sguardo, torna a puntarlo su di lui. <Dovevano andare a recuperare una reliquia trafugata da alcuni ladri mercenari> inizia con lo spiegare Hotsuma adombrandosi in viso. <Doveva essere una missione semplice. Ma l'hanno presa troppo alla leggera. Sono caduti in una stupida imboscata desiderosi di farla finita in fretta. Si sono lasciati ingannare da una copia e sono caduti in una trappola> Hotsuma scuote il capo con fare deluso e stanco. <Hanno ucciso due dei tre ladri ma il terzo è riuscito a scappare col bottino e loro ci hanno quasi rimesso le penne> conclude il resoconto lanciando una occhiata al rapporto che è stato consegnato poco prima sulla sua scrivania. <A volte penso che forse ci siamo ammorbiditi troppo nei nostri metodi d'insegnamento> E Hotsuma non ci è mai andato leggero coi suoi allievi e Raido questo lo sa bene. <Ma voglio sperare che questo fallimento gli avrà insegnato a tenere d'occhio l'ambiente circostante la prossima volta. Banditi, ladri e criminali di questo tipo raramente hanno capacità innate importanti. Ricorrono a trappole e sotterfugi per salvare la pelle> Chissà se quei ragazzi l'avranno compreso? Il modo migliore per imparare, sicuramente, è comunque provare queste cose sulla propria pelle. <Ma ad ogni modo... immagino tu sia venuto qui per i rotoli, o sbaglio?> [Ambient]

11:56 Raido:
  [Magione | Ufficio Mizukage] Si accomoda sulla poltroncina davanti alla scrivani, poggia la schiena contro lo schienale osservando il Kage. Gli occhi sono stanchi, più di quanto non lo siano mai stati in passato e la sua età comincia ad avanzare, le rughe intorno agli occhi sono ben visibili a chiunque, non è più così giovane e di certo il peso del suo ruolo si fa sentire più che mai. Non distoglie gli occhi dal suo viso mentre ode quella risatina e le successive parole che si susseguono. Può solo immaginare cosa si prova a ricoprire un ruolo del genere, a Kusa, ogni tanto, presta servizio negli uffici del palazzo del governo, aiuta Yukio a svolgere alcuni suoi compiti come reintegrare nuovi ninja o dare varie promozioni, tante cose che l'Hasukage può fare a meno di pensare. L'ultima volta ha ridato a Hitachi il suo grado di chunin dell'erba, si è preso questo compito ma a Kiri non vi è nessuno e tutto quanto grava sulle spalle del Kage però lo capisce, quando dice di essere spaventato, lo capisce. A Kiri le cose funzionano, non vi è niente fuori posto, tutto procede diligentemente ed è solo merito di Hotsuma e pensare di dover dare una tale carica a un altro per poi vedere il lavoro di una vita andare letteralmente in fumo, si, questo si che spaventa. <Capisco> non c'è più nessun altro, tali parole lo portano a riflettere..magari se fosse rimasto a servire a Kiri avrebbe potuto osare tentare una scalata verso il Kage, provare ad ambire a tale ruolo ma oramai è troppo tardi. E' uno shinobi di Kusa a tutti gli effetti, non può tornare indietro, non lo ha mai fatto e non intende farlo proprio adesso anche se gli sarebbe piaciuto sapere se fosse pronto per ricoprire una tale cariche <Vedrai che qualcuno di degno arriverà prima o poi, hai un buon metodo di giudizio> lo sa, lo sa eccome questo avendolo avuto per anni come insegnate, sa come la pensa e sa come decide in queste cose. L'argomento cambia totalmente portandosi sulla missione fallita e si presenta piuttosto semplice nel complesso, non è qualcosa di difficile, anzi, è qualcosa che si sarebbe potuto risolvere in poco tempo e senza creare casini <Permettimi una critica> e qui per la prima volta va a parlare sulla severità <Quando sono diventato genin il fallimento non era contemplato e le punizioni erano severe, a tal punto da spingere tutti quanti a non fallire mai. Kiri è sempre stata famosa per questa sua durezza e anche per la presenza di ninja di alto calibro. Forse sarebbe il caso di tornare ai quei metodi, magari non completamente ma almeno nella maggior parte dei casi> non gli piace il buonismo verso chi fallisce e preferisce un certo tono severo. Probabilmente, se avesse continuato a servire Kiri, avrebbe spinto per riapprovare l'esame della nebbia dove solo uno è riuscito veramente a trionfare, Zabuza <Non sbagli e scusa se sono arrivato tardi> china il capo amareggiato ma le faccende a Kusa sono tante e il suo conto personale viene dopo. [Chk on]

