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Chi parla... Chi si allena... Ma chi non è pazzo?

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con Hajime, Giusca, Futanjo

11:22 Hajime:
 Giornata difficile per il giovane genin di Kusa. Dopo l'esperienza di pochi giorni prima infatti, quando è caduto in una specie di imboscata nel suo vecchio orfanotrofio, la sicurezza che lo caratterizzava dopo essere diventato effettivamente un ninja in tutti i sensi è andata un po' scemandosi. Il problema non è tanto aver perso una sfida, il modo in cui sono andate le cose lo è. Non si è neanche reso conto di essere dentro un genjutsu, fin dall' inizio. Non è neanche entrato in quella struttura, o meglio, quello che ne resta visto come era distrutta e abbandonata da circa un anno o più. Quindi... In questo momento è in uno stato difficile. Per fortuna l'indomani partirà per il suo viaggio a Konoha, visiterà quel villaggio di cui tanto ha sentito parlare e magari, per qualche tempo, riuscirà a non pensare alle brutte sensazioni legate al suo passato. Comunque sia, domani sarà quel che sarà, oggi è ancora a Kusa, quindi deve sfruttare questo tempo per allenarsi, non può permettersi nuovamente esperienze del genere. Ed ecco perchè si trova in accademia, il posto migliore per allenarsi. Si trova sul tetto, dove è possibile, grazie all' attrezzatura, allenarsi anche contro dei fantocci. Il tempo non è dei migliori, un po' come sempre in questo villaggio. L'umidità è alta, le nuvole ricoprono il cielo, facendo passare si e no a tratti i raggi del sole. S'è svegliato presto questa mattina, saranno si e no le nove e lui è già li, pronto per iniziare gli allenamenti. Per comodità si è messo una tuta con i pantaloncini corti, che gli arrivano poco sotto il ginocchio, con la fine elasticizzata per non scorrergli fastidiosamente. Questi, di colore nero, sono combinati con il pezzo sopra, anche questo con le maniche corte, fin sotto i gomiti, ugualmente elasticizzato. A differenza dell' altro pezzo però, questo non è completamente nero, bensì ha una riga bianca verticale al centro, di una decina di centimetri, a differenziarlo. Ha con se solamente i due porta kunai come attrezzatura, uno legato al braccio destro, l'laltro alla coscia sinistra. Il resto dell' equipaggiamento non gli serviva, vista la situazione. In fondo non si trova mica in uno stato di pericolo. Per finire, cosa che non può mai mancare, il coprifronte del villaggio con il simbolo di Kusa, proprio sotto i capelli bianchi, legato sulla fronte. E quindi, trovandosi sulla terrazza , comincerebbe a fare un po' di riscaldamento, prima di iniziare.[equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

11:23 Futanjo:
  [Kusa: Accademia Ninja, Ponte-->Prima palazzina] [La mattina è ombrosa di nuvole in quel di Kusa, e dagli alberi quasi appesi alle singolari architetture del villaggio un cinguettare sparso e a tratti incerto saluta, di tanto in tanto, il comparire timido del sole. Un vociare informe di allievi e sensei insieme accompagna tale suono, emanando dai due palazzi con intensità alterne, tra la fine e l'inizio di una lezione. Di mezzo a queste pregevoli onde acustiche, Futanjo passeggia quasi ciondolando, gli occhi pesti di sonno a tratti coperti dalle ciocche bionde che gli disturbano, innocenti, la visuale. Veste come suo solito, con poca attenzione, dei pantaloni cargo verde scuro ed una maglietta nera con maniche arrotolate su cui campeggia un vistoso kanji "ni" bianco. Ha dei sandali ai piedi, sandali da mare più che da ninja, e forse la caratteristica più vistosa - a parte la sua sonnecchiante insofferenza - è il bastone, quasi un manico di scopa senza spolverino, che porta poggiato alla spalla stretto nella mano destra. Giunge quasi alla fine del ponte restando un attimo, osservando con incerta attenzione dapprima oltre il parapetto, dunque sopra la sua testa l'infinità del cielo. Poi tra sé e sé sussurra] <Più in alto... più in alto...> [e, con uno sbadiglio, si avvia lentamente verso la prima palazzina dell'accademia]

11:23 Giusca:
  [Accademia] Le temperature sono ancora un po' basse, sebbene nel cielo si riesca ad intravedere il sole, il quale in alcune occasioni, riesce ad illuminare tutto con i suoi raggi solari, in alcuni casi, viene completamente oscurato da quei nuvoloni grigiastri, che sembrano voler portare pioggia. Il ragazzo è diretto verso l'accademia. Indossa il solito kimono viola, lungo fino a metà caviglia e chiuso in vita dalla fascia ancora più scura, la quale è stretta in un nodo. Le maniche lunghe sono arrotolate all'altezza dei gomiti per avere movimenti più fluidi, mentre ai piedi indossa dei calzari ninja di colore blu, aperti nella parte anteriore. Dallo scollo del kimono spunta, invece, il colletto e una piccola parte della maglia a rete di colore nero, dalla quale si intravede il petto del giovane ragazzo. I capelli sono lasciati morbidi, la frangia rossissima e ribelle arriva fino a metà occhi, oscurandone in parte la vista e coprendo la fronte alta e spaziosa. La parte alta dei capelli invece è schiacciata dal coprifronte di Kusa. Gli occhi chiarissimi cambiano completamente colore in base alle zone di luce e di ombra, variando dal color ghiaccio fino al blu oltremare. I movimenti sono rapidi e sicuri, mentre i respiri tendono a farsi più brevi. E' arrivato all'accademia e si sta accingendo a raggiungere il tetto, non ha lezioni o altro, ha solo bisogno di cercare qualcuno che possa aiutarlo o dargli delle dritte sul suo clan, su come fare per costruire una marionetta. In realtà ne ha già una, quella che ora porta in braccio gelosamente, cercando di proteggere dalla vista indiscreta degli altri, ma è solamente una marionetta d'allenamento, piccola e in legno, dalle sembianze umane molto sommarie. Non è proprio l'ideale nei combattimenti ed è proprio per questo motivo che vuole trovare qualche sensei in grado di fornirgli informazioni utili.

11:33 Hajime:
 E quindi è arrivato il momento di fare sul serio. Fa un respiro profondo, apprezzando l'atmosfera che lo circonda. La temperatura infatti è la sua preferita, ama il freddo e il fresco che quell' umidità comporta, gli ricorda di quando era piccolissimo, uno dei pochi ricordi che ha, che gli permette di definire quella che una volta deve essere stata casa sua. In fondo all' orfanotrofio, anche se in un genjutsu, gli hanno confermato che è di Kiri, o almeno è nato li, perchè non dovrebbe essere vero? Comunque sia, non è il momento di stare a pensare a questo, come ogni ninja dovrebbe ora si deve concentrare sul suo compito. La prima cosa da fare è quella di richiamare il chakra, in modo di aumentare sia le prestazioni, per compiere acrobazie e compiti più difficili, ma soprattutto le tecniche. Allargherebbe un po' le gabe, permettendo così al baricentro di essere bilanciato meglio al centro per avere una posizione più stabile. Ben piantato sui piedi porterebbe le braccia davanti al busto, andando ad unire le mani nel classico sigillo della capra. Quindi, concentrandosi adesso sul procedimento e chiudendo gli occhi dalle iridi blu, andrebbe a creare nella propria testa l'immagine delle due sfere, che vanno a rappresentare il suo vero essere, ovvero quella delle essenze mentali, immaginandose alla stessa altezza del cervello, e quella delle forze fisiche, all' altezza dello stomaco. Inizierebbe a farle ruotare entrambe in senso orario, alla stessa velocità, un moto rotatorio costante. Trovata una certa stabilità in questo, proverebbe a muoverle, facendole avvicinare una all' altra. A portata quindi, quando iniziano a sfiorarsi, inizierebbe ad amalgamarle in una più grande, che continua la stessa rotazione, formata egualmente da ambedue, senza permettere a nessuna di prendere il sopravvento sull' altra. Quando resterà solo questa più grande in rotazione, allora, sentendo l'energia scorrergli dentro, se il procedimento è riuscito, andrebbe a rompere il sigillo, rilascinado le mani e facendo cadere le braccia lungo i fianchi. Riaprirebbe gli occhi e farebbe un profondo respiro, guardandosi intorno ed osservando quel piacevole suono di uccellini cinguettare sugli alberi. <Ooooooooook! Ci siamo> Direbbe pronto e soddisfatto.[tentativo impasto chakra][chakra 40/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

