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[Allenamento Innata] - If love is a labor I'll slave till the end

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con Hikari, Shitsui

12:50 Shitsui:
 [Appartamento] La pioggia batte forte contro le finestre chiuse dell'appartamento del giovane, che si ritrova ivi, costretto a letto da una fastidiosa influenza. L'appartamento consiste in uno spoglio monolocale, largo abbastanza per contenere in una sola stanza l'angolo cottura, un tavolo con appena tre sedie, un piccolo armadio in cui vi è stipato il suo ridotto abbigliamento e, appunto, il letto sul quale si trova il moro. Accanto ad esso un piccolo comodino, sul quale si trovano solamente il portaoggetti con tutto il suo vario arsenale che usa portarsi sempre dietro e una cornice di legno, piccola, dentro la quale si trova la foto scattata al momento della formazione del team Hitsuno. Una casualità, coincidenza o l'ironia di un destino che chissà che piani avrà per lui. Non molti, sicuramente, per quest'oggi, visto che Shitsui gronda di sudore dalle tempie. Il respiro è affannoso e la testa gira ogni volta che cerca di alzarsi col busto, oltre al sopraggiungere di una fastidiosissima nausea ad ogni suo tentativo. Le tapparelle sono chiuse, rendendo per altro l'appartamento completamente buio. Ma anche in queste condizioni i pensieri che attraversano la testa riguardano solo e ancora gli allenamenti ed è solo quella sua testardaggine che si ritrova così, perché ha voluto spingersi fino al bosco dei ciliegi, sotto la pioggia, ed allenarsi vestito in abiti leggeri < Idiota > Ammonisce sé stesso con cattiveria, dato che ciò, oltre ad averlo costretto a letto con la febbre, lo ha pure costretto a rimandare di un giorno la partenza per Konoha, saltando di conseguenza anche l'inaugurazione. Con una missiva ha avvisato i suoi compagni di team di precederlo, di non preoccuparsi per lui, che se la caverà, del resto, come ha sempre fatto. < Non posso perdere tempo! > Esclama alzando il busto lentamente, sedendosi così sul letto. Vuole davvero allenarsi, in quelle condizioni? Estrae le mani dalle coperte e le congiunge nel sigillo della capra. Esatto, vuole proprio farlo! Chiude gli occhi, cercando di sopprimere la nausea che lo colpisce subdolamente, focalizzandosi solo sulle sue energie interiori, andando a percepire così l'energia psichica, posta all'altezza del cervello, e quella fisica, all'altezza dello stomaco. Così facendo tenterebbe dunque di spingere le due energie l'una contro l'altra, nel tentativo di farle impattare con forza all'altezza dello sterno. Quì, data la forza dell'impatto e la forza d'inerzia, esse dovrebbero iniziare a mescolarsi, vorticando rapidamente e, se effettivamente ci fosse riuscito, il vortice andrebbe a dar vita al chakra, energia che fluirebbe all'interno del suo corpo malaticcio. Tossisce sonoramente subito dopo il tentativo, rilasciando il sigillo e riaprendo gli occhi nel caso il richiamo fosse avvenuto con successo.

12:50 Shitsui:
 EDIT: [Tentativo Impasto Chakra]

12:54 Hikari:
  [Terzo Cerchio] Una giornata diversa dalle altre quella di oggi per la neo genin di Kusa, che avrebbe dovuto essere a Konoha per il torneo la cui inaugurazione è avvenuta proprio il giorno prima. Una giornata diversa per lei, ma non per il cielo di Kusa, che continua a bagnare le strade del villaggio con una pioggia incessante e che lascia pochi attimi di gloria al sole. Il motivo alla base della propria partenza rimandata per il villaggio della Foglia, è una lettera che è stata consegnata a casa sua, la quale la informava che il suo compagno di team Shitsui non sarebbe potuto partire assieme a lei e Ikkino a causa di un malanno, e li invitava ad andare senza di lui. Se dovesse spiegarlo, non saprebbe bene come descrivere il fatto che senza di lui non sarebbe voluta partire, e soprattutto non avrebbe voluto lasciarlo da solo durante un momento di debolezza. Probabilmente la risposta è da cercare nei recenti sviluppi avvenuti tra i due, che non si sono più visti da quella volta in cui hanno avuto modo di chiarire i propri sentimenti. Ora Hikari sta percorrendo le strade del Terzo Cerchio, in direzione dell’abitazione del ragazzo perché, come detto prima, e soprattutto, come promesso da lei, non lo avrebbe mai lasciato da solo. Cosa gli dirà quando lo vedrà? Come deve comportarsi? Lo sapeva che domande come queste le avrebbero affollato la mente una volta giunto il momento di rivederlo. Il petto di lei si sta scaldando ai battiti del proprio cuore, in preda all’agitazione ma anche alla voglia di vedere il suo compagno. Avvolta nel suo mantello, ha quasi raggiunto la propria destinazione. Le aveva accennato una volta dove si trovasse la casa, e non è stato difficile trovarla. L’edificio che le si para davanti è un po’ spoglio, incastrato tra altre costruzioni in una piccola stradina nel Terzo Cerchio, un po’ come il suo alla fine. Raggiunge dunque alla porta, battendovi con le nocche della mano destra, e avvicinandovi appena l’orecchio, in modo da poter udire una risposta sotto quella pioggia battente. < Shitsui? > chiama, in attesa della voce del ragazzo. Probabilmente lui non si aspetta di trovarsi Hikari fuori di casa, considerando che l’aveva incitata a partire insieme ad Ikkino. Non ha armi con sé, né i guanti e né il copri fronte che la contraddistingue come ninja, ha voluto lasciare tutto a casa.

