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[Ricerca] Episodio II - Dove trovare una tigre; Addio o... arrivederci?

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con Hiashi , Kaori

11:23 Kaori:
 Ancora piove sui cieli di Konohagakure. Par proprio che quel tempaccio non voglia saperne di svanire e che il cielo continui a piangere di un pianto perpetuo. Kaori osserva l'acqua scendere scrosciante dall'alto dalla finestra dell'ambulatorio ospedaliero nel quale si trova quest'oggi. Ha preparato un kit per prelevare dei campioni di sangue vicino ad un lettino e sistemato sulle varie fialette vuote una etichetta con su scritti i dati di Hiashi così da riconoscere la provenienza di ogni campione. Ha mandato una lettera, il giorno precedente, al ragazzo per avvisarlo che quella mattina sarebbe stata disponibile per fargli quel favore di cui avevano discusso dopo il suo scontro del torneo contro Mekura. Ancora non sa cosa l'altro voglia fare del sangue prelevato, tuttavia suppone che non possa far del male agli altri una simile richiesta e per questo non vede perchè non aiutarlo. Su di un tavolino è disposto poi un vassoio coperto con una brioche calda ed un bicchiere di succo di frutta: considerando la quantità di sangue che l'altro vuol farsi prelevare sarà bene avere qualcosa da fargli mangiare per prevenire eventuali sbalzi di pressione. Kaori indossa il suo camice medico bianco chiuso sul davanti. Un paio di penne fanno capolino dalla tasca posta sul petto mentre dei pantaloni elasticizzati neri compaiono da sotto l'orlo della veste ospedaliera giungendo fino alle caviglie. I piedi son infilati in comode calzature da ospedale, ciabatte bianche che le permettono di muoversi più tranquillamente per i reparti, mentre i capelli ormai tornati al loro colorito violaceo, son legati in una alta coda di cavallo. Ormai sono ricresciuti sebbene non siano tornati alla loro lunghezza di sempre, e per un certo verso Kaori sembra quasi essere tornata, almeno a vederla, quella di una volta. L'espressione più seria e composta sul suo viso, però, non lascia adito a dubbi: Kaori è cambiata, è cresciuta e da questo non si può tornare indietro. Attende nell'ambulatorio l'arrivo dello Hyuga; ha lasciato detto ad una delle infermiere all'ingresso, di guidarlo verso la stanza una volta che l'avesse visto entrare. In realtà non l'ha convocato solo per realizzare quel favore che l'altro le ha chiesto tempo prima: in verità ha anche lei, a sua volta, qualcosa da domandargli, qualcosa che le è molto a cuore. Spera davvero che possa aiutarla, che possa avere una qualche minima parola d'aiuto nei suoi confronti. Non sa se il ragazzo se ne intenda di tigri o di animali così grossi che non siano delle evocazioni, tuttavia sa che è sempre stato molto bravo nell'occuparsi della fauna in generale, per cui è la sua più grande speranza per poter trovare qualche traccia che possa ricondurla ad Asia. [chakra: on]

11:33 Hiashi :
 Il moro porta delle calzature ninja-style ai piedi di colore nero mentre la restante parte del corpo è coperta da un kimono grigio chiaro composto unicamente dal pantalone e la giacca, fermate in vita da una fascia del medesimo colore ed a coprirgli le spalle fino quasi alle ginocchia uno haori grigio scuro molto sobrio. Spicca sulla fronte una fascia di tessuto nero con la quale viene messo in evidenza il coprifronte con il simbolo del Villaggio della Foglia, gli occhi bianchi sono un altro simbolo caratteristico e distintivo del suo clan che è uno dei più noti a livello mondiale per cui è inutile nascondere la propria identità ovunque si vada. Una leggera cicatrice che ormai sembra particolarmente vecchia gli divide il volto in due metà simmetriche, una linea verticale che separa la parte destra da quella sinistra. I capelli sono tornati ad essere lunghi, neri, lisci come fili di seta che disciplinati ed eleganti ricadono lungo la schiena e nella parte bassa, a livello dei reni sono fermati con un elastico. La mano destra porta delle evidenti bende che coprono completamente le dita salendo fino a metà del braccio destro, si muove tra le strade lungo una linea retta ricordando più un automa che una persona in carne ed ossa. Le mani sono parzialmente coperti da guantini ninja con placchette metalliche sul dorso, mentre gli avambracci portano delle placche metalliche come protezione. Dietro il fianco destro un porta kunai a destra dove sono inseriti 4 kunai e 4 shuriken ed a sinistra un portaoggetti con all'interno 5 Fuda vuoti, 1 bomba luce ed un paio di fili di nylon, più un gruzzoletto di monete e qualche carta bomba, un tonico coagulante ed uno per il chakra; nascosti sotto il coprifronte, sotto i vambracci metallici e sotto gli avambracci si trovano un fuda con sigillato un tronchetto pronto per la tecnica della sostituzione, cinque in tutto e tutti non visibili. Altri due portakunai sono legati alle cosce, quello destro contiene cinque kunai i quali sono collegati tramite un filo di nylon lungo un metro ai fumogeni, il cui stock è assicurato al portakunai stesso in modo che lanciando il kunai questo si porti dietro anche un fumogeno almeno secondo le intenzioni dello Hyuga; nel portakunai sinistro invece ci sono 4 kunai con le carte bomba arrotolate attorno all'impugnatura. Appena varcata la soglia dell'ingresso dell'ospedale però deve consegnare a malincuore il suo equipaggiamento e provare a chiedere di Kaori, ha un appuntamento con lei, ma non può certo intrufolarsi senza dir nulla no?! Ma una olta ricevute la dovute indicazioni proverebbe a raggiungere la ragazza nell'Ambulatorio [Equip: portakunai fianco destro con: 4 shuriken, 4 kunai - portakunai coscia destra con: 5 kunai legati con nylon a fumogeni, 1 stock fumogeni - portakunai coscia sinistra: 4 kunai con carta bomba, 2 tirapugni - portaoggetti: 6 carte bomba, 1 bomba luce, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, 5 fuda, 1 nylon, 1 nylon conduttore, trasmettitore, foto e documenti - 5 fuda con tronchetto nascosti sotto gli abiti - guanti ninja - vambracci metallici - schinieri metallici - armatura pesante (+15 res) - sigillo speciale potenziante ninjutsu - 2 sigilli potenzianti petto e braccio destro - veleno allucinogeno A su ogni lama][Chakra on]

11:46 Kaori:
 Il pensiero di Asia torna prepotentemente nella mente della special jonin. Si chiede se la tigre sia al sicuro, se sia riuscita a trovare del cibo, se qualcuno non le abbia forse fatto del male. Ripensa alla targhetta che ha visto attorno al suo collo, a quel nome inciso su di essa che lascia supporre che sia appartenuta a qualcuno, che avesse avuto qualcuno che le volesse bene e che l'avesse accolta con sé. Ripensa ai suoi grandi occhioni gialli e lacrimanti ed una stretta al cuore va a farsi viva nel petto. Richiude le iridi Kaori sospirando leggermente. Non aveva mai pensato che un animale potesse arrivare a provare emozioni tanto intense, che potesse essere così simile ad una persona. Un pensiero forse sciocco, egoistico, ma di cui ora si pente amaramente. Quelle creature soffrono proprio come loro. Probabilmente allo stesso modo sono capaci di gioire ed aver paura. E nessuno può arrivare a comprenderne i sentimenti... Si sente quasi colpevole per non aver mai veduto prima la sofferenza di tutti gli animali attorno a sé e riaprendo gli occhi si ritrova a notare come, fuori dalla finestra, il tempo stia lentamente mutando. La pioggia cessa di scendere, le nubi scure si diradano poco a poco ed un sole caldo e luminoso va a far capolino fra di esse. Il vento soffia più gentile e nessun tuono va rimbombando più, lontano, facendo vibrare i vetri delle finestre. La giornata par migliorare sebbene la Hyuga si senta ancora decisamente intristita dal pensiero di Asia. Si umetta le labbra timidamente andando solo a quel punto ad udire la porta che s'apre alle sue spalle. Si volta d'istinto, rapidamente, scorgendo la figura del ragazzo che entra nella stanza. <Oh, Hiashi, buongiorno> avrebbe quindi lei salutato ridistendendosi un poco alla sua vista, ruotando il corpo verso di lui e puntando le iridi perlacee sul suo viso. <Non ti avevo visto arrivare> ammette, poco dopo, indicando con un cenno del capo la finestra alla quale era affacciata fino a pochi istanti prima. Distratta, pensierosa, non s'era neppure accorta dell'arrivo del moro dinnanzi le porte della struttura. <Prego, entra pure, siediti liberamente> indica allora, con fare cortese, indicando con un cenno della mano la poltrona (non lettino, errore mio nel post precedente!) disposta nell'ambulatorio per i prelievi. <Come stai?>[chakra: on]

