Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Deshi e Jonin

Free

0
0
con Raido, Saiten

21:13 Raido:
  [Monte] E' da poco tornato da Oto dopo quel piacevole incontro con i serpenti, incontro che gli ha fruttato qualche piccola notizia in più. Probabilmente quello che l'ha buttato fuori può essere considerato il capo di quella combriccola oppure semplicemente qualcuno di abbastanza grosso da farlo sbalzare all'indietro; infondo, essere grossi non significa essere necessariamente dei leader. E' passato da casa a salutare Kaori, hanno cenato per poi lasciarla nuovamente per fare un giro per Konoha, non sa ancora cosa fare ma una cosa è certa, vuole vedere il monte dei volti, l'unico posto del villaggio della foglia che può considerare decente. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare il petto nudo del giovane. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Alla vita, dalla parte sinistra ha una katana, la sua katana, fedele compagna di avventure. Sulla schiena, invece, porta con se la samehada o pelle di squalo, la leggendaria spada appartenuta a Kisame Hoshigaki anni prima. I passi si susseguono tranquilli mentre sale e percorre le scale che portano nello spiazzale sotto il monte dei volti e, una volta arrivato, andrebbe ad ammirare i volti dei precedenti Kage. Li scruta tutti, dal primo all'ultimo soffermandosi sotto quello di Minato Namikaze, il quarto Hokage e forse anche uno dei migliori Kage di questo mondo. In piedi continua ad osservarlo tranquillo lasciandosi alle spalle tutti i pensieri. [Chk on][Katana e Samehada equip]

21:31 Saiten:
  [Strada] Un'incredibile confusione pervade la mente di quel circa dodicenne di nome Saiten che passeggia sulla strada che da verso il monte con un'espressione leggermente frustrata sul volto... Probabilmente aveva tentato di fare la conoscenza di qualche coetaneo, come al solito, con esiti negativi. Indossa la sua classica tuta composta da una maglietta larga e stropicciata di colore grigio scuro sulla quale poggia una felpa biancastra senza maniche che vuole in un qualche modo emulare una giacca da jonin, e forse era proprio per questo che la indossava così spesso... Non mancano mai i pantaloni neri sporchi di polvere e dei comodi sandali blu che agevolano la sua mobilità. Procede verso il monte tenendo lo sguardo fisso nel vuoto del pavimento sterrato, accennando ogni tanto qualche smorfia di nervosismo. Ad un tratto, i suoi occhi si poggiano sui volti scolpiti degli Hokage del passato e la frustrazione sembra sparire, lasciando spazio ad uno sguardo più riflessivo e pensieroso... Quei volti sembrano avergli innescato qualcosa nel profondo e non può fare a meno dall'esserne attirato, quindi ora Saiten si dirige con passo deciso verso la strada in salita che lo avrebbe successivamente portato più vicino a quelle sculture di pietra, nella speranza di trovare delle risposte alle sue domande.

21:42 Raido:
  [Monte] Ogni volta che ha messo piede su quei monti ha sempre ricevuto la compagnia di Nahira e della sua cagnolina ma questa sera è diverso, è da solo con se stesso e quelle statue che mirano ad emulare gli uomini. Gli scultori che le hanno create hanno fatto un lavoro immenso e ricco di dettagli, tanto da sembrare vive e vegete. Forse è vero, i vecchi Kage continuano a sorvegliare questo villaggio anche dopo la morte, anche dopo il trapasso essi continuano a proteggere Konoha, a vegliare su di lei infondendo forza a tutti i ninja che arrivano e alle nuove leve. Per un momento, tempo fa, avrebbe desiderato essere il Kage di Kiri, prendere il posto di Hotsuma come suo successore, dirigere il villaggio verso un'epoca d'ora ma ben presto ha capito che ha ancora molto da imparare, ancora molto da capire sull'essere Kage. Non è pronto a diventarlo, non è pronto per avere una responsabilità del genere ma forse, un giorno, può esserlo. Deve pazientare, continuare a vivere la propria vita e chissà, magari al posto di Kiri può ambire alla carica di Kusa, essere proclamato Hasukage del villaggio dell'erba. Sogna letteralmente a occhi aperto ma non è mai stato così vicino a quell'obiettivo come in questo momento. E' vero che non è pronto ma gli manca davvero poco per esserlo. Si gode la sera tranquilla in quel dei monti fino a quando non sente dei passi giungere verso di lui, passi non ostili, tranquilli di qualcuno che vuole solo godersi la serata. Il viso va a portarsi nella direzione della scale dove vede sbucare una figura, la figura di un ragazzo, probabilmente un konohano<Oh, buonasera>un cenno del capo verso il giovane, lo saluta con fare educato. [Chk on][Katana e Samehada equip]

