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Cos'è la Paura?

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con Hitomu, Sakura

21:37 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Il giorno prima degli esami. No, momento. Sbagliato Fandom. E' il giorno prima del torneo. Il giorno prima del giorno in cui dovrà dimostrare che lei non è una pappamolla. Che lei non è una semplice Genjutser, una semplice Hyuga. No, domani dovrà dimostrare di essere indipendente, forte e soprattutto capace. Capace di saper usare le tecniche di clan, quelle relative alla sua specializzazione, quelle classiche, standard. Deve dare prova a tutti coloro che l'hanno chiamata "Strana" o "Ibrido" che sì, è strana o ibrido ma non per questo debole. Si trova ai piedi della Cascata, sul tratto di terra ciottoloso, vicino all'acqua. La cascata si trova ad una quindicina di metri da lei e la nube di acqua che ricopre gran parte del fiume sottostante, arriva a toccarle la pelle, in quella notte di Luna piena. Indossa una semplice tuta da ginnastica, bianca con due linee laterali azzurre che percorrono tutto il tessuto. Essa è disiva in due parti: un pantalone ed una felpa, con cappuccio e senza chiusura lampo sul davanti. ai piedi semplici sandali Ninja, neri. I capelli sono lasciati sciolti e bagnati, appiccicati in parte al volto della ragazza. La schiena è ben dritta e le gambe divaricate, con le ginocchia flesse ed i muscoli delle cosce ben tirati. Il piede sinistro è avanti a lei, mentre il destro indietro, che punta verso l'esterno. La schiena è ben dritta, mentre le braccia assumono la posa classica del Juken: braccio sinistro in avanti, steso ed il destro indietro, piegato. Le mani sono a novanta gradi rispetto alla liea delle braccia. E' intenta a provare l'esercizio del Kata, insegnatole da Hiashi: una serie di movimenti lenti, ripetuti nel tempo e nello spazio, per fornire alla memoria muscolare tutti gli strumenti necessari per far si che vengano ricordati e perfezionati. Il braccio sinistro si piega indietro, mentre il destro viene disteso, con l'accompagno della spalla annessa ed una lieve torsione del busto, mentre il bacino cerca di stabilizzare la parte superiore del corpo e l'addome viene tirato. Questo movimento, viene fatto a rallenty, come se dovesse studiarne ogni singolo muscolo, legatura, tendine. Tutto mosso ad una velocità molto lenta, mentre gli occhi sono puntati davanti a lei.

21:54 Hitomu:
 Il rumore dell'acqua cadente verso il basso rompe il silenzio in quel luogo. Un suono continuo, mai interrotto. La cascata si infrange verso dei pezzi di roccia frantumati in passato da qualcuno. Quei pezzi di pietra scalfiti e curati fino a diventare simili ad Hashirama, il Primo Hokage, e Madara, il suo eterno nemico. La Luna, nella sua intera bellezza, risplende nel cielo accompagnata da qualche nuvolone che, in alcuni momenti, copre la sua rotonda forma. Dove si trova il Nono? Esattamente in cima al mezzo busto, distrutto, del Primo Hokage. Sul precipizio, mentre guarda verso il basso e segue con le sue iridi azzurre il corso della cascata. L'acqua che, in modo violento, sbatte sul fondo e riprende il suo percorso per il fiume. Un moto continuo, perpetuo. Indossa la solita maglietta a maniche lunghe di colore blu e il simbolo del Villaggio del Vortice disegnato sul dorso, sopra il giubbotto verde smanicato che contraddistingue i shinobi dal grado Special Jonin in su. Sulle leve inferiori, indossa un paio di pantaloni neri con una fasciatura bianca a cui è legato un porta-oggetti e, infine, ai piedi un paio di sandali neri da ninja. L'haori bianco con la scritta 'Nono Hokage' è indossato sopra le spalle e viene sventolato dall'aria che soffia in quel luogo. Gocce finissime d'acqua, trasportate dal vento, bagnano il suo viso e i suoi capelli biondi che gli cadono davanti agli occhi essendo privo del suo coprifronte. Gli occhi sono rivolti ancora verso il basso quando, ad un tratto, decide di allungare il piede destro nel vuoto e con il sinistro darsi un piccolo slancio in avanti. Il busto viene portato in avanti mentre si precipita verso il fondo della cascata. E, arrivato quasi sul fondo, compie un giro su stesso in modo da terminare il salto poggiando i piedi per terra. Le ginocchia si flettono, in modo da attenuare la caduta dall'alto. Atterra sull'altra parte del busto del Primo, senza accorgersi di chi si trova intorno a lui in questo momento. In silenzio, stranamente, si lascia trasportare dall'emozioni di quel luogo dove i più grandi shinobi hanno dato battaglia tra di loro. [chk off]