13:16 Shitsui:
 [Appartamento] La tosse continua forte, rauca, grattando violentemente contro la gola, costringendolo a piegare il busto in avanti come affetto da spasmi ad ogni colpo, portando entrambe le mani a coprire la bocca. Nonostante tutto l'energia azzurrina richiamata da poco dal giovane scorre vigorosa sotto la sua pelle, senza però donargli la solita piacevole sensazione di forza, anche se, un tantino, riesce a contrastare i sintomi debilitanti dell'influenza. Una voce dall'esterno richiama prepotentemente la sua attenzione. Una voce familiare, dolce ma con una punta di preoccupazione. Una voce che riconoscerebbe tra mille < Hikari? > Sussurra tra sé e sé meravigliato. Gli occhi vanno dritti ad inquadrare la porta, mentre la bocca muove formando un'espressione un po' stizzita, forse perché non voleva essere un peso per il proprio gruppo e far ritardare anche la loro partenza, oppure perché non vuole essere visto in quelle condizioni? In ogni caso la pioggia continua a cadere incessante e non può farla aspettare più di tanto. Si alza perciò dal letto scostando velocemente le coperte e mettendosi in piedi. Non è così facile come sembra, le sue forze non collaborano e rischia di far venire un malanno anche a quell'altra. Si avvicina alla porta a piedi nudi, aprendo di scatto la porta di legno < Hikari! > Esclama di nuovo < Entra. Cosa ci fai qui? > Chiede, vorrebbe risultare infastidito, ma nel suo tono traspare anche preoccupazione. Ma la realtà è ben diversa, in fondo è felice che lei sia lì, inaspettatamente. Sente questa felicità pervadere il corpo e riscaldare le sue membra in modo diverso da come fa l'influenza. Che sia questo l'amore? Ma si volta di fretta, lasciando che sia lei a chiudere la porta una volta entrata. Ora anche lei potrà vedere la sobrietà dell'arredamento monolocale e al centro solo il giovane, che si è andato a sedere di nuovo sul letto. Ivi si volta verso la ragazza, andando però a concentrarsi sul proprio chakra, sul flusso, disperso in tutto il corpo, andando a creare così due flussi paralleli che andrebbero a scorrere verso l'alto. Questi passerebbero attraverso il torace, per poi attraversare il collo, risalire sulle guance ed arrivare alle tempie. Qui i flussi interromperebbero il loro incedere, per poi essere instillati, con cura, all'interno dei bulbi oculari che andrebbero a prendere una colorazione innaturale, nera come la pece, inglobando così la pupilla. In ogni caso, una volta fatto ciò ritornerebbe sulla figura della ragazza. La stanza buia sarebbe ai suoi occhi come illuminata, e così la sua compagna, al centro della sua visuale. < Dovresti essere a Konoha, Hikari... > Aggiunge, attendendo una spiegazione da lei, col tono che man mano diviene sempre meno infastidito, fino ad arrivare a pronunciare il nome dell'altra con una certa enfasi, interrompendosi e abbassando lo sguardo [Chakra On 24/25][Tentativo Kayosei I]

13:51 Hikari:
  [Terzo Cerchio] Aspetta qualche istante sotto la pioggia, in attesa di una risposta dall’interno. Nessuna voce, solo un rumore di passi, lenti e pesanti. La porta di apre di scatto, lasciando che lo sguardo della giovane la oltrepassi e incontri quello del suo compagno, che a prima vista sembra debole, molto debole. La sua fronte è imperlata di sudore, il respiro piuttosto pesante, e gli occhi stanchi. Come si aspettava, il ragazzo è sorpreso di vederla, pensando fosse partita per Konoha. Nella sua voce si riesce a percepire un po’ di fastidio, forse non voleva essere disturbato o semplicemente avrebbe voluto che lei non perdesse tempo prima del torneo. E’ comprensibile. < Come hai fatto a ridurti così? > esclama, ignorando la sua domanda, presa completamente dalla sua condizione. Immaginava gli fosse successo qualcosa, ma non si aspettava di trovare un morto che cammina. Segue Shitsui all’interno dell’abitazione, chiudendosi subito la porta alle proprie spalle. Il locale è spoglio, come all’esterno, è presente solo il minimo indispensabile. Anche lei abita in un monolocale, ma ha cercato di renderlo più vivibile, decorandolo un po’ a modo suo, chiedendo ovviamente prima il permesso alla padrona di casa. Non distingue bene come siano fatti i mobili, poiché la stanza è immersa nel buio. Ciò che ha potuto vedere è stato grazie alla luce che entrava quando la porta era ancora aperta. Si sfilerebbe il mantello mentre il ragazzo torna a sedersi sul letto, dove si suppone essere stato tutta la mattina, e lo appenderebbe all’attaccapanni che si trova proprio accanto alla porta di legno. Ha i soliti anfibi neri, ideali per la pioggia, completamente bagnati. Indossa poi un maglione rosa che avvolge la sua figura fino a metà cosce, che sono fasciate come tutte le gambe da un paio di leggins neri. I capelli sono lasciati liberi e le ricadono sulle spalle, raggiungendole il petto. < Ho le scarpe tutte bagnate, ti dispiace se le lascio qui? > domanderebbe, indicandosi gli anfibi. Se il ragazzo acconsentisse, se li sfilerebbe, lasciandoli ordinatamente sotto l’attaccapanni. Rimarrebbe dunque con dei calzini neri, semplici e corti. Camminerebbe poi in direzione di lui, a passi lenti, osservandolo nella penombra e stando attenta a non inciampare contro qualcosa. Perché tutto quel buio? Forse gli serve per riposarsi, chissà. Meglio che si ristabilisca in fretta, altrimenti dovrà saltare il torneo. < Lo so… > comincerebbe a dire, un po’ incerta, continuando a cercarlo nell’oscurità. Non riesce a distinguerlo bene, e di conseguenza neanche i suoi occhi che ormai sono diventati completamente neri. < Ho letto la tua lettera, e ho fatto andare Ikkino da solo. Gli ho detto che sarei venuta da te. > la voce ancora un po’ titubante, ha il timore che lui la rimproveri e che le dica che sarebbe dovuta andare, senza preoccuparsi di lui. < Non volevo lasciarti da solo, e… partire senza di te. > ammetterebbe, sorprendendosi delle proprie parole. Che il fatto di essere nascosta dal buio le renda più facile esprimersi?

