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[Ricerca] Episodio I - Alla ricerca di Asia

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con Kaori

10:34 Kaori:
 Nuvoloni scuri coprono interamente il cielo mattutino di Konohagakure. Grandi, spessi, doppi, oscurano semplicemente la luce del sole andando a ricoprirlo nella sua totalità impedendo ai suoi raggi ed alla sua luce di filtrare attraverso questi banchi spessi. Par notte e l'aria si fa frizzante, pungente, mentre una pioggia impetuosa e scrosciante scende violenta dall'alto abbattendosi tagliente sulla Foglia. Fulmini e lampi straziano di tanto in tanto come crepe nodose i cieli lassù andando a rischiarare ogni cosa per una frazione di secondo di un bianco abbacinante. Tuoni roboanti seguono tali fenomeni andando a far riverberare le loro urla basse ovunque per il globo. Il vento soffia, ulula e grida e Kaori si ritrova a pensare ad Asia, alla tigre del bengala che ha veduto poco tempo prima nei pressi della Cascata dell'epilogo. Non le pare d'aver più udito voci sull'avvistamento di qualcosa di sospetto da allora, eppure il pensiero vola a lei, a quella creatura magra, ferita e triste che vagava sola nei pressi del Villaggio. Come starà, ora? Sarà riuscita a mangiare qualcosa? E' ancora ferita? Ancora spaventata? Avrà trovato un riparo da quella pioggia battente? Non riesce a fare a meno di chiedersi se sia riuscita a trovar riparo e sollievo da quella natura violenta e, senza quasi pensarci, matura in lei la decisione di andare a controllare. Un telo impermeabile verde scuro ricopre la figura della Hyuga in maniera poco elegante ma comoda e funzionale. Calcato sulla testa lascia visibile solamente un ovale corrispondente alla zona del viso, mentre ricade come una mantella attorno le spalle ricoprendo busto e schiena fino all'altezza della vita, dei polsi. Le mani sono coperte da guanti ninja neri mentre le gambe da pantaloni elasticizzati del medesimo colore che terminano all'interno di stivali ninja alti al ginocchio. Una tasca porta oggetti è appuntata alla cintura attorno alla vita al di sotto della mantella impermeabile mentre dalla spalla sinistra pende una borsa contenente della carne cruda ed una ciotola d'acqua ed al collo è legato il coprifronte della Foglia. La Hyuga sta correndo per i territori fuori dalle mura del Villaggio, diretta alla Cascata dell'epilogo, lì dove ha incontrato la felina la prima volta. Non sa se la troverà ancora lì, se sarà nascosta da qualche parte nella vegetazione, ma vuole provare a cercarla. Così si ritroverebbe a raggiungere la Cascata fuoriuscendo dalla vegetazione che ne circonda lo spiazzo, fermandosi dunque pochi passi oltre la coltre di cespugli e siepi, osservando sotto i suoi occhi perlacei le imponenti statue distrutte di Madara ed Hashirama e il violento getto d'acqua che si frappone fra loro. [chakra: on]