22:14 Sakura:
  [Piedi della Cascata] E continua, la giovane, ad allenarsi in quei movimenti. Ora che il braccio destro è ben disteso, applica maggiore forza nelle gambe, andando quindi ad ancorarle sempre più al suolo. Le ginocchia si flettono un pochino di più, mentre il polso destro ruota in senso orario di novanta gradi, insieme a parte dell'avambraccio, ed il sinistro viene indietreggiato di più, andando con il gomito a superare la linea della colonna verticale. Il bicipite e tricipite si intensificano, sul braccio sinistro cercando dunque di caricare il colpo che andrebbe a vuoto. Il braccio destro, spingerebbe verso l'esterno, disegnando un arco di quasi novanta gradi di ampiezza, mentre il sinistro verrebbe portato in avanti, tenendo comunque la relativa mano a novanta gradi. Cerca di ripetere quanti più movimenti possibili, nell'arco di poco tempo e sempre con una lentezza assurda. Le sembra quasi che non porti a nulla, ma in questo modo ha la possibilità di riuscire a capire dove poter perfezionare il suo Juken. Il respiro rimane controllato, non invariato. Ritmico, con emissione d'aria costante e dalla bocca. Il secondo movimento che va a compiere è una rotazione del busto. Mentr eil corpo gira, tende tutti i muscoli dell'addome, poggiando il peso sul piede sinistro che viene messo in mezza punta, facendo dunque salire il destro di qualche cm dal suolo. Irrigidisce i glutei, mentre darebbe una spinta con il destro, permettendo così la rotazione anche del bacino e delle gambe che la portarebbe a compiere un movimento rotatorio di quasi 95 gradi in senso orario rispetto alla posizione assunta. In questo modo, si lascia alle spalle la cascata, andando a puntare lo sguardo verso i resti della statua di Hashirama e parte della foresta adiacente. Atterra con il piede destro che verrebbe subito poggiato a terra, mentre il relativo ginocchio si flette e, di conseguenza, la gamba sinistra si piegherebbe in avanti, portando ad u abbassamento repentino del bacino. <Dannazione.> Impreca, mentre abbassa subito le braccia. Sbuffa, quasi infastidita. E' andata troppo velocemente nella rotazione. In questo modo non va da nessuna parte. La memoria muscolare non viene implementata. <Dannazione!> Direbbe portando il bacino in su e avvicinando le gambe. Stringe gli occhi, mentre i pugni vengono stretti ancora di più facendo quasi inserire le unghie nella carne dei palmi.

22:32 Hitomu:
 Rimane immobile. Fermo, in quella posizione. Dritto, le lunghe gambe distese e le braccia leggermente allargate verso l'esterno come se stesse accumulando energia per cercare qualcosa. O qualcuno. Il chakra inizia a circolare nella sua struttura di tsubo confluendo la maggior parte dell'energia verso il centro del suo petto. Tutto il suo chakra in un unico punto. Mantieni le palpebre chiuse, la concentrazione è massima. Lunghi respiri accompagnano questi momenti. Si sta allenando? Vuole essere trovato da qualcuno? Perchè sta raccogliendo tutta quell'energia? Il motivo di tale gesta è dentro il pensiero del jinchuuriki e pare rimarrà segreto per ancora del tempo. Kurama osserva, anch'egli silente, la scena da dietro le quinte. Il Kyuubi è curioso di scoprire fin dove si spingerà il Nono e quale siano le sue vere intenzioni. Ma, ad un tratto, il suono di una voce non troppo distante risveglia il jinchuuriki da quel momento di concentrazione. <Mmh?!> pensava di essere da solo, ma a quanto pare è in compagnia. Le sue iridi azzurre si mostrano di nuovo al mondo mentre il suo corpo si muove in direzione della provenienza di quella voce. Alcuni attimi e ancora quel suono. Una singola parola in cui si potrebbe percepire una gran forza. Una volontà d'animo decisa. Gli occhi del Nono si fanno attenti mentre, passo dopo passo sulla roccia di Hashirama, il jinchuuriki si avvicina ancora di più a chi sarebbe presente vicino a lui. Ed ecco che la vede lì <Sakura> sembra nervosa e lo nota dai suoi pugni tenuti stretti. <Ti ho sentito, alcuni attimi fa> imprecava, quasi, come se qualcosa non andasse bene. <Cosa c'è che non va?> è curioso il giovane chiedendo immediatamente alla ragazza quale sia il motivo di tale suo sfogo. Il jinchuuriki salta giù dal busto di pietra del Primo Hokage arrivando sullo stesso piano della Hyuga. [chk on]

