Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Il Sole e la Luna

Free

0
0
con Koichi, Natsumi

22:57 Koichi:
  [Bosco.] Esente di nuvole grigiastre, un firmamento scuro, illuminato semplicemente da quella luna calante, mostrandosi solo parzialmente al cospetto dei Kusani sottostanti, in particolar modo quelli che sembrano orientarsi all'interno del Bosco dei Ciliegi. Una coppia, in particolar modo, sembrerebbe marciare passo dopo passo, tra i numerosi sentieri di cui sarebbe costituito quel paesaggio, notando una varietà di arbusti ai lati della strada, di quel terriccio che verrebbe calpestato ogni volta che si imprimerebbe un'orma. Un semplice completo maschile: un haori nero con allegato pantalone scuro, dal tessuto elasticizzato, a coprire principalmente il corpo maschile, fasciandolo accuratamente e risaltandone la fisionomia. Non mancante ovviamente del proprio equipaggiamento, in caso in cui quella sera si dimostrerebbe aver un risvolto differente da una semplice passeggiata, una marciata lieta, in compagnia di qualcuno a cui si sarebbe avvicinato in modo spropositato. Una sorella, un'amante. Un legame che sarebbe forse difficile da inquadrare, da concedere un nome prestabilito, ma vivendo in un oblio che, per ora, non dispiace. Sicuramente vi sarebbe altro, tanto altro, oltre ad un'attrazione fisica, cosa già provata nelle ultime settimane in cui ha avuto modo di viziarla accuratamente. Silente, non produrrebbe rumore, mentre l'accompagnerebbe, mentre il flusso di chakra sarebbe già immerso nel proprio organismo, pronto ad esser utilizzato in caso di necessità. <Uh...> Un semplice respiro, mentre la mano destra andrebbe ad estendersi, a distanziarsi dal fianco corrispettivo, nel tentativo di agguantare la mano più vicina d'ella e trainarla appena, con una pressione leggera, con l'intenzione di fuoriuscire dai binari, da quel sentiero proposto ed inoltrarsi all'interno della foresta circostante. Una traiettoria più difficoltosa, dall'accento più selvaggio: eppure lui si troverebbe comodamente nell'attraversare quell'ambiente apparentemente ostile, lasciando che le iridi arancioni, cariche e magnetiche, si possano avvinghiare su ogni elemento che supererebbero; che stia cercando qualcosa in particolare, in tutto ciò? [Chakra On][Equip.Scheda]

23:08 Natsumi:
  [Bosco] Una serata come tante altre. Una serata apparentemente tranquilla e senza alcun rumore circostante. Nessun rumore che possa attirare veramente l’attenzione della Genin, in compagnia del Chunnin. Due corpi che si sono avvicinati particolarmente tra loro negli ultimi tempi, calore umano e passione che travolgono e che stancano, che appagano e che addolciscono. Ha baciato più di una volta Koichi, lo rifarebbe altre mille volte e mille volte passerebbe con lui la notte. Si sente protetta, si sente apprezzata, si sente costantemente al sicuro. Nonostante questo, però, vorrebbe comunque ritrovare il suo preziosissimo Chakra. Proverebbe, poi, a portare le mani a congiungersi davanti al petto, con le dita che si incrocerebbero tra loro e andrebbero a ricreare la figura del sigillo della capra. Un gesto semplice, ormai automatico, prima di proseguire. Cercherebbe di escludere qualsiasi immagine dalla propria testa, qualsiasi ricordo inerente al passato, alla propria infanzia, a quei dolori ormai passati, a quella cicatrice che rimarrà per sempre sulla schiena, al futuro che si vorrebbe prospettare nella sua mente. E proverebbe a rimuovere qualsiasi suono presente: dalle voci degli animali, al battito del proprio cuore nel petto, al rumore provocato dai suoi stessi pensieri, al rumore impercettibile del sangue all’interno delle sue vene. Concentrazione, semplicissima concentrazione. Quindi, tenterebbe di ritrovare la forza fisica dentro di sé, quella forza presente nei muscoli, nelle ossa, nel corpo tangibile e concreto, a cui lei dona sempre un color giallo, delicato e dolce. E, assieme a essa, cercherebbe di ritrovare la forza psichica, presente nella sua mente, presente in quei nervi che compongono il cervello, astratta, intangibile, a cui le dona sempre un color blu, intenso ma meraviglioso. E li mescolerebbe tra di loro, donandogli