14:15 Shitsui:
 [Appartamento] Lascia che lo sguardo vaghi senza direzione sul pavimento dell'appartamento, cercando semplicemente di evitare lo sguardo dell'altra, andandosi così a posare per alcuni attimi su uno dei due cassetti del comodino accanto al letto. Il secondo, quello più in basso, contiene un po' di cianfrusaglie di nessuna utilità apparente. Rotoli, fuuda di riserva, pennarelli. Tutto nella norma, se, sotto tutti questi oggetti apparentemente normali non ci fosse un doppio fondo ben celato. Alzando il doppio fondo, infatti, si potrà raggiungere così l'equipaggio Anbu -tra le altre cose, la maschera-. E' proprio lì che si soffermano i pensieri: la chiamata da parte del Generale Raflo nella squadra speciale, ma, sopratutto, risuonano nella mente le parole del Generale stesso che lo avvisavano che avrebbe dovuto evitare di parlarne con altri. La sua identità, il suo lavoro, dovranno rimanere nell'ombra. Ha accettato il lavoro per proteggere Kusa, ma, sopratutto, lei. Gli occhi tornano frettolosamente sulla figura della ragazza che ha promesso di proteggere e, che ora, è lì per proteggere lui. Per stargli accanto come mai nessuno ha fatto prima. < Io... > Esordisce, rendendosi conto d'aver chiesto troppo al proprio corpo, esattamente come sta facendo ora. Sa di non aver reagito razionalmente, come avrebbe dovuto, e si incolpa per essersi comportato così < ...credo di aver esagerato con gli allenamenti. > Ammette. Non ha senso mentirle. La guarda togliersi le scarpe e farsi strada nel buio che, per lui, invece, è luce. Non ci aveva pensato, ormai si sta abituando all'oscurità, è sua alleata, sua compagna. < Se vuoi, puoi aprire le finestre. > Aggiunge, per agevolarla nei movimenti, mentre lui si fa indietro sul letto, lasciandole la possibilità di accomodarsi accanto a lui -se lei volesse, ovviamente-. Si sente ancora debole, ma con lei accanto la debolezza e la fiacchezza sembrano dissiparsi, almeno apparentemente. Si ritroverebbe addirittura a sorridere, al buio, tra il divertito dal fare goffo di Hikari e il contento che lei appunto sia lì. Un sorriso naturale, spontaneo, ingenuo che però lei non può vedere e che durerà solo fintanto che il buio non lo celi. Nel caso Hikari aprisse una finestra o accendesse un qualsiasi tipo di luce, allora tenterebbe di ricomporsi, nascondere quel sentimento di contentezza, forse solo per non mostrarsi debole di fronte a lei. Ma sono tutte paranoie, diciamocelo. Le parole della compagna intanto risuonano nella stanza. "Non volevo lasciarti da solo" gli occhi sgranano e le pupille andrebbero a dilatarsi -se solo si distinguessero dalla sclera- al solo sentire quelle parole. Ma ricorda la loro promessa, quella fatta sulla ruota panoramica. Quel per sempre. < Grazie Hikari > Borbotta con tono profondamente riconoscente < Sei sempre così... > S'interrompe alla ricerca delle parole adatte < ...diversa da me... > Evidentemente non trovandole. < Diversa da tutti gli altri... > Si corregge, rimanendo tuttavia sempre vago. < Sei speciale. > Conclude, cercandole di farle capire che, in tutto quel giro di parole, si nascondeva un complimento [Chakra On 23/25][Tentativo Kayosei I]

14:45 Hikari:
  [Appartamento] Si avvicina lentamente al letto, mettendo le mani avanti alla ricerca di eventuali ostacoli. Non vorrebbe fare una figuraccia proprio in quel momento, come suo solito. < Non ti facevo così testardo. > dice dopo aver udito le sue parole, in modo scherzoso. Forse la parola più adatta sarebbe stata “tenace”. Che ironia, allenarsi per il torneo e per lo stesso motivo non potervi subito partecipare. < Non c’è problema, è meglio tenerle chiuse per farti riposare. > in effetti avrebbe potuto aprirle, ma deve ammettere che quell’atmosfera le piace. Come ha potuto notare, il buio riesce a farla esprimere meglio, le toglie quel freno che è la timidezza, forse perché lui non può vederla. O questo è quello che pensa lei, che ancora non ha ben chiaro cosa siano i suoi occhi neri e come funzionino, se non un regalo della madre. Quindi, lei è ignara di poter essere vista chiaramente da lui. In più, le piace l’idea di trovarsi lì insieme, in quel modo, è come se l’oscurità li proteggesse ed isolasse dal mondo esterno, e potessero creare qualcosa che appartiene solamente a loro due. Con la mano sinistra raggiunge il letto, sfiorandone la coperta. Lui è seduto lì, poiché lo ha visto dirigersi proprio in quella direzione poco prima, ed ora ha anche sentito un fruscio, come se si sia mosso sulle coperte. Porta dunque anche la mano destra in quella direzione, poggiandola avanti alla sinistra, in modo da seguire la linea del letto e tastarlo per trovarne la parte non occupata da Shitsui e sedersi, cercando di non risultare troppo invadente. Goffa com’è si avvicina un po’ troppo. Di fatti, la mano destra arriverebbe a sfiorare quella del ragazzo, calda a causa della sua temperatura fuori dalla norma. E’ piacevole, nonostante l’abbia toccata di striscio. Le era mancata la pelle liscia e rassicurante delle sue mani. Ritrae subito la propria, un po’ in imbarazzo, e si siede lì, accanto a lui, con entrambe le mani unite sulle ginocchia, non sapendo cosa dire. Le parole pronunciate da lui, poi, contribuiscono a rendere il rossore sul viso di lei sempre più intenso. Meno male che siamo al buio, pensa. < Io… > quelle parole le provocano una scossa al cuore, una bellissima sensazione. Si sente apprezzata, utile, importante. “Speciale”. Sì, si sente proprio così. < …speciale? > non sa come rispondere a quel complimento celato nelle sue parole. Sta sorridendo, e non sa ben capire se ciò che ha appena domandato sia rivolto a lui o a se stessa.