11:59 Hiashi :
 Sembra quasi che abbia interrotto qualcosa nella mente di Kaori, ma riuscire a capire cosa richiede delle capacità empatiche che gli sono fondamentalmente estranee perchè non riescono sicuramente ad arrivare a livelli così alti. Non è mica un mentalista e non possiede tecniche di lettura del pensiero indi ragion per cui rimane nel suo ignoto e per non essere scortese non prova neppure a chiedere di cosa si tratta. Sarebbe inopportuno <Buongiorno Kaori-san, disturbo? Posso tornare in un altro momento se preferisci> insomma non si sa mai, certe cose possono rapire non solo la mente ma anche le facoltà che questa possiede. Quando si è troppo presi da qualcosa in particolare non si riesce a pensare ed agire con la dovuta lucidità no?! Ma invece viene invitato ad entrare e quindi proverebbe a prendere posto sulla poltrona che gli viene indicata cercando di mettersi il più comodo possibile. Non è la sola ad essere in pensiero, il moro proprio pochi giorni fa ha dovuto separare un cucciolo di leone dalla sua famiglia a causa di un incarico legato al suo lavoro... per certi versi questo lo fa soffrire più di quanto si sarebbe potuto aspettare perchè di solito per lui la missione viene sempre e comunque prima di ogni altra cosa <abbastanza bene.Tu?> chiede di rimando quasi in modo automatico [Chakra on]

12:23 Kaori:
 Alle parole di Hiashi la Hyuga si ritrova a schiudere le labbra fissandolo con fare quasi sorpreso, confuso. <Uh?> torna presente a se stessa lasciando da parte i suoi pensieri e quel continuo rimuginare andando poi a scuotere appena il viso da un lato all'altro in segno di diniego. <No, affatto, non preoccuparti. Dopotutto sono stata io a darti appuntamento, no?> continuerebbe abbozzando un leggero sorriso di cortesia. I loro rapporti si sono raffreddati molto nel tempo, il distacco dovuto alla faccenda di Cappuccio Rosso li ha portati a frapporre una barriera gelida in mezzo a loro capace di rendere l'aria nella stanza sempre piuttosto tesa quando sono assieme. E' un dolore sordo, di sottofondo, quello che si ripercuote nel petto della ragazza quando si trova in compagnia dello Hyuga. Sebbene sia convinta della propria posizione e non sia affatto pentita di quanto sia successo, sentire come il loro rapporto sia drasticamente cambiato fa senza dubbio molto male. Era un fratello per lei, ed ora è una schiena che continua ad allontanarsi dal suo sguardo distaccandosi da lei. Lascia che l'altro si accomodi e avvicina alla poltrona il carrello con gli strumenti necessari alla procedura per poi udire quella sua risposta quasi da manuale, quasi meccanica. Inspira piano, trattiene una fitta di dolore al petto e quindi si piazza in faccia un sorriso di circostanza. <Tutto bene.> A quel punto la ragazza pone lo sguardo sul di lui braccio sano, quello non artificiale, e poi alzerebbe lo sguardo sul viso di lui. <Solleva la manica più che puoi, per favore. Se sei pronto iniziamo subito> spiega lei respirando piano, tranquilla, andando ad afferrare dal carrello il laccio emostatico presente. Se l'altro avesse fatto quanto richiesto ecco che sarebbe semplicemente andata a portare quella sorta di laccio di gomma attorno al suo bicipite, poco sopra il gomito, annodandolo poi piuttosto stretto, così da poter poi picchiettare con due dita le vene al di sotto del gomito e metterle in evidenza. Le osserverebbe attentamente andando ad escludere ogni altro pensiero dalla sua mente in quel fare: per quanto possa essere confusa e piena di pensieri in quel momento dev'essere attenta e concentrata. Un medico non può concedersi distrazioni nel suo lavoro, un medico traffica con la vita e la salute delle persone dopotutto. Adocchiata una bella vena scura, Kaori andrebbe quindi a prendere dal carrello l'ago e andrebbe poi, poco dopo, ad infilarlo leggermente inclinato nella pelle e nella carne dell'altro in direzione del canale ricolmo di sangue precedentemente osservato. A questo punto avrebbe preso un pezzettino di scotch presente sul carrello e avrebbe attaccato l'ago alla sua pelle così da tenerlo fermo. <Okay> mormorerebbe quasi fra sé e sé per poi andare a prendere il tubicino di gomma collegato alla prima fiala dal carrello e attaccarlo all'ago collegato al suo braccio. Il sangue prenderebbe a fluire verso la fialetta andando lentamente a riempirla mentre Kaori si ritroverebbe a sciogliere il laccio emostatico attorno al di lui bicipite. <Bene, adesso aspettiamo di riempirle tutte> informa il ragazzo con fare tranquillo, professionale, tenendo d'occhio la fiala attaccata al tubicino. <Se dovessi sentirti debole o fiacco è normale, per cui non preoccuparti> aggiunge, poco dopo, rialzando lo sguardo sul viso altrui. [chakra: on] [Competenze Curative B]

12:40 Hiashi :
 Si, è stata proprio lei a chiamarlo. A dargli quell'appuntamento. Era un appuntamento atteso ma per certi versi, come per Kaori, anche per il moro vedere la ragazza causa una sorta di spiacevole situazione. Un vaso rotto non può tornare come nuovo ma può essere sostituito da un nuovo vaso e per certi versi è ciò che è accaduto tra loro. La loro amicizia quasi fraterna è stata sostituita da una fredda indifferenza tipica dei rapporti tra conoscenti. La risposta di Kaori è altrettanto meccanica, il che non è che una ulteriore conferma a ciò che pensa lo Special. Aiutandosi con la mano destra va a scollevare la manica sinistra lasciando libero il braccio mancino ed assecondando i gesti della dottoressa per permetterle di operare al meglio, quanto più velocemente possibile e quanto più serenamene possibile. O forse no. Sente l'ago penetrare nella propria pelle e vede il sangue andare a fuoriuscire dal proprio corpo <immaginavo una possibile simile reazione> ha già perso del sangue in precedenza quindi pur non avendo competenze mediche poteva immaginare qualcosa di simile <ti ringrazio> ma c'è qualcosa di cui deve parlarle, non sapendo se l'albino l'abbia già fatto o meno, ma comunque lui è tenuto a farlo <ho avuto modo di incontrare Oboro-san alcuni giorni a dietro>[Chakra on]