10:50 Kaori:
 Arrivata nello spiazzo che ospita il lago formatosi dalla caduta della cascata, Kaori inizia a guardarsi attorno, a ruotare il capo da un lato all'altro, lentamente, assottigliando dunque lo sguardo per meglio guardare i dettagli attorno a sé. Cercherebbe una qualsiasi chiazza arancione viva nei dintorni o dei meravigliosi, grandi, tristi occhi gialli. Tenterebbe di notare qualcosa attraverso il velo costituito dalla pioggia battente tenendo la mano sinistra stretta attorno alla tracolla che pende dalla sua spalla. Muoverebbe qualche piccolo, lento passo, avanzando verso la riva dove l'ultima volta aveva pescato quei pochi, piccoli pesci per la creatura. Tenterebbe di farlo lentamente, piano, così da potersi meglio guardare attorno. Tutto parrebbe silenzioso, la pioggia ed il rumore della cascata coprono ogni suono tranne forse quello costituito dall'ululato del vento e dei tuoni che rimbombano in lontananza. Non avverte nessun tipo di lamento, di ruggito o di pianto distante, stringendo leggermente le labbra. E' preoccupata. Sinceramente, realmente in pensiero per la tigre. E se le fosse successo qualcosa? Se le voci avessero portato qualcun altro a controllare? E se quella persona non fosse stata comprensiva come lei? Se avessero abbattuto a vista la felina? E se l'altra se ne fosse andata da lì, dove avrebbe potuto recarsi? Quanto male avrebbe potuto farsi? Il solo pensiero le fa contrarre il cuore, stringere lo stomaco. Ricorda perfettamente quel loro incontro, quello sguardo vuoto, spento, triste ed il pianto liberato mentre addentava con le sue fauci quei pochi pesci. Ricorda le lacrime cristalline, quei ruggiti bassi, gorgoglianti, che uscivano vibrati dal suo muso. Ricorda quel suo abbattersi, quel suo permetterle di sfiorarla, di carezzarla, e la sua lingua che scivolava sulla sua mano quasi come a volerla ringraziare per quanto aveva fatto per lei, prima di andarsene. Ma, a conti fatti, cos'è che ha fatto per lei? Nulla. Non ha fatto assolutamente niente per lei. L'ha lasciata andare, non l'ha seguita, non l'ha sfamata. Le ha dato appena un decimo di quanto avrebbe potuto darle per saziare la sua palese fame, le ha offerto una carezza in un attimo di fragilità, ma non ha neppure curato le sue ferite. Proprio lei che, poi, ha i poteri per farlo. No, non aveva nulla da ringraziare. Non ha fatto niente per lei... l'ha semplicemente lasciata andare. E non avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto rimanere con lei. I pugni si stringono, le labbra anche, ed un rado senso d'impotenza va riempiendola dall'interno mentre inspirando a fondo sente l'aria pungente della pioggia risalire con violenza al cervello. Rimuginarci su non serve a nulla. Deve solo darsi da fare, solo cercare. E così andrebbe a guardarsi nuovamente attorno, più calma, decisa e determinata. Non vedrebbe nulla, alcuna chiazza di colore che possa indicare la presenza del suo meraviglioso manto arancione, e d'istinto le sue labbra andrebbero a schiudersi così da far uscire una semplice, bassa parola, probabilmente sperduta nel vento ululante. <Asia?> [chakra: on]

11:18 Kaori:
 Nessuna risposta verrebbe udita dalla Hyuga che, umettandosi le labbra, andrebbe ad inspirare piano, a fondo, sentendo la cassa toracica alzarsi ed abbassarsi, la pioggia battente picchiettare violenta e continua contro i propri abiti, il proprio corpo, al di sopra dell'impermeabile verde che, per lo meno, protegge abbastanza la zona del busto e delle braccia, non ché dei capelli scuri che, legati in una semplice coda, scivolano dalla nuca fino all'altezza delle scapole. Da lì probabilmente è ormai inutile continuare a guardarsi attorno, bisogna semplicemente andare a controllare da vicino. La ragazza alzerebbe il viso per andare a cercare i cespugli da cui la tigre era uscita l'ultima volta, dall'altra parte del lago. Li avvisterebbe riconoscendo il punto da cui aveva visto comparire quei penetranti occhi gialli e, una volta avvistati, andrebbe semplicemente a portare il chakra verso le gambe. Andrebbe a concentrare una certa quantità lungo le gambe, i piedi, per addensarla poi sotto le suole stesse delle calzature. Dai piedi andrebbe difatti a far fuoriuscire il chakra dai punti di fuga ivi posti per andare a modellare una sorta di patina, di velo d'energia al di sotto del piede come se fosse una seconda suola. Una patina adesiva, incollosa, che ora andrebbe a permetterle di camminare al di sopra del velo dell'acqua del lago senza andare a fondo, senza bagnarsi le caviglie. Muoverebbe le leve inferiori così da avanzare fino a raggiungere la riva e superarla. Un piede dopo l'altro posto sul pelo dell'acqua, avanzando su di esso senza alcun problema, come fosse normalissima strada in terra o roccia. Avanzerebbe fino a superarne la lunghezza, fino e raggiungere la riva opposta e, solo qui, andrebbe poi a rimetter piede sul terreno dall'altro lato dello spiazzo, dal lato di Madara, avanzando fino al confine verdeggiante ove l'ultima volta solo la di lei copia aveva osato avventurarsi. Pacatamente, timidamente, andrebbe a muovere le leve inferiori con fare cauto, guardandosi attorno, cercando più da vicino fra i cespugli e le siepi, così da stare attenta ad un eventuale nuovo attacco da parte della tigre. Dopotutto così bardata potrebbe anche non essere riconoscibile alla creatura, specialmente considerando che quella forte pioggia potrebbe nascondere e mutare il di lei odore rendendola dunque estranea ai sensi della bestia. <Asia...? Dimmi che sei qui...> continuerebbe a dire lei, avanzando, ruotando il capo lentamente da un lato all'altro della vegetazione, fermandosi dunque ad un passo dall'entrarvi in mezzo, limitandosi a guardare oltre, con le mani a fare come da tettoia al di sopra degli occhi per proteggerli dalla pioggia battente. [Rilascio del chakra finale] [chakra: on]

