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Qualcosa di Bello?

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con Kaori, Sakura

17:19 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Il sole sta tramontando e lei.. Lei si trova alle cascate. Il suono dell'acqua che, impavida, si abbatte a terra creando quella conitnua nube che poi continua, verso il fiume, la rilassa. Perché ha bisogno di questo, ora. Necessita di stare calma e tranquilla, per via dell'incontro che ha organizzato. Ha mandato una missiva a Kaori; poche parole, la sua firma e.. Beh ora l'attesa della sua venuta/non venuta. Si trova molto vicina al fiume, a poche decine di metri di distanza da dove l'acqua cade e continua col fiume Hashirama. Le gambe sono incrociate a terra, con i talloni che poggiano sui rispettivi polpacci. La schiena è dritta ben posta e gli occhi chiusi. Le mani sono poggiate sopra le ginocchia e la mente è concentrata su un unico obiettivo: la pace. Sono stati giorni particolarmente intensi, per la ragazza.Ha dovuto are i conti con il proprio io interiore, per riuscire a capire cosa davvero vuole dalla vita. Cosa vuole veramente, quali sono i suoi desideri più profondi. E' un lavoro che tutt'ora sta facendo e che deve continuare a fare, per capire chi è veramente. Certo, a sedici anni non si può sapere cosa si vuol essere o chi si è veramente. Si può solo comprendere alcuni lati del proprio io, alcune caratteristiche. Le altre vengono influenzate con l'età, le scelte e l'incredibile quanto più straziante catarsi interiore, dovuta ai rapporti con le altre persone. Per le ultime decisioni, bisogna in parte ringraziare Mekura. In parte Hiashi.. In parte lo stesso Saisashi. Sono stati loro a dare il "la" iniziale, per intraprendere quella via. Indossa un paio di pantaloni elasticizzati aderenti neri, accompagnati da sandali ninja del medesimo colore ed un maglione, in cotone pesante, grigio. Sopra al maglione, come sempre, c'è un gatto stampato. Uno di quelli ciccioni e grigi, che sta cucinando qualcosa. I capelli sono raccolti in una coda di cavallo eccessivamente alta, mentre compie quell'esercizio. Sebbene sia alle prime armi con gli esercizi mentali, bisogna ammettere che la concentrazione è abbastanza alta. L'esterno viene pacificamente accantonato ed il continuo scrosciare della cascata, agevola quell'esercizio. Le orecchie sono attente solo su quel rumore, come se in un certo senso, fosse l'unica cosa che agevola il suo concentrarsi. E perché fa tutto questo? Certo, in parte è per trovare la pace e la serenità, ma maggiormente per riucire ad essere più veloce durante i combattimenti, gli allenamenti e le esecuzioni delle tecniche. E' importante, che migliori non solo il corpo ma anche lo spirito. La mente. Il suo essere vivente in questo mondo. Che rafforzi la esistenza qui, nella terra del Fuoco.

18:20 Kaori:
 Ha letto e riletto quella missiva tre volte prima di fare un sospiro stanco. Da quando è tornata a casa propria ha dovuto affrontare molte difficilissime sfide. Primo fra tutti il difficile percorso dalla locanda alla casa. E' stato difficilissimo ritornarci, rientrarci, sapendo che varcando quella soglia non avrebbe trovato nessuno ad accoglierla. Sua madre che dovrebbe tornare a breve da Kiri, suo padre ormai morto. Ha pianto molto, a lungo e solo grazie all'aiuto di Mekura è riuscita a superare quest'ostacolo. Affrontare lei, poi, è stato egualmente difficile dopo i loro ultimi trascorsi. Avevano avuto una lite furiosa, pericolosa, che aveva portato la Hyuga a dirle che avrebbe desiderato ucciderla per ciò che le aveva fatto. Lo avrebbe voluto davvero. Ma ora... adesso la vendetta è scivolata via dal suo corpo e di Mekura è rimasto solamente un vecchio rapporto ricco di cicatrici e nuovi ricordi da affrontare e costruire insieme. Si sono riavvicinate, si sono sostenute ed ora il loro legame sembra essersi rinsaldato. Ci vorrà tempo, naturalmente, perchè l'imbarazzo e il disagio svaniscano, perchè torni quella confidenza che avevano precedentemente raggiunto, ma almeno per ora hanno ritrovato un equilibrio. Una pace. Un punto d'incontro. Tuttavia c'è ancora molto lavoro da fare per dire di aver sistemato ogni cosa. Deve ancora parlare con Hiashi, per esempio, con il resto del clan, ed ora con Sakura. La ragazza le ha scritto, le ha chiesto incontro e Kaori si fa forza per convincersi di dover affrontare quest'ennesima sfida. Così, al momento, eccola dirigersi verso le cascate respirando piano, a fondo, cercando di rimanere concentrata per ciò che sta per accadere. Indossa un maglioncino giallo, morbido, largo, che la copre fino alle ginocchia ed un paio di pantaloni elasticizzati neri che le coprono le gambe. Un paio di ballerine scure, bretelle rosse che da sotto il maglione arrivano dietro il collo e coprifronte di Konoha assicurato attorno alla gola. Avanza verso lo spiazzo dove si aprono le cascate tenendo la destrorsa vicino al viso, sistemando una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio. Ancora sfilacciati, ancora irregolari, ancora corvini. La pelle bianca viene baciata dai riflessi dorati di un sole calante mentre le iridi perlacee le mostrano le cascate comparire dinnanzi ai suoi occhi. Esce dalla vegetazione con passo misurato notando immediatamente la figura di Sakura comodamente seduta ad una decina di metri da quello scrosciare assordante. E' un paesaggio meraviglioso, rilassante, con le tinte pastello del tramonto che si riflettono nel fiume. Avanza lenta, cauta, senza far rumore, fino a fermarsi a qualche metro di distanza dalla Hyuga, alle sue spalle. <Scusa il ritardo> principia quindi, d'un tratto, con tono calmo, pacato, umettandosi le labbra rapidamente. <Ho pensato molto prima di trovare la forza di uscire> continua, spiegandosi, senza alcuna sfumatura ostile o nervosa nel tono. Semplice, lineare, desiderando semplicemente trovare un punto d'incontro con la ragazza. Solo a quel punto, una volta rivelata la propria presenza, andrebbe ad avvicinarsi fino a fermarsi a circa tre metri da lei, chinandosi a sedere con le gambe piegate. Le ginocchia portate verso l'alto, vicino al petto,le braccia a cingerle, osservando le luci dorate e fiammeggianti del tramonto all'orizzonte. <Allora...> sussurra alla fine, con voce leggera, volgendo lo sguardo sulla figura altrui. <Ti ascolto> [chakra: on]

