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Bentornato a casa, papà

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con Satoru, Kaitsume

Attendere il fato

Una giornata come tante in quel di Konoha, una giornata in cui il cielo però sembra essere triste, difatti numerose nuvole grigie scuro coprono integralmente il cielo, non solo uno sprizzo di cielo è scoperto, non un astro si vede nel cielo, né le stelle, né la luna e dalle nuvole, l'acqua cade senza sosta e senza tregua, l'acqua cade fitta, colpendo violentemente il suolo infrangendosi contro di esso, spesso, si possono osservare lampi che illuminano quel cielo notturno, seguiti dai fragorosi tuoni. Per sua fortuna, Kaitsume si trova a casa sua, al riparo dal freddo, al riparo dal vento e dalla pioggia, ma, seppur a casa, una tempesta si sta probabilmente per abbattere su di lui, difatti, anche se è una giornata normale per tanti altri, non lo è per lui. Infatti, suo padre, fuori casa da un mese per svolgere alcune mansioni, sta per varcare la soglia di casa, rientrando nel loco dove vive, senza sapere nulla di quello che è successo in questo mese, senza sapere che suo figlio ha intrapreso, anch'esso, la carriera ninja, cosa che egli non voleva che succedesse. L'uomo, nonostante la bufera che incombe sul villaggio, è riuscito a rientrare puntuale, come previsto, proprio in questo momento egli aprirebbe la porta di casa, non sa dove si trovi suoi figlio, ma presumibilmente immagina di trovarlo in casa, quindi, mentre la leva superiore spinge la porta nel tentativo di aprirla, le labbra dell'uomo si aprono, per permettere ad alcune parole di uscire dalla sua bocca. <Ciao figlio mio!> un saluto, tono calmo come sempre, ma comunque un tono che esprime la felicità, felicità di ricongiungersi con il figlio dopo un mese senza vederlo. <Dove ti sei cacciato? sei riuscito a sopravvivere per un mese intero senza di me?> sarcastico, come sempre, ma al tempo stesso curioso, vuole sapere se il figlio se la è cavata, come è andata durante la sua assenza, ma prima, se si trova o meno in casa. Egli, dopo averlo chiamato a gran voce, si toglierebbe i vestiti pieni d'acqua sulla soglia d'ingresso, per poi rimanere lì, aspettando l'altrui risposta o l'altrui visione.

22:22 Kaitsume:
  [Casa Kaitsume] La notte era giunta ormai faccendo morrire il sole ed ogni fonte di luce, persino le stelle e la luna erano nascoste da quelle nubi, una notte buia cone poche altre. Kaitsume è in casa in cucina a riscaldare una bella porzione di ramen presa da Ichiraku poco prima che la tempesta scoppiasse. Infatti ora in casa sua nom si udirebbe null'altro che il suono della pioggia proveniente da fuori e il ramen sul fuoco quasi pronto. Per chi sta cucinando? Beh non per lui, ma bensì per suo padre, il quale dopo un intero mese ritorna a casa. Mentre il deshi verserebbe il ramen in un'enorme ciotola sentirebbe la porta apprirsi e la voce del padre che entrerebbe in casa salutandolo calorosamente per poi fare una delle sue sarcastiche battutine, non importa se sono brutte o no, ma durante questo mese gli erano mancate. <Sono in cucina, vieni!> direbbe entusiasta al padre, finalmente lo rivederva. Pogerebbe la ciotola fumante di ramen sul tavolo e attenderebbe che il padre si sedesse sulla sedia ed inizierebbe a mangiare <Bentornato> direbbe poggiando la mano sulla sua spalla sorridendo poi andrebbe a rispondere alla sua domanda tranquillamente e con un sorriso stampato sulla bocca <Niente di che, ho conosciuto vari ragazzi con cui ho stretto hn legame abbastanza solido> si fermerebbe qui a parlare per poi prendere fiato e continuare tranquillamente senza sapere la futura reazione dell'uomo <Ah si, mi sono iscritto all'Accademia e domani ci sarà il mio esame per diventare Genin> ecco qua, il dannk è fatto, il ragazzo ha toccato un tasto dolente per il padre senza saper quel che ha appena fatto.

