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Chi sei? Giusca non lo sa.

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con Furaya, Giusca

11:35 Furaya:
 Per le strade di Konoha, la figura dai lunghi capelli rosei si aggira indisturbata. Che sia giornata di compere? Deve fare la spesa? Sta facendo una commissione per conto della Magione? Non si sa. Però, la Consigliera di Konoha è lì, passo dopo passo percorre le viuzze del Centro cittadino. Da sola, non che sia una novità, scruta la zona circostante con tranquillità. È una bella giornata per uscire e godersi il bel tempo, quindi non voleva lasciarsi sfuggire questa opportunità. Indossa uno Yukata di colore nero, con fiori di ciliegio disegnati lungo il fianco sinistro dello stesso abito, risalendo dal basso sino all'altezza del seno. Una fascia violacea tiene stretto l'abito in vita e funge anche da sostegno per le due Katane che si porta dietro. Entrambe son poste contro lo stesso fianco citato poc'anzi, seppur una appaia più vecchia e consumata dell'altra. Lunga storia. Storia che lei non può, non vuole e non deve dimenticare perché nessuno l'ha fatto. Lei meno di tutti, portandone ancora i segni indelebili sulla pelle. La temperatura è migliorata rispetto agli altri giorni, quindi non indossa il solito haori con il simbolo del Clan, il quale è però riportato anche sullo Yukata, esattamente tra le scapole e in bella mostra. Tra i capelli, invece, sbuca il coprifronte della Foglia, lucido e riflettente i raggi solari. Attorno alla coscia destra, è tenuta la Tasca Porta Kunai e Shuriken, con le stesse armi al suo interno, e una Tasca Porta Oggetti è posta sul gluteo dal medesimo lato, facilmente raggiungibile dalle mani, nel caso in cui abbia bisogno di prendere dallo stesso qualsiasi cosa di suo bisogno. Appesa al collo, porta anche la catenina con il simbolo del Clan Uchiha, ricordo di Hanabi. Sul petto, nascosti dagli abiti, ci sono dieci Fuda Potenzianti, mentre altri due son tenuti sui rispettivi polsi. In essi, vi ha sigillato la Falce - a destra - e la Zanbato - a sinistra -. Queste due, comprese le Katane, son avvelenate. Si limita, dunque, ad avanzare lungo le viuzze, senza una precisa meta. Apparentemente tranquilla, si limita a salutare qualcuno che la riconosce con un lieve accenno di un sorriso o della dritta. < Sembra una di quelle giornate perfette. > Non dirlo neanche per scherzo. Qualcosa la rovinerà sicuramente. Ovviamente, il di lei Chakra è attivo, come sempre. [Chakra ON]

11:35 Giusca:
  [Centro di Konoha] Una bellissima giornata, il sole splende in quel cielo terso e limpido illuminando i visi delle persone e dello stesso ragazzo dai capelli rossi, il quale è intento a passeggiare senza meta, spinto dalla curiosità e dalla voglia di visitare quel nuovo posto. E' arrivato a Konoha da meno di un giorno, anche se in ritardo, per assistere al torneo. Il viaggio è stato abbastanza tranquillo, nonostante non sia per niente abituato ad intraprendere viaggi da solo, ma ora è finalmente giunto in quel nuovo posto, finalmente può vedere facce nuove e svagare la sua mente. Indossa un kimono viola scuro rigato, lungo fino alle caviglie e chiuso in vita da una fascia ancora più scura, ben stretta in un nodo. Dallo scollo si intravede una maglia nera a rete dal quale sbuca parte del suo petto. Le maniche del kimono sono arrotolate all'altezza dei gomiti, mentre ai piedi indossa calzari ninja di colore blu che lasciano la parte anteriore del piede scoperta. Il coprifronte di Kusa schiaccia quei folti capelli mossi all'altezza della fronte, nascondendo come di consueto quella fronte alta e spaziosa. I suoi occhi chiarissimi osservano con attenzione i movimenti dei passanti e i nuovi edifici. In braccio porta la sua piccola marionetta in legno dalle sembianze umane, dalla quale ormai non riesce più a staccarsi, mentre sul fianco sinistro ha un portaoggetti contenente tre kunai. Il suo passo è lento, il suo respiro tranquillo e l'espressione del suo viso serena. Non ha paura, perchè dovrebbe averne? Ci sono moltissimi ninja lì, ma la situazione sembra essere molto calma, soprattutto perchè in periodo di torneo, i controlli sono maggiori. Si guarda costantemente attorno, ruotando il suo capo a destra e a sinistra, mentre continua a passeggiare nella piazza affollata, cercando di farsi strada tra la gente che chiacchiera e scherza, con bustoni pieni di roba da mangiare e vestiti. Ma ecco che la sua attenzione, poi, si concentra sul monte sul quale sono rappresentati i volti degli hokage. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