11:42 Futanjo:
  [Accademia:Prima Palazzina] [Una sparuta truppa di giovani allievi lo supera correndo dalle sue spalle fin dentro l'accademia, fra salti nervosi e battute oscure agli esterni al gruppo. Forse studenti ritardatari? Futanjo, ignaro dei suoi dintorni come spesso capita, quasi ne abbatte uno stiracchiandosi, mentre questi lo sorpassa a sinistra e, con riflessi ben migliori dei suoi, ne evita il gomito teso passando all'ultimo istante sotto; stiracchiato a metà resta così un secondo, quasi cinicamente triste per aver mancato il colpo. Finalmente accede al palazzo, un pelo guardingo per evitare rogne o domande noiose, ma comunque sempre con una chiara espressione annoiata/assopita stampata in volto. Getterebbe un occhio a destra, uno a sinistra, attendendo il momento più propizio - ovvero deserto - per poter inforcare le scale e puntare al tetto. Sarà abbastanza alto? Solo ora che di gradino in gradino il respiro gli si affanna aumenta, quasi per paradossale compenso, il passo che finora ha tenuto lento e senza criterio. Resta solo un attimo ad ogni piano, il tempo di assicurarsi di non incrociare nessuno, prima di riprendere la sua ascesa alla meta. Cui con un po' di fortuna giungerebbe poggiandosi ormai al manico di scopa come un bastone, già sudato per lo sforzo, ed ansante ma vittorioso] <Alto... abbastanza alto?...> [sussurra un po' perplesso, mentre si dirige verso il parapetto per potersi affacciare e scegliere il punto più adatto. Solo ora noterebbe di non essere solo, notando il giovane in una posizione un po' equivoca al centro del tetto. Non proferisce verbo verso di lui, ma anzi quasi contrariato, sbuffa e a passi lenti e felpati cerca di raggiungere il limite del tetto senza farsi notare]

12:05 Giusca:
 Il tetto, quanti ricordi. Il terreno erboso con qualche masso sparso qua e là, con attorno alti alberi dalle fronde copiose. La sua prova pratica per diventare genin, il "combattimento" con il tessai, quella prova quasi pietosa che non ha avuto un esito positivo, ma che ha dovuto costringerlo poi a prendere parte ad una missione per dimostrare di essere degno di diventare genin. Al centro del tetto una figura, un ragazzo dai capelli bianchi intento a richiamare il chakra, forse è lì per allenarsi. Sembra averlo già visto, forse è quel giovanotto conosciuto nel bosco di ciliegi, assieme ad Hikari, che ha osato chiamarlo "coniglio", ma ha bisogno di avvicinarsi ulteriormente per averne conferma. Volta il capo a destra e sinistra, guardandosi attorno, incuriosito, alla ricerca di un sensei, senza però riuscirci. Fino a quando si accorge però della presenza di un altro ragazzo dai capelli biondi, il quale indossa dei pantaloni verdi e una maglietta nera, molto più vicino rispetto all'altro intento ad allenarsi. Al che con passo felpato, portando sempre in braccio la sua marionetta, si avvicinerebbe allo sconosciuto. <Ciao, chi sei? Non ti ho mai visto prima> direbbe con un tono di voce calmo e scherzoso, accennando un sorriso con quelle labbra sottili e pallide. <Conosci per caso quel ragazzo dai capelli bianchi? Io penso di averlo già visto, ma non ne ho la certezza, ho bisogno di vederlo meglio in viso> ammetterebbe scherzando e lasciando intravedere la dentatura bianca, mentre la mano destra va a lasciare il burattino e il palmo viene portato all'altezza della bocca.

12:14 Hajime:
 Prima di lanciarsi nell' allenamento, quindi prima di concentrandosi solo sull' avversario fittizio, o meglio, sul manichino fatto a posta per permettere ai nuovi ninja di addestrarsi, si guarderebbe un attimo intorno, cercando di vedere chi c'è. In realtà spera di beccare qualche conoscente, giusto per chiedergli pareri o allenarsi insieme. Ma alla fine anche da solo va più che bene, l'importante è dare sempre il massimo. E poi deve essere proprio questo lo spirito di un ninja, o almeno è così il suo. Per diventare ottimo nel suo lavoro infatti, non può cercare scorciatoie. Non esistono e le esperienze che comincia ad avere, soprattutto contro genjutser, lo dimostrano. Non vede nessuno in particolare, non qualcuno che conosca almeno. L'unica figura curiosa è un ragazzo biondo. Potrebbe provare a parlarci, chiedergli se vuole allenarsi insieme, ma non riesce a vedere nessun simbolo del villaggio, nessun coprifronte o altro. Sarà un genin o qualcuno di grado superiore? Non lo sa... Non ha molta voglia di fare brutta figura ad essere onesti, ma non vuole neanche perdere tempo con un allievo. Scontroso com'è infatti, Hajime potrebbe finire per stufarsi di lui se è vera la seconda opzione, trovando un allenamento con quest'ultimo quindi meno fruttuoso che una cosa solitaria. Poi, ecco notare una seconda figura avvicinarsi, questa gli sembra di averla già vista, ma non ricorda bene dove. Non essendo stato un grande incontro quello precedente fra i due infatti, non s'è memorizzato bene il suo volto nella testa. Ricorda vagamente il colore dei capelli, quello si. Ed in fondo ci sta come cosa. Però, a quanto sembra, l'altro tiene qualcosa in braccio, anche se non riesce a capire cosa. Inoltre, a differenza dell' altro biondo, il rosso ha il coprifronte del villaggio, proprio come il giovane dai capelli bianchi. Bene, un' ottima cosa. Si avvicinerebbe quindi, mostrando un sorriso cordiale (tutta finzione eh), sperando nella buona volontà degli altri, anche perchè, cosa ci farebbero qui se non che per allenarsi? <Hey... Ciao...!> Esordirebbe caloroso, con la pelle lucida e pallida che sembra quasi riflettere i pochi raggi del sole che arrivano dal cielo. <Siete qui per allenarvi? Pensavo di esercitarmi un po' nel S.a.n.i. io perchè...!> Chiederebbe e affermerebbe senza pensarci troppo sulle parole.[chakra 40/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

