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La Luna splende..

Quest

Giocata di Clan

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con Sakura, Torihi

//: Quest di Clan per Eri. Attendi il fato, prima di mandare l'azione.

La luna, si sa, è l'emblema assoluto della cultura notturna. Risplende alta nel cielo, quasi come se fosse un faro di speranza, una luce che rischiara le ombre e dona pace a chi la insegue. I veri discepoli della luna sono convinti che da essa loro provengono e, nel continuo vivere una vita nel mondo terrestre, sentono il bisogno recondito ed arcano di ritornarci. Una mancanza, nel loro animo, una casa che non hanno più. Un vero e proprio posto a cui fare ritorno, un giorno.Ma per il momento, non si può fare molto per questo viaggio. Eri si trova nel suo letto, addormentata. Il chiarore della luna entra dalla finestra della sua camera, illuminandole il viso di una lucentezza quasi unica. Un bagliore biancastro, che risalta le forme dolci del suo viso. Ma forse c'è qualcosa di più mistico in quella luce. Qualcosa di molto più potente, olto più arcano. Una sorta di collegamento, forse, tra lei e la Luna. Tra lei ed il suo passato. Si trova esattamente nella fase rem del sonno, quella dove l'attività cerebrale è maggiore, mentre si dorme. Quella dove si sogna e si ricordano i sogni. E' la fase vera e propria del riposo. Ma cosa sogna la ragazza? Per il momento, si trova davanti ad un sentiero in pietra levigata, fatto di grosse porzioni di rocce. Tra una roccia e l'altra, spuntano fuori dei filamente di erba e ai lati del sentiero, ci sono alti arbusti di Bambù. E' notte fonda, ad illuminare il sentiero ci sono delle semplici lanterne, poste lungo i lati di esso. Le lanterne sono in vecchio stile, rosse e consunte dal tempo, mentre all'interno una debole fiammela divampa per ognuna di loro. Il sentiero non sembra avere fine, per il momento, ma solo un inizio. Un inizio dato da un arco, in perfetto stile giapponese: rosso, molto verticale e con le classiche forme che si possono ricondurre ai templi.[Quest di Clan per Eri.][CHIUSA][Turno libero][Ingresso: https://images4.alphacoders.com/573/thumb-1920-573779.jpg]

16:00 Torihi:
 Non sa come è arrivata in quel luogo ma proprio perché un sogno non se lo sta nemmeno domandando, non ha ricordi passati e nella sua mente non sta provando ad evocarne ora, si limita ad incedere lungo quel sentiero, bagnata appena dai raggi della luna e dalla tenue luce delle lanterne. Per una volta i suoi capelli sono sciolti, biondissimi e abbastanza lunghi da accarezzarle il fondo della schiena, lisci e lievemente scompigliati si agitano ad ogni suo passo. Anche gli abiti sono differenti dal suo solito, un kimono in lino bianco a coprirle copro, legati in vita da una semplice cintura dello stesso colore, pare quasi una di quelle divise che vengono date alle terme rievocano un tempo lontano un passato di cui era padrona probabilmente, che il suo inconscio si stia solo burlando di lei? Ad ogni modo le spalle chiarissime sono scoperte dato che il tessuto scivola appena sulla sua pelle liscia, pare colorata dalla luna, una carnagione che vuole rubare il posto al candore della luna e gli occhi azzurrissimi altro tratto distintivo del suo clan. Si muove lei semplicemente senza alcuna fretta, elegante in quell’incedere con le mani nascoste nelle maniche, tessuto che avanza e finisce per coprirle tutte le falangi e le unghie smaltate appena di rosso, colore che manca invece sulle sue labbra, pare davvero essere reduce da un rilassante bagno termale quasi fosse una sacerdotessa che dopo il suo momento di intima tranquillità torna alla sua dimora per riprendere il sacro e divino servizio, pacata e di buon cuore. Pare quasi sentirsi più adulta ora, non più intrappolata nel corpo di una ragazzina, per quanto esteriormente non sia cambiata davvero, è il modo di muoversi a dare quest’impressione, più sicuro e consapevole dotata però sempre di quell’aria di assoluta calma e quasi di felicità. Una sé stessa ormai lontana che viaggia in un posto altrettanto distante inconsapevole d’essere solo in un sogno, inconsapevole anche dalla realtà attuale, della sua reincarnazione e del ritorno d una vita di combattimenti e guerre. Gli occhi si posano quindi sulle lanterne, delicatamente abbozzando persino un sorriso mentre parte di quella tunica viene trascinata, uno strascico alle sue spalle, di lino bianco che però riesce ad apparire sporco se paragonato a quella carnagione fatta di raggi di luna. Il mento si alza mentre le iridi si spostano a ricercare la sua dea, la sua casa, la sua vera origine, si posano sulla luna osservandola in pura contemplazione mostrando lo sguardo dell’amante, innamorata di ciò che vede, profondamente rapita da quell’entità

