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Incontro... Sotto la pioggia

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con Hajime, Giusca

16:01 Hajime:
 Giornata un po' difficile per il giovane genin di Kusa che si trova seduto su una panchina nel bosco dei ciliegi. Sono diversi giorni ormai che non fa altro che pensare alle parole che il vecchio mercante gli ha detto. Infatti, per quanto possa in parte essere una bella notizia sapere un po' del proprio passate, questo implica così tante nuove limitazioni che la situazione può farsi solamente più complicata. L'ultimo posto che sa aver avuto a che fare con la propria vita è il porto dell' acqua, almeno questo è quanto ha saputo. Un posto lontano da dove si trova adesso, non facile da raggiungere e, sicuramente, complicato ottenere un permesso per quanto meno provare ad andarci. Ma non ha ne dubbi ne molta scelta, adesso più che mai. Infatti, oltre a questa informazione, altre parole gli sono state riferite. Dei nomi. Magari potevano essere fittizi, magari ormai quelle persone sono morte, magari può essere qualunque cosa, ma è più di quanto non abbia mai avuto. E poi... Diciamocelo... Quando il mercante gli ha raccontato di averlo ricevuto da un uomo dai capelli bianchi, un tonfo al cuore lo ha preso. Non ha potuto non far altro che pensare che quello probabilmente fosse suo padre, che lo abbandonava. Certo, dal racconto il mercante gli ha anche detto di essere stato pregato per portarlo via da li, lontano dalla guerra e dal caos, ma non per questo la cosa è più "dolce". E poi... C'era anche una donna. Ma chi è? Quello, il mercante, data l'età e gli anni passati, non se lo ricorda minimamente. A stento ha ricordato il nome. Anche qui, qualcosa da cui partire. Ah, troppe cose su cui riflettere, tanto che tiene la testa china sul terreno, con i capelli ormai zuppi a causa del temporale che sta sovrastando Kusa. I capelli bianchi infatti, ormai tutti bagnati, gli cadono in avanti, appiccicandosi alla pelle, coprendo gli occhi e attaccandosi anche al coprifronte. Non si è coperto da quella tempesta, nessun ombrello, ne cappuccio, ne niente. Non gli interessa. Forse si prenderà un bel raffreddore, molto probabile, ma non morirà. Tornerà a casa e si farà una doccia calda. Aveva voglia di sentire l'acqua colpirlo sulla pelle, scorrergli addosso e farlo sentire un po' più se stesso. Quello dopo tutto è il suo elemento. Infatti la tempesta non gli fa paura, non lo mette a disagio, anche se tuoni e fulmini non fanno altro che accompagnare quella scarica infinita di gocce. Indossa dei vestiti pesanti. Pantaloni lunghi e grigi, un maglione nero che copre quello che indossa sotto e sopra una cappa, dello stesso colore del maglione, con il cappuccio però abbassato. Al bicipite destro e alla coscia sinistra ha legati i porta kunai/shuriken, carichi di armi, mentre come protezione porta i vambracci, gli schinieri e i guanti da ninja. Ai piedi delle comode calzature, fatte apposta per agevolare proprio le persone che fanno il suo stesso mestiere, anche queste scure come la notte, di color nero. <Mh...> Sospira, solitario. [equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

16:03 Giusca:
  [Bosco] Finalmente è di nuovo a Kusa, di nuovo a casa. Il soggiorno a Konoha è stato gradevole, ma allo stesso tempo costoso. In più ha avuto la possibilità di conoscere persone squisite che gli hanno dato consigli utili e altre un po' meno. Subito dopo l'incontro con il compaesano Ikkino il ramato si è diretto verso la sua stanza per prendere tutti i suoi averi e per avviarsi verso la sua terra. Il viaggio è stato abbastanza lungo e al tempo stesso stancante e, infatti, oggi ne accusa un po' le conseguenze. Si trova nel bosco di ciliegi, gli è mancato incredibilmente quel luogo e un po' gli ricorda il bosco di Shukosato del quale si è perdutamente innamorato. Sarà per gli alberi e per l'avvicinamato che ha avuto, in generale, con la natura. Come al solito, non è una novità, il clima non è dei migliori. Ultimamente si è preso un bel po' di acqua, ormai ha perso il conto. Il cielo è grigio, grandi nuvoloni sovrastano la sua testa opprimendo completamente il sole e qualsiasi suo tentativo di illuminare quel luogo. Di tanto in tanto il cielo si schiarisce a causa di qualche lampo che si fa strada tra le nuvole, seguito da tuoni violenti e spaventosi. Piove a dirotto, tutto quanto è bagnato, le fronde degli alberi, i primi fiori che si notano sui rami, la terra e perfino le panchine, sulle quali non ci si può sedere. Per non parlare di Giusca che è inzuppato dalla testa ai piedi. I capelli rossi e folti sono schiacciati completamente sia dalla violenza della pioggia, sia dal coprifronte di Kusa che ormai è solito indossare. La frangia copre tutta la fronte arrivando fino a metà occhi. Il kimono viola rigato e chiuso in vita da una fascia scura e stretta in un nodo si fa pesante, la stoffa aderisce quasi completamente alla pelle morbida e chiara del ragazzo. Le maniche lunghe e ingombranti arrivano fino a metà mano. Dallo scollo del kimono si intravede la maglia a rete di colore nero dalla quale si può notare il petto appena accennato. Ai piedi invece ha sandali blu, tipici dei ninja, aperti nella parte anteriore. In braccio porta la piccola marionetta d'allenamento in legno, anch'essa completamente bagnata. L'odore del legno infatti pervade le sue narici che tendono a dilatarsi. Il suo viso però è sereno, forse un po' stanco. Passeggia lentamente, senza meta, ammirando la flora che lo circonda, ascoltando la melodia che la pioggia crea al contatto con le varie superfici.