22:02 Saiten:
  [Strada] Per Saiten, quello è un ambiente praticamente nuovo: ha attraversato quella strada solo due volte con suo padre, ed era ancora troppo piccolo per ricordarsi tutti i dettagli. La vista è a dir poco mozzafiato e aguzzando un po' la vista verso il villaggio riesce anche a scrutare il tetto di casa sua, dove probabilmente sua madre sta cucendo qualche indumento aspettando il suo rientro. La salita si fa sempre più ripida e Saiten inizia a rallentare il passo per non stancarsi. Pensava di essere il solo ad andare in un luogo così sperduto senza un valido motivo, ma non fece nemmeno in tempo ad arrivare sulla piattaforma che uno strano individuo gli parla... La prima sensazione che prova Saiten è perplessità, per due motivi principalmente: non si aspettava di trovare qualcuno lì sopra e nessuno del villaggio lo salutava all'infuori di sua madre. Ne rimane talmente tanto sorpreso che non appena l'uomo vestito di bianco lo saluta, Saiten si gira pensando che stesse salutando qualcun altro, ma si rende conto che sta salutando proprio lui... Per educazione, Saiten risponde: <B-Buonasera...>. Il suo tono è un po' timido, ma ben presto le sue emozioni si pacano e torna a dominare nella sua mente il tema della riflessione più totale, che a questo punto si concentra più sull'individuo che su altri aspetti. Lo squadra da cima a fondo, ma ciò su cui si sofferma di più il ragazzo è il coprifronte... Di sicuro non era quello di Konoha e in quel momento non si ricordava a che villaggio appartenesse il simbolo inciso sopra quel metallo luccicante. Ma non si limitò a ciò, infatti non poteva fare a meno di pensare a tutti i sacrifici che quel ninja aveva dovuto fare per ottenere quell'oggetto che, all'apparenza, poteva non significare nulla, ma di cui Saiten ha imparato a comprenderne il significato ed a desiderarlo più di ogni altra cosa. <Scusi, se posso permettermi, da che villaggio proviene lei?> chiede cortesemente Saiten, cercando di non essere troppo invadente ed irrispettoso.

22:14 Raido:
  [Monte] Gli occhi puntano quel ragazzo appena arrivato, un ragazzo molto timido e lo capisce fin da subito da quel saluto e quel comportamento. Un mezzo sorriso si forma sul volto del Jonin notando come si volta all'indietro credendo di non essere solo. Eh si mio caro Saiten, saluta proprio te. Non conosce molte persone a Konoha, gli unici sono tutti membri del clan Hyuga, Furaya, Nahira e il Kage del villaggio, per il resto tutti quanti sono estranei ai suoi occhi, non che voglia fare conoscenze alla fine. E' a Konoha solo per Kaori e, per ora, anche per il torneo ma piano piano ci sta ripensando, non ha poi così tanta voglia di mettere in gioco se stesso, specialmente dopo aver incontrato i serpenti che possono offrirgli una sfida ben più avvincente di qualsiasi scontro abbia mai affrontato durante tutta la sua vita. Già, il torneo è una vera e propria gatta da pelare ma per ora concentra l'attenzione sul giovane appena arrivato e su quella domanda improvvisa che gli viene posta così dal nulla. Si volta completamente, il busto viene girato verso di lui per osservarlo meglio<Kusagakure>risponde con tono pacato e tranquillo, non ha idea del perchè lo abbia chiesto e nemmeno gli importa. Il deshi si dimostra molto impacciato e soprattutto timido oltre ogni immaginazione<Sono qui per il torneo dei villaggi>dice l'unica cosa ovvia nonché l'unica cosa che sia di dominio pubblico, il torneo è cominciato e lui è uno dei partecipanti<Come ti chiami giovanotto?>stavolta è lui a chiedere, curioso di sapere il nome della persona con cui sta parlando. [Chk on][Katana e Samehada equip]