Hotsuma osserva e fissa Raido con sguardo serio eppure non più severo come quello di poco prima. Le labbra sono appena distese in un mezzo ghigno mentre scuote leggermente il capo. <Sai, ne avevo cresciuto uno per prendere il mio posto. Ma poi ha scelto una strada inaspettata> ridacchia lui guardando Raido con uno sguardo ora più divertito, più rilassato, tamburellando una mano sulla superficie di legno della scrivania, al di sopra dei documenti che sono stati posti dinnanzi a lui sul tavolo. <Ci sono molti ninja validi qui a Kiri, non sono insoddisfatto delle nostre forze. Ma essere un bravo ninja ed essere una buona guida sono due cose diverse. Non tutti sono tagliati per guidare una intera Nazione, solo in pochi possiedono le capacità necessarie per riuscirci. E ad ora, purtroppo, non credo di aver visto nessuno capace di ispirarmi fiducia> ammette lui sospirando e rimettendosi poi dritto sulla poltrona. <Ma non è un problema per ora. Sono ancora perfettamente in grado di ricoprire il mio ruolo. O forse vuoi insinuare che stia invecchiando? Eh?> scherza ora rivolgendosi al suo allievo ricorrendo ad un finto tono minaccioso. Una risata leggera, roca e bassa esce dalle sue labbra mentre le parole di Raido lo portano quindi a riflettere nuovamente sul modo in cui la Nebbia è stata allenata e cresciuta negli ultimi anni. <E' quello che penso anche io, ragazzo. Siamo stati cresciuti e forgiati da allenamenti duri e intransigenti. Un fallimento voleva dire una punizione di quelle che forse era meglio farsi maciullare dai propri avversari invece di tornare vivi a casa.> Ricorda i tempi della sua gioventù con fierezza, le cicatrici impresse sul suo corpo con soddisfazione, pensando a come proprio quelle punizioni lo abbiano reso il valente ninja che è ora. <Ma i tempi cambiano e così la reputazione stessa del Villaggio. Quegli allenamenti erano a volte brutali, considerati troppo duri. Molti ninja si sono ribellati a questo tipo di istruzione ed era difficile riuscire a contenere la situazione. Riducendo la durezza di quegli allenamenti abbiamo appianato queste divergenze, siamo venuti incontro ad una crisi interna che per anni ha reso i mukenin di Kiri fra i più temibili... ma al tempo stesso i nostri ninja commettono più errori. E forse è una cosa normale, forse è così per tutti gli shinobi degli altri Villaggi, ma ancora non riesco ad accettare questa situazione.> Sospira scuotendo il capo prima di schiarirsi la voce e lasciar modo al suo allievo di andare a spiegare il motivo della sua venuta. Come pensava è tornato per i rotoli degli Spadaccini di cui avevano parlato alla sua stanza di locanda e questo lo porta ad annuire alzandosi quindi dal suo posto. <Tranquillo, non avevamo certo una scadenza da rispettare> lo rasserena l'altro andando a voltarsi verso un armadio posto alle sue spalle, un armadio con su impresso un particolare fuuda che l'altro va trattando ponendosi dinnanzi ad esso. L'armadio si apre poco dopo e da esso trae un grosso rotolo ingiallito decorato da strisce rosse e dorate. Molto elegante e, all'apparenza, decisamente antico. Qualche chiazza marroncina par quasi dar l'impressione di aver accolto su di sé vari schizzi di sangue nel corso del tempo. <Ecco qui. Questo, ragazzo, è un tesoro che solo pochi ninja hanno potuto vedere coi loro occhi> dice Hotsuma osservando l'oggetto fra le sue mani.Lo sfiora con estrema cura, cauto, attento a non rovinarlo alzando ora lo sguardo sul suo allievo. <Confido nel fatto che lo tratterai con la dovuta attenzione> mormora porgendo l'oggetto verso il kiriano con tono ora più serio e solenne, guardandolo negli occhi. [Ambient]