Sì. La luna dona una lucentezza eterea alla ragazza. Una lucentezza antica che fa risaltare ancora di più la sua bellezza. Le lanterne che irradiano il sentiero sembrano essere nulle, in confronto a quello che la ragazza sta emanando. Che poi sia vero o meno, non si sa. E' l'impressione, la sensazione di famigliarità, di pace che la ragazza può avvertire a rendere tutto reale, per lei. Il sentiero che si dirama davanti a lei non è oscuro, non è pericoloso. Sebbene le ombre della notte rendono il tutto più spettrale, più cupo, Eri sente come un richiamo, un campanello dal candido suono. Una voce che le sussurra all'orecchio, o semplicemente l'istinto primordiale di proseguire. Lo avverte, in tutto il suo corpo, che cerca di spingerla verso quella via. Si sentirà tirata in avanti da una forza misteriosa, ma bella. Come un amo che viene ritratto dal pescatore, lei stessa si muoverà sul sentiero attratta dal richiamo; Gli occhi della ragazza potranno vedere come il luogo, un tempo, era particolarmente bello. Lungo il sentiero acciottolato, a parte le lunghe aste di bambù, si possono scorgere alberi di ciliegio che cominciano a fiorire, data l'imminente primavera. Diversi alberi di ciliegio posti su entrambi i lati del sentiero, con sotto questi verticali bambù. A dieci metri dall'ingresso, dove troneggiava l'arco rosso in stile giapponese, sulla destra, le canne di bambù cessano di crescere, lasciando il posto ad un dirupo, non troppo scosceso. Non ci sono sentieri che conducono in giù, ma solamente un continuo scendere di terreno ricoperto di erba, che finisce in un piccolo laghetto. Alla sinistra della ragazza, invece, le canne di bambù continuano a disegnare il muro vegetale. Questo laghetto è ben visibile, illuminato dai raggi lunari, e riplende di un chiarore illusorio. Al centro del laghetto c'è un piccolo masso, ricoperto di muschio, attorno al quale si espandono diversi fiori di loro bianchi. Un lieve gracidare di sottofondo, fa da colonna sonora in quel momento, insieme al richiamo che la ragazza sente e alla spinta che la costringe a proseguire, senza essere violento. Ma anzi, molto invitante. Proseguendo in avanti la giovane Otsutsuki potrà notare, dopo cinque metri abbondanti, una scalinata. I gradini sono del tutto consumati dal tempo. Gli spigoli smussati e in alcuni punti, mancanti di parti intere. E' una scalinata, non troppo ripida, ma abbastanza lunga, costeggiata sempre dalle canne di bambù e da alberi di cigliegi, con tre soli pianerottoli, di forma quadrata, al cui mezzo spiccano altri tre archi rossi e consunti dal tempo, con pezzi di rampicanti che si attorcigliano lungo i due busti principali delle colonne. [Quest di Clan per Eri.][CHIUSA][Turno libero]

