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Allenamento innata Chikamatsu 2

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con Giusca

23:20 Giusca:
  [Bosco] Oggi non ne vuole proprio sapere di prendere sonno. L'incontro con quello strano ragazzo dai capelli blu, che stranamente è riuscito a metterlo a suo agio e quella sua domanda sulla marionetta, l'hanno portato a scappare a gambe levate per non scontrarsi nuovamente con il passato e non venire meno alla promessa fatta a suo fratello. E' proprio per questo motivo che si è recato di nuovo nel bosco di ciliegi. Sembra ormai una sorta di rituale, ma quell'atmosfera di pace e tranquillità sembrano trasmettere serenità al giovane ramato. E' notte, il cielo è scuro e solo una piccola parte della luna piena si riesce a vedere, probabilmente a causa delle nuvole che si divertono a nasconderla. Non c'è nessuna traccia delle stelle nel cielo, come nessuna persona all'interno del bosco. E' solo, circondato da un'infinità di alberi di ciliegio, mentre una leggera brezza fresca sfiora il suo viso procurandogli una bella sensazione. Vaga per le stradine, illuminato dalla fioca luce che sopraggiunge sul ragazzo dai lampioni ai lati della strada in compagnia della sua amata marionetta in legno, piccola, dalle sembianze quasi umane, con la quale il giorno prima ha compiuto un allenamento davvero estenuante. I suoi capelli spettinati e rossi sembrano più scuri del solito, probabilmente perché non ha avuto anche modo di lavarli. Le punte della frangia raggiungono quasi metà occhi, coprendo quasi totalmente la fronte ampia che si cela dietro ad essa. Indossa il solito kimono viola dalle maniche lunghe, ma questa volta sono già arrotolate all'altezza dei gomiti, e lungo fino alle caviglie. I piedi indossano calzari ninja di colore blu e aperti nella parte anteriore. Dallo scollo del kimono, il quale è cinto in vita dalla fascia viola scura, emerge parte della maglia a rete di colore nero, dalla quale si intravede il suo petto. I suoi occhi perlustrano la zona, prima a destra e poi a sinistra, mentre passeggia lentamente, facendo avanti e indietro. Cosa fare? Probabilmente dovrebbe allenarsi, è l'unico modo che ha per tenere la mente occupata. Si ferma di scatto, si piega sulle sue gambe e poggia per terra il suo giocattolo che ora è intento a fissarlo. Mantiene i respiri calmi e il battito del cuore regolare, congiungerebbe le mani dalle dita lunghe all'altezza del plesso solare per comporre il sigillo della capra, come di consueto. Si immaginerebbe sdoppiato esattamente a metà, come se ora ci fossero due ragazzi dai capelli ramati, uno a sinistra della marionetta e uno alla sua destra. Procederebbe alla formazione delle due sfere. Penserebbe all'incontro con Yuki, al passato che ormai sembra solo un brutto ricordo. Attribuirebbe quindi alla sfera della mente un colore che tende sempre più verso l'arancio con poche sfumature nere nel centro e la spingerebbe verso la fronte. Poi si concentrerebbe sulle sue piccole mani, magre, dalle quali spuntano quelle piccole ossa e che diventano così evidenti quando muove le dita e sulla sua corporatura attribuendo un colore quasi cristallino, trasparente, quasi come i suoi occhi, alla sfera del corpo, spingendola verso lo stomaco. Imprimerebbe nello stesso istante ad entrambe le sfere una velocità tale da permettere loro una rotazione man mano crescente sul proprio asse e poi le spingerebbe con calma verso lo sterno per creare una sfera di dimensioni più grandi e di un colore molto più intenso e luminoso. In caso di riuscita Giusca gioverebbe di benefici sia fisici che mentali. [Tentativo impasto chakra] [Chakra 20/20]

23:42 Giusca:
  [Bosco] Ormai si sente così sicuro di sé, non tanto per una questione di superiorità nei confronti degli altri, ma solamente per una questione di pace con se stesso, di accettazione di quello che è e del perché è così. Una sorta di autoconsapevolezza che non importa quello che dicono o pensano gli altri, l'importante è imparare a capirsi e a soddisfare i propri bisogni per imparare a crescere, a migliorare sia dal punto di vista umano, sia da quello della carriera ninja. Il chakra scorre violentemente come un fiume in piena, all'interno del suo corpo. I suoi occhi sono fissi sulla marionetta la quale sembrerebbe quasi incoraggiarlo nelle cose che fa. Un portafortuna che magari una volta distrutto porterebbe il giovane ragazzo rosso a essere di nuovo insicuro di sé, pieno di fragilità e di debolezze. Ma ora lei è qui e si sente invincibile. Il suo volto è determinato, la bocca è serrata e nei suoi occhi si legge una concentrazione degna di un ninja, calma, pacatezza, pronto ad intervenire in caso di pericolo, pronto a scattare. I suoi muscoli sono rilassati, non c'è contrazione di nessun tipo, il dolore alle mani e alle braccia è praticamente sparito, magia o solo tanta voglia di migliorare? Forse la sua mente è così impegnata a pensare ad altro che il dolore è diventato ininfluente, secondario, privo di importanza. <Siamo una cosa sola noi due> direbbe rivolgendosi a quella creaturina in legno continuando a fissarla, come a voler diventare parte di essa. Sembra quasi una cosa paranoica, ma in realtà non è così, ci crede veramente in quel legame tra i due, potranno fare grandi cose insieme, magari non in combattimento, ma per allenarsi è l'idea, piccola, leggera, semplice e poi ha il giusto legame affettivo che può caricarlo, che può motivarlo durante l'allenamento. Al che sposterebbe i suoi occhi sulle sue mani, le quali sono protese in avanti, a palmi rivolti verso il basso e con le dita stese in avanti. Le studia una seconda volta, deve prendere consapevolezza delle dimensioni e della lunghezza delle dita, così che l'attivazione della sua innata in futuro possa diventare un gioco da ragazzi. Osserva quelle piccole venuzze violacee che spuntano a destra e a manca e ai nervetti che si intravedono sul dorso della mano. Quelle mani ben curate, le unghie corte e pulite, leggermente rosate. Si concentra, gli occhi sbarrati, prende consapevolezza della quantità di chakra che scorre dentro di lui senza sosta sbattendo in ogni parte del corpo e rimbalzando come una pallina da ping pong. Proverebbe quindi a incanalare la maggior parte di esso, lasciandone una quantità comunque considerevole all'altezza dello stomaco, verso le spalle, suddividendolo in due parti eque, così da spingere poi con forza e determinazione quella corrente magica di colore blu, luminoso, nelle braccia. Le sentirebbe forti, potrebbe spaccare massi di pietra con pugni probabilmente. Un ultimo sforzo, mordendosi leggermente il labbro inferiore con gli incisivi dell'arcata superiore per spingere il chakra dalle braccia nelle mani, dove verrebbe poi suddivido in cinque vie alternative per mano in modo tale che ora siano le dita ad essere inebriate da tale forza. Proverebbe a far fuoriuscire il chakra dagli tsubo dei polpastrelli, tutti nello stesso tempo e comincerebbe a plasmarlo come fili, gomitoli di lana che fluttuano leggiadri nell'aria e sospesi nel vento legandoli alle giunture della marionetta. Per una maggiore facilità di controllo di essa legherebbe i fili della mano destra agli arti inferiori del giocattolo e alla parte bassa del tronco, mentre quelli della mano sinistra agli arti superiori, testa e parte alta del tronco. Ed ecco che ora il legame si verrebbe a create, più forte che mai. [Chakra 19/20] [Tentativo Fili di Chakra I]

23:57 Giusca:
  [Bosco] Nessuno conosce realmente la determinazione di questo ragazzo, la sua voglia di fare e di imparare. Tutti lo sottovalutano, tutti lo credono debole, un vigliacco. Ma semplicemente perché non hanno avuto modo di conoscerlo, di capire di che pasta è fatto, il perché potrebbe sembrare così debole. Per il suo passato triste, che lo ha segnato a vita e che ora è riuscito a mettere da parte per certi versi, cercando di non pensarci più di tanto e di viversi la vita, prendendo quello che viene, andando avanti, a testa alta, senza rimpianti e rimorsi, senza paura di nulla. E lo farà con la sua compagna, di giochi e di vita, la quale è sempre pronta ad aspettarlo, non lo giudica e fa tutto quello che lui gli dice senza fiatare, senza ribellarsi al suo volere. Che poi non sarebbe un'imposizione, ma un voler fare qualcosa insieme, essere appunto una cosa sola, unione di mente e corpo. O meglio lui sarebbe la mente e lei il corpo, braccio e mente che accoppiata vincente, l'una senza l'altro non potrebbero esistere, non potrebbero andare avanti, sarebbe una sconfitta in partenza, ma loro sono insieme e le cose devono funzionare. Lo sguardo di Giusca dalle sue mani torna di nuovo sulla marionetta, seduta per terra che aspetta i suoi comandi o meglio i suoi consigli, sull'attenti. Il polso destro del ragazzo resterebbe fermo, nessuna rotazione, mentre il braccio si solleverebbe quasi parallelo al pavimento, non totalmente disteso, mentre, per quanto riguarda le dita della mano destra, sarebbero tutte piegate e si andrebbero a stendere in avanti puntando verso la marionetta, durante il gesto del braccio stesso, ma l'indice e il medio si congiungerebbero e lo stesso farebbero l'anulare e il mignolo, lasciando uno spazio considerevole tra di loro, formando una "V" mentre il pollice andrebbe ad indicare la mano sinistra, la quale invece resterebbe praticamente immobile e ci sarebbe solo una leggera torsione del polso sinistro verso destra. L'obiettivo è quello di far saltare in piedi la marionetta, sempre fluttuando nell'aria a qualche centimetro dal pavimento. [Chakra 18/20] [Fili di Chakra I]

00:19 Giusca:
 Ecco ora addirittura nevica, bianchi e freddi fiocchi di neve scendono lentamente da quel cielo immenso che si estende sopra la sua folta chioma rossa. A differenza del suo ultimo allenamento i fili di chakra sembrano molto più resistenti e spessi. Fin da subito infatti il ragazzo aveva avuto difficoltà nel mantenere attiva la sua abilità innata, ma ora sembrerebbe invece riuscire a tenerle testa, forse perché la sua forza di volontà, la sua motivazione è di gran lunga superiore. Nessun sintomo si presenta sul corpo del giovanotto, nessuna goccia di sudore cola dalla sua fronte coperta rigando le sue morbide guance, nessun dolore di particolare rilevanza avverte sulle sue piccole e fragili mani. Nulla di nulla. Ma i suoi capelli lentamente cominciano a bagnarsi al contatto con la neve la quale al tocco si scioglie, li inumidisce e li appiattisce, li rende più ribelli di quelli che già sono, dando loro modo di prendere la forma che meglio desiderano. La luce illumina di poco il volto del ramato, lasciando la parte degli occhi abbastanza scura, difatti i suoi occhi chiari al buio sembrano così scuri che la pupilla si confonde quasi con l'iride e la differenza di colore con il cristallino rende il suo sguardo davvero terrificante. Ecco la sua marionetta libera nell'aria, come un aereoplanino pronto per volare, la quale comincia a riempirsi di neve a bagnarsi. Comincia a sentirsi l'odore del legno bagnato che si infiltra con prepotenza nelle narici dilatate del ragazzo. Cosa farle fare? Un bello scatto sarebbe l'idea, farla svolazzare un po' intorno, magari attorno a se stesso, come un piccolo tornando che man mano cresce. Al che Giusca comincerebbe a ruotare su se stesso, mantenendo lo sguardo fisso sempre sul medesimo punto così che ruotando non perda l'equilibrio. Comincerebbe a ruotare sempre più veloce, mentre le braccia sono leggermente flesse e i cui gomiti poggiano al petto del giovane, i polsi di entrambe le mani ruoterebbero facendo dei movimenti circolari a destra e sinistra senza sosta, mentre le dita si muoverebbero libere come sospinte dal vento, come onde del mare, piegandosi e stendendosi, piegandosi e stendendosi all'infinito, il tutto mentre continuerebbe a ruotare su se stesso. In caso di riuscita la marionetta ruoterebbe nella direzione scelta da Giusca, in questo caso antioraria, attorno a lui, come a volerlo proteggere da eventuali attacchi. [Chakra 17/20] [Fili di Chakra I]

