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con Sosachi, Natsumi

19:21 Natsumi:
  [Riva] Si trova a Konoha da qualche ora, dopo essersi riposata a dovere nell’ospedale di Kusa. Ormai le ferite sono quasi rimarginate del tutto, la puntura sul piede destro ormai è svanita, ma sa che ha una cicatrice evidente sulla schiena. Il maglione rosso, aderente, va a coprire quello sfregio, nonostante sia ancora coperto dalle fasce bianche. Un paio di leggins neri fasciano le gambe snelle e agili, un paio di scarpe comode, nere, chiudono i piedi. Capelli lilla, scalati, sono presenti sul capo, iridi del medesimo colore si aprono sul viso roseo e dalle labbra color rubino. Ma non si sente tranquilla, non si sente sicura, non completamente. Andrebbe a ricreare davanti al proprio corpo, al proprio petto, il sigillo della capra. Le mani verrebbero avvicinate tra loro, con i palmi che si sfiorano e le dita che si incrociano, riproducendo la figura richiesta. Cercherebbe di occludere i sensi da tutto, per potersi concentrare, per poter essere momentaneamente isolata e raggiungere il punto stabilito. I ricordi riguardanti il suo passato, le immagini inerenti all’attuale presente e quelle di un futuro mutato, plasmato, ricreato. Immagini che passano e vengono cancellate, come se avesse un cancellino dentro la propria mente. I rumori che la circondano in questo luogo: il rumore dei passi dei suoi familiari, di scricchiolii del legno, delle voci che continuano a passare dentro la propria testa, le sue mani che tamburellavano poco prima al di sopra del comodino. Vorrebbe eliminare tutto questo e procederebbe con la parte successiva, con una concentrazione che dovrebbe essere raggiunta ormai. Proverebbe a ritrovare la forza mentale: astratta e invisibile, a cui lei dona sempre un color blu scuro, intenso ma meraviglioso. E, assieme a essa, dovrebbe riuscire a ritrovare la forza fisica: concreta, visibile, tangibile, a cui lei dona sempre un leggerissimo color giallo, delicato. Tenterebbe di fonderli insieme, di donare a entrambe un’unica entità, un’unica realtà, un’unica essenza. Il tutto per poter impastare il Chakra, il tutto per poter spingere il Chakra in parti eque in giro per il corpo e poterlo utilizzare a tempo debito. Attaccato al braccio sinistro, nel suo fodero, troviamo un coltello e un fumogeno è allacciato alla cintola dei leggins. Si trova sulla riva di questo luogo incantevole, un luogo storico, riva di un lago che ha visto molto negli anni passati. Il torneo è ormai alle porte, lei fa parte dei partecipanti. Sguardo lilla che rimane posato a ridosso dell’acqua cristallina, il suo riflesso che viene osservato, contemplato, memorizzato. [Coltello x1 – Fumogeno x1][Attivazione Chakra: 30/30]

19:30 Sosachi:
  [Cascata] Konoha, terzo Paese visitato dal giovane Doku, che scoppi anche qui una rivolta? Speriamo di no. Il torneo è alle porte, è emozionato, è un modo per misurarsi con gli altri ninja, con gli altri shinobi di Kusa e di Konoha. Ne conosce alcuni iscritti, ma altri mai sentiti nominare una volta. La serata è fresca, il cielo è limpido ed il sole sta tramontando. Non conosce il villaggio, ma si è fatto dare qualche dritta sui luoghi da visitare e da tenere in considerazione per una gitarella fuori porta, nel caso fosse necessaria per schiarirsi le idee. Indossa per l'occasione una maglia bianca aderente, sopra un giubbotto di pelle - un chiodo, per intenderci -, dei jeans e delle scarpe blu, da ginnastica, comode. La serata sicuramente è dalla sua, il tempo non è assolutamente avverso, anzi. Non ha nulla da fare, vuole solo passeggiare. Ciononostante, ha un certo livello di attenzione: non conosce l'ambiente e i suoi cittadini. Per ora, meglio prestare attenzione e soprattutto non fare troppo lo scemo, per adesso. Non sa che alle cascate vi sia Natsumi. Le mani sono in tasca e lo sguardo fisso verso l'orizzonte. Vede quella gigantesca massa d'acqua scendere dai fianchi di Madara ed Hashirama Senjuu, impetuosa e indomita. Vede, una figura assai gradita, Natsumi che, quasi per coincidenza, si trova li. E' assorta nei suoi pensieri, o così pare essendo completamente immobile e ferma. Si trova a 10 metri alle sue spalle. Cerca di avvicinarsi senza fare rumore alcuno, fa molto piano, quasi come se stesse camminando in una vetreria e come se non volesse rompere nulla. Nel caso, quindi, si fosse avvicinato abbastanza andrebbe a prenderla alle spalle mettendole le mani sulle braccia e facendo finta di spingerla dentro < Occhio che cadi! > Le dice, e basta, in attesa che si volti e che gli dica tutto quello che le frulla nella testa. [chakra off]