22:36 Saiten:
  [Monte] <Mi chiamo Saiten Yajirushi> risponde Saiten, mentre si avvicina al bordo che da verso il villaggio, tenendosi comunque a distanza di sicurezza. Ecco spiegato il motivo per cui l'uomo aveva salutato Saiten: era di un altro villaggio e non poteva avere pregiudizi sul conto del ragazzo costretto ad isolarsi nel corso degli anni. L'uomo continua ad ispirare un senso di fiducia in Saiten, come se potesse dirgli tutto ciò che gli passasse per la testa senza ripercussioni. <Il mio cognome l'ho preso dalla famiglia che mi ha adottato...> a quel punto il suo sguardo si poggia sul bordo della piattaforma, e con un accenno di rabbia nelle sue parole, continua dicendo a bassa voce <Non so neanche quanti anni ho di preciso...>. Con lo sguardo ormai serio e frustrato, guarda verso il ninja di Kusa, per poi tornare con lo sguardo sull'orizzonte per cercare di distrarsi e di ritrovare la calma. Dopo un bel respiro, torna a voltarsi verso lo sconosciuto, con il quale aveva ormai fatto la sua conversazione più lunga da circa quattro anni, dicendo con tono ormai deciso e confidenziale <Lei deve essere un ninja di rilievo nel suo villaggio, se partecipa a questo torneo... Qual è il suo nome?>. Lo sguardo di Saiten è tranquillo e quasi felice, dopo tanto tempo...

22:45 Raido:
  [Monte] Ascolta il dire del ragazzo sentendone il nome, non lo conosce e nemmeno lo ha mai sentito<Bel nome>commenta il Jonin tranquillo continuando a fissarlo ma arriva qualcosa che non si sarebbe mai aspettato, non da un primo incontro almeno. Arriva una confidenza da parte di quel ragazzino, una confidenza molto intima che lo lascia interdetto e sorpreso, molto sorpreso a quanto pare<Oh>adottato, non ha i genitori, proprio come lui ma a differenza dell'Oboro, lui ha una famiglia che continua a crescerlo e bada a lui mentre il Jonin non ha più nessuno dall'età di 12 anni. Per gran parte della propria vita è rimasto da solo, nessuno a badare a lui, ha provveduto da solo per ogni cosa. Quel discorso torna nuovamente, ancora e ancora. In questo periodo ci pensa spesso e non può fare a meno di farlo, pensa continuamente ai propri cari che, oramai, non ci sono più, sono morti da tempo<Bhe, occhio e croce dire 14/15>fa una stima molto imprecisa basandosi solo sul suo aspetto, sulla conformazione del viso e sul fatto che ha la pelle talmente liscia da sembrare un bambino. Non vi sono accenni di barba in quel viso, non vi sono segno di alcun tipo. E' giovane, molto giovane, più dell'albino sicuro e se le sue stime sono esatte, dovrebbero passarsi almeno 12 anni di differenza, se non di più. La sera procede tranquilla, il venticello fresco soffia senza disturbare in modo alcuno, anzi, rinfresca gli animi<Raido Oboro, Jonin di Kusagakure>china il capo verso il basso, gli occhi si chiudono mentre si presenta ufficialmente con nome, cognome e titolo all'interno del proprio villaggio di residenza<Da come parli non sembri un ninja, sta frequentando l'accademia? Sei bravo?>è una domanda che pone praticamente a tutti i ragazzini che incontra, curioso di conoscerne le risposte. [Chk on][Katana e Samehada equip]

