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{ Ricordare il passato, costruire il futuro }

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con Hitomu, Kaori

21:39 Kaori:
 Ha appena saputo, Kaori, che alla prateria della memoria son stati terminati i lavori per l'incisione dei nuovi caduti della Foglia. Il cuore le è balzato immediatamente in gola pensando a come si sarebbe sentita nel raggiungere quel luogo e leggere su quell'antica lastra il nome inciso di suo padre. E' rimasta paralizzata sul posto per diversi istanti prima di riuscire a reagire, a pensare, a muovere qualsiasi muscolo. Rimanere lì a crogiolarsi nel dubbio e nel dolore non avrebbe portato a nulla, avrebbe solo portato nuove domande, nuovi dubbi e nuove ferite. L'unica cosa che avrebbe potuto rispondere a quel suo timore era provarlo in prima persona e per questo, dopo aver parlato con Raido, si è preparata per uscire. Ha sentito il bisogno di andarci da sola, di rimanere per qualche attimo da sola con il ricordo di Naru Hyuga e di tutti i suoi compagni morti al suo fianco. Vuole riuscire a sostenere da sé quel dolore, riuscire a rimanere in piedi senza il sostegno dell'Oboro e per questo gli ha chiesto di aspettarla in casa, di lasciarla andare da sola. Si è fatta una doccia fredda e rigenerante, si è spazzolata i capelli scuri che ormai hanno iniziato a crescere pian piano e si è vestita di semplici abiti bui. Un completo nero composto da un abito semplice, innocente, con le maniche a palloncino e la gonna che scende morbida fino alle ginocchia. Un cinturino d'oro le circonda la vita stretta e sottile mentre un cardigan nero le copre le braccia in maniche strette e lunghe. Le gambe son scoperte, lasciate nude alla brezza gentile della sera mentre un paio di ballerine nere le calzano ai piedi. Ha acquistato al fioraio un mazzo di gigli bianchi -i preferiti di suo padre- e si è diretta a passo lento verso la prateria appena fuori dal Villaggio. Il chakra è stato lasciato, questa volta, disattivato e il suo cuore martella prepotente con forza nel suo petto. In parte è spaventata dall'idea di vedere coi suoi occhi quella enorme lapide comune, dall'altro ha bisogno di vedere coi suoi occhi che realmente suo padre non sarebbe più tornato. Cammina distratta, sovrappensiero, stringendo fra le dita affusolate quel bouquet profumato fino a giungere nella sconfinata distesa erbosa fuori dal Villaggio. La lastra in pietra si fa sempre più vicina man mano che avanza e il suo cuore s'appesantisce ad ogni passo. Sente la gola chiudersi, le mani stringersi, fino a quando non si ritrova a fermarsi dinnanzi l'enorme monumento ai caduti. Diversi mazzi di fiori son stati depositati lì da altri cittadini e la lista di nomi incisa sul granito è evidentemente più lunga. Lo sguardo trema mentre si posa sulle varie righe e, quando alla fine trova quella col nome di suo padre, si immobilizza a seguire i contorni di quelle lettere. "Naru Hyuga". Osserva immobile quel punto preciso della stele come se non potesse fare altrimenti, deglutendo a fatica un grumo solido di saliva. Alla fine tutto è arrivato alla sua fine. Adesso, forse, suo padre avrebbe potuto riposare in pace ovunque fosse finito. Le labbra tremano appena fermandosi in un sorriso ferito mentre, chinandosi, va poggiando il mazzo di gigli su quell'altarino ai defunti dedicato. Si inginocchia portando la destrorsa a poggiarsi sulla stele, le dita a sentire sotto i polpastrelli l'incisione del nome di suo padre. <Riposa in pace, papà> sussurra Kaori con un filo di voce, un suono sottile, leggero, delicato, così fragile da poter facilmente esser coperto da un semplice alito di vento.

22:13 Hitomu:
 L'erba alta si sposta al soffiar di un leggero e calmo vento. I fiori posati sopra le tombe rotolano di pochi centimetri. Le lapidi, invece, rimangono ferme, immobili, erette nella loro posizione. Un'immagine che sembra voler dire una cosa: tutto potrà passare, molto potrà cambiare, ma il ricordo di quei nomi rimarrà lì. Indelebile. La notte è calata e nella giornata di oggi, sono stati portati a termine i lavori richiesti dal Nono riguardo l'incisione dei nomi dei shinobi caduti nella battaglia che ha visto coinvolto il Clan Hyuga. Lettera per lettera, nome per nome, ognuno di loro è stato iscritto in quella lapide volta come monumento di Konoha. Quella lastra che vuol essere vista come un modo per ricordare e mai dimenticare chi ha combattutto per il Villaggio della Foglia. La luce della Luna risplende su quelle incisioni come a voler donare la sua benedizione dopo la fine dei lavori. Qualche nuvola passeggera ostacola quel fascio di luce cadente verso il Villaggio, ma sarebbe solo questione di alcuni secondi prima che queste posini il loro grigiore da un'altra parte. Il Nono ha deciso di dedicare la sera a controllare se la sua richiesta è stata esaudita correttamente. Ci tiene per queste tipologie di cose, ormai lo dovrebbero sapere i suoi uomini. Cammina lentamente mentre le iridi azzurre si girano prima a destra e poi a sinistra attraverso il lungo corridoio di erba lasciato libero per raggiungere la stele. Un leggero soffio sposta il suo haori bianco lasciando che sventoli dietro le spalle del Nono Hokage mentre si avvicina agli scalini. Il resto dell'abbigliamente è il solito: una maglietta a maniche lunghe di colore blu indossato sotto il giubbotto smanicato verde, mentre sotto porta un paio di pantaloni di colore nero con una fasciatura bianca sulla destrorsa e un paio di sandali neri da ninja. Passo dopo passo, si ritrova davanti alla grossa lapide recitante i nomi degli eroi del Villaggio. Sì, lui li vede così. Come eroi. Se qualcuno combatte per qualcosa fino a morire, deve essere considerato un eroe. Eroi di Konohagakure. Legge nella sua mente nome per nome gli ultimi caduti del Clan Hyuga, compreso il padre di Kaori che ritrova, proprio ora, davanti a quella lastra. La vede inginocchiata mentre posa dei fiori, presumibilmente, per il padre. <Verranno ricordati..> afferma con poca voce <Per sempre> con un filo in più di voce e con un tono più deciso del precedente. Con queste, poche, parole fa capire alla ragazza di essere con lei. E di starle vicino in questo momento di dolore. Non vuole aggiungere, al momento, nulla di più. Vuole lasciarle il suo spazio in un momento del genere. Kaori è libera di prendersi tutto il tempo che vuole per poter pregare il ricordo del proprio padre. E il jinchuuriki è lì, a pochi passi, mentre commemora tutte le vittime di questa altra inutile guerra. [chk off]