13:15 Kaori:
 Beh, sono ninja e Hiashi è uno shinobi piuttosto esperto, un ragazzo che combatte e si allena da molto prima di lei e che senz'altro di ferite ne ha potute subire e sperimentare di ogni tipo e genere. Non si aspettava che l'altro non sapesse quali conseguenze potesse portare una simile operazione, ma in qualità di medico sentiva di doverlo ugualmente avvisare. In ogni caso, poi, lei sarebbe rimasta al suo fianco per tutto il tempo, per cui avrebbe potuto rapidamente aiutarlo in caso di bisogno. <Ma penso che tu abbia sopportato di peggio, per cui penso che non avresti problemi ad affrontare un po' di debolezza> aggiunge, poco dopo, con un mezzo sorriso cortese, prima di andare ad espirare piano e svitare la prima fialetta ormai riempita di sangue cremisi. La svita e la sostituisce con una seconda vuota andando a riporre la prima nel suo apposito alloggio sul carrello, mentre dalle labbra andrebbe a far fuoriuscire nuove fresche parole. <Sai... mi chiedevo se non potessi aiutarmi con un piccolo problema. Ho provato a fare da sola ma... beh, non è esattamente il mio settore e così speravo che avessi qualche consiglio da offrirmi> andrebbe a dire lei umettandosi le labbra, alzando ora lo sguardo dalla nuova fialetta attaccata al tubo al suo viso candido dai lineamenti decisi. <Ho... incontrato una tigre qualche giorno fa. Sembrava ferita e piuttosto denutrita. Ho potuto darle solo pochi pesci da mangiare e non ho fatto in tempo a curarla che è fuggita via> inizia a spiegare la giovane prendendo una piccola pausa. <Ho provato a cercarla qualche giorno dopo ma non ho trovato tracce per via dei temporali degli ultimi giorni. Vorrei assicurarmi che stia bene, che non le sia successo nulla, ma non so dove potrei cercarla> rivela la ragazza con un mezzo sospiro sentendosi decisamente abbattuta. <Dove pensi che potrebbe essere andata? Sai se le tigri preferiscono le foreste alle grotte? O magari i fiumi?> domanderebbe, quindi, sperando vivamente che l'altro abbia qualche consiglio da darle e che, soprattutto, abbia voglia di aiutarla. Nel mentre la seconda fialetta si riempie e Kaori va sostituendo anche questa con una terza vuota, collocando il contenitore pieno di sangue nell'apposito alloggio. Hiashi è un paziente tranquillo, sereno e lascia che lei faccia come crede senza lamentarsi, ma andando a darle una notizia che la sorprende non poco. L'osserva a labbra schiuse, sorpresa, preoccupata leggermente di quanto udito. <Oh... davvero?> domanderebbe ora piuttosto impensierita, mordendosi il labbro inferiore con veemenza. <E... com'è andata?> [chakra: on] [Competenze Curative B]

13:42 Hiashi :
 Kaori sta facendo il medico come da copione, da le indicazioni giuste anche se pensa possano non essere necessarie per il suo paziente. Effettivamente è così, non ha in programma di fare grandi combattimenti quest'oggi ma qualora dovesse ritrovarsi in situazioni pericolose potrebbe sempre contare sulle evocazioni dei lupi. C'è però qualcosa che sorprende lo Special, una trigre ferita e denutrita che ha incontrato la Hyuga e che vorrebbe ritrovarla. Interessante. Sarebbe molto interessante capirne i motivi ma... decide di lasciar perdere. Ascolta con interesse prima di rispondere <Le tigri solitamente preferiscono ambienti come la foresta per sfruttare al meglio il loro manto per mimetizzarsi con il sottobosco, perfino un occhio allenato ha difficiltà nell'individuarle. Potresti esserci passata davanti senza saperlo. Dovresti tornare nel punto dove l'hai vista, sono animali territoriali e dato che è ferita dubito molto si sia allontanata; cerca anche possibili fonti d'acqua nelle vicinanze, potrebbe essere un buon punto per riposare e cacciare> anche gli erbivori devono abbeverarsi e molti cacciatori li attendono al varco <una opzione potrebbe essere quella di legare un animale vivo ad un albero per impedirgli di scappare ed attendere che siano i suoi versi a richiamare la tua tigre: se ha fame non tarderà e nn si farà sfuggire una simile occasione> mentre per quanto riguarda il discorso Raido beh molto semplicemente <abbiamo chiarito i rispettivi punti di vista lasciandoci il passato alle spalle> alza quindi gli occhi cercando lo sguardo di Kaori, per la prima volta nel loro rapporto la guarda negli occhi per più di un istante <vi auguro di esser felici> [Chakra on]

14:04 Kaori:
 Il sangue fluisce rapidamente nel tubicino andando a riempire, poco per volta i vari flaconcini che Kaori svita e ricollega al canale di scolo. Ormai anche la terza fialetta viene riempita e la ragazza la va sostituendo con una quarta ancora vuota, mentre il ragazzo procede con la sua spiegazione da esperto nel settore. Sembra molto più disinvolto ora che si ritrova a parlare di qualcosa che ben conosce e che lo appassiona e per un istante le sembra quasi di essere tornata indietro nel tempo, indietro ad un periodo in cui per loro era sempre semplice stare insieme, parlare, persino ridere. Un momento che ora par essere lontano una vita e che riaffiora solo per il tempo di questa conversazione. La Hyuga ascolta attentamente cercando di far tesoro delle sue informazioni e si ritrova a metter su una espressione pensosa mentre tiene costantemente d'occhio il fluire del sangue nelle provette. <In realtà ci sono tornata. Ho provato a controllare e cercare, ma la pioggia ha cancellato le impronte sul terreno. Non ho visto tracce di sangue o peli e lei decisamente non c'era. Ho attivato persino il Byakugan per controllare meglio, ma non era affatto nei paraggi...> spiega lei sospirando appena con aria mesta, preoccupata, ritrovandosi meccanicamente a cambiare l'ennesima fialetta. Sviterebbe il flaconcino richiudendolo e poggiandolo nel suo giaciglio per poi prendere il quinto contenitore ancora vuoto ed avvitarlo al tubicino. Il sangue si riversa scarlatto dentro di esso andando a riempirlo poco per volta. <Però quando ho attivato il Byakugan sono riuscita a trovare qualche flebile indizio che conduce ad ovest, pensavo di provare a seguire la via, ma ormai temo che dopo tutti questi giorni le tracce saranno svanite. Però se è come dici tu, e suppongo di sì visto che sei un esperto per quanto riguarda gli animali, potrei provare a seguire il corso del fiume aggirandomi nella vegetazione. Magari riesco a ritrovarla> mormora lei un po' più speranzosa. <Il mio dubbio però è che sia stata presa da qualcuno. Quando l'ho trovata aveva una targhetta al collo. C'era scritto "Asia", suppongo fosse il suo nome... e se aveva una targhetta allora qualcuno deve avergliela messa, no?> continua a spiegare Kaori mentre i pensieri volano fra la mente e le labbra, fuoriuscendo sotto forma di parole. <Sai se i circhi o gli zoo tendono a mettere dei collari ai loro animali? Magari è fuggita da lì... insomma, che io sappia non è usanza avere una tigre domestica, no?> azzarderebbe, quindi, tornando a guardare il ragazzo come a voler cercare un riscontro dalla sua esperienza e dai suoi pareri, pensando per un istante soltanto a Sakura ed alla sua folle passione per i felini. Probabilmente lei sì, lei l'avrebbe volentieri tenuta una tigre domestica. E, se si fosse trattato di Asia stessa, anche Kaori l'avrebbe fatto. C'è un legame, un collegamento con quella creatura che le impedisce di pensare a lei come la compagna di qualcun altro. Nel mentre anche la quinta fiala fa colmandosi e Kaori, meccanicamente, ormai guidata dall'esperienza fatta fra quelle mura, va a sostituirla con una sesta ancora intonsa mentre Hiashi, poi, va spiegando di aver parlato con Raido decidendo di lasciare alle spalle i loro trascorsi. La notizia porta Kaori a schiudere le labbra e sgranare gli occhi, fissandolo sbalordita, confusa, un po' offesa dal fatto che Raido non abbia voluto parlargliene. Ma proprio questo la porta a pensare che forse mettersi il passato alle spalle non voglia necessariamente dire aver superato quelle divergenze, ma solo aver preso atto della frattura ancora esistente fra loro. Un po' come successo con Kaori stessa. <Oh... beh io... grazie. Ma allora voi--> risponde leggermente intontita prima di rendersi conto di qualcosa che, per la prima volta, ha veduto accadere in tutta la sua vita. Mentre osserva Hiashi e risponde alle sue parole, difatti, la Hyuga si ritrova a specchiarsi nel di lui sguardo, notando come l'altro stia guardando proprio lei. In viso. Negli occhi. La voce si affievolisce fino a spegnersi, le labbra rimangono schiuse e Kaori si ritrova a perdersi per un lungo, infinito istante, nelle iridi chiare e gemelle di lui. <Tu...> un mormorio sorpreso, incredulo, che fuoriesce dalle labbra con fare attonito, quasi timoroso di star sognando qualcosa. <..mi stai guardando> E brava capitan ovvio! Par quasi in shock nel constatare questo accadimento, al punto da ritrovarsi impossibilitata a distogliere lo sguardo da lui, dal suo viso, sentendo quasi le iridi pizzicare sul viso. Gli aveva promesso molto tempo prima che avrebbe cercato di aiutarlo, che avrebbe fatto in modo di aiutarlo a superare quel trauma così che potesse finalmente guardarla davvero. E' passato molto tempo, ma quel desiderio non è mai svanito dalla mente della Hyuga, nonostante le divergenze intercorse fra loro. Ed ora, per la prima volta, si ritrova a vedere le iridi di lui posarsi su di lei, senza però che l'altro possa guardarla con lo stesso sguardo che avrebbe potuto utilizzare in un'altra situazione, in un altro momento. Non la guarda con occhi sorridenti, con fare affabile o felice. La guarda con fare pacato, tranquillo, con lo stesso sguardo sereno col quale si potrebbe osservare una poltrona. La guarda attraverso la barriera creatasi fra loro e qualcosa nello stomaco della Hyuga si rompe dolorosamente. [chakra: on]