19:46 Natsumi:
  [Riva] Assorta nei suoi pensieri, assorta in quelle immagini che le continuano a passare davanti agli occhi senza sosta. L’ultima missione che continua a frullarle nella memoria in un loop impazzito, quella pelle che tira a ridosso della schiena, che le procura ancora qualche smorfia a ridosso delle labbra rosse. Ha fatto male i calcoli e li ha pagati tutti, sebbene sia ancora viva e respiri senza alcuna difficoltà. La sua immagine riflessa continua a rimanere il centro della sua attenzione, nonostante sia uno sguardo perso nel vuoto, con qualche barlume di lucidità che torna di tanto in tanto. Non deve abbassare la guardia, non in un luogo sconosciuto, ma non decide l’andamento del suo cervello. Un movimento brusco, poco dopo, giungerebbe dalle spalle dalla giovane, ritrovandosi con le mani del Doku sulle proprie braccia e la mano destra che si alza verso il petto, all’altezza del cuore. Riconoscerebbe ovunque quella voce, ma lo fulmina per un brevissimo istante con le iridi lilla. Lo fissa e riprende fiato, prima di prendere parola <Ma sei impazzito?! Mi fai morire di crepacuore così…> seria, diretta. Si volterebbe completamente verso di lui, osservandolo da capo a piedi e porterebbe il viso ad avvicinarsi lentamente al suo, rimanendo a una spanna dal suo naso e dalla sua bocca. A quella distanza, andrebbe a pronunciare <Hai saputo cosa mi è successo?> delicata e mortificata, dato che l’altro è sicuramente a conoscenza di quei dettagli, sulla sua missione. Sguardo lilla che osserverebbe le sue labbra e torna sui suoi occhi subito dopo. Mille emozioni stanno passando all’interno del suo animo, del suo cuore, della sua mente. Non sa nemmeno lei cosa pensare, non sa nemmeno lei cosa provare. La mano destra verrebbe portata verso il petto del biondo, a volersi appoggiare nella zona dove batte il cuore, senza dire nulla, senza accennare suoni o pensieri. Ha avuto modo di contemplare ogni dettaglio dei loro incontri, di quel nomignolo che le è stata affibbiato da lui, di quel veleno che è parte dell’essenza del Doku. Veleno di scorpione che le ha causato alcuni scompensi nel suo sistema circolatorio, fin quando la dottoressa non le ha iniettato l’antidoto per pulire ogni singola traccia di quel prodotto nocivo. Lui non le farebbe del male, sa che non la avvelenerebbe volutamente e sa che lui è…diverso dagli altri. [Coltello x1 – Fumogeno x1][Chakra On: 30/30]