11:39 Kaori:
 Ed anche questa volta nessuna risposta giungerebbe all'udito della Hyuga che, sospirando, andrebbe a stringere le labbra e prenderebbe ad avanzare oltre i cespugli nel tentativo di cercarla nel mezzo della vegetazione che circonda il luogo da quel lato. Andrebbe a cercare con lo sguardo qualsiasi tipo di indizio, di traccia, un po' come fece tempo addietro assieme ad Hiashi per cercare le tracce di quel lupo che l'altro stava cercando nella Foresta Proibita. Un periodo che ora le pare così lontano e distante da sembrare appartenere ad un'altra vita. Avevano cercato impronte, peli, tracce di sangue.. qualsiasi tipo d'indizio. Adesso dovrebbe semplicemente fare la stessa cosa, no? Eppure con quella pioggia diventa tutto estremamente più difficile... Ma Kaori non demorde, non desiste, lascia che il semplice maltempo non diventi un vero ostacolo per lei. Andrebbe a chinarsi al suolo per cercare sull'erba segni di passi, di zampe, poco fiduciosa di riuscire a trovarli ma speranzosa comunque di trovare un minimo indizio su dove possa essere la creatura. Asia era ferita, tagli e danni in più punti del suo corpo asciutto e magro, ferite vecchie e recenti sul pelo che magari avrebbero potuto lasciare una qualche traccia. La Hyuga andrebbe a tentare di cercare nell'erba, nei cespugli, sui sassolini o sugli alberi circostanti, un qualunque tipo di stranezza. Gocce di sangue, tracce di artigli, passi, peli, qualsiasi tipo di elemento non vegetale che potrebbe darle una strada, una pista da seguire. Si maledice per non aver fatto una qualche ricerca prima di passare di lì per scoprire che tipo di ambienti le tigri prediligano, se preferiscono una foresta ad un lago, o una caverna. Adesso avanza alla cieca, senza indizi, con solo un punto di partenza da cui partire, ovvero quel luogo, il punto in cui si sono incontrate quella prima volta. E quella targhetta attorno al suo collo, come fosse un collare... "Asia". Possibile che appartenesse a qualcuno? Sarà scappata? O è stata lasciata andare? Tante domande, troppe possibilità, e lei che ha dalla sua solo la volontà ed il desiderio di trovarla, di assicurarsi che stia bene. Scuote il capo, ritorna presente a se stessa e cerca di allontanare da sé quel tipo di pensieri. E' inutile soffermarsi su tutto ciò che potrebbe essere, adesso deve solo concentrarsi su ciò che di concreto ha davanti e cercare. E così fa. Continua ad avanzare, lentamente, piano piano, chinandosi al suolo per cercare impronte, tracce di sangue, di peli, avvicinandosi agli alberi per cercare eventuali artigliate, macchie scarlatte, bisogni più grandi del normale per appartenere a degli scoiattoli o dei semplici conigli. Cerca di fare quel che può basandosi sull'esperienza vissuta con Hiashi molto tempo prima. [chakra: on]