12:24 Futanjo:
  [Accademia: Prima Palazzina] [Non fa in tempo anche solo a sperare di schivare le attenzioni del primo giovane e riuscire a raggiungere il parapetto che una voce appena dietro di lui lo saluta con fare gentile, ed un secondo ragazzo, cui la voce appartiene, senza presentarsi gli richiede presentazione e, subito dopo, se conosca l'altro, dai capelli bianchi, che si trova la centro del tetto. Futanjo si volta d'istinto, prima ancora di abbozzare una qualunque risposta, e tenendo ben stretto tra braccio e spalla destra il manico di scopa appena appena dischiude le labbra come per parlare, ma un attimo resta, inespressivo, quasi inebetito, ad osservare il suo interlocutore. Gli occhi suoi grigi scorrerebbero dal crine rosso e folto al pallido volto come poggiato al mento, per poi inevitabilmente finire sul pupulo appena umaniforme che pende da lui. Deglutendo a quest'ultima vista e cambiando espressione, sgranerebbe gli occhi sussurrando] <Inquietante...> [prima di mutare dal nulla in un sorriso a denti scoperti ma un poco plastico, e con tono di voce più alto e vivido aggiungere osservandolo negli occhi] <Ciao!> [e, come a voler cambiare argomento, riferendosi alla terza domanda del rosso] <Intendi se conosco l'albino costipato che sta lì?> [indicando in direzione del terzo] <No... però non ci sono dei bagni nell'edificio?... e non dovrebbe abbassarsi i pantaloni per quello che vuole fare?> [conclude, a voce bassa come a non farsi sentire dall'altro, per poi fare spallucce ed abbozzare un movimento evasivo verso la sua agognata meta. Atto inutile, dato che anche il ragazzo dai capelli bianchi ora parla nella loro direzione. Futanjo socchiuderebbe gli occhi sentendolo parlare alle sue spalle, per poi tristemente sbuffare tra sé e sé <Ed è finita la pace...> [Si volta dunque verso il centro del tetto per concludere con tono svogliato, mostrando il manico di scopa] <No... io sono qui per pescare...>

12:43 Giusca:
  [Tetto] Osserva il biondo, il quale si volta verso di lui assumendo un'espressione impassibile che si riesce a leggere nei suoi occhi e sulla sua bocca, dalla quale fuoriesce una piccola offesa nei confronti del suo amato giocattolino. Come ha osato? E' l'unica cosa importante per lui in questo momento, ma ecco che subito il viso del giovane cambia completamente, lasciando spazio ad un grande sorriso e facendo capire a Giusca che si tratta di uno scherzo. Un semplice ciao, evidentemente non ha voglia di presentarsi, è diffidente e non si fida del ramato, tanto è vero che immediatamente cambia argomento riferendosi al tipaccio intento ad allenarsi al centro del tetto, ascoltando con attenzione quella sottile ironia presente nelle sue parole. Ma ecco che all'improvviso l'albino si volta verso di loro, comincia ad avvicinarsi, salutandoli e ponendo loro una domanda. Ebbene si, quel giovanotto non è altro che il tipaccio conosciuto nel bosco di ciliegi, ora può vederlo meglio. Come dimenticare quel viso e quel caratterino antipatico? Le sopracciglia si inarcano leggermente verso il basso, mentre la fronte si corruga, "coniglio" "coniglio" rimbomba nella sua testa. Non ha voglia di litigare, è sempre stato un tipo abbastanza pacifico, è proprio per questo motivo che decide di rilassarsi, cercando di assumere un'espressione più tranquilla e di rispondere con calma <no, sono qui alla ricerca di un sensei>. Ma preso dalla foga aggiungerebbe, indicando con l'indice destro, verso l'albino, <noi ci conosciamo, io sono il "coniglio">. Tanta ironia si può leggere nella sua frase, ma non ha voglia di litigare, è solo per sdramatizzare un pochino.

12:56 Hajime:
 Guarda il biondo un po' confuso inizialmente, non capendo se sia serio o meno. Anche se una parte del cervello gli dice che dovrebbe essere una sorta di presa in giro quella, cosa che gli da fastidio, tanto da trasformare lo sguardo e l'espressione da confusa ad un po' rabbuiata. Pescare? Non c'è acqua li intorno, ok è umido... Ma cosa vorrebbe pescare soprattutto? Con una scopa in mano? Si è reso conto che non è mica una canna da pesca quella. Deve essere per forza una presa in giro adesso che ci pensa meglio. Lo osserva, notando che, almeno apparentemente, non mostra altri oggetti oltre il manico che tiene nelle mani. Certo, visto il vestito che indossa, non può escludere armi nascoste. Non sa bene quindi come agire. Ha troppe poche informazioni per scegliere. Di sicuro una cosa la sa per certa però, se è nell' accademia, che è controllata ed affollata costantemente da ottimi ninja di Kusa, allora non deve essere una minaccia per il villaggio, quindi può bellamente ignorarlo e tornare ai suoi allenamenti.<Baka...> Direbbe guardando il biondo, lanciandogli questo piccolo insulto prima di tornarsene a fare i comodi suoi. In fondo, per quanto lo riguarda, faccia quello che vuole. Se pensa di pescare l'aria... Buon per lui. Poi però, è l'altro ad attirare la sua attenzione. Quell' affermazione non fa altro che fargli riaffiorare i ricordi di quell' incontro, andando a fargli crescere un sorrisetto sulla faccia, con gli angoli della bocca che si arricciano. Oh... L'aveva chiamato coniglio, ma è riuscito a diventare un ninja, magari è meglio di quel che pensa. Però... Adesso che è vicino... Che cos'ha in mano? è una bambola? <Mh... Sei diventato un ninja... Magari mi sbagliavo allora...> Andrebbe a dire, quasi in sorta di "scuse" non tanto ufficiali, diciamo ufficiose. Sempre con il sorriso un po' strafottente, ignorando adesso il biondo e concentrandosi solo sul rosso, aggiungerebbe. <Forse sei meglio di quanto non sembri... Anche se... I ninja non dovrebbero giocare con le bambole...> Ah. Non poteva trattenersi dal dirlo. Comunque sia, prima di litigare o aspettarsi una reazione dall' altro, andrebbe a voltarsi, caricando la muscolatura del corpo negli arti inferiori, piegandosi leggermente sulle ginocchia per favorire il movimento. Quindi, dopo essersi abbassato e voltatosi, il busto si slancerebbe leggermente in avanti, andando a scattare. La gamba sinistra si staccherebbe da terra, piegandosi e portando il ginocchio quasi al petto slanciato in avanti, con un'angolatura quasi di 90°. L'arto poi si allungherebbe in avanti, tornando prima con il tallone e poi con tutta la pianta del suolo a terra. Verrebbe poi caricato e ricomincerebbe il ciclo con l'altra gamba, iniziando una corsa verso il centro ed il manichino più vicino. Cercherebbe di coprire una distanza di venti metri (2/4 azione). Arrivato al bersaglio, compiendo una rotazione di 30° in senso antiorario con il busto, quindi portando indietro il braccio sinistro, andrebbe a piegare quest'ultimo sul gomito, preparando la mano a pugno, tenendola tesa e in linea con l'arto. Poi rilascerebbe il colpo, con un movimento opposto a quello precedente del corpo, in senso orario, andando ad allungare con esso il braccio e tirando un pugno all' altezza di quello che dovrebbe essere lo stomaco del manichino, suo ipotetico avversario (2/4 turno).[chakra 40/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