18:41 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Kaori tarda ad arrivare. Ma non è un problema. Se non fosse li, a meditare ed incrementare i processi di concentrazione, probabilmente non si sarebbe lasciata andare così facilmente. Anzi, avrebbe cominciato a sbroccare e sbroccare, rendendo quel luogo pacifico un vero e proprio inferno di parole. Non di azioni. Il respiro è controllato e gli occhi rimangono comunque chiusi. Non sente nulla, almeno finché la ragazza non si avvicina alla sua postazione. Respira piano e profondamente, cercando anche di controllare un battito cardiaco aumentato all'improvviso. Teme per la sua vita? No di certo. Teme per la reazione della ragazza? Sì. E per le proprie? Anche. La bocca si schiude, espirando l'aria appena immessa, rimanendo sempre con gli occhi chiusi. < Nessun problema.> Direbbe, sempre con tono calmo e tranquillo. Diverso, molto diverso dall'ultima volta. Altro respiro controllato, mentre il corpo di Kaori si mette a sedere mantenendo comunque una certa distanza dalla ragazza. non che lei ne abbia la totale certezza, ma lo immagina. Se si fosse avvicinata un altro po', è probabile che avrebbe sentito i suoi movimenti. <Dunque.. Ho parlato con Mekura, l'altro giorno.> Inizia, raccontando brevemente cosa è successo. <Non ho chiesto dettagli della storia degli Hyuga puri. Né le ultime vicissitudini che avete passato. Non mi interessano.> Non ha ostilità nella voce. Certo, la scelta delle parole è importante ai fini di una buona conversazione. Al fine di avere qualcosa a cui potersi aggrappare. < Però, ho avuto modo di prendere una mia decisione. Sebbene rimanga sempre dell'idea che per quanto non fossi un bersaglio, non avvisarmi è stato da sciocchi. E ti prego, non contraddirmi..> E l'ultima parte assume più una sfumatura di supplica che di narrazione standard. Sì, è vero che il pericolo non la riguardava. E' vero che tutto era incentrato su alcune figure e non sull'intero clan. Ed è vero che lei non era un papabile bersaglio, perché tenuta all'oscuro di tutto e lontana soprattutto dal villaggio, ma è quello che ha provato che le ha fatto montare la rabbia. E spera vivamente che Kaori, così come Mekura, possa capirlo. <..Ti sto dicendo come l'ho vissuta io. Non come sono realmente le cose.> Insomma, si sta aprendo con la ragazza, come è successo le poche volte in cui si sono incontrate. <E' vero che l'ultima volta ho esagerato. Ma avevo le mie motivazioni, per farlo. Come ti ho detto, non so le ultime vicende come sono andate, a parte che a quanto pare la storia è finita. Però, mi sono sentita veramente sola. E Abbandonata. E non sto cercando di fare la vittima o altro, perché non voglio farlo. Ti sto solo dicendo quello che ho provato.> E forse dovrebbe dare altre spiegazioni in merito al suo sentirsi così. Al suo sentirsi completamente estraniata dal clan. Come ha fatto anche con Mekura. < Questi sentimenti li ho sempre tenuti nascosti, perché non volevo che gli altri vedessero la mia debolezza. Ogni volta che mi presentavo da qualche parte, tutti quelli attorno a me dicevano che ero strana. Un Ibrido strano. Una Hyuga che studia i Genjutsu..> E fin qui tutti sanno come sono andate le cose. < Dentro di me, ho sentito lacerarsi qualcosa. Si era rotta un mio lato che curo e cerco di portare avanti da diverso tempo. E questo, oltre al passato che mi lega al Clan, mi ha portato ad odiarlo con tutta me stessa.> Non lo sopportava. Non sopportava gli esponenti del clan, non sopportava chi diceva quelle cose. Lei stessa non sopportava di essere una Hyuga. Lo odiava, dal profondo del proprio cuore. < Ma allo stesso tempo, cercavo il vostro appoggio. Sia nelle mie scelte, che nell'essere una Hyuga. Nel comprendere di voler far parte del clan.> E questo è ancora in corso, sebbene la sua scelta l'abbia fatta e abbia comunicato l'esito a Mekura. < Tutto questo, in aggiunta alla partenza del mio.. ragazzo.> Gattone sarebbe stato troppo, non avrebbe capito. <Mi ha fatto.. Uscire di senno. Sentivo troppe pressioni e vedevo le persone che mi nascondevano le cose. Non ce la facevo più.> E spera vivamente che questo discorso le entri una volta nel cervello e li vi rimanga. Perché aprire così tanto il cuore a qualcuno, è un'impresa ardua. Troppo ardua. Soprattutto per una persona che non sa gestire bene le emozioni. <Per tutta la mia vita, mi sono state tenute nascoste molte cose. E non ce la facevo più.> Quindi? <Quello che sto cercando di dirti è che.. Mi dispiace.> Esatto. Le dispiace. Accetta le scuse e via, giocate a fare i leoni.

19:26 Kaori:
 C'è un educato distacco fra le due. L'aria è leggermente tesa, densa, mentre Kaori prende posizione e pronuncia quelle poche parole. Non è venuta lì con l'intenzione di discutere o di attaccare. Non è venuta fin lì con il desiderio di litigare. Spera forse che le cose possano sistemarsi e che possano migliorare. Spera che quella vicenda si chiuda su tutti i fronti, persino su quello. Una conseguenza marginale ed indiretta di tutta quella orribile e tremenda storia, una conseguenza che non avrebbe dovuto esserci, che non sarebbe dovuta affatto nascere. Rimane semplicemente seduta ad ascoltare le parole ed il racconto di Sakura osservando il fiume sotto di sé tingersi di sfumature rossastre, brucianti, come fiamme che scorrono e s'allargano in un ampio lago. Rimane ad osservare i colori del tramonto riflettersi nelle acque della cascata mentre ascolta le spiegazioni e le parole dell'altra, senza dir nulla. Non la interrompe, non la corregge, non fa smorfie. Si limita a lasciarla parlare concordando su certe cose e continuando a non capirla su altre. Ma non dice nulla, non s'intromette, permettendole di terminare quel lungo monologo decisamente più calmo e pacato rispetto a quelli forniti durante il loro ultimo incontro. Senz'altro è un passo avanti, senz'altro è un gran miglioramento. Solo quando l'altra termina di parlare Kaori si ritrova a sospirare piano, ad abbassare il capo puntando le iridi sulle acque che si agitano sotto di lei. Non sa bene cosa dire, cosa rispondere. E' così stanca di dover girare e rigirare ancora attorno a tutto ciò che è accaduto che vorrebbe semplicemente lasciar perdere ogni cosa e parlare di quello splendido tramonto, del freddo che sta lasciando spazio ad un clima più mite, del modo in cui quei capelli tagliati così male la facciano sembrare una barbona. Ma non può. Non può lasciare che qualcosa di così importante trovi termine in modo così futile e per questo si prende qualche attimo per riflettere, per pensare. <So come ci si sente. So cosa vuol dire> principia col dire lei continuando a guardare un punto imprecisato dinnanzi a sé. <Vivere nel dubbio, nell'incertezza, nel timore di non essere giudicata abbastanza. O all'altezza di altri.> Lei che, il suo Byakugan , l'ha risvegliato con anni di ritardo, lei che continuava ad esser vista come un fallimento genetico. Ed alla fine, poi, è stata rapita invero per la qualità pregiata del suo sangue. Quanto è dannatamente ironica la vita, non è vero? <Sentirsi messa da parte, debole, strana.> Lei che col suo carattere solare, docile, gentile, nulla aveva mai avuto a che fare col rigore e la durezza di spirito degli Hyuga, con la loro fierezza intramontabile e quell'elegante distacco verso il resto del mondo. <Ci sono passata anche io, non trovo difficile crederti.> si ferma per un istante andando solo ora a volgere il capo verso l'altra, l'espressione mesta, serena, pacata, con uno sguardo tranquillo ma distaccato in viso. <Ma trovo difficile accettare uno sfogo simile su qualcuno che non ti aveva fatto nulla.> E questo non può, non può evitare di dirglielo, di spiegarlo. <Mi sono sfogata anche io, quando sono tornata a Konoha. Ho aggredito praticamente chiunque mi sia stato attorno, ma con una ragione. Ho concesso la possibilità di spiegarsi, di mantenere un rapporto, di salvare le cose prima di discutere con loro.> Hiashi ha avuto l'occasione di scusarsi, di dispiacersi, di farle persino domande dirette su ciò che le era accaduto durante la sua prigionia prima di far scattare la sua ira per via dei suoi silenzi. Mekura ha potuto raggiungerla alle terme, nella vasca, ed iniziare a parlarle prima di tirare fuori quelle pietose giustificazioni sulla sua scelta sbagliata. Tutti loro hanno avuto modo di avvicinarsi a lei prima che esplodesse, ma questo, Kaori non ha potuto farlo con Sakura. <Io questo non l'ho ricevuto da te. Mi sono fatta avanti e tutto ciò che ho ricevuto, da subito, è stato sarcasmo e ostilità per qualcosa che non avevo fatto, ma per la pressione di tuoi sentimenti esterni ad un nostro rapporto. La mia colpa è stata di averti "abbandonata" andando in missione> spiega Kaori con tono calmo, senza traccia di risentimento o rabbia, né acidità. Il semplice spiegare il suo punto di vista. <Tutto questo per dirti che io posso comprendere i tuoi sentimenti, posso comprendere quanto tu possa esserti sentita sola, ma non posso accettare del tutto queste motivazioni come spiegazione a ciò che è successo l'ultima volta.> Non le sta chiudendo le porte in faccia, non vuole dire che non la perdona, ovviamente. Vuole però cercare di farle capire qualcosa. <Non voglio dire che sono arrabbiata, che non posso perdonarti, perchè non è così. Non voglio portare rancore e non voglio che questa faccenda si metta fra noi più di quanto non abbia già fatto. Ma vorrei farti capire che esplodere in quel modo con qualcuno che non ti ha ferito è... controproducente.> Si ferma umettandosi le labbra e prendendo una piccola pausa. Ruota il capo verso l'orizzonte, di fronte a sé, l'espressione mesta a posarsi nuovamente sulle acque del fiume. <Siamo partiti per Kusa per qualche giorno, poi siamo andati ad Iwa a seguire una pista. Lì siamo finiti in ospedale a seguito di uno scontro e poi siamo tornati a Konoha per cercare di procedere con la missione assieme al capoclan. Ma sono stata rapita> la verità esce fuori pian piano, in un sussurro sofferente. <Sono stata in cella per un mese prima che mi trovassero, che mi salvassero. E in quel mese ho visto uccidere mio padre davanti a me.> Non vuole dirle queste cose per farla sentire in colpa, per fare una gara a chi abbia sofferto di più. Forse, a suo modo, anche lei si sta aprendo alla ragazza. Si volge verso di lei con un sorriso amaro sulle labbra e l'espressione pacata. <E' a seguito di questo che mi hai trovata quella sera, ai Monti.> .. <Ed è per via di questo che non ho potuto accettare i tuoi problemi quel giorno. Mi dispiace davvero per come tu ti sia sentita. E mi dispiace di non averti potuto capire> la sua voce è gentile, il tono cauto mentre mantiene le iridi perlacee rivolte verso la sua figura. <Ma adesso è tutto finito ed io sono... tranquilla. O rassegnata, non lo so> un mezzo sorriso ad incresparle amaro le labbra. <E posso accettare le tue scuse. Gettare tutto alle spalle, ricominciare. O riprendere da dove avevamo lasciato, se preferisci> aggiunge distendendo le labbra verso l'esterno, in un tentativo di porgerle un ramoscello d'ulivo. <Conto di rimanere qui a disposizione per un bel po' dopo tutta questa storia. Non dovrei andarmene fino... beh, fino alle nozze, credo> continua poi, dolcemente, andando a sollevare la mancina per mostrare alla ragazza l'anello che brilla attorno al suo anulare. [chakra: on]

