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Piccoli consigli per un giovane Genin

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con Hitachi, Giusca

17:02 Hitachi:
  [Volti di pietra - Tsunade] Siede alle pendici del volto del quinto Hokage. Le gambe raccolte e le mani ancorate alle tibie per mantenere il corpo in equilibrio e la schiena eretta. Iridi nere che si scontrano con i raggi del sole ormai in caduta oltre le montagne di IWagakure no Sato. Lo sfondo si spande in una moltitudine di colori e sfumature, riflessi cristallini delle finestre sulle quali si schianta, sulle quali rimbalza, l'impeto del sole cocente del Sud del mondo conosciuto. La calura comincia a farsi sentire dando uno spiraglio di riposo nelle ore preserali dando la possibilità di immergersi in tiepide, e arieggiate, passeggiate pre cena. Deve cercare la tranquillità necessaria per la finale di domani, non conoscendo l'avversario e le sue qualità può solo fare riferimento alla meditazione. Uno scontro di sinapsi pronte ad echeggiare in rapidi calcoli e riflessi per elaborare una pronta risposta ad ogni assalto avversario. Sgombra la mente, avverte il chakra confluire diretto al cervello, lungo il sistema di circolazione che avvolge medesimo organo. <Una illusione è tanto più potente, quanto meno si distacca dalla realtà.> ripete formule base auto formulate. Veste una lunga tunica nera che avvolge per intero il corpo lasciando scoperto metà viso e la lunga crine nera racchiusa in una coda. Difficile non notare l'Uchiha copia identica di Itachi. Nessun simbolo lo richiama alla carriera di shinobi, a kusa, o al clan Uchiha, ma il suo volto è ormai piuttosto conosciuto a chi frequenta il torneo. [chakra On]

17:06 Giusca:
  [Monte] Ormai è da qualche giorno che il giovane Kusano si trova a Konoha, ma non ha avuto la possibilità di visitarla nella sua interezza. E' una bella giornata, le temperature sono miti e il sole riscalda i volti delle persone che passeggiano per le strade del villaggio. Il cielo è leggermente più scuro degli occhi cangianti del rosso, il quale si trova sul monte dei volti di pietra, nonostante soffra di vertigini. E infatti ha avuto un po' di difficoltà a salire la scala in ferro che consente la salita. Indossa un kimono viola rigato lungo fino alle caviglie e chiuso in vita da una fascia scura arrotolata due volte e stretta in un nodo. Le maniche lunghe sono arrotolate all'altezza dei gomiti per facilitare i movimenti, mentre ai piedi ha dei calzari ninja di colore blu che lasciano la parte anteriore del piede scoperta. Dallo scollo del kimono si intravede invece una maglia nera a rete. I capelli rossi e mossi sono tirati tutti indietro, lasciando la fronte scoperta. Il ciuffo infatti è bloccato dal coprifronte di Kusa. Ma perchè il kusano si trova lì sopra? Semplice, ascoltando il chiacchiericcio di alcuni abitanti di Konoha, qualche giorno prima, era venuto a conoscenza di una vista magnifica da lassù.

17:12 Hitachi:
  [Volti di pietra - Tsunade] Il suo sguardo, grave e severo, fin troppo profondo per un chunin, si scaglia sullo sfondo per poi ruotare in uno scatto rapido in direzione del neo giunto. Un giovane rampollo di Kusagakure no Sato intravisto durante la cerimonia di apertura del torneo dei ninja indetto da Hitomu, Hokage di Konoha. Il volto ruota spostandosi con lo sguardo su Giusca, passa in rassegna il suo vestiario e la conformazione del suo viso. <Ti ho già visto.> esclama con voce non troppo alta, ma ben udibile, in direzione di Giusca. <Non ricordo il tuo nome, ma devi essere uno dei genin che ha partecipato alle preliminari del torneo.> azzarda una ipotesi, ma non è in vena di ragionamenti troppo complicati. <Siedi qui vicino a me.> esclama lanciando un'occhiata a uno spiazzo a mezzo metro da lui. <Ho voglia di conversare.> lascia intendere che più che un invito esso sia un ordine. Raccoglie le gambe poggiando i gomiti sulle ginocchia, mani raccolte di fronte la bocca, iridi nere fisse sullo sfondo. <Mi chiamo Hitachi.> si presenta. [chakra On]