14:28 Hiashi :
 La pioggia è una delle peggiore nemiche per chi deve cercare delle tracce: è in grado di distruggere praticamente qualsiasi cosa andando a lasciar dietro di se il nulla più assoluto <Ovest> dipende tutto dal punto in cui l'ha incontrata Kaori naturalmente. Se neppure il Byakugan è riuscito ad individuarla allora probabilmente allora non era veramente più li <Si, prova a seguire il corso dell'acqua> l'acqua è vita ed è sempre un luogo ricco di vita sia vegetale che animale. Il particolare del collare però è interessante <Tieni presente che io ho un Lupo come animale da compagnia. E' possibile che qualcuno l'abbia scelta per lo stesso scopo. Purtroppo per quanto riguarda zoo o circo non so darti una risposta precisa, ho troppa poca esperienza in merito ma lo ritengo improbabile> è più facile che sia stato un unico prorietario che l'ha scelta come amica a darle quel collare col nome. Ma eccoli tornare a parlare del secondo discorso, quello dalle implicazioni <Si, ci siamo incontrati casualmente e l'ho invitato a bere qualcosa ma...> si interrompe perchè Kaori sembra aver fatto la rivelazione del secolo. La sta guardando, la guarda negli occhi come non ha mai fatto prima d'ora ed i ragionamenti che si arrovellano nella mente della ragazza sono corretti <Si, sto lentamente superando questo... blocco> ma eccolo che torna a distogliere lo sguardo. Non sembra intenzionato a voler dire altro al momento, certo se dovessero esserci delle domande in merito la cosa potrebbe cambiare ma di spontaneo ha detto anche fin troppo per quello che è il loro rapporto attuale. Quella gelida parete che li separa e che sembrerebbe divenire più spessa ogni giorno che passa <C'è anche la questione del braccio destro> come a voler cambiare discorso [Chakra on]

14:47 Kaori:
 A quanto pare la pista relativa alla possibilità di cercare indizi in un circo od uno zoo è da scartare. Secondo l'addestratore è quanto mai improbabile che quel genere di cattività possa portare all'affidamento di un collare e che questo è quanto più un atteggiamento domestico. Kaori annuisce, stancamente, ritrovandosi a sospirare appena. <Spero che chiunque l'abbia avuta con sé non sia stato la causa di quelle ferite.> mormora quindi stringendo appena lo sguardo e le labbra con fare deciso. Non potrà mai dimenticare l'espressione addolorata di quella creatura, il suono del suo pianto disperato, la forma di quelle lacrime genuine nate limpide dalle sue iridi dorate. Quello è lo sguardo di una creatura sola, una creatura che ha perduto tutto ciò che ha, il suo mondo. Se solo qualcuno ha osato abbandonarla come un rifiuto per la foresta allora Kaori avrebbe fatto giustizia. <Comunque ti ringrazio per i tuoi consigli. Spero di riuscire a ritrovarla> aggiunge, poco dopo, cercando di calmarsi nuovamente, andando a sfilare la sesta fialetta dal tubo per riporla nel porta fiale lì accanto, avvitando ora il settimo flaconcino. Ormai hanno quasi finito quella particolare procedura, mancano solamente tre provette da riempire. Tuttavia, per un momento soltanto, l'attenzione finora rivolta a quel procedimento va scemando venendo sostituita nell'immediato dall'attenzione verso le parole dello Hyuga. A quanto pare il ragazzo ha inviato Raido a bere qualcosa, hanno parlato civilmente come Hiashi le aveva detto che non avrebbe fatto. L'ultima volta che hanno discusso della faccenda Kaori l'aveva invitato a parlare con il kiriano di persona per risolvere i loro problemi ed il ragazzo sembrava decisamente non intenzionato a farlo. Eppure adesso qualcosa par essere cambiata. Forse per caso, forse no, non lo sa, ma per lo meno c'è stato un passo avanti fra loro. Non avranno risolto i loro problemi, non avranno trovato un punto d'incontro, ma per lo meno non rimane in sospeso fra loro quella sorta di minaccia di morte silenziosa. Tuttavia il discorso viene per un attimo accantonato quando qualcosa d'imprevisto e totalmente inaspettato accade. Hiashi la guarda, la guarda davvero. Negli occhi, specchiandosi nelle iridi perlacee della giovane che incredula rimane ferma ad osservarlo a labbra schiuse. Il ragazzo è di poche parole, non dice molto in merito, si limita ad una breve frase che porta la ragazza a sentirsi ancora e sempre più esclusa da lui, dalla sua vita, da tutto ciò che è Hiashi Hyuga. Par evidente che non senta di parlargliene, di doverlo o volerlo fare e questo porta la ragazza a sentire il cuore contrarsi, gli occhi pizzicare. Vorrebbe chiedere, vorrebbe sapere, vorrebbe capire e rimanere ferma così per un istante ancora solo per poter ricordare la sensazione di un suo sguardo. Eppure quel contatto viene meno, Hiashi distoglie lo sguardo da lei e cambia subito discorso rompendo del tutto la possibilità di avvicinarsi a lui. Kaori deglutisce silenziosamente, trattiene quel pizzicare bruciante agli occhi ed annuisce un paio di volte mentre va a sostituire la settima fialetta con una ottava nuova e vuota. Ormai hanno quasi terminato i prelievi. <Mhn> annuisce lei in merito all'ultimo dire del ragazzo, temendo di sentire la voce rompersi se solo dovesse osare dire qualcosa. Ma non può rimanere in silenzio, non può mostrare così apertamente quel profondo senso di doloroso disagio che le preme al petto. Per cui cerca di farsi forza e di ricorrere a tutta la sua concentrazione per mascherare la ferita che sanguina al petto. <Sì. Appena avremo finito qui> aggiunge poco dopo con voce bassa, pacata, riuscendo a stento a non farla tremare. Fissa le iridi sulla provetta ormai piena e la svita lentamente, con cura, riponendola nel suo alloggio. Una nona e quasi ultima fiala viene sostituita ed il sangue prende a scolare in essa riempiendola a sua volta. <Quindi...> si schiarisce la voce cercando di ricomporsi, di mettere a tacere il tumulto interiore appena agitatosi. <...com'è andata? Non pensavo avreste parlato. Che ne avessi intenzione, almeno> [chakra: on]