23:04 Saiten:
  [Monte] Quel nome, Raido Oboro, riecheggia nella mente di Saiten, mentre cerca di collegare i puntini e capire se effettivamente lo ha già sentito pronunciare da qualche altro ninja della foglia... Forse sì, forse no, ma non ha importanza: ora aveva un vero e proprio jonin di Kusa di fronte ai suoi occhi anche se era facilmente intuibile che avesse un grado molto alto nella gerarchia ninja. L'incontro casuale stava volgendo in una piacevole e quasi intima conversazione tra un ninja esperto all'apice della sua carriera ed un ragazzo praticamente alle prime armi. La conversazione procede verso un il rendimento di Saiten all'accademia, che si trova praticamente sotto i piedi dei due, a qualche metro di distanza dal promontorio... <Sì, ho iniziato da poco la mia strada per diventare un ninja... Sto seguendo le orme di mio padre adottivo...> lascia un momento di silenzio che si stava trasformando in tristezza sul volto di Saiten nel pensare al suo padre defunto, ma perfortuna Raido intrruppe con un'altra domanda abbastanza ambigua. <Se non lo sono già, lo sarò presto... E se non lo sarò presto, continuerò fino a quando non lo diventerò.> risponde in modo abbastanza tranquillo senza sembrare troppo spavaldo, quanto più riflessivo e critico sulle sue capacità. Ad una domanda strana, si controbatte con una domanda strana, e Saiten è proprio quello che fa mentre, guardando dritto negli occhi il jonin di Kusa, gli chiede <Raido, per lei cosa significa essere un ninja?> e, senza lasciarlo rispondere immediatamente, lasciandogli così anche un po' di tempo per pensare, continua dicendo <Intraprendendo questa strada speravo di trovare delle risposte ai miei problemi, alle mie domande... Ma più vado avanti, più aumentano le domande e i dubbi... Ci è passato anche lei?>.

23:18 Raido:
  [Monte] La vita del ragazzino non sembra tutte rose e fiori, anzi, un velo di tristezza scende su di esso mentre parla della sua strada, la stessa intrapresa dal padre adottivo. Resta silente per qualche attimo cercando le parole giuste per consolarlo<Essere adottato vedo che non ti piace molto ma se i tuoi genitori adottivi ti vogliono bene e tengono a te, perchè sei triste?>domanda all'improvviso curioso di sentirne la risposta in merita, una risposta che forse, a prescindere, non può condividere con lui avendo una visione della famiglia completamente diversa da chiunque altro<Non conosco la tua storia ma se tengono a te, non hai motivo di intristirti perchè non sei da solo ma hai qualcuno che può vivere con te giorno per giorno, vede i tuoi successi>rimpiange molto il proprio passato senza genitori, rimpiange di non averli potuti salvare. Piange per essere sempre da solo mentre il deshi ha comunque qualcuno<Non è il sangue che ci lega a qualcuno, ricordalo>il sangue è solo qualcosa di secondario, facilmente sostituibile alla fine. Continua ad ascoltarlo notando una nota di determinazione nella di lui voce, una determinazione che lo fa sorridere almeno fino a quando non gli viene posta quella improvvisa domanda. Va ad aprire la bocca non facendo in tempo a rispondere che subito gliene pone un'altra, ancora più strana delle precedente<Ci sono passato anche io e più vai avanti, più dubbi e domande ti verranno ma il segreto è non arrendersi e continuare ad avanzare a testa alta>ed è quello che fa lui tutt'ora ma ha ancora una domanda a cui rispondere, a cui fare testo<Invece, per quanto riguarda il ninja...nel mio caso è proteggere ciò a cui più tengo. Per me essere ninja vuol dire essere in grado di proteggere ciò che ci sta più a cuore. Il mio villaggio e mia moglie>queste sono le uniche cose a cui tiene davvero e che morirebbe per tenerle al sicuro. [Chk on][Katana e Samehada equip]

23:40 Saiten:
  [Monte] Le parole del jonin lo aiutano a calmarsi, prima che egli gli ponga la fatidica domanda della quale tutti hanno paura a rispondere... Molte persone hanno una propria interpretazione della parola ninja, ma finora, quella che gli è sembrata più completa, è proprio quella che gli è appena stata data da Raido, che gli risponde senza indugio e mettendo l'anima nelle sue parole, rendendole difficili da dimenticare in futuro per Saiten. Il deshi distoglie lo sguardo dal ninja e guarda avanti a se per riflettere sulle sue parole e farle proprie, tanto che sussurra involontariamente <Devo proteggere ciò che mi sta più a cuore> A questo punto gli rimane da chiedersi cos'è che gli sta più a cuore... Di sicuro sua madre, che è ancora a casa che lo aspetta per fargli la ramanzina sul fatto di aver fatto tardi, ma soprattutto il villaggio, con il quale Saiten ha sempre avuto un rapporto difficile, ma forse, iniziando a proteggerlo, riuscirà ad entrare in sintonia con esso e sentirsi realmente accettato. <Vede, Raido, la gente qui fatica ad accettarmi... Soprattutto alla morte di mio padre, ho iniziato a perdere tutti i miei legami con gli abitanti... E continuo a chiedermi, quanto devono essere oscure le mie origini perché mi sia meritato tutto questo.> qui Saiten trattiene a stento le lacrime, giusto per non sembrare un completo rammollito davanti ad un grande shinobi, ma era da tanto tempo che non si sfogava con qualcuno e, avere una persona che capisce il tuo stato d'animo, lo fa sentire finalmente... Meno solo.