11:51 Furaya:
 La tranquillità è effimera. Può durare tanto, può non durare affatto. Ma questo dipende molto da cosa accade, dalla gente che si incontra e da ciò che il Karma o i Kami - se ci si crede - hanno in serbo per noi. E, dunque, la Nara continua a camminare spensierata per le vie di Konohagakure, non avendo - come detto prima - una meta precisa da raggiungere questa mattina, almeno non nello specifico. Potrebbe trovarla natural durante, ma per ora non c'è dato saperlo. Tuttavia, le di lei iridi terminano, involontariamente, sulla figura di un Kusano non molto distante. E la di lei vena curiosiatrice si risveglia in un lampo nel notare la marionetta - o presunta tale, non se ne intende - che egli ha tra le mani. Un paio di volte vengono sbattute le palpebre, poiché sembra tanto un giocattolo e il ragazzino, tuttavia, sembra bello che cresciuto. O questa, quantomeno, è una supposizione della donna. Lui pare non averla notata, forse neppure la conosce, si spera. La fama, certe volte, è così fastidiosa. Fa mutare le persone. Se prima ti trattano male o con sufficienza, non appena riveli il nome originario e la carica son lì a leccare, forse per avere qualcosa in cambio o impauriti dalla figura che gli stanzia di fronte. < Ehy, kusano. > Lui ha il coprifronte di Kusa, d'altronde. < Posso farti una domanda, forse, un po' indiscreta? > Piega lateralmente il capo, con tono cordiale, quantomeno ci prova, ed educato. Insomma, non eccede, restando particolarmente tranquilla e ancora ad un paio di metri di distanza dalla altrui figura. Non ha nulla da fare, d'altronde. Conoscere nuova gente, per di più da fuori, è cosa buona e gius(C)ta dal proprio punto di vista. [Chakra ON]

12:06 Giusca:
  [Centro di Konoha] Continua ad osservare quei volti dalla dimensioni notevoli, in lontananza, incisi nella pietra con stupore. Gli occhi infatti sono sbarrati, le sopracciglia si distanziano ancora di più dalle palpebre e la stessa bocca divaricandosi lascia intravedere quella dentatura bianca e perfetta. Ma ecco che all'improvviso una voce femminile, almeno così sembrerebbe, arriva alle sue piccole orecchie, distogliendo la sua attenzione da quel monte e riportandolo alla realtà. Non ha la certezza che la voce sia rivolta a lui, ma quanti Kusani alla fin fine sono presenti a Konoha? Di certo una piccola minoranza e al momento ha solo trovato gente del posto. E' proprio per questo motivo che si volta, guardandosi attorno, alla ricerca della figura che l'ha chiamato. Eccola, finalmente riesce a trovarla, una donna dai lunghi capelli rossi, ben armata, con il coprifronte di Konoha e uno Yukata di colore nero a fantasia. Non la conosce, come potrebbe? Mai vista prima, a dire il vero il giovane Giusca a causa del suo passato non conosce praticamente nessuno, è sempre stato fuori dal mondo ninja e solo recentemente sembra essersi interessato a questo, cominciando a cambiare il suo modo di essere e di atteggiarsi con gli altri. Continua ad ascoltare quelle parole che fuoriescono dalle labbra della donna, il permesso per porgli una domanda indiscreta. Il suo tono è gentile ed è proprio per questo motivo che il ramato decide di acconsentire alla richiesta della ragazza, sentendosi abbastanza a suo agio, nonostante sia una sconosciuta. <Salve, va bene> risponde socchiudendo gli occhi, mentre le sue labbra si inarcano verso l'alto come a voler disegnare un sorriso. Il tono di voce è calmo e pacato e mantiene una certa umiltà. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

12:33 Furaya:
 Distende, a sua volta, le labbra in un piccolo e apparentemente innocente sorrisetto. Non ha assolutamente cattive intenzioni, ci mancherebbe altro. Ma ha una pessima curiosità. La stessa che uccise il gatto. Che possa restarci anche lei, prima o poi? Per il momento, pare averla scampata ogni volta. Il ragazzo sembra accondiscende, tant'è che si ferma volentieri e aspetta le parole e domande della ragazza. < Perdonami, davvero, ma sono incuriosita da ciò che porti in braccio. > Distende lentamente il braccio destro, indirizzando la stessa verso la marionetta. < Che cos'è? > Non ha mai avuto approcci da bambina a quelle cose e non conosce affatto i Chikamatsu. Dovrebbe informarsi, decisamente. < Oh, comunque.. Piacere mio, mi chiamo Furaya. > Il braccio già teso verrebbe successivamente indirizzato verso la mandritta dell'altro, cordiale e col sorriso stampato in volto. Come già detto, quest'oggi è particolarmente tranquilla. Sembra che nulla possa rovinare la giornata odierna o la chiacchierata che sta venendo fuori col kusano. Le spalle sono rilassate, la schiena diritta. È costretta ad alzare gli occhi verso l'alto, data la differenza d'altezza che intercorre tra i due ninja. [Chakra On][Perdona il tempo, problemi off c.c]

