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Come Sasuke ~

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con Kaori, Raido

10:26 Kaori:
 Il ritorno a casa è stranamente silenzioso. La mente di Kaori è piena, colma e ricca di pensieri. Quella giornata è stata ben più soverchiante di quanto non avrebbe creduto ed una preoccupazione gelida fa scivolando nel suo corpo ad ogni passo. Adesso che stanno tornando a casa dall'arena che ha presentato i partecipanti al torneo dei villaggi non ha più molto a distrarla dalle scoperte di quel giorno. Il simbolo nero sul corpo di Raido è il sigillo maledetto di Orochimaru. Lo sapeva quando gli è stato impresso? Lo ha richiesto lui? Gliel'hanno messo contro la sua volontà? Perchè non gliene ha parlato? E perchè, lei, non ha voluto chiedere di più fino a quel momento? Si era sempre detta che temeva in qualche modo di ferirlo nel chiedere informazioni su un qualcosa che gli causava sempre così tanto dolore, ma la verità è che aveva paura di ferire se stessa nello scoprire qualcosa di terribile. Come in questo caso. Se c'è di mezzo il potere di quel particolare Sannin allora non c'è niente da sottovalutare, niente di buono all'orizzonte. Avanza a passi ritmati, cadenzati, senza quasi badare a ciò che accade attorno a lei. Raido è al suo fianco ma i di lei pensieri sono tutti incentrati attorno a quel simbolo che fin troppe volte ha visto brillare di una luce sinistra. Lo ha sempre visto capace di controllarlo, l'ha visto attivarlo solamente in due occasioni ed in entrambe era stata una sua scelta, ma cosa sarebbe accaduto se un giorno non fosse più riuscito a farlo? Cosa sarebbe successo se quel maledetto affare avesse guadagnato potere per ogni volta che lui l'avesse utilizzato? Il solo pensiero la fa rabbrividire. Non può sopportare di pensare alla possibilità di perderlo o di vederlo sofferente, non può accettare l'idea che possa succedergli qualcosa. E lei, se qualcosa di simile fosse accaduta, non avrebbe potuto far nulla per proteggerlo. Non avrebbe potuto contrastare una forza che già risiede e vive nel di lui corpo. Impotente, inutile, non avrebbe potuto far altro che vederlo combattere quella forza. Da quella mattina Kaori indossa una semplice maglietta gialla con uno scollo a barca che lascia ambo le spalle scoperte e che ricopre il suo busto dritto mentre un paio di semplici pantaloni scuri le fasciano le gambe. Nessun'arma con sé, nessuna tasca porta oggetti. Solo il chakra ben vispo e bruciante nel corpo ed il coprifronte della Foglia legato attorno alla gola. All'anulare sinistro poi è come sempre presente il suo anello di fidanzamento mentre ai piedi porta un paio di ballerine basse ma comode di un nero lucido. I capelli neri ancora sfilacciati e dalle ciocche irregolari iniziano lentamente a ricrescere ma sono ancora decisamente corti per quello che è sempre stato il suo solito taglio e si poggiano con le loro punte sulle spalle nude. Arriva dinnanzi la porta di casa aprendola con fare meccanico, sovrappensiero, tenendo lo sguardo fermo dinnanzi a sé ma senza vedere realmente nulla di ciò che le si para davanti. [chakra: on]

10:40 Raido:
  [Pressi Casa] Quel giorno si presenta molto teso, privo di qualsivoglia emozione, la tensione tra loro è palpabile e quel silenzio li opprime in un modo strano come se ci fossero domande che non vogliono uscire dalla bocca della ragazza e ci fossero risposte che non devono essere date per mantenere il quieto vivere di entrambi. Quella mattina ha fatto le ricerche sui serpenti, ha ricercato qualcosa che si collegasse a Orochimaru e che gli permettesse di capire di più, di provare ad avere di più. Tante sono le informazioni che cerca ma il solo fatto che tutto viene ricollegato a Orochimaru, spaventa Kaori, la spaventa terribilmente. Non sa come poterla confortare, assicurargli che non ha niente da temere e che sa quello che fa, sa come controllarsi, sa quando continuare e quando smettere, sa quando può fare qualcosa e quando no. Ha 27 anni, ha raggiunto la maturità da un pezzo oramai e ha superato la soglia di saggezza che vi è tra i giovani della sua età. Ha vissuto più esperienze di chiunque altro e sa come comportarsi in quasi tutte le occasioni. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare il petto nudo del giovane. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Alla vita, dalla parte sinistra ha una katana, una nuova dopo l'abbandono di quella vecchia mentre sulla schiena vi è la samehada. E' andato a prenderla prima di dirigersi ai campi di addestramento, giusto per dimostrare chi è e magari sperare che i suoi avversari si ritirino dal torneo quanto prima. Ha poca voglia di combattere e quella presentazione gliela sta facendo passare ancor di più. Le strade serali sono silenziose, non hanno spiaccicato mezza parola, non si sono toccati, non si sono nemmeno guardati, hanno proseguito il cammino nel più completo silenzio aspettando di arrivare a casa dove potersi rilassare, tornare a stare bene. La porta della casa si presenta scura così come l'interno di essa, l'oscurità vive sovrana mentre il Jonin varca la soglia della porta entrando, finalmente, nell'abitacolo. Slaccia la cinta con la katana appendendola all'appendiabiti, la samehada viene tolta dalla schiena e poggiata contro il muro; si libera di tutti gli arnesi, di tutto ciò che gli ingombra i movimenti e il quieto vivere ma ancora non parla, preferisce restare in silenzio. Non sa cosa passa per la mente della Hyuga in questo momento o forse si. [Chk on]

10:51 Kaori:
 Silenzio. Un silenzio teso, snervante, che non mantiene volontariamente fra loro. Non è arrabbiata, non è nervosa, è solo profondamente preoccupata ed immersa in pensieri soverchianti. Non vuole distanziarsi da lui, la sua mente è colma della figura del jonin in questo momento, ricca di Raido più che mai. Ma è distratta da tutti quei pensieri cupi e torbidi che si rincorrono nella sua mente e quasi non s'avvede del fatto che lui è concretamente accanto a sé. Vivo, in buona salute. Vicino. Assurdo come la paura faccia perdere di vista le cose più vicine, eh? Si ritrovano ad entrare in casa accompagnati ancora da quel fastidioso ed opprimente silenzio e, solo quando il jonin va richiudendo la porta e liberandosi delle sue armi, Kaori par risvegliarsi da quel torpore nel quale s'era sentita precipitare. Torna presente a se stessa, vigile, e schiudendo le labbra porta lo sguardo sulla figura dell'Oboro accanto a sé. L'osserva per lunghi silenziosi attimi senza muoversi, senza dir nulla, senza avvicinarsi, pensando a quanto profondamente abbia bisogno di lui, quanto non possa sopportare e tollerare la sua assenza, la sua distanza. Vorrebbe proteggerlo, vorrebbe saperlo costantemente al sicuro. Vorrebbe che le proprie braccia fossero abbastanza forti da poterlo difendere da qualsiasi cosa. Sospira appena, piano, prima di muovere quei pochi passi che li tengono divisi e cercare di affondare il viso sul suo petto, sul kimono che ha indosso. Tenterebbe di cingere il suo busto con le mani abbracciandolo, tenendolo stretto a sé. Un modo per aggrapparsi a lui, per essere certa che è davvero lì, con lei, e che non sarebbe sfumato via. Ancora travolta e turbata dagli avvenimenti degli ultimi mesi, ancora fragile dentro di sé per quanto cerchi in tutti i modi di essere normale, di essere serena. <Devi cercarli per forza...?> domanda, alla fine, senza guardarlo in viso, tenendo lo sguardo basso, chino, e la voce sottile e appena malinconica. Sa che lui capirà a cosa si sta riferendo, sa anche quale sarà la sua risposta, eppure ci prova ugualmente, ci prova lo stesso. [chakra: on]

11:07 Raido:
  [Pressi Casa] Il silenzio perdura nel tempo tra i due, nessuno parla e fiata, nessuno va a dire ciò che pensa o ciò che passa per la testa. Non sa nemmeno lui cosa sta succedendo ma quella mattina tutto si sarebbe dovuto risolvere, tutto sarebbe dovuto cessare. Ciò che è successo in biblioteca è ancora vivo nella di lui mente; dopo che l'ha vista così preoccupata, così giù per le ricerche che hanno svolto, l'ha presa, l'ha baciata cercando di rincuorarla, di farla stare bene, di privarla di tutte quelle preoccupazioni che la colpiscono. Forse non è un modo giusto per consolare qualcuno, troppo carnale e poco efficace ma in quel momento non gli è venuto in mente altro, non è riuscito a pensare a un modo alternativo di far cessare tutto; complice anche la vecchia bibliotecaria fissata con il silenzio, ha dovuto fare il meno rumore possibile e un bacio è ciò che di più silenzioso avrebbe potuto dare e dire. Ha visto il sorriso sul di lei viso, un sorriso leggiadro e radioso come pochi, lo ha visto e allora cosa è cambiato nel frattempo? Cosa è successo di diverso in quelle ore passate lontano da casa? Ora che ci pensa, nello spogliatoio dell'arena non hanno parlato granchè, non ha parlato con nessuno, nemmeno con Kouki sedutagli a fianco. Forse tutto si ricollega, tutto si unisce grazie a un unico filo conduttore ma è talmente incerto in questo momento. In questo periodo non sa come comportarsi con lei, ogni cosa detta o ogni pensiero fatto può portarli ad allontanarsi sempre di più rendendoli soli e infelici e parlare diviene una vera e propria impresa, un vero gesto arduo e di coraggio. Il capo viene chinato verso il basso, osserva il pavimento sottostante umettandosi le labbra. Il silenzio deve cessare, la tensione cadere e la