16:19 Hajime:
 Ad accompagnare la tempesta, come normale che sia, c'è un po di vento. Tutto questo, per chi non è abituato o non adora questo clima, può sembrare un presagio per la fine del mondo. Infatti, oltre al rumore dei tuoni che accompagnano i fulmini che scendono solitari dal cielo, le fronde degli alberi che oscillano, provocando quel fruscio dovuto a foglie e rami in movimento, aggiunge quel misto di tetro ed horror alla scena. Una nuova goccia va a colpirlo sulla guancia, mentre un' altra sullo zigomo vicino l'occhio destro, scendendogli poi giù lungo la pelle, arrivando a contatto con l'angolo della bocca. Con la punta della lingua gli viene naturale andar a leccare via quella goccia, come se fosse una piccola lacrima un po' salata uscitagli da un improvviso pianto. In realtà però non è assolutamente triste, un po' pensieroso e serio, quello certo. Le mani vanno a trovare le ginocchia, appoggiandosi sopra e caricandole del peso del busto e del resto della parte superiore del corpo. Anche un piccolo sbadiglio lo accompagna, come se si fosse appena destato da un sonno profondo, dovuto a tutti i propri pensieri. Questa cosa, del tutto strana, visto che si trova immerso dalla pioggia della tempesta, a lui sembra del tutto normalissima. Non s'è coperto la bocca, infatti ne gli importa sembrare maleducato, ne pensa che qualcuno possa essere li in giro, o quanto meno possa perder tempo ad osservarlo. Anche perchè non c'è proprio niente da vedere alla fine. Gli viene da ripensare, così al volo, a quello strano bambino che ha beccato davanti al negozio ed al quale poi ha comprato dei nuovi vestiti. Chissà se, prudentemente, è già andato a coprirsi sotto qualche tettoia, salvando così anche i vestiti nuovi e non sciupandoli subito. Dopo tutto gli è scappato via subito, senza neanche permettergli di ottenere qualche informazione in più. Però qualcosa gli dice che potrà rivederlo. In fondo, se si mette d'impegno, crede anche di essere capace di trovarlo, capendone la mentalità almeno, avendo vissuto una situazione simile, l'elenco dei posti in cui si può trovare all' interno del villaggio si riduce notevolmente. Certo, non è questo il momento di pensarci, ha altro da fare, ma è grato che questa cosa l'abbia distratto dai propri pensieri, tanto che alza lo sguardo da terra, andando a fare un sorriso felice e divertito, che gli si dipinge appunto sulle labbra. Non riesce a vedere bene intorno visto il diluvio, anche se una figura passante gli sembra di conoscerla. Una figura dai capelli rossi. Piega la testa di lato mentre l'osserva. Non vede il motivo per chiamarlo o disturbarlo, magari è pensieroso di suo, quindi perchè farlo?[equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

16:40 Giusca:
  [Bosco] Nulla da fare. Continua a piovere senza sosta. Il cielo è triste e piange. Solitamente rispecchia alla perfezione lo stato d'animo di Giusca, ma ultimamente non coincide più con questo. Non si capisce bene il motivo, ma è sereno. E' vero, alcune volte ripensa al passato e si rattrista, ma ormai sono eventi più che rari. Sul suo cammino sono apparse nuove figure, alcune poi gli hanno offerto delle alternative per cambiare la sua vita. Tra queste Hitachi, con il quale però non ha ancora avuto modo di riaffrontare il discorso. Continua a passeggiare, mantenendo una certa postura per non risultare troppo goffo nei movimenti a causa della lunghezza del kimono e della stoffa che si fa pesante. In più i piedini vengono assaliti da fiumi di acqua i quali provocano una sensazione al limite tra il fastidio e il piacere. Un po' come il solletico. Le braccia stringono forte la marionetta al petto, cercando di coprirla un po' dalla pioggia, ma invano. Ormai è completamente bagnata, se potesse parlare probabilmente lo odierebbe a morte. Nessun pensiero nella sua testa, gli occhi chiari si spostano assieme al capo da destra a sinistra e viceversa, cercando di scorgere qualsiasi dettaglio su cui poter soffermare la sua attenzione. Le orecchie cercano di captare ogni singolo rumore che non sia provocato dalla pioggia. Il vento fresco accarezza i lembi di pelle che restano scoperti del giovane ragazzo. A partire dal viso, il quale oltre ad essere accarezzato dalla brezza, viene anche rigato dalla pioggia. E' un po' difficile avere una buona visione in quel bosco, data la poca luce e la pioggia fitta. Ma riuscirebbe comunque a notare una figura seduta su una panchina a qualche metro da lui. Gli è parecchio familiare. Non riesce a notare il viso, ma i capelli bianchi si notano eccome. Alla fin fine, se non ricorda male, ha conosciuto solo un ragazzo con quel colore di capelli. Si proprio lui che lo aveva chiamato "Coniglio", nel medesimo luogo in cui si trova ora. Si avvierebbe verso di lui, sempre con passi lenti e decisi, per chiarire il suo dubbio e vederlo meglio in viso.