23:57 Raido:
  [Monte] Quelle parole, quella storia, è molto simile a quella del Jonin, non per un intero villaggio quanto per un clan. Lo porta nuovamente a pensare al proprio passato<E questo dovrebbe fermarti?>gli domanda con un pizzico di severità nel tono della voce<Io sono stato ripudiato dal mio clan per anni per non essere riuscito ad attivare l'innata. Mi hanno lasciato completamente solo e sai cosa ho fatto? Ho fatto una promessa a me stesso, mi sono promesso di riuscire a trionfare, diventare più forte di tutti loro usando solo le mie forze e le mie abilità>racconta brevemente una parte della sua storia, quella che racconta per dimostrare agli altri di che pasta è fatto e cosa ha dovuto fare per giungere a quel livello<Alla fine, non solo sono riuscito a prevalere su di loro ma sono anche riuscito a padroneggiare la mia innata diventando un maestro Oboro, proprio perchè non mi sono arreso e non mi sono fatto scoraggiare. Adesso tutti mi chiedono scusa e mi rispettano per avermi tratta in quel modo tanti anni fa>finisce di raccontare tutta la storia con questa ultima chicca prima di avvicinarsi al ragazzo. Il passo è lento, tranquillo mente gli arriva al fianco. Il braccio destro si alza, la mano viene aperta e posata sulla di lui spalla<Non arrenderti ragazzino, continua a lottare senza mai arrenderti e i risultati arriveranno con il tempo>detto questo avanzerebbe verso le scale che portano verso il villaggio, lontano dai monti<Buonasera Saiten>lo saluta per poi lasciarlo da solo in quel luogo. Si è fatto tardi e Kaori lo sta aspettando per andare a dormire e non vede l'ora di vederla e passare un po' di tempo con lei. [END]

00:23 Saiten:
  [Monte] Alla prima domanda retorica di Raido, Saiten alza lo sguardo, come se si fosse appena svegliato, e perplesso guarda il jonin mentre gli racconta del suo passato e del suo presente cercando di rincuorare il giovane che sembra essersi reso conto di quanto la sua situazione non sia così irrimediabile... Il racconto di Raido sembra quasi qualcosa di fantastico, surreale: partire da una posizione di scarto e raggiungere la cima più alta della gerarchia, dove solo i privilegiati e i più predisposti riescono a raggiungere, o così pensava saiten prima di aver ascoltato la storia di questo grande ninja. Ad un certo punto, lo shinobi si avvicina appoggiando la sua mano sulla spalla di Saiten e in quell'istante, come colpito da un'allucinazione, vede al posto di Raido la figura di suo padre, quello che aveva concosciuto ovviamente, che lo guarda con lo stesso sguardo dello shinobi di Kusa, lo sguardo fiducioso e speranzoso che riesce a risvegliare le forze nascoste di qualsiasi persona che abbia il privilegio di incrociarlo con il proprio. Quando la mano si sollevò dalla spalla, la figura scomparve, rilasciando il volto del ninja appena conosciuto che si dirige verso la scalinata... Quasi involontariamente, la mano di Saiten si chiude a pugno, e nel suo corpo sente scorrere la nuova energia risvegliatagli da quello che ormai vede come un idolo, un modello da seguire, qualcuno da non deludere... Qualcuno da proteggere.Veloce come un razzo, Saiten si affacciò alla scalinata, mentre ormai raido ne aveva sceso già un pezzo, esclamando talmente forte da mettere in fuga gli uccelli li vicino <Signor Raido! Io non mi arrenderò!> a quel punto, lo sguardo di Saiten sprizza determinazione da tutti gli angoli e punta dritto verso il jonin nella speranza che lo senta forte e chiaro <Diventerò un ninja, con tutto ciò che ne comporta... E proteggerò chi mi ama e chi mi odia, a tutti i costi! Compreso lei!> e alla fine del discorso accenna anche un sorriso cosa che non faceva da chissà quanto tempo... [END]

Raido e Saiten si incontrano e dopo una chiacchierata il deshi diventa determinato