un’unica essenza, donandogli un’unica realtà, donandogli un’unica esistenza. E così dovrebbe essere riuscita a impastare il Chakra e a smuoverlo in parti eque all’interno del proprio corpo. Indossa una maglietta a manica lunga, rossa, un paio di leggins neri, stracciati sulle ginocchia e un paio di ballerine nere ai piedi, comode, con un fiocchetto presente sulla punta. Un coltello è tenuto nel suo fodero all’interno della manica sinistra e un veleno inibente è conservato all’interno di un’ampollina, ferma alla cintola. Iridi lilla che guardano intorno e che assaporano ogni singolo dettaglio, prima che la mano destra di Koichi vada a prendere la propria sinistra e portarla così fuori strada, lontana dalla stradina che attraversa l’intero bosco. Un gesto improvviso, un gesto inaspettato, prima che possa prendere parola nell’altrui direzione <Dove mi porti, Koichi?> non può entrare nella testa altrui, ma lo lascerebbe comunque fare. Si lascia portare via, come il vento, leggera. Un sorriso delicato a macchiare le labbra rosee della Genin, con il cuore più leggero e la mente più sgombra oramai. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Attivazione Chakra: 30/30]

22:06 Koichi:
  [Bosco Dei Ciliegi.] L'altra verrebbe trascinata senza farsi problema alcuno di quel gesto, di tirarla senza proferirle parole a riguardo della traiettoria che avrebbero improvvisamente intrapreso, uscento dal sentiero che li avrebbe condotti in un sistema di stradine, atte a far visitare ogni squarcio di quel bosco. Loro invece dovranno superare parte di quella vegetazione, superare qualche possente fusto, vari tronchi d'albero, prima di raggiungere un piccolo spiazzale, estraneo, un quadrante piccolo, di qualche metro quadrato, la cui figura d'un albero dimorera superiore agli altri. Secolare, forse, sicuramente più anziano dei suoi simili nei pressi. <Eccolo.> Sussurrerebbe appena da quelle labbra, mentre il moto verrebbe rallentato e la presa diverrebbe più leggera, docile, meno impeto rispetto a prima. Non la starebbe più strattonando, come fosse una locomotiva impazzita, per esser brevi. Anche l'altra potrà godere quel spettacolo singolare, quei fiori rosa che andrebbero a coprire i numerosi rami uscenti, espandendosi in molteplici direzioni. <Stasera volevo portarti qui.> Non avrebbe motivo, non così concreto, di portarla lì, ma gli sarebbe sovvenuto il loco solo qualche secondo prima, mentre viaggiavano, mentre percorrevano il percorso precedente. Se fosse possibile, lascerebbe anche la presa, inoltrandosi in quella piccola radura, poco più sgombra di cespugli, e lascerebbe che il proprio corpo possa porsi a mezzo metro dalla superficie lignea. Una mancina mano che andrebbe ad estendersi dinanzi, ad accarezzare la ruvidità, quella composizione frastagliata. <E' semplicemente un bel luogo, ove rimanere.> Accarezzerebbe quasi quell'esponente della flora, prima di voltarsi, metà rotazione completa e lasciare che un movimento discendente avvenga. Si siederebbe, ai piedi di quell'albero, tra le sue radici, poggiando la schiena contro di esso. Un semplice cenno ad avvicinarsi ad accomodarsi, sulle proprie gambe, che possano fungere da supporto per il peso femminile. Se l'altra accettasse, attenderebbe che sia momentaneamente fuori dalla vista d'ella, per slacciare il proprio haori e far si che la schiena d'ella possa incontrare il petto maschile, direttamente, sulla pelle. E l'indumento? Nuovamente rinchiuso, come se fosse una coperta, sufficientemente largo ad ospitare quel corpo femminile, utilizzando i propri arti superiori per cingerla, in un abbraccio. Tenero. [Chakra On][Equip.Scheda]

22:25 Natsumi:
  [Bosco] Un gesto alquanto forte, un gesto alquanto impetuoso per la situazione di partenza. Un gesto che non si aspettava assolutamente dall’altra parte, risultandole quasi strana, accennando un piccolo senso di confusione sul volto niveo e delicato. Un passaggio tra le fronde degli alberi, un passaggio tra cespugli, fiori e rametti secchi sparsi sul terreno. Rametti che vengono spezzati dai passi dei viandanti, dai passi degli innamorati, dai passi di coloro che svolgono una semplicissima perlustrazione. Non ci vorrebbe molto tempo prima di giungere nel luogo stabilito, in un piccolo spiazzo che darebbe maggiore aria ai polmoni della Genin e le darebbe una maggiore vista su di un albero secolare e sui fiori rosa che adornano la locazione. Rimane quasi incantata da quella vista, con la presa che viene rilasciata appena dal Chunnin, prima, e totalmente poco dopo. Le parole dell’altro giungono delicate all’orecchio della ragazza, rimanendo sbalordita da ciò che i suoi occhi possono scorgere. Silenzio che dura lunghissimi istanti, silenzio che viene infranto pochi attimi dopo, dalla sue voce, provocata dalle corde vocali presenti in gola <E’ davvero… bellissimo> rimarrebbe quasi a bocca aperta, estasiata nel corpo e nella mente. Si avvicinerebbe poi alla figura della Sindrome, in fattezze normali, osservando lo spettacolo che si mostra alle sue spalle, quell’albero immenso che svetta su tutti gli altri. Proprio in quel frangente l’altro dovrebbe slacciarsi l’haori e piegare le ginocchia per poter calare appena in sua direzione e mettersi in braccio all’altro. Solo ora si accorgerebbe di quella pelle nuda, di quel petto in vista ma non direbbe nulla a riguardo. Arrossisce appena, una colorazione naturale, il calore che ne intacca i pori della pelle in quel contatto così fermo, così ravvicinato, così voluto. L’haori stesso verrebbe chiuso attorno a lei, trovandosi in un abbraccio deciso, in un abbraccio che sa di dolcezza e di delicatezza. Testa che viene appoggiata contro di lui, con la guancia sinistra che impatterebbe leggera contro il petto e la spalla destra di lui. Si lascia coccolare, si lascia viziare. Molto. Si sente tranquilla, il respiro è regolare, così come il battito cardiaco. Ha superato quel trauma visionato durante l’ultima missione, lo ha accantonato in un angolo del cervello. Deve essere più forte, deve essere più decisa, deve essere più salda e convinta delle sue azioni. Mano destra che andrebbe ad appoggiarsi all’altezza del pettorale sinistro altrui, per poter avvertire il battito del cuore, per sentire quel calore attraverso l’arto superiore, per avvertire ogni emozione possibile. <Sai, stavo pensando di tornare nella mia vecchia casa… dove vivevo con i miei genitori. Vorrei fartela vedere… vorrei farti vedere cosa resta della mia vecchia vita> fa male tirare fuori ancora lo stesso argomento, ma ha accumulato abbastanza coraggio e volontà per andare avanti ed essere al meglio delle forze, della lucidità emozionale. Non verranno fuori lacrime, ne ha tirate fuori a sufficienza, è giusto capire e agire. Non sa se abbiano ripulito o meno quella casa, da quell’ingrato giorno, non sa nemmeno se la casa sia ancora in piedi. Ma vuole tornare lì, ne ha bisogno. Vuole portare lui lì, fargli vedere un altro stralcio della sua infanzia. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra On: 30/30]

22:47 Koichi:
  [Bosco Dei Ciliegi.] Ed ecco come il sinuoso corpo d'ella andrebbe ad eclissarsi, ad avvicinarsi maggiormente al proprio corpo, parzialmente denutato, affinché l'altra possa avvertire quel contatto diretto. La farebbe posare su di sé, potrà accomodarsi e trovare rifugito mediante quel tessuto elasticizzato, mediante quell'haori che andrebbe a rinchiuderla e serrarla. Ne avvertirebbe i fonemi espressi, da parte della Contraente, ma non sembrerebbe reagire, metabolizzando ogni dato, ogni informazione, prima di convogliare l'ossigeno all'interno della propria gola, facendo vibrare quelle corde vocali. Labbra che si schiuderebbero appena, in un delicato verbo, un sibillo leggero e fluente: <Qualsiasi cosa troveremo, sarò lì con te a farti compagnia.> La rassicurerebbe, le farebbe capire che nonostante tutto, lui sarà presente e le farà forza, in quanto quel luogo si sarebbe consumato il più orribile dei ricordi femminili. Può semplicemente incoraggiarla in quel modo, non potendo far altro, non potendo trasmettere la malattia che fino ad ora attanaglia ancora il propri animo. Curiosa situazione dopotutto: da una parte, una fanciulla che vorrebbe cancellare quei ricordi, andare avanti metabolizzando ogni frangente del passato, e dall'altra parte qualcuno che vorrebbe ottenere quel tesoro prezioso, raro e disperso. Chissà se mai un giorno potrà soltanto assaggiare quella sensazione, di scoprire qualcosa di più rispetto allo stato attuale. Uno sgomento che sembrerebbe pervaderlo, finchè un suono verrebbe ad espandersi nel proprio subconscio. Koichi! E' lui, l'albino che lo richiamerebbe all'attenzione, impattando le mani contro quel cancello che separa le due entità. Quasi come se fosse una forte scrollata, un tentativo che però andrebbe a buon fine, portando la mente del Chuunin a dedicarsi nuovamente all'altrui presenza. <Natsumi...