22:33 Kaori:
 E' una strana sensazione quella che la pervade nel rendersi conto che suo padre è morto. Morto davvero, ormai da tempo. Non che prima non lo sapesse, non che non ne fosse consapevole, ma vedere adesso il suo nome inciso su quel monumento la porta a vedere come un traguardo ormai raggiunto. Come se questo rendesse definitivo e reale quanto è successo, quella fine arrivata troppo presto. Non potrà tornare indietro. Non potrà sperare ancora di vederlo tornare dopo aver pianto le sue lacrime su quella tomba. Non potrà sperare di vederlo tornare da lei dopo aver reso pubblica la notizia della sua morte. Ormai è tutto finito, è tutto reale e non resta che andare avanti con questa triste e pesante consapevolezza nel cuore. Fa male, senza dubbio. Ma in qualche modo è anche liberatorio. Può finalmente accettare l'idea che sia tutto finito, che ora potrà riposare in pace senza che nessuno più cerchi di sfruttarne i resti o la memoria contro la sua famiglia. E' pervasa da una profonda tristezza, da una gran solitudine, eppure le lacrime non salgono agli occhi. Forse le ha già piante tutte, forse non vuole far preoccupare suo padre ancora una volta. Vuole dimostrargli che è forte, che potrà andare avanti anche ora che lui non è più lì a sostenere i suoi passi. Vuole mostrargli di aver cresciuto una figlia, una ninja. Legge silenziosamente i nomi di tutti gli Hyuga morti in quella missione fino a quando, d'un tratto, non avverte la voce familiare e gentile del Nono andare a raggiungerla. Ruota il capo lentamente alle proprie spalle incontrando con lo sguardo la di lui figura. Venuto a rendere a sua volta omaggio a quei caduti? Forse... sicuramente sarebbe il tipo di persona da fare una cosa del genere. La cosa rincuora e commuove Kaori che, abbozzando un sorriso mesto, torna a volgere il capo verso la stele. <Starò bene, papà. Andrà meglio> mormora alla volta della pietra lucida carezzandone la facciata rivolta verso di sé, sfiorando e ripercorrendo con le dita il nome dell'uomo. <Quindi non preoccuparti, va bene?> domanda cercando di tenere la voce bassa, sicura e ferma, senza farla spezzare. <Riposa...> E credi in lei. Tace a quel punto inspirando a fondo. Fa male essere lì. Fa male parlare senza ricevere la sua risposta. Fa male pensare che le di lui ultime parole fossero dedicate alla salvezza della sua bambina. Fa male ogni cosa in quel momento ma lei sopporta. Ogni giorno ci riesce sempre di più, un po' meglio, e sta imparando a convivere con quell'assenza con le sue forze. Certo, è stata aiutata, sostenuta in quel suo duro cammino, ma più che da tutti da se stessa. Tutte le sue forze sono concentrate nel tentativo di andare avanti, di camminare verso il futuro senza voltarsi indietro, senza cadere in quell'Abisso che quasi le ha fatto perdere la ragione. Sorride appena alla lapide prima di allontanare la mano da essa e ridistendere le gambe per rialzarsi. Torna in piedi con un movimento lento, cauto, tenendo le mani sulla gonna così da rimanere opportunamente coperta. Volge il busto ed il viso in direzione del Nono inchinando il capo al suo indirizzo. <Grazie... per questo gesto> mormora sinceramente devota al biondo, sinceramente riconoscente per la sua comprensione. L'atto di aver voluto vedere quegli Hyuga come eroi della Foglia da ricordare su quel monumento significa molto per lei, più di quanto possa esprimere a parole. Rialza il capo dopo infiniti istanti rivolgendo lo sguardo sul viso del jinchuuriki con una espressione mesta, piuttosto pacata. Nè triste, nè serena. Quasi vuota in quel suo tentativo di non abbattersi. <Sapete... mio padre aveva grande stima di voi> rivela lei andando a distendere lentamente le labbra in un sorriso nostalgico, leggero, il capo a ruotare ora in direzione della stele. <Diceva sempre che eravate la miglior cosa che fosse capitata a Konoha in molti, molti anni> ricorda quelle parole, quel suo modo di insegnarle ad amare e rispettare il suo Kage a qualunque costo. <La vostra visita lo renderà sicuramente felice> mormora tornando a rivolgere al biondo il proprio sguardo, quel sorriso a mantenersi timido, spento, educato.