16:27 Torihi:
 Pare tutto così semplice e naturale in quel luogo, non c’è nulla che abbia voglia di cambiare, continua ad osservarlo mentre cammina, un tintinnio alle sue orecchie, quasi una voce fatata che pare volerla invogliare a continuare a seguire la via, cammina come sospinta da un mistico vento senza fare davvero qualcosa per ritrarsi, non è intenzionata a farlo anzi vuole solo seguire quella sensazione, quella voce, quel suono. Fatalmente attratta cammina osservando lo splendere di quel paesaggio notturno, la bellezza da togliere il fiato del posto che ora sta attraversando con elegante leggerezza. Continua quindi procedendo senza esitazione fino agli scalini. Osserva il tempo che è trascorso su di loro e li ha segnati, lascia che il gracidare in sottofondo prenda possesso delle sue orecchie e riprende quel cammino, le mani andrebbero a portarsi sul tessuto di lino sopra alle cosce, con eleganza andrebbe quindi a piegare le dita solo per raccoglierne un lembo sui palmi e successivamente alzerebbe gli avambracci flettendo i gomiti così da non avere impedimenti davanti ai suoi piedi mentre riprenderebbe a camminare, decisa a salire quella lunga scalinata, decisa a passare sotto agli archi, quasi fosse naturale, come se sapesse di doverlo fare quasi lo percepisse come un normale e naturale gesto, la vera domanda è: perché fermarsi? Non ha alcuna motivazione per farlo giunta fin lì, ed eccola quindi tentare di incominciare, le iridi azzurre che si posano sugli archi, sul marmo che sta superando e calpestando con quelli che ora scopre essere piedi nudi, nulla a coprirne le piante

La scalinata non è faticosa. Non essendo troppo ripida, né con tanti scalini, Eri non avvertirà nessuna pesantezza, nessuna stanchezza alle gambe. Nulla che possa incidere negativamente in quel momento. Tutt è assoluto, una pace ricca dei rumori della natura. Una folata di vento andrebbe a scuoterle le vesti ed i capelli, risultando piacevole al contatto con la pelle nuda della ragazza. Una brezza fresca, delicata come una carezza proprio quando l'ultimo pianerottolo viene calpestato dalla ragazza. E li, a circa dodici metri da lei, si apre un panorama bello. Molto bello. Sempre su una piccola salita, si erge quello che una volta era un tempio estremamente grande e bello. Il rudere, fatto interamente di pietra intagliata, è ricoperto da arbusti sempreverdi, muschi e rampicanti. E' mancante di una buona parte superiore risultando, quindi, in decadimento totale. A destra, continua la scalinata verso di esso. L'arco che denota l'ingresso vero e proprio al tempio è decisamente più elaborato e ricco dei precedenti. Un richiamo alla antica tradizione giapponese è scolpito nella pietra che fa da cornice alla sommità di esso, mentre le due colonne portanti sono squadrate, con lavori di intarsio precisi, ricoperti interamente di muschio. Ai piedi di questo arco, una folta vegetazione di sottobosco ha preso vita, ricoprendone lo splendore antico. Dall'arco, si propaga un piccolo sentiero, largo appena cinque metri e lungo altri sette, che conduce alla struttura vera e propria. Al vecchio tempio. Ed è da li che la ragazza sente quel richiamo ancestrale. Ed è solamente ora che può avvertire, con maggiore chiarezza, la voce di una donna. E' candida, bianca, adulta ma dolce. Una voce cristallina, come il riflesso della luna sullo stagno. Una voce che dice < Prosegui e segna il tuo destino.> E' imperativa, come scelta di lessico, ma non risulta fastidiosa. Un ordine che tuttavia sembra essere un invito a continuare. Un desiderio per la ragazza di arrivare alla struttura. Qualora si incamminasse, potràvedere come ai lati dei grossi macigni siano in frantumi e di come la vegetazione abbia preso il sopravvento, mentre alcuni animali notturni semplicemente fanno da cornice a quel pittoresco scenario. Gufi, scoiattoli e Lucciole che se ne stanno in disparte, guardando la giovane Eri che prende una scelta. Davanti a lei, la struttura si fa più decisa, più chiara. Quello che una volta era l'ingresso al tempio è del tutto scomparso, lasciando solamente l'impalcatura della porta. All'interno di esso si erge un altare votivo, con qualcosa sopra. Ma cosa esattamente?[Quest di Clan per Eri.][CHIUSA][Turno libero]