17:25 Giusca:
  [Monte] Il giovane ramato non ha nemmeno il tempo di guardarsi intorno o di ammirare il panorama che subito una voce cattura la sua attenzione. Volta il capo alla ricerca della figura dalla quale essa proviene, fino a quando non nota un ragazzo dai capelli neri racchiusi in una coda e avvolto in una tunica nera. <Davvero? Dici a me?> risponde incredulo, d'altronde Giusca non conosce nessuno a Konoha se non quella ragazza dai capelli rosa di nome Furaya. Ascolta con cura tutte le parole che fuoriescono dalla bocca dello sconosciuto. <Mi chiamo Giusca, ma non ci siamo mai conosciuti prima. Sono un genin ma non ho partecipato al torneo>. Il tono di voce è calmo e pacato, forse leggermente in imbarazzo, ma non è spaventato. Il viso cerca di mantenere una certa naturalezza, evitando arrossamenti all'altezza delle gote. All'invito del corvino risponderebbe con un cenno del capo, si avvicinerebbe e flettendo le ginocchia e lasciandosi cadere all'indietro, si siederebbe accanto a lui, a circa mezzo metro. <Ah si? di cosa vuoi parlare?> solitamente non trova molte persone disponibili a chiacchierare e solo recentemente ha iniziato ad aprirsi un po' di più con la gente, per questo motivo accennerebbe un leggero sorriso sulle labbra pallide e sottili e porterebbe la vista sul villaggio, ammirando la vastità e le costruzioni che vengono timidamente illuminate dal sole. <Piacere> direbbe, socchiudendo gli occhi.

17:33 Hitachi:
 <Giusca. Un nome strano. Poco comune.> borbotta quasi del tutto immerso nel lembo di mantello che si evolve sino alle guance. Distende le gambe sollevando le braccia al cielo mandando così in tensione tutto il corpo. <Allora ti avrò visto quando la delegazione kusana si è messa in marcia per il torneo.> boffonchia tra se e se. Certo il nome non lo ha mai sentito, altrimenti se lo ricorderebbe di sicuro, eppure ha già visto i lineamenti del suo viso, anche solo di sfuggita. <Beh ... uno spettacolo mozzafiato non trovi? Pensa che metà otogakure no Sato, e quindi metà Kusagakure, ha visto le sue origini in questo villaggio. Konoha potrebbe essere la culla della civiltà degli Shinobi.> esclama in direzione di Giusca prima di richiamare braccia e gambe ritornando in posizione di riposo così da rilassare i muscoli della schiena, delle spalle, ed i quadricipiti delle gambe. <In realtà domani dovrò affrontare la finale dei Chunin contro una certa Aiako. Quindi ho necessità di distrarmi. Sai a volte riempire la propria testa di supposizioni, congetture, bozze di strategie, può essere un rischio per la lucidità mentale nel momento chiave dello scontro. Creare una realtà dalle ipotesi è pericoloso, specie per uno shinobi.> parla quasi tra se e se prima di richiamare l'attenzione su Giusca. <Parlami di te ragazzo ... da quanto sei genin e perchè hai scelto questa vita?> due domande semplici semplici per aprire discorso, per divagare nel nulla e distrarre la mente dalle preoccupazioni. [chakra On]