19:53 Sosachi:
  [Cascata] Le fa prendere un bello spavento, poco importa: mica è morta. Ad ogni modo molla la presa, per permetterle di girarsi e di portarsi di fronte al giovane Doku che la guarda fissa negli occhi lilla. Lei si avvicina pericolosamente a lui, li separeranno circa venti centimetri, o forse anche meno. Per questa motivazione comincia a sentire caldo, è agitato anche lui ma poi prende l'iniziativa: deve liberarsi dall'impiccio della cosa, dalla situazione che ormai è solo imbarazzante per lui e non per lei. < Eh .. > Dice sorridendo e grattandosi la destra con la mano sinistra < .. mi conosci, e poi ti è andata male a trovarti qui. Ho pensato che avrei potuto farti cadere in acqua, ma non l'ho fatto. > Sorride. Ad ogni modo è vicina a Sosachi, il quale alla fine cede. Si avvicina dandole un bacio sulle labbra che vengono portate a contatto con quelle della ragazza e poi staccate. Potrà sentire il batticuore, ma alla fine passa tutto. Qualche attimo per poi staccarsi. < Ni > Dice come se non fosse successo nulla poco fa < Cioè so che ti era successo, ma raccontami meglio. > Le dice prendedola per mano e facendole fare qualche passo sulla riva prima di sedersi in terra. Il sole sta tramontando e rende tutto più poetico. [chakra off]

20:12 Natsumi:
  [Riva] E’ tutto così strano, è tutto così snervante, è tutto così meravigliosamente snervante. Pochi centimetri a separare il volto dei due giovani, una vicinanza pericolosa. Molto pericolosa. Mano destra che rimarrebbe sul petto dell’altro, sentendo il cuore che comincia a martellare forte, come se volesse uscire. Riuscirebbe a leggere l’imbarazzo, anche lei si trova nella stessa situazione, divenendo leggermente paonazza in volto. <Potevi farmi cadere in acqua. Ma poi, dovevi salvarmi…> cerca di sdrammatizzare la cosa, giusto per seguire l’andamento emotivo del Doku. Un sorriso leggero, a fior di labbra, prima di essere presa in controtempo e sentire le labbra del biondo sulle proprie. E’ la prima volta che bacia un ragazzo, è la prima volta che sente qualcosa di nuovo, è la prima volta che si sente veramente bene nel cuore. Accoglie quel bacio fugace, ricambia quel gesto delicato e fisserebbe il ragazzo subito dopo. Il suo primo bacio. I ricordi della missione riaffiorano in breve tempo, spostandosi con lui verso una zona vicina della riva. Si siederebbe per terra assieme all’altro, tenendolo ancora per mano, appoggiandosi con la testa contro la sua spalla destra. Inizia a raccontare, a spiegare i suoi errori <Ero in missione con un ragazzo, un certo Shitsui. Stavamo perlustrando la zona del Deserto, tra Kusa e Suna, e a un certo punto sprofondo per pochi istanti nella sabbia, con la gamba. Nell’esatto momento in cui la estraggo, piccoli scorpioni escono dal buco e iniziando ad attaccarci. All’inizio credevo di risolvere in modo indolore il tutto, ma invece mi sono ritrovata con una puntura nel piede destro e le prime gocce di veleno in circolo per il mio corpo. Poco dopo, convinta di averli fatti fuori, faccio un passo falso e mi ritrovo con il pungiglione di uno scorpione più grande all’interno della schiena. Altro veleno, altro sangue. Credevo di morire, credevo di essere giunta alla fine…> si scosterebbe un attimo, alzandosi appena la maglietta, di spalle, per fargli vedere le bende bianche che ancora coprono il busto e quella cicatrice che rimarrà per sempre. Pochi secondi, prima di tirare giù il maglione e osservarlo di nuovo in viso, cercando di intrecciare la mano sinistra con la destra del biondo. <Alla fine le ho tagliato la testa con il bisturi e l’altro ragazzo ha dato il colpo di grazia allo scorpione gigante. Tre dottoresse mi hanno curata e mi hanno eliminato il veleno dall’organismo> veleno. Sangue e veleno. <Me la sono vista brutta, ma sono ancora qui e sono ancora viva> sorride, spontanea, con una dolcezza infinita. Una dolcezza che non ha mai avuto prima d’ora, con quel bacio che ha fatto scattare una molla nella sua esistenza e la vuole tenere tutta per sé. [Coltello x1 – Fumogeno x1][Chakra On: 30/30]