13:54 Raido:
  [Magione | Ufficio Mizukage] China il capo sorridendo nel sentire tale affermazione, è consapevole che sta parlando di lui, lo sa fin troppo bene. E' suo allievo e da quanto ne sa non ne ha mai avuti altri prima d'ora ma se così non fosse, poco importa, lo capisce dal suo sguardo comunque. Non ha mai ambito alla carica Kage ma non può negare che gli avrebbe fatto piacere poter ambiare a un tale onore, seguire quel percorso e raggiungere la vetta del villaggio, riuscire a comandare tutta quanta Kiri portandola nuovamente alla grandezza e ai fasti di un tempo. Dirigere il villaggio verso la sua personale visione, verso ciò che lui vede nella nebbia ma purtroppo non può più farlo <Forse non era pronto e sono sicuro che non lo è nemmeno adesso> non sa se lo è o meno ma no, non è pronto a diventare Mizukage, non è pronto ad avere un compito tanto gravoso sulle proprie spalle, ha ancora tanto da fare, ancora da tanto da dire e poi ha promesso a Kaori che sarebbe andato in pensione. Ha in mente un suo piano, finire le ultime cose e dire basta con la carriera da shinobi, appendere la katana al chiodo e dedicarsi completamente alla famiglia, al suo lavoro da fabbro, essere una persona normale. Questo desidera ma è ancora troppo presto per poterlo realizzare, è a Kusa da pochissimo tempo e da quanto ha visto, nel villaggio non va tutto a meraviglia, anzi, vorrebbe riorganizzare i sensei dell'accademia, assumerne il comando e portarli in una nuova direzione, più improntata verso i deshi, aiutarli a divenire migliori. Continua ad ascoltare il dire di Hotsuma e ha ragione, non tutti hanno le qualità necessarie per salire al comando e non tutti riescono a sostenere un peso del genere, di certo non bisogna essere shinobi qualunque, tutt'altro <Non lo sto insinuando, tu stai invecchiando> ride nel dirlo, una mezza risata in risposta al suo sensei. Tempo per scherzare non ce n'è, è difficile trovarlo ed è più difficile che sia lui a scherzare. A Kiri ha imparato ad avere la massima serietà, sia quando parla con i superiori che con i sottoposti eppure l'esperienza a Kusa lo ha cambiato e lo sta ancora cambiando man mano che va avanti, sta diventando sempre più "normale", quasi un uomo di quelli classici. Ancora ode il suo dire ma non si trova concorde con molte delle cose che vengono dette, ha una visione completamente diversa delle cose <Kiri è sempre stata unica, la nebbia insanguinata la chiamavano. Certo, il motivo era orribile ma il solo nome portava la paura negli occhi dei nostri nemici perchè sapevano che Kirigakure aveva ninja spietati e preparati a tutti...non a caso una delle principali regole dei 7 spadaccini è quella di non fallire mai. Noi non siamo come tutti i villaggi, lo so io e lo sai anche tu> si ferma qualche secondo, riprende fiato, riflette su cosa dire al suo sensei. Sta osando, sta parlando troppo ma non può fare a meno di farlo <Kiri ha bisogno di tornare ai fasti di un tempo. Quest'alleanza non deve minare il villaggio, non deve influenzare il nostro modo di agire> è fermamente convinto di ogni singola parola pronunciata, lui vuole che Kiri torni ad essere quella di un tempo, lo desidera con tutto se stesso e un giorno, forse, potrebbe riuscirci. Con lo sguardo segue il fare del sensei, non lo perde di vista restando in un silenzio tombale mentre quest'ultimo apre un armadio tirando fuori un rotolo, un prezioso rotolo di tecniche che, dopo pochi secondi, gli viene porto. Qualche secondo passa, non lo afferra, non lo prende ma guarda Hotsuma negli occhi <Lo riavrai presto> e con questo muove le braccia, le mani vengono aperte per posarsi sotto il rotolo prendendolo definitivamente. [Chk on]