16:55 Hajime:
 Alla fine è l'altro a venirgli incontro, togliendogli anche il dubbio se disturbarlo o meno. In fondo, se quello gli viene vicino, alla fine parlargli non può essere una cosa poi del tutto fuori dal mondo. <Bel tempo per una passeggiata nel bosco no?> Andrebbe a chiedere con tono tranquillo e divertito, facendo anche un piccolo sorriso. Sono probabilmente gli unici due furbi li fuori senza un ombrello o senza qualcosa per ripararsi. Magari il rosso è stato preso alla sprovvista, Hajime invece non s'è neanche degnato di alzarsi il cappuccio. Comunque, scoppierebbe in una piccola risata, osservando meglio come l'altro sia un po' impacciato nel suo abito, visti anche i piedi che ormai sono bagnati da un piccolo fiume d'acqua. Dalla parte sua, invece, il giovane dai capelli bianchi li alzerebbe, andando a sollevarsi un attimo sulle braccia, che appoggerebbe sulla panchina, per poi incrociare le stesse gambe sotto di se. Certo, sente che sono bagnate e non il posto più comodo su cui sedersi al momento, ma dopo tutto la panchina già di suo non era molto meglio e così evita di bagnarsi del tutto i piedi. Continuando a fissare l'altro, andrebbe a chiedere curioso. <L'ultima volta mi sarei anche presentato... Ma ho capito che ti piace più osservarmi e sparire... Invece che sapere come mi chiamo...> Dice con una punta di ripicca, quasi fosse un po' permaloso visto il comportamento e lo svolgersi degli eventi che hanno caratterizzato il loro ultimo incontro. Infatti, anche se probabilmente il ragazzo dai capelli gialli (il terzo che c'era) non lo sa, alla fine i ninja hanno un buon udito, certo non che Haji sia poi sto gran ninja, ma ad una decina di metri, la distanza a cui stavano, li sentiva parlare tranquillamente delle sue "strane" posizioni, quando in realtà stava solo richiamando il chakra e facendo i sigilli con le mani. Comunque, di posto ce n'è li di fianco, quindi se l'altro vuole sedersi per godere della pioggia in compagnia Hajime non glielo impedirà di certo. Dopo tutto ultimamente anche lui, per quanto più stressato e pensieroso, è meno "triste" e più felice. [equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

17:17 Giusca:
  [Bosco] E così si avvicina ulteriormente verso l'albino, ora può vederlo benissimo in viso e udire persino la sua voce. E' esattamente lui, quel tipo un po' strano, del quale non sa ancora il nome. <Già, è l'ideale> risponde scherzoso accennando un sorriso sulle labbra sottili. Ultimamente riesce a rispondere a tono, sfruttando un po' di ironia che non fa mai male e prendendosi in giro da solo. Non perché voglia sembrare presuntuoso, che sia chiaro, ma solo perché è stufo di passare per il ragazzo timoroso e debole. Alla fine lui è molto altro, bisogna solo avere la volontà di capirlo fino in fondo. Il perché l'altro sia scoppiato in una risata non lo sa, forse sta pensando a qualcosa di buffo, ma diversamente dagli altri incontri, non sembra essere il solito saputello. Ha cambiato il suo modo di approcciarsi alla gente, forse riuscendo anche a dare modo al ramato di apprezzarlo. Lo osserva mentre si sistema meglio sulla panchina sulla quale è seduto. Stare in piedi o stare seduti alla fine non cambia, ti bagni lo stesso, quindi tanto vale mettersi comodi. Gli occhi dell'altro sono puntati in quelli chiari di Giusca. La sua bocca si apre nuovamente per proferire altre parole. Beh, a dire il vero ha chiesto più volte di presentarsi, ma non ha mai voluto farlo. <Scherzi vero? Te l'avrò chiesto almeno un paio di volte, ma mi hai sempre risposto che non era una cosa importante. E poi scusami ma in che senso "osservarmi e sparire", a cosa alludi?> replica con tono deciso ma sempre scherzando, dato che l'altro non gli incute nessun tipo di timore. Non capisce il perché del tono dell'albino, particolare, come se volesse stuzzicarlo in qualche modo o prendersi una rivincita. E' sempre stata una persona corretta, difficilmente manca di rispetto e per questo motivo qualche dubbio sorge nella sua testa. Il viso si colora di un'espressione un po' buffa, le labbra si arricciano, le iridi puntano verso l'alto mentre la fronte si corruga portando inevitabilmente le folte sopracciglia rosse ad inarcarsi verso il basso. <Mi spieghi il perché di questo tuo tono? Ho fatto qualcosa che non va?> direbbe un po' curioso, mentre si avvicinerebbe alla panchina, di fianco all'altro, dando le spalle alla panchina stessa e lasciandosi cadere all'indietro delicatamente, per poggiare le natiche su di essa.