12:54 Giusca:
  [Centro di Konoha] Nonostante sia abbastanza calmo, dai suoi occhi traspare un senso di curiosità, quasi nessuno è solito rivolgergli la parola e proprio per questo motivo il rosso muore dalla voglia di scoprire la domanda della giovane donna. Si era già fatto una mezza idea su quale potesse essere o almeno su quale argomento potesse trattare e in parte ci aveva azzeccato. Riguarda la sua marionetta, quel giocattolo che agli occhi degli altri può sembrare una cosa stupida, insignificante, ma che agli occhi cangianti di Giusca invece appare come qualcosa di importante, come il ricordo che ha dei suoi genitori e come il segno di appartenenza a quel clan da poco conosciuto. Qualcosa su cui poter contare sempre, qualcosa che lo ha aiutato ad allenarsi duramente per migliorare, "qualcuno" con cui poter creare un rapporto intimo, di complicità, come fosse una vera persona, capace di intendere e di volere, per non essere più solo. <E' una semplice marionetta d'allenamento> risponde in modo conciso, cercando di non entrare molto nel dettaglio e di non lasciarsi sopraffare dal passato, tanto da sentirsi obbligato a raccontarle tutta la sua vita e su come l'abbia ottenuta. D'altronde ricorda bene la promessa fatta a suo fratello, il non poter proferir parola riguardo ai segreti del suo clan, all'incontro segreto con lui stesso e con i suoi genitori, rivisti dopo quarti di secolo. Ma per fortuna lei stessa decide di cambiare argomento, presentandosi, tendendo il suo braccio verso quello di Giusca. <Furaya, bel nome, mai sentito prima, io mi chiamo Giusca> direbbe mantenendo una certa compostezza, cercando di non risultare troppo impacciato nei movimenti e cercando di rilassare i muscoli delle braccia e delle spalle, proprio come faceva in allenamento, tendendo a sua volta il braccio per stringere la mano della ragazza e mantenendo il suo sguardo rivolto negli occhi di lei. <Sai sei la prima persona che mi abbia rivolto la parola qui a Konoha, sono arrivato solamente ieri per assistere al torneo> Continuerebbe a dire, come a voler intraprendere un vero e proprio discorso, giusto per perdere del tempo. <Ma dimmi come mai qui in giro sotto questo bellissimo sole?> aggiungerebbe, con un tono di voce sottile. E' la prima domanda che gli è venuta in mente, non ci sa proprio fare con i rapporti umani, anche se ultimamente ce la sta mettendo tutta. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

Pausa pranzo~

13:50 Furaya:
 Una semplice marionetta. Niente di più, niente di meno. La scruta con i di lei occhi azzurri, vivamente e visivamente incuriosita. < Quindi.. Ti ci alleni. È interessante! > Esclama, riportando l'attenzione sul di lui volto, in seguito. Stringe la mano di Giusca, lasciandola dopo poco e senza aumentare eccessivamente la presa. < Davvero? > Chiede, le sfugge dalle rosee carni. È così raro che qualcuno non abbia mai sentito il di lei nome. Se ne stupisce, ma al contempo ne è felice. < Meglio così~ > Effettivamente, la fama non è qualcosa che relativamente le interessi, tuttavia va di pari passo coi di lei prodigi. Distende la bocca in un sorrisone amichevole, dolce e solare. Difficilmente se ne esce fuori con qualcosa di anche solo lontanamente simile, ma ha comunque disturbato un giovane ninja kusano che non ha mai visto prima. < Non volevo sembrare indiscreta, comunque. Mi spiace se lo sono sembrata. > Mormora, pacata. < Grazie per il complimento. Mia madre, evidentemente, aveva gusto. > Chi lo sa, del resto? Si ricorda davvero poco di Kaneko Uzumaki, ma ricorda troppo del padre che non vorrebbe affatto aver avuto e conosciuto. < Anche Giusca non è male come nome. > Non che sia bellissimo, ma non è male come qualsiasi altro nome. Ognuno di essi ha una motivazione, un significato intrinseco e si adegua sempre alla persona alla quale è stato dato. Alcuni nomi indicano belle cose, fiori, significati piacevoli e che vengono ben ricordati. Altri, invece, sfortunatamente risvegliano il terrore in chi ne ascolta. Non sempre sono famosi nel bene. Ma son dettagli opinabili. In questo momento, la Consigliera osserva il Chikamatsu. < La prima che ti abbia rivolto la parola? > Chiede, adesso ancor più dubbiosa. Il sopracciglio manco, infatti ,viene inarcato. Lo sguardo azzurro ghiaccio non si sposta da quello altrui cangiante. < Non hai compagni di Kusa, qui? Sei venuto da solo ad assistere al torneo? E.. Partecipi? > Una domanda dietro l'altra, tanto per dire e fare qualcosa. Vuole imbastire una sorta di dialogo, attaccando bottone a suo modo, con una curiosità evidente. Ha sempre ben poco tempo per parlare con altre persone. Quando può, cerca di approfittarne, evitando di essere troppo pesante e accollata. < Proprio per via di questo bellissimo sole. Ne ho voluto approfittare, soprattutto oggi che non avevo molto da fare. > Ammette, stringendosi nelle spalle. < Tu stai visitando il Villaggio? > Non sarebbe impensabile, visto e considerato che ha riferito che è arrivato soltanto pochi giorni prima. [Chakra ON]