13:07 Futanjo:
  [Accademia:Prima Palazzina] Il tipo rosso si presenta come 'coniglio' al bianco, e Futanjo, mostrando di non notare (ignorare volontariamente?) l'evidente ironia in quelle parole, con gli occhi spalancati ed una boccuccia da espressione interrogativa si rivolge a lui, dopo aver poggiato in terra il bastone e aver spostato il baricentro su di esso, svogliatamente <Quindi... kimi wa... Usagi da...> e di nuovo improvvisamente sorridendo a trentadue denti e illuminandosi tutto <Che bel nome, Usagi-san! Lieto di conoscerti!> nessuna traccia di ironia nel tono, e nell'espressone genuinamente sincera e luminosa. Che abbia davvero frainteso? Non coglie il "baka" sussurrato del bianco, ed anzi lo ignorerebbe completamente se non fosse per le sue affermazioni in direzione del nuovo conosciuto Usagi. Di nuovo con occhi sgranati e boccuccia un poco torta come in una smorfia di tristezza resta ad ascoltare la battutina sulla marionetta, per poi abbozzare un sorriso, sussurrando tra sé e sé <Heh... carina...> tornerebbe con gli occhi su quello strano pupazzo portato da Usagi, e arriverebbe a chiedere a costui <E quello come si chiama invece?> prima di restare completamente catturato dall'azione del bianco contro il manichino. Resta così, bocca semi-aperta ed occhi lucidi a guardare tutta la scena, la rincorsa fulminea - specie per i suoi standard - ed il cazzotto smollato al manichino. A scena conclusa, ancora con un'espressione di ebete stupore, a voce adeguatamente alta per farsi sentire dal rosso lentamente conclude <Vedi che succede a non andare in bagno quando scappa?>

13:26 Giusca:
  [Tetto] Il bianco sembra essere infastidito dalle parole del biondo. Non ama scherzare e l'ironia. Lo sguardo di Giusca è fisso sul suo volto confuso, come a voler dire "ma sei serio?". D'altronde la battuta del pescare, sul tetto dell'accademia poi, effettivamente, poteva evitarla, ma ognuno è fatto a modo suo, per non parlare dell'allusione ai bisogni primari e al bagno, che per fortuna il tipaccio non ha potuto ascoltare, altrimenti a quest'ora avrebbe alzato un polverone di polemica inutile. La situazione creatasi però lo diverte, i due sembrano quasi punzecchiarsi, mentre il rosso osserva tutto attentamente e ridendo sotto i baffi. Fino a che ora non cade vittima delle parole del biondo, Kimi cosa? Usagi? Ma che sta dicendo, parole incomprensibili. "Che bel nome" ma sta scherzando? Non riesce a tenere dentro questi dubbi e perplessità. Ora è il suo volto confuso, gli occhi si spostano verso lo sconosciuto e lo studiano dalla testa ai piedi, come a voler trovare un significato delle sue parole in qualche espressione. <Ma guarda che io mi chiamo Giusca> direbbe, con tono annoiato, sbuffando e poggiando il peso del corpo tutto sulla gamba destra, mentre la mano libera scosterebbe la frangia che offusca la sua vista. Non sa a chi rispondere per primo, visto che arrivano battutine e frecciatine da entrambi i ragazzi. E' contento che l'albino si sia rimangiato le parole dette tempo fa, nel loro primo incontro, sembra quasi volersi scusare in una maniera indiretta, senza però mettere da parte quel sorrisino strafottente che prima lo infastidiva, ma del quale ormai non se ne preoccupa. <Sono così belle le bambole, dovrebbero giocarci tutti>. Vuole punzecchiarlo un po', giusto per rendere quella giornata noiosa un po' più interessante. Qualsiasi tipo di offesa ormai non gli provoca dispiacere, cerca di scherzare su tutto. <Si chiama come te> direbbe invece al biondo sorridendo, mentre vedrebbe il tipaccio ripartire alla carica per allenarsi e colpire con un pugno il manichino. <Non farti sentire, che poi si offende> commenterebbe a bassa voce, portandosi la mano destra sulla bocca e alternando alle parole piccole risate.

13:48 Hajime:
 In realtà, anche se lo sentisse, lo ignorerebbe, Haji è fatto così purtroppo. O gli mostri che meriti il suo interesse, oppure ti snobberà malamente, un po' come se avesse la puzzetta sotto il naso, cosa strana visto che è cresciuto e viene dalla strada. Sta di fatto che approva lo spirito dell' altro, quello del rosso, che finalmente sembra aver capito come rispondergli. Non ha potuto vederlo mentre scattava, visto che gli dava le spalle, ma il bianco sorrideva mentre correva, sentendo la risposta altrui. Comunque, arrivato il colpo, esordirebbe con buon tono. <Stomaco!> Andando a specificare esattamente quale fosse il suo bersaglio. Poi, rimanendo sempre con una posizione curva e bassa del busto, scatterebbe leggermente a destra, mezzo metro dal manichino. Mentre raddrizzerebbe la schiena, rialzandola dalla posizione curva precedente ad un' angolazione molto meno angolata, andrebba a piegare il braccio sinistro. Questo movimento per portare l'arto in posizione difensiva, coprendo cosi con il bicipide e l'avambraccio il fianco, mentre con la mano sempre chiusa a pugno la spalla, pronta per scattare e proteggere il collo. Non aspettandosi però un attacco dal manichino, farebbe anche una rotazione in senso orario su se stesso, caricando la gamba sinistra che si piegherebbe leggermente sul ginocchio. (2/4 turno) E quindi, tenendo tesa la gamba destra, andrebbe a colpire con il piede di questo lato la pianta del manichino. Un colpo che viene dato con la parte inferiore del piede, la suola dei sandali ninja che indossa e che viene a "martello". Il peso sempre sulla sinistra, per mantenere la stabilità su di essa, visto che è la gamba più vicina alla proiezione del baricentro del corpo. Quindi l'attacco, non sfruttando il proprio peso, sarebbe solo un colpo muscolare, un po' più debole ma che non rischia di sbilanciarlo (2/4 turno). Una piccola goccia di sudore inizia a formarglisi sulla fronte e leggermente anche dietro il collo. Ma non ci fa caso. Un ciuffo ribelle, come molti altri che per i movimenti si muovono alla rinfusa, va a cadergli davanti, non coprendogli la visuale solamente per la presenza del coprifronte, che va a causare quella leggere gonfiatura in avanti. <Alluce> Andrebbe a dire, sempre con tono leggermente alto, continuando a seguire tutte le fasi del suo allenamento di corpo a corpo.[chakra 40/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