22:41 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Cosa c'è di sbagliato in tutto questo? Perché non riesce ad eseguire dei semplici movimenti, tutti rallentati, per apprendere meglio come eseguirli? Diavolo. E' frustrata. Tutto di oggi non ha fatto altro che allenarsi, di continuo. Nei Tai e nel Nin, per cercare di rafforzare la sua presa su entrambe le arti, così da non avere grossi limiti durante tutto il torneo. Eppure non è riuscita in quello che voleva fare. Non è riuscita a fare una singola cosa giusta. Che sia ansia da prestazione o semplice ignoranza, non lo sa. Fino a qualche giorno fa è riuscita a tener testa anche a Saisashi, facendogli vedere che anche lei è brava nel Taijutsu, sebbene ancora non sia riuscita a padroneggiare il Juken a dovere. Si morde il labbro, forte, affondando gli incisivi nella tenera carne, proprio mentre la voce di Hitomu sopraggiunge alle sue orecchie. Volge dunque lo sguardo verso l'Hokage, cominciando solo qualche attimo dopo a rendersi conto di trovarsi difronte al Nono. Abbassa repentinamente la testa e la schiena, mentre gli occhi si spalancano. <Ho-Hokage-sama!> Dice, con voce ferrea, quasi forzata. Il cuore comincia a batterle forte in petto, mentre un leggero sudore freddo si mischia alle gocce d'acqua che imperlano i capelli e la fronte, oltre che i vestiti. <Mi-mi dispiace signore... N-non volevo imprecare in qu-quella maniera.> Balbetta, per via probabilmente della sua indomita paura. Alza la testa, continuando a mordersi il labbro, mentr ele mani si rilassano. < Ehm...> Non sa come dirglielo. Domani ci sarà anche lui al Torneo, come capo del Villaggio della Foglia. Anche lui sarà li a guardarla, a vedere come andrà. L'unica Genin contro un villaggio intero, a quanto pare. Tre contro una. Sarà dura, tosta. Non osa nemmeno immaginare come possa procedere. <Domani h-ho lo scontro.. E non riesco ad eseguire dei semplici mo-movimenti.> Dice, tremante in voce. Abbassa lo sguardo a terra, senza andare ad incrociare gli occhi azzurri del primo. < E domani, farò la fi-figura di quella che parla tanto, ma non sa fare nulla.> Vittimista? Oggi si. Ed anche pessimista. Nichilista. Tutte le ista peggiori, le ha acquisite nell'arco di qualche ora.

22:59 Hitomu:
 Si avvicina a lei, nel frattempo. Cammina in maniera lenta diminuendo la distanza che separa l'uno dall'altra fino a giungere a circa un metro di distanza. Tutto questo mentre lei si accorge della presenza del jinchuuriki della Foglia rimanendo sorpresa per qualche secondo. Si scusa per aver urlato qualche secondo prima con molta foga spiegando, successivamente i motivi per cui l'ha fatto. Le iridi azzurre si posano sulla di lei figura cercando di analizzare ogni suo dettaglio e qualsiasi sua emozione in quell'istante. Sorride, mica è arrabbiato. Le labbra si allungano leggermente verso su sperando di aiutare la ragazza a rilassarsi. Può essere solo felice se qualcuno si arrabbia con se stesso se non riesce ad eseguire qualche movimento. Significa che ha voglia di imparare, apprendere, migliorare. E non gli farà una paternale se qualche secondo prima ha imprecato. Non oggi, non per questo motivo. <Vieni su, dai> le dice mentre la vede porgersi in avanti per salutarlo. Vuole concentrarsi su di lei e sul suo attuale stato d'animo. Le sembra essere particolarmente amareggiata, questa sera. <Cosa saranno mai un po' di urla in questo luogo?> pronuncia ironicamente queste parole sorridendo un'altra volta ancora a lei. Domani la ragazza dovrà affrontare la sfida nel Torneo, ma sembra essere pessimista riguardo le sue possibilità. <Non sa fare nulla?> ripete retoricamente il jinchuuriki mentre il suo sguardo si fa più serio. Il sorriso sembra scomparire dal suo volto <Cosa stai dicendo, Sakura?> quando i due si erano incontrati l'ultima volta, lei era un fiume di idee per migliorare le sue abilità. E non si sentiva affatto debole per quanto poteva essere strano che una Hyuga utilizzasse le arti illusorie. E ora, invece, dice a se stessa di non riuscire a fare nulla. Il Nono vuole delle spiegazioni e le vuole ora. [chk on]