15:06 Shitsui:
 [Appartamento] L'altra decide di farsi largo a tentoni nel buio, declinando così l'invito di Shitsui ad aprire le finestre per far entrare qualche fioca luce che l'avrebbe magari aiutata nel suo incedere attraverso la stanza. Scruta tutti i suoi movimenti, andando ad soffermarsi sui particolari che tanto bene riesce a scorgere grazie al Kayosei. La pelle rosea, liscia dell'altra, le sue guance e i suoi occhi, potendo notare le pupille dilatate, naturalmente a causa dell'oscurità. Il sorriso è ancora fisso sul suo volto quando lei inizia a mettere le mani sul letto fino a sfiorare la sua, delicatamente, per poi ritrarla diventando di un chiaro colore paonazzo < Sei buffa quando diventi rossa! > Esclama lasciandosi andare ad una risata di gusto breve, ma decisamente nuova per le orecchie dell'altra che malapena lo aveva visto sorridere qualche volta. Sarà la compagnia mista a quell'intima oscurità grazie alla quale si sente a suo agio, potendoci inoltre vedere. E' proprio questo l'altra potrebbe non saperlo, per cui sarebbe naturale aspettarsi una sua reazione sorpresa. Ma non vuole parlare della sua abilità, quanto assaporare quel momento di felicità pura, uno dei pochi della sua intera vita. Ancora sorridendo allungherebbe una mano, verso di lei, andando a portare la mano, quasi bollente, sul suo viso, toccando col dorso dell'indice della destra la guancia sinistra di lei, calda, ma non tanto da raggiungere la temperatura corporea del febbricitante Shitsui. Lascia scivolare il dito dal basso verso l'alto per poi andarle a spostare una ciocca di capelli dal volto per poterla guardare meglio, da così vicino. < Sì > Risponde secco alla domanda -probabilmente retorica- dell'altra. Ma questa sensazione di benessere incalzante viene interrotta subito dal ripresentarsi dei sintomi della febbre. Ecco la tosse, fastidiosa che lo colpisce alla sprovvista riportandolo a piegare quasi ritmicamente il busto in avanti mentre ambedue le mani vengono ritratte verso la bocca -l'educazione prima di tutto!- e, come se non bastasse, gli occhi inizierebbero anche a bruciare lievemente proprio a causa del mantenimento della propria innata, trovandosi così costretto a chiudere le palpebre. < Non.. > Cerca di proferire qualcosa tra un colpo di tosse e l'altro < Non ne posso più! > La voce risuona distorta attraverso le mani che coprono la cavità orale. [Chakra On 22/25][Tentativo Kayosei I]

15:36 Hikari:
  [Appartamento] Un colore ancora più intenso viene assunto dal viso di Hikari, che diventa sempre più caldo. Sgranando gli occhi allontana il labbro superiore da quello inferiore, assumendo un’espressione totalmente sorpresa. < Ma… Ma tu come fai a…? > le parole abbandonano le labbra della giovane in un timido balbettio. Come diavolo fa a sapere che è arrossita? Se lo sarà immaginato in seguito al repentino spostamento di lei? Che altre opzioni ci sono? Fatto sta che questo, come detto prima, la fa avvampare ancora di più, colta con le mani nel sacco. Queste domande e dubbi vengono subito spazzati via da un suono nuovo, bello, sincero. Shitsui sta ridendo, e lo sta facendo di gusto! E’ la prima volta che lo sente ridere così, e le piace, le piace tantissimo. Tanto da venirne contagiata anche lei, che inconsciamente si lascia scappare una risata, che accompagna quella dell’altro. Poi ecco, che nel buio, senza che lei veda niente, un altro tipo di calore compare sul viso della ragazza. Lo conosce, lo conosce molto bene, sebbene sia ora accentuato dalla febbre. Il tocco di Shitsui lo riconoscerebbe tra mille, anzi, tra milioni. Socchiude gli occhi a quella piccola carezza che si muove delicata sulla sua guancia, quasi a cullarla, finendo poi a scostarle i capelli dal viso. Sono vicini, questo può sentirlo nonostante non veda praticamente nulla. Sente la sua voce vicina, il suo calore vicino, il suo respiro. Lui è lì, insieme a lei. Purtroppo quella bolla d’intimità venutasi a creare attorno a loro ha durata breve, poiché il ragazzo viene colpito da un altro attacco di tosse. Hikari lo cerca nell’oscurità, andando a posare una mano sulla sua schiena. < Torna a letto, Shitsui. > direbbe con tono pacato e amorevole, sinceramente preoccupata per la sua condizione. < Rimarrò qui con te finché non starai meglio. > non sa se lui possa effettivamente vederla o meno, ma quelle parole, oscurità o meno, le avrebbe pronunciate in ogni caso. Vuole rimanere al suo fianco, anche quando si presentano ostacoli come una semplice malattia. < Se per te va bene. > aggiungerebbe infine, perché se volesse stare da solo lo capirebbe. La mano si muove piano sulla schiena di lui, che brucia al di sotto dei vestiti. La giovane dunque si alzerebbe, per lasciargli tutto lo spazio necessario per potersi mettere a letto.