Rovine del tempio : https://www.walldevil.com/wallpapers/a76/garden-gate-stair-japan.jpg

FREEZE. Si riprende alle 18.15

18:22 Torihi:
 Non avverte fatica nell’incedere, continua semplicemente con grazia a muovere i piedi scaldi sulle scale arrivando fino a quel tempo, una volta magnifico ed ora semplicemente un rudere, la vegetazione che ne conquista i lati eppure nonostante tutto non ha perso ai suoi occhi magnificenza. Si ferma quel tanto che l e basta per andare ad osservare con attenzione il luogo, studiarlo ma soprattutto lasciarsi rapire da quella vista ed è in quel momento che una brezza giunge fino a lei, andando a smuoverle i lunghi capelli biondi, ciuffi sul volto che le coprono momentaneamente gli occhi celesti conquistandone il volto. Una voce giunge poi al suo orecchio, qualcosa che risuona come antico forse a causa del luogo in cui si trova, una voce che ha voglia di seguire e alla quale senza porsi domande obbedisce ed è per questo che riprende il passo lento ma non per questo colmo di esitazione, anzi ogni suo movimento lascia trasparire la sicurezza che sempre l’ha contraddistinta. Si muove ancora silente per il luogo, andando così a superare i massi ai lati ricoperti di vegetazione, li osserva nella loro stupefacente maestosità nonostante i chiari segni del tempo passato, li stessi che dovrebbe avere lei, quella decomposizione, quel disfacimento che invece non ha, il suo corpo è ancora bello e giovane quasi si fosse fermato tutto. Destino è questo ciò che e vien detto di seguire, affrontare e conquistare ed è per questo che si muove, ha sempre incarnato molto nel clan, in quel clan ora distrutto proprio come il tempio che però sa essere pronto a risorgere esattamente come lei. Decisa continua la sua elegante avanzata la destra che si alza a scostare i capelli e metterli dietro all’orecchio mostrando le dita che finalmente escono da quella manica, scivola il tessuto sul suo braccio a causa della gravità, accarezzandola e mostrando anche l’avambraccio chiaro

E' decisa a proseguire, la ragazza. Convinta sempre di più, ella potrà avvertire sotto ai piedi come la ruvida roccia del sentiero cambi e diventi unlegno marcio, friabile, probabilmente logorato dalle termiti. Un legno che una volta era di ebano puro. Percorrebdo quei due scalini, potrà entrare dentro il tempio e, per inciso dentro l'atrio dell'altare votivo. L'interno non risulta più bello e magnifico, come lo poteva essere un tempo. Segni di bruciature lungo tutte le pareti, legno marcio a terra, candelabri caduti e una multitudine di oggetti lasciati li, a marcire. Quelle che una volta erano le finestre, di dirimpetto all'ingresso principale, ora non sono altro che dei fori che danno al giardino interno del tempio. Ma, l'unica cosa che è rimasta intatta, che nessuno ha osato toccare e che non ha avuto intacchi da parte del tempo stesso, è l'altare. Esso è molto semplice: di legno massiccio, il ripiano superiore poggia su quattro leoni, intagliati a regola d'arte. Ogni incavo dell'intarsio è decorato con foglia d'oro, mentre i piedistalli su cui poggiano, invece, sono di puro e finissimo marmo bianco. Nessuna imperfezione. Sul ripiano, invece, c'è tutto un lavoro di decorazione diverso. Al centro del tavolo, inciso nel legno, il simbolo del Clan Otsutsuki e nei suoi contorni, tutta una serie di disegni arzigogolati floreali. Ma non è questo il punto principale su cui potranno cadere gli occhi della ragazza. Posti dentro il simbolo del Clan, vi sono tre diversi rotoli. Uno Rosso, uno Verde ed uno Blu. Tutti e tre allineati perfettamente, uno accanto all'altro e chiusi da una fascia rosso porpora. Ognuno di essi è altresì chiuso con un gancetto, sopra al quale vi è della cera sciolta sopra. Tre rotoli. Tre rotoli sopra al clan. Che siano delle pergamene importanti? Questo è tutto da scoprire. Per il momento, la voce che prima sussurrava a Eri, dice sempre con il suo solito tono < Prendili. Domali. Risorgi. > Per poi cessare nuovamente. [Quest di Clan per Eri.][CHIUSA][Turno libero]