20:29 Sosachi:
  [Cascata] La ragazza pare sciogliersi, pare molto contenta della cosa. La luna nel frattempo è salita alta in cielo prendendo il posto del sole, comincia a diventare tutto più scuro e senza alcuna ombra di dubbio anche più pericoloso, essendo un terreno ostile e sconosciuto. < Non sai nuotare? > Chiede alla domanda sul salvataggio. Poi fanno quei passi e si accomodano sulla riva. < Ah Suna! Dicono faccia caldo lì, sicuramente c'è da prendere il sole tutto l'anno! > Sembra non fare molto caso ale parole di Natsumi. < Shitsui? Si, l'ho conosciuto una sera, l'ho shakerato un po' come si fa con le persone poco note. Mi sembra un ragazzo a modo, no? > Chiede. < Capisco, beh, non devi avere paura del veleno. Guarda me! Io sono imbottito di veleno fino al coooollooooooo > Farebbe il verso del fantasma sebbene i fantasmi non avvelenino < Comunque sia, non ero lì con te come l'ultima volta ad Ame, ma ti fai prendere dall'agitazione. Stai calma, sei bravissima e te la sai cavare, non devi farti prendere dal panico, ma soprattutto devi prestare attenzione alle cose che ti stanno intorno, all'ambiente circostante. > Sorride < Ricordi Ame? Ecco, mi stava prendendo in testa un fulmine, non avevo molte chances di farcela ed il terreno faceva schifo, la cosa che ho pensato è stata scivolare sulla terra, sul fango. Spesso le idee più stupide e meno ragionate sono le più efficaci. > Poi la guarda. < Comunque perdere serve a crescere .. Guarda! > Direbbe mostrandole il collo, in particolare la cicatrice subita in un combattimento con dei lupi < Vedi? ho cercato di strafare, ma mi sarebbe servito semplicemente fare una cosa molto sempice e queste sono le conseguenze. > Poi fissa lo specchio d'acqua < Sei pronta per il torneo? Farò il tifo per te > Sorride rimanendola a guardare negli occhi, sta volta più distanti di prima. Il torneo lo spaventa, ma è un argomento che deve esorcizzare e deve far passare più in fretta possibile, altrimenti uscirà subito. [chakra off]

Sosa a cena

20:54 Natsumi:
  [Riva] La scioltezza non è un fattore che intacca particolarmente la mente e l’animo della Goryo. No. La sua non è una dolcezza comune, non è quella tipica dolcezza che intacca il cuore di una donna innamorata, di una donna invaghita, di una donna colta impreparata in un momento delicato e romantico. No. La sua è una delicata innocenza, un’innocenza che pochi le affibbierebbero. Nega con la testa alla prima domanda <So nuotare, ho imparato da sola. Però avrei fatto finta di annegare> una piccola linguaccia tra le labbra, per prendersi gioco del Doku. Si sente diversa con lui, si sente libera di fare ogni cosa in sua presenza. <Sì, faceva parecchio caldo in quel deserto. Nulla di insopportabile comunque… se rimani lì solo per un giorno> altrimenti cuoci fin dentro le ossa. <Sì, è un ragazzo tranquillo ma molto discreto e molto deciso quando la situazione lo richiede. Senza di lui, non avremmo sicuramente completato la missione> dato che lei ha sbagliato troppe cose. Troppi errori di valutazione. Annuirebbe appena a quella considerazione sul veleno, sorridendo leggera poco dopo <Ma tu non mi avveleneresti senza un motivo. E sento che non lo faresti mai nei miei confronti…> una sensazione, un’emozione che traspare di tanto in tanto. Un altro segno di assenso verso di lui, verso le sue parole. Considerazioni vere, considerazioni valide, considerazioni colmi di esperienza, più di quella che possiede la Goryo. Guarderebbe quella cicatrice presente sul suo collo, allungando appena la mano sinistra in quella direzione per lambirla. Un tocco delicato, appena percettibile, quasi a voler seguire la linea di quel danno. Non vuole forzare, ma vuole capire, vuole percepire le cose nuove, le cose sconosciute. Prima di rispondere alla domanda successiva, tuttavia, gli poggerebbe la mano destra sulla guancia sinistra, abbassando dunque la sua mano sinistra dalla cicatrice altrui. Un tocco fugace, un tocco voluto, un tocco emozionale. Un tocco che sa di forza, che sa di nuovo. Un tocco leggero prima di avvicinarsi lei questa volta, a coprire tutti i centimetri che li separano, e poggiare le proprie labbra su quelle del biondo. Socchiuderebbe appena gli occhi, assaporerebbe questo momento, sempre che l’altro accolga questa sua spontaneità. Lunghissimi istanti, lunghissimi momenti, prima di staccarsi e riprendere a parlare <Sì, sono pronta e carica. Non vedo l’ora di cominciare, di dimostrare che imparo dagli errori> determinata, decisa, sicura. Lei vuole essere la migliore, vuole mostrare che l’esperienza comincia a dare i suoi frutti. <E tu? Partecipi vero?> cerca di constatare il fatto, per avere una certezza. <Tu sei più bravo di me. Andrai sicuramente più avanti della sottoscritta> non si sminuisce, ma ha visto con i propri occhi le capacità esecutive del Doku su un terreno difficoltoso e scivoloso. Testa che torna ad appoggiarsi sulla spalla destra del biondo, con la chioma lilla che lambisce appena la giacca di pelle dell’altro. Si sente bene, sta bene e questo è impagabile per lei. [Coltello x1 – Fumogeno x1][Chakra On: 30/30]