> Evocherebbe, in quel modo così lento, il nome d'ella. <Tu sei Luna.> Senza mezzi termini, sembrerebbe definirla così. <Luminosa, candida.> E potrebbe essere considerata una constatazione che andrebbe oltre l'identità della Genin, verso la sua parte inconscia. <Che rischiara il firmamento anche mentre esso si colora di un blu notte.> Quasi un sorriso, beffardo, andrebbe a comparire, ricordandosi di qualche tempo addietro, quando espresse questo concetto a terze persone: <E nonostante le nubi, passeggere, continui ad illuminare attendendo quello spiraglio, quell'istante in cui tutti possano godere della tua presenza.> La sua luna, non per altri. Lei, capace di farlo distrarre, capace di rincuorarlo molto più di quello che potrebbe semplicemente idealizzare. E' come se il preoccuparsi di lei lo tenga impegnato, gli renda più complesso trovare il tempo per pensare a se stesso. Che sia una fortuna od una sfortuna, questo è relativo. Eppure lascerebbe che le proprie braccia stringano quel corpo femminile, lo attira a se stesso, senza aggiungere altro, senza richiedere altro. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:14 Natsumi:
  [Bosco] Si accoccola contro il corpo della Sindrome, trovando in lui un rifugio sicuro, una presenza stabile, un uomo con cui sentirsi bene e stare bene. Si lascia abbracciare da quell’haori attorno al suo corpo, un calore che ne pervade il corpo, un calore che le piace avvertire sulla pelle. Una specie di culla che l’addolcisce, che la rende più vulnerabile, che la rende più ferrea nella volontà. Un silenzio delicato, un silenzio che prende il sopravvento nel corpo della donna, un silenzio che lascia per un attimo il vuoto dentro gli occhi della Contraente. Ricordi che passano dietro quegli occhi, quelle iridi delicate, quel volto segnato dall’orrore di un’infanzia stroncata prima del tempo. <Sì, sarai lì con me. Sarai sempre con me> e calca su quella parola. “Sempre”. I suoi genitori le avevano detto che non esiste un periodo così lungo, che tutto ha una fine prima o poi, che tutto ha un termine preciso e nessuno può fermare l’esito del tempo. Ma lei non ci vuole credere, non ci ha mai creduto, nemmeno dopo la loro morte per mano del Collezionista. Tasselli che vengono a galla, mente che viaggia senza sosta, sguardo che torna vacuo per qualche istante prima di destarsi e ascoltare le parole che la Sindrome porta nella sua direzione. Il palmo destro è calato nel frattempo, spostandosi verso la spalla altrui e dovrebbe aver circondato quella stessa parte, in un impeto di terrore, in un impeto generato da quel ricordo preciso. Ha superato quel trauma ma certi dettagli la rendono ancora fragile, la rendono una bambolina di porcellana pronta a sgretolarsi nelle mani altrui. Il danno effettuato nel suo spirito è forte, Koichi. Quei flashback spesso appaiono e svaniscono, lasciandola scossa ma più forte di prima. Le parole che l’altro le rivolge sono dolci e delicate, parole che non aveva mai ascoltato prima, da nessuno. Parole che la rilassano, che la riportano completamente con i piedi per terra, che la farebbero sorridere appena su quelle labbra rosee. Sumi vorrebbe venire a galla, mostrare la scorza dura che ha maturato nel tempo, ma non è il momento adatto. Le corde vocali riprenderebbero a funzionare, rivelando <Tu sei il calore che mi è sempre mancato. Tu sei il calore che mi rende forte e viva. Tu sei il calore che rischiare la mia mente e mi rende unica. Tu sei il mio Sole, Koichi. Sei quella luce che illumina la Luna> spontanea, completamente. Il Sole che si pone dietro la Luna e la rende splendida durante la notte. Le braccia dell’altro la stringerebbero ancora di più, avvertendo maggiormente quel calore, facendosi cullare ancora una volta da quel calore. Lo sguardo lilla cercherebbe di scivolare verso la spalla sinistra altrui, cercando di capire il possibile danno effettuato dalla sua stretta precedente. Un gesto incontrollato, un gesto istituito da Sumi, un ricordo che ha scatenato l’inconscio. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra On: 30/30]