normalità tornare. Si volta verso la ragazza muovendo gambe e busto per portare il petto in sua direzione, poterla finalmente guarda e di scatto ne vede la figura giungere addosso; sente le di lei braccia avvolgerlo, il viso essere poggiato sul petto. Lo sguardo si fa sorpreso, stranito da quel gesto improvviso. Per qualche secondo rimane fermo a guardarla, le braccia larghe ma poi, alla fine, le porta verso la schiena di Kaori andando a cingerla in un abbraccio, il capo chinato a venire poggiato sul suo come a volerle dire che lui è li con lei, solo con lei con corpo e mente e da nessun'altra parte. Stringe più forte le braccia, la spinge maggiormente contro di se, gli occhi vengono chiuso fino all'udire di quella domanda dettata dalla paura, dallo sconforto. I sospetti si rivelano fondati, estremamente fondati, è questo che ancora la preoccupa e turba i suoi pensieri, sono i serpenti<Si>risponde a bassa voce, quasi un sussurro ma non capisce perchè. Forse è la loro vicinanze a Orochimaru che la rende così irrequieta, forse il loro essere selvaggi e malvagi che la porta a gesti di tale preoccupazione. Sono tante le ipotesi, tante le teorie che potrebbe fare in questo momento ma quale di esse sono vere? Quali di essere sono corrette? Domandarsi questo non porta a niente, solo alla depressione<Cosa ti preoccupa?>diretto, senza riserve, vuole saperlo e sentirlo direttamente dalla di lei bocca, vuole capire, vuole che si esponga totalmente. [Chk on]

11:22 Kaori:
 Sì. Lo sapeva... sapeva che lo avrebbe detto, sapeva che nulla gli avrebbe impedito di andare infondo a questa vicenda. E dopo ciò che ha vissuto, che ha sentito, forse è persino giusto che lui lo faccia, che lui indaghi, ma allora... allora perchè il solo pensiero le toglie il respiro? Perchè ha così paura? Perchè la ferisce così nel profondo? Anche lei, al suo posto, avrebbe voluto capire di cosa stava parlando quella donna, quella creatura serpentina che li ha rapiti entrambi quel giorno in ospedale portandoli nella sua dimensione. Eppure, nonostante cerchi di concentrarsi su questo, non riesce a chiedersi se forse non dovrebbe egoisticamente impedirgli di continuare per quella strada, per quella via. Sente le sue braccia stringerla con più forza, sente la stretta farsi profonda, dolce, ed il di lui capo andare a poggiarsi su quello di lei. Lo sente fra le proprie braccia, caldo, vivo, premuto contro di sé e si sente protetta. E' una sensazione che ama, che vorrebbe continuare a provare per il resto dei suoi giorni e della sua vita. Ma la domanda arriva e i di lei occhi si aprono portandola a cercare dentro di sé una risposta da dargli. Cos'è che di preciso la preoccupa? Non saprebbe dirlo con semplicità, non è certa di sapere se sia solamente una cosa precisa a preoccuparla o se sia semplicemente un insieme di fattori. Ma non può non rispondergli e non può essere così vaga. Per quanto riguarda quella precisa e particolare faccenda può cercare di essere più chiara. <Sasuke era un ragazzo come tanti ai suoi esordi. Era un ninja dotato, brillante e combatteva per la Foglia> le parole escono così dalle sue labbra, lentamente, andando a compiere un giro immenso prima di giungere al punto focale della questione. <Ma Orochimaru l'ha tentato col suo potere fino a deviarne i pensieri, fino a portarlo dalla propria. Aveva così tanto da offrire che era facile riuscire a interessare chiunque...> Per quanto la sua forza ed il suo potere fosse malvagio era indubbio il fatto che fosse immenso. Che se usato nel modo giusto sarebbe stato qualcosa di incredibile ed eccezionale. <E ora sembra come se voglia anche te. Dopo tutti questi anni, persino dalla tomba.> le labbra si stringono, il cuore manca un battito e si contrae dolorosamente nel petto mentre va scostandosi lentamente da lui per sollevare il capo in sua direzione, osservarlo con fare preoccupato. <I suoi serpenti e...> la destrorsa scivola dalla sua schiena fino al di lui petto risalendolo per soffermarsi sul suo collo. Le dita affusolate scostano la stoffa del kimono, scoprono la sua pelle e i polpastrelli vanno sfiorando quel sigillo nero impresso nella di lui carne. <...questo.> Prende una piccola pausa, sospira leggermente dalle narici mordendosi il labbro inferiore coi denti bianchi. <Non credo nelle coincidenze. Non credo nella casualità... dev'esserci un motivo dietro tutto questo> E questo... questo sì, la terrorizza fin nel profondo. [chakra: on]

11:45 Raido:
  [Pressi Casa] La sua riposta è affermativa, deve farlo per forza, non può fare diversamente, non può comportarsi in maniera diversa. La curiosità di scoprire di più su tali visioni e avvenimenti c'è ma di più di tutto vuole scoprire il perchè è successo quello che è successo, perchè ha visto i serpenti in quel sogno ad occhi aperti, perchè sono venuti a trovarlo. Questo è il fulcro della faccenda e dopo la conversazioni con Kaori nella biblioteca, dopo quello scambio di parole, un nuovo motivo è andato ad aggiungersi, un motivo forse più nobile e ripetitivo. Quel mostro ha attaccato Kaori, ha cercato di ucciderla solo perchè si è rifiutata di portare in grembo una nuova generazione di mostri, si è rifiutata di andare avanti con un'idea così folle. E se questi serpenti si rivelassero un minaccia per lei? Se un giorno decidessero di attaccarla e lo farebbero quando lui non c'è? Cosa dovrebbe fare? Come potrebbe fermare una forza del genere una volta che comincia la propria caccia? Non ci riuscirebbe e morirebbe nell'impresa di salvataggio. L'unico modo per prevenire tutto questo è trovarli, scoprire dove vivono e una volta li, scegliere come agire. Nel profondo vorrebbe ucciderli uno ad uno, vorrebbe distruggere questa minaccia per evitare problemi ma la parte razionale gli dice che possono essere utili, degli ottimi alleati in situazioni critiche e se riuscisse a controllarli, a soggiogarli alla sua volontà, tutte le nuove generazioni di quelle bestie sarebbero sotto il suo controllo e potrebbe fare di loro ciò che vuole. E' un nuovo tipo di potere, una nuova forma di forza quella che ambisce, è consapevole di tutto ciò ma non è il potere che vuole quanto proteggere la sua amata. Una bestia di quelle dimensioni scoraggerebbe chiunque, renderebbe ogni tentativo di rapimento o attacco dannatamente vano e questo è un bene, un gran bene in fin dei conti. Resta avvolta a lei, si gode quei momenti di abbracci ricercati, momenti che li uniscono sempre di più mentre, finalmente, la risposta giunge. Rimane in ascolto delle di lei parole, in silenzio, senza fiatare mentre viene paragonato a Sasuke Uchiha e in un certo senso è così, sta perseguendo quella strada, non i suoi ideali ma percorre il tragitto fatto dal Kage, gli stessi poteri, gli stessi animali, tutto quanto, molto simile. Orochimaru l'ha tentato e fuorviato portandolo su una strada oscura, capace di ridurre chiunque all'ombra di se stessi e sta facendo la stessa cosa lui, si sta appropriando del Jonin in un certo senso ma è davvero così? No che non lo è, non lo è per niente ma non è nemmeno questo il vero problema, non sono i serpenti in se a preoccuparla, bensì il marchio sul proprio collo. Sente la mano risalirne il petto, andare a toccarne il collo e soffermarsi su di esso. Gli occhi si portano a incrociare i suoi, li ricerca, vuole vedere il suo sguardo, capire i suoi sentimenti per poi scogliere l'abbraccio che la cinge e portare la mano sinistra all'altezza del collo, poggiarla sulla sua. Una piccola stretta, la prende, il viso viene abbassato in sua direzione andando a baciare il dorso della mano<Ora capisco>un mezzo sorriso va a crearsi sul viso dell'albino ma è tempo di raccontare tutto quanto, tempo di dire tutto quanto alla ragazza<E' vero, la storia di Sasuke è molto simile alla mia>le lascia la mano per poi cominciare a camminare, passeggiare per il salotto della casa dandole le spalle. Guarda dinanzi a se, pochi secondi prima di voltarsi verso di lei<Ho ricercato io il sigillo>ammette infine senza niente da temere. [Chk on]

11:56 Kaori:
 Sente la mano di Raido andare a risalire il suo corpo fino a poggiarsi sulla propria sul suo collo. Sente quella dolce stretta, il bacio ch'egli lascia sul dorso della sua mano e l'osserva con espressione mite, ansiosa, temendo forse più la discussione in sé che non il significato dietro di essa. Non vuole litigare ed effettivamente quella che stanno avendo non è affatto una discussione. Non v'è rabbia né astio in nessuno dei due, solo la viva paura di perdere una persona tanto amata. Kaori vorrebbe solamente saperlo con certezza al sicuro ed è solo questa ragione a portare i due a quel momento, a quella conversazione così tesa. Raido sembra sollevato a quel dire, sembra capire meglio ciò che sta accadendo e, lasciando la sua mano, va avanzando verso il soggiorno con passo tranquillo, misurato, subito seguito dai passi della Hyuga. Come una calamita segue ogni suo moto, ogni suo passo, fino a raggiungerlo nella stanza che si affaccia sul corridoio. L'osserva fermarsi, volgersi verso di lei e quando ode quelle ultime parole non può fare a meno di schiudere le labbra e osservarlo con sgomento, con le sopracciglia aggrottate, le labbra schiuse in una piccola 'o'. E' stato lui a volere quel marchio? E' stato lui a ricercarlo? Boccheggia per diversi secondi, per diversi istanti ritrovandosi travolta da una verità alla quale non aveva mai davvero pensato. Non aveva mai sfiorato l'idea che potesse esser stato Raido stesso a ricercare quel potere oscuro, non l'aveva mai preso in considerazione. E ora non sa come reagire, cosa dire a quella rivelazione, ritrovandosi semplicemente ad osservarlo con espressione confusa. <Perchè?