15:14 Hiashi :
 <Se qualcuno si è preso tanta cura di lei tanto da arrivare a darle un collare ed un nome non credo sia anche il responsabile delle sue ferite> era qualcosa di sicuramente in controsenso <ma a questo punto ogni cosa è possibile> anche qualcosa tipo che il proprietario è impazzito è l'ha ferita prima di abbandonarla dopo essersi preso cura di lei per chissà quanto tempo <se dovessi aver bisogno di altri consigli o di aiuto nel trovare l'animale vieni a cercarmi: cercherò di fare del mio meglio> ma ciò che avviene dopo è qualcosa che un tempo lo avrebbe portato sicuramente ad aprirsi e ad essere meno eremetico almeno nei condronti della ragazza mentre oggi sembra avere l'effetto opposto. Non può sapere cosa provi lei ma al momento lo Special sta rifuggendo da qualsivoglia emozione e sentimento; sta estremizzando il concetto di solitudine che ha messo come base del proprio credo ninja: lo shinobi è solo. I legami sono dei pesi, delle preoccupazioni, qualcosa che ferisce e che a tua volta ferisci con la tua vita. Ciò naturalmente comporta anche prendere le distanze dalle persone che una volta, piano piano, sono riuscite a penetrare la sua corazza e ad insinuarsi sotto la sua pelle dentro il suo cuore <una conversazione schietta e tranquilla. Entrambi abbiamo ribadito i nostri punti di vista ma non essendoci più nessuna urgenza è stato semplice accettare la nostra distanza. Sta per diventare tuo marito, non era corretto lasciare in sospeso questa vicenda e dato che io e te avevam già avuto modo di vederci e di parlare era giusto che lo facessi anche con lui Kaori-san> [Chakra on]

15:35 Kaori:
 <Forse hai ragione...> mormora Kaori pensando alle parole di Hiashi che, effettivamente, non ha tutti i torti. Se qualcuno ha avuto il pensiero di accoglierla e crescerla con sé al punto da darle un nome ed un collare doveva tenerci no? E se ci teneva perchè avrebbe dovuto ferirla? Tutto questo è effettivamente sensato e Kaori, presa dalla preoccupazione del momento nei riguardi della bestia, non ci aveva affatto pensato. Non che sia poi un sospetto così illegittimo in fin dei conti: è comunque possibile che il suo padrone possa averla abbandonata e ferita, ma meno probabile di qualche istante prima alla luce di questa osservazione fatta dallo stesso Hyuga. Le mani della ragazza vanno abilmente a staccare la nona fialetta ormai colma di sangue e vanno finalmente ad attaccare e avvitare l'ultima provetta richiesta mentre le parole di Hiashi raggiungono il suo udito. E' sinceramente sorpresa delle parole pronunciate dall'altro, di quell'aiuto offerto volontariamente per aiutarla in caso di un insuccesso. E' come se cercasse di fare un passo verso di lei e poi di rifuggire riallontanandosi di nuovo. Kaori l'osserva per un attimo sorpresa, colpita, schiudendo le labbra, prima di annuire e richiuderle un istante più tardi. <Ti ringrazio. Non mi fiderei ad andare a chiedere aiuto a qualcun altro> ammette lei senza sostenere il suo sguardo, quasi come a voler gettare una sorta di appiglio all'altro per tentare di ristabilire quanto meno un rapporto decente. Non pensa che potranno mai tornare ad essere ciò che sono stati un tempo, dubita che potrebbero mai finire col tornare ad essere semi-fratelli, tuttavia le piacerebbe quanto meno iniziare ad abbattere quel muro gelido che rende sempre difficili le cose fra loro. Hiashi non aggiunge nulla, non spiega cosa sia successo al punto da fargli affrontare quel trauma che lo aveva così profondamente bloccato, tuttavia prosegue distaccato nel suo racconto circa quanto avvenuto con Raido mentre Kaori stacca finalmente quell'ultima fiala per riporla al suo posto. A quel punto va staccando lo scotch dal suo braccio per poi sfilare agilmente l'ago dalla vena e tamponare il punto con un piccolo pezzo d'ovatta candida e disinfettata. Preme il pezzettino di lanetta sul punto ove ha immesso precedentemente l'ago e poi lo attacca alla sua pelle con un nuovo pezzetto di carta adesiva. La prima parte del favore richiesto da Hiashi è finalmente conclusa. Si alza andando a buttare in un cestino dei rifiuti l'occorrente appena utilizzato e poggia il cartone con le fiale di sangue raccolto sul mobile accanto all'entrata della stanza. <Queste sono tue> specifica indicandole, prima di andare a prendere dal tavolino il vassoio con lo spuntino preparato per il ragazzo. <E questo è per evitare che ti senta male.> aggiunge poi poggiando il vassoio sulle gambe del ragazzo. <Se sei pronto mi occupo di prelevare il campione dal tuo braccio. Oppure posso aspettare che finisci di mangiare, come preferisci> dice rimanendo ora in piedi accanto alla poltrona osservando Hiashi con fare teso. Quel momento si rivela essere più complicato di quanto non avrebbe creduto e si ritrova a soffrire oggi, per la prima volta davvero, l'assenza del ragazzo dal suo fianco. Sarà forse merito del fatto che ora ha finalmente abbracciato un po' di pace, sarà per via del fatto che ha iniziato a lasciar andare il rancore e l'astio racchiuso dentro di sé, non avrebbe saputo dirlo. Ascolta le sue parole, il suo racconto e quando ode quell'ultimo pezzo di frase si ritrova quasi a sbottare. <Per favore, smettila> un dire meccanico, spontaneo, che esce automatico dalle sue labbra mentre porta la mancina a sollevarsi verso il viso, a poggiarsi a palmo aperto sugli occhi, sulla fronte. <Smettila con questo "Kaori-san". So che le cose non torneranno indietro. So che sono cambiate. Ma... è come se ogni volta che lo dici cercassi di sbattermelo in faccia> ammette e rivela lei non senza una certa difficoltà, voltandosi ora per andare a recuperare da un cassetto l'occorrente per iniziare a prelevare il campione di tessuto dal braccio artificiale dell'altro. <Fa male.> [chakra: on]

16:00 Hiashi :
 L'aiuto è stato offerto, da un punto di vista puramente lavorativi essendo un addestratore ma forse, inconsciamente è anche un modo per andare contro la parte conscia del suo pensiero. Insomma è qualcosa che neppure il moro stesso potrebbe mai riuscire a capire probabilmente dato che è qualcosa di più contorto di un labirinto ma dopotutto è la vita ad essere così no?! Una dopo l'altra le fialette vengono riempite con il proprio sangue e la ragazza gli offre anche uno spuntino che gli viene poggiato appunto in grembo <grazie> ma non sembra intenzionato a mangiare subito <procedi pure, mangerò dopo> e mentre Kaori si prepara comincia a sfilare in parte le bende che coprono la mano andando ad esporre quello che è il mignolo destro sperando che sia sufficiente alla dottoressa per poter compiere la sua "magia" e sperare che le analisi possano arrivare a qualcosa di concreto. Gli viene sbattuto in faccia qualcosa che probabilmente non avrebbe voluto sentire, qualcosa che ferisce ma a cui probabilmente non avrebbe potuto pensare <m...> si blocca per un istante <Mi dispiace> non è qualcosa di fatto volutamente <non era intenzionale> perchè ha comunque l'abitudine di abbinare i nomi con i dovuti suffissi. Ma che cosa dovrebbe fare a questo punto?! Tornare a chiamala "chan"? Oppure non chiamarla affatto? Evitarla completamente <non era mia intenzione ferirti> [Chakra on]