13:54 Futanjo:
  [Accademia: Prima Palazzina] Alla presentazione un po' perplessa del fu Usagi reagisce con perplessità ancora maggiore, quasi finora fosse stato solo lui quello normale in tutta la faccenda <Giusca? Ma non significa 'coniglio'...> ribatte, carezzandosi il mento con la destra e ruotando gli occhi in alto, come a ragionare <In un'altra lingua forse? Non sei di qui, Usag-> si corregge subito, a metà frase <-intendevo dire, Giusca-san?>. Ma di nuovo la sua soglia dell'attenzione così apparentemente sottile si infrangerebbe alle parole di Giusca riguardo la marionetta, tanto da fargli cambiare, come al solito, completamente espressione ed atteggiamento; ridistribuirebbe equamente il peso fra le due gambe, tirando a sé il manico di scopa nella posizione precedente, racchiuso tra braccio e spalla, e sorridendo con quel suo sorriso felice e apparentemente ingenuo si piegherebbe sulle ginocchia, col palmo sinistro sul ginocchio corrispettivo, per rivolgersi direttamente al pupazzo <Che bello: un fratellino! Piacere di conoscerti allora, Futanjo-kun> cambiando tono, volgendo il capo a Giusca e con espressione interrogativa aggiunge <Si chiama Futanjo allora, giusto? Fu-ta-n-jo?> sillabando, e mostrando alle sillabe 'Fu-ta' indice e medio sinistri alzati davanti al volto, come ad indicare 'v' oppure 'due'. Inevitabilmente l'allenamento del bianco attirerebbe di nuovo la sua attenzione - anche solo sonora: tra stomaci ed alluci non potrebbe fare a meno di ritornare ad osservare nella direzione di quello con un grosso punto interrogativo sulla testa inclinata verso destra. Proprio guardando la lotta impari fra albino e manichino, non riuscerebbe a trattenersi, rivolgendosi infine a Giusca con fare serio e genuinamente preoccupato <Ma a lui...> indicando il pupazzo <...non fa impressione tutto questo?>

14:08 Giusca:
  [Tetto] Ascolta con attenzione le parole del biondo, quel suo modo di fare strano e di relazionarsi con gli altri. Forse si prende troppa confidenza e non conosce nemmeno il suo nome. Solo in seguito gli è dato saperlo. "Futanjo", stava scherzando, non chiamerebbe mai, con un nome così brutto, la sua amata marionetta, poverina, potesse parlare di sicuro si sarebbe ribellata. Osserva con stupore le espressioni che ora si disegnano sul volto dell'altro, l'ha scambiato forse per uno stupido? Si è messo addirittura a fare uno spelling o quasi, una divisione in sillabe del suo nome, per farlo meglio comprendere al rosso. <Guarda che capisco eh, non ho nessun tipo di problema nella comprensione delle parole>. Tono di voce stufato, labbra arricciate e sopracciglia folte inarcate. <E comunque stavo scherzando, non chiamerei mai così il mio giocattolino> aggiunge sicuro di sé, un po' stizzito. Ma poi per fortuna la sua attenzione si sposta sull'altro ragazzo, del quale non conosce ancora il nome. I rumori dei colpi ricevuti dal manichino e le parole "stomaco" e "alluce" lo incuriosiscono, vuole studiare i suoi movimenti, capire di che pasta è fatto, quanto sia agile. Al che griderebbe <Me lo dici o no il tuo nome? Devo scriverti una letterina?>. Piccolo sorriso stampato sulle labbra sottili, mentre i suoi occhi tornano nuovamente sul biondo, il quale gli rivolge nuovamente la parola. Non ha ben compreso a quale pupazzo si riferisse, se alla sua marionetta o al manichino <Ma di che parli?>. Il tono è confuso, gli occhi sbarrati e lo stesso la bocca, divaricata lasciando intravedere la dentatura bianca e perfetta.

14:26 Hajime:
 Sferra il colpo al manichino quindi, trovandosi a mostrargli in parte il fianco destro e in parte la schiena. Mentalmente però è tranquillo, anche perchè se fosse stato un vero duello e fosse riuscito a sferrare quei due colpi all' avversario, allora probabilmente quello non sarebbe stato capace di sferrare un colpo, o quanto meno una contromossa dannosa in questo momento. E quindi, sarebbe pronto a continuare la sua serie di allenamenti, andando ad effettuare il colpo con il braccio destro vista la posizione, un colpo dal basso all' alto, ma qualcosa lo blocca. Normalmente i colpi a cui punterebbe di colpire, seguendo le istruzioni del sensei Raion-sama, sono appunto stomaco, alluce, naso, inguine. E nell' allenarsi cerca di colpirli tutti uno alla volta. Punto ovviamente non letali per un avversario, ma come gli è stato spiegato, è difficile colpire punti del genere, che normalmente sono ben difesi, quindi si attacca questi altri punti che comunque sono pieni di sensori del dolore e meno difesi, quindi che possono portare poi ad una minore difesa dell' avversario per ottenere bersagli più importanti. Ma le parole del rosso, di Giusca, lo bloccano. Non gli ha ancora detto come si chiama. Oh bella domanda. Ha intenzione di farlo? In fondo è poco educato incontrare una persona due volte e non presentarsi. Ma... Se la devono giocare, perchè ad Haji non piace rendere le cose facili. E poi deve mostrarsi interessante il rosso per meritarselo (?!). Tornerebbe quindi in posizione eretta, dando le spalle al manichino e voltandosi verso i due compagni. Sorrisetto spaccone in faccia, gambe unite e piedi dritti con il baricentro perfettamente al centro. <Ma è così importante saperlo...?> Gli urlerebbe in risposta. Poi, portandosi le braccia davanti al busto, comincerebbe a fare una serie di sigilli con le mani. In ordine Drago, topo e lepre. Concentrandosi adesso sul proprio chakra, lo raggrupperebbe inizialmente in un unico punto, il centro del suo corpo, più o meno dov'è l'ombelico, per poi dividerlo in parti perfettamente uguali, 361, inviate ognuna ad ogni singolo tsubo del proprio corpo. Quindi, iniziando a far fuoriuscire il chakra da se stesso, creerebbe una patina omogenea, prima di qualche millimetro, poi centimetro. Allargherebbe sempre di più, restando concentrato su di essa, arrivando a formare dei metri. Sentendo il proprio chakra fuori dal corpo, usandolo come se fosse una grande rete per catturare l'aria che gli sta intorno, si concentrerebbe sulle particelle collegate al proprio elemento e molto presenti nell' umidità che lo circonda, quelle dell' acqua, dell' idrogeno. Andrebbe a fonderle con il proprio chakra, cercando di formare un velo di nebbia, una nebbia formata apposta dal miscuio di idrogeno, ossigeno e in maggior parte lo stesso chakra del ragazzo. Essa di ampiezza di 9 metri. Sente la stanchezza iniziare a prenderlo, ma il suo allenamento quotidiano è quasi finito. [Tentativo tecnica velo di nebbia][chakra 22/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