19:50 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Lo sa? Sul serio? Ogni volta che sente qualcuno dirle che sa cosa prova, dubita fortemente che possa capirla. In fin dei conti, i dolori che ognuno di noi sente, sono diversi. Hanno sfaccettature personali che nessuno potrebbe mai capire in pieno. Il dolore è talmente tanto personale, da risultare unico in tutto il mondo. Si può raggruppare sotto un'unica sfera, ma in quella sfera ci sono milioni di ramificazioni, ognuna delle quali è dettata principalmente dal rappporto che si ha con se stessi, da come si affrontano le paure e le situazioni; da come nascono le cose. <Lo so. Sono stata impulsiva.> E nonha ragionato a sufficienza. Non incide di più sul discorso del "Lo so come ti senti", perché non vuole tirare fuori quelle sue motivazioni. Rimane ferma sul suo modo di pensare, come ha sempre fatto. Fino ad oggi, almeno epr quella questione. < E mi dispiace, molto. Ma, ho sepre avuto problemi a gestire bene le mie emozioni. ALcune volte le amplifico, al punto tale da renderle grottesche.. O addirittura non veritiere. Altre volte, invece, le lascio marcire dentro.> Un psicologo comportamentalista dovrebbe seguirla, almeno per darle il giusto modo di affrontare le emozioni. Darle le skills di base per poter capire, sentire e poi accantonare le emozioni, così che rimangano si parte di lei, ma che non influenzino troppo la sua persona. Il suo giudizio. Il suo essere Sakura. Non appena la ragazza incomincia a raccontare della sua missione, Gli occhi di Sakura finalmente si aprono. Non vanno tuttavia a guardare la figura di Kaori, ma cercando di rimanere incollati sull'acqua che scorre. la schiena si arcua un pochino, come se sopra di essa vi fosse caduto un masso. No, non vuole sapere quelle cose. Si è fatta una promessa e la vuole mantenere a tutti i costi. Ma quando quelle informazioni vengono da altri? Non ci aveva pensato. Non pensava che spontaneamente Kaori andasse a raccontarle quel che è successo durante il suo tempo di assenza da Konoha. E sapere che è stata rapita e che suo padre è morto, fa cadere una spada di Damocle sopra il collo della ragazza. Spalanca gli occhi, socchiudendo la bocca e cercando di calmare il cuore che batte all'impazzata. No. Quello che sta provando ora, è troppo. Un crescente e potente tsunami di risentimento, tristezza, dolore e senso di colpa pervade la mente della giovane, che porterebbe subito la mano sinsitra all'altezza degli occhi, chiudendoli nuovamente e stringendoli come se volesse trattenere le lacrime che insorgono. < Kaori..> Tono di voce flebile, basso. Un po' rotto, come se avesse un nodo alla gola. <.. Mi dispiace.> Non piange, questo no. Ma sentirsi colpevole di averle gravato sulle spalle un peso come quello, non le piace. Il non essere stata empatica nei confronti degli altri, non aver capito che qualcosa non andasse. il suo fallimento, in parte, come persona. < Non so cosa significhi perdere qualcuno..> Non le è morto nessuno, per ora. E spera che non muoiano altre persone legate a lei. Il dolore che potrebbe scaturire, sarebbe talmente tanto forte da portare la ragazza a esagerare. Ad essere quella che non vuol essere: un cuore di pietra. Una furia omicida. Un angelo della morte, con una falce pronta a far a pezzi tutti quelli che incontra. E' il suo incubo più frequente, la sua più grande paura. Riapre gli occhi, accantonando quel pensiero, per poi spostare lo sguardo verso la ragazza. Non inquadra subito il volto, ma l'anello. Un anello al dito. Si sposa. Ommioddiooooo. < Eh?> Piega la testa, cercando di mettere a fuoco sia la vista che i pensieri. Si sposa. La ragazza si sposa. <Oh.. Oooooh.> Ci è arrivata. Un sorriso, sincero e dolce, si palesa sul volto della piccola Kunoichi, andando a far arrossire le gote e rendendo gli occhi un po' più lucidi. < Oh cavolo.. Cavolo! ehm, no cioè.. Sì..> Gesticola velocemente con le mani, davant agli occhi, dimenticandosi per un attimo il motivo per il quale si trova li. <Che.. Sì, dunque.. Congratulazioni!> Le è venuta la parola. Finalmente!< Quando? Dove? Come? Perché? Chi è lo sposo? Servirà un regalo.. Ma che si regala in queste occasioni?> Già. Non ha mai avuto modo di sentire di persone che si sposavano. E non sa fino a che punto può spingersi con le domande. Per cui le fa tutte, evitando il problema sul nascere. < Hai il vestito? E le scarpe? Le damigelle? Si hanno delle damigelle per caso? Oh cavolo.. Dovevo informarmi meglio!> Tradizionalmente, le damigelle non farno parte della cultura nipponica. Ma figuriamoci se ci pensa, ora. Nel suo cervello più che bello ed intelligente, l'unica cosa che è impressa è il concetto di "Kaori si sposa!".