14:17 Giusca:
  [Centro di Konoha] Resta stupito nel vedere l'altrettanto stupore, misto a incredulità e felicità della ragazza. Evidentemente deve essere molto conosciuta in quei luoghi e d'altro canto vorrebbe non esserlo. Forse perché non ama stare sotto ai riflettori, sentir costantemente parlare di sé, in bene o in male, forse perché questa cosa le mette soggezione. Se fosse così Furaya sarebbe un po' come lo stesso Giusca, non ama stare al centro dell'attenzione, anzi se può sparire, rendersi invisibile, lo fa volentieri, come a volersi difendere da ciò che non conosce, come a voler mantenere una sorta di distacco con il resto del mondo. Ma ultimamente qualcosa è cambiato in lui, non sente più la paura nell'essere giudicato, ha acquisito maggiore sicurezza in se stesso, cercando di mettere da parte le preoccupazioni, a volte anche stupide, che assalivano costantemente la sua mente, rendendolo instabile e debole. Le parole della giovane però sembrano metterlo sempre più a suo agio, per non parlare di quelle sue scuse poi, ingiustificate, per aver "commesso" qualcosa di inesistente. Infatti la ragazza non è sembrata per niente indiscreta, anzi, la sua domanda e la sua curiosità sono leciti. Non si vede di certo tutti i giorni un giovanotto che porta a spasso la sua bambolina, come fosse un neonato, in braccio, come a volerlo cullare per tranquillizzarlo. <Non preoccuparti, non mi sei sembrata per nulla indiscreta, anzi, fossi stato al tuo posto, probabilmente lo avrei chiesto anche io> cerca di rassicurarla, appoggiando la marionetta sul braccio sinistro, così da potersi accarezzare la nuca con la destra e sfiorare quei soffici capelli ribelli. Sorride poi alla rivelazione di lei, circa il nome del ragazzo, non perché gli sembri una presa in giro nei suoi confronti, ma semplicemente per il fatto che non sappia nemmeno se il suo nome abbia un significato nascosto o meno. Furaya sembra averci preso gusto, parla tranquillamente, ponendo domande e rispondendo a tutte quelle del rosso. Sembrano averci preso gusto entrambi. <Beh a dire il vero non ho molti amici, anzi, quasi nessuno... e si sono qui da solo, non so come, ma sono arrivato sano e salvo a destinazione. Ho preferito non iscrivermi, per il semplice motivo che sono diventato Genin da poco e non ho molte esperienze in combattimento...> ammette un po' timidamente, cercando di abbassare lo sguardo assieme a quel capo che ora è chinato. <Si, visitando se così si può dire, non ho avuto molto tempo e la mia capacità di orientamento non è il massimo> risponde con tono ironico, prendendosi in giro da solo. <Ma dimmi come mai sei rimasta così sbalordita riguardo al fatto che io non conoscessi il tuo nome? Sai io non conosco praticamente nessuno, ti prego di scusarmi> aggiungerebbe, con tono sincero, socchiudendo gli occhi e riportando lo sguardo su di lei. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