15:59 Shitsui:
 [Appartamento] La tosse pian piano torna a dargli tregua, dandogli anche la possibilità di rifiatare, ma la quiete dura appena pochi attimi, prima che sia il dolore agli occhi a intensificarsi < Ngh... > La mano sinistra viene aperta e posta sul capo, mentre ha le gambe incrociate sul letto e il busto piegato in avanti, mentre le dita mignolo e pollice della mancina spingono contro le tempie, che è proprio il luogo da dove nasce quel fastidio < Mer...Argh > Stava per risultare scurrile, ma, nonostante sia piegato in due dal dolore, vuole essere galante di fronte ad una donna tanto da correggersi anche in una situazione del genere < Dannazione > Borbotta di nuovo mentre sente percepisce la pressione esercitata dal corpo di Hikari sul letto venire meno, accompagnata dalle sue parole. Adesso ha gli occhi chiusi e non può vederla, ma lei era lì poco fa e prima che possa allontanarsi la mano destra quasi alla cieca va veloce a cercare il braccio di lei, ma, se la sua figura è già diritta, la mano andrebbe ad impattare dolcemente contro le dita della mano dell'altra e, con esse, automaticamente andrebbe ad intrecciarsi, stringendo così la di lei mano, per non lasciarla allontanare < Ti chiedo scusa > Esordisce. < Ti ho promesso di proteggerti e adesso... > Due sonori e forti colpi di tosse interrompono le sue parole, mentre, cercando di dosare con cura l'apporto di chakra agli occhi, il dolore andrebbe ad affievolirsi, permettendogli di poterli riaprire e tornare a guardare l'altra < ...e adesso sono io ad avere bisogno di te. > Aggiunge, trovandoci quasi una macabra ironia. E' pronto a battersi, ad uccidere ed essere ucciso per lei, ma una semplice influenza adesso ha invertito le parti. < Hai saltato l'inaugurazione del torneo, non avresti dovuto... > Esclama con tono serio, quasi ammonitorio < ...ma sono felice che tu sia qua con me. > Il tono è ancora serio e sicuramente non sprizza la felicità che intende, ma è sincero, e dentro di se prova una spontanea allegria grazie alla sua compagnia. Lo sguardo vaga veloce per la casa, completamente spoglia, o quasi. Vorrebbe offrirle qualcosa ma non è mai stato un ideale padrone di casa, quel tipo che ha sempre qualche leccornia pronta per i propri ospiti, anzi, ospiti raramente ve ne sono stati in quel tugurio. Torna però sulla figura dell'altra ripensando alla reazione di lei quando ha sottolineato il rossore del suo viso. < Ricordi il dono di mia madre? > Chiede, ma sa già bene che l'altra non può essersi dimenticata di quel discorso. < Grazie ad esso posso vedere anche al buio > Aggiunge sorridendo di nuovo, ripensando all'imbarazzo dell'altra di qualche attimo prima < Poco prima che arrivassi tu ho iniziato ad allenarmi... > Ammette quasi in modo mesto, come se si aspettasse un'ammonizione da parte della compagna, del resto, è solo per quello che adesso si ritrova malato e a letto! [Chakra On 22/25][Kayosei I]

16:01 Shitsui:
 EDIT: [Chakra on 21/25]

16:32 Hikari:
  [Appartamento] Si è preso proprio una bella influenza il ragazzo, che è colpito da una tosse che sembra solo illuderlo di cessare. Però adesso non deve pensare al torneo, all’allenamento o ad altro, deve solo cercare di rimettersi in sesto per essere al meglio di sé. Hikari nota il suo momentaneo e interrotto cambio di registro, probabilmente non voleva risultare volgare. E anche se fosse stato, a lei non avrebbe dato fastidio, d’altronde in certe occasioni anche lei attinge parole da un vocabolario non proprio signorile. Come quando ha avuto un brusco incontro con quel ragazzo psicopatico, di cui ancora non ha parlato a Shitsui, dato che non si sono visti. Vorrebbe farlo, ma ora non le pare proprio il caso. Mentre è in piedi davanti a lui, appena alzata, ecco che subito la afferra con estrema dolcezza, intrecciando le dita della sua mano alla propria. Ancora quel tocco caldo. < Non scusarti, non devi. > lo cerca nel buio con le iridi castane, avvicinando a tentoni la mano nella sua direzione, lentamente in cerca del suo viso, chinandosi appena. Incontra la sua guancia sinistra, bollente e soffice allo stesso tempo. La accoglie nel palmo della propria mano, muovendo appena il pollice in una breve carezza. < Anche io ho promesso di starti accanto, e ti aiuterò, sempre. > la voce dolce di lei abbandona le proprie labbra dirigendosi verso le orecchie del ragazzo, sottolineando l’ultima parola. Un sorriso si dipinge sul volto della giovane donna nonostante il tono serio delle successive parole di lui. Immaginava che egli avrebbe voluto che lei fosse a Konoha in questo momento, però quel suo “sono felice” la fa rallegrare, ancor più di prima. Ascolta poi ciò che ha da dire sul dono di cui le ha parlato quella volta sulle colline, quando lei lo ha visto con gli occhi completamente neri. Ricorda l’inquietudine provata all’incontro con essi, e anche la successiva rassicurazione da parte di lui. < Vedere al buio? > ripete sottovoce, ricollegando quelle parole a ciò che è successo poco prima. < E tu mi hai vista…? > non completa la frase, poiché è certa che l’altro comprenda che si sta riferendo a quando è avvampata. Allontana la mano dal viso di lui, consapevole ora che si è illusa di essere rimasta “nascosta” per tutto quel tempo. La cosa però non la infastidisce, ma bensì la incuriosisce. < Diamine, ma è fantastico. > aggiunge poi, prima di cambiare totalmente espressione quando Shitsui le spiega cosa stesse facendo prima che lei facesse la sua comparsa. < Cosa? Ti alleni nonostante tu sia malato? > esclama, alzando un po’ la voce, seria. < Come farai a guarire se continui ad allenarti? > quindi forse “ testardo” è proprio la parola giusta da usare.