Il padre è rientrato, Kaitsume, da bravo figlio, sapendo del suo ritorno, si è fatto trovare in casa, più precisamente in cucina, difatti sta cucinando, o meglio, riscaldando, una ciotola di ramen presa appositamente da Ichiraku, ecco che, mentre il padre ancora in ingresso si sta togliendo i vestiti bagnati, il figlio, direttamente dalla cucina risponde all'uomo, che, a sua volta, senza aspettare troppo tempo, risponde a sua volta. <Sempre a mangiare eh> altra frecciatina, dopotutto è fatto così, vuole un bene dell'anima a suo figlio, ma non può fare a meno di lanciare qualche frecciatina ogni tanto. Ecco che il padre, con indossa ora solamente la maglietta ed un paio di pantaloni quasi asciutti, si dirige verso la cucina, lasciando i vestiti bagnati nella zona dell'ingresso, dopotutto c'è sempre tempo per metterli a posto dopo, prima è tempo di salutare il figlio. ecco che qui, un sorriso di delinea sul volto dell'uomo, nel momento in cui suo figlio gli porge la ciotola di Ramen, un sorriso che denota la felicità di rivederlo, ma al tempo stesso anche la felicità per quel gesto, che anche se piccolo, conta molto per lui, ecco che l'uomo andrebbe a prendere posizione, sedendosi, con di fronte la ciotola di ramen fumante. Prima di iniziare il pasto, rivolgerebbe però ancora un ringraziamento a Kaitsume. <Grazie, sei stato molto gentile, ho una fame da lupi> sorride, è felice, è rientrato nelle mura domestiche e dopo ogni lungo viaggio è sempre un piacere tornare a casa. L'uomo incomincerebbe a mangiare, mangiare di gusto, ascoltando al contempo le parole del figlio, potrebbe ora sentire i discorsi del figlio, la prima frase fa emergere un grosso sorriso sulle sue labbra, è felice che il figlio, nonostante provenga, come lui del resto, da un altro villaggio, si stia integrando bene. <Sono felice per te Kaitsume, sono felice che tu sia riuscito ad integrarti bene> esatto è felice, ma lo sarà ancora per poco. Ecco che la seconda affermazione del giovane giunge alle sue orecchie, il cucchiaio, pieno di ramen e brodo, viene d'impulso lasciato cadere dalla sua mano, cadendo sul tavolo e producendo il classico rumore metallico, l'espressione sul suo viso muta, diventa più triste, lo sguardo viene poggiato sul figlio, le parole escono dalla sua bocca, il tono è completamente mutato rispetto a prima. <Siediti, per piacere, dobbiamo parlare> lo invita a sedersi, per poi proseguire. <non sapevo che volessi intraprendere la carriera ninja, avresti potuto parlarmene prima di farlo> è visibilmente triste, non è felice di ciò. <la vita di un ninja è pericolosa, troppa> cerca di dissuaderlo a smettere, ma per ora, aspetterebbe la risposta altrui.

22:54 Kaitsume:
  [Casa Kaitsume] Il padre ha iniziato a mangiare quando, sentendo l'affermazione del figlio, lascerebbe il cucchiaio che cadrebbe sul tavolo ed ecco l'espressione dell'uomo cambierebbe, diventerebbe serio e così anche Kaitsume che all'invito di sedersi del padre andrebbe a far come incitato dal genitore di quest'ultimo con il sorriso che pian pian sparisce come la luna questa notte celata dalla coltre di nube che la oscura. Vedrebbe l'improvviso cambio del padre e si preparerebbe ad una qualsiasi sua reazione, proprio non capisce perché ha reagito in un modo così esagerato. <Scusa, ti avrei informato il prims possibile> pensava che il sogno del ragazzo di diventare uno shinobi avrebbe rallegrato il padre, di certo non si aspettava di vederlo così afflitto <Lo so che è pericoloso papà, ma io voglio diventare un ninja, come te... E la mamma> un altro tasto dolente per il padre. Non parlavano della mamma da un bel po' visto che rattristava entrambi ricordarsi di lei <Mi impegnerò al massimo per essere forte e riuscire a diffendere tutti i cittadini di questo villaggio> qui si fermerebbe un attimo, deve convincerlo a fsrlo insefuire il proprio sogno. Un sospiro uscirebbe dalle labbra del ragazzo, ed un lieve sorriso malinconico spunterebbe sul viso di quest'ultimo <Insomma, come la mamma ha fatto con noi due> continuerebbe abbassando ancora di più la voce leggermente tremante nel ricordare il loro angelo custode. Eh si, perché la madre li aveva salvati anni fa, quando il ragazzo aveva quattro anni, quando gli anziani del villaggio davano la caccia alla donna e al proprio figlio per il potere che risiedeva in entrambi, il potere del ghiaccio, il quale la madre dominava con una semplicità unicaz forse è oer questo che è riuscita a contrastare più di dieci ninja che li stavano cacciando. Infondo il clan Kori è uno dei clan più forti della Nebbia. Quel potere che spaventava il villaggio dsto che poteva essere utilizzato xome arma per scatenare una guerra che di certo non avrebbero giovato al villaggio