20:20 Kaori:
 E' sempre troppo difficile parlare di emozioni, cercare di capire e di spiegare. Sono cose che si possono sentire e provare soltanto, non raccontare. Si tratta di concetti che è dura mettere a nudo attraverso un vero e proprio linguaggio. Che si tratti di parole, disegni, scritte o gesti. A volte, semplicemente, li si può leggere soltanto attraverso uno sguardo. E comprende ciò che intende dire quando dice che è difficile gestire le emozioni: chi sa come fare? Tutti sbagliano, tutti reagiscono male quando sotto pressione. Almeno finché non imparano o finché non cambiano. <E' sempre dura gestire delle sensazioni, non è colpa tua> le dice Kaori cercando di donarle un po' di conforto, un po' di sollievo. <Anche io non ho saputo controllarmi, non abbastanza.> Hanno sbagliato entrambe, alla fine, chi per prima, chi dopo, cosa importa arrivati a questo punto? E poi, d'un tratto, Kaori lascia scivolare via quelle parole. Non entra nei dettagli, non racconta informazioni inutili e di troppo che non sarebbero servite ad altro che incasinare ancora di più le cose, si limita ad aprirsi su quanto ha vissuto, su parte degli orrori passati in quei mesi. La prigionia e la morte di suo padre, i più grandi macigni che ancora porta nel cuore. Non parla della "violenza" al suo corpo, non parla dello scontro contro Cappuccio Rosso. Non accenna altri dettagli. Cerca solo di farle capire, a sua volta, come possa essersi sentita in quel periodo. E Sakura immagina. Non può capire, non può comprendere o sapere cosa l'altra abbia provato, ma realizza quanto dolore debba aver sentito sulla sua pelle. Le è accanto, è dispiaciuta e la special si trova a voltarsi verso di lei con un sorriso. Andrebbe a scivolare appena più in là, avvicinandosi, per portare una mano a poggiarsi fra i di lei capelli, carezzandoli lentamente. Tenterebbe di donarle un po' di conforto, di mostrarle in quel modo cortese la sua vicinanza, la sua non rabbia. <Lo so> le dice semplicemente con tono basso, candido. <E spero che tu non lo scopra mai, Sakura. Davvero> le dice volgendo nuovamente a lei il proprio sguardo andando a ritirare la mano dalla sua chioma. Non è il caso che soffrano oltre, che soffrano ancora. Adesso è tempo di rinascere, tempo di ricominciare. E così ecco che la Hyuga tenta di risollevare gli animi sparando la notizia in modo quasi casuale. Le rivela di star per sposarsi con fare semplice, improvviso, mostrandole l'anello con leggerezza. La reazione di Sakura è dolce, è tenera e porta la special ad aprirsi in un sorriso sincero, candido, ricolmo di calore. Ride leggermente, a bassa voce, toccata dall'entusiasmo genuino e gentile dell'altra, ritrovandosi a guardarla con candore. <Ahahahah okay, okay, con calma> le sorride divertita snudando i denti bianchi. <Si chiama Raido Oboro ed è un jonin di Kiri trasferitosi a Kusa.> E questo è lo sposo. <Ci sposiamo perchè ci amiamo e vorremmo continuare per sempre> E questo è il perchè. <Il resto ancora non lo so. Non abbiamo ancora organizzato nulla, aspettavamo di risistemarci dopo la missione. Quindi penso che inizieremo a pensarci in questi giorni> le rivela con dolcezza pensando a quel momento con affetto. <Non serve nessun regalo Sakura, davvero. Quel giorno sarà il regalo migliore possibile, non servirà altro> la rassicura allora guardandola, sorridendole, prima di aprirsi in una risata genuina. <No, non ho ancora nulla. Ma se ti va puoi aiutarmi a recuperare tutto. Se non lo ritenessi impossibile sembreresti più impaziente di me!> sorride Kaori, divertita, mentre il sole tramonta lasciando che la notte sopraggiunga su di loro. <Non ci abbiamo ancora pensato, non concretamente. Dobbiamo fare alcune cose prima di poterci dedicare a questo. Io devo ancora chiarire delle cose con il clan e poi... poi dovremo partecipare al funerale.> rivela lei andando lentamente a far svanire quel sorriso in un sospiro stanco. <Non voglio che ci siano pensieri tristi o preoccupazioni quel giorno, per cui voglio prima sistemare ogni faccenda dolorosa e poi ricominciare daccapo> le rivela sospirando e tirando fuori un nuovo sospiro. <Penso che dovresti venire anche tu. Al funerale> Il viso si volta verso quello dell'altra Hyuga puntando le iridi perlacee su di lei. <Ci sarà tutto il clan, quindi non dovresti mancare> Un modo, forse, per sottolineare come il clan -senza di lei- non avrebbe potuto essere al completo. [chakra: on]

20:49 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Gestirle non è semplice. E Kaori ha ragione. Ma dovrebbe esserci un modo per almeno contenerle. E, di seguito, gestirle al meglio. Scoprirlo potrebbe esser eun nuovo obiettivo che porterebbe la giovane ad essere una persona migliore. A relazionarsi in maniera più semplice e meno dolorosa verso gli altri. Ad evitare che le cose prendano una piega sbagliata. Il contatto della mano di Kaori sulla sua testolina, non le crea problemi. Almeno non visibili. Dovrebbe esser elei a confortare Kaori, dovrebbe almeno trovare le parole giuste per esprimere quanto le dispiaccia o semplicemente cercare di esserle vicina, di farle comprendere che quella cosa per quanto brutta, è passata. E che dovrà affrontare un dolore ed una perdita che poche persone hanno affrontato. Una perdita pesante, difficile da gestire con conseguenze terribili, sulla persona. Ma non ce la fa. Un'altra debolezza della ragazza. Una debolezza che andrebbe a mascherare con il sorriso, non molto finto, ma mascheratorio, quando l'altr aparla del matrimonio. Raido Oboro. Non lo conosce. O forse avrà sentito il suo nome da qualche parte, ma non lo conosce. Originario di Kiri, ma vive a Kusa. Non servono regali.. Ma glie lo farà comunque.<Oh cavolo certo! Il vestito te lo può fare mia mamma.. E' una cuoca, ma con ago e filo sa fare miracoli!> Sicuramente sua mamma non le dirà di no. infondo è per Kaori.. E per quanto i suoi genitori non la conoscono, lei glie ne ha sempre parlato bene. A parte l'ultimo periodo che, per quanto si stesse chiudendo anche con loro, non ha mai menzionato la ragazza in malo modo. < Sa fare certe cose.. Meravigliose. Guarda il maglione. Me l'ha cucito lei.> Sì, beh.. Non è propriamente alla moda e sicuramente la presenza della stampa di quel gatto, altera il gusto estetico della maglia, ma chissenefrega. Sua madre è la migliore. Il caso è chiuso. <Venire al funerale?> Ci pensa su un attimo, facendo scomparire dal volto quel sorriso di prima. Andare al funerale di una persona che non conosce. Che non ha mai visto e con la quale non ha mai avuto a che fare. Perché dovrebbe? Ci sarà tutto il clan.. <Credi che sia opportuno che venga? Non è che abbia dato una buona impressione..> Non sa fino a che punto possano aver sentito qualcosa, gli altri esponenti, del suo comportamento. Ma.. E' meglio chiedere.