16:15 Kaori:
 A quanto pare il ragazzo preferisce attendere che tutto sia finito prima di concedersi quel piccolo spuntino. Non c'è una vera e propria fretta per consumarlo dopotutto e quest'ultima operazione non dovrebbe poi richiedere neppure troppo tempo. Kaori si limita quindi ad annuire senza aggiungere nulla mentre prepara il carrello col nuovo materiale necessario a quella procedura. Strumenti sterili confezionati e sotto vuoto quali un piccolo bisturi ed un paio di pinzette, una siringa colma di anestetico locale per evitare che senta alcunché durante il procedimento ed un piccolo contenitore rotondo, basso e dal coperchio trasparente ove poggiare il campione prelevato. Infine un pezzettino di garza per fasciare la parte una volta finito il lavoro. Ripone tutto sul carrello ormai vuoto del suo procedente contenuto mentre sente le parole dell'altro. Delle scuse che in qualche modo fanno quasi più male di tutta quella situazione messa assieme. Le dispiace averlo fatto sentire in colpa, le dispiace avergli sbattuto in faccia quello sfogo, sa perfettamente che non era sua intenzione farle del male. Tuttavia non è riuscita a trattenerlo, a trattenersi, ed ora si sente peggio di prima. <Lo so, lo so> si affretta ad aggiungere poco dopo sempre dandogli le spalle. <Scusami, non dovevo dirlo. Dimentica tutto> cerca di dire poco dopo con un mezzo sospiro, umettandosi le labbra con fare teso per poi voltarsi ed avvicinarsi al lettino col carrello nuovamente riempito. Andrebbe a fermarsi al lato ove risiede il di lui arto artificiale e noterebbe come abbia già esposto la zona liberandola dalle bende. Un dito andrà più che bene per studiare l'anatomia e la composizione del suo braccio. Kaori andrebbe quindi ad afferrare la siringa con l'anestetico per andare a tentare di fare una piccola puntura al mignolo così da addormentare la parte nel giro di pochi secondi. Andrebbe a riporre la siringa ora vuota sul carrello per poi iniziare a picchiettare il dito con la propria mano. <Dimmi quando lo senti intorpidito, così posso iniziare> dice all'altro con tono ora molto più basso e smorto, non osando sollevare lo sguardo sul suo viso. Si sente a disagio, in imbarazzo ed in colpa tutto assieme e cerca di ignorare ogni cosa concentrandosi solamente sull'aspetto medico di quell'incontro. Solo una volta che Hiashi le avesse dato il via ecco che la ragazza sarebbe andata ad afferrare il bisturi per poi portarlo vicino la sua mano. Una piccola incisione piuttosto superficiale che vorrebbe andare a sezionare una parte di tessuto da poter prelevare e studiare al microscopio, un taglietto non troppo profondo ma sufficiente a permettere di recidere parte dei suoi tessuti per poterli studiare. Una sensazione strana, una pressione fastidiosa che lui dovrebbe avvertire, ma che non dovrebbe fare alcun male grazie all'effetto dell'anestetico. Ed ecco allora che, se fosse riuscita a fare tutto questo, Kaori sarebbe andata a prelevare il pezzetto di tessuto appena ritagliato con le pinzette sbustate dalla confezione ermetica. Le avrebbe strette attorno ad un lembo del piccolo campione per poi riporlo nel contenitore trasparente e richiuderlo. Un procedimento rapido, veloce, che dovrebbe dunque concludersi in questo modo. A questo punto sarebbe andata ad avvolgere il dito con la garza per poi schioccare la lingua sul palato, pigramente. <Fatto. Ci... potrebbe volere qualche giorno per i risultati. Farò il possibile per averli al più presto> andrebbe quindi a dire tenendo lo sguardo basso, deglutendo silenziosamente un grosso grumo di saliva fermatosi in gola. [chakra: on]

16:39 Hiashi :
 Osserva con curiosità le operazioni di Kaori, osserva come si vada ad attrezzare e come proceda ad anestetizzargli a parte. Gli chiede però di scordarsi tutto, di dimenticare quello sfogo che la giovane non è più riuscita a trattenere e che non sembra riuscire a portare a nulla di positivo <Procedi pure, è insensibile> autorizza le operazioni dunque rimanendo quanto più immobile possibile. Ci potrebbero volere alcuni giorni ma non è il tipo di persona che ha fretta per fare qualcosa in particolare, è una conoscenza di cui ha bisogno ma più in previsione futura <grazie> ma non è finita qui, no. Questo incontro non può chiudersi a questo modo. Inspira lentamente mantenendo l'aria nel petto gonfio prima di espirare ancora più lentamente <non posso dimenticare> annuncia il ragazzo. Proverebbe a prendere il vassoio dello spuntino per riporlo via sul primo luogo utile accessibile; il dito viene fasciato e l'operazione viene conclusa. La visita dovrebbe essere finita ma il discorso no <Ho commesso un gran numero di errori in passato. Ho peccato nel fare troppo o troppo poco, nel dire troppo o troppo poco e ci sono state delle serie di eventi che ci hanno portato ad avvicinarci> ed ecco che a questo punto tornerebbe a guardarla negli occhi <altre serie di eventi ci hanno portati a rovinare quel rapporto> sospira il moro <mi spiace che tu ne soffra; anche a me dispiace che il rapporto tra noi due sia arrivato a questo punto> bisogna muoversi con i piedi di piombo, una sola parola sbagliata potrebbe far travisare tutto quanto [Chakra on]