14:42 Furaya:
 I raggi solari continuano ad illuminare Konoha, nonché i due ragazzi e protagonisti della vicenda, un po' come fossero sotto dei riflettori. È anche segno di come la primavera abbia finalmente raggiunto il Villaggio, togliendo di mezzo il gelo dell'inverno. Fortunatamente, Giusca capisce le intenzioni della Nara, esattamente come comprende la di lei curiosità e le risponde. Quantomeno non s'è dimostrata fastidiosa, sicché era ciò che voleva per assurdo evitare, nonostante il modus e le domande poste. Di questi tempi, è sempre meglio avere maggiori Alleati, anziché Nemici. In fondo, i due Villaggi sono anche Alleati e lei stringe rapporti con l'Hasukage per conto di Konoha. È altresì normale come il dialogare con il Chikamatsu non sia solo un fattore di alleanza, bensì anche di compagnia. Il ragazzo, infatti, è gentile, cordiale e amichevole e poco spesso si trova gente così affabile, con la quale potersi scambiare avvicendevolmente un discorso. < Oh, meglio così. La situazione non mi dispiace. > Piega lievemente il capo lateralmente, poiché è comunque costretta a tenere il capo sollevato, se consideriamo l'altezza del giovane rispetto a quella della Nara. < Mhmh.. > Annuisce in sua vece, ascoltando la di lui situazione. Un po' ci si rivede. < Anche io non avevo molti amici. Tuttora, non ne ho molti. Altri, invece, li ho persi strada facendo, durante le missioni o le ultime guerre. > Il volto si rattristisce un poco, in memoria dei compagni caduti. < Purtroppo, son cose che succedono e noi siamo semplici umani, non in grado di fermare qualcosa del genere. Siamo passivi nei confronti della Morte, poiché essa decide e noi dobbiamo solo obbedire. Ma.. > E cerca di sviare, rendendosi conto di essere forse diventata troppo cupa. < ..dobbiamo sempre ricordarli per quello che erano e per ciò che hanno fatto in vita. Non trovi? > Ne chiede, in un certo senso, il consenso o il di lui modo di vedere le cose, in questo ambito. < Oh, beh, non importa. Potrai apprendere qualcosa anche osservando gli altri combattimenti. Non nego di essere abbastanza nervosa.. > Per il proprio combattimento. Deve affrontare il proprio Sensei ed un Ninja del quale non sa praticamente nulla. < Se hai bisogno di qualche indicazione, dimmi pure. Non farti problemi. Conosco Konoha come le mie tasche. > Ridacchia, per quanto non sia inverosimile quanto detto. Si propone sempre cordiale, per aiutare il prossimo, ancorché sia uno sconosciuto. Forse, è Anche molto ingenua. < Non ero così.. Sbalordita. > Gonfia le guance, abbassando lo sguardo. Le gote si colorano un poco di rosso. < Di solito, quando incontro delle persone a me sconosciute e rivelo il mio nome, quando collegano lo stesso al resto, mutano. Se prima riesco a parlarci come vorrei, successivamente sembrano avere timore, si scusano. Perciò, mi sono sorpresa, ma in modo del tutto positivo. A me va bene anche così. > Spiega, stringendosi nelle spalle, riferendosi al fatto che egli non l'abbia riconosciuta. < Dunque, non preoccuparti. Anzi! > Anzi, le fa più che piacere avere un tu per tu tra sconosciuti. [Chakra ON]

15:15 Giusca:
  [Centro di Konoha] Il sole brilla ancora in quel cielo, il quale comincia a riempirsi di stormi e nel quale si intona il canto degli uccellini. I raggi solari riscaldano la pelle pallida del giovane ramato e rendono i suoi occhi ancora più chiari, portandoli ad assumere una colorazione tra l'azzurro e il ghiaccio. Il discorso tra i due cambia continuamente argomento, si va da domande semplici con risposte altrettanto semplici, fino a domande un po' più intime che richiedono una risposta altrettanto intima, che porta inevitabilmente a galla sentimenti veri, di gioia, dolore, nostalgia, qualunque essi siano, trasparendo dagli atteggiamenti, dalle espressioni facciali e anche dagli occhi. Le parole di Furaya fuoriescono dalle sue labbra come un fiume in piena. Se inizialmente il suo viso è sereno, ora comincia a rattristirsi un pochino a seguito della rivelazione della ragazza stessa circa i suoi pochi amici, che la rendono in qualche modo vicina a Giusca, ma soprattutto per quelli persi in battaglia e durante le missioni. Ascolta con attenzione e con dispiacere i suoi racconti, da ragazzo sensibile quale è, riesce ad immedesimarsi nella sua situazione, riesce quasi a sentire lo stesso dolore, come se fosse capace di rivivere esattamente, alla perfezione, quei momenti, carichi di sensazioni, così intensi. <Mi dispiace, ti capisco benissimo, so cosa voglia dire, anche se in modo un po' diverso>. Non voleva assolutamente toccare un tasto dolente, è una bella giornata e per questo motivo vuole che resti tale. Non può permettere al passato di rovinare ogni cosa, di rendere ogni suo tentativo di fuga da esso, vano, ma soprattutto non vuole creare dispiacere negli altri, a causa sua e della sua spontaneità e sincerità. Concorda con ogni parola di Furaya e le mostra ciò, annuendo con il capo. Per fortuna il discorso va da tutt'altra parte, si sposta su temi più superficiali, che richiedono una minore attenzione soprattutto sull'uso delle parole, almeno da parte sua. Ma la confessione della ragazza stessa, circa il fatto di essere nervosa, gli fa capire che lei stessa dovrà partecipare al torneo. <Non preoccuparti, deduco che parteciperai al torneo, cerca di dare il meglio di te e come va va, resta concentrata, cerca di non strafare e di stare sempre sull'attenti, cercando di superare i tuoi limiti in maniera graduale, così da non commettere errori che potrebbero trarti in inganno>. A dire il vero, come già detto da Giusca stesso, di combattimenti ne sa davvero poco, ma sente il bisogno di rassicurarla in qualche modo, per quel poco che può fare. <Ti ringrazio, se ho bisogno di una guida, saprò sicuramente a chi chiedere, tanto da quello che ho capito, non sarà poi così difficile trovarti, basterà chiedere un po' in giro> direbbe in tono scherzoso, accennando un sorrisetto su quelle labbra sottili. Osserva poi l'espressione buffa che assume la ragazza, quelle guance gonfie che ora cambiano timidamente colorito, mentre ascolta la restante parte della sua versione, quella rivelazione che da un lato gli provocano dispiacere, al sentire la parola "timore". Ma non vuole crearle ulteriore imbarazzo, per questo motivo, cercherebbe di scherzarci un po' su <beh hai ragione, fai proprio paura>, afferrando le braccia della piccola marionetta, come a voler far scherzare anche lei. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