23:07 Hitomu:
 Rimane in quella posizione, alle spalle della ragazza, immobile. Non è in silenzio, ma parla nella sua mente. Pensa a quanti di quei nomi hanno combattuto per lui. Quanti tra loro sono morti per il Villaggio e quanti per difendere l'Hokage. Quanti di questi nomi scritti su quella stele sono morti per salvare lui? Forse, questi sono pensieri che un uomo nel suo ruolo non dovrebbe fare. Ma lui è diverso. Non riesce a pensare che quei nomi sono stati scritti anche perchè la vita da proteggere era la sua. La sua, anche se non la sola. C'era il Villaggio da difendere e quando decidi di prendere parte a questa vita da ninja, sai che corri il rischio di non tornare a casa durante una missione. In lui, ora, in questi attimi di silenzio, navigano questi due stati d'animo contrapposti che non riescono a lasciarlo tranquillo. Una parte che lo mangia dentro, come se le colpe fossero le sue. E dall'altra, la parte dell'Hokage. La parte che sa il ruolo che ricopre e che è consapevole del rischio che si corre percorrendo questa strada. L'amore per il Villaggio lo porta anche a vivere questi momenti di confusione dentro di se. Momenti non facili per lui, ma che deve saper superare. Come? Guardando le persone che sono al suo fianco e che è pronto a proteggere. Le iridi azzurre cadono sulla figura di Kaori mentre un sorriso si disegna sul suo viso. Un sorriso che lo aiuta a scacciare questi pensieri. Rimane ancora in silenzio nel frattempo che lei dedichi qualche parole al padre sperando, forse, in una risposta che mai potrà arrivare. Fa un ennesimo passo in avanti, quel che basta per poter arrivare ad appoggiare il palmo della mano contro la lastra <Sono sicuro che tuo padre è orgoglioso di te e di quel che diventerai. Ci sarà sempre qualcuno a guardarti le spalle dall'alto> dedica queste parole alla ragazza prima che lei lo ringrazi per il gesto del jinchuuriki. Lei si rialza e dice al Nono quanta stima aveva il padre in lui, parole che non possono essere che apprezzate dal biondo <Sono felice che tuo padre pensava questo di me.. Mi rende orgoglioso> le risponde accentuando un sorriso timido, di chi non si trova molto a suo agio quando riceve alcuni tipi di complimenti. <Venire qui è molto importante per me. Mi ricorda quanta gente ha combattuto per Konoha e quanto l'amore per il Villaggio possa essere forte. Non è facile rimanere impassibili davanti a tutti questi nomi..> le spiega mentre la voce si ferma ad un tratto. Non gli è semplice spiegare cosa prova. <Ho incontrato il tuo futuro marito l'altro giorno, in magione> cambia discorso dicendole dell'incontro tra lui e Raido. [chk off]

23:33 Kaori:
 In questo momento la Hyuga non riesce davvero ad immaginare il tumulto che si sta scatenando nell'animo del biondo. Non riesce ad immaginare come due fazioni diverse si stiano scontrando in lui. La ragione che lo porta a trovare quasi normale il fatto che tutte quelle persone siano morte per salvare il Villaggio, ed il lato umano ed istintivo che lo porta a soffrire del destino verso cui sono incorsi come persone. E' difficile riuscire a distinguere in un individuo la persona dal ninja e spesso ci si dimentica del fatto che una faccia non può esistere senza l'altra. Non si può essere solo guerrieri o solo persone. Si è sempre, costantemente, entrambe le cose. Persino gli anbu nel loro cercare costante di essere delle ombre al servizio del Villaggio hanno sicuramente dei legami umani, qualcuno che li ama, qualcuno che li conosce nel profondo. Il pensiero vola distrattamente a Ren, a quell'anbu per cui per la prima volta nella sua vita aveva provato qualcosa e di cui mai ha potuto vedere il reale volto. Un pensiero sfuggevole, evanescente, che dura un istante soltanto. Suo padre è stato un ninja, un eroe che fino alla fine ha cercato di combattere per la Foglia e che è morto andando incontro a quello che è sempre stato il suo destino: rischiare la vita in missione. Ma al tempo stesso era una persona, un uomo buono, forte e coraggioso e Kaori non può accettare del tutto l'idea della sua scomparsa. Può solo arrendersi al fatto che ormai non possa più cambiare le cose. Avverte il movimento del Kage, lo vede avvicinarsi alla stele fino a sfiorarla con la propria mano. Ode la sua voce, le sue parole, ed un timido sorriso va aprendosi sulle sue labbra morbide, rosate. <Sì... sarà sempre accanto a me> mormora lei alzando il viso verso il cielo, verso una mezza luna pallida che splende incontrastata lassù, semi-nascosta da piccoli banchi di nubi grigiastre. Inspira a fondo l'aria della notte prima di tornare ad osservare il nono e ringraziarlo di quanto fatto per lei e per il clan. L'altro par essere piuttosto timido, quasi imbarazzato all'idea di accettare un complimento e Kaori lo trova per un istante più vicino che mai. Scopre e scorge un nuovo lato del suo superiore che ha premura di ricordare e salvare fra i suoi ricordi. Ascolta le sue parole, i suoi pensieri e si ritrova ad osservarlo mentre va arrestando quel discorso, mentre ferma la sua voce apparendo quasi in difficoltà. Kaori ne scruta il viso, lo sguardo, e annuisce appena col viso. <Sono molti nomi, è vero.> mormora lei ruotando ora il capo verso la lapide, il monumento, mentre un alito di brezza fresca scivola frizzante sulla pelle. <Ma per ognuno di essi molte altre persone hanno potuto vivere la loro vita. Trovare l'amore, avere dei figli, dei fratelli. E salvare quelle stesse persone è un modo per rendere onore a queste persone, credo... un modo per non rendere vano il loro sacrificio.> Cerca di vederla così, cerca di sforzarsi di vederla in quest'ottica per non sprofondare nello sconforto della perdita e del lutto. <Anche se non rende meno difficile osservare questa lapide...> Fa ugualmente male, è ugualmente doloroso. Inspira a fondo, gonfia i polmoni e poi rilascia l'aria accumulata in un espiro silenzioso dalle piccole narici. Ascolta quelle ultime parole di Hitomu e si ritrova a volgere verso lui il capo col viso che d'un tratto s'accende di un rosso vivace. <O-oh, sì lui... mi aveva accennato... cioè...> imbarazzata, un po' intimidita dall'idea di sentir parlare qualcun altro di suo "marito". Non ha ancora mai sentito nessun altro parlare di loro come promessi sposi e la cosa la stranisce ancora molto sebbene lei stessa lo abbia già chiamato così nell'intimità della loro casa. <Ci teneva a invitarvi al matrimonio. E ovviamente anche vostra moglie e il piccolo Tobirama, ne saremmo felici> riconferma lei con un sorriso un po' più sereno, un po' più vero, osservando l'altrui volto. <Naturalmente ci terrei anche io> aggiunge poi prima di mordersi il labbro inferiore e ritrovarsi a bloccarsi per un istante. Torna a guardare la lapida con sguardo lontano, triste, soffermandosi sul nome di suo padre. <A dire il vero... vorrei chiedervi una cosa.> rivelerebbe con tono un po' più basso, un po' più mesto. Sa che suo padre avrebbe voluto, che non sarebbe stato contrario, ma una parte di lei sente come se quella richiesta potesse esser vista come un torto nei riguardi nel defunto. <Mio padre era l'unica figura di riferimento maschile che avevo in famiglia, l'unica colonna. Avrei voluto che fosse lui ad accompagnarmi all'altare ma...> è troppo tardi. Non lo dice, lascia sottintendere quelle parole deglutendo a fatica quel groppo che le si forma in gola. Si umetta le labbra cercando di ignorare la fitta di dolore al petto e riprende a parlare inspirando piano. <Volevo sapere se non vi andasse di farlo al suo posto.> Ruota il viso in direzione del biondo andando ad abbozzare un piccolo, timido sorriso. <E non lo sto chiedendo solamente al mio Kage> aggiunge poco dopo prendendo una piccola pausa. <Ma anche a voi> a Hitomu. Quel dualismo col quale ormai ha a che fare da un po'. Non sta invitando solo il suo superiore al matrimonio, ma anche Hitomu, anche il suo amico. Vuole che lui sappia che, in qualsiasi momento, lei saprà vedere in lui oltre il Cappello che porta con sé, oltre il titolo che pesa sul suo capo. Ai suoi occhi sarebbe sempre stato, prima di ogni altra cosa, una persona.