21:12 Kaori:
 <Davvero?> domanda guardando il viso della genin con espressione leggera, serena, pensando a che tipo di abito avrebbe mai voluto poter indossare per il suo matrimonio. <Sicuro che non sarebbe un problema?> chiederebbe incerta, timorosa, non volendo davvero addossare alla donna un compito pesante e difficile solo per cercare, magari, di riappianare i rapporti con la piccola Sakura. Non ha bisogno di far nulla per farsi perdonare, per quanto le riguarda va bene così. Tuttavia l'idea di avere un abito fatto su misura, fatto appositamente per lei è dolce, è piacevole. Non che poi debba riceverlo gratis, insomma, ovviamente avrebbe pagato per un simile servizio. Insomma: se la donna avesse accettato l'incarico Kaori avrebbe anche potuto approfittarne, dopotutto di soldi da parte ne ha un bel po' considerando che non ha mai fatto grandi spese da quando ha iniziato a ricevere il suo stipendio da kunoichi. <Davvero? Fatto lei?> chiede allora osservando il maglione della ragazza. Probabilmente la stampa è stata aggiunta in seguito, ma per il resto sembra un abito davvero ben cucito, resistente e soffice. <E' molto brava> sorride allora, guardandolo, per poi tornare a puntare le iridi perlacee sul viso di lei. Il tempo scorre, i secondi corrono e i discorsi si susseguono. La Hyuga va ad esporre i propri dubbi circa l'idea di venire al funerale e Kaori si ritrova a sorriderle con dolcezza nell'avvertire la timida paura dell'altra di essere quasi di troppo. Ma non è così, sarebbe semplicemente stata dove avrebbe dovuto, assieme al resto della famiglia. Una famiglia che, a quanto pare, ha deciso e scoperto di voler conoscere, di voler capire. Kaori le sorride, la osserva e inspira a fondo un paio di volte prima di smuovere le labbra fra loro e proseguire nel discorso. <Perchè, loro ne hanno data una a te?> cerca di tirarla su, di rendere meno pesante e difficile la faccenda con un po' di sottile e leggera ironia. <Non temere nulla del genere, Sakura, davvero. So che non è l'occasione più felice per iniziare ad avvicinarti al clan, ma forse può essere la più efficace. Se c'è una cosa che unisce nel profondo le persone è il dolore per quanto possa suonare triste ammetterlo> dice Kaori tornando a guardare ora il fiume scorrere dinnanzi a sé. <Sarà l'ultima occasione per dare i nostri saluti a chi ha perso la vita in questa battaglia. Sarà l'ultimo atto di questa vicenda. Per la prima volta tutti insieme saremo uniti in un dolore comune, un dolore che appartiene anche a te. Tanti Hyuga che non hai potuto conoscere, tanti parenti perduti prima ancora di poterli salutare> la sua voce è bassa, gentile, quasi una carezza trascinata dal vento. <E' un lutto che appartiene a tutti, nessuno ti impedirà di partecipare. Potrà essere un modo per vedere che, sotto la scorza, anche noi siamo persone come tante> Non automi insensibili, non vecchi rigidi bastardi dal cuore di pietra. Persone che soffrono, che perdono, che piangono come chiunque altro. <Potrebbe essere un primo passo per entrare in famiglia.> [chakra: on]

21:32 Sakura:
  [Piedi della Cascata] Sorride, carina, in direzione della ragazza. <Sì, davvero. E..> Beh ha trovato la soluzione migliore. <..Sarà il nostro regalo per il matrimonio. So che non è molto e che lo userai solo una volta.> A meno ch enon abbia intenzione di riutilizzarlo, magari per altre occasioni. Chi lo sa. < Ma mia madre non si tirerà indietro. Ha pronto il mio da quando sono nata..> E non lo userà tanto presto, di questo è certa. Non ha intenzione di sposarsi. a mala pena sa che cosa significa amare qualcuno, figuriamoci passare il resto della propria vita in compagnia di una persona. Condividere i dubbi le paure e i timori,così come i piaceri, le gioie e le avventure. No, per carità. Ora proprio non fa per lei. < Ci sa fare.. E' un suo Hooby> Uno dei pochi, a dirla tutta. Oltre alla prelibata cucina, che gestisce e condivide con suo padre, non c'è molto altro che le piaccia fare. Da quando è piccola, infatti ha comprato poche volte dei vestiti. Gli altri glie li ha fatti tutti sua madre. E tornando al discorso Hyuga, gli occhi della ragazza si fanno pensierosi. E' possibile che il dolore possa avvicinare qualcuno? Da quello che ha sempre saputo, è la primissima causa di rottura dei rapporti. Come può un sentimento così brutto e terribile, essere il primo passo, quello più efficace, per avvicinarsi a qualcuno? Nel suo caso, purtroppo, i sentimenti non possono essere così semplici. Da quello che ha potuto constatare, il clan stesso non ama particolarmente mostrare il proprio lato sentimentale. Non ama esporsi troppo. Mekura per prima, poi Hiashi.. Ed infine, sta rivalutando Kaori, sebbene prima non ne fosse molto certa. <Una scorza molto dura, devo ammettere..> Commenta, non troppo ironicamente sulla cosa. <Il punto è questo, Kaori. Io una famiglia ce l'ho.> Magari non doveva dirlo. La fresca perdita del padre potrebbe bruciare ancora, farle male in una maniera così intensa da non riuscire a parlarne. <So che è brutto da dire.. Ma, ce l'ho. E non cambierò questa cosa.> Non può. I suoi genitori l'hanno cresciuta bene ed il rapporto che c'è con loro, non è minimamente comparabile ad altri. E difficilmente potrebbe considerare quel clan come la sua famiglia. Un po' di risentimento c'è ancora nei confronti degli Hyuga. E potrebbe non dissolversi mai. < Conoscervi sì, riuscire ad apprezzarvi anche.. Far parte dello stesso clan mi va bene... Ma non posso entrare nella famiglia.> Sarebbe meglio dire che non vuole entrarci. Non da nemmeno la possibilità di farlo. < Non ho dei veri parenti li dentro, a parte i genitori della mia madre biologica. E non so nemmeno che fine abbiano fatto.> Dato che dopo aver svelato parte della verità, si sono dissolti nel nulla, senza nemmeno cercarla. <Però.. So anche che una famiglia non è soltanto una questione di sangue.> E ne ha avuto la prova, anche ora dati i suoi genitori e suo fratello. < Una possibilità glie la do, al clan. Ma non potrò mai considerarlo come la mia famiglia.> Certo ha deviato un po' il discorso.. ma vuole puntualizzare il tutto. Il tono di voce rimane comunque calmo.. E sereno. < Forse amici.. O più che amici. Mi sto mettendo dei limiti, me ne rendo conto. Però, preferisco così.> E' il massimo che riesce a fare. Forse in un futuro le cose cambieranno. Anche se non lo crede.

21:50 Kaori:
 <Oh no, non posso. Non posso accettare un regalo simile> dice immediatamente, Kaori, agitando le mani dinnanzi a sé con fare impanicato, preoccupato, osservandola in viso con un leggero rossore a tingerle le gote. <E' troppo, davvero. Il pensiero è più che sufficiente> aggiunge con fare urgente, affrettato, nervoso. Lei e la sua incapacità di accettare i regali. Un sorriso leggero va poi ad aprirsi sulle sue labbra quando la ragazza le spiega che sua madre ha preparato il suo già da tempo, in attesa che arrivi anche per lei il grande giorno e si ritrova a guardarla con affetto, con tenerezza. <Oh beh, il tuo ragazzo sarà felice di saperlo allora> commenta con un risolino leggero senza avere la minima idea di chi sia, in effetti, il giovane in questione. Ma la sua attenzione viene successivamente totalmente rapita dalle parole della ragazza circa il suo invito a venire al funerale indetto dal clan. Il suo ragionamento, le sue parole, la portano ad un passo dal rimanere sbigottita. Non sa più che pesci prendere, con lei. Si sente esclusa perchè non viene ricercata ma quando si tenta di fare un passo immediatamente fugge mettendo le mani avanti. E' un processo che non arriva a capire, che la confonde e che la sfianca. Non sa più come deve comportarsi per evitare di sentirsi giudicare in errore dall'altra. A quali tipi di eventi dovrebbe essere inclusa per sentirsi parte del clan ma non della famiglia? E poi: c'è mica una differenza fra le due cose? <Nessuno ti sta dicendo di lasciare i tuoi genitori per dedicarti solamente al clan> chiosa la special guardandola con sguardo confuso, stranito, mentre un alito di brezza scivola fresco sulla sua pelle. <Che cosa vuol dire "far parte dello stesso clan mi va bene, ma non posso entrare nella famiglia"?> domanda allora arricciando appena l'espressione con fare disorientato. <Davvero, non capisco cosa cerchi da noi, Sakura. Non capisco i paletti che stai mettendo dopo tutto il rancore espresso per non essere stata cercata e avvicinata.> sospira appena stancamente, confusa, non sapendo davvero come comportarsi con l'altra. <Ci stiamo provando. Ci sto provando a farti avvicinare. Ma come vuoi entrare in un clan partendo dal presupposto che non vuoi che sia la tua famiglia? Come se avere un rapporto con noi possa escludere quello che hai coi tuoi genitori...> scuote appena il capo tornando ad osservare il fiume. <Non capisco davvero. Ma alla fine non è questo che conta, no?> aggiunge alla fine inspirando a fondo. <Se ti senti a tuo agio così, va bene, non sei certo costretta a venire> le conferma, poi, stringendosi di poco nelle spalle. [chakra: on]