23:34 Koichi:
  [Bosco Dei Ciliegi.] A quei ricordi d'ella, a quei fotogrammi che tutt'ora attraversano la mente femminile, non potrà non avvertire quella presa maggiore, quella stretta sul proprio corpo, a cui non opporrebbe resistenza e non diseegnerebbe alcuna espressione su quel volto, come se il contatto più velenoso non fosse mai avvenuto. Resisterebbe, diventerebbe contenitore delle paure avverse, senza minimamente misurarle. Un danno, forse, per se stesso, ma in quel momento non potrebbe far altro. Rimarrebbe lì, fermo, immobile, mentre i propri padiglioni possono solo ascoltare quelle parole, quei fonemi, tra cui risalterebbe quel sempre. L'altra lo marcherebbe, lo evidenzierebbe, e lui se ne sarebbe accorto. Quasi un peso si stazionerebbe alla bocca dello stomaco: potrebbe mai concederle quel termine, senza sentire il peso, l'ansia che lo risale? Alla fine, tutto sembrerebbe avere un ciclo completo: si nasce, si evolve ed infine si muore. Davvero può esistere una cosa che continua ad esser presente, nonostante tutto? Un dubbio, una perplessità, che andrebbe man mano a svelare, a fuggire via, forse per quel nuovo respiro, per quelle nuove proposizioni che verrebbero indirizzate a suo carico. Un sorriso, questa volta più ampio, mostrando parte della propria dentatura, splendente, nel ricevere quelle parole, nel sentirsi particolarmente strano. Non abituato a quelle parole, non predisposto ad ascoltarle, in cui il soggetto sia lo stesso Goryo. Quasi incredulo dinanzi a tali parole, non riuscendo a credere davvero che lo abbia udito. E' questa sensazione che lo riscalderebbe dall'interno? Un tepore che sembrerebbe invadere l'organismo maschile, divenendo potenzialmente più caldo. Un effetto di quelle paroli? E' all'interno di un'onda illusoria? Non saprebbe dare una reale spiegazione, ma sicuramente come tecnica sembra avere delle fondamenta alquanto subdole. Silente, non avrebbe modo di parlare ancora. Capo che verrebbe ad allungarsi, collo che verrebbe contratto, con l'insieme costrutto del proprio busto, lievemente piegato, con l'atto ultimo di avere una visuale migliore, di porre la propria testa in modo tale da riscontrare quella avversa. Tenterebbe di trascinarla, a farla voltare verso di sé, in modo tale che i due nasi possono sfiorarsi, anche in quella particolare posa che hanno assunto. <Uh...> Un piccolo respiro, prima di avanzare, e lasciare che la labbra maschili possano ricercare quelle femminili, in un contatto leggero, appena accennato, senza premere con forza. Delicato, sufficiente ad assaporare il gusto che quelle labbra altrui potrebbero riservare. Lento in quel gesto, ma senza mai socchiudere le palpebre: purtroppo il suo essere Shinobi risulterebbe un impulso maggiore. Chiudere gli occhi potrebbe significare esser impreparati a qualche pericolo improvviso e, se fosse sfortunato, non riuscirebbe neanche più ad aprirli, esalando l'ultimo respiro. Meglio tenerli costantemente vigili, seppur questo abbassi il valore di romanticismo. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:57 Natsumi:
  [Bosco] Si lascia sopraffare dai ricordi, si lascia trascinare in un mondo opaco, in un mondo cupo, in un mondo che non è più parte della sua esistenza. Ha lasciato sette anni fa quei frangenti dolorosi, quei corpi straziati sul terreno di casa, macchiati di sangue e di fuliggine. Potrebbe quasi avvertire nuovamente l’odore della fuliggine del camino, un caminetto acceso per la cena, un caminetto che ha cessato di aizzare la sua fiamma con l’arrivo dell’uomo. Il Goryo, un vecchio membro della sua attuale famiglia. E’ così strano trovarsi in una situazione di questo calibro, avendo messo in dubbio per alcune ore la sua volontà di rimanere accanto