15:46 Furaya:
 Felice che l'altro possa capire cosa ella dice, aggiunge un sorrisetto su quel volto pallido e circondato da capelli rosei, quasi rossicci, in ricordo delle origini materne. < Lasciamo stare, dai! E' una bella giornata, non roviniamocela con ricordi pessimi. > Aggiunge, cercando di tornare a sorridere, dimenticando momentaneamente qualcosa di brutto e che, nonostante tutto, resterà nelle di lei memorie per sempre. Non si dimenticano degli amici né amori passati. E' pressoché impossibile che ciò avvenga. < Sono contenta, però.. > E questo deve dirlo, effettivamente, altrimenti non è in pace con se stessa. < ..che qualcuno possa capirmi, nonostante io e te non ci conosciamo affatto e ci siamo appena visti. > E' sicura, è cordiale e felice di ciò, almeno una volta. < Io sì, sono nell'ultimo girone, quello Jonin. > Ammette, storcendo un poco le labbra. Rispetto a quello di Genin e Chunin, sarà di alto e maggiore livello, se consideriamo come i Jonin siano decisamente più forti e abbiano tecniche distruttive. < Esatto. E' ciò che pensavo di fare, effettivamente. Devo prima capire di cosa son capaci di fare, ma l'obiettivo è anche quello di non farli avvicinare troppo. > Non sa come agiscono, eccetto Raido ovviamente. < Tuttavia, ho comunque qualcosa in mente che, se va in porto, può fruttarmi un vantaggio niente male! > Spiega, soddisfatta, seppur sia consapevole del fatto che qualche scherzetto di cattivo gusto non basterà a fermare due Jonin né ad avere la vittoria in pugno. Troverà sicuramente un modo, ma non è questo il momento né la situazione adatta per parlarne. < Ad ogni modo, spero che tutto vada per il meglio. Sono un po' agitata, ma cercherò di fare il possibile per dare il meglio di me. So che devo migliorarmi ancora.. > Si stringe nelle spalle, sollevando di poco gli occhi verso l'alto, pensierosa, prima di tornare ad osservare il Chikamatsu che ha di fronte. < ..ma ce la metterò tutta. > Conclude, anche perché ha già spiegato eccessivamente quel che voleva dire. Non c'è bisogno di insistere o di continuare lungo questa via del discorso, per tutto punto. Difatti, si limita ad ascoltare il resto delle parole che verrebbero pronunciate da Giusca, attenta ad ogni sua singola parola. Una volta tanto che trova qualcuno con il quale parlare, non vuole lasciarsi sfuggire l'opportunità di mettersi a confronto con lo stesso. Divertita, tranquilla. E' questo ciò che prova quest'oggi. Ed è qualcosa di raro, non le succede quasi mai. < Effettivamente.. > Ammette, sbattendo le palpebre. < Oppure, ti basta raggiungere la Magione e chiedere di Furaya Nara. > Aggiunge il di lei cognome. < La Magione è sotto il Monte dei Volti. > Quello che si vede oltre le spalle della giovane, lo stesso che il ragazzo stava prima tenendo sott'occhio, stupito. < ..uh? > Sarebbe sorpresa, per un istante, quando l'altro ammette che lei gli fa un po' paura, per poi abbassar lo sguardo verso la marionetta. < ... > Non può fare a meno di scuotere un poco il capo e.. ridere. Ridere gioiosamente e tranquillamente. Se lei è riuscita a far scherzare Giusca, lui è riuscito a risvegliare la giocosità e il sorriso della Consigliera, spesso spento, spesso lontano ed inesistente, usufruendo soltanto della maschera di ghiaccio che suo padre le insegnò ad usare, in tempi assurdamente distanti, ma mai dimenticati. [Chakra ON]