22:03 Sakura:
  [Piedi della Cascata] <Kaori, sono una testa dura. Accetta il regalo e non dire un'altra parola.> E qui vorrebbe chiudere il discorso. E' pur sempre un modo come un altro di starle vicino, di scusarsi anche per quello che le ha detto. <Seh, lasciamo perdere. Ultimamente non so che pesci prendere con lui.> E' cambiato tanto. In meglio, sicuramente. Ma non sa come approcciarsi con lui. Non è il gattone di prima, quello che urlava e si dimenava in giro per Konoha. Quello che non pensava, ma agiva. Ora pensa. Pensa. PENSA! E la cosa l'ha destabilizzata, non per poco. Quanto al discorso sulla famiglia.. Kaori in fin dei conti ha ragione. Però, come si può avere due famiglie? Come si può pensare di capire ed accettare una famiglia che non si conosce? Non le viene richiesto di accettarli senza remore. Questo mai. Però, al tempo stesso, bisognerebbe capire un attimo come poter intraprendere quel cammino. Come riuscire a capire la via da prendere e decidere se è quelal giusta. Se entrare effettivamente della famiglia, significa abbandonare la precedente. < Temo che considerarvi come la mia famiglia, mi porti ad allontanarmi da quella a cui sono affezionata.> Un dubbio che potrebbe decidere della sua esistenza, da qui a pochi mesi. < Ho paura di recare un danno alle persone che mi hanno cresciuta, allevata ed amata per tutto questo tempo. Un amore ricambiato..> Anche da parte sua. Specialmente da parte sua. < Verrò al Funerale, Kaori. Come hai detto te, è un primo passo. E vengo per starti vicino...> Giusto per questo verrebbe. Altri motivi non riesce a capirli. O coglierli al momento. <Ho paura di perdere quello che ho. Di perdere i legami che ho con mia madre, mio padre e mio fratello.> Si sta disperatamente attaccando a quel rancore pur di non affrontare il problema. Si vuole aggrappare a quel rancore, come un amo si aggrappa allo scoglio, durante una tempesta. < Di perdere l'unica cosa che mi lega effettivamente a loro.> Che è l'affetto. Il sentimento. L'amore. L'unica cosa che tiene legata la sua famiglia a lei.

22:26 Kaori:
 <Come mai? Cosa succede?> domanda Kaori iniziando a preoccuparsi per la situazione sentimentale della ragazza. Non ha poi molta esperienza con gli uomini considerando che l'unico che abbia mai avuto è quello che, effettivamente, sta per sposare, ma se solo può essere di qualche aiuto o di conforto sarebbe ben felice di mettere a sua disposizione la propria esperienza. <Potrei aiutarti, se posso fare qualcosa> si offre allora abbozzando un sorriso incoraggiante, che voglia in qualche modo offrirle una spalla su cui poggiarsi, cui chiedere sostegno. Forse è presto per avvicinarsi così tanto, forse non sono ancora arrivate ad avere un legame del genere, ma lei prova comunque ad offrirle ciò che può: ascolto, consigli. Una figura da avere vicino, semplicemente. Ed è quando le dice ciò che prova, ciò che sente che si ritrova a sorriderle nuovamente, con fare comprensivo, con fare più dolce. <Conoscere nuove persone non ti farà dimenticare quelle vecchie. Così come amarne di nuove non ti farà allontanare le precedenti> cerca di rassicurarla ritrovando in quelle genuine paure il semplice desiderio di non dimenticare la famiglia che ha avuto accanto fino a questo momento. Quella che l'ha cresciuta, quella che l'ha amata, che l'ha forgiata. <Ci vorrà del tempo perchè questo clan ti divenga familiare, me ne rendo conto. E ci vorrà tempo perchè sia più semplice accettare l'idea di avere una famiglia molto più grande di quella che avevi prima. Ma non devono necessariamente essere due mondi separati. La tua famiglia è composta dai genitori che ti hanno cresciuta e amata ed è composta da molta gente che non hai mai visto prima. Dovrai conoscerli, capirli, avvicinarli e solo più in là potresti arrivare ad amarli> continua la Hyuga con tono basso, gentile, guardandola negli occhi. <E se anche dovessi trovare in loro una casa, questo non cambierebbe il fatto che fino ad oggi loro non ci sono stati al contrario dei tuoi genitori. Loro saranno sempre la tua prima scelta. Lo so. Ti hanno rimboccato le coperte, ti hanno istruita, ti hanno dato dei vestiti, un tetto...> Parlare le diviene man mano più difficile, l'espressione va lentamente oscurandosi. Ripensa a suo padre, a tutti i momenti vissuti e che mai più torneranno indietro, al fatto che se anche dovesse trovare un altro riferimento -come Hitomu lo sta lentamente divenendo-, non avrebbe mai preso il suo posto. <Ti hanno protetta e amata fino ad ora e non lo dimenticherai mai. Saranno sempre i tuoi genitori, i tuoi affetti più cari> [chakra: on]

22:39 Sakura:
 Che c'è da dire su Saisashi? <Vedi.. E' partito per questo viaggio, dicendomi che non era forte abbastanza. Ed è tornato..> Ci sono milioni di motivi dietro al suo viaggio, ma non li sta a spiegare alla ragazza. E non perché non si fidi di lei, ma piuttosto perché sono qualcosa di molto intimo e personale. Qualcosa che tiene nascosto dentro ad un piccolo cofanetto e che nessuno potrà mai vedere. Perché sono sia la sua ragione di vita che la sua paura più grande. Forse definirli ragione di vita è un po' troppo ridondante, ma a conti fatti è così. Basti vedere come è diventata quando lui non c'era più <.. Cambiato. Prima era diverso. Ora sembra essere più maturo. Responsabile. Ed è una cosa meravigliosa, Kaori. Veramente.> Apprezza questo suo nuovo lato, ma..< Ma vedi.. Prima mi ero abituata al suo lato stravagante. Chiassoso e dinamico. Ora.. Per quanto reputi questa sua nuova attitudine molto sexy ed affascinante> Dai. Parliamone. Saisashi che pensa è un colpo al cuore. < non so come approcciarmi bene a lui. E' difficile da spiegare, ma l'ho visto come un cambiamento troppo imponente. E se da un lato lo apprezzi, dall'altro.. Non so. Non riesco ad identificarlo più come il mio gattone urlante.> Non sa ancora fino a che punto sia diventato maturo. Certo i cambiamenti li ha visti.. Ha visto come è diventato pià forte, più grande. Ma non sa come gestirli al meglio. Non manipolarli, ma gestirli per lei. Per non essere troppo poco, per lui. < Ho paura di non essere abbastanza, né per lui né per nessun altro.> Ed è un altro lato oscuro di Sakura. Il non essere minimamente convinta di poter arrivare ad ottenere qualcosa. E nel caso di Saisashi, ottenere la sua approvazione. Dopo questo cambiamento, si è specchiata ed ha detto a se stessa " Lui è diventato così.. Ma io?" Dubbi amletici. <Provo a vederla in questo modo.. Ma non assicuro nulla. E' tutto così nuovo.> Dice, di rimando alle parole della donna sulla famiglia Hyuga. L'idea di essere una rinnegata a vita non le piace. Prima pensava che fosse la cosa migliore, aggrapparsi all'idea di essere l'unica Hyuga lontana dal Clan. Ma ora? Ora il dubbio si è instillato, ha messo radici.. Ed estirparlo sarà difficile.