<Forse.> mormora Hotsuma in risposta alle parole di Raido con tono pensoso, con le dita che tamburellano piano, a ritmo, sulla superficie da lavoro della scrivania. <O forse no. Immagino non lo sapremo mai> Cala un silenzio leggero, denso fra loro mentre i secondi scorrono e passano pian piano. L'atmosfera passa da essere densa a leggera e viceversa in rapidi scambi di battute portando a piccole risate da parte dei due e poi sguardi duri e seriosi in un istante. E' raro trovare attimi di gioco e divertimento in vite come la loro e strappano quei preziosissimi istanti ogni volta che ne hanno la possibilità. Piccole battute, piccoli giochi, per poi ricatapultarsi nella cruda verità della vita. Hotsuma ascolta le parole di Raido, il suo parere, discorso che ha in grande considerazione e che in gran parte condivide. Lascia che il suo allievo dica la sua trattandolo da suo pari, per niente offeso o infastidito dal modo in cui viene in qualche modo "corretto" dall'altro. <Sai perfettamente che anche io sono legato alle vecchie tradizioni, al periodo in cui un ninja veniva forgiato con gli addestramenti più duri. Ti ho insegnato tutto quello che potevo esattamente come era stato insegnato a me per primo, non mi sono mai risparmiato> principia l'uomo partendo dall'inizio del suo discorso. <Tuttavia questi metodi d'insegnamento hanno portato non poche polemiche nel tempo. Dentro l'Alleanza, fuori. Ma più di tutto in Kiri stessa.> sbuffa appena, stancamente, dovendo affrontare un discorso piuttosto complesso. <I suoi ninja spietati e pronti a tutto erano temuti dentro e fuori la Nebbia. Non erano più persone, erano macchine da guerra. Quegli allenamenti hanno forgiato shinobi incredibili, ma spesso, molti di loro, perdevano la via, la loro umanità. Il che è perfetto per un ninja. Poche emozioni, poche distrazioni.> .. <Ma è giusto, questo? Fare questo a delle persone? Ai figli, i fratelli, le madri di qualcuno?> Tace per un attimo andando poi a scuotere il capo, seriamente. <Non lo so, non so davvero. Voglio tornare alla stessa forza di quel tempo, certo. Ma non voglio che Kiri venga vista con lo stesso occhio carico di sospetto e critica. Devo trovare il modo di dimostrare a Kiri e all'Alleanza che abbiamo imparato dai nostri errori, dal nostro passato.> E con nuova risoluzione, Hotsuma si alza andando dunque ad adempiere la promessa fatta all'Oboro tempo prima. Gli porge il rotolo delle tecniche segrete degli Spadaccini andando a garantirsi la promessa dell'altro di farne buon uso ed in tempi brevi. Si fida di lui, sa che quella pergamena è in mani sicure. Lascia che l'altro se ne impossessi e, riabbassando le mani sulla scrivania, sorride al suo allievo. <Non avevo dubbi. Adesso va', Raido. E realizza i tuoi obiettivi> Un nuovo vivo, sincero sorriso si delinea sul volto del Mizukage che, con queste ultime parole, dà all'uomo il permesso di lasciare la Magione con il rotolo fra le sue mani. Lo lascia andare come un padre che permette al figlio di realizzare i suoi sogni lontano da casa. [END]

Una copia di Raido si reca a Kiri per prelevare da Hotsuma il rotolo contenente le tecniche segrete degli Spadaccini della Nebbia e studiarne quindi le tecniche.

Qui lui e il Mizukage hanno una breve chiacchierata circa l'evoluzione di Kiri nel tempo ed il suo futuro al termine del quale Hotsuma dà al suo allievo il rotolo richiesto.

Semplice Ambient per cui niente px. Ma bravissimo, come sempre :3