> domanda Kaori, alla fine, umettandosi le labbra secche, puntando le iridi perlacee su quella figura che dista pochi metri da sé, all'interno della stanza. Perchè avrebbe dovuto ricercare un potere come quello? Un potere così oscuro e perverso creato da una mente così malata? Quali conseguenze avrebbe potuto davvero portare in lui? E se gli stesse già facendo del male senza che se ne renda conto? No.. non può essere così. Ora che tutto va bene fra loro niente potrà ferirli ancora, non mentre sono insieme. Non avrebbe permesso a nessuno di ferirlo, neppure a qualcosa che già risiede dentro di lui. [chakra: on]

12:22 Raido:
  [Pressi Casa] E' una rivelazione non da poco quella fatta dall'albino, un segreto che per molto tempo ha tenuto segreto e che solo due persone sono a conoscenza di ciò che ha ricercato, Hitomu e Yukio, gli unici a cui ha chiesto qualche tipo di informazione, qualcosa che potesse ricondurlo proprio a quel potere maledetto. Solo un folle ambirebbe a una forza tanto distruttiva, non tanto per l'esterno quanto per l'interno; esso distrugge e attacca il corpo quando viene attivato, lo porta al deterioramento ed è per questo che lo sta controllando meglio che può. Fa fatica, è vero ma lo deve fare per non morire e lasciare da sola Kaori, per continuare a vivere quella felice vita con lei ma gli occhi riescono a scorgere la sorpresa nel di lei viso nel sentire tale risposta. Una verità che davvero non avrebbe mai immaginato, mai osato nemmeno pensare eppure è così e per la prima volta toccano quel discorso dopo tanto tempo. La ricerca dei serpenti ha scatenato in lei la curiosità, la voglia di sapere di più e il pensiero di Orochimaru la porta a temere per la vita del Jonin. Non ha voluto toccare quell'argomento con lei per non darle ulteriore pensiero, per non inserirla in qualcosa che avrebbe dovuto vivere e sopportare da solo. Rispondere diviene quanto mai difficile ora come ora, quasi impossibile ma adesso ci sono e se non lo fa ora, rischia davvero di perderla per sempre <Ti ho già spiegato in cosa consisteva il mio allenamento con Hotsuma, la mattina mi faceva studiare e il pomeriggio ci allenavamo nella pratica> comincia con questo, il preludio al perchè ha cercato quel potere maledetto appartenuto a due mukenin <Ho studiato la storia di tutti i villaggi ninja, i loro avvenimenti e ho fatto varie ricerche sui clan che li compongono per avere un'infarinatura completa e che potesse darmi un qualche vantaggio> continua a parlare girovagando per la stanza. Non resta in piedi ma si dirige verso il divano presente nel salottino, poggia la schiena contro lo schienale sedendosi e sperando che Kaori si avvicini maggiormente <Lessi la storia di Konoha e del clan Uchiha e durante quella lettura mi imbattei proprio in Sasuke e nella sua ascesa verso l'oscurità, del suo rapporto con Orochimaru. Ero particolarmente interessato così continuai e approfondì il tutto con la storia di Oto, integrai ciò che mi mancava di Sasuke> sembra ne stia parlando come un vero e proprio idolo ma la verità è ben diversa, non lo vede come tale ma tutt'altro, lo vede come un criminale che merita soltanto la morte e morta ha ricevuto <Le letture citavano di uno strano potere in sua mano, un qualcosa che lo rendeva simile a un demone capace di distruggere ogni cosa> e qui il tono si incupisce leggermente, una sorte di timore va a impadronirsi di lui, va a renderlo più cauto con le parole <In quel momento ho provato paura per il mio villaggio, temevo per l'incolumità di Kiri. E se quella forza l'avesse attaccata, io come potevo fermarla se non la conoscevo neppure?> questa è la domanda principale ce si è fatto per anni e anni, la domanda a cui, finalmente, può dare una risposta <Così presi una decisione sofferta...> deglutisce, manda giù un boccone amarissimo mentre cerca di far fuoriuscire le parole <...per poter battere un potere del genere, bisogna prima conoscerlo> conclude infine quel suo pensiero, da una vera risposta alla domanda della ragazza sul perchè lo abbia ricercato <Cominciai a fare ricerche una volta giunto a Kusa, appresi cosa il suo potere comportava e alla fine ho trovato un genetista che mi ha iniettato un siero capace di scatenarmelo. Da quel giorno ho lavorato per capire come controllarlo, come batterlo se si fosse presentato qualcuno con esso. Ho scelto di sacrificare il mio corpo e la mia mente per proteggere Kiri>una dura verità quella da accettare, un qualcosa che non riuscirebbe a fare nessun altro, qualcosa che costa un sacrificio immenso, ben più grande di quanto si pensi <Attivarlo mi provoca un dolore incredibile, sento il mio corpo andare in mille pezzi ogni volta che lo disattivo e credo...credo che influisca anche sulle aspettative di vita> rivela, infine, la cosa più scioccante. [Chk on]