17:33 Hajime:
 Almeno l'altro capisce al volo il suo tono ironico, anche perchè oggi il tempo è tutto tranne che ideale. Bhè, magari qualcuno strambo può decidere di fare un bel pic-nic con questo temporale eh, tutto è possibile, anche se onestamente Hajime stesso pensa che spingersi fino a quel punto sia dannatamente esagerato. Comunque sia, osserva l'agire dell' altro ed i suoi movimenti, un po' goffi sempre per colpa dell' abito che ha suscitato la piccola risata nel bianco. Alla fine s'è sbagliato, forse, o forse no, ma sta di fatto che quello che si trova davanti è pur sempre un ninja del suo stesso villaggio. Non che questo voglia dire chissa cosa, Haji stesso si considera uno scarsone, ma almeno vuol dire che entrambi non dovrebbero essere dei pappamolle flaccidi (?!). Sente la risposta alle sue parole e resta un po' stupefatto da quelle affermazioni, quasi l'avesse preso in contropiede. Per prima cosa, anche se era scherzoso/giocoso, non stava per niente scherzando, inoltre è vero quello che ha sempre detto e che l'altro sta affermando in questo stesso momento, non era affatto utile come informazione. <Hem... No... Non sto scherzando...?> Lo dice con un tono perplesso, come se adesso gli stesse venendo qualche piccolo dubbio. E poi come, in che senso a cosa allude? <Non so se ricordi... Ma l'ultima volta che ci siamo visti... Mi stavi hem... Osservando mentre mi allenavo?> Non che capisse cosa avesse da guardare eh, il bianco non crede proprio di avere qualcosa di speciale ad essere onesti. Che poi, visto anche il velo di nebbia che aveva usato, l'altro probabilmente aveva visto ben poco/niente. <E comunque si... Prima era inutile... Non c'erano motivi per rivedersi o parlarsi nuovamente... Ma adesso vedo che siamo diventati entrambi ninja dello stesso villaggio... E quindi potrebbe capitare di lavorare insieme...> Constata con tono tranquillo ma serio, considerando le possibili opzioni che li attendono. In fondo, essendo due genin inesperti, o almeno lui si considera così e l'altro, sapendo che è diventato genin non da molto come lui, non è che può essere chissà quanto più preparato di lui, può capitare che vengano assegnati allo stesso maestro per apprendere meglio sul campo. Sente comunque che l'altro va a porgli quell' ultima domanda e, nuovamente, resta un attimo spiazzato, non capendo bene a cosa si riferisca. Il suo tono? Cos'ha detto perchè? Mh, ci deve riflettere un attimo, portandosi una mano al mento e mordicchiandosi il labbro inferiore. <No... Non hai fatto nulla... Il mio tono dici? Non c'avevo fatto caso... Penso... Penso sia perchè non sono abituato ad essere osservato...> Dice con tutta onestà, provando a ripensare a come s'era espresso poco prima. In fondo stava parlando dell' altra volta, quindi è più che possibile che sia per questo motivo. <Mi chiamo Hajime comunque> Andrebbe a dire alla fine. [equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

17:53 Giusca:
  [Bosco] Le affermazioni di Giusca sembrano spiazzarlo in qualche modo. Evidentemente non si aspettava certe risposte, come dire, dirette e vere. Percepisce dalle sue parole un po' di insicurezza, come se ora non sappia davvero se quello che ha affermato poco prima sia frutto di un ricordo sbagliato inerente agli incontri passati. <Beh io sono sicuro di quanto ho detto, ricordo tutto alla perfezione> lo prenderebbe di nuovo in contropiede, dicendo tutto di getto. Gli darebbe comunque la possibilità di terminare il discorso, giusto per divertirsi un po' e poter studiare qualcosina da dire in risposta ad ogni sua parola. <Beh gli occhi sono fatti per guardare e poi cosa dovevo fare? Ti trovavi lì, non sono venuto di certo per spiarti. E' stata una casualità. Ti ha dato fastidio? In tal caso non dovrei nemmeno osservarti ora>. Solito tono scherzoso e carico di ironia. La bocca si divarica lasciando intravedere gli incisivi bianchi dell'arcata superiore, mentre il viso assume un'espressione molto serena e naturale. <Beh io mi sono presentato ugualmente, è una questione di educazione> lo stuzzica un pochino per rendere il tutto divertente. Il tono dell'albino è in netto contrasto con quello di Giusca. Se da un lato ne abbiamo uno serio, dall'altro c'è esattamente l'opposto, uno scherzoso, ma in senso buono. Dai diciamolo, c'è un tempo pessimo, sono gli unici in quel luogo magnifico, nonostante le condizioni atmosferiche non proprio ottimali, almeno mettesse da parte i pensieri e si lasciasse pervadere da un sentimento più gioioso. Continua ad osservarlo, occhi fissi sulla figura dell'albino. Come fosse ora una specie di punizione per l'altro per quanto detto prima e per quanto sta dicendo ora. <Ma sei fissato con sto fatto di essere osservato!> esclamerebbe con voce quasi stridula, in modo spontaneo, lasciando la marionetta nella mano sinistra e sollevando quella destra in segno di protesta. <Mi spieghi perché ti dà così fastidio essere osservato? Magari posso aiutarti in qualche modo> ora i suoi modi di fare diventano più pacati e dolci, mettendo da parte quell'esuberanza mostrata poco prima. <Ecco, per sapere il tuo nome serviva una tempesta del genere. Io sono Giusca, ma penso di avertelo già detto> tornerebbe scherzoso per sdrammatizzare un po'.