23:14 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Già, è amareggiata. E non sopporta di esserlo. Così come non sopporta il fallimento, o il deludere il prossimo, per qualcosa che soltanto lei sa fare. Non che le arti di cui dispone possano essere usufruite solo da lei, ma vorrebbe padroneggiarle al meglio. Il tutto per rendere orgogliosa una certa persona. Mannaggia a lei. <E' un luogo.. Sacro.> Così la pensa lei, in risposta a quanto detto da Hitomu. <E' il luogo della speranza. Della pace, sotto molti punti di vista.> Pure troppi, a dirla tutta. Sembra che ultimamente venga usato come punto di approdo per gli Shinobi che vogliono allenarsi. < E con le urla, lo si profana. Credo.> Come se quelle grida, quel tremare delle corde vocali possa rompere l'atmosfera circostante, limitando il potere di quel luogo. E' un pensiero che più volte l'ha intaccata e più volte l'ha fatta retrocedere dal fare o dire determinate cose. <Vede, Hokage-sama..> Abbassa lo sguardo, cercando di non indugiare troppo sul viso di Hitomu. Si vergogna, ed è normale. <.. Il torneo è un'occasione per mettermi alla prova. Per riuscire a dimostrare che non sono strana e che l'appartenenza ad un clan non stabilisce necessariamente ciò che una persona può essere.> Quindi, in altre parole, sta ritornando a galla il risentimento nei confronti degli Hyuga. Un risentimento che aveva seppellito da tanto ma che il torneo, in virtù di ciò che si è promessa, ha fatto riemergere dalla tomba. Un oscuro fantasma, che non vorrebbe essere risvegliato. Non da lei. < E non sto dimostrando nulla, se non un completo fallimento.> Le ultime parole vengono dette con una tale vergogna, che sembrano avere un tono iracondo. Le corde vocali quasi le bruciano, mentre dice quelle cose, mentre ancor auna volta si espone così tanto con qualcuno. < Non voglio essere debole. Ma non voglio essere giudicata perché amo una cosa diversa dal clan.> Già. Famiglia è troppo grande come termine. Troppo.