17:03 Shitsui:
 [Appartamento] Ascolta con attenzione le parole dell'altra, mentre gli occhi sono fissi sulle mani intrecciate dei due. Guarda le dita tenersi e non accennare a volersi lasciare quando, nel frattempo, l'altra mano della ragazza raggiunge delicatamente la sua guancia infiammata dal calore dovuto alla febbre. Si lascia accarezzare, piegando il volto leggermente a sinistra, ma quasi non osa alzare lo sguardo verso il volto dell'altra, ascoltando le sue parole, dapprima tenere, dolci, promettendo di stargli accanto, per poi imbarazzarsi leggermente accennando alla vampata di rosso che il viso di lei aveva assunto in precedenza. Immobile in quella posizione, quasi si gode ogni singola parola, ogni singolo fonema proferito dall'altra, aspettando inesorabilmente la reazione -del tutto giustificata- al fare del ragazzo. Fino ad adesso non ha potuto vederlo cercare di mantenere attiva la sua innata, anzi, se avesse utilizzato del chakra per fare altro, probabilmente non si sarebbe accorto neppure di quello, dato che ora anche l'energia interiore del giovane ha assunto quel colore nero pece. L'ammonizione di lei tuona talmente forte da fargli perdere del tutto la concentrazione, sentendosi così piccolo davanti ad una donna così preoccupata. Ma rimane in silenzio. Sa bene di aver sbagliato. < Non voglio sembrare testardo > Tutto è tornato buio, non può più vederla, ma percepisce la sua presenza e ancora le sue mani. < Ma tutto questo tempo che passo a letto è tempo perso > Aggiunge, lasciando trapelare il suo fastidio per quella condizione, sperando che lei possa capire, ricollegare tutto a quel suo voler diventare 'più forte' per scappare dal dolore e, inoltre, per poter essere in grado di proteggerla. Chiude così la sua breve spiegazione e, anche nel caso l'altra non lo comprendesse, ritornerebbe a focalizzarsi sul proprio chakra, dividendolo ancora una volta in due flussi paralleli subito dopo aver chiuso le palpebre, conducendo nuovamente tali flussi verso l'alto, scorrendo velocemente verso le tempie e di lì confluiscono all'interno degli occhi ricoprendoli di nuovo di una patina nera. Tuttavia percepisce in questo momento la temperatura del corpo salire rapidamente, come se la fronte ora fosse incandescente. Che stia perdendo il controllo sul Kayosei? O che stia chiedendo troppo al proprio corpo? Non sa se è solo una sua sensazione o se pure Hikari potrà percepirla, ma gli pare che stia quasi andando a fuoco. Il respiro si fa più profondo ma, non appena sente le sclere diventare completamente oscure, aprirebbe di scatto gli occhi alla ricerca della figura dell'altra, che dovrebbe essere la, di fronte a lei. Ma qualcosa di strano accade. Nel momento in cui le palpebre vengono alzate, gli occhi del giovane vengono investite da un fortissimo fascio di luce. Vede completamente bianco. In teoria dovrebbe vedere semplicemente 'illuminato' eppure è come se la stanza, l'arredamento povero e persino la ragazza non ci fossero più. Anche il tatto non risponde, non sente più il contatto con l'altra, come se si trovasse dentro ad un genjutsu < Hikari!? > Esclama preoccupato mentre il respiro ora inizia ad essere affannato, nervoso, non capisce! Sbatte le palpebre velocemente. Che sia diventato cieco? No, impossibile! In quella luce piccoli tratti vanno a disegnare una figura femminile, bella, sensuale, in procinto di abbracciarlo amorevolmente. I tratti confusi diventano lentamente più definiti fino al palesare la figura di questa donna, dai lunghi capelli corvini. Negli occhi di lei tanto dolore, ma le sue labbra muovono in un sorriso < Tu... > La riconosce, l'ha vista in foto, la foto che gli ha donato il capo clan Seiun. La vede aprire le labbra in un sorriso gioioso, mentre una lacrima scende sul volto di quella figura < Mam... > Sussurra, con un filo di voce ma s'interrompe. D'un tratto rieccolo nella propria stanza, davanti a sé solo Hikari e lui con due lacrime che scendono quasi parallele dalle sue gote, partite dai lati dei suoi occhi scuri. Non sa cos'ha fatto nel frattempo, non sa cos'è successo. Probabilmente una visione dovuta all'influenza e allo sforzo di riattivare il Kayosei. Tutto quello che sa è che la mano destra è ancora salda a quella di Hikari che, probabilmente, lo avrà sentito borbottare cose senza senso. [Chakra On 20/25][Ri-Tentativo Kayosei I]

17:28 Hikari:
  [Appartamento] Non può vederlo, ma in quelle condizioni sembra così debole da risultare tenero. E’ un po’ strano da pensare, ma è così. Hikari ha l’istinto di proteggerlo. E’ questo quello che pensa quando il ragazzo accompagna la mano di lei, posata sulla sua guancia. Si giustifica poi, spiegandole il motivo di tutto quell’allenamento. < Shitsui… io capisco che vuoi diventare sempre più forte. > la voce torna pacata, ma ancora seria. Non vuole gridargli contro, assolutamente, lo ha rimproverato perché continuando in quel modo otterrà il risultato totalmente opposto a quello che si è prefissato. < Però hai visto cosa succede ad esagerare. E soprattutto, in queste condizioni non puoi migliorare, sforzerai solamente il fisico e la mente. > sospira la giovane genin, sperando che le parole arrivino chiare alle orecchie di lui e che soprattutto le comprenda. Lei sa bene quanto lui tenga ad essere forte e pronto per qualsiasi occasione, per poterla proteggere e anche per combattere i fantasmi del proprio passato. Glielo ha detto più volte. Ma così non farà altro che passi indietro. Qualche istante dopo aver pronunciato quelle parole, la pelle di lui a contatto con la propria mano sembra avvampare, raggiungere una temperatura ancora più alta. La differenza è talmente netta da essere facilmente percepita dalla ragazza. Sente nel buio il respiro del ragazzo farsi più affannoso e pesante. Pronuncia il suo nome, sembra essere spaventato. Anche lei si allarma, non capendo che cosa stia succedendo. La mano di lui, stretta alla propria, sembra perdere forza. Si sta sentendo male? Non riesce a vederlo, accidenti. < Sono qui! > esclama, cercandolo frettolosamente nell’oscurità, ma non riuscendo ancora a trovarlo con gli occhi. < Che succede? > è allarmata, più preoccupata di prima. Che gli sta capitando? Altre parole abbandonano le labbra esageratamente calde dell’altro. Parole brevi, una interrotta. Non le capisce bene. La mano destra di Hikari si fa più stretta alla sua, mentre l’altra cerca nuovamente il suo viso. La sua pelle scotta, emana un calore spropositato. Ma c’è qualcosa di diverso ora. Qualcosa di nuovo scivola sul pollice di Hikari. Lacrime? < Shitsui, stai piangendo? > pronuncia queste parole con un filo di voce, mentre sente il cuore crollarle in petto. Perché sta piangendo? Era felice fino ad un attimo prima. Non vuole che pianga. E’ certa che sia appena successo qualcosa che lei non può spiegarsi, e non solo perché non lo ha visto. Mollerebbe la presa con le dita dell’altro, per poter portare anche l’altra mano sul viso di lui. Incontra ancora le sue lacrime. < Shitsui… > sussurrerebbe, muovendo entrambi i pollici con estrema delicatezza sulle sue guance. < Va tutto bene. >