18:44 Torihi:
 Eccola entrare ed addentrarsi in quel luogo che invece non trasuda più magnificenza, il tempo è stato decisamente inclemente lì dentro eppure è successo qualcosa, i segni di bruciature per lei ne sono un chiaro indizio. Osserva il luogo cercando nella sua testa in una memoria lontana ma soprattutto distorta dal sogno degli indizi per capire cosa è successo, come se sapesse dov’è senza nemmeno porsi le principali e più logiche domande. I passi rallentano e si fanno meno sicuri, cerca di evitare inutili ferite ai piedi scalzi mentre cammina verso quell’altare, il simbolo del suo clan. Non ha ben chiara la motivazione della sua presenza né tantomeno cosa voglia da lei quella voca ma ancora una volta la curiosità ha la meglio e non solo questa volta c’è anche la speranza da considerare. Saperne di più su di lei, su ciò che le è successo, sulla sua morte e anche sulla sua rinascita, tutte cose da legare. Ascolta quindi quell’ordine non solo perché attratta e quasi succube della voce ma soprattutto per scoprire di più su di lei e la fine che ha fatto il suo clan. Si muove con più sicurezza e impeto ora andando a sbilanciarsi in avanti, le gambe che si flettono mentre la mano destra si allunga per cercare di raggiungere dapprima il rotolo rosso, il fuoco un elemento che ormai non le appartiene più ma di cui ricorda perfettamente la potenza, rappresenta la forza di un tempo ma è ora anche l’unico elemento che le rievochi qualcosa e la spinga a quel gesto, i segni di bruciature d’altronde nella sua mente si legano al Katon così come il colore di quel rotolo. Eccola quindi provare a prenderlo e poi se fosse riuscita tenterebbe di aprirlo solo per scoprirne il contenuto, andando a provare a rompere quella cera che lo tiene chiuso per poi far scattare anche il gancetto

Perché proprio quel tavolo, quell'altare e quei rotoli non sono stati toccati dall'incuria del tempo? Perché sono rimasti intatti nonostante gli anni siano passati, le guerre imperversae e il tempio distrutto? La risposta sta proprio nella mano della ragazza. Nel momento esatto in cui tenta di prendere il rotolo rosso, ecco che una luce avanza da esso. Risplende il luogo di un chiarore abbagliante, costringendo la giovane Otsutsuki a ritirare la mano, per coprirsi gli occhi. Ed è solo questione di qualche istante, prima che il paesaggio cambi drasticamente. Al posto della vegetazione, del tempio, degli animali notturni, del senso di pace e tranquillità, la ragazza si ritroverà da un'altra parte: un terreno completamente roccioso, con spuntoni di roccia che affiorano dal terreno e guardano un cielo tempestoso, con nubi talmente tanto grandi e ravvicinate che possono essere toccate con un dito. Attorno a lei, solamente una vasta pianura rocciosa, con questi spuntoni di roccia che emergono dal terreno e la desolazione più pura. Eppure, anche li, sente qualcosa di famigliare: come fa un ambiente così desolato, privo di forme di vita, ad essere tanto famigliare? Come ci si può affezionare a qualcosa che trasuda un senso di oppressione? La risposta sta tutta nei ricordi della Otsuotsuki, che pian piano emergono dalla mente. Ricordi di un passato non troppo lontano, in cui lei stessa era una delle esponenti più in vigore del clan, una ragazza che riusciva a manipolare la propria innata con facilità, tanto da rendere uno scontro.. Molto, forse troppo reale. Uno scontro in cui si cambiavano dimensioni. E dei rotoli? I rotoli ora galleggiano davanti a lei, in un mvimento molto lento, quasi flemmico. Ma passano pochi secondi, durante i quali la ragazza potrà vedere come tutti e tre i rotoli scompaiano. Ognuno in direzione diverse. Quello Rosso, adocchiato prima da lei, va a EST, quello Verde ad OVEST e quello Blu a NORD. Una fugace immagine, per la ragazza, prima di risvegliarsi nuovamente nel suo letto. Segni di sudore si possono intravedere sulla fronte, sotto le ascelle e sul cuscino. Ha il fiatone e si sente particolarmente debilitata tanto da risultare quasi difficile alzarsi dal letto. Ha scoperto qualcosa di nuovo. Ha visto qualcosa di nuovo. Ed ha ritrovato i suoi ricordi, di un lontano passato. Ricordi che ora le servono per riuscire ad avere ciò che più brama: la sua vita.[Fine]-Sakura-