21:30 Sosachi:
  [Cascata] Guarda la luna affacciarsi su quello specchio d'acqua, vede come se fosse una sorta di trappola per le allodole, è affascinato da quella luce, lo cattura, lo ipnotizza, lo attrae. Chissà come sarebbe essere talmente forte da arrivare a raggiungerla, come se fosse l'unica cosa che conta. Rimane praticamente a fissare quel disco bianco in mezzo all'acqua, lo guarda mentre le onde increspano quella figura, quella silhouette. < Beh, fa freddo, mi sa che saresti dovuta tornare a riva da sola madame! > Sorride, in realtà gli interessa molto la faccenda del torneo e dei suoi partecipanti < Chissà come sarà affrontare altri giovani ninja, sicuramente sarà un'emozione diversa dal prendere parte ad una semplice missione, non credi? > Le chiede < OCCHIO! HO L'INNATA ATT- > Cercherebbe di dire per farle prendere un terzo infarto, prima di trovarsela di nuovo lì, per la seconda volta davanti a sè e per la seconda volta riprova quelle medesime sensazioni < Attivata .. > Dice, quasi inutilmente, una volta che si fosse allontanata. < Si, io partecipo. Ma ho molta paura, paura di deludere tutti, di deludere chi vede in me un valido compagno. Non ci giurerei, sono tutti disposti a fare di tutto per passare, sarà una bella sfida senza esclusione di colpi, sicuramente ci sarà da sudare e ci sarà da darsi da fare. > Stringe il pungo e lo porta davanti al petto < Ed io non mi tirerò indietro! > Alza il tono questa volta, deciso, deciso a dare il massimo, e poi si vedrà. L'importante è dare sempre il 100%, senza recriminarsi mai nulla, altrimenti quella sarebbe la vera sconfitta. < Ma se ci trovassimo a doverci fronteggiare l'uno contro l'altra. Tu cosa faresti? Se fossimo in finale penso che ti lascerei vincere, non vorrei poi batterti e farti davvero male con il mio veleno, altro che quello scorpione là. Io sono pericolosssssssso > Sibila le "s" come un serpente, sebbene sia più una lucertola che un vero e proprio serpente, ma i luoghi comuni sono radicati nelle nostre tradizioni, per cui adattiamoci. [chakra off]