00:13 Hitomu:
 Gli scontri dentro il suo animo si placano per il momento. Il jinchuuriki di Kurama si concentra sulla ragazza e riesce a calmare i suoi timori. Non dimenticherà mai quelle persone. Le porta ognuno dentro di se. Gli daranno forza quando arriveranno i momenti bui e difficili. E lo aiuteranno sempre a non mollare mai. Lui sa che deve andare avanti e non può rimanere a piangere su questa lasta. Per quanto doloroso sia, lui deve essere il primo a mandare giù il dolore ed essere l'ancora di salvezza per tutti gli altri. Devono vedere in lui una persona forte. Una persona su cui poter contare. <Hai ragione, Kaori. Bisogna andare avanti..> afferma per concludere il pensiero su quei nomi. Andare avanti, ma senza dimenticare. Il discorso si sposta, successivamente, sull'incontro tra il futuro marito di Kaori e il jinchuuriki. La ragazza dice di essere al corrente del loro incontro e della richiesta fatta da Raido al Nono aggiungendo che sarebbe felice anche lei di aver presente il jinchuuriki al loro matrimonio. Ma, poi, fa un ulteriore richiesta al Nono. La ragazza le domanda se sarebbe disposto di accompagnarla all'altare prendendo il posto che sarebbe stato del padre, se solo fosse ancora in vita. Le iridi azzurre del Nono rimangono fisse su quelle della ragazza del Clan Hyuga. Rimane immobile, davanti a lei come se quella richiesta lo avesse lasciato di stucco. <Vuoi che ti accompagni all'altare?> ripete, più che alla ragazza, a se stesso. Non si sente più l'Hokage in questo momento. Si sente preso in parte come Hitomu, il semplice ragazzo che è. E questo lo tocca molto ed quei secondi di silenzio sono dovuti a tutto ciò <Vor- Cioè, sì> inizia ad essere più lucido. <Sì, sarei davvero felice di accompagnarti all'altare se questa è la tua volontà> non sarà come se ci fosse stato suo padre, ma il jinchuuriki ha preso a cuore la ragazza dopo il loro incontro sui Monti. Vederla in difficoltà, vederla lottare con se stessa e non riuscire ad emergere dal suo conflitto interiore, ha fatto si che il Nono vedesse la ragazza non solo come un shinobi della Foglia, ma come un'amica da aiutare in un momento di difficoltà. Se la ragazza vuole che il biondo la accompagni, esaudirà il suo desiderio con felicità. <Non me lo sarei mai aspettato, sai?> dice alla ragazza facendole capire il suo stupore momentaneo. [chk off]