12:43 Kaori:
 Kaori ha sempre saputo che Raido avrebbe sempre fatto il possibile per salvare il suo Villaggio. Ha sempre saputo che avrebbe rischiato e sacrificato la sua vita per proteggere qualcosa di prezioso. Lo avrebbe fatto per salvare Hotsuma, per salvare Kiri, Kusa o...lei. Lo ha fatto. E' andato da solo nei laboratori di Cappuccio Rosso pur di riportarla a casa, ha affrontato una quantità immane di avversari, da solo, pur di trarla in salvo a discapito della sua stessa vita. Lo ha fatto e Kaori ne è certa: lo farebbe ancora. Ha sempre saputo dell'inclinazione dell'altro al mettere la vita dei suoi cari davanti alla propria ma farci realmente i conti adesso è doloroso. Ascolta quel racconto, quelle parole e si ritrova a cercare di immedesimarsi in lui. Avrebbe mai visto quella situazione dalla medesima prospettiva? Si sarebbe mai sottoposta ad un simile trattamento pur di riuscire a conoscere il potere che avrebbe voluto arrestare? Si ritrova a scorgere in questa spiegazione lo stesso atteggiamento da lui adottato per conoscere i poteri di Akane. Si era lasciato colpire, quasi ammazzare pur di capire cosa ella fosse capace di fare, ci aveva quasi perso la vita e lo aveva fatto senza pensarci su due volte. Il cuore nel petto si contrae, il sangue raggela ed il pensiero di saperlo nuovamente così prossimo alla morte la atterrisce. Rimane in silenzio mentre ascolta le sue parole, il suo racconto, non lo interrompe neppure per un attimo osservandolo mentre si siede al divano. Rimane ferma sulla soglia, non riesce a muoversi, ma lo fissa incapace di distogliere lo sguardo. E quando ode, infine, quelle ultime parole, si ritrova a schiudere le labbra con le iridi che si dilatano, il cuore che si ferma. Quanti giorni di vita può aver perso fino a quel momento? Quanti giorni che avrebbero potuto trascorrere invero l'uno accanto all'altra? Quanti giorni sono andati perduti per via di quella decisione? Rimane immobile, paralizzata, pensando a queste possibilità mentre dentro di sé cerca di fare i conti con la verità dei fatti. Non si conoscevano quando ha preso quella decisione. Non avrebbe potuto fermarlo, non avrebbe avuto diritto a farlo e forse neppure l'interesse. Erano due vite distinte e separate quando l'altro ha maturato quella scelta ed ora non può certo battere i piedi a terra per ribellarsi a quella attuale condizione. E' fatta. E non si può tornare indietro. Non sa cosa dire, non sa cosa fare, lo osserva soltanto impietrita con il cuore che batte ora più rapido, più veloce, facendole male al petto. <Ora...> la voce esce strozzata in un sussurro incerto. <Ora sai cosa può fare. Ora lo conosci> continua schiarendosi la voce, cercando di dare alle sue parole un po' più di forza. <Toglilo> E non una richiesta, non una domanda. <Torna da quel genetista, fattelo togliere> Vorrebbe toglierglielo lei stessa, vorrebbe poterglielo strappare dal corpo con le sue stesse mani e lasciare che i suoi anni rimasti non diminuiscano ancora, mai più. Ma dentro di lei lo sa... lo sente. E' qualcosa che ormai fa parte di lui, che si è fuso e mescolato a Raido come un parassita che ormai entra in simbiosi con la sua preda. Lo ha infettato, lo ha avvelenato e lei presto o tardi lo perderà dalle sue mani. Irrazionale, in shock, terrorizzata. Si avvicina con passi rapidi, vere e proprie falcate, fino a raggiungere il divano, cercando di chinarsi su di lui. Andrebbe a portare le dita sul suo collo, sul sigillo, cercando con le dita di afferrarlo, di toglierlo, di colpirlo, quasi come fosse uno stupido adesivo da strappare via. <Toglilo, toglilo, toglilo!> Perchè? Perchè lo ha saputo solo ora? <Toglilo!> Perchè non glielo ha chiesto prima? <Toglilo!> Perchè ha lasciato che quell'affare si fondesse a lui? Che divenisse lui? <TOGLILO!> Perchè non ha voluto indagare prima? Magari avrebbero potuto fare qualcosa, magari avrebbe potuto liberarlo prima che si unissero definitivamente.. avrebbe potuto salvarlo. E la paura avanzerebbe incontrastata fino ad abbracciarla, ad avvolgerla, portando le di lei mani a tremare con forza, gli occhi a colmarsi di negazione, di rifiuto. Non... non è vero, non sta succedendo sul serio. Raido.. il suo Raido... quanti giorni ancora perderà per via di quella infezione che lo sta consumando? Quanti altri ne avrebbe trascorsi al di lei fianco? [chakra: on]

13:09 Raido:
  [Casa] Non ha mai rivelato a nessuno questo piccolo particolare, questo doloroso effetto del sigillo. Quando ha preso la decisione di possederlo non avrebbe mai immaginato una simile conseguenza, mai avrebbe pensato di poter morire per mano di un potere come quello ma quando ha visto gli effetti che esso ha sul corpo di chi lo utilizza, quando ha visto in che stato versa ogni volta che lo attiva, il dubbio è venuto da se senza troppi convenevoli, senza troppi problemi. Ha testato il suo potere, ha testa ogni singola cosa che lo riguarda e ha sentito il proprio cuore cedere per qualche attimo, per pochi secondi si è ritrovato dinanzi alla morte. Non sa quanto il corpo può reggere ancora, non ne ha idea ma sa che tutto ciò va a manifestarsi ogni qual volta che lo attiva. Non ci ha dato molto peso quando lo ha scoperto, non si è soffermato molto sopra ma ha continuato ad andare avanti, ha continuato a guardare al proprio futuro, un futuro molto più breve di quello che avrebbe mai immaginato ma si tratta sempre di questo. Non lo ha detto nemmeno a Kaori per evitarle questa sofferenza, questa sofferenza immane che l'avrebbe divorata dall'interno distruggendola completamente. Farle del male non è mai stato sua intenzione, ha sempre cercato di tenerla al sicuro, di vederla sorridere in ogni momento, di osservare il suo viso risplendere alla luce del sole, vederla felice come non mai ma purtroppo, oggi il mondo cade completamente. Lo sguardo è posato davanti a se, osserva ciò che ha davanti senza guardare Kaori negli occhi, non ce la fa, non riesce a guardare il volto della sua amata mentre ode una notizia tanto terribile come quella ed è li che si accorge quanto il genetista ha ragione. Glielo ha detto, ha detto che in pochi sopravvivono all'effetto di un tale potere, in pochi riescono a non morire riuscendo a sfruttarlo e, si può dire, che lui abbia fatto solo metà del lavoro. E' sopravvissuto riuscendo a controllarlo ma non è riuscito a impedire la morte, non può impedire l'accorciarsi della vita e questo il genetista lo sa, lo ha sempre saputo e in qualche modo glielo ha anche riferito in modo enigmatico, in un modo oscuro e difficile da comprendere sul momento. E' tranquillo, in pace con se stesso. Non si da colpe, non si lamenta perchè sa di averlo fatto per una buona causa, sa di essersi comportato in quel modo per un fine più grande e sa che la sua vita non è poi così importante, merita di essere sacrificata per un fine supremo. Il dire di Kaori non tarda ad arrivare, le sue emozioni non tardano ad uscire e quelle parole lo colpiscono dirette al cuore, sente il proprio cuore venire martellato incessantemente, sente il proprio essere venire abbattuto. Dalla voce riesce a capire e percepire ogni sentimento che sta provando in questo momento, sente la di lei sofferenza come fosse sua ma non capisce, tenta in modo disperato di convincerlo a fare qualcosa di impossibile <Non posso> il tono è freddo, distaccato, oramai ha fatto i conti con la realtà e versare lacrime, disperarsi, non serve a niente, nemmeno cedere al dolore servirebbe <Il suo potere scorre in me, fa parte di me. L'unico modo per toglierlo sarebbe uccidermi> questa è l'unica alternativa per placare le sue sofferenze, per rendere più sopportabili quei dolori che prova ogni volta. Il respiro si fa pesante, gli occhi si spostano su Kaori la quale si avvicina tentando di afferrare, strappare quel sigillo dalla pelle ma invano. Si muove di scatto, le afferra i polsi mentre la sente gridare, disperarsi come non mai <Calmati, per favore> è difficile calmarsi, difficile mantenere la calma in una situazione del genere, è consapevole di ciò <La vita si accorcia solamente quando il sigillo viene attivato ma te lo assicuro, noi due vivremo la nostra vita, insieme. Invecchieremo insieme> le lascia andare i polsi sperando che si calmi, sperando che tutta la rabbia e la paura sfumino in un certo senso. Si alza in piedi, si avvicina al di lei corpo, le braccia a passare sulla schiena cingendola in un abbraccio; la spinge contro il proprio petto tenendola stretta. [Chk on]

13:55 Kaori:
 E quelle parole arrivano come fuoco, come lava sulla di lei pelle andando a dar voce a quella consapevolezza che dentro di lei già viveva. Non può farlo. Non può separare se stesso da quel virus, da quella infezione. Non può dividere il parassita dal corpo ospite, ormai sono una cosa sola, un solo essere. E l'una andrà sempre a consumare l'altro finendo con il divorarlo, con il prosciugarne le forze, fino a portarlo alla sua fine. Ma l'istinto di Kaori è sordo a quelle parole, non le accetta, non vuole sentirle e va a guidarla verso il kiriano. Tenta di strapparglielo via, di staccarlo dalla sua pelle, di tagliarlo con le unghie e con la poca forza delle sue dita in un fare animale e accecato. Non ragiona, non è quasi cosciente di quanto sta facendo, non dà retta alla ragione lasciando che sia solo il suo desiderio di mantenere Raido in vita a guidare i suoi gesti. L'Oboro la ferma, ne blocca i polsi, la imprigiona in quella dolce stretta e la guarda in viso andando a tentare di calmarla. Si dimena lei, cerca di divincolarsi, di scivolare via da quella presa, come se qualcosa le dicesse che se solo avesse provato una volta ancora avrebbe potuto strappar via quella maledizione dal suo corpo. Come può calmarsi sapendo una cosa simile? Come può calmarsi sapendo che l'altro sta bruciando giorni, settimane, forse mesi di vita in cambio di un potere così malato e malvagio? Come può chiederle questo con così tanta calma? Sente gli occhi pizzicare, la paura bruciare nel petto, mentre continuando a cercare di divincolarsi dalla sua stretta lo osserva con disperazione. <Lo hai già attivato due volte con me!> esclama lei terrorizzata, inorridita, lasciando scivolare via le lacrime con dolore. La prima nella sua stanza al piano di sopra un giorno di tanti mesi prima, ancor prima di aver ufficialmente presentato Raido a suo padre, in una lite dove l'Oboro voleva dimostrarle di essere un mostro, un pericolo reale e concreto sempre in agguato; la seconda solo poche settimane prima, contro Cappuccio Rosso, arrivati al momento della resa dei conti. Ricorda perfettamente entrambi questi momenti e se in quegli istanti non aveva provato paura o timore, convinta com'era che l'altro potesse controllare quel potere, adesso inorridisce al sol pensiero che ciascun secondo passato trasformato avrebbe voluto dire chissà quanto prezioso tempo rubato alla sua stessa vita. <E chissà quante altre senza di me! Quanto tempo abbiamo perso? Una settimana? Un mese? Due anni?> domanda Kaori con le lacrime che sgorgano brucianti, la gola che graffia e le mani che tremano mentre, poco a poco, lentamente, smette di opporre resistenza alla stretta ch'egli impone sui suoi polsi. <Li rivoglio... Li rivoglio tutti...> un mormorare basso, disperato, rotto che la porta ad arrendersi a quella consapevolezza mentre lui cerca di alzarsi e di stringerla a sé, trasmettendole una nuova calma in quella dolce, calda stretta. [chakra: on]

15:17 Raido:
  [Casa] Lo ha attivato un numero molto basso di volte ma è comunque un numero che può avergli ridotto la vita di qualche anno, o forse solo di qualche mese. Non lo sa, non ne ha la minima idea ma sa che non li può recuperare, per questo motivo sta passando tanto tempo con lei, per questo vuole sposarla e vivere ogni secondo in sua compagnia, devono fare tutto il possibile, fare di più di quel che può fare una coppia normale. Vede la disperazione nei suoi occhi, vede la paura, il malessere per quella terribile notizia, un malessere immenso come non mai eppure la situazione è questa, non può essere cambiata in alcun modo, possono solo vivere la loro vita. E' vero, ignorare un fatto del genere è impossibile, almeno per Kaori ma vivere continuamente nella paura non serve a niente, non fa godere a pieno la vita, non li renderebbe felici ma solo molto, molto tristi <Lo so> commenta a quella frase da parte della Hyuga, un commento veloce, diretto <L'ho attivato 5 volte da quando me lo hanno iniettato> oramai non vi è più niente da nascondere, non serve a niente mentire su tutto questo e la verità è l'unica cosa che può darle per farla stare meglio, una verità certa più che mai. Le tiene fermi polsi, ci prova anche se non vuole mettere forza, non vuole farle male ma solo calmarla, impedirle di farsi del male con quella serie di attacchi. Nuove parole vengono emesse dalla ragazza, nuove parole sofferte, distruttive per l'animo. Non possono riavere quei giorni indietro, non possono ottenere ciò che hanno perso. Piano piano la prese viene meno e la ragazza si calma, finalmente ritrova la pace dopo quello sfogarsi incessante, uno sfogarsi senza sosta alcuna <Non possiamo riaverli, possiamo solo vivere al meglio la nostra vita ed è quello che voglio fare. Voglio sposarti e vivere ogni giorno della mia vita con te> afferma con tranquillità mentre porta le mani al di lei viso, ne carezza le guance con il pollice <Non mi abbandonare proprio ora> quasi una supplica la sua per poi portare in avanti il viso ricercando le di lei labbra per donarle un bacio, un solo e piccolo bacio. [END]

Dopo aver presenziato all'evento introduttivo del Torneo dei Villaggi Kaori e Raido tornano a casa dove si trovano a dover affrontare una delicata discussione circa la di lui decisione di cercare i Serpenti Giganti evocati da Orochimaru e il sigillo maledetto impresso sul suo corpo.