21:47 Natsumi:
  [Riva] E’ un luogo incantevole, un luogo particolarmente affascinante, un luogo particolarmente romantico. Un luogo che non dovrebbe essere romantico dati i temi a cui quelle statue immense riportano. I loro riflessi si specchiano vivi nell’acqua, si specchiano vivi e mostrano quello che sono: due giovani ninja, inesperti di sentimenti ma esperti di sensazioni istintive. Si deve ragionare, ma bisogna lasciarsi andare ogni tanto. <Oh, davvero? La ringrazio per la sua galanteria, messere> scherza su quel tema, dato che ormai si stanno prendendo in giro bonariamente. Non risponde nulla riguardo i partecipanti, soprassedendo per qualche secondo e senza prendere seriamente quelle parole che butta fuori poco dopo. Lo bacia, comunque, andando oltre all’innata attiva o meno. Rischia, con lui si sente di poter rischiare, di poter essere davvero libera dagli stereotipi. Negherebbe un attimo con la testa alle parole che seguono, di quella paura plausibile, di quella paura sana, di quella paura che porta adrenalina nelle vene. <Sono sicura che non sfigurerai, con nessuno. Sono certa che farai in modo di essere all’altezza, di essere come tu vuoi davvero apparire> sincera, tranquilla, lasciandosi annegare nelle emozioni positive. Non aveva mai provato tutte queste cose e questo le fa solo bene all’umore. <Se dovremmo scontrarci, voglio uno scontro alla pari e non voglio che tu mi faccia vincere. Devi battermi, devi fare quello che devi, devi dimostrare di andare fino in fondo. Non voglio essere avvantaggiata da te, voglio uno scontro equo, uno scontro per dimostrare che siamo all’altezza> dolce e decisa allo stesso tempo, con la mano destra che si alza ancora una volta verso il viso dell’altro. <E se dovrai avvelenarmi per vincere, accetterò la conseguenza. Sono certa che non mi farai morire in atroci sofferenze> è sicura, voce seria e ferma, di una donna che è rinata, ancora una volta. <Mi vedrai nel mio aspetto nuovo, ma sarò un aspetto solo esteriore. Anche quella persona è parte di me, la parte combattiva del mio spirito. Io ti accetto per quello che sei, con il veleno che porti in corpo, con il sangue che porti in corpo. Sii sempre te stesso con me> una confessione d’amore, diciamo. Non è facile dire quelle cinque lettere in successione, ha paura di mettere in imbarazzo il biondo. <Sono dovuta crescere da sola e mi sono sempre guadagnata tutto quello che ho> conosce la storia della Goryo, gliel’aveva già accennata. [Coltello x1 – Fumogeno x1][Chakra On: 30/30]

21:57 Sosachi:
  [Cascata] Che siano gli specchi d'acqua a renderli così? Il primo incontro? C'era uno specchio d'acqua, al carnevale? Pioveva. La riva è vicina e se fosse stata primavera un tuffo se lo sarebbe fatto. E' alla mercè della ragazza, ormai ha rotto il ghiaccio e non ha più paura. Sorride, si trova bene con lei. < Il mio terrore sono le illusioni, perdere il contatto con la realtà, rimanere alla mercè dei propri nemici, non sapere più chi si è e chi non si è. Un .. > Pensa a Kimi < .. un'amica mi ha detto che in questi casi dovrei portarmi dietro un oggetto che so come funziona e con cui potrei valutare la realtà e capire se sia dentro un'illusione o meno. Oppure usare le mie doti innate > Il veleno, può sempre aiutarlo. < Da Kusa arrivano validi ninja, ma non so Konoha, non conosco quei personaggi e non so che doti possiedano. Anche se ho paura possa capitare qualche cosa in questo torneo. > Ha una strana sensazione al riguardo < Va bene, allora facciamo così. Se dovessimo andare uno contro l'altra, qualunque sia il match daremo il massimo. Ci sfideremo com'è giusto che sia. Ma chi vince .. > Sorride avvicinandosi di nuovo al suo volto, ma questa volta < .. potrà prendere in giro l'altro per il resto della sua vita, intesi? > Sorride per poi riportarsi seduto. < Ecco, però non è giusto .. > Fa la voce triste < Tu sai come sono io e io non so nulla di te. Chi è la tua parte combattiva? Ah vorrei vedere che mi accetti, scusa, chi mi può resistere? > Dice avvicinandosi e dandole un bacio ancora. Si sente in colpa per averla lasciata sola a Suna, ma d'altronde lui non era stato convocato per la missione. [chakra off]