00:38 Kaori:
 Andare avanti, sì. E questa è una lezione che ha imparato duramente combattendo con se stessa e con il suo dolore. Una lezione imparata a seguito delle parole stesse del jinchuuriki nel loro ultimo incontro ai Monti e alle parole del Rikudo durante la loro unica conversazione. Una lezione dura, difficile, che ancora non può dire di aver metabolizzato appieno. Se nella teoria è capace di dire perchè dovrebbe andare avanti e come farlo, nella pratica è tutta un'altra storia. Nella pratica ha difficoltà a compiere quel passo, a lasciarsi alle spalle quella vicenda, quei rapporti spezzati e distrutti da quella missione. In parte è ancora prigioniera della sua cella nei laboratori segreti di Cappuccio Rosso, in parte è ancora legata a quel lettino dove è stata violata come fosse un involucro da riempire. In parte non ha ancora superato quegli eventi ma si sforza con tutta se stessa di essere normale, di mettere a tacere quei sentimenti soffocandoli nel profondo in virtù di un ostentare una calma superficiale. Aggirare il problema, aggirare la sua paura sbattendo in faccia al prossimo una quiete apparente non è una soluzione e lo sa bene, ma in questo momento non sa come altro fare per impedire a chiunque abbia attorno di preoccuparsi per lei. Dev'essere forte, dev'essere brava. Non può più essere la ragazzina di cui gli altri devono aver cura. Dev'essere lei a proteggere la gente che ama. E se stessa. Lascia che un alito di brezza vada a scostare la sua chioma corvina che ormai, ricrescendo, è arrivata a sfiorar con le punte sfilacciate le spalle piccole ed esili. Le ciocche buie vanno solleticando le spalle andando lentamente ad allungarsi. Nota lo stupore che si va dipingendo sul viso del jinchuuriki quando gli pone quella richiesta e rimane dolcemente colpita da quel leggero stato d'imbarazzo e sorpresa che l'altro mostra in quel lieve boccheggiare. Sorride Kaori osservando quei piccoli gesti comuni, quelle reazioni spontanee e si ritrova a snudare appena i denti bianchi quando Hitomu accetta quella sua richiesta. <Lo è> conferma lei annuendo appena con il capo. Ode quelle sue parole, quella sua rivelazione e Kaori si ritrova a sollevare appena il capo verso l'alto. <Immaginavo che sarebbe stato strano chiedervelo> confida lei con voce serena, pacata, inspirando l'aria della sera col naso. <Non ci conosciamo a fondo e abbiamo avuto poche occasioni per superare quel semplice rapporto fra Kage e sottoposto. Ma...> si umetta le labbra riabbassando il viso per ruotarlo in direzione di quello del biondo. <Nonostante tutto siete in questo momento una delle figure che sento più vicina. Questa storia ha spezzato molte vite, molti rapporti e molti legami. Ho messo in dubbio i rapporti che avevo e a parte Raido non sentivo di potermi fidare di nessuno ormai> rivela la ragazza con tono calmo, sereno, senza scomporsi. <E poi siete arrivato voi. Ed è stato come trovare un nuovo appoggio, un nuovo sostegno. Non voglio dire che siate un rimpiazzo o un sostituto, ma...> non sa come esprimere bene quello che pensa, quello che prova, ritrovandosi a boccheggiare per un attimo mentre cerca il modo migliore di pronunciare quelle parole. Non vuole che pensi che si stia rivolgendo a lui in mancanza di qualcun altro, perchè non è questo che l'ha spinta a cercarlo. <Di voi mi fido. So che posso abbassare la guardia se siete vicino e so che mio padre non avrebbe accettato di cedere il suo posto a nessun altro in questa particolare circostanza.> spiega lei abbassando appena lo sguardo, avendo a sua volta difficoltà a parlare così chiaramente di pensieri così delicati. Soprattutto perchè, per l'appunto, il loro rapporto sta ancora lentamente sbocciando e non ha basi solide e stabili come quelle che possono definire il rapporto fra il nono e Azrael o Akendo. Sono ancora agli esordi, agli inizi di quella che può essere una sincera e reale amicizia, e per questo non riesce ancora ad essere totalmente a suo agio nell'aprire a quel modo il proprio cuore in discorsi di quel tipo. <Siete quanto di più vicino ad un amico io abbia al momento. E quel giorno vorrei che foste voi ad affidarmi alle cure di Raido> spiega alla fine, con completa sincerità, umettandosi una volta ancora le labbra rosee.

13:47 Hitomu:
 Bisogna andare avanti, sì. E per quanto siano giuste le parole del jinchuuriki, anch'egli non ha mai detto che sarà semplice farlo. Ogni situazione porta difficoltà, ostacoli dentro se stessi che non permettono di affrontare con serenità il futuro e con cui bisogna lottare ogni giorno per cercare di venirne fuori. Neanche svegliarsi al mattino è facile, figurarsi lasciarsi alle spalle il proprio passato. Ma con forza, tenacia e fede in se stessi, tutto sarà possibile. E, seppur con un immenso dolore, si riuscirà a fare un passo verso il futuro che attende proprio lì, davanti ad ognuno. Le iridi rilassate del Nono sono sempre posate sul volto della ragazza davanti a lui. Non può fare altro che ascoltare le parole di lei mentre spiega al Nono che la stranezza di quella richiesta era risaputa già in precedenza. L'ascoltare il di lei dire lo porta a sorridere nuovamente. Ma non si tratta di un sorriso di gioia o di felicità. Gli viene quasi spontaneo perchè capisce che ciò che fa, lo sta facendo bene. Se la Hyuga si fida di lui, se lo vede come una persona con cui parlare e trovare conforto, vuol dire che lui è ciò che voleva. Non solo un Hokage, ma anche un amico a cui confidare i più nascosti segreti tenuti dentro e mai rivelati. Forse, allora, il suo ruolo lo sta eseguendo bene. Forse, quindi, quell'incontro sui Monti con Kaori non è stato solamente una pura casualità. <Le tue parole mi rendono felice> da Hokage. <E ho fatto solo ciò che un amico doveva fare> e questo è Hitomu, invece. L'ha vista in difficoltà e non poteva lasciarla lì a sprofondare dentro se stessa. Doveva aiutarla, comprenderla, sorreggerla e riportarla in alto. Quel tanto che basta per farle ricordare chi era. <Non sono molte le persone che riescono a colpirmi così dentro. Oltrepassare quel muro quando vesto questo manto e vedermi come, in realtà, sono> afferra con la destrorsa l'haori bianco mentre abbassa lo sguardo su di esso. In pochi ci sono riusciti veramente, in pochi ci hanno provato perchè troppo è lo stupore di trovarsi davanti il jinchuuriki. <Ma tu ci sei riuscita> la guarda di nuovo fissa nelle iridi alzando di scatto il suo volto. Le vuole dare conferma di ciò che sono diventati, se mai ce ne fosse il bisogno. <E per questo, io ti ringrazio e sarò onorato di accompagnarti su quell'altare. E sono sicuro che al nostro fianco, avremo anche la sua presenza. Non si perderà questo evento per nessun motivo al mondo> aggiunge mentre con gli occhi fissa sulla stele il nome del padre di Kaori, convinto che egli rimarrà al suo fianco con la sua anima per camminare insieme a lei fin sopra gli scalini dell'altare. [chk off]