I due sono ora seduti entrambi al tavolo, l'umore dei due, se in un primo momento era di gioia, visto il ricongiungimento, ora pare essere di tensione, un clima che nasconde un alone di tristezza, l'uomo non pensava che suo figlio volesse intraprendere quella carriera, specialmente in un villaggio che non è nemmeno il suo, sperava in una vita tranquilla per il figlio, insomma, mettere su famiglia, vivere giorno per giorno, senza fretta, senza correre, senza rischiare la vita ogni giorno, nel nome di un villaggio. Ecco che il ragazzo si scuserebbe con il padre, dopotutto non gli ha riferito le sue intenzioni e avrebbe potuto farlo, ecco che infatti il padre ribadirebbe il concetto. <Se mi avessi avvisato prima avremmo potuto parlarne in modo diverso, ma così, su due piedi, domani hai l'esame per diventare genin> è visibilmente agitato, oltre che rattristito, ecco che le parole del ragazzo si spostano su un tema ancor più delicato, su un tema di vitale importanza per la famiglia, ma che giustamente non viene nominato spesso, anche perché, si sa, è meglio non nominare i morti se non si vuole continuare a soffrire, ecco che il padre ascolterebbe le parole del figlio, pare che sia spinto da una buona motivazione, ma una motivazione errata, difatti egli non sa come sono andate veramente le cose, non lo sa perché suo padre gli ha sempre taciuto la verità, perché a volte, la verità può far più male della fantasia. Il padre continuerebbe a non mangiare, le iridi sarebbero cariche di tristezza, per il pericolo che corre il figlio, per il ricordo della moglie, le parole uscirebbero ora dalla sua bocca, un tono ricco di emotività negativa, un tono triste. <La mamma è morta, pensi sia giusto rischiare la vita ogni giorno per chi non lo merita> la sua invettiva è contro il villaggio stesso, ma Kaitsume potrebbe fraintenderlo dato che ancora non conosce la verità sulla vicenda della madre. <Tua madre è stata perseguitata, solamente perché aspirava ad un bene superiore, lei è morta, noi abbiamo rischiato di morire> triste, tono sempre più triste nel ricordare il passato. <ora che siamo qui, felici, non voglio che tu rischi la vita> ecco le sue motivazioni, nulla di più per il momento, sta al figlio cercare di convincerlo o chiedere maggiori informazioni sulla faccenda della madre, che, dalle parole del padre, sembra diversa da come il figlio pensa sia andata.

23:20 Kaitsume:
  [Casa Kaitsume] Kaitsume non lo ritiene giusto, entrambi i suoi genitori erano ninja, perché lui non poteva continuare la loro strada, magari diventando più forte di loro e superandoli come un vero figlio farebbe. Certo gli sarebbe stato difficile non avendo ereditato dal bravura del padre nel corpo a corpo ne la innata della propria famiglia, un potere molto forte che avrebbe sicuramente avvantaggiato il ragazzo. Poi il padre direbbe una cosa ingiusta nei suoi confronti ma soprattutto nei confornti del villaggio e di ogni singola persona che ci abita <Non meritano?> direbbe com un tono leggermente irritato <OGNI PERSONA MERITA DI ESSERE PROTTETTA DA QUALCUNO. COME PUOI DIRE COSÌ DI KONOHA?? IL VILLAGGIO CHE CI HA ACCOLTI DOPO LA NOSTRA FUGA!?!> ora griderebbe, è come se avesse insultaro la sua stessa casa, insomma, la foglia gli ha accolti senza chiedere nulla in cambio, ora è il minimo che il ragazzo possa fare diventando uno shinobi della foglia. E di nuovo la madre viene citata, ora la voce tornerebbe bassa e tranquilla come prima, ma rimarrebbe leggermente tremante <Aspirava a qualcosa di suoeriore?> direbbe sorpreso il ragazzo. La madre non è stata assassinata per vis del fatto che poteva essere usata come un arms per scattenare altre guerre? Da quello che sa il ragazzo, tutto il clan kori venne persefuitato oer il priorio immenso potere certi ora non sa la situazione attuale del villaggio, ma non crede che suo osdre fli abbia mentito oer tutti questi anni... Non ci vuole credere <Che cosa intendi dire? A cosa puntava la mamma?> direbbe con voce tremante. Non sa cosa aspettarsi dal padre, perciò stringerebe i pugni per mantenere la calma e penserebbe ad ogni singola volta in cui il padre ha detto al ragazzo del sacrificio delka madre per salvarlo.