18:12 Hajime:
 Quello che dice l'altro non è del tutto sbagliato infondo. Gli occhi, appunto, sono fatti per guardare, vedere quello che ci circonda, osservare anche i più piccoli dettagli, raccogliere tutte queste informazioni ed inviarle al cervello, in modo che esso possa valutarle. Certo, non solo questo, ci sono anche altre cose che determinano e possono fare, ad esempio semplicemente dallo sguardo si può provare a capire i sentimenti di una persona, ma comunque non è questo il momento per parlarne. Hajime non sa bene che dire, anche perchè, ad essere onesti, a lui piace osservare, non essere osservato. <Questo non è comunque giusto...> Va ad incrociare le braccia sotto il petto, mettendo un attimo il broncio visto che sa di essere stato messo con le spalle al muro in questo momento. Infatti, qualunque risposta dia probabilmente è sbagliata. Quasi avrebbe voglia di fargli una linguaccia, ma visto che piove a dirotto non gli sembra il caso. Il discorso dell' educazione, invece, non lo tocca minimamente. Sia perchè lui d'educazione ne ha appresa ben poca e quella (poca) gli è stata insegnata dalla vita, ad esempio il salutare e rispettare sempre chi è più forte per evitare brutte situazione. <Pff... Essere educati è solo un modo far capire all' altro di riconoscergli qualche superiorità...> va a commentare un po' provocatorio e maliziosetto, giusto per vedere adesso lui la reazione dell' altro. In fondo non lo conosce per niente e da quelle poche cose che sa provare a tirar fuori qualche idea sul carattere dell' altro potrebbe essere una cosa totalmente sbagliata. Ad esempio sa del fratello, che sente molto questa situazione, quindi ha una certa idea di come questo possa modificare il suo carattere. Probabilmente se ricorda bene non ha una famiglia, anche questo è un dettaglio importante, ma a differenza del bianco, il rosso tiene un comportamento molto diverso alle volte. Parla di se, si espone, cose che al momento Hajime fa fatica a capire. Comunque alla fine si torna a parlare del sentirsi osservato e si, lui è un po' paranoico, soprattutto da quando ha incontrato dei maledetti genjutser. <Si. Lo sono> va a confermare con tono sicuro e convinto, non lasciando trapelare nient'altro che la sua risolutezza in quell' affermazione. <Fastidio...? Mh. non so se userei questa parola...> Anche perchè non è un vero e proprio fastidio, è più una paura mischiata a qualcos altro. <Due ninja che non so chi siano mi hanno genjutsato... Uno per di più è uno psicopatico che sa troppo della mia vita... E poi son fatto così... C'è il mondo... E separato ci sono io> Del tipo, lui è li, il mondo lo circonda, uno non da fastidio all' altro, l'altro fa uguale, convivono e pace per tutti (?!). Sente il commento dell' altro sulla sua presentazione. A dire la verità lo trova inopportuno, visto che non è stata la tempesta a farli presentare ma il fatto di essere diventati entrambi genin, ma non lo farà notare, non gli sembra il caso. <Mh... Si lo ricordavo> Andrebbe a dire riguardo il nome altrui. <Non bisognerebbe fidarsi dei ragazzi dai capelli rossi> Andrebbe a dire, pensando a quel mezzo luogo comune della gente. Lo dice con un tono un po' pensieroso, un po' curioso nel vedere la reazione altrui.[equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

18:38 Giusca:
  [Bosco] Quello che dice Hajime non ha molto senso. Si sta comportando come un bambino viziato che messo alle strette e non sapendo più cosa dire mette il broncio. Da cosa lo capisce? Innanzitutto dal viso, dall'espressione che si legge su di esso e poi dal tono di voce. Ha da ridire su tutto quello che dice Giusca, proprio non riesce a dargli ragione, ad ammettere di avere torto. <Bisognerebbe essere educati con tutti, a prescindere> lo ammonisce, lanciandogli un'occhiataccia di sfida per far cessare il suo modo di fare provocatorio. Si sta parlando tanto tranquillamente, perché si deve arrivare a tal punto? Non ha voglia di litigare e di ripetere esattamente quanto accaduto nel loro primo incontro. Anzi, si è avvicinato all'altro con buoni propositi, per cercare di sistemare un po' i rapporti. Continua ad ascoltare, cercando di restare calmo e di non sbroccare, nonostante sia difficile con un ragazzo così capriccioso. <Beh, ti sembro un Genjutser? E anche se lo fossi perché mai dovrei usare i miei poteri su di te per farti del male? In ogni caso ti lascio nel dubbio, chissà magari lo sono per davvero e devi riguardarti> lo prende in giro, ridendo a crepapelle e portando il palmo destro davanti alla bocca, mentre gli occhi cangianti si socchiuderebbero e la pioggia continuerebbe a fare il suo lavoro. <In ogni caso è inutile provare a separarsi dal mondo, ne facciamo parte, volendo o nolendo. E prima o poi, anche se ci sembra di essere distaccati, verremo catapultati al suo interno> prova a dire la sua circa l'argomento trattato in parte dall'altro, sperando di averne inteso il senso. Hajime sembra ricordare il suo nome, almeno così ha detto, chissà se mente, ma ecco che la successiva affermazione riguardo i suoi capelli lo infastidisce un po'. O meglio, più che infastidirlo, gli provoca dispiacere. Ma perché è dispiaciuto? Per il semplice motivo che si sta fermando alle apparenze e per questa cosa i due viaggiano su lunghezze d'onda differenti. Giusca è una persona profonda, cerca di capire tutto dell'altro per conoscerlo nella totalità. Non ama le persone che giudicano solo in base all'aspetto fisico o al primo approccio. <Mi dispiace tu la pensi così> direbbe lasciando trapelare quella tristezza che non si è vista fino ad ora. Il capo si chinerebbe verso il basso portando lo sguardo ad osservare per terra, i piedi che continuano a bagnarsi. In realtà non fisserebbe davvero quelli, ma sarebbe perso nel vuoto.