12:02 Kaori:
 Il temporale continua, imperversa, e probabilmente se in un'altra situazione avrebbe potuto trovare più facilmente gli indizi che ora sta disperatamente cercando, adesso è tutto estremamente più complesso. La pioggia cancella e lava via ogni cosa, il vento scuote l'erba, smuove i suoi fili, il terreno, ed anche eventuali tracce di zampe e passi. La ricerca potrebbe continuare per ore ed ore eppure probabilmente non troverebbe nulla continuando a guardare centimetro per centimetro quella zona. E' arrivata tardi, ha deciso troppo tardi di cercarla. Avrebbe dovuto farlo prima, avrebbe dovuto impedirle di andarsene già al loro incontro. Sospira abbattuta, stringe i pugni, rialzandosi in piedi. Si morde il labbro inferiore sentendosi impotente ma ancora desiderosa di darsi da fare, ancora ricolma di abbastanza forza di volontà. Se i suoi occhi sono troppo deboli per riuscire a trovare tracce o indizi allora non resta da fare altro che potenziarli, no? Ed ecco dunque che la Hyuga andrebbe a portare le mani all'altezza del petto, del plesso solare, per comporre il sigillo della Tigre. Andrebbe ad unire le dita nel sigillo e nel mentre andrebbe a concentrarsi sull'energia che ribolle nel suo sangue, nel suo corpo. Ne seguirebbe il flusso, il fluire, fino a risalire al viso, alla testa, lì dove il chakra si concentrerebbe nei canali che conducono agli occhi. Qui andrebbe a tentare d'addensare l'energia all'interno di essi, nei bulbi, nelle iridi tentando di immergerli nella propria energia abbastanza da nutrirli così da arrivare a risvegliare l'antico e segreto potere degli Hyuga: il Byakugan. Se vi fosse riuscita sentirebbe ora la pelle del viso tirare, le vene gonfiarsi in direzione degli occhi e la vista mutare fino a divenire estremamente più accurata. Arriverebbe a vedere fino ad un kilometro di distanza di fronte a sé, fino a 90 metri lateralmente per un raggio complessivo di 300°. Kaori rimarrebbe immobile, ferma, a sentire la pioggia che le cade addosso mentre le sue iridi si concentrerebbero su ogni cosa attorno a lei. Andrebbe a cercare con lo sguardo, fino al massimo della sua distanza raggiungibile, la presenza della tigre. La cercherebbe fra gli alberi della vegetazione, in qualche eventuale caverna nei dintorni potendo guardare anche attraverso le rocce, le montagne. Cercherebbe nella zona circostante ruotando semplicemente le iridi da un lato all'altro del suo raggio d'azione scrutando attentamente ogni punto, ogni centimetro, ogni dettaglio che la sua nuova vista le rivelerebbe. Aggrotterebbe le sopracciglia assottigliando lo sguardo soffermandosi con attenzione a guardare a destra, a sinistra, davanti, per tutta la distanza che può raggiungere. [Byakugan III] [chakra: 97/100]