16:10 Kaori:
 Kaori rimane in completo e religioso silenzio mentre la piccola Sakura inizia a raccontare e parlare delle difficoltà riscontrate nella sua relazione. Non sa chi sia il ragazzo, non ne conosce il nome ed anche se glielo mostrasse non potrebbe dire di conoscerlo davvero. L'ha visto di sfuggita in poche, infelici circostanze e per questo non avrebbe potuto dire di conoscerlo. Lascia che si sfoghi, che esponga i propri dubbi ed annui un po' quando si ritrova a fare i conti con le rivelazioni della genin. Anche lei è cambiata profondamente dopo un periodo di lontananza. Anche lei è diventata più forte, più responsabile -spera-, ed ha fatto fatica a riconoscersi persino da sola: figurarci chi l'ha avuta attorno! Perciò può comprendere fin troppo bene la situazione anche se non allo stesso modo può capire i sentimenti dei diretti interessati. Quelli dipendono esclusivamente da quanto è stato vissuto per portare ad un simile cambiamento e, in cuor suo, si augura davvero che niente di ciò che sia capitato al suo ragazzo sia minimamente vicino a ciò che ha vissuto lei. La osserva con un sorriso intenerito sulle labbra e prova un moto d'affetto per quella piccola, fragile giovane donna confusa. <Beh è normale che ti senta confusa. E' partito in un modo ed è tornato in un altro da quanto mi sembra di capire e per questo temi che possa essere quasi una persona diversa> Almeno questo le par di aver intuito dal suo discorso. <Hai conosciuto un lato di lui che non avevi mai visto prima e al quale devi imparare ad abituarti. Non credo che questo suo lato maturo e responsabile sia nato durante la partenza, ma che sia semplicemente venuto fuori, che sia sempre stato lì, nascosto da qualche parte> aggiunge lei potendo offrirle semplicemente pareri personali, ciò che lei pensa di questa situazione appena sentita raccontare dalla compagna. <Allo stesso modo non credo che quel lato stravagante sia svanito, sicuramente è ancora lì ma ora è più nascosto in favore di aspetti che hai da scoprire. Dopotutto si arriva ad amare una persona quando si impara a conoscere ed amare tutti i suoi aspetti, no?> le sorride con dolcezza, con affetto, ripensando a tutte quelle cose di Raido che ha scoperto nel tempo. Ancora oggi, di tanto in tanto, trova qualcosa in più da scoprire, da sapere su di lui, ancora oggi, a distanza di un anno, trova altri lati da poter amare di lui. <Datti un po' di tempo per abituarti all'idea che il tuo... gattone è ancora lì. Che è solo un nuovo aspetto che puoi imparare a conoscere. Hai tutto il tempo del mondo per farlo> cerca di confortarla con fare amichevole, complice, tornando poi ad osservare l'acqua che scorre sotto i loro occhi. <E sta' tranquilla: è soltanto un momento che passerà. Adesso tutto sembra andare storto e ci sono mille dubbi, mille incertezze e ancora non senti di aver trovato il tuo posto esatto nel mondo. Ma vedrai che giorno dopo giorno ritaglierai il tuo posto e scoprirai chi sei e chi vuoi essere e allora inizierai a vedere che tu vali tanto e forse più degli altri> le sorride tornando a volgere a lei il proprio sguardo, respirando piano, serenamente. <Non sei sola. Ti aiutiamo noi. Non devi affrontarlo da te> aggiunge infine, Kaori, in merito a quella faccenda. <Non più>

16:23 Sakura:
  [Piedi della cascata] Come si potrebbe spiegare questo suo cambiamento? C'è un modo razionale per poter interpretare questi nuovi lati che ogni giorno scopre di Saisashi? Certo, prima della sua partenza ha visto come era il vero Saisashi, ossia cosa nascondeva. Non ha potuto vedere molto, anche perché i muri che aveva alzato per difendersi da tutti erano solidi, ma ha compreso che parte del dolore che lo stava logorando era dovuto ad un passato molto torbido, legato alla sua famiglia. Accettazione, orgoglio, approvazione erano le parole chiave, durante quel piccolo momento in cui delirava. Possibile che nascondesse dentro di se tutta quella roba? Possibile che l'allenamento che ha fatto lo ha portato a diventare più maturo, tirando fuori quei lati nascosti? E' una domanda alla quale non può ancora dare risposta. Non sa che tipo di allenamento ha fatto, ma sicuramente ha dato i suoi frutti. Ora c'è da capire se questi frutti sono commestibili per la ragazza, o meno. <Non credo che tutti gli aspetti di una persona possano venire fuori. E devo ammettere che..> Si fa rossa in viso, scostando lo sguardo dalla ragazza a e stringendo le mani sulle ginocchia. <.. Mi sono innamorata di lui conoscendone solo pochi.> Quindi, dove sta il vero problema, Sakura? <E.. E' bello. E' una sensazione meravigliosa. Ogni volta che lo vedo, il cuore mi batte in gola e lo stomaco mi prude.> Le farfalle allo stomaco, tanto per intenderci. <E.. Beh, ecco...> Si fa più piccola.. insomma, Kaori è una donna adulta ormai. Saprà a cosa si riferisce la ragazza. Ragazza che ora va a scuotere il capo, portando le mani all'altezza dei capelli per strofinarli vistosamente, andando a sconvolgere la coda che si era fatta. Il viso è paonazzo per l'imbarazzo..Soprattutto perché ricorda ancora quando ha rivelato a Saisashi di essere pronta per diventare donna. Un modo come un altro per dire "Ehi baby, andiamo a casa mia e facciamo robe".<Ahhhhh, ok basta.> Prende un profondo respiro, aprendo la cassa toracica per permettere alla fresca aria del luogo di penetrarle dentro. Il cuore comincia a calmarsi, mentre la testa ritorna sulla terra, senza fantasticare troppo. <L'amore.. E' davvero così forte? Sento che se non sto vicina a lui potrei scoppiare.> In tutti i sensi. Volge lo sguardo verso la ragazza, calmando il rossore in viso. Un candido sorriso si presenta sul volto, quando dice che saranno li per lei. Ha ancora delle piccole remore in tal senso, ma sentire di avere un appoggio da parte di qualcuno, è la cosa migliore che si possa desiderare. <Grazie, Kaori.> Dice,riprendendo una posa un po' più aggraziata e femminile, portando le gambe a distendersi, mentre il piede sinistro si accavalla a quello destro e le braccia dietro, con le mani poggiate sul terreno acciottolato, come appoggio.

16:40 Kaori:
 Le confessioni e le rivelazioni della genin portano Kaori indietro nel tempo. Anche lei si è sentita così imbarazzata, in passato, al sol pensiero di ciò che provava per Raido? E quando tutti quei sentimenti sono divenuti normali al punto da permetterle di controllare il tremito del suo cuore? Non che adesso sia perfettamente padrona di sé quando lui è attorno, sente ancora il cuore stringersi forte e lo stomaco contrarsi, ma per lo meno riesce a dire due parole di fila senza problemi. Ricorda quel giorno di parecchi mesi prima quando, durante la guerra a Kusa, ospite a casa dell'Oboro, si era ritrovata seduta sul suo divano a balbettare ogni parola per l'emozione e l'agitazione che la sua vicinanze le provocava. Un giorno che non avrebbe dimenticato mai perchè proprio allora, proprio in quella silenziosa mattina, lui le disse per la prima volta che lei era il suo sole. Un concetto forse bizzarro da udire per la prima volta, ma di cui loro soltanto possono comprendere il reale significato. Le labbra si distendono in un sorriso tenero, colpito dalla freschezza di quella ragazza, sentendosi improvvisamente cresciuta. Un tempo era stata nella sua posizione ed ora può guidare qualcun altro confuso quanto lei. <E ti senti leggera e pesante allo stesso tempo. Con quel calore nelle vene che ti fa sentire come se potessi scioglierti da un momento all'altro?> le chiede quasi complicemente conferma di quei sentimenti che ha provato e tutt'ora prova nei riguardi del kiriano. <Beh se può farti piacere sono sensazioni che non svaniscono col tempo. Anzi, in realtà vanno solo rafforzandosi> le sorride pensando a come ora sia divenuto per lei semplicemente impossibile distaccarsi dal di lui fianco. Prima, mesi fa, era doloroso. Ma ora... adesso non riuscirebbe davvero a tornare a casa sapendo che lui non l'avrebbe raggiunta. Ride leggermente quando l'altra, palesemente imbarazzata, va scompigliandosi i capelli e rannicchiandosi tutta cercando di scacciare dalla mente chissà quali torbidi e bizzarri pensieri. <Puoi crogiolarti in questo sentimento quanto vuoi, per me non è un problema. Se potessi passerei la vita a parlare di Raido e di quanto abbia bisogno di lui> le rivela come per farla sentire un po' più tranquilla, per dimostrarle che quel suo bisogno di parlarne, di capire, è assolutamente normale. <Questi ragazzi... cosa ci faranno mai, eh?> ridacchia alla fine cercando di alleggerire l'atmosfera, per poi tornare a guardarla con candore ed annuire pacatamente, lentamente, con un profondo respiro. <E' molto, molto di più. Arriveranno momenti in cui sarai così felice al suo fianco da non riuscire quasi a respirare. E momenti in cui avrai così bisogno di stringerlo da non riuscire a muoverti> le spiega volendo essere completamente e totalmente onesta con lei. <Ti renderai conto che in qualche modo le tue priorità cambieranno e farà paura. Perchè potresti arrivare a tutto pur di saperlo al sicuro, pur di proteggerlo> lo sguardo vola ora al cielo, alla mezza luna che brilla sopra di loro. Ricorda il momento in cui ha pensato di affrontare Hotsuma alla firma del patto di Raido per l'ottenimento ufficiale della Samehada. Ricorda il momento in cui, rinchiusa in cella, ha mogiamente obbedito ad ogni ordine per impedire che cercassero di ucciderlo. <Ma al tempo stesso sarai felice di queste tue scelte. Oh beh, almeno così è stato per me...> aggiunge alla fine, con un nuovo sorriso mesto, stringendosi poi nelle spalle. A quel punto arriva il ringraziamento della genin e Kaori, semplicemente, si volta verso di lei osservandola con le iridi illuminate di una pace sincera. <Quando vuoi> replica a bassa voce come per non disturbare e distruggere quel breve e prezioso attimo di complicità venutosi a creare fra loro.