18:54 Hajime:
 La risposta dell' altro sull' educazione non la condivide per niente. Almeno per com'è cresciuto il bianco infatti, la trova una bella e buona presa in giro, una forma di cortesia che viene usata per evitare problemi, non per altro. Infatti pensa che essa sia solo un tramite per arrivare ad ottenere quello che si vuole. Ad esempio lui è gentile ed educato con i sensei perchè ha bisogno che gli insegnino nuove cose. C'è sempre un motivo nascosto quindi per il giovane kusano, che si voglia o meno. Lascia ricadere giù le braccia, anche se è ancora un po' imbronciato. In fondo è più che convinto di aver ragione, ma l'altro s'è girato la frittata più o meno a proprio vantaggio e quindi non sembra così. Ma poi l'altro rischia tantissimo con quelle parole, tanto che quando le sente, senza pensarci troppo, anche se sotto quella pioggia infernale e tutto il resto, con la discussione che comunque sembrava più che tranquilla, ad Hajime viene naturale far scattare la mano sinistra verso la coscia sinistra, sbottonando il porta kunai-shuriken e restando pronto ad estrarre un' arma per combattere. Ride anche l'altro, cosa che gli da non poco fastidio, anche perchè lui è fatto così, se si sente minacciato, si chiude a riccio. <Non fa ridere... E come m'è stato dimostrato... Non è importante il perchè... Ma il fatto che tu possa farlo...> Non dice altro, ma dal tono di voce che tiene mentre pronuncia questa frase si può capire che, come prima cosa, non sta scherzando, e come seconda che ha anche perso in parte quel tono amichevole/tranquillo che potevano aver avuto prima. Ha avuto una brutta esperienza con questa cosa e a lui non piace avere brutte esperienze, per questo sta isolato da tutto il resto, per sopravvivere tranquillamente. Quindi non gli vanno a genio battute sull' argomento. La cosa riguardo all' essere catapultato in realtà gli da diversi spunti sul quale rispondere e obbiettare, ma visto che sta sulla difensiva si limita un momento ad osservare l'altro, per poi aggiungere. <Se la pensi così è perchè ti arrendi ad esso. Io sto bene dove sono... E il resto del mondo non fa parte di me> Non va a dire altro, anche perchè si fida un po' meno dell' altro. Il tono che però tiene il rosso quando va a dire le ultime parole lo lascia un attimo a pensare, chiedendosi almeno del perchè quell'espressione che, ovviamente, dovrebbe in parte provocare tristezza negli altri. <Ah puoi tranquillizzarti... Anche se li avessi avuti viola o blu o lilla o rosa non mi sarei fidato... Non mi fido della gente... Non posso sapere i loro pensieri...> Va a dire semplicemente il proprio punto di vista. <In fondo son più che convinto che ci sia solo una persona al mondo di cui ci si può fidare... Se stessi... Perchè se ci si sbaglia... Bhè... Non lo si fa in cattiva fede> Non ha dimenticato le parole di prima dell' altro comunque, quando ha scherzato sulla cosa del genjutsu e non si fida ancora.[equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

19:22 Giusca:
  [Bosco] La reazione dell'altro gli provoca un grande dispiacere. Non pensava potesse prendersela così tanto per uno scherzo del genere. Perchè sì, si trattava di uno stupido scherzo giusto per strappargli un sorriso. Ma evidentemente quell'esperienza lo ha segnato e non poco. Lo ha reso ancora più chiuso, lo ha riempito di paure e di complessi. Giusca sa bene cosa voglia dire, è stato il primo ad aver passato una vita infernale, fatta soprattutto di sofferenze. Una vita lontana dal mondo nel quale poi è stato catapultato con la forza. Ha provato ad essere invisibile agli occhi degli altri. In parte ci è riuscito, ma poi non ha fatto altro che accrescere le sue paure, le sue debolezze per esporlo ancora di più. <Mi dispiace era solo uno stupido scherzo. Io... non volevo> il tono di voce è triste. Non prova pietà per l'altro. E' arrabbiato con se stesso per il semplice motivo che non è riuscito a capire Hajime fino in fondo, nonostante sia una persona sensibile e attenta sotto questo punto di vista. Si sente un fallito, perchè, sì, ha fallito e alla grande. I suoi modi di fare e di rapportarsi sono andati tutti a vuoto e hanno aumentato il divario tra i due, portando l'altro ancora di più sulla difensiva. <Io... non volevo davvero> non sa che dire, a dire il vero non sa nemmeno come comportarsi. Tanto ormai è andata così. Non ha nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi. Questa volta è lui che si sente osservato e prova imbarazzo. Si sente nudo, inerme dinanzi all'altro. E' una cosa che gli ha sempre dato fastidio in passato, ma che con il tempo pensava di aver superato. Voleva solo tirarlo su di morale, aiutarlo in qualche modo, ma non ci è riuscito. Anzi, è stato catapultato nuovamente nel burrone dal quale, con fatica, era riuscito ad uscire. Vorrebbe piangere, alzarsi e andare via. Ma si sente bloccato, non capisce da cosa. In realtà potrebbe anche piangere, l'altro probabilmente nemmeno se ne accorgerebbe dato che continua a piovere. Gli occhi si farebbero lucidi, in più sarebbero fissi sulle sue mani che si stringono l'una all'altra in una presa salda, costringendole a diventare rosse mentre la marionetta sarebbe poggiata sulle ginocchia. Il labbro inferiore viene morso ripetutamente dagli incisivi dell'arcata superiore, strappando via pezzi di pelle e costringendolo a sanguinare. Il cuore batte forte, il respiro si fa affannato. Si sente lontano da tutto, da tutti. In un'altra realtà, lontano ancora una volta da quel mondo. Solo, più solo che mai. Ascolta i suoni che provengono dalla bocca di Hajime, gli risultano cose incomprensibili, non riesce a capire più nulla. Gli entrano da un orecchio e gli escono dall'altro. Si riesce a soffermare solo su due parole "se stessi", ma non ha nemmeno la forza di rispondere, non sa più cosa dire. Resta immobile, lì.