00:38 Giusca:
 Chissà come gli è venuta questa idea di farla svolazzare attorno, di certo non può limitarsi a semplici movimenti quali distensione di braccia e gambe, deve cercare di imparare qualcosa di nuovo, d'effetto, che oltre ad essere utile, possa essere anche bello da vedere e che possa suscitare curiosità. Forse si è sentito ispirato dal venticello che ora si fa sempre più freddo e sembra quasi cominciare a congelare le povere manine, le quali bene o male ,sì, avvertono un po' di stanchezza e qualche lieve fastidio all'attaccatura delle dita, ma riescono ancora a seguire i suoi comandi. Il tentativo di Giusca sembra andare quasi a buon fine, la marionetta ruoterebbe per un po' attorno a lui, prima di cadere per terra, fortunatamente senza rompersi o altro. Di sicuro il legno usato per costruirla è davvero resistente, tanto è vero che non si è nemmeno graffiata, anzi mantiene quella lucidità data dall'ottima levigatura, opera di un bravissimo burattinaio. Nessun segno di imperfezione, nessuna scheggia si presenta sulla sua superficie. Dopo essersi fermato dalla rotazione, avvertirebbe solamente un leggero fastidio alla testa, merito dell'idea di guardare sempre nel medesimo punto, così da non perdere un riferimento fisso. Ma è solo un piccolo fastidio, non è nulla in confronto al freddo pungente del vento e della neve che comincia a bagnare sia le mani e sia i vestiti. La stoffa del kimono bagnata a contatto della pelle provoca una situazione spiacevole. In genere prima non se ne curava molto, forse perché era sempre immerso nei suoi pensieri e non aveva il tempo di lamentarsi di altro. Ora da quando ha la mente un po' più libera non può proprio farne a meno invece, è insopportabile. Deve ricordarsi di comprarsi una mantella e un cappuccio per eventuali allenamenti futuri. I suoi occhi sono leggermente socchiusi e rivolti sulla marionetta che poverina è distesa per terra, come sconfitta. <Alzati mia cara> le inciterebbe ripetendo il medesimo movimento con il braccio destro, sollevandolo parallelo al pavimento, mantenendo il polso rigido e immobile e rilasciando le dita che si congiungerebbero formando nuovamente quella "V", mentre la mano sinistra resterebbe ancora ferma e il polso di quella mano ruoterebbe delicatamente verso destra, così che il busto della marionetta si possa rimettere dritto così come le sue gambe piccole e sottili. Si concentrerebbe, cercando di convogliare ancora più chakra nelle sue dita affusolate, l'obiettivo è quello di riuscire ad allungare i fili di chakra, così che la marionetta possa iniziare ad allontanarsi da lui e raggiungere qualsiasi distanza desiderata. Per adesso l'ha fatta spostare solo di pochi centimetri, forse un metro. Ma ora vorrebbe puntare ai quattro, cinque metri. Vedrebbe uscire con prepotenza dagli tsubo dei polpastrelli ancora più chakra, vedrebbe i suoi fili che lentamente si allungano mentre tutte le dita sarebbero piegate e poi si andrebbero a stendere con rapidità mentre i due polsi ruoterebbero verso l'interno, portando poi i palmi quasi a guardarsi e verso l'alto, quello sinistro in direzione nord-est mentre quello destro in direzione nord-ovest, come a voler dire alla marionetta "vai, mia cara". Il suo burattino quindi svolazzerebbe allontanandosi da lui e raggiungendo quella distanza da lui desiderata, qualche centimetro in meno forse. [Chakra 16/20] [Fili di Chakra I]

00:55 Giusca:
 <Aia> ammetterebbe ora, le mani si fanno sempre più fredde e i movimenti diventano sempre più lenti. Il suo colorito diventa sempre più chiaro, ancora più pallido di quello che in realtà già è. Sembrano quasi mani di un morto, di un cadavere. Ha scelto proprio la giornata giusta per allenarsi, anche se questa neve si è presentata dal nulla, come a volerlo sfidare, mettere alla prova. Nulla però deve fermarlo, mettersi tra lui e la sua voglia di dire io ci sono e voi non siete nessuno per spezzarmi braccia e gambe e buttarmi giù dal burrone, dal quale poi difficilmente si riesce a risalire. Quella depressione che porterebbe Giusca a morire lentamente con le sue stesse mani, succube di una vita che ora come ora non è nulla, è insignificante, ma che ultimamente lascia intravedere uno spiraglio di luce, qualcosa di positivo e bello, qualcosa di nuovo, che non conosceva. E' per questo motivo che digrignando i denti e cercando di non pensare al dolore, a quei mignolini così fragili che fanno tanto male e sembra quasi non averli più. Solo i pollici sembrano essere ancora belli caldi, forse perché sono i più corti e si riscaldano più facilmente con l'afflusso di sangue, che in questo momento viene quasi a mancare in quelle povere mani. Cosa farebbe ora? cercherebbe di far rientrare parte del chakra all'interno dei suoi polpastrelli, così da ridurre la lunghezza dei suoi fili luminosi che abbracciano la sua marionetta, per riportarla da sé a qualche centimetro, come a dire eccoti ti ho presa, come a voler giocare ad acchiapparello oppure a una specie di nascondino, come faceva con il suo amato fratellone, che manca ogni giorno sempre più. Sentirebbe quindi i suoi polpastrelli come lacerati da lame che vogliono entrare al loro interno, ma senza provocare un reale dolore, ma solo una sensazione particolare, mai sentita prima, come quando fai un grande respiro dopo essere stato in apnea. Questa volta le dita delle mani da essere stese verso il giocattolino, si piegherebbero tutte, come artigli di un avvoltoio, come a volerla afferrare, seppur con fatica per il freddo e i dolori vari e a causa delle gambe che iniziano a tremare. Nessuna rotazione dei polsi e nessuna traslazione verticale per le braccia, che resterebbero protratte in avanti, un po' stanche con il gomito leggermente piegato. La marionetta quindi con un movimento rapido volerebbe nella sua direzione piantandosi a circa 1 metro forse 50 centimetri, in base alla capacità del controllo del chakra di Giusca. [Chakra 15/20] [Fili di Chakra I]

01:15 Giusca:
 I muscoli non sono più così rilassati, anzi i nervi si fanno tesi, soprattutto i trapezi si irrigidiscono, mentre il bicipite e il tricipite cominciano a chiedere pietà. I muscoli delle gambe, quali il quadricipite invece avvertono solo un'eccessiva stanchezza per aver sorretto la struttura scheletrica del giovanotto in piedi per tutto questo tempo non aiutati dal troppo freddo. Perfino le dita dei piedi sembrano accusare il freddo, a malapena riesce a sentirle, purtroppo queste scarpe qui lasciano respirare il piede, ma in caso di pioggia o neve non coprono abbastanza adeguatamente, ma sempre meglio delle vecchie infradito. Gli effetti della stanchezza naturalmente si riflettono sulla stessa marionetta, sono una cosa unica ormai, quante volte dovrebbe dirlo? Se sta male uno sta male l'altro, se sta male Giusca l'altra perde di vitalità. Se la marionetta si rompe invece Giusca proverebbe una fitta al cuore. Eccola la marionetta ancora stranamente in piedi, ma le gambe sono piegate e le braccia invece appoggiate lungo i fianchi. Vorrebbe provare a fare un'ultima cosa, ma non sa se ne è capace. E' tutto dolorante, i muscoli indolenziti e il freddo sta lacerando le sue carni dall'interno. I respiri sono affannati, il suo sguardo comincia ad essere perso nel vuoto. Sospiri gelidi fuoriescono da quelle labbra pallide e sottili che vorrebbero essere baciate da un corpo