Il dialogo tra i due procede senza interruzioni, uno scambio di colpi serrato, una discussione che dai toni di tristezza passa a toni più furenti, quando il giovane Kaitsume, travisa le parole del padre, non conoscendo la vera storia riguardo alla madre, il grido di rabbia del giovane risveglia sentimenti nel padre, che capisce che deve raccontare tutta la verità al figlio, per fargli capire cosa intendeva, non prima di riprenderlo però. <Non alzare la voce con me, gridare non serve a niente> una breve pausa per poi proseguire, spiegando meglio quello che intendevo. <non stavo parlando di Konoha, la mamma è morta per un villaggio che non la meritava, ossia Kiri> una breve pausa, per poi concludere. <non mi permetterei mai di insultare il villaggio che ci ha dato asilo> Ecco che i toni dell'altro tornano ad essere più calmi e pacati, ecco che il giovane, porrebbe una domanda riguardo alla madre, una domanda la cui risposta, fino ad oggi, era stata sempre diversa, ma oggi, dato che il ninja vuole prendersi le sue responsabilità, dato che il giovane vuole diventare un ninja, deve sapere come stanno le cose. Ecco che il padre, con un tono serio e connotato di tristezza, racconterebbe solo ora, al giovane, la verità sulla madre. <Vedi, ti ho dovuto mentire per non farti soffrire, ma se vuoi diventare un ninja devi sapere la verità> un semplice incipit, per poi iniziare a raccontare la vera storia, riguardo alla donna che li ha salvati. <tua madre è stata uccisa e noi siamo dovuti scappare, perché ella ha tentato un'insurrezione nei confronti del kage> parole dure le sue, parole pesanti, una storia difficile. <tua madre è stata dichiarata traditrice ed uccisa, nonostante abbia servito per anni il suo villaggio, nonostante volesse il bene del popolo> una lacrima potrebbe ora scendere sul viso del padre, una lacrima densa di sofferenza, che precede il suo sfogo. <non devi diventare un ninja, ti useranno, come uno strumento, finché sarai utile sarai la loro arma, quando la penserai diversamente ti faranno fuori> parole dure le sue, ma dopotutto ha sofferto molto, ha perso la sua vita, il suo villaggio, sua moglie, non vuole perdere anche il figlio. Sta proprio a quest'ultimo persuaderlo, per fargli cambiare idea.

23:53 Kaitsume:
  [Casa Kaitsume] Ed ecco che la verità verrebbe a galla, la madre non è stata uccisa per il suo potere che poteva essere usato a scopi bellici, ma anzi venne uccisa oer i motivi opposti, per la pace e l'uguaglianza. Da piccolo la madre gli parlava spesso di pace e di come avrebbe voluto che non esistessero distinzioni sociali ma il deshi non pensava che la situazione di Kiri fosse così critica, si sarebbe mai aspettato di dover udire una cosa del genere: una persona che venne uccisa solo perché sperava nella pace. Solo ora il ragazzo capirebbe come era critica la situazione nel villaggio della Nebbia, forse lo è anche adesso, o forse no, ma conta poco, ormai aveva perso la madre che sveva scommesso tutto sulla pace, aveva scommesso la sua vita, e naturalmente aveva perso. Il ragazzo ora resterebbe in silenzio i fisserebbe il vuoto con le calde lacrime che gli scorrono lungo ke guance. Forse il padre ha ragione, forse lo useranno, e quando non servirà più lo getteranno come se fosse un oggetto, ma forse no. Infondo i due si trovavano a Konoha, e non a Kiri ove regnava sovrano il chaos. In questo villaggio invece, regna l'alleanza ed il gioco di squadra tra i vari ninja, perciò probabilmente non sarebbe stato usato come un arma. Qui lo sguardo del ragazzo riprenderebbe conoscienza. Farebbe un respiro profondo per tenere la voce il più ferma possibile <Papà, qui non siamo a Kiri, qui i ninja non sono delle armi, ma sono delle persone con emozioni, ho conosciuto i vari ninja, posso garantirti che non mi trateranno come un oggetto, ma sarò allo stesso livello degli altri ninja> detto ciò sorriderebbe guardando il padre <Fammi diventare uno shinobi> continuerebbe il ragazzo asciugandosi le lacrime. Non s se gli sarebbe bastato per far cambiare idea al padre ma almeno ci ha tentato. Vuole essere un ninja, e farà di tutto per esserlo e realizzare il suo sogno.