19:45 Hajime:
 A dire la verità non capisce bene cosa stia succedendo, un attimo prima era lui sulla difensiva, chiuso nei propri pensieri e nelle proprie paure, un attimo dopo succede l'opposto, come se il mondo stesso sia impazzito. Dopo le parole altrui infatti, che va a scusarsi e, almeno apparentemente, colpevolizzarsi per l'accaduto, Haji non capisce bene quello che succede. A dire la verità non sa neanche che pensare esattamente dell' altro. Prima sembra una persona socievole, poi forte, poi scoppia. Sta impazzendo? O è lui impazzito? O magari è veramente un genjutser e lui è finito nuovamente dentro uno di essi, questa cosa tra l'altro sta diventando il suo peggior incubo eh. Non può far altro che fissare l'altro, un po' incredulo, un po' stupefatto dal comportamento che tiene. Si chiude in se stesso, quasi staccandosi totalmente dal mondo. Si va anche a punire, sia andando ad imporre sulle mani una pressione troppo forte, tanto da farle arrossare, che mordendosi compulsivamente il labbro, quasi avesse un tic nervoso o qualcosa del genere. Magari è anche questa una delle cose di cui ha avuto modo di parlarne e di rifletterci a Konoha. La reazione che gli altri possono avere, il comportamento delle persone dopo determinate situazioni/affermazioni. Deve infatti ammettere che, anche se un po' diverso, davanti si trova il ragazzo del loro primo incontro e probabilmente, per quanto si possa cambiare, è ancora quel ragazzo che aveva un po' identificato. Ed è anche il bianco un po' colpevole, visto che non ha provato per niente a capire l'altro. Magari un po' si assomigliano, almeno nelle loro situazioni, in fondo sono entrambi soli, ma l'affrontano in maniera diversa, quasi opposta, la cosa. Lasciando perdere il porta kunai, ormai deciso che l'altro non è un pericolo ma solamente un ragazzo un po' come lui, deciderebbe di fare qualcosa di stupido. Andrebbe quindi ad allungare il braccio, provando a cingere l'altro intorno la spalla, per attirare la sua attenzione visto che gli sembra distratto e perso nei propri pensieri. <Hem... Hey...> è un po' imbarazzato, anche perchè una cosa del genere non l'ha mai fatta e, cielo, gli sembra molto stupida. <Non... Non devi farti una colpa delle mie parole... Io sono fatto così ma ti assicuro che... Bhè...> Ingoia sentendo le continue gocce battergli sulla pelle, sulle guance, anche sugli occhi, costringendolo a tenerli quasi socchiusi, cosa che già i capelli fradici appiccicaticci già costringevano. <Ho dovuto constatare che c'è molta gente come... Te... Che crede nella fiducia reciproca...> Bhè, sta cercando di tirarlo su. <E quella gente... Hem... Non si arrende proprio per questa fiducia... Credo...> Non può dirlo con sicurezza eh, lui non è proprio il tipo migliore per trattare questa cosa, anche perchè non ci crede neanche un po'. Però andrebbe a poggiare l'altra mano su quelle del ragazzo, come a volerlo fermare. <Io... Non so molto di te... Mi hai detto di tuo fratello quella volta... E mi sto facendo un' idea di te... Ma non importa quello che pensi io... O un altro che passa... Se hai qualcuno a cui tieni e ti fidi di lui... Bhè... Vorresti ti vedesse così?> Non sa bene come rincuorare una persona, onestamente non capisce neanche perchè lo stia facendo. Forse a spingerlo è il semplice senso di colpa, in fondo ha causato lui quest'alterazione nello stato d'animo dell' altro e, per uno come lui, uno che pensa a sopravvivere, distruggere la sopravvivenza di qualcun altro semplicemente per farlo, neanche fosse uno sport, è sbagliato. Senza motivo non ha senso agire infatti..[equip: porta kunai-shuriken| x6 shuriken a spirale | x6 kunai| vambracci |schinieri|guanti ninja]