14:13 Kaori:
 Quelle tristi vicende appena concluse hanno portato alla distruzione di quasi tutti i legami che Kaori aveva faticosamente costruito nel tempo. Quello col clan per primo. Non sente più di poter trovare nella sua famiglia conforto o protezione, nè tanto meno comprensione. Poi c'è stata Mekura con la quale ha sempre avuto un rapporto piuttosto travagliato e con la quale, adesso, non ha idea di cosa stia facendo. Non sente di poter dire che siano propriamente amiche, nè di poter dire che si fidi di lei dopo quanto è successo. Ma sente di poter dire che non ha volutamente agito per farle del male, che dietro i suoi sbagli ci siano state quanto meno dei buoni propositi. E poi c'è Hiashi. I loro rapporti si sono spezzati apparentemente in maniera definitiva, quel legame che era nato fra loro fino a renderli quasi fratelli s'è fratturato insanabilmente fino a lasciare dietro di sé schegge appuntite e affilate. E' rimasta sola, aggrappata a Raido con le unghie e con i denti al fine di non perdere anche lui dal proprio fianco. Si era sentita perduta e sconfitta da tutte quelle conseguenze e stava quasi per lasciarsi andare allo sconforto. Poi, però, una sera come tante la sua musica ha attirato accanto a sé un ragazzo come tanti, forse il più importante di tutti. Ha iniziato a scoprire al di sotto delle vesti da Kage una persona buona, gentile e disponibile che le ha donato conforto, le ha donato un sorriso e, più di ogni altra cosa, speranza. Un raggio di luce che assieme al bagliore della sua luna -Raido- è riuscito a renderle meno oscuro il cammino verso il futuro. Ed ora, questa sera, le illumina un momento assai difficile. Mentre si arrende alla definitiva fine dei giorni di suo padre su questa terra, avverte il calore della sua presenza al proprio fianco e si ritrova a sopportare meglio quella sfida, quel momento. E' proprio grazie alla capacità del biondo di darle forza che ha maturato nel tempo la decisione di avanzargli quella proposta. Chiedergli di sostenerla nel giorno più importante della sua vita per affidarla poi alle cure di suo marito. Chiedergli di accompagnarla per la navata più importante di tutte standole accanto nel momento più speciale che potrà mai vivere in quel periodo. Una richiesta improvvisa, forse un po' precoce considerando la recente nascita di quel legame, ma sincera. Disinteressata. In verità, in cuor suo, non le importa che la gente possa vederla accompagnata dal suo Kage. A lei interessa che sia Hitomu a starle vicino in quel momento. Un amico, un compagno. Nota il sorriso che si forma sulle labbra del jinchuuriki e si ritrova ad illuminarsi, appena, quando l'altro nomina quella semplice ma potente parola. "Amico". E' davvero, profondamente felice che lui si raffiguri in quel termine e sente il suo cuore farsi d'un tratto più leggero, più libero, come se una delle tante catene che l'hanno tenuto stretto finora fosse stata spezzata concedendogli maggior forza. Ascolta la sua voce, le sue parole, e si ritrova a distendere le labbra verso l'esterno guardando il ragazzo con fare sereno, gentile. <Sono felice che la gente, guardandovi veda il rappresentante della Foglia, il Nono Hokage di Konoha.> esordisce lei con voce pacata, sottile. <Ma trovo ingiusto che si dimentichi che non siete soltanto questo. C'è molto più di un governatore dietro queste vesti e penso che qualcuno debba ricordarselo ogni tanto> sorride allora, timidamente, mentre una piccola fossetta compare al lato destro delle labbra. <E ricordarlo anche a voi> La voce di Hitomu pronuncia parole gentili, colme di speranza e Kaori lascia che queste trovino rifugio nel proprio cuore voltandosi a sua volta verso la stele, esattamente come il biondo fa prima di lei. Sì, ha ragione. Di sicuro sarebbe stato lì, con lei, quel giorno. Ad assicurarsi che sarebbe stata bene, a minacciare Raido per qualsiasi possibile ferita che avrebbe potuto lei ricavarne. Un sorriso amaro le si dipinge sulle labbra pensando a tutti quei momenti che sarebbero potuti esistere se le cose fossero andate diversamente. <Sì... sarà senz'altro lì> annuisce lei concordando col dire del Senjuu con la voce ferma. Non trema, non piange, resiste. Poco per volta lascia che la consapevolezza di quel lutto calmi il suo animo. Il dolore è sempre lì, brucia sempre sottopelle, ma sta imparando a gestirlo, a controllarlo. A nasconderlo. <Quindi avete conosciuto Raido, eh?> domanda alla fine, dopo diversi attimi di silenzio, tornando a voltarsi verso di lui con una espressione un po' più serena, un po' più leggera. <Cosa ne pensate di lui?>