a Nimura, a quella donna che le ha permesso di rinascere a nuova vita. Ma la sua forza ha avuto la meglio ed è salda alle sue convinzioni. Le prime parole pronunciate forniscono un impatto violento contro l’animo della Sindrome, trovandosi particolarmente spiazzato. Non potrebbe percepire quella reazione, non ne potrebbe vedere chiaramente i lineamenti. Potrebbe, forse, avvertire il battito accelerato del cuore se solo fosse avvenuto nella gabbia toracica altrui. Il “sempre” non esiste, la morte mette fine a tutto questo ma lei è convinta che questa non ponga davvero fine a una parola così bella, così dolce, così spaventosamente romantica. Tutto questo non è un’illusione, tutto questo non è frutto dell’immaginazione, tutto questo è assolutamente reale. Aggiungerebbe <Sai, mi sento molto meglio da quando ci sei, per me…> una piccola confessione a bruciapelo, ad accavallarsi con parole già proferite in precedenza. Niente di nuovo, niente di anormale, solo ciò che deve essere. La testa del Chunnin andrebbe a orientarsi di poco in direzione di quello della Genin, con questi che verrebbe sollevato appena nella sua direzione e i due nasi dovrebbero così entrare in stretto contatto. Lui non socchiuderebbe gli occhi, ma non potrebbe rimirare questo dettaglio. Nel momento esatto in cui lui appoggia le proprie labbra su quelle della Contraente, le iridi lilla vengono socchiuse e si lascerebbe trasportare da quel momento, accoccolata nelle sue braccia, sotto il suo haori. Un momento perfetto per lei, un momento d’assoluta estasi emozionale, con l’animo che si solleva appena e tocca il cielo con un dito. Quell’attimo durerebbe molto, secondi che sembrano non terminare mai. Esso viene rilasciato, poi, con le iridi lilla che fisserebbero appena quelle arancioni dell’altro. Ci si specchia, le ammira, si perde in quel colore che sa di calore e che sa di Sole. <Non ho più paura, adesso> una confessione viva, una rivelazione ricercata. Si sente pronta ad affrontare il mondo, si sente pronta ad affrontare i suoi scheletri, si sente pronta ad affrontare il buio che si cela nella mente e che opprime, di tanto in tanto, la luce che il Sole le offre. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra On: 30/30]

18:34 Koichi:
  [Bosco dei Ciliegi.] Rinchiusi in quell'angolo, senza dover aggiunger altro, lasciando che quella coppia di labbra si trovino, si cerchino con successo e che si tocchino, docilmente, in un contatto leggero, per nulla violento. Un tocco percettibile, che verrebbe liberato solo dopo lunghi ed interminabili secondi. Si distaccherebbe col capo, un movimento a ritroso, per poter osservare nuovamente le iridi avverse, se quest'ultima le avesse socchiuse al contrario suo. <Con me, la paura non ti urterà ma sarà tuo strumento.> Per trasmetterla ad altri, perché il loro potere, il loro affiatamento, dovrebbe risultare temibile per chiunque osi opporsi al loro cammino. La stringerebbe appena, posizionando la testa maschile al di sopra del corpo altrui, indipendentemente dalla zona che potrebbe trovare. Non trasporterebbe tutto il proprio peso, ma si appoggerrebbe delicatamente, tentando che la brezza possa semplicemente accompagnarli, avvolgersi, in un abbraccio sottile. Quell'aria che andrebbe a far vibrare appena le vesti, quell'haori che rinchiuderebbe il corpo femminile. <Sarà meglio iniziare a ritornare.> Una constatazione, innalzando i bulbi oculari verso il firmamento, notando quel colore tetro e scuro. <Abbiamo tempo di prendere una rapida consumazione e poi distendersi nuovamente...> E con un debole sorrisetto, andrebbe a torcere appena il collo, nel visionare di sfuggita quel tronco sotto al quale si trovano. <Senza offesa, ovviamente.> Come se quell'albero secolare potesse davvero ascoltarlo, possa davvero udire il proprio vociare e non sentirsi inferiore ad un potenziale letto. <Almeno lì posso serrare con maggior sicurezza quest'occhi.> Proverebbe stanchezza, una sensazione che attraverserebbe anche individui potenti come gli Shinobi stessi. Non sono automi, non sono macchine, ma godono di fasi di energia ad altre invece, in cui son terribilmente stanchi. <Riesci ad alzarti?> Sussurra verso la Genin, tentando di accarezzarle appena la schiena, prima di aiutarla ad issarla, nel caso in cui l'altra non sembri opporre resistenza alcuna. Solo dopo che l'altra avrà liberato le proprie gambe, queste verrebbero piegate su se stesso e, mediante le proprie braccia, si erigerebbe totalmente, stiracchiandosi appena, come se si fosse appena svegliato, come se i muscoli si fossero rilassati un poco troppo. [Chakra On][Equip.Scheda]