20:26 Giusca:
  [Bosco] Ma cosa sta facendo? Il braccio dell'albino si avvicina lentamente risalendo quello di Giusca per poi poggiarsi sulla spalla, mentre gli sussurra qualcosa con un tono di voce più dolce e comprensivo. Come se fosse cambiato completamente e si fosse accorto di aver esagerato nei suoi modi di fare. Ed è per questo che tenta un avvicinamento "fisico", che Giusca non ha mai avuto con nessuno a dire il vero. Gli unici abbracci sono stati del fratello, altri non se li ricorda, figuriamoci da estranei poi. Tanto imbarazzo si viene a creare, le gote cominciano ad arrossire, pian piano viene risucchiato via dal mondo fittizio nel quale era finito per tornare in quello reale. Non ha ancora il coraggio di guardarlo e non capisce nemmeno quali siano le intenzioni reali dell'altro. Non sa proprio cosa fare, resta immobile, impassibile. Non ha nemmeno il coraggio di ribellarsi, di scostarsi un pochino, come a dire "che stai facendo?". Lo lascia fare, si lascia accarezzare la spalla. Sguardo ancora fisso per terra, labbra leggermente divaricate, respiri affannati. Occhi sbarrati, increduli. Ascolta tutto con attenzione, ma non ha proprio idea e voglia di rispondere. Vuole vedere fino a che punto ha intenzione di spingersi l'altro, vuole capire cosa sta cercando di fare. Se Giusca è diventato rosso per un braccio portato attorno al collo, lo diventa ancora di più quando l'altra mano di Hajime va a posarsi delicatamente sulle sue rosse e congiunte. Sente il tocco delle dita che sfiorano il dorso morbido delle sue mani. Quella sensazione diversa e mai provata prima. Ha paura, non è per niente lucido. Si sente in trappola, bloccato da qualcosa, forse dalla dolcezza delle sue parole, forse dai suoi gesti inaspettati. Trema e non poco, ad ogni suo tocco viene pervaso da una scossa in tutto il corpo, un brivido che gli fa mancare il respiro. Le mani vengono strette ancora più forte, sintomo di quell'imbarazzo che man mano cresce. Un nodo si forma in gola. La salivazione è a zero. Gli occhi si fanno lucidi e la sua testa vorrebbe scoppiare. Litiga con la lingua, la costringe a pronunciare le sue ultime parole prima di cercare di divincolarsi da quella presa e di scappare via. <D-Devo andare> dice con voce tremante, per nulla convinta, come se volesse restare ma non può. Proverebbe a liberarsi dalla morsa dell'altro, dimenticandosi addirittura della sua piccola marionetta, la quale, dopo essersi alzato in piedi, cadrebbe per terra. Senza proferire altro e voltarsi indietro, lasciandosi rigare le guance da lacrimoni copiosi e di sfogo, che l'altro non potrebbe vedere, si dirigerebbe verso casa correndo [End]

20:41 Hajime:
 In realtà Hajime, avendo sempre pensato a se stesso, non capisce bene l'imbarazzo dell' altro, lo vede arrossire, come se gli avesse fatto chissà cosa, ma in verità ha cercato solo di tirarlo su di morale?! Resta spiazzato dalla situazione che trova a dir poco irreale. Perchè è così difficile cercare di relazionare con la gente? Possibile che si creino così tanti problemi? Dice qualcosa, e ci sta male, prova a comportarsi in maniera diversa, si comporta nuovamente in modo assurdo. Bho... Non sa proprio che fare. Lo vede alzarsi, scappare via in quel modo, lasciar pure cadere la sua marionetta/bambola/quello che è senza neanche voltarsi per raccoglierla, quasi volesse scappare via da lui. In parte si va a chiedere se è un mostro, se ha fatto qualcosa di tremendamente sbagliato. Voleva solo risolvere un problema che aveva appena creato, pensando ed essendo convinto che fare del male a gratis sia una cosa sbagliata. Ed ha finito per rovinare ancora di più la situazione, o almeno così gli sembra, visto che non riesce proprio a capire perchè l'altro si sia comportato così. Si alzerebbe subito dopo, guardando quella figura scappare via, senza aggiungere nient altro, visto che ormai crede di aver già combinato una bella frittata. <Mi... Dispiace...> Può solamente dire, in un sussurro coperto dallo scroscio della pioggia. Lo sguardo va al terreno, dov'è la marionetta. Si abbasserebbe per raccoglierla, andando a recuperarla e portandosela al petto, in un classico istinto di protezione, un po' suggestionato dal comportamento del rosso che l'ha visto sempre tenerla in questo modo, come se fosse un tesoro. Non ha dubbi che quindi ci tenga a questa cosa e, allora, si sente ancora un po' più triste. Per farlo scappare senza neanche badare di raccogliere il proprio oggetto amato, deve aver fatto qualcosa di tremendo allora, senza ombra di dubbio. Qualcosa che, a dire la verità, non gli crea nessun vantaggio ne gli migliora la sua vita e sopravvivenza, quindi qualcosa di sbagliato e ingiustificato. Inizierebbe a camminare verso casa, triste, con il proprio spirito e morale sotto i piedi, deluso da se stesso. L'unica speranza che gli rimane è che la pioggia che lo assale possa lavar via tutta questa tristezza che lo circonda. <end>

Hajime e Giusca si incontrano nel Bosco dei ciliegi. Il temporale li sta colpendo violentemente, ma non è questo a interferire sui loro sentimenti ed emozioni, anzi...