16:23 Giusca:
  [Centro di Konoha] Una situazione persino nuova per lo stesso Giusca, pace, tranquillità e calma, alternati a risate e stupidi scherzi, regnano sovrani nell'aria. Si trova bene, non succede spesso, al momento è accaduto solo con Hikari, anche se la situazione era completamente diversa, per tanti motivi, per le sue paure, le sue debolezze che volendo o nolendo uscivano senza pietà dalle sue parole, che si leggevano nei suoi occhi sinceri, portandolo ad aprirsi come un libro e lasciando agli altri la possibilità di leggerci dentro, perché era solo, ne aveva bisogno, voleva un sostegno, qualcuno che potesse aiutarlo a liberarsi dal male che lo affliggeva, dai suoi pensieri che si insinuavano nella sua mente fino a logorarlo lentamente dal suo interno, costringendolo a soccombere. Perché non aveva autostima di sé, si sentiva sempre un passo dietro tutti, uno scalino sotto, ma ora nonostante ci sia un evidente dislivello tra i due, sia nel grado che nell'esperienza, si sente tranquillo, in pace con se stesso. I suoi ricordi infelici, il suo passato, vengono totalmente messi da parte, lasciano la sua mente libera di provare nuove emozioni, di riempirsi di nuove conoscenze, di vivere in maniera più tranquilla una vita che ha in serbo per lui tante novità e tante cose belle, perché quelle brutte le ha già passate e ora come ora la sofferenza che ha provato difficilmente potrebbe essere eguagliata. I due si capiscono, per entrambi i ricordi sono un'arma a doppio taglio, provocano loro dolori e gioie al tempo stesso, portando a veri e propri scontri interni di emozioni. Ma questo loro capirsi non è altro che una condivisione delle medesime sensazioni e significa quindi potersi dare una mano a vicenda. E' proprio per questo motivo che le parole della giovane donna dai capelli quasi rossicci, come i suoi, rendono lieto Giusca di averla conosciuta, difficilmente si trovano in giro persone così disponibili, che richiedono aiuto in maniera celata, ed è proprio questo che Furaya sta facendo secondo il giovanotto. Ed è contento che la persona scelta, adatta a tale compito, per lui di vitale importanza, sia egli stesso, perchè lo fa sentire importante, utile a qualcosa, finalmente. <Sono contento anche io, te lo dico chiaramente, per me è difficile relazionarmi con gli altri, ma con te mi sta riuscendo tutto così semplice, sarà perché, appunto, riusciamo a capirci a vicenda, in qualche modo>. Il tono di voce di Giusca è profondo e ricco di emozioni. Si riesce a capire perfettamente che le sue parole sono sentite e vengono dal cuore. Ascolta con attenzione e cura tutto quello che ella ha da dire, quella strategia a lui ignota circa il torneo, ma del quale non si interessa più di tanto, più che altro perché non vuole farla giocare a carte scoperte e soprattutto perché non vuole rovinarsi la sorpresa dato che assisterà quasi sicuramente al medesimo incontro. L'espressione è serena, i muscoli facciali sono tutti rilassati, così come anche i trapezi che solitamente sono rigidissimi, ma che grazie agli allenamenti estenuanti, stanno conoscendo qualcosa di nuovo. Le sopracciglia folte non assumono una posizione rilevante, mentre le labbra lasciano intravedere quei bei denti bianchi. <Non preoccuparti ce la farai e so che ce la metterai tutta, si capisce che sei una persona determinata e poi io probabilmente sarò sugli spalti ad assistere, quindi avrai anche il mio sostegno>. Sa benissimo che avrà il sostegno di altri fan accaniti e che probabilmente sarà solo uno dei tanti lì in mezzo, ma gli sembra doveroso farlo presente. <Ecco, meno male che l'hai precisato, mi sarei già perso>. Ora il tono torna ad essere nuovamente scherzoso, come a voler sdrammatizzare un'altra volta, per strapparle un altro sentito e sincero sorriso. Non è solito essere così scherzoso, sarà il nuovo ambiente, la nuova conoscente oppure il cambiamento evidente nel modo di agire e rapportarsi del ramato, dopo aver ritrovato la sua famiglia e aver capito le sue origini, quando da un lato è riuscito a mettere da parte il suo odio, quell'odio profondo che ha reso la sua vita un inferno. <Sono contento tu stia ridendo, almeno non mi sento uno stupido> aggiungerebbe giocando ancora un po' con la sua marionetta. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