14:52 Hitomu:
 Si sente poco più libero, ora. Di parlarle normalmente senza l'ansia che lei possa tornare a quel distacco che a volte ricercava nel momento in cui si ricordava le posizioni gerarchiche di entrambi. E vorrebbe che lei si sentisse libera di fara lo stesso con lui. Non sa quali siano gli altri rapporti di Kaori con il resto del Villaggio. Con il jinchuuriki, ha parlato solo del Clan, di Raido e del defunto padre. Il Nono, quindi, non immagina che Kaori sia solamente aggrappata al suo futuro marito e a questo nuovo legame nato in queste settimane. La vede, nei loro incontri, a volte perdere la brillantezza nei suoi occhi e ritornare sola buttandosi il mondo sulle spalle, senza riuscire a reggerne il peso. Non è facile. Ed è per questo che il jinchuuriki vuole darle non una mano, ma due. Due mani in più per reggere quel faticoso peso. Due lui, due Raido. E piano piano lei dovrà essere brava a tornare a sancire dei legami con il resto del Villaggio. In modo che quella mani non siano più così sole, ma circondate da amici. La ascolta mentre spiega come lei veda lui in realtà. Come se lo spogliasse del suo cappello e del suo haori e riuscisse a vedere oltre quella scritta recitante 'Nono Hokage'. E quando dice che in pochi ci sono riusciti, è sincero. La sua famiglia, sua moglie e Tobirama, sua nipote Hana, Akendo.. Forse può davvero contarli sulle dita di una mano. <Non è semplice guardare oltre. Per questo non me la prendo con chi non riesce, ma ringrazio chi è capace di vedere> spiega alla ragazza per poi vederla dirigere lo sguardo nella direzione della lastra mentre annuisce con la testa, su e giù, all'udire della parole della Hyuga. Lo sguardo rimane su di lei mentre pronuncia quelle parole e la vede.. Lotta contro se stessa per non crollare, di nuovo. Lotta per andare avanti perchè è quello che bisogna fare. Le appoggia una mano sulla spalla sinistra sfiorando quei neri capelli poco cresciuti da quando li ha tagliati. Le vuole trasmettere forza e spera che il suo gesto la aiuti nel suo difficile momento. Il discorso, poi, volta su Raido e il jinchuuriki ritorna con entrambe le braccia distese lungo il fianco <In realtà, ci conoscevamo già. Venne a parlarmi tempo fa, quando Kusagakure era in difficoltà contro il proprio governo. E un'altra volta, invece, per aver informazioni su una cosa> sul sigillo maledetto. Non lo dice ma suppone che lei sia a conoscenza di tutto su di lui. <Raido è un bravo ragazzo e non vedo l'ora di vedere le sue abilità da ninja. E, soprattutto, si vede che tiene a te più di qualunque altra cosa. Ti aiuterà molto, ne sono sicuro> non pronuncia ulteriori parole perchè pensa che queste bastino per far capire alla ragazza cosa lui pensi dell'Oboro. [chk off]

15:20 Kaori:
 Lo sa, lo sa benissimo quanto sia difficile riuscire a vedere oltre quelle vesti da Kage che egli porta indosso ogni giorno con orgoglio. Anche lei ha a volte difficoltà a capire come dovergli parlare, quando dover mostrare il rispetto per un superiore e quando potersi lasciar andare alla confidenza di un amico. E' complicato da spiegare, molto più semplice lasciare che sia l'istinto a guidarla. Ma comprende che per altri sia molto più difficile che per lei riuscire a vedere oltre il ruolo del biondo, vedere la persona che vi è dietro. Un tempo anche lei non riusciva a vedere altro in lui, ma ora le cose sono cambiate. E' cresciuta, è maturata senza rendersene conto ed ha iniziato a vedere sotto la superficie di ciò che la circonda miriade di altre cose, di punti di vista e prospettive diversi. Sorride a quelle parole non trovando nulla da aggiungere a quel discorso. E' evidente che entrambi riescono a capirsi su quel punto e perciò non vede cos'altro poter dire di più. Torna a pensare a suo padre per un altro istante quando parlano del matrimonio e sente la mano di Hitomu andare a poggiarsi sulla sua spalla per darle maggior forza, maggior coraggio. E' sinceramente grata di quei piccoli ma significativi gesti che l'altro le mostra e li accoglie con riconoscenza. Sa che grazie a quelle piccole dimostrazioni di forza potrà andare avanti con più semplicità, con maggior sicurezza. Volge lo sguardo per voltarlo sul di lui viso dedicandogli un grato sorriso di riconoscenza. A volte una espressione può esprimere molto più di quanto non possano invero fare le parole. Ascolta il dire del Nono sulla figura di Raido e si ritrova ad annuire con un sorriso quando sente quel primo dire. <Sì. Grazie a lui riuscii a nascondermi durante i primi tempi della guerra, prima del suo scoppio ufficiale> rivela la Hyuga ricordando i giorni vissuti con lui al sicuro nella sua casa nel bosco dei ciliegi. <Mi ospitò in casa sua per nascondermi dalle guardie del Consiglio in attesa che la rivolta iniziasse> spiega prima di interrompersi per un attimo e guardarsi attorno. <Ora che ci penso... è qui che ci siamo incontrati per la prima volta. Era venuto a rendere omaggio ai nostri caduti. Probabilmente prima o dopo il vostro incontro> suppone lei ricordando ancora benissimo quella nottata di un anno prima. Il tempo è volato, passato in un batter d'occhio eppure al tempo stesso sembra esser andato al rallentatore. Le pare di conoscere l'Oboro da molto più tempo. Ascolta con curiosità ed interesse il parere del jinchuuriki e si ritrova ad osservarlo con un sorriso intenerito e felice sul viso. <Sono contenta che vi piaccia. Che lo approviate> mormora la Hyuga andando ad allargare involontariamente il sorriso sul suo volto. <E sono certa che al torneo non rimarrete deluso nel vederlo in azione> aggiunge poi, con fare più leggero, snudando i denti bianchi in un sorriso sereno.