17:49 Giusca:
  [Monte] Eh si, è proprio un nome strano. Lo ha sempre pensato, ma non si è mai posto il problema di capire se avesse o meno un significato. <A dire il vero sono arrivato da solo qui con qualche giorno di ritardo> direbbe, portando il palmo della destra sulla bocca che ora è completamente divaricata e lascia intravedere la dentatura bianca e perfetta a causa di una risata. <mmm si hai ragione, è la prima volta che salgo qui sopra, anche se ho un po' di paura ad affacciarmi, soffro di vertigini...> il solito tono scherzoso di chi ormai ha capito che bisogna prendersi in giro da soli. Ascolta le altre parole di Hitachi, sfortunatamente Giusca ne sa poco a riguardo, non si è mai interessato più di tanto alla vita ninja, se non negli ultimi tempi. Quindi si limiterebbe a fare un cenno del capo per dire che lo sta seguendo, mentre ora il suo viso è tornato di nuovo sereno. Lascia parlare l'altro, d'altronde ha capito che ha bisogno di sfogarmi in qualche modo, altrimenti perchè mai lo avrebbe invitato a sedersi lì accanto a lui? E infatti ha parecchie cose da dire, ma Giusca ascolta con piacere. <Ah ecco, allora eri tu, purtroppo non sono un acuto osservatore e mi dimentico spesso dei volti> in realtà mente, li ricorda bene, ma la mancanza di autostima e sicurezza lo porta sempre a mettere le mani avanti per evitare figuracce. <Se posso darti un consiglio vivitela al meglio, non pensare ora a delle strategie, tanto non servirebbe a nulla. L'importante è che tu ci metta tutto l'impegno e mantenga la giusta concentrazione>. Tutto quello che dice gli viene dal cuore, parole sentite, semplici consigli che magari potrebbero tranquillizzarlo in qualche modo. <beh di me non c'è molto da sapere... sono genin da non molto, da poco prima dell'inizio del torneo ed è proprio per questo motivo che ho preferito non iscrivermi. Ho bisogno di aumentare la mia sicurezza, di diventare più forte>. Cerca di essere molto superficiale sulla motivazione della scelta di tale vita, ne parlerebbe tranquillamente, ma preferisce non sfidare i fantasmi del passato. <Tu invece da dove vieni?> direbbe, portando il suo sguardo su Hitachi.

17:57 Hitachi:
  [Monte dei volti di Pietra] <Vivila al meglio?> domanda quasi sorpreso dopo aver udito le parole di Giusca. Un neo genin, neo giunto nella vita da shinobi che probabilmente non ha ancora piena coscienza di cosa voglia dire essere tale, il peso che si deve imparare a sopportate, il fatto che <Uno shinobi non vive mai al meglio, anzi, vive sempre in una condizione pietosa per dare ad altri la possibilità di vivere senza problemi, senza strategie. La strategia è tutto Giusca, se vuoi arrivare a ottanta anni ed avere molti nipoti. L'improvvisazione è l'arte della fortuna, l'arte del nulla.> esclama quasi con l'intento di ammonire il giovane kusano. <Io vengo da Oto ... o meglio... la mia famiglia è un parto di quella che una volta regnava sovrana a Konoha insieme a Senjuu. Gli Uchiha.> precisa consapevole di richiamare alla mente nozioni di storia ninja probabilmente da molto dimenticate da Giusca. <Prima di diventare una famiglia di cloni gli Uchiha vivevano proprio la.> indica con l'indice teso un gruppo di case. Parte in rovina, parte restaurate, il quartiere Uchiha ha ripreso forma per dare ospitalità ad altri cittadini di Konoha. <Giusca non dire mai a nessuno che sei insicuro. Non esporre mai il fianco, non presentarti con i difetti, ma esponi a pieno petto le tue qualità. Io posso tranquillamente cercare una vena di compassione in me per comprendere per quale motivo una persona insicura abbia intrapreso la via dello shinobi, ma un ninja di ben altra moralità se ne approfitterebbe alla prima occasione.> un secondo ammonimento. <Per il tuo bene. Per imparare a sopravvivere in un mondo in cui la vita media non supera i trent'anni. E che molti anni fa non superava i diciotto.> conclude. [chakra On]