22:28 Natsumi:
  [Riva] Il carnevale, il loro primo incontro ufficiale. Il carnevale, un’occasione come un’altra per un primo appuntamento. Il carnevale, il giorno in cui Sosachi ha regalato a Natsumi la maschera a forma di testa di cavallo. Un regalo che ha accettato di buona lena, un gesto che ha apprezzato a modo suo. Ha iniziato a vedere qualcosa di nuovo in quel giorno, qualcosa che l’ha portata a sentirsi bene in sua presenza e ad aprirsi, senza nascondere nulla. <Al mio esame per divenire Genin sono incappata in un’illusione, senza riuscire a percepire la vera natura dello scontro. Ho fallito miseramente, ma il Sensei ha apprezzato i miei tentativi e mi ha comunque permesso di divenire quella che sono oggi> sorride appena, spiegando un poco quel trascorso. <Può capitare davvero di tutto negli scontri che verranno perché ognuno ha i suoi punti di forza, i cavalli di battaglia. Ma la gente possiede anche punti deboli e bisogna cercare di trovare il punto da colpire, la sensazione su cui porsi con estrema attenzione. La paura fa parte di noi, altrimenti non saremmo esseri umani> lei ne ha molta, in diverse occasioni. Le parole che seguono la farebbero sorridere appena, socchiudendo per un attimo gli occhi e rispondendo, poco dopo <Va bene, d’accordo. Non mi tiro indietro> sicura e schietta, con una determinazione delicata ma ferma. La domanda che segue, però, la farebbe sentire un attimo colpevole. Non gli ha mai spiegato veramente chi è o, meglio, cosa è. Non è colpa dell’altro se lei si è fatta male durante l’ultima missione, deve cavarsela anche senza il supporto del Doku. Quel bacio viene accolto, un ghiaccio che ormai si è sciolto completamente e che lascia correre il cuore dentro al petto. Libero, senza limiti. Lo fisserebbe negli occhi, poi, in quegli occhi azzurri che specchiano la sua anima in un certo senso. Rimane a pochissimi centimetri dalle sue labbra, prima di raccontare <Qualche tempo fa, in una missione, sono stata assalita da cinque banditi. Ero assieme alla compagna che mi aveva affidato, una Chunnin. Lei si stava sbarazzando di due di loro, mentre io dovevo mettere fuori combattimento altri due, prima di poter arrivare al capo> fa male ricordare, ma doveva uscire tutto questo prima o poi. <Non sono riuscita a essere incisiva, mi hanno bloccata facilmente e hanno usato il mio coltello per aprirmi una ferita al fianco sinistro. La mia compagna è riuscita a salvarmi appena in tempo, mettendo fuori combattimento anche gli uomini che mi hanno assalita…> racconta di Ruby, in modo sottinteso. <Mi ha trasportato d’urgenza da una donna che lei conosceva, una donna che è stata la mia salvezza, la mia rinascita. Ha permesso al mio sangue di rigenerarsi, di divenire nuovo, facendo svanire il dolore del taglio e ricucendo quel taglio. Ed è così che sono diventata quella che sono. Quel sangue nuovo che scorre in me… quello mi permette di divenire quella ragazza che hai visto in missione…> Sumi, la sua parte più inconscia. <Quando prendo quell’aspetto, mi sento più sicura, mi sento più determinata, mi sento più forte e più consapevole di quello che posso fare. Sono sempre io, sono sempre Natsumi> sorride al termine, finendo di raccontare tutta la verità, tutta la realtà. Lei è sia la ragazza dai capelli lilla, sia la ragazza dai capelli corvini e dagli occhi verdi. Rimane a quella distanza molto ravvicinata dalle labbra altrui, con le iridi lilla che potrebbero luccicare al riflesso chiaro della luna. [Coltello x1 – Fumogeno x1][Chakra On: 30/30]