18:56 Natsumi:
  [Bosco] Un bacio durato lunghissimi istanti, un bacio che si sente sempre di donare verso l’altra parte. Un bacio che sa di affetto, che sa di amore, che sa di forza, che sa di potere. Un bacio che li lega ancora di più, che li fa sentire sempre più vivi, che li rende complici e amanti in un mondo in cui non è mai facile riposarsi. Sono ninja, devono svolgere missioni e, spesso, la gente li vuole persino morti. La vita è troppo breve per sprecare anche un solo attimo, per sprecare un singolo fiato, un singolo battito cardiaco. Quel bacio viene distaccato e si perderebbe ancora per brevi secondi dentro a quegli occhi color del Sole: splendenti, lucenti, caldi. Le prime parole che vengono pronunciate nella sua direzione sarebbero piene di vita, piene di una volontà così affine alla propria. Dentro all’animo Sumi si smuoverebbe appena, affilando il sorriso sulle labbra rosee e delicate. Un sorriso quasi subdolo, un sorriso che sa di cattiveria e di malizia <Avranno tutti paura di noi. La dovranno avere se solo oseranno toccarmi o toccarti> possessiva, gelosa, pazza oseremmo dire. Eppure non vuole lesioni sulle persone a cui lei tiene, persone essenziali per la sua esistenza, per il suo umore, per il suo futuro. Combattiva quando serve, remissiva solo nei confronti del Chunnin. Lo lascerebbe dominare su di lei, il più delle volte, perché vuole che sia lui a proteggere lei, vuole che sia lui a decidere della sua salute. Sentirebbe la stretta farsi più decisa e il capo dell’altro che andrebbe a poggiarsi al di sopra del petto altrui, dove potrebbe sentire il battito del suo cuore. E’ come se fosse stata rialzata appena, per poter permettere quel gesto da parte di Koichi. Non oppone alcuna resistenza, le piace quel contatto e vuole che senta il cuore che pulsa all’interno della gabbia toracica. Battiti regolari, rilassati, nessun agente che possa accelerarli o rallentarli. Assoluta pace dei sensi, in un luogo remoto all’interno del bosco. <Sì, andiamo> direbbe subito dopo, accettando di buona lena la proposta intrapresa dalla controparte. <Faccio da sola, non preoccuparti> e si alzerebbe lei, senza aiuto alcuno, facendo solo perno con le braccia a ridosso di quelle altrui. Braccia ferme, salde, forti. Una volta in piedi, guarderebbe l’altro compiere lo stesso procedimento ed elargire poche parole in direzione della pianta secolare. Un sorriso nuovo, leggero, luminoso, viene introdotto dal proprio viso. Un sorriso che sa di dolcezza, di tenerezza, di sensazioni che non provava da troppo tempo. La mano sinistra andrebbe a ricercare la destra altrui, per poterla stringere, per poter incrociare le dita tra loro. Non lo vuole lasciare, come se avesse la costante paura di vederlo svanire in una nuvola di fumo. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra On: 30/30]

19:49 Koichi:
  [Bosco dei Ciliegi.] Una volta issati, noterebbe quel gesto, quella mano femminile che si avvicina fendendo l'aria, in un moto lento e delicato. La visionerebbe, la fisserebbe, senza comprendere nell'immediato il motivo per il quale essa si avvicinerebbe alla propria; non abituato a quei gesti, ma non tirandosi indietro comunque. Lascerebbe che la mano propria, quella ambita, vada ad esser stuzzicata, a distanziarsi dal fianco corrispettivo, e porsi appena in avanti, eseguendo parte del percorso che stava compiendo la gemella opposta, fin quando le dita non possano sfiorarsi, debolmente, per poi intersecarsi ognuna nello spazio offerto tra le dita dell'avverso. Un contatto che li legherebbe, un sostegno su cui farebbe affidamento. Primi passi che verrebbero mossi, lentamente, nell'atto di ritornare verso i sentieri predefiniti del bosco dei ciliegi, fino a fuoriuscire da lì ed avventurarsi verso il plesso cittadino, ove potrebbero consumare un'ordinazione rapidamente, prima di decidere, come segnalato precedentemente, di ritornare all'Anteiku, ove sorgono le loro camere. E mentre muoverebbero passi, andrebbe a schiuder nuovamente le proprie labbra, richiamando altro ossigeno all'interno della propria cavità orale: <Natsumi.