17:46 Shitsui:
 [Appartamento] Cerca di riprendere il controllo del proprio respiro, espandendo il petto inalando grandi quantitativi d'aria per poi espellerli dal naso, sgonfiando così i polmoni. E' evidentemente sconvolto, ma la presenza della ragazza lì lo solleva, tranquillizzandolo, anche se nella testa è rimasta fissa la figura della madre, esattamente uguale alla foto. Ma non ha dubbi, era proprio lei. Non poteva essere una visione o un genjutsu e anche se si accorge che tutto ciò non ha assolutamente un senso logico, è convinto che fosse un qualche modo della madre per mettersi in contatto con lui, forse proprio tramite quel dono. Ma ora può solamente limitarsi a fare supposizioni e poi Hikari, come spiegarle una cosa del genere? Lo potrebbe prendere per pazzo e poi, data la propria natura razionale e calcolatrice, si sentirebbe quasi stupido a parlarne. Sente le di lei mani asciugargli le guance con delicatezza, mentre cerca di trovare qualcosa da dire. Ma ecco che calde e amorevoli arrivano alle sue orecchie le parole della ragazza. Quel "va tutto bene" scalda il suo animo e libera la sua mente. Ora le mani, entrambe libere, vanno ad allungarsi verso l'esile figura dell'altra che può ancora intravedere, nonostante non cerchi di concentrarsi neppure più di tanto sull'innata, raggiungendo i fianchi. < Va tutto bene... > Ripete lui, con voce profonda, calma -quasi per convincersene- cercando di mutare l'espressione dapprima sconvolta in un sorriso, tant'è che lei potrà sentire la pelle delle guance alzarsi e la bocca incurvarsi < ...Finché ci sarai tu. > Il tono è dolce e questo suo cambiamento forse è dovuto proprio a quella visione. < Sai Hikari, credo di aver capito una cosa > Aggiunge guardandola dritta nei suoi occhi color nocciola, prendendo del tempo per poter apprezzare ogni singolo connotato della sua figura < Ed è che mi ci vorrà tantissimo tempo per capire cosa sono i sentimenti, ma io... > S'interrompe. Non l'ha mai detto prima. Non pensava di poterlo mai dire < Hikari, ti amo. > [Chakra On 19/25][Kayosei Fading Away]

18:19 Hikari:
  [Appartamento] Il ragazzo di fronte a lei sembra riuscire lentamente a calmarsi. Il respiro torna piano piano regolare, nonostante la sua pelle sia ancora molto calda. Sembra essere riuscita a tranquillizzarlo, sempre che sia stata effettivamente lei. Ora anche Hikari è più calma, sapendolo tranquillo. Le mani sono ancora ferme sul viso di lui, in attesa che le lacrime cessino di scendere e abbandonino quello splendido viso. Non può vederlo, ma vorrebbe tanto guardare i suoi occhi, che siano completamente neri o meno, li trova comunque bellissimi. Li ha conosciuti quando erano vuoti e privi di ogni emozione, colmi di odio e di rancore. Ma è ben vivida in lei la visione di quegli stessi occhi che giorni prima le hanno promesso di accompagnarla per sempre. Nel buio le mani di Shitsui si fanno strada verso di lei, terminando la loro lenta corsa sui fianchi della ragazza. Dei piacevoli brividi percorrono la figura di lei. Percepisce al tatto i muscoli del suo viso rilassarsi ed allungarsi verso l’esterno. Sta sorridendo, ne è certa. Come la risata di prima, anche quel gesto è contagioso. La giovane china il capo, piano, fino a raggiungere la fronte bollente dell’altro, come lui ha fatto con lei sulla ruota panoramica. Cosa darebbe per far sì che questo momento duri in eterno. La voce del ragazzo è dolce e scivola nel buio accarezzando la ragazza, che si bea di quelle parole. Ancora una volta lui la fa sentire importante. Indirizzerebbe le iridi castane dove ipoteticamente si trovano gli occhi di lui. Sono così vicini che anche ad istinto può indovinare la direzione giusta. Aspetta che completi la frase cominciata, che si interrompe, creando un breve momento di silenzio in cui il cuore di lei comincia a prendere vita nel petto e battere veloce. Le parole che susseguono quella pausa la lasciano di stucco. Lei sa che lui può vederla, ma nonostante questo non nasconde la propria espressione, né cerca di mutarla. Ciò che Shitsui potrà vedere è un viso che lentamente si espande. Gli occhi sgranati, tremanti, lucidi, le labbra rosee e morbide socchiuse, le gote che arrossiscono gradualmente. E’ la prima volta che parole simili sono indirizzate verso di lei, e non avrebbe mai pensato che il primo, e spera l’ultimo, a pronunciarle sarebbe stato proprio lui. Anche se in cuor suo è ciò che sperava da quando giorni addietro si sono scambiati quel breve, ma intenso bacio. La ama, è ciò che le ha appena detto. Il cuore le sta esplodendo in petto. Tante emozioni tutte insieme, non le era mai successo prima. E’ una sensazione simile a quella provata quando ha sfiorato le sue labbra, ma ancora più forte. Da un po’ aveva ammesso a se stessa di avere una cotta per lui. Anzi, cotta è troppo riduttivo. E’ un sentimento che è andato in crescendo da quando lo ha incontrato. Un semplice interesse, che è diventato sempre più grande. Ed ora cosa è diventato? E’ amore, vero? Sì, è proprio così. Ne è certa, come poche volte è stata in vita sua. Chissà se è la febbre a far parlare Shitsui, a renderlo così libero a dire una cosa simile. Eppure sembra lucido, completamente. < Tu… mi ami? > le labbra di Hikari si allungano in un sorriso radioso, ampio, quasi le tremano. Voce flebile quella della giovane ragazza, ancora incredula, perché le sembra tutto troppo bello per essere vero. Gli occhi le si addolciscono, e guarda quel ragazzo che ha di fronte a sé come non ha mai guardato nessuno. < Anche io ti amo, Shitsui. >