caldo per raggiungere la giusta temperatura, che chiederebbero una giusta quantità di ossigeno da apportare all'interno della bocca. Respiri affannati, ginocchia che vorrebbero buttarsi per terra e braccia che vorrebbero cominciare a penzolare libere lasciandosi trascinare verso il basso dalla forza di gravità assieme a quelle povere dita alle quali è richiesto troppo. Proverebbe come ultimo tentativo, ricercando l'ultimo briciolo di volontà e forza che gli resta dentro di far fuoriuscire inconsciamente il chakra che gli serve man mano che la marioentta si allontana. Obbligherebbe le dita che ormai si sono impiantante, opponendo resistenza diventando quasi cianotiche a seguire i seguenti comandi: per quanto riguarda la mano destra il polso fermo, il pollice resterebbe immobile a guardare la mano sinistra mentre le altre quattro dita si piegherebbero tutte. Ma in seguito solamente l'indice e il mignolo si stenderebbero. Per quanto riguarda la sinistra invece il polso verrebbe ruotato da destra verso sinistra, ovvero dall'interno verso l'esterno, mentre le cinque dita si andrebbero a piegare partendo dal mignolo seguendo una specie di coreografia, nel quale i nervetti della mano si disegnano sul dorso della mano e sfociano con insistenza intervallati da circa un secondo. L'obiettivo è quello di far allontanare la marionetta da lui fino ad una distanza stabilita effettuando una torsione del busto da destra verso sinistra per calciare con la gamba destra. Una sorta di calcio più accurato grazie a movimenti minuziosi e precisi. [Chakra 14/20] [Fili di Chakra I]

01:27 Giusca:
 E' soddisfatto di questo allenamento, la marionetta ha risposto sicuramente meglio questa volta, è riuscito a dare comandi più precisi e più attenti avvertendo stanchezza e dolore solo in un secondo momento. Le dita infatti hanno acquisito una maggiore resistenza e più facilmente riescono a compiere movimenti rapidi e particolari. Tralasciando il fatto che ora sia pieno di dolori tremendi, vorrebbe quasi staccarsi le dita a morsi, ma non ne ha le forze, ormai i capelli sono completamente bagnati e appiattiti, per non parlare del kimono, che se verrebbe strizzato farebbe fuoriuscire una quantità industriale di acqua dal suo interno. Le braccia gli fanno male, ma se gli fanno male, vuole dire che le ha ancora e forse è un buon segno. Tra una leggera soddisfazione che viene quasi completamente offuscata dalla voglia di tornare a casa e di buttarsi sul letto per poi risvegliarsi, domani, dopodomani o dopodomani ancora, andrebbe tremante e quasi zoppicante ad afferrare la sua povera marionetta che ora è caduta per terra a qualche metro da lui, questo perché ha perso completamente il controllo del suo chakra, infatti i fili si sono slegati dalle sue giunture e sono rientrati all'interno delle dita, come a dire "noi abbiamo fatto il nostro lavoro, è arrivato il momento di riposare". Tra passi lenti e goffi, busto leggermente inclinato verso sinistra e braccia lasciate cadere verso il basso, una specie di zombie insomma, raggiungerebbe la marionetta, allungherebbe le braccia a fatica e la prenderebbe in braccio, avviandosi poi verso casa, mentre la neve continua a punirlo, come se non fosse abbastanza, tra respiri brevi e veloci e un battito del cuore accelerato. <Andiamo a casa, tesoro> direbbe con un tono di voce sottilissimo, come se lo stesse dicendo tra se e se. [End.]

Giusca si reca di nuovo nel bosco di ciliegi per liberare la mente. Decide di approfittarne per allenarsi, si sente molto più sicuro di sé e la tenuta dell'innata sembra andare molto meglio, infatti il dolore viene avvertito solo in un secondo momento. Ma a fine allenamento è esausto, complice anche il meteo che cambia improvvisamente. Seppur in parte soddisfatto per aver migliorato il controllo del chakra e aver praticato movimenti più accurati, vorrebbe vedere solo un bel letto.