10:43 Kaori:
 Ha chiesto di dimenticare, eppure quanto può essere sciocca una simile richiesta in una situazione come quella? Sperare di ignorare una simile situazione, una simile condizione? Sa che è impossibile, sa che nessuno sarebbe capace di farlo pur volendolo, pur desiderandolo, eppure spera comunque che Hiashi possa ignorare le sue parole, che possa ignorare quel suo sfogo forse inopportuno, ma salito alle labbra dal cuore. Non voleva sgridarlo, non voleva rimproverarlo, ma voleva semplicemente mettere a tacere quella voce nella sua testa che sembrava volesse continuare a dire che lei non era più nulla per lui. Nonostante il rancore nei confronti del clan, nonostante la rabbia, l'odio e l'astio provato per il clan Hyuga, non è mai riuscita ad odiare lui, a distaccarsi davvero da Hiashi. Lui non le ha mai fatto direttamente del male, non ha mai cercato di ferirla ed in più di una occasione è stato una guida per lei. Gli vuole bene, gliene vuole ancora e quella distanza fra loro ferisce più di qualsiasi altra ferita fisica abbia mai accusato in tutta la sua vita. Lo Hyuga si sottopone silenziosamente alle procedure della ragazza fidandosi della sua esperienza e delle sue capacità e, tuttavia, non appena lei finisce va affrontando il discorso che lei sperava di aver lasciato cadere. Non può. Non può dimenticare, non può ignorare quel che è successo, quel che si sono detti. Kaori rimane a capo chino, sente il cuore contrarsi, ed un rivolo di paura scivolare dentro di lei fino a stringerle lo stomaco. Nota il di lui movimento, quel mettere da parte il cibo, quel liberarsi dell'impaccio del vassoio e vede con la coda dell'occhio il suo volto andare a voltarsi in direzione di quello di lei. Ne ha timore, eppure trova da qualche parte la forza di seguire col capo la direzione del suo viso. Alza il volto, lo gira e per la seconda volta quel giorno si ritrova ad incrociare le di lui iridi. Occhi negli occhi, bianco nel bianco, s'osservano mentre la voce di Hiashi fluisce sicura e cauta verso la ragazza. La special jonin ascolta in silenzio, non chiosa, non dice una parola mentre si ritrova a sentir nel petto riaccendersi, lentamente, una piccola speranza. Forse... forse non tutto è perduto alla fine. Forse non tutto è finito davvero. <Abbiamo fatto tutti degli errori. Chi più, chi meno. Chi più grandi, chi più piccoli, chi prima, chi dopo> inizia col dire lei con voce bassa, morbida, sostenendo il di lui sguardo con fare attento, temendo quasi che perderlo di vista ora potesse voler dire perderlo per sempre. <Non so se siamo stati noi ad arrivare a questa situazione, se invece è solo colpa degli eventi che si sono ritorti contro di noi e le nostre vite portandoci a questa frattura, non riesco più a capire chi abbia ragione e chi no> ammette poco dopo umettandosi le labbra, passandosi la mancina fra la chioma violetta con fare stanco, affaticato, per un solo, brevissimo istante. <Ma l'unica cosa che so per certa è che mi manchi...> La rivelazione esce così, libera, dalle labbra della ragazza. Le manca. Le manca il sorriso che l'altro le ha sempre rivolto quando si sono incontrati, quei leggeri contatti che l'altro era solito dedicare al suo capo, come piccole pacche composte. Le manca l'idea di poter ritrovare in lui conforto o sostegno. Le manca il fratello che ha potuto stringere a sé per troppo poco tempo. La voce si riduce quasi ad un soffio, ha timore che quella verità possa essere troppo, che possa essere un qualcosa di affrettato o pericoloso per la situazione delicata nella quale son finiti col cacciarsi. Il suo cuore batte con forza, fa male, si contrae e tutto ciò che riesce a fare è sostenere stoicamente il di lui sguardo rimanendo immobile dinnanzi a lui, con le iridi a specchiarsi in quelle gemelle dell'altro. <Non pretendo che questo cambi le cose ma.. avevo bisogno di dirlo> ammette, alla fine, con un mezzo sospiro, ritrovandosi a richiudere le palpebre con fare stanco come in attesa, quindi, di un giudizio o di una condanna. Si è esposta, si è liberata di quel peso che le gravava sul petto, ed ora si sente più libera. Più leggera. In trappola. Hiashi potrebbe riuscire a strapparle un vivo sorriso o a calpestare serenamente ciò che rimane del suo animo stanco. [chakra: on]

11:12 Hiashi :
 Ed eccolo il li moro a sostenere quello sguardo per la prima volta nella sua vita. Per la prima volta può guardare Kaori negli occhi senza dover cadere a terra per il dolore delle immagini rivissute nella sua mente. Immagini di un passato troppo doloroso da poter essere sostenuto. Eppure probabilmente proprio perchè ora ne è capace che ne è spaventato da quegli occhi, gli occhi della ragazza che sono come li ha sempre immaginati ed anche di più. Riesce a specchiarsi nelle sue iridi e si sente messo con le spalle al muro con quelle sue parole ed una morsa gli serra il cuore. Qualunque cosa dica ora finirà per ferirla: stroncare ogni speranza sarebbe come infilarle un kunai nello stomaco e lasciare che i succhi gastrici facciano il loro lavoro al resto del corpo; darle false speranze o vere speranze non avrebbe comunuque esiti positivi perchè la vita dello shinobi -per come la intende il moro- è solitaria ed ha deciso di estremizzare qesto concetto per il semplice motivo che ogni missione può essere l'ultima. Ha un groppo in gola e lo stomaco in subbuglio, potrebbe essere colpa del sangue prelevatogli o di quella sorta di biopsia alla mano destra oppure della situazione in cui si è cacciato. Ha detto troppo, ma troppo poco <comprendo il tuo stato d'animo> probabilmente sta volutamente cercando di evitarne il nome <comprendo la tua angoscia ed il tuo dolore> così dice ma è veramente in grado di tanto? È veramente in grado di capire tutto questo? <il rapporto che c'è stato tra noi è stato importante anche per me e mi è stato di conforto in alcune circostanze> proverebbe ad alzarsi a questo punto e cercherebbe di far poggiare la mano destra sulla spalla destra della ragazza fino ad avanzare in modo che il proprio fianco sia allineato a quello della ragazza <il tempo e gli eventi ci hanno cambiato. Ne tu, ne io siamo gli stessi di allora> fa un leggero sospiro <solo il tempo può dire ciò che succederà in futuro ma...> e qui fa una piccola pausa, voluta <...per quanto anche tu possa mancarmi preferisco guardare con piacere al rapporto che abbiamo avuto che concentrarmi su ciò che manca ora. E ad ogni modo tra qualche tempo partirò per star via non so quanto tempo> in sostanza confessa di averle mentito la scorsa volta. Proverebbe a lasciare andare la spalla e far un mezzo passo in avanti come se metaforicamente volesse scorrere alle spalle di Kaori, come se volesse ridimensionarsi al passato della ragazza perchè come le ha già detto la ritiene prima di tutto la donna di Raido a questo punto... per come sono andati gli eventi [Chakra on]

11:23 Kaori:
 Le parole di Hiashi la portano a sentire un nodo attorcigliarsi allo stomaco. La sua espressione rimane seria, rimane piuttosto composta e non v'è traccia di sollievo nel suo sguardo. Il suo dire, poi, è una premessa dolorosa per la ragazza. Non appena ode quella prima frase si ritrova a sentire che qualcosa sta per spezzarsi, nuovamente. Che qualcosa sta per ferirla, sta per arrivare. E vorrebbe non sentire, vorrebbe fermarlo, vorrebbe fuggire. Ma non lo fa. Rimane lì. Si obbliga a sentire, ad ascoltare, perchè per quanto dolorosa la verità è sempre la miglior cosa. E' una kunoichi, è una special jonin, è una donna e fra poco sarebbe stata una moglie. Non può più concedersi il lusso di rifuggire ciò che la ferisce: può solamente essere forte e sopportare ogni cosa, affrontandola con coraggio. Ode il dire di Hiashi e, quando lo vede avvicinarsi, non muove un muscolo nel sentire la di lui mano soffermarsi sulla sua spalla. Non la toccava da molto tempo, non v'era un reale legame fra loro da mesi. Un contatto gentile e distante al tempo stesso che la porta a stringere i pugni lungo i fianchi. E' un contatto che sa d'addio, è un momento che suona come l'ultimo di una serie non abbastanza lunga di ricordi. L'ascolta, non dice nulla, ma quando ode quelle ultime parole si ritrova semplicemente a sentire un pugno alla bocca dello stomaco. Un pugno metaforico, immaginario, che riesce a privarla del respiro, ad ucciderla poco a poco. <Perchè?> domanderebbe quasi a mezza voce, sentendosi come privata delle sue forze al sentire quelle parole. Perchè preferisce crogiolarsi nel ricordo del loro rapporto piuttosto che provare a costruirne uno nuovo dopo quella loro separazione? <Do...> la voce viene a mancare, la lingua vien passata rapidamente fra le labbra per inumidirle, l'aria vien risucchiata dalle narici per gonfiare i polmoni stanchi. <Dove andrai?> domanderebbe, quindi, trattenendosi dal voler fare altre mille e mille domande. Perchè è in partenza? Sarebbe stato da solo? Quando sarebbe partito? Ha intenzione di tornare? L'avrebbe più rivisto? Domande che pungono e bruciano sulla punta della sua lingua e che si sforza di soffocare dentro di sé invece di riversarle tutte su di lui. Spalle contro spalle, non si guardano più, non v'è più contatto fra loro, ma solo la tacita sensazione che quello potrebbe forse essere un addio. [chakra: on]