23:39 Hitomu:
 Un luogo sacro. Sentirla pronunciare quelle parole lo rende felice. Non da fare salti di gioia, ma lo lascia soddisfatto vedere come anche altre persone, oltre lui, ritrovino in quel luogo qualcosa di speciale. Non che lui venga qui ad urlare ogni giorno, ma non voleva rendere ancora più imbarazzante la situazione della ragazza. Ecco, tutto qui. Che questo sia un luogo speciale, per lui è chiaro. Qui ha passato molto tempo della sua giovinezza. In questo luogo dove quelle stesse acque gli hanno permesso di intravedere la figura della madre e spronarlo ad non arrendersi verso niente e nessuno. Seguire la propria via e non permettere a qualsiasi cosa di fermarti. Questo gli disse quel giorno e questo vorrebbe dire alla ragazza. La vede, nella sua timidezza, mentre con rabbia parla di ciò che non le sta riuscendo. Sembra che gli argomenti di quel loro ultimo incontro stiano ritornando visto che la ragazza pare essere ancora in lotta nel volere dimostrare di poter essere diversa all'interno del suo Clan. <Tu non devi dimostrare niente a nessuno!> afferma con forza il jinchuuriki guardando la ragazza dritta negli occhi. <..Se non a te stessa> conclude la sua frase con meno timbro vocale ma in maniera pacata, in modo che lei capisca la differenza. <Né al tuo Villaggio, né al tuo Hokage e neanche al tuo Clan> cosa deve dimostrare? NIENTE! Se lei ha scelto di usare le arti illusorie, è un suo diritto. E nessuno può dirle cosa deve fare. <Ciò che tu dovrai dimostrare domani è che sei un'ottima kunoichi e che, una volta terminato lo scontro, potrai sorridere per aver dato tutta te stessa, qualunque sarà il risultato> ne hanno già parlato della sua 'diversità'. <Noi siamo ciò che vogliamo, Sakura. Ma se non credi in te stessa.. tutto sarà più complicato. Dai a te stessa un'opportunità in più per fallire e riprovare un'altra volta. Senza abbatterti> continua il suo dire usando un tono leggero che arrivi diretto alla ragazza <Sbaglia tutte le volte che vuoi, ma riprovaci sempre. Una volta in più, sempre. Così potrai migliorare> le spiega visto che gli è sembrato buttarsi giù per non essere riuscita a compiere qualche movimento nuovo. <Per me non sei strana. Per me sei una Hyuga a cui piace utilizzare le arti illusorie..> si ferma alcuni attimi guardandola nuovamente negli occhi, ancora più intensamente <Per me sei Sakura Hyuga> e questo non potrà mai cambiarlo nessuno, qualunque sia il loro pensiero. <E domani farò il tifo per te, come tutta Konoha. Non sarai mai da sola su quel campo di battaglia> finisce qui il suo dire sperando di aver regalato un po' di fiducia in se stessa alla ragazza. [chk on]

23:54 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Dimostrare qualcosa a se stessa. Quindi, rendere se stessa orgogliosa. Ma come? Ha troppe responsabilità, troppi doveri morali e emotivi. Non sa se ce la farà, proprio perché sente il peso di tutto questo. Secondo la sua ottica non deve dimostrare nulla a nessuno; ma se lei per prima ha fatto delle promesse, come può sentirsi bene e sorridere a fine incontro se queste promesse non sono state mantenute? Lo sa già che probabilmente andrà a finire male, molto male. E' pessimista a riguardo. Il detto sbagliando si impara, non è sempre praticabile. Non è sempre fattibile, specie se questo detto è in contrasto con ciò che una persona vuole. E lei vorrebbe vincere, vorrebbe rendere orgogliosi tutti quelli che stanno li. Dal primo all'ultimo. Ma sarà difficile. Sarà molto, molto difficile. Il tutto perché non sa che arte usare. Ninjutsu, Taijutsu, Genjutsu. In cosa è veramente brava? Nel Genjutsu ha un'affinità innata, una propensione verso quell'arte. Un amore sconsiderato. Ma per le altre due? Sono derivanti da degli obblighi morali, non dalla sua voglia di apprenderli. Certo sta migliorando e col tempo sicuramente arriverà a toccare livelli giusti e consoni alle sue possibilità. Ma diamine, è troppo difficile. < Hokage-sama...> Dice, annunciando quello che potrebbe essere un monologo. <...Grazie per le belle parole.> Prima di tutto le formalità. Sentirsi dire che lei è una Hyuga, anche se ama i Genjutsu, è un'ottima cosa. Talmente ottima, da tirarla un po' su di morale. Ma lui è l'Hokage. Lui dovrebbe farlo, per principio e per dovere morale. Non vuol dire che lei sia speciale. <Ho paura.> Dichiara, per la prima volta in assoluto. Nessuno sa di lei, della sua paura. Nemmeno Saisashi, con il quale ha aperto diverse volti discorsi simili, ma senza mai arrivare ad ammettere quella sua debolezza. < Ho paura di fallire. Ho tre kusani contro, di cui non conosco nulla. E loro..> Sospira. <Loro sapendo il mio cognome, sanno anche quali abilità ho. Certo, il Byakugan è famoso in tutto il mondo ninja, e questo mi da unos vantaggio incredibile. Mekura mi ha detto che sapendo cosa possiedo, non significa che sanno anche le tecniche del clan. Ed è vero..> Una magra consolazione. < Però, mi sento svantaggiata. E demoralizzata.> un tono di voce pietoso. Sakura, riprenditi perché così non vai da nessuna parte. < Potrei usar ei Genjutsu, ma al mio livello attuale significherebbe espormi ad un pericolo troppo grande. Rimarrei scoperta senza un alleato a proteggermi. O a tenere occupati gli altri.> Ha studiato bene i Genjutsu. Sa cosa sono in grado di fare e soprattutto sa che non andranno molto lontano se li usa subito. < E nelle altre arti non eccello particolarmente. Sembra che sia l'unica Kukoichi genin della foglia che li utilizza. E forse ho anche capito il motivo.> Troppo difficili da manovrare. Troppo difficili da gestire.