22:48 Sosachi:
  [Cascata] Natsumi pare aprirsi particolarmente ora con Sosachi. < Beh, il mio esame genin ho dovuto affrontare una sottospecie di energumena che praticamente mi stava mettendo alle strette, ma alla fine ce l'ho fatta. Nulla di più semplice, per il più .. > Ci pensa < Beh, io vado dove ci sono le rivolte, quindi il "latore di rivolte" può essere il mio soprannome. > Sorride. < Si, certo. Non sbagliassimo mai saremmo dei Kami e per ora ce n'è di strada da fare. Già il rango di chunin mi sembra una sorta di ostacolo inarrivabile. Devo però farcela, se ci arrivo ti pago una cena! Questo è poco ma sicuro Nat! > Sorride. Le afferra la mano, la sente fredda. < Hai freddo? Hai le mani fredde! > Dice, ma potrebbe essere semplicemente la differenza di temperature corporee dei due giovani. Pensa al loro primo incontro, diverso sicuramente rispetto ad adesso e a quello che è passato da quel momento. Missioni, scontri, avventure, storie particolari e soprattutto molto strane, almeno per il clan Doku. < Io invece ho scoperto di essere tossico come la peste quando praticamente ho dovuto sedare una specie di rissa. Stavo affrontando un tizio e nella foga della lotta ho risvegliato il mio potere. L'ho messo al tappeto e mi aveva aiutato una ragazza del clan che ora non c'è più, non so che fine abbia fatto, ma mi è stata vicina negli allenamenti poi. > Si riferisce a Misa. < Penso che alla fine le cose si sistemeranno come sempre e ci sarà soltanto da essere felici e non tristi. Un giorno vorrò diventare davvero qualcuno ed essere un punto di riferimento, un po' come è adesso il Kage. Cioè puntare ad essere un esempio per la gioventù e per il popolo. Una persona da ammirare e quasi venerare, ma non in modo ossessivo e snaturato. > Quindi conclude. [chakra off]

23:04 Natsumi:
  [Riva] Ascolterebbe le parole dell’altro riguardanti il suo esame Genin, la difficoltà a cui ha dovuto far fronte per cominciare quella scalata. Ognuno ha avuto il suo “battesimo”, la sua prima esperienza diretta con un avversario. Un primo scontro per iniziare a costruire la pellaccia, la forza di volontà, la capacità del ragionamento sotto pressione. E’ felice di aver raccontato la sua storia, di averlo reso partecipe della sua realtà, della sua esistenza. Deve essere così e solo con lui, lei è così. <Ci conto eh. Devi diventare Chunnin, devi dimostrare che sei all’altezza di tutto, che darai sempre fondo alle tue capacità. Sei un ragazzo sveglio, sono sicura che ci arriverai presto> lo elogia, con sincerità e spontaneità. Sente la mano dell’altro, stranamente calda rispetto alla propria, ma la temperatura esterna comincia a essere pungente sulla pelle rosea della Goryo. <Sì, sento un pochino di freddo.. ma solo alle mani> esterna, sicura. Ascolta, poi, il racconto dell’altro e di come abbia scoperto di essere un discendente Doku. Un discendente del veleno, veleno tossico. Sorride appena, ognuno ha il suo destino, ognuno ha il suo sangue che constata la vera essenza dello spirito. Le ultime parole, poi, la farebbero quasi illuminare d’immenso, quasi vedesse una sorta di maturità in quel giovine dai capelli biondi e dagli occhi azzurri come l’acqua cristallina. Quando termina quelle parole, gli donerebbe un ultimo bacio, più lungo, a suggellare questa serata, a fargli capire che lo appoggia, che prova davvero qualcosa di serio per lui. <Torniamo indietro?> una richiesta semplice. Una richiesta che, se viene accolta, porterebbe la Goryo a rientrare al suo alloggio al centro di Konoha assieme al Doku. <End> [Coltello x1 – Fumogeno x1][Chakra On: 30/30]

23:08 Sosachi:
  [Cascata] Comincia a fare effettivamente fresco, il vento comincia a salire e sicuramente la situazione peggiora in termini climatici. Sente dei rumori, che sia uno scontro? Andrà a vedere < Sicuramente, è una promessa e le mantengo io le promesse, ricordatelo. > Sorride per poi alzarsi e aiutare la ragazza < Andiamo a casa, ti accompagno. Poi penso mi farò un giro all'arena a vedere se stanno combattendo. > Poi guarda la ragazza < Tu vai a riposarti, quelle ferite potrebbero darti fastidio e quindi è meglio che ti riposi ancora. > Sorride per lasciarsi andare a Natsumi ancora una volta prima di riaccompagnarla ai suoi alloggi [END]

I due si trovano alle Cascate. Iniziano a parlare, si baciano e cominciano a confessarsi a vicenda. La dolcezza çwç <3