14:35 Hajime:
 edit: 4/4 turno per provare ad eseguire la tecnica

14:38 Futanjo:
  [Accademia: Prima Palazzina] La sicumera un po' infastidita di Giusca lo lascia interdetto, come se ogni frase ed ogni atteggiamento espressi finora dal biondo fossero stati perfettamente normali: sbatte un paio di volte le palpebre sgranando i grandi occhi grigi, mentre con la sinistra dapprima si gratta il capo col consueto fare confuso, dunque risistema la ciocca di capelli biondi che cala dal capo al principiare del naso esattamente al centro degli occhi, ché non gli disturbi oltremodo la vista. Non fa in tempo a controbattere alle prime affermazioni di quello, che le parole 'stavo scherzando' arrivano alle sue orecchie <Ah...> principia, quasi un singulto <... peccato: già mi stava simpatico> aggiunge con aria delusa, sempre osservando di sottecchi la marionetta di Giusca, di nuovo con sguardo diffidente ora, quasi la supposta omonimia rendesse quel corpicino di legno meno inquietante ai suoi occhi. Resta ancora un attimo così, in silenzio, ascoltando il secondo invito a presentarsi di Giusca, rivolto stavolta al bianco, con quel tono un po' acre che gli strappa un sorrisetto assente. Si scuote dal suo inebetito torpore solo all'urlo del giovane al centro del tetto verso il rosso. Non proferisce parola, ma semplicemente attende osservando nella di lui direzione, finché quello non riassume una posizione stabile benché ansante e riprende a fare strani movimenti con le mani <Cielo, sta di nuovo male...> commenta, con un'aria di leggera sufficienza da 'io lo avevo detto', prima di proseguire la frase rivolto a Giusca <...non so se è tuo amico o parente o cosa, ma non sarebbe il caso di calmarlo e portarlo di sotto?> mostrando così di ignorare completamente (volutamente?) qualunque affermazione precedente - una fra tutte: proprio il fatto che Giusca abbia appena chiesto il nome al bianco - nonché l'effettiva situazione intorno a lui. All'iniziale formarsi della nebbia attorno al ragazzo, arretrerebbe di qualche passo, istintivamente portando la mano alla bocca (e al naso, tappandolo) e con un'espressione quasi di terrore in volto concluderebbe esclamando con voce camuffata per via dell'otturazione nasale <Ecco! Troppo tardi! Non ne usciremo vivi!>

15:02 Giusca:
  [Tetto] Non capisce il fare di Futanjo, perché diventa perplesso e confuso? L'unica persona che dovrebbe esserlo è proprio Giusca, per il semplice motivo che non riesce a capire se il biondo stia scherzando o facendo sul serio. Nonostante cerchi di captare dai suoi gesti e dalle sue parole qualsiasi cosa che possa aiutarlo a chiarire i suoi dubbi, la confusione tende a crescere a dismisura. Ed è praticamente impossibile non riuscire a leggerla nei suoi occhi cangianti, che guardano in quegli occhi grigi dell'altro. Quell'esclamazione, quella delusione celata nelle parole del giallo. Delusione di cosa? solo perchè la marionetta non si chiama come lui? Ma lo sta prendendo in giro? Forse è la persona più strana che abbia conosciuto fino ad ora. Perfino i modi di atteggiarsi del bianco ora sembrano "normali" se paragonati a quelli del nuovo conoscente. Non sa cosa dire, è immerso nei suoi pensieri, fino a che la voce dell'albino lo riporta alla realtà. Ma perchè non vuole presentarsi? Cosa c'è di male? <Non è che mi interessi molto, alla fine è solo per poter attribuire un nome al tuo viso e al tua "caratterino">. Voce nuovamente carica di ironia. Ma che fa si sta arrabbiando? Lo vede comporre con rapidità dei sigilli, non sa di che tecnica si tratti. E all'improvviso una fitta nebbia comincia ad avvolgere tutto quanto, creando un'atmosfera completamente diversa da quella iniziale. Sarà strano Giusca, ma gli piace molto, tanto è vero che decide di sedersi per terra, per venire a contatto ancora di più con l'umidità del posto. Infatti, piegherebbe le ginocchia, piegando il busto all'indietro, così da perdere leggermente l'equilibrio e appoggiando poi la mano destra per terra e le natiche, incrociando le gambe. Poggerebbe la marionetta sulle gambe e griderebbe <Bravo bravo> battendo forte le mani, ripensando alle parole scherzose di Futanjo, ricche di pessimismo e ridendo a crepapelle.

15:16 Hajime:
 In realtà l'unico avversario di Haji è il manichino?! Cioè, ha interrotto la serie di esercizi puramente fisici contro di esso perchè l'altro l'ha chiamato, attirando la sua attenzione e quindi distraendolo dal suo allenamento. Un errore abbastanza grave per un ninja, farsi distrarre così, in combattimento, potrebbe voler dire la morte e per questo si va a mordicchiare il labbro interiore leggermente, dopo aver fatto questa riflessione. Ciò non toglie che è concentrato nel continuare il suo scopo, ovvero l'allenamento. E quindi, sentendo il consumo di energie, dovuto alla tecnica, la sua concentrazione nel proprio obbiettivo torna maggiore rispetto a prima. Perchè quella tecnica? Semplice, gli piaceva nascondersi all' altro, nascondere la propria identità, un po' come il nome. Chissà se il rosso ha capito questo gioco di mosse. Il manichino, non potendosi spostare, era alle sue spalle, non essendosi spostato lui, dovrebbe essere ancora in quella posizione. Ovviamente questo vantaggio non può saperlo in combattimento, visto che un avversario difficilmente resterebbe fermo alla sua tecnica. O almeno così crede, magari potrebbe pure caricarlo. Sta quindi pensando a come sfruttare la situazione. Certamente un avversario normale non può vederlo, ma neanche lui. Ha bisogno di un colpo alla cieca, che colpisca casualmente. La distanza tra se stesso e il manichino non dovrebbe essere chissà quanto grossa, essendogli fino a prima vicino ed essendosi voltato poi, quindi compresa tra due/tre metri. Il giovane genin dai capelli bianchi si abbasserebbe su se stesso, portando la mano sinistra lungo la sua coscia, andando ad aprire il porta kunai shuriken ed afferrando uno shuriken a spirale, che prontamente estrarrebbe. Il flusso di chakra che tiene per mantenere la tecnica non può essere una scusa per non andare avanti, questo lo sa bene, ed è per questo che si allena, deve sfinirsi ma simulare il più possibile uno scontro reale. Quindi, fregandosi del sudore e della stanchezza, chiudendo anche gli occhi per concentrarsi meglio, tanto con la nebbia sono inutili. Andrebbe a concentrarsi meglio sul proprio chakra, per raccoglierne una buona parte nella mano sinistra, quella che tiene lo shuriken, pronto per farl fuoriuscire dagli tsubo delle dita. Tenendo lo shuriken tra pollice ed indice, si volterebbe di scatto, facendo una rotazione di 180°. Porterebbe il braccio sinistro indietro, all'altezza della spalla, piegandolo quindi sul gomito, con l'avambraccio in linea parallela al terreno. Quindi farebbe scattare quest'ultima parte del braccio verso il cielo, per poi allungare tutto l'arto e farlo scattare in avanti nella fase di allungamento. Lascerebbe la presa tra pollice ed indice, facendo partire il colpo un po' casualmente. Ovviamente, anche se sa la posizione più o meno provvisoria dell' obbiettivo, sa benissimo che non sarebbe così facile colpirlo, e non lo è neanche adesso a dire la verità. Quindi, con il proiettile farebbe fuoriscire velocemente dagli tsubo della mano anche il chakra, che si fionderebbe in avanti, seguendo in linea retta la stessa direzione dello shuriken per "afferrarlo". Nel mentre porterebbe velocemente le mani davanti al busto, andando a compiere i sigilli della capra e del topo. Raggiunto lo shuriken con il chakra, che ovviamente è più veloce, andrebbe a concentrarsi sulla sua figura. La conosce a memoria, essendo la propria arma. una piccola arma di ferro, bucata al centro per aumentarne la velocità, con quattro estremità molto affilate e ricurve, all' apparenza che sacrifica la perforazione di punte affilate, ma che in realtà in questo modo con la forma "arrotondata" aumenta la velocità di rotazione e quindi la potenza nel colpire. Andrebbe a creare quindi delle copie dell' arma, con il chakra che, raggiunta l'arma, andrebbe a dividersi in diversi parti ai suoi fianchi, destro e sinistro, lasciando l'arma connessa ad esse come da un sottile filo. Esse, alla stessa altezza dal terreno di quella originale, prenderebbero la sua stessa forma. dividendosi per 4 volte. (turno: 2/4 tecnica istantanea). Lo scopo è che uno degli shuriken colpisca il bersaglio. Quindi, coprendo un raggio maggiore. aspetterebbe di sentire un "tonf" che possa rivelargli la posizione esatta del bersaglio. Abbasserebbe l'arto sinistro superiore nuovamente per estrarre un kunai e si lancerebbe contro la fonte di questo rumore, una volta sentito. (2/4).[Tentativo tecnica velo di nebbia][chakra 5/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