11:42 Hiashi :
 Se qualcuno si mette ad ascoltare bene si può quasi sentire il rumore delle speranze di Kaori che si infrangono. Lo sapeva. Lo sapeva che sarebbe finita così. Per quanto abbia cercato di muoversi come piuma su di un letto di cocci di vetro ha finito comunque per ferirla. Probabilmente era inevitabile. Probabilmente sta sbagliando ogni scelta presa, non sa più se ciò che fa o dice sia giusto da molto tempo ormai e di conseguenza è come navigare senza luci in una notte senza luna; per uno Hyuga una delle sensazioni più brutte che si possa provare. La sensazione di avanzare alla cieca che è correlata naturalmente alla innata paura che di essere privati degli occhi per il potere che nascondono <Davanti a te hai un futuro radioso. Un uomo per te importante, un matrimonio, una brillante carriera come medico e come ninja, circaondata da persone che provano affetto per te. Non struggerti su qualcosa che si è rotto, non è detto che non si possa creare un nuovo tipo di legame tra di noi> ma non è detto neanche che avvenga ma anche qualora dovesse avvenire non si può dire di quale tipo di relazione si potrebbe instaurare <col tempo...> ma non è la sola cosa in ballo <...se dovessi tornare> e si perchè non ha in programma di andare a fare una villeggiatura a Suna a prendere il sole <In un Villaggio lontano, al di fuori della Grande Alleanza. Non so ancora cosa mi capiterà, ma è qualcosa che devo affrontare. Se dovessi riuscire a tornare, se dovessi tornare...> e si perchè anche qualora fosse vivo una volta affrontato il suo inferno porebbe anche decidere di non tornare a Konoha <...mi piacerebbe allenarmi insieme a te> ma non prima. Non ce la fa ora [Chakra on]

12:25 Kaori:
 Ascolta la voce di Hiashi dietro di sé, sente quelle parole e proprio non capisce. Sì, ha un marito ad attenderla, forse dei figli in futuro, una carriera, una certa fama, ha delle persone che tengono a lei, ma questo deve voler necessariamente dire che può fare a meno di una figura come quella dello Hyuga? Non è una ruota che può semplicemente sostituire un volta rotta, non è un pezzo di ricambio. Nel suo cuore, nei suoi ricordi, ha un posto che nessun altro può andare a riempire e questo Kaori lo sa, lo sa perfettamente. China di poco il capo stringendo le labbra quando lui parla, andando semplicemente a schiuderle quando il ragazzo arresta il suo dire, le sue parole. <Loro sono loro. Tu sei tu. Non possono sostituirti come tu non potresti sostituire nessuno di loro> dice lei con voce bassa, sincera, spenta. <Mi hai conosciuta ben prima di ciascuno di loro, mi hai conosciuta quando non ero ancora nessuno. Mi hai allenata, mi hai cresciuta come un fratello maggiore. Hai visto le mie salite e le mie cadute. Questo non possono sostituirlo> E sì che anche Raido ha assistito alla di lei crescita, e sì che anche lui l'ha vista andare avanti, diventare forte e poi cadere nel baratro della fragilità più vera, ma lui è arrivato dopo, dopo che la piccola Kaori aveva già iniziato a maturare. Lentamente, poco per volta, ma quel processo s'era già avviato. E Hiashi... Hiashi è stato lì fin dal principio. Fa male. Fa male pensare che, questa volta, non possa far nulla per migliorare le cose. Non v'è più rabbia, non v'è più rancore in lei, né lo spirito di vendetta che fino a poco tempo prima l'avevano pervasa. Adesso che ha iniziato a lasciarsi realmente alle spalle quanto successo si ritrova a vedere la schiena di Hiashi farsi sempre più distante, sempre più lontana. Ed è insopportabile. Sente le sue parole, ode il suo dire, e quando l'altro dice quelle ultime parole la Hyuga si ritrova a sentire il viso farsi caldo. Una sottile riga trasparente che cala dall'occhio fino al mento. Una gocciolina che scivola bollente lungo la gota percorrendo il viso in tutta la sua lunghezza. Solo a quel punto si volterebbe, andrebbe a ruotare il corpo intero in direzione dell'altro e, se lui non avesse voluto evitarlo, ecco che sarebbe andata a compiere quel paio di passi di distanza da lui per cercare di cingere il suo corpo con le braccia. Andrebbe a tentare di poggiare la fronte sulla sua spalla, il busto contro la sua schiena, le braccia che dai fianchi scivolerebbero ad incrociarsi sul suo petto fino ad abbracciarlo con tristezza, una punta di bisogno. Non sa se l'altro la lascia fare, non sa se la cosa potrebbe infastidirlo, ma prova ugualmente a strappargli un ultimo abbraccio prima di lasciarlo scivolare via da lei, dalla sua vita. <Torna... Torna a casa quando sarai pronto. Hai una rivincita da prenderti su di me, ricordi?> mormorerebbe con la voce bassa, impastata da un pianto a stento trattenuto, cercando di dargli un motivo anche sciocco per tornare. Batterla. Batterla per rifarsi del risultato dello scontro al torneo dei Villaggi. Batterla solo per poter tornare ad avere un contatto, un rapporto. E solo a quel punto, se l'altro non avesse fatto altro o se non l'avesse impedito dal principio, la Hyuga sarebbe andata a sciogliere la presa attorno a lui per tornare con le braccia distese lungo i fianchi e lo sguardo puntato sulla sua schiena di fronte a sé. <Ovunque andrai cerca solo...> il sussurro è spezzato, gli occhi bruciano, e la saliva vien deglutita silenziosamente e con un certo sforzo. <Non morire.> .. <Non morire e torna a casa> [chakra: on] [END?]

12:43 Hiashi :
 Hiashi è insostituibile? E pensare invece che lui si è sempre visto come uno dei tanti. Solo uno shinobi tra tanti, un emerito signor nessuno che non è indispensabile per nessuno. Una piccola parte per qualcuno forse, o una parte importante magari per pochi, ma mai ed in nessun caso insostituibile <Non ti sto chiedendo di sostituirlo, ma non ne hai più bisogno. Sei cresciuta, non ho più niente da insegnarti. E' da moltissimo tempo che non ho più nulla da insegnarti, non hai più bisogno di me> non è una delle ruote del carro che trasporta la vita di Kaori, è solo una delle assi del carro stesso. Se salta una ruota ci si deve fermare e trovare una soluzione, se salta una delle assi di legno si prosegue mettendoci una pezza. Improvvisamente però si sente abbracciare dalla ragazza, non se lo aspettava ma non fa nulla per impedirlo <fatti trovare pronta per il momento in cui tornerò e se hai bisogno di consigli per quella tigre approfitta prima che parta> non ha intenzione affatto di morire, ma anche con tutte le migliori intenzioni ed impegno ciò che lo attende potrebbe tramutarlo in una statua forse o magari potrebbe venir azzannato e mangiato molto prima <Sorridi, alza la testa. Guarda avanti ed affronta la vita col sorriso> come non ha più la forza di fare lui e come probabilmente non ha mai fatto. Se però dovesse lasciarlo andare il ragazzo recupererebbe le fiale di sangue prima di lasciare la stanza e l'edificio [Chakra on][End]

Hiashi si reca in ospedale sotto invito di Kaori per permettere al medico di prelevare quei campioni di sangue che le aveva richiesto dopo il torneo.

Kaori preleva dieci fialette di sangue ora in possesso dello stesso Hiashi ed un campione di tessuto dalla mano per poterlo analizzare in laboratorio.

Inoltre Hiashi le offre assistenza circa la ricerca di Kaori della tigre del bengala incontrata qualche tempo prima alle cascate.

Fra consigli, favori ed aiuti, i due si aprono e parlano a cuore aperto del loro rapporto senza però trovare una reale soluzione. Fra i due, invero, sembra sorgere un addio.