15:47 Hitomu:
 La vede sorridere in sua direzione, come a volerlo ringraziare per il supporto dato in questi momenti delicati. Non è facile rimanere impassibili davanti ai nomi dei caduti di Konoha e non lo è ancor di più esserlo davanti al nome del proprio padre caduto in battaglia. Non si può fare altro che guardare l'orizzonte dritto davanti a se stessi e cercare di incamminarsi verso ciò che ci attenderà. Verso ciò che il destino ha scritto per noi. Il discorso si sposta completamente sul futuro marito della Hyuga mentre lei spiega come i due si incontrarono tempo dietro durante la guerra del Villaggio dell'Erba e come lei trovò rifugio proprio in casa di Raido. Forse lì nacque il loro sentimento e il loro amore. Questo non lo sa per certo, ma al jinchuuriki piace immaginare come possono andare i fatti che gli vengono raccontati. <Se non vi avessi mandato in aiuto di Kusagakure, dunque.. Non lo avresti incontrato di nuovo> aggiunge con una piccola smorfia in viso come se volesse prendersi i meriti del loro incontro. Ci scherza sopra ovviamente il jinchuuriki sorridendo con fare genuino verso la ragazza. <Lo terrò d'occhio durante il torneo, allora. Spero che tu abbia ragione> durante l'incontro con Raido, quest'ultimo ha parlato del potere che è riuscito ad acquisire e controllare dicendo di partecipare solo per vedere quali sono i suoi limiti per superarli. E sarà un'occasione, per il Nono, per controllare gli effetti di questo potere su Raido, se ne farà uso. Lo ha spinto, con le sue parole, a fidarsi di lui dicendo al jinchuuriki di usarlo con attenzione e per questo sarà curioso di assistere al suo scontro. <E terrò d'occhio anche te, cara. Fa' attenzione, mi raccomando> le dice pur sapendo che non si correrà il rischio di perdere la vita durante questo torneo. <Ti occorrerà una buona strategia, oltre che la tua forza> le consiglia prima di darle la notizia che il suo tempo libero, purtroppo, è terminato. <Ora è tempo che torni in magione, Kaori. Se ti va, possiamo camminare insieme fino al centro del Villaggio. O se vuoi rimanere qui, capisco> le sorride un'ultima volta prima di prendere la strada che porta verso la Foglia e la magione. <Ricordati di avvisarmi quando sarà il giorno del matrimonio. Non posso più perdermelo> pronuncia queste ultime parole. Le ha promesso che sarà lui ad accompagnarla e, dunque, non potrà mancare. Si avvia, passo dopo passo, verso la magione per tornare a lavoro con a fianco Kaori se decidesse di lasciare quel posto, o da solo se la ragazza preferisse rimanere ancora un po' di tempo lì ad onorare il padre. Dopo di che, si tornerà alla solita vita. Scrivania, documenti e firme. La dura vita da Hokage. [END]

16:08 Kaori:
 Una leggera risata sorge dalle labbra della special jonin quando le parole del Nono vanno a raggiungerla. Effettivamente tutti i torti non li ha affatto. Non ha idea di come sarebbero andate le cose se quel giorno non si fosse trovata a Kusa. Non sa se si sarebbero rivisti, se il sigillo maledetto sarebbe riuscito a prendere controllo di lui senza un aiuto esterno che gli desse modo di resistere a quel dolore. Forse non si sarebbero più ritrovati, forse in circostanze diverse non si sarebbero mai avvicinati com'è invero successo nella realtà. Ogni cosa sarebbe stata diversa a quest'ora e lei probabilmente non sarebbe stata ugualmente forte. <Sarebbe stata una possibilità concreta> ammette lei umettandosi le labbra, sistemandosi una ciocca corvina dietro l'orecchio. <Un altro motivo per cui ringraziarvi> aggiunge sorridendo con candore sentendosi decisamente meglio dopo quel discorso così pesante e deprimente di poco prima. E' uno sprazzo di leggerezza questa conversazione, uno slancio di semplicità. Kaori è davvero grata all'altro per esserle accanto ed al suo successivo dire si ritrova ad arrossire appena in sua direzione. Già, durante il torneo l'avrebbe tenuta d'occhio, avrebbe combattuto sotto lo sguardo vigile e attento del proprio Kage e non sarebbero stati ammessi errori. Avrebbe dovuto fare il possibile per renderlo fiero dei suoi progressi, della sua evoluzione. <Farò il possibile. Per fortuna posso almeno dire di conoscere le inclinazioni di uno dei miei avversari> rivela lei con un mezzo sorrisetto tirato. Sa benissimo quanto Hiashi sia temibile nel combattimento ravvicinato, quanto sia forte nel taijutsu e perciò sa che avrebbe dovuto fare tutto il possibile per tenersene ben lontana. Conosce anche i poteri ed i limiti della sua innata essendo la sua stessa ma non sa quale strana sorpresa l'altro combattente avrebbe potuto rivelare. <Ma cercherò di rendervi fiero, parola mia> aggiunge, alla fine con rinnovata convinzione, ben determinata a non deludere il proprio superiore, il proprio capo. Il proprio amico. A quel punto il biondo le rivela di dover tornare ai propri incarichi e Kaori si ritrova ad udire la sua proposta con un attimo di titubanza. Il tempo è volato e l'idea di rimanere sola davanti quella lapide la abbatte appena. Suo padre non vorrebbe vederla crogiolarsi da sola nel dolore. Vorrebbe vederla affrontarlo, sostenerlo a testa alta andando avanti con la sua vita. Così, voltando il capo in direzione della lapide, va a carezzare la pietra un'ultima volta inchinando il capo in segno di saluto e rispetto. <Ci vediamo presto papà. Tornerò a trovarti con Raido, ti dirò come va il torneo> saluta la ragazza il genitore, ritrovandosi ad aprirsi in un sorriso ferito prima di tornare in posizione eretta e voltarsi infine verso il biondo. <Vi accompagno> risponde infine, alla sua proposta, muovendo qualche passo per affiancarlo. <E non preoccupatevi: appena fisseremo una data sarete il primo a saperlo> lo rassicura poi, con un sorriso, prima di iniziare ad avanzare al suo fianco verso il Villaggio. [END]

I lavori al monumento dei caduti sono finiti e i nomi degli Hyuga morti in battaglia contro Cappuccio Rosso son stati incisi sulla lapide. Kaori si reca lì per salutare suo padre ritrovandosi poi ad incontrare la figura del Nono venuto a porgere i suoi rispetti ai propri uomini caduti.

Fra rassicurazioni, sorrisi e confessioni, i due parlano di matrimoni, tornei e ricordi.