15:27 Futanjo:
  [Accademia: Prima Palazzina] Non sembra dare la benché minima cura alla ovvia e comprensibile confusione del povero Giusca che non riesce a comprendere il senso - se ce n'è - delle azioni ed affermazione di Futanjo. Ed anzi ancora di più ora che al suo grido di terrore per l'eventuale esplosione venefica che sembra temere venga dal bianco (donde il naso tappato) il ragazzo si siede in terra divertito applaudendo, Futanjo sembra trasecolare, quasi si trovasse in compagnia di pazzi totali. Chiude gli occhi una volta avvolto dalla nebbia, racchiudendosi fra le spalle come ad attendere la fine, prima di rendersi conto, leggermente rilasciando la presa delle dita sulle nari, di non avvertire nessuno degli odori temuti. Dapprima incredulo ed incerto, quindi via via più tranquillamente, libera naso e bocca, e torna in posizione stabile ed eretta, battendo un paio di volte le palpebre recuperando la solita espressione interrogativa/confusa, con la boccuccia simil-imbronciata <Ci è andata bene...> principierebbe, rivolto a Giusca seduto alla sua sinistra <...era visibile ma inodore> breve pausa, mentre la destra torna a carezzare il mento <Però è strano, io ne conoscevo solo di tre tipi: quella silenziosa e leggera, quella vestita e forte, e quella letale...> dunque, poggiandosi di nuovo al bastone <...quella visibile ed inodore proprio non la conoscevo. Non si finisce mai di imparare!> si bea nel suo apparentemente inscalfibile - oltre che ingiustificato - ottimismo, di nuovo ridendo a denti stretti, mentre perde di vista né troppo segue, nel mezzo della coltre nebbiosa, il fare del bianco. Neppure noterebbe un eventuale "tonf" riecheggiare dal centro della nebbia in fuori <Certo che però...> conclude, strizzando gli occhi come a cercare di vedere meglio, e sbirciando in su verso il cielo con la sinistra a mo' di visiera <...con questa nebbia pescare sarebbe inutile: non prenderei neppure un uccello>

15:42 Giusca:
  [Tetto] Non si vede più niente, una fitta coltre di nebbia ormai separa l'albino dagli altri due ragazzi, che essendo abbastanza vicini, possono vedersi a vicenda, anche se con difficoltà. E' troppo buffo, non riesce a comprendere la mano all'altezza del naso e la bocca chiusa, che ora finalmente si riapre per proferire parola. "Ci è andata bene", ma perché pensava veramente potesse farci del male? Ma per favore, non scherziamo, in accademia poi, qualcuno li avrebbe visti e di sicuro lo avrebbe fermato. <Ma di che parli?>. Non vuole crederci, sta parlando di peti o altro? Ma che problemi ha? Un'occhiataccia partirebbe dal viso dai lineamenti morbidi di Giusca e si fermerebbe su quello di Futanjo che riesce a vedere a malapena. Una specie di monito, per dire, "basta con queste battutine stupide". Vorrebbe prenderlo a pugni, non si possono proprio sentire. Entrambe le mani vengono portate sul viso, mentre il capo viene scosso in segno di disapprovazione. <Non ci posso credere> continua con voce incredula. Possibile che debba trovarli tutti lui i tipi strani? Da Zashiki, al tipaccio che si sta allenando, fino ad uno dalle battute incredibilmente pietose. Anche se deve ammettere che alcune lo hanno fatto sorridere, ma quando è troppo è troppo. Bisogna saper essere ironici e intelligenti al tempo stesso. <Ma perchè tu peschi gli uccelli?>. I palmi delle mani verrebbero portati sulle orecchie, come a non voler sentire più nulla da quel strano soggetto, mentre una smorfia si formerebbe sul suo viso. Al che griderebbe verso il bianco, da qualche parte lì in mezzo, <ti prego togli questa nebbia che voglio tornarmene a casa, non lo sopporto più questo tipo qui>

15:46 Hajime:
 Ormai è troppo stanco per tenere ancora attiva la nebbia, quindi mentre carica il manichino dopo il "tonf" essa comincia a districarsi, iniziando a rivelare lentamente le figure al suo interno. Certo, resterebbe un attacco abbastanza furtivo, che potrebbe cogliere un avversario di sorpresa. L'unica fregatura è che in effetti il giovane genin kusano dai capelli bianchi ha esagerato con gli sforzi, quindi la sua carica è più una corsa guidata dalla volontà che dai riflessi e muscoli del giovane. Lezione che potrebbe servirgli per una eventuale missione con avversari veri, invece che contro manichini. In fondo prendere le misure non è del tutto facile. Comunque sia, completerebbe il movimento, andando a coprire quei due metri che lo separano dal bersaglio per infilzarlo dritto al cuore, o almeno dove dovrebbe essere, con il kunai. Tenendo quest'ultimo con entrambe le mani, slanciando le braccia, che inizialmente erano tenute piegate e basse vicino al busto, insieme verso l'obbiettivo, porterebbe l'attacco in questo modo. Utilizzerebbe questa volta anche l'inerzia del proprio corpo, avendo caricato le gambe nella corsa sbilancerebbe il proprio peso in avanti, aumentando così la potenza d'urto portata dall'arma, come un piccolo ariete. La gamba sinistra resterebbe più avanti della destra, essendo questo il suo lato naturale e sul quale preferisce fare affidamento, sentendo quindi più peso e resistenza su questa parte del corpo rispetto all' altra. Per avere una spinta maggiore e resistere meglio alla forza dell' urto, rimanendo sempre collegati alle leggi della meccanica che ogni azione ha una reazione, spingerebbe sulle punte di entrambe le gambe, con la chiara intenzione di vincere la resistenza dell' oggetto di legno per inficcargli il manichino più in profondità possibile. Il respiro è molto affannato, il sudore gli ricopre la fronte, sotto il coprifronte, e la schiena, rendendo molto zuppa la tuta, cosa dovuta anche grazie alla nebbia in precedenza. <Ah... Ah...> Ansima affannosamente. Soddisfatto dell' attacco per ora lascerebbe il kunai e si fregherebbe di recuperare subito lo shuriken a spirale, cadendo a terra sulle ginocchia, di lato al manichino. Le braccia che pure vanno a cercare il pavimento, utilizzando i gomiti per sorreggersi, come se fosse un animale a quattro zampe. Sentendo le grida disperate del rosso, neanche l'avesse lasciato in una buca piena di squali, un sorriso gli si formerebbe sul volto. Ormai la nebbia starebbe svanendo e lui in risposta urlando come l'altro, anche se molto faticosamente, andrebbe a dirgli. <Mi fa piacere che siete diventati amici... Bambola e scopa... Bella combo...!> Ok, anche Haji non è proprio un tipetto simpatico a volte eh. Sta di fatto che trova la situazione divertente. In effetti bambola e scopa... Ci sta proprio come combo. Scoppierebbe quindi a ridere fragorosamente.[chakra 5/40][equip: porta kunai/shuriken x2|6xkunai| 6x shuriken a spirale|coprifronte kusa]