Il dialogo tra i due prosegue, un dialogo pesante, ricco di colpi di scena, un dialogo che sta ormai giungendo a conclusione, difatti, il giovane ninja manifesterebbe nuovamente la sua volontà di essere uno shinobi, una volontà forte, a quanto pare, le sue parole sono condite da lacrime sincere, anche se il padre ha difeso con forza la sua posizione, fino a questo momento, deve necessariamente aprirsi, alla visione del figlio così determinato e al tempo stesso così triste, l'uomo prenderebbe nuovamente in mano il cucchiaio, che ancora stanziava sul tavolo dopo la caduta, lo metterebbe nuovamente dentro alla ciotola, ormai freddo, porterebbe comunque il ramen alla bocca, non tanto per la fame, si tratta di un gesto simbolico, ha ripreso a fare quello che stava facendo prima dello shock per la notizia datagli dal figlio, riprende a mangiare, semplicemente, per poi rivolgere nuovamente la parola al suo figlio, figlio a cui vuole molto bene, figlio che è tutto quello che gli è rimasto. <Non piangere figlio mio, non sopporto vederti triste> già, alla fine ha un cuore tenero e tanto grande. <La tua motivazione è forte> lo vede, lo vede nei suoi occhi e nella sua grinta. <Se è questo che vuoi ti do la mia benedizione> una breve pausa per poi continuare a parlare. <sei libero di diventare uno shinobi, ti appoggerò in tutto, ma fai attenzione, te ne prego, ho perso tua madre, non voglio perdere anche te> detto questo il padre ascolterebbe la risposta del figlio, per poi, solo dopo che l'altro abbia finito di parlare, aggiungere. <Ora ho bisogno di riposare, ti voglio bene Kaitsume, ricordalo sempre> quindi, si alzerebbe da tavola, raggiungendo la sua stanza, non torna a casa da un mese, ora deve riposare. [End - End obbligatoria]

00:20 Kaitsume:
  [Casa Kaitsume] Fortunatamente, l'insistenza del figlio basta per convincere il padre che ora riprenderebbe a mangiare il ramen oramai freddo. Ora aveva il padre dalla sua parte, la persona più importante rimasta in vita per lui. <Grazie> una semplice parola uscirebbe dalls sua bocca, un suono veloxe ma ben definito nonostante l'emozione che prova nell'aver scoperto la verità sulla madre. <Papà, non mi importa che la mamma sia diventata una munkenin e ci abbia messo in pericolo> direbbe con un sorriso stampato sulle labbra <Le voglio bene lo stesso, ha provato a portare la pace nella Nebbia, e la onoro ancora di più per questo perché nonostante fosse stata riffiutata dal nostro villaggio e dal nostro clan ha lo stesso seguito il proprio sogno a costo della sua stessa vita> infondo è così che la ricorda, sognatrice e determinata e nulla cambierà questa visione della donna nella mente sel giovane. Ora il ragazzo ispirerebbe profondamente e aprirebbe la bocca faccendk uscire l'aria che andrebbe a formare delle parole ben definite <Diventerò forte. Più forte di mamma e proteggerò Konoha> si fermedebbe un secondo per poi riprenderebbe <Diventerò talmente forte che oltre a proteggere la nosta casa, porterò avanti il sogno di mia madre. Riusciròa portare la pace a Kiri e non mi farò battere da nessuno. Te lo prometto> una semplice esortazione che andrebbe s ricordsre ciò che la madre gli aveva insegnato. Non appena il padre se ne andrebbe in camera, il ragazzo andrebbe a prendere la ciotola e metterla nel lavandino per poi andare anche lui a ritirarsi jn camera sua per riposarsi a dovere per l'esame di domani. [END]

Semplice ambient per la caratterizzazione del personaggio e per il background di Kaitsume, egli, rivela al padre che ha intrapreso la carriera per diventare ninja, dopo un primo momento di tristezza per la notizia, il padre rivela la vera storia riguardo alla madre del giovane, diventata una mukenin per i suoi ideali di uguaglianza e pace e morta per mano dei membri del villaggio di Kiri ed infine accetta che il figlio diventi un ninja.

L'exp è un piccolo regalo, per la scelta di svolgere un ambient solo per caratterizzazione del pg.