18:43 Shitsui:
 [Appartamento] Breve, conciso, dritto al punto. Così, com'è solito fare Shitsui, lascia partire quelle due parole verso la ragazza come una freccia scoccata all'improvviso. Una freccia diretta al cuore di lei, un attacco che non potrà schivare -non spostandosi, almeno-. Guarda quella sua reazione, almeno finché il Kayosei non viene rilasciato. Vede infatti la sua espressione trasformarsi in un sorriso, quasi in risposta al proprio e riesce ancora a scorgere le sue gote arrossarsi, prima che il chakra lasci del tutto gli occhi con la conseguente decolorazione di questi, che tornano normali, candidi, scoprendo le iridi scure e tuffando così anche il giovane nel buio. Non riesce nemmeno più a vedere la ragazza, anche se sono lì, a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra e nella sua mente è stampata, come fosse una fotografia, l'immagine della sua compagna. Compagna non solo di team, ormai. Il suo volto dal gentili connotati, le sue labbra, le guance arrossite. E' come se potesse ancora guardarla mentre lei risponde alle sue parole. E' amore allora, quel sentimento che continuava a pervadergli il corpo e scaldargli l'animo ogni volta che erano insieme. Tutti questi passi che ha compiuto l'hanno condotto là, nella sua stanza buia e spoglia, ma non cambierebbe nulla di quel momento. Ha solo bisogno di lei. Inarca la schiena, allungandosi verso di lei mentre le mani ancora sui suoi fianchi l'avvicinano dolcemente a sé. Si ferma però prima di arrivare alle sue labbra. Sta male, non vuole decisamente passarle quella fastidiosa influenza. Sorride ancora, quasi sospirando, per poi avvicinarsi alla guancia sinistra di lei e schioccarle un bacio e, prima di ritrarsi, andrebbe a sussurrarle < Credo che ti darò retta, e smetterò di allenarmi, finché non starò meglio > Con tono rassicurante ed onesto < Ma se vuoi rimanere a riposare con me... > Non conclude la frase, ma sa che le parole ormai non servono più. Si stenderebbe sul letto, in procinto di riposarsi, lasciando in ogni caso spazio all'altra, nel caso volesse stendersi accanto a lui. [END]

19:27 Hikari:
  [Appartamento] Si sente piena di vita in questo momento. Parole tanto importanti che escono dalla propria bocca… non lo avrebbe mai immaginato. O meglio, ha fantasticato come ogni ragazza fa sull’amore, ma un conto è pensarlo, e un conto è viverlo. Non riesce a smettere di sorridere, è più forte di lei. Il cuore le sta ancora martellando nel petto, nel silenzio che si è creato tra di loro dopo essersi rivelati a vicenda ciò che provano l’uno per l’altra. Non lo vede, ma i muscoli di lui sono ancora fermi nella stessa espressione felice di lei. Lo sente avvicinarsi, il suo respiro si fa sempre più vicino mentre le mani di lui la avvicinano a sé, ferme sui fianchi. Sta per riaccadere ciò che è successo una volta? Lo spera tanto, lo desidera. Purtroppo però, ad una distanza minima dalle labbra di lei, Shitsui si ferma. Hikari capisce subito il motivo, e mentalmente lo ringrazia, nonostante avrebbe voluto davvero baciarlo una seconda volta. Aspetterà, ne vale la pena. Chiude gli occhi al contatto delle sue labbra con la propria guancia. Un bacio caldo, dovuta alla temperatura di entrambi. Chi per febbre, chi per un viso teneramente arrossito. Il ragazzo si allontana dopo averle sussurrato quelle parole. Le piace così tanto la sua voce, soprattutto quando è così bassa, tanto da poter essere udita da lei sola. Si china dunque sul letto, gattonando per raggiungere Shitsui che si è steso per riposare. Si aggomitola vicino al suo corpo, con il viso rivolto verso il suo, sebbene non possa vederlo chiaramente. < Partiremo insieme per Konoha. > dice a voce bassa, cercando la sua mano nell’oscurità per poi portarla al proprio viso. Non sa bene il motivo di quelle parole, ma l’idea di quel “partire insieme” la emoziona tanto. Chiude quindi gli occhi, per poter riposare anche lei. Il sorriso non ha abbandonato ancora le sue labbra, che aspettano trepidanti di incontrare quelle dell’altro. [End.]

Shitsui, costretto a casa dall'influenza a causa di qualche allenamento di troppo sotto la pioggia, rimanda la partenza per Konoha perdendosi così l'inaugurazione del Torneo. Inaspettatamente Hikari si presenta a casa sua per assisterlo mentre lui, contro ogni consiglio, continua ad allenarsi nel mantenimento dell'abilità innata. Al buio i due riescono ad esternare ancora di più i propri sentimenti tra un'allucinazione e tanto zucchero.