16:01 Futanjo:
  [Accademia: Prima Palazzina--->Altrove] Accoglie con un sospiro di sollievo il diradarsi della nebbia, e di nuovo sbircia verso il cielo coprendo con la mano gli occhi dai raggi del sole ora coperti di nubi, ora liberi e tiepidi di primavera. Ascolta Giusca non mostrando di comprenderne del tutto l'incredulità e l'insofferenza, e si avvicina un minimo piegandosi, quasi con l'atteggiamento di chi vuole rassicurare o consolare. Alla di lui uscita sul pescare uccelli però inclina il capo verso sinistra, con occhi da cane, spiegando quasi fosse cosa ovvia <Be', cosa dovrei pescare in cima al tetto dell'accademia, senza uno sputo d'acqua nel giro di mezzo chilometro, con un bastone senza lenza né amo come canna da pesca? Pesci?> non tradendo la benché minima ironia nella voce, ma proprio restando impassibile senza lasciare adito a nessuna ipotesi sulla sua effettiva pazzia/totale strafottenza, conclude subito dopo alle recruiminazione del rosso e alle di lui suppliche verso il bianco <Peccato... tu mi stavi simpatico: hai gli occhi carini> stavolta il tono e l'espressione sono completamente diversi: seri e fermi, mentre il bastone viene impugnato quasi come una mazza, dalla punta inferiore, e poggiato al collo, risalendo oltre la spalla; gli occhi si fanno fessure, mentre tornando eretto lo osserva dall'alto in basso, testa china, sinistra in tasca, e uno strano sorrisetto molto diverso dai precedenti inizia a formarsi sul suo volto. Ma tutto svanisce in breve alla battuta del bianco, a quel 'bambola e scopa' detto ansimando. In un lampo l'espressione di Futanjo torna la solita, ottimista ed ebete, gli occhi si socchiudono, i denti scoprono <Oh, finalmente ti è passata! Temevo ci avresti lasciato le penne quassù...> blatera, non si capisce fin dove serio fin dove no <...però anche voi due non siete male come coppia: il rosso e il bianco! Ci faranno un libro, prima o poi, con questo titolo...> compie un leggero inchino, come a congedarsi, e riponendo il bastone sotto il braccio quasi fosse davvero una canna da pesca, fa un occhiolino di circostanza e, come nulla fosse, mostrando indice e medio sinistri alzati come prima, a forma di 'v' o 'due', saluta amabilmente <Alla prossima allora... finché si resta in giro> e girando i tacchi, va a lenti passi via, in tempo per udire, probabilmente ignorando - apposta? - eventuali risposte dai due (Exit)

16:19 Giusca:
  [Tetto] Finalmente la nebbia sembra svanire e tutto quanto torna alla normalità. Le nuvole abbandonano il cielo e lasciano il sole libero di brillare forte in quel mare terso, illuminando il terreno erboso e riscaldando i visi dei tre ragazzi. L'attenzione di Giusca ormai va sul biondo, il bianco invece lo osserva solo con la coda dell'occhio e in rare occasioni. Ascolta anche se con controvoglia le ulteriori parole che escono dalla bocca di Futanjo che sembrano entrare dall'orecchio destro del ramato per uscire poi da quello sinistro. Solo in seguito resta colpito da una sua affermazione, "occhi carini". Ma ci sta provando con lui? Nessuno mai gli aveva fatto un complimento del genere, ma questo non può che fargli piacere, è sempre bello sentire dei complimenti, mirano ad aumentare la sua autostima, che è davvero poca. <Ci stai provando con me?> dice socchiudendo gli occhi e ridendo come se non ci fosse un domani. <Hai ripreso tutti i punti che avevi perso in precedenza con questo tuo complimento> continua, arrossendo un pochino sulle guance e senza accorgersi dei movimenti del biondo e del suo bastone che ora viene impugnato come una mazza e portato sulla spalla. Continua ad ascoltare però tutto quello che ha da dire, in questo caso riferendosi all'albino. Sempre battutine e frecciatine, che non mancano dal tipaccio, che continua a scherzare sul suo burattino e sul bastone dell'altro. Non sa che dire, ascolta in silenzio, lasciandosi scappare ogni tanto una risatina per la situazione imbarazzante che si è venuta a creare. Al che si solleverebbe in piedi, facendo leva sui polpacci, aiutandosi con la mano destra e afferrando con la sinistra il burattino, per poi salutare tutti quanti e incamminandosi verso casa <Ciao, è stato un piacere, pazzi!> ironico più che mai. [End]

16:29 Hajime:
 La cosa bella in tutto ciò è che Hajime è sfinito, non ce la fa proprio più, tanto che a fatica riesce a recuperare kunai e shuriken, strascinandosi e tirandosi su, per poi lasciarsi nuovamente cadere a terra. Continua a sorridere e ridere però, perchè la cosa divertente è che qui, almeno dal proprio punto di vista, l'unico che non è pazzo è proprio se stesso. Uno che va in giro con una scopa, l'altro con una bambola, non si sa di che parlano e se riesce a seguirli, dopo trenta secondi te ne penti. Ma alla fine, il pazzo sarebbe lo stesso lui. Cose da matti. Anzi, distendendosi nuovamente sul terreno, a modo quattro di spade, inizierebbe nuovamente a ridere, guardando il cielo a tratti nuvoloso, a tratti soleggiato. Alla fine è anche una bella giornata, ha fatto quello che doveva fare, ora ci mancherebbe solo tornare a casa e farsi una bella doccia. Poi mangiare qualcosa e via forse con una bella dormita, o con una bella passeggiata, chissà. Sta di fatto che, molto probabilmente, una dormita se la può fare anche li per terra, stanco com'è. Aspetterà ancora un po', mentre vede e sente gli altri andarsene, recuperando così le energie. <Alla prossima... Per forza...!> Risponde in modo generale ad entrambi, andando a sottolineare come, se dovessero ritrovarsi ancora una volta, non è per volontà sua, ma semplicemente perchè il destino ha deciso così. E quindi niente, è convinto che con i minuti, al massimo una bella mezz'ora, le energie gli torneranno, così potrà anche lui togliersi dalle scatole, lasciando il posto a qualcun altro, perchè in fondo è sempre l'accademia ninja di Kusa, uno che si allena va, uno viene, senza sosta, anche perchè non si è mai bravi abbastanza o forti da poter smettere di allenarsi. Mai. [end]

Piccolo problema iniziale a registrare, purtroppo, almeno per me, devo ricordarmi il tasto, ma dovremmo aver rimediato! Per il resto una role tranquilla, Hajime s'è allenato, ricordando gli insegnamenti di Raion e non solo. Giusca ha finalmente ricevuto delle scuse da parte del bianco che tanto voleva, ed il povero Futanjo... Bhè... Ne pesci ne uccelli da pescare per lui (!?).

p.s.: mio errore sulla seconda tecnica, sbagliato il tag, era moltiplicazione degli shuriken, non un altro velo di nebbia...!