12:31 Kaori:
 Una volta che avesse ispezionato e perlustrato tutta la zona frontale e laterale a sé, se non fosse riuscita a trovare nulla che possa ricondurla alla presenza di Asia, ecco che Kaori andrebbe dunque a ruotare col corpo così da lasciarsi il folto della vegetazione alle spalle e portarsi frontale alla cascata, alla zona dalla quale è venuta. Porterebbe lo sguardo a puntarsi ora verso il Villaggio, osservando coi propri occhi la zona lì circostante col proprio Byakugan. Cercherebbe fra le rovine delle statue sperando magari che Asia potesse essersi nascosta ed accucciata fra le rovine dei monumenti, cercherebbe con lo sguardo la presenza di sangue o peli lì in mezzo, lì attorno, rimanendo immobile sul posto, grazie al suo potere innato. Cercherebbe eventuali grotte o caverne nascoste all'interno delle pareti rocciose in cui magari la tigre possa essersi nascosta. Cercherebbe sia dalla parte della statua di Madara che da quella di Hashirama concentrandosi poi, ancor di più, una volta che avesse ruotato lo sguardo per osservare la vegetazione circostante, quella dalla quale è venuta. Non pensa che possa trovarsi lì, che abbia avuto la forza di attraversare il lago, ma guardare non costa nulla, no? E perciò tenterebbe di non lasciare nulla di intentato. Andrebbe a concentrarsi mantenendo costante il flusso di chakra ed energia allo sguardo così da impedire al Byakugan di svanire e osserverebbe meticolosamente la zona circostante ben attenta a qualsiasi movimento improvviso, qualsiasi eventuale indizio che possa portarla a scorgere la presenza di Asia nei dintorni. Si muoverebbe lentamente, col corpo, di modo tale da ruotare anche verso i propri lati dove la sua vista raggiunge solamente i novanta metri di distanza. Andrebbe a ruotare così da permettere ai propri occhi di vedere fino ad un km anche in quella direzione ed essere sicura di aver potuto ispezionare e controllare la zona circostante per un raggio totale e complessivo di un intero chilometro in ogni direzione partendo da lei come centro. [Byakugan III] [chakra: 94/100]

12:39 Kaori:
 Il tempo passerebbe lentamente, la pioggia continuerebbe a battere e, alla fine, se non fosse riuscita a trovare nulla dopo il suo continuo cercare ed osservare, ecco che avrebbe semplicemente sospirato decidendo di ritornare verso casa. Non ha le conoscenze adatte a sapere come trovare un animale disperso, non ha idea di come possa comportarsi una tigre ferita, non sa in che tipo di ambiente si senta più sicura, dove è più banale trovarla. Ma conosce quealcuno che invero potrebbe saperlo ed è per questo che, nonostante le difficoltà e le tensioni, Kaori è pronta a chiedere consiglio ad Hiashi. Lui è un esperto per quanto riguarda gli animali ed il loro modo di vivere e muoversi, sicuramente sarebbe stato più capace di lei a capire dove potrebbe essere, quali tracce seguire. Per cui è a lui che si sarebbe rivolta in caso la sua ispezione non avesse dato alcun frutto. Se, invece, avesse trovato un qualsiasi tipo di indizio grazie alla sua eccezionale capacità oculare, ecco che avrebbe corso rapidamente per raggiungere il luogo indicato e guardare più da vicino l'eventuale traccia così da potersi regolare di conseguenza su come comportarsi, su come agire. Se non avesse trovato Asia nei dintorni, comunque, al termine di questa generale ispezione della zona, Kaori sarebbe andata a disattivare la propria innata per poi tornare dall'altra parte del lago e dirigersi verso casa, che abbia stretto ora fra le mani un minimo indizio in più da cui continuare oppure no. L'ora è tarda, la mattinata è trascorsa rapidamente e la fame si fa sentire. Rimanere lì non avrebbe senso, soprattutto non sotto quel tempo che complica semplicemente le cose. Se vuole davvero trovarla deve ben organizzare le idee ed i suoi piani e, probabilmente, chiedere consiglio ad Hiashi è la mossa migliore che attualmente possa fare per continuare questa sua ricerca. [END]

Kaori, preoccupata per le condizioni di Asia, si reca alla Cascata alla ricerca della tigre o di qualche tipo d'indizio che possa permetterle di capire dove possa trovarsi.