> Ne prenderebbe nome, richiamandolo così improvvisamente, attendendo che l'altra possa degnarli anche d'una attenzione visiva, oltre che uditiva. <Io per te ci sarò sempre.> Esordirebbe, in quel modo, con una banalità d'altronde. <Ma nel caso in cui un giorno non vi fossi più, che possa esser scomparso o fortunatamente il mio soffio vitale sarebbe stato rimosso prima del tuo...> Che argomenti macabri, vero? <Vorrei che semplicemente ti facessi forza e trovassi un tuo equilibrio.> Di non esser totalmente indipendente da lui: <E quando vorrai, tornerai a quest'albero senza versare alcuna lacrima.> Stringerebbe appena sulla presa: <Promettimelo.> La guarderebbe, fisso, con una serietà che potrebbe far quasi preoccupare l'altrui presenza. <Siamo Shinobi.> Ed ancora prima che possa rispondere, continuerebbe: <Non potrà mai accadere l'inverso. Il potenziale nemico morirebbe prima.> Un sorrisetto si, ma dal retrogusto alquanto amaro. Avrebbe già subito un incidente, sarebbe conscio del suo significato. <E lo stesso vale nel caso in cui perdessi i ricordi.> Un altro timore che sorgerebbe, come d'improvviso, a galla. Una preoccupazione più grande dell'altra, ma avrebbe bisogno di sicurezze; cosciente che può individuarle, ottenerle, dalla Contraente, prima che il duo scompaia nell'ombra. [Chakra On][Equip.Scheda][END]

20:10 Natsumi:
  [Bosco] Riuscirebbe a legare la mano con quella della Sindrome, avvertendo quell’intersecazione viva nelle proprie dita. L’altro ha accettato quel suo gesto improvviso, quella volontà improvvisa, quella ricerca di contatto per lei vitale ed essenziale quando sono insieme. Mano sinistra che stringerebbe appena la destra dell’altro, a fargli sentire maggiormente quel contatto, a fargli comprendere quanto salda è la sua volontà, la sua forza d’animo, la sua voglia di rinascita. Passi che, poi, seguirebbero quelli dell’altro per poter tornare verso il sentiero che attraversa il bosco, passando accanto alle fronde di diversi alberi, di diversi cespugli e avvertendo lo scricchiolio di rametti che vengono spezzati sotto la suola delle loro scarpe. Nel momento esatto in cui entrambi si ritrovano verso la strada di casa, parole nuove giungono al suo orecchio, parole che la farebbero riflettere un attimo, che la metterebbero davanti a una situazione piuttosto delicata e sentita. Lo lascerebbe fare, senza interromperlo, per immagazzinare al meglio quel discorso e cercare di elaborare una risposta adeguata, una risposta che vada oltre la sincerità, oltre l’affetto che nutre nei confronti della Sindrome. Parole che non tarderebbero a giungere nella direzione altrui, per metterlo al corrente dei suoi pensieri <Ti prometto che sarò più forte di prima, più forte di adesso. Ti prometto che farò in modo di andare avanti nel caso tu mancassi troppo presto, nel caso qualcuno possa togliere il fiato dal tuo corpo. Ti prometto che andrò avanti, a testa alta, anche se un giorno dovessi dimenticarti di me…> ma spera vivamente che, questo, non succeda mai. I ricordi sono un fattore prezioso e farebbe di tutto per evitare che un simile atto accada. Non vuole che si dimentichi di lei, non vuole che rimuova qualsiasi dettaglio che lo ancori alla realtà. Una promessa suggellata, una promessa effettuata, una promessa che non intende infrangere. E con questa ultima rivelazione proseguirebbe la camminata intrapresa, per poter tornare presto all’Anteiku e trovare ristoro per la sera e la successiva notte. Mano nella mano, come i veri amanti fanno. Mano nella mano, affinché nessuno possa recidere quel legame che diviene sempre più forte, splendente come il Sole che rischiara la Luna. <End> [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra On: 30/30]

I due amanti si godono un pomeriggio al bosco, accanto a una pianta secolare. Si scambiano coccole e promesse <3