00:19 Hitomu:
 Lui è l'Hokage, sì. Ma quando parla ai suoi ragazzi, a volte è anche Hitomu. Questo sta a significare che le belle parole non sempre vengono dette perchè deve, ma anche perchè vuole e ci crede. Come crede nelle abilità di ognuno di loro. La ascolta mentre ammette di avere paura. Non è un reato, anzi. A volte può essere un punto di partenza sul quale costruire grandi cose. Domani, in quel torneo, saranno tre ninja del Villaggio dell'Erba contro l'unica ragazza del Villaggio della Foglia. Non si tratta di una situazione vantaggiosa, ovviamente. Ma non bisogna demoralizzarsi, no. Proprio in questi momenti bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare cercando una strategia che possa dare buoni frutti in battaglia. <La paura fa parte di noi, Sakura. Sarà compito nostro, successivamente, far sì che diventi motivo di sprone e non ci faccia tremare le gambe, invece. Dobbiamo imparare ad usarla nella maniera corretta> afferma mentre riflette sulla situazione della ragazza. <Hai tre avversari contro.. Ed è molto probabile che cercheranno di mettersi contro di te..> pensa a qualche possibile strategia. <E se provassi a metterli uno contro l'altro? Le illusioni, se fatte nel giusto modo, possono essere perfette in queste situazioni ma sta a te saperle utilizzarle al momento giusto> sta provando a dare idee alla ragazza ma per quante gliene potrebbe dare, il vero problema forse si trova proprio in lei. <Ma più di questo, è importante che tu domani entri in quell'arena convinta che gli altri devono temerti. Qualunque sia l'Arte che utilizzerai, accendi quel fuoco che arde solo negli abitanti del Villaggio della Foglia. Combatti con la Volontà che ci contraddistingue e che è presente nel tuo cuore> potrebbe stare lì a dirle mille frasi, mille consigli ma forse non servirebbero a nulla se la ragazza affronterà la sfida con questa mentalità. Già sarà complicato, in più affrontarlo in questa maniera non rende le cose più semplici. Ha ancora poche ore a disposizione per poter cambiare le cose ed è tutto nelle sue mani. Più che nel suo Byukugan, più che nelle sue arti, tutto sta nella sua testa e nella mentalità con cui affronterà il torneo. [chk on]

00:28 Sakura:
  [Piedi della Cascata] La paura. Che sentimento ignobile. Stupido, sotto molti punti di vista. Che cosa significa aver paura? Letteralmente, è il timore nei confronti di qualcuno o qualcosa, che suscita reazioni diverse in ogni persona. Ma emotivamente, come si manifesta e perché si manifesta? Cosa rende il cervello delle persone, capace di aver paura? Qual'è quel pulsante capace di accendere in tutti gli shinobi la paura? < Vede, Hokage-sama, mio padre è solito dire che non si dovrebbe andare in battaglia se non si ha paura di perdere la vita. Chi non ha paura, non dovrebbe brandire le redini di una battaglia.> E' uno dei tanti consigli di vita che ha preso da suo padre, colui che l'ha cresciuta. Ha reso quella sua affermazione, un mantra di vita. Perché questo? Perché chi ha paura di morire in battaglia, significa che ha diverse cose da perdere. E dato che non le vuole perdere, non si ferma dinanzi alla paura. <Io penso che la paura non dovrebbe bloccarmi, ma accendermi.> Una sua considerazione. <Tuttavia, un conto è dirlo mentre un altro è farlo.> Sono due cose nettamente diverse e tutte prive di un fondamento specifico. Lei non sa come affrontare la sua paura. Ma in tutto questo, di cosa ha paura nello specifico? Nella delusione? Sì. Nel rimprovero? No. Nell'ammettere di essere debole? Anche. Ma soprattutto, ha paura di non riuscire a mantenere le promesse. Così come ogni cosa, nel suo cervello, ha un nome ed una sua disposizione, anche le promesse giocano questo ruolo, fondamentale nella vita della kunoichi. <Il problema è che non riesco ad intrappolare più persone contemporaneamente. Non mi è stata mai insegnata la tecnica e..> E poi c'è il problema principale. <..Il consumo di chakra è immenso.> Purtroppo per lei. Un consumo così imponente non l'ha mai visto nelle tecniche che ha appreso. Con i Genjutsu, il suo livello di chakra cala vertiginosamente, arrivando quasi a sfinirla. <Volontà? Quale volontà, signore?> Domanda, incerta su cosa pensa l'Hokage. Che volontà possono avere gli abitanti di Konoha? E' qualcosa che li unisce in battaglia e che li rende gli shinobi più forti di tutti? O forse si tratta di un sentimento, o di un modo di vivere? Non lo sa. Lei non è nata a Konoha, ma in un villaggio turistico a qualche giorno di distanza da li. E' del paese del Fuoco, ma questo fuoco di cui parla l'Hokage non sa cosa possa essere. Nè tanto meno dove possa trovarlo, in così poco tempo.