19:03 Torihi:
 All’improvviso si ritrova in un altro luogo, un luogo a lei estremamente familiare: la dimensione doton. Si guarda intorno perplessa, non ha capito come sia successo né perché solo una grande, potente e abbagliante luce che l’ha costretta a riparare i suoi occhi chiari e poi si ritrova all’interno del suo stesso potere. Chi? Come? Quel luogo su cui ha sempre esercitato un assoluto dominio ora a prescindere dal suo reale volere si apre davanti ai suoi occhi. Ma deve concentrarsi su altro ora, su quei rotoli che velocemente scompaiono dalla sua vista, cerca di capire dove andare, nemmeno il tempo di decidere quale inseguire che tutto finisce e lei riapre gli occhi, riconosce il soffitto sopra la sua testa, casa o almeno il luogo che dovrebbe chiamare così. La mano destra si alza ad asciugare la sua fronte mentre con la gemella andrebbe a scoprirsi <cosa?> domanda appena lei cercando di alzarsi e decidendo quasi subito di limitarsi a star seduta, la testa gira e si sente debole <che è successo?> domanda ancora a voce alta ma più che altro a sé stessa. Deve capire ma soprattutto deve inseguire quel singolo indizio, non è molto ma almeno ha capito che da qualche parte può incominciare [end]

"..Al tuo cuore si arriva con la verità, Bianca come la luna nell'oscurità. Paladi..." Ehm no, sbagliato fandom XD.
Dunque, piccolo ambient per Eri. Si ritrova in un presunto sogno, dove allegramente, ritrova le tecniche del clan Otsuotsuki, in un tempio perduto. Queste tecniche, non appena toccate, portano la ragazza nella dimensione Doton, attivando la sua innata. La ragazza non ha il tempo materiale di prenderli che subito essi sfrecciano, in direzioni diverse.
La ragazza si sveglia, conscia di quello che è successo. Ha un solo obiettivo ora: trovare i rotoli nella dimensione Doton ed apprendere le tecniche del clan.

Commento: nulla da dire. Sei stata perfetta, in tutto e per tutto. Mi piace come hai sottolineato l'appartenenza al clan, specialmente nella descrizione dei movimenti e dei tratti fisici. Brava, brava!

Premi: Nella dimensione Doton, ci sono tre rotoli. Uno Rosso ad Est, uno Verde ad Ovest ed uno Blu a Nord. Per ora, quello che può ottenere è il Rosso. Qualora provasse a prendere gli altri, non si apriranno.
Eri ricorda alcune cose del suo passato. Piccoli frammenti di lei che riesce a manipolare la dimensione Doton. Nulla di più.

No px data la natura della quest.