16:55 Furaya:
 Sposta il proprio peso corporeo dalla gamba mancina alla destrorsa. Divertita dal di lui modo di fare e di porsi, stranamente si trova a suo agio con il Marionettista. E' qualcosa di assurdamente nuovo. Da una semplice domanda su una innocua marionetta - innocua un cavolo, dipende dalle situazioni - è riuscita a tirar fuori qualcosa di nuovo. Giusca, invece, è stato capace di risvegliare sentimenti sopiti da parte della Consigliera, la quale finora non ha fatto altro che vivere in un limbo senza pace, dove s'annidavano incubi, demoni interiori, mostri del proprio passato che la attanagliavano e la tiravano verso di loro, senza capacità di fuga. Invece, man mano, sta risorgendo dalle proprie ceneri come una Fenice, la stessa che lei ha tatuato sul proprio polso sinistro. Che sia stato un caso? Che si possa veramente trattare soltanto di un qualcosa di senza senso? E se ci fosse un nesso? Chissà. Stranamente, col ragazzo riesce ad avere un dialogo degno di tale nomea, peccato soltanto per il tempo che sta lentamente giungendo al termine. D'altro canto, deve anche considerare il fatto che, fuori da quel discorso, fuori dal mondo che i due hanno creato con poche e mirate parole, la donna ricopre un ruolo importante per il Villaggio e deve avviarsi, deve tornare alla Magione prima che faccia troppo tardi. Anche Nahira s'è lamentata - velatamente - del fatto ch'ella sia troppo occupata; persino l'Hokage le ha detto di prendersi una pausa e di lasciare il compito a qualcun altro, di delegare alcuni suoi ruoli. Ma ha fatto tanto, ha lottato e ha affrontato nemici di innumerevoli calibri per arrivare dov'è adesso. Non può arrendersi, non può cedere. Deve soltanto sistemare la sua vita, ritrovare quella fiducia nelle persone che ha perso, perché ne ha viste veramente troppe morire davanti ai di lei occhi. E' il momento di riscattarsi, di vivere felice. Le manca soltanto qualcuno al suo fianco. La solitudine è una brutta bestia, ma anche questa, prima o poi, riuscirà a risolverla, a migliorarla in un certo senso. Ma non è questo il giorno e, infatti, si concentra maggiormente sulle parole che vengono pronunciate dal Chikamatsu. < Anche io sono così. Sarà appunto per questo motivo, esattamente come dici tu. > Lei che sembra tanto tranquilla e amichevole, in realtà non riesce ad avere una amicizia stabile, forse perché vede la gente attorno ad ella morire, senza apparentemente motivo, quasi come se fosse una maledizione il semplice fatto di avere a che fare con la Nara. C'è chi pensa che questo sia stupido, ma attualmente non può farci niente. C'è quando riesce ad evitare le persone che le stanno accanto, ma questo non fa altro che peggiorare la situazione nonché ciò che vorrebbe diventare, provare a fare e migliorare. < Mi trovo davvero a mio agio a parlare con te. > Distende le labbra in un altro piccolo sorrisetto. < Grandioso! > Esclama, entusiasta, dal momento che a quanto pare ha qualcuno che tiferà per lei! Si sente più tranquilla. < Puoi star tranquillo, per me non lo sembri affatto. Comunque, Giusca.. > Si guarda attorno. < ..purtroppo, credo sia arrivato il momento che io torni ai miei doveri. > Ammette, stringendosi lieve nelle spalle. < Mi ha fatto davvero tanto piacere conoscerti. Spero di rivederti prima della fine del torneo. > E prima che lui torni a casa, a Kusa, s'intende. < Ci si vede~ > E solo dopo ciò, riprenderebbe i propri passi, affinché possa tornare alla Magione. [END]

17:11 Giusca:
  [Centro di Konoha] Il dialogo tra i due continua senza sosta. Giusca è riuscito a mettere a suo agio ancora una volta quella ragazza ed è davvero contento per questo, lo si capisce dai suoi modi di fare, ma anche da tutto quello che dice, da quelle piccole confessioni anche un po'intime che Furaya gli fa. I suoi occhi sono fissi su quelli di lei, seguono le labbra che si aprono e si chiudono, tra le parole e le piccole pause. <Sono davvero contento ti trovi bene, naturalmente lo stesso vale per me, penso tu l'abbia già capito> replica, un tono di voce sicuro come non mai, mentre le mani vanno a stringere al petto quella marionetta piccola che ama alla follia. <E sono anche contento di non sembrare uno stupido, anche se ultimamente poco mi importa dei giudizi della gente, ho imparato a farmi scivolare tutto di dosso> continua imperterrito, alternato piccole risate, socchiudendo leggermente gli occhi e cercando di essere semplicemente se stesso, di far trasparire quella dolcezza che lo caratterizza particolarmente, cercando di non risultare troppo infantile però. E' arrivato il momento di andare, si è fatto tardi, Furaya deve tornare a lavoro, mentre Giusca è ancora stanco per il viaggio e non vede l'ora di andare a riposarsi nella camera piccola e modesta che ha affittato, da qualche parte nei paraggi, non ricorda la strada. <Il piacere è stato mio, spero vivamente di rivederti, prima di ripartire, nel frattempo preparati altri argomenti interessanti di cui parlare, ma soprattutto spacca tutto e fatti valere>. Un ultimo incoraggiamento giusto per lasciarsi in maniera particolare, diversa dal solito, senza nostalgia, prima di salutarla con il gesto della mano destra, che va a lasciare la sua marionetta, per poi voltarsi e cominciare a guardarsi intorno alla ricerca della strada giusta per raggiungere la sua stanza. [Equip: portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

17:11 Giusca:
  [Centro di Konoha] edit : [End]

Chiedo venia per il titolo, faccio schifo♥
Due timidi a confronto.