00:52 Hitomu:
 La paura, già. La paura è quel sentimento che creiamo noi stessi nella nostra testa. E questo, il più delle volte, ci blocca non permettendoci di fare qualcosa. <E le parole di tuo padre sono sagge quanto vere. Io stesso ho affrontato mille sfide con la paura. La paura di lasciare il Villaggio in difficoltà, la paura di non potervi più aiutare. Paura per voi e per tutta Konoha> le cose a cui lui tiene di più, compresa la sua famiglia. E senza questa paura, non sarebbe riuscito a superare se stesso. Superare i suoi limiti e dare quel qualcosa in più per battere ogni nemico che gli si è presentato. <Non è facile, hai perfettamente ragione. Ma nel momento in cui ti sentirai come bloccata, in quell'istante, lascia andare il tuo corpo all'istinto e la paura sarà solo una spinta in più verso il tuo obiettivo> prova a darle un consiglio su come sfruttare questa paura. Ma ognuno la affronta in maniera diversa e non è detto che lei lo possa fare nello stesso modo del jinchuuriki. Ognuno deve guardarsi dentro, combattere con se stessi e uscirne vincitori. La ragazza spiega, poi, come le sia difficile al momento imprigionare più persone nello stesso momento e che la quantità di chakra utilizzato può essere un problema. In qualche modo, però, la ragazza dovrà riuscire a non cadere nel tre contro uno. Sarebbe complicato uscirne vincitrice, se no. La ragazza domanda infine cosa sia la Volontà di cui il Nono sta parlando <La Volontà del Fuoco, Sakura> la chiamano così, quel fuoco che arde dentro gli abitanti di Konoha. <Una fiamma che brucia dentro di noi. Un fuoco che viene acceso quando siamo in difficoltà e ci accomuna tra noi della Foglia perchè siamo un'unica cosa. Uniti, insieme.. Amiamo e crediamo nel Villaggio della Foglia e, per questo, quando avremo bisogno noi, il Villaggio crederà in noi. Questa Volontà ci da sempre una speranza e non ci lascia mai soli> spiega, in poche parole, ciò che è la Volontà di cui parlava in precedenza. Una Volontà che può essere accesa solo se ci si crede. Credere in Konoha, credere in se stessi. [chk on]