18:14 Giusca:
  [Monte] Probabilmente ha detto qualcosa di sbagliato o semplicemente Hitachi è in disaccordo. Non sa cosa dire, si limita ad ascoltare per cercare di capire cosa ha sbagliato. Il suo viso non è più così sereno, lo sguardo torna sul panorama, ma sembra essere completamente perso nel vuoto. Il tono di voce dell'altro sembra essere duro, come se volesse sgridarlo in qualche modo o allarmarlo, ma il perché di tale cambiamento non riesco proprio a capirlo. <Beh io mi riferivo al torneo... non avrebbe senso cercare delle strategie senza conoscere l'avversario> voce flebile e sottile, un po' tremate, per cercare di spiegarsi meglio. Cercherebbe di non dare molto peso a quella piccola sgridata, giusto per non rovinarsi il pomeriggio e si obbligherebbe a continuare ad ascoltare quanto ha da dire l'altro sulla sua provenienza, dandogli anche qualche nozione in più riguardo la storia ninja. "Cloni", "Uchiha", ci sono troppe cose da imparare ancora. Il suoi occhi cercherebbero di seguire il dito di Hitachi che punta su un gruppo di case in lontananza, alcune restaurate, altre a pezzi. Quello che dice ha un tono severo, è vero, ma probabilmente sono dei consigli, per il suo bene e infatti il corvino ci tiene a precisare quest'ultima cosa, dicendogli di non esporre mai le sue fragilità e debolezze per non cadere vittima degli altri. Un po' è dispiaciuto, è semplicemente se stesso e spesso trova difficoltà a capire come comportarsi con le altre persone. Non è una persona calcolatrice, ci mette cuore e anima in tutto quello che fa. <Hai ragione, mi dispiace, cercherò di farlo, ti ringrazio> un piccolo sorriso proverebbe a mascherare la sofferenza che traspare dai suoi occhi chiari.

18:30 Hitachi:
  [Monte dei volti di Pietra] <Lo so che era riferito al torneo Giusca. Eppure un ninja, specie un capo squadra, deve sempre prendere consapevolezza della variabili delle missioni ed elaborare subito una strategia efficace per contrastare le difficoltà sopraggiunte. Per te ora è complicato concepire il tuo ruolo da genin, figuriamoci quello di un capo squadra. Ma verrà il giorno in cui ti verrà richiesto di preoccuparti non solo di te stesso, ma anche dei tuoi sottoposti. E capirai l'importanza di cercare sempre una soluzione rapida ed efficace, anche quando è impossibile.> piccola pausa mentre riporta le scure iridi sul viso di Giusca <Perchè su di te graverà anche il peso delle loro vite. E molto spesso ti ritroverai ad affrontare missioni senza sapere a cosa vai incontro. Magari conosci il nome del luogo, magari conosci il numero degli avversari, a volte non hai ben chiaro neanche l'obiettivo. E cosa fai? Improvvisi?> domanda al giovane genin con tono più dolce, quasi come un anziano parla a un giovane pargolo del villaggio. <No, non si improvvisa mai. Improvvisare vuol dire dare ascolto all'istinto e l'istinto ci porta a commettere gli errori. Distaccati da quello che ti dice il cuore, ammaestra la tua mente a percepire il presente e ad intravedere il futuro. Devi sempre essere un passo avanti a chi ti circonda, come quando devi colpire un bersaglio in movimento con un Kunai. Per centrarlo dovrai mirare nel punto in cui il bersaglio si troverà esattamente li. Accuratezza, precisione, ed efficacia. Non lasciare mai le cose al caso. > la metafora lascia a intendere sufficientemente la lezione quotidiana. <Io posso insegnarti questa via. Sono i molti gli shinobi in grado di accompagnarti sul tuo percorso. Ma devi essere tu il primo a prendere in mano le redini della tua vita.> conclude.