01:07 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Quindi, la parola chiave è l'istinto. Istinto di sopravvivenza, di riuscire a tornare a casa vincitrice e senza un graffio. Quando la paura paralizza, lei dovrebbe accendere la fiamma dell'istinto e farla ardere, finché ne avrà possibilità. Finché, come dice il detto, non ritornerà ad essere una flebile fiamma che si riscalda solo all'occasione. < Mio padre è saggio, ma parla per detti. >Non ha mai avuto esperienze di battaglie per ora. A quanto sa lei, l'unica cosa che ha sempre fatto, è stata cucinare. Sebbene in un lontano passato fosse anche lui uno shinobi, rimasto genin, ha avuto modo di constatare quanto fosse dura la vita da ninja. E non è qualcosa su cui potersi vantare. Forse in quel breve periodo della sua vita ha capito che la paura dovrebbe essere sempre presente. <Va bene, Hokage-sama.> Farà come dice lui, questo è certo. Deve solo trovare il giusto modo, per riuscire ad intraprendere quel percorso che porta all'istinto. Chiudere la razionalità e la logica da qualche parte, così che non siano d'impiccio durante quel momento. Riuscire a soccombere al primordiale desiderio di sopravvivenza e di vittoria, piuttosto che all'analisi. Forse questo potrebbe essere un modo per vincere. Ma infondo, la domanda è semplice: lei vuole vincere? Sì, per dimostrare quanto vale. E lo ha sempre detto. <Un sentimento che unisce tutti.> Questa famigerata fiamma. La volontà del fuoco sembrerebbe esser epiù una filosofia di vita che una cosa tangibile. Un sentimento comune che avvicina ogni singolo abitante di Konoha e che lo fortifica, facendolo diventare non uno fra tanti, ma unico. E' un sentimento bello, da sperimentare. Ma non oggi. No, per oggi ha già dato parecchio e il tempo per studiare ed allenarsi è finito. <Domani, come andrà, andrà. Hokage-sama, non la deluderò.> E questo non significa che vincerà a qualsiasi costo. No. Nei suoi occhi brilla una luce diversa, molto più passionale di prima. Una luce che indica qualcosa in particolare. Il desiderio di dare tutta se stessa. Corpo, mente ed anima per raggiungere il suo obiettivo. < E.. La prego, cerchi di tenere a bada la mia famiglia. Stasera hanno chiuso prima il ristorante per farmi una sorpresa. Sospetto che abbiano fatto dei mega striscioni.> Lo dice con imbarazzo nella voce. E' la sua famiglia e va orgogliosa di ciò che fanno e dicono, ma fino ad una certa. <E che abbiano convinto tutta Konoha a tifare.> Sarebbe sconveniente. Molto sconveniente. < Ora vado.. Altrimenti non mi sveglio in tempo. Grazie ancora, Hokage-sama.> Un inchino, profondo, prima di annunciare un sorriso sul volto ed una corsetta verso casa. Ha bisogno di dormire, questo è certo. Ma ancor di più, ha bisogno di risvegliare quella passione che l'ha portata ad iscriversi al torneo. [END]

01:27 Hitomu:
 Sarà una nottata lunga per lei. Forse non riuscirà a dormire. Penserà alle situazioni eventuali che potranno capitare in battaglia, penserà a come poterne uscire e come poter contrattaccare. Ma domani vivrà tutta un'altra sfida e nulla sarà come aveva pensato. Chiudere gli occhi e non pensarci sarebbe la cosa migliore, ma potrebbe rivelarsi non molto semplice. A volte, il destino ti tiene sveglio. Non si sa per quale motivo, però. Il jinchuuriki ha provato a dare dei consigli alla ragazza. Ha cercato di spronarla, di motivarla siccome l'aveva vista inizialmente molto demoralizzata. Il Nono spera di vederla dare il massimo in ogni istante della battaglia. E, alla fine, alzarsi in piedi e applaudirla in qualsiasi caso. <Può darsi che farò il tifo insieme ai tuoi genitori, domani. Se tutta Konoha tiferà, non potrò fare a meno anche io> le sorride spiegandole come domani avrà tutto il tifo dalla sua parte. <Proveremo ad aiutarti dall'alto. E non ti sentirai tanto sola, te lo assicuro> si fida del suo Villaggio e di come inciteranno la ragazza del clan Hyuga. La kunoichi saluta il jinchuuriki, infine, tornando a casa. Il Nono ricambia, ovviamente <Cerca di riposare, Sakura. Hai bisogno di essere in forma, domani> china la testa in avanti leggermente per poi darle l'ultimo saluto <A domani, buona fortuna> conclude il jinchuuriki guardando poi la ragazza allontanarsi da quel luogo. Domani ci sarà una sfida difficile, ma nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile. Rimane da solo mentre il rumore della cascata continua ad essere ascoltato dal suo udito. Rimane lì, con i volti di Hashirama e Madara in pietra distrutti. Non ha mai pensato di ricostruire quelle statue. Forse, potrebbe essere un buon lavoro ripristinare quei monumenti. Ma per stasera deve fare altro. Rimarrà lì, in silenzio, alla ricerca di qualcosa. END

Ultimo allenamento notturno per la ragazza, dove incontra Hitomu e parla della paura, dei dubbi e del torneo. Un'altra volta.
Complessata >_<
Ma grazie ad Hitomu, che le fa scoprire la Volontà del Fuoco, riesce a ritrovare un minimo di bellezza in ciò che succederà domani.