18:46 Giusca:
  [Monte] Nessuno mai ha preso così a cuore la storia del rosso. Nessuno mai si è interessato più di tanto a mostrargli una via alternativa, ad incoraggiarlo ad essere più forte. Da piccolo ha sempre avuto suo fratello pronto a difenderlo, poi è rimasto solo ed è stato praticamente un fantasma, si è sempre nascosto agli occhi degli altri, proprio per questo motivo, per paura. Non è vigliaccheria, ma incapacità di capire se stessi, di apprezzare quello che si è. E poi ci sono tanti fattori che lo hanno portato ad essere così, ma che ora è meglio tralasciare. E' un po' confuso, quello che dice Hitachi ha senso, prova a trovare un modo per difendersi ma senza riuscirci. Si prende il colpo e quelle parole gli fanno male, come se lo pugnalassero al petto. E' come mettere il dito nella piaga e ricordargli che è un debole, che non è capace di prendersi cura delle persone che ama. Ed è questo il motivo per il quale si è recato dal nano Torbs e lo ha pregato per insegnargli il mestiere di falegname. Per poter costruirsi marionette da solo e proteggere se stesso e chi gli vuole bene. Lo sguardo è ancora fisso sul panorama, con quale coraggio potrebbe vedere negli occhi del corvino? Per mostrare la lucidità dei suoi occhi? Gli stessi occhi che hanno pianto tanto e sono capaci di provare tanto odio e amore allo stesso tempo. <Hai ragione> l'unica cosa che riuscirebbe a dire, come a volersi punire da solo. La ramanzina sembra bella intensa e le parole di Hitachi sembrano cariche di tensione, per fortuna poi tendono ad addolcirsi. Forse ha capito che Giusca ha bisogno di imparare e vuole aiutarlo. Gli occhi si socchiudono, solo le parole ora gli rimbombano nella testa, i respiri diventano lenti e profondi, come a voler calmare la tensione accumulata ed evidente nei muscoli delle spalle. <Grazie, davvero, grazie. So benissimo di non essere all'altezza di tali compiti ed è per questo motivo che ho intrapreso questa via, perchè non sono contento di quello che sono>. Non si sente giudicato, li considera tutti consigli preziosi, anche se in cuor suo sa già tutto questo.

18:50 Hitachi:
  [Monte dei volti di Pietra] il sole è quasi tramontato al di là della montagne che cingono il confine orientale di Iwa con quello occidentale di Kusagakure no Sato. Volge le iridi verso il sole pronto a nascondersi al di la delle vette in cambio della più timida luce lunare. China un attimo il capo in avanti abbassando lo sguardo al di sotto, verso il precipizio della fronte di Tsunade. <Giusca, sei un genin giovane. Il tuo senso di smarrimento è del tutto normale, legittimo e giustificabile. Hai bisogno di trovare qualcuno che ti accompagni per mano, per lo pieno per un certo tratto della tua carriera.> pronunzia solenne, con la voce di un fratello maggiore. <Se mai avrai bisogno del mio aiuto, non dovrai fare altro che cercarmi presso la locanda nei pressi dell'arena qui a Konoha, o presso la mia piccola dimora nelle campagne di Kusagakure no Sato, nel tempio di Amaterasu e Tsukoyomi. Cercami e io ti insegnerò. Ma...> pone una condizione vincolante <Ti insegnerò la via della Pace. L'uso della forza in funzione di un bene superiore della tua vita, e di quelle di molti altri. Una forza che per l'impiego deve essere giustificata. Non genero mostri, non creo diavoli ... io li elimino.> sentenzia, quasi un avvertimento. <Tradiscimi e finisci tra le braccia del Dio della Morte.> si leva in piedi repentino troncando di netto il discorso. <Hitachi Uchiha ... monastero di Tsukoyomi ed Amaterasu. > ripete i termini chiave di quell'incontro. <Buonaserata Giusca.> saluta infine con un cenno del capo, prima di camminare lungo la fronte di Tsunade sfruttando il chakra come collante per restare attaccato alla superficie rocciosa. Si congeda dunque. [End] // grazie della giocata :3

Partecipanti. Giusca e Hitachi.
Location: Monte dei volti di Pietra
Data e ora: 03/04 dalle 17.00 alle 19.00

Note OFF: Manca la End di GIusca (perchè dovevo uscire) e le entry (perchè non mi sono ricordato di registrare).

Descrizione:
Hitachi incontra Giusca e dopo una breve presentazione da qualche suggerimento al Genin per la vita che lo aspetterà, soffermandosi su un invito a seguire la via della luce e della vita a discapito della via della vendetta e dell'odio.