16:59 Sakura:
  [Piedi della cascata] <Esatto.> Dice, sentendo le parole dell'altra. Sentirsi legera e pesante allo stesso tempo leggera per via dei sentimenti che le scorrono dentro, come se insieme al sistema circolatorio del chakra e del sangue, ci sia quello dei sentimenti, ma pesante quando questi arrivano al cuore e la inondano pesantemente di emozioni forti, mai provate fino ad ora. Emozioni che non sa gestire, non bene. Le conosce a mala pena, non sa fino a che punto possano spingerla a fare cose, arrivando ad annebbiare il suo giudizio e la sua razionalità. Per queste ragioni, probabilmente, non è un Anbu. E non ha mai pensato di esserlo.<Sono tremendi. Prima ti prendono in giro, dicendo che non hai le curve giuste..> Questa ancora non glie la perdona. Ha dovuto mostrare qualcosa in più per fargli capire che le curve ci sono. Nulla di eclatante, sia chiaro ma le ha mostrate. Tonde, sode e non troppo grosse. Non è di certo una top model, questo è chiaro, ma non è nemmeno da buttare via. < E poi ti piombano addosso, chiedendoti grattini e coccole. E poi..> Abbassa lo sguardo ritornando ad esser epiù paonazza di prima. <Poi ti dicono che ti amano, al punto da renderti schiava dei sentimenti.> Una cosa che lei per prima ha sempre cercato di evitare. Ha dato importanza ai sentimenti e tutt'ora lo fa; per lei, sono la benzina che fa girare la macchina umana. Ed è anche per questo motivo che non vuole diventare una Hyuga, come la vedono tutti quanti. Per come ha vissuto quell'esperienza, ha visto che i sentimenti non sono mai palesati sul volto o sulle parole degli esponenti del clan. Solamente con Kaori, è riuscita ad avere un rapporto più emotivo. <Avevo il mio futuro ben impresso. Sarei diventata una forte Kunoichi della Foglia, avrei padroneggiato al meglio i Genjutsu e la mia casa sarebbe diventata il rifugio di tutti i gatti randagi.> Alias, la gattara dei Simpson. Solo senza la fase pazzoide frenetica. < E invece.. Ora mi ritrovo ad essere una Hyuga, con un ragazzo e con un futuro incerto. Mi ha trasformata, in meglio devo dire..> Un meglio che non si aspettava di ottenere. E' migliorata molto, sia di carattere che di fisico. E' stato lui a darle la spinta per poter essere migliore, per poter essere sempre al massimo delle forze. E sebbene questo cambiamento da una parte la spaventa -perché nuovo- dall'altra, la spinge ad amarlo di più. <...E' la cosa più bella che mi sia capitata, dopo molto tempo.> Una rivelazione, nulla di più. <Beh visto che ci siamo.. Ti contatterò. A detta di Mekura, tu sei molto esperta nei Ninjutsu, mentre Hiashi nel Taijutsu. Con lui mi alleno.. O allenavo, per migliorare il Juken. Sono una frana in quello. >Sfrutta ancora le tecniche di combattimento standard, o del pugno vigoroso. L'insieme delle tecniche di combattimento apprese durante l'accademia e gli studi personali. Del Juken, deve ancora trovare la giusta combinazione, il giusto temperamento..< Però, voglio apprendere altre cose. E migliorare la vista del mio Byakugan. C'è un cono d'ombra che non riesco a colmare, ancora. > Ed è forse, la parte più brutta delle sue limitazioni. Il non poter vedere dietro la testa, avere la vista così amplificata ma non riuscire a coprire un raggio d'azione buono, così da evitare colpi su colpi. <Il tutto in vista del Torneo. Non so come si svolgerà.. E non posso basarmi solo sui Genjutsu. Se mi dovesse capitare un avversario forte, devo sapermi difendere.> E' una constatazione. Mettendo pure il caso che arrivi qualcuno che usi i Genjutsu come lei o che, malamente, abbia delle protezioni mentali più forti, andrebbe a finire male. Molto, molto male. < E devo escogitare delle buone strategie.> Ottime strategie. Perché quello sarà il suo ruolo, in futuro. La seconda linea, la stratega del gruppo. Il punto in cui vengono "impartiti" gli ordini. Lei dovrà essere l'alfiere sulla scacchiera. Ed è un ruolo che non è ancora pronta a prendere, ma vuole arrivarci.

17:26 Kaori:
 Le parole di Sakura portano Kaori a sorridere e ridacchiare divertita. Sembra che abbiano avuto una relazione bizzarra, divertente e molto tenera. Un inizio forse insolito, strano, ma con un seguito che par essere inevitabile per tutti. C'è qualcosa di piacevole, di complice nel modo in cui entrambe si ritrovano a parlare dei loro sentimenti, dei loro uomini. C'è una vicinanza ed una comunione che le fa sentire realmente simili per la prima vera volta da quando si conoscono e che riesce a permettere loro di aprirsi sempre più. Certo, poco per volta, ma è pur sempre un inizio, no? < Già... una schiavitù piacevole, però. Ce ne sono di peggiori > cerca di ironizzare Kaori per rendere un po' meno spaventosa quella prospettiva. Sì, amare fa paura per un certo senso: rendersi conto di quanto si possa iniziare a dipendere da una persona è terrificante, ma non è quel tipo di terrore che fa rimpiangere delle proprie scelte. E' quel terrore che ti fa capire quanto una cosa conta davvero per te. E' contenta di vedere come l'altra si stia rivelando a lei, di come stia mostrando i suoi lati più fragili e sinceri. Ascolta il resto delle sue rivelazioni e dei suoi pensieri e si ritrova a sorridere quando lei esprime quel suo dire circa il proprio futuro. <Beh perchè le due cose non possono coesistere? Puoi sempre diventare una forte kunoichi Hyuga della Foglia esperta nel Genjutsu con una casa piena di gatti randagi e un ragazzo tutto da scoprire> Insomma: non è detto che quel che ha trovato ora possa scombinare i suoi piani di vita. Può sempre inseguire i suoi programmi aggiungendo semplicemente qualche modifica in più. <Magari ti dà una mano a gestire i gatti> ride allora, sommessamente, la special jonin ritrovandosi ad apprezzare quella serata ora molto più leggera. Quando poi l'altra va a ricercare in lei una sorta di figura di riferimento nel ninjutsu Kaori si ritrova a guardarla con le labbra distese verso l'esterno ed una espressione tranquilla, pacata. <Sono molto portata nell'arte magica, sì. Il taijutsu mi causa un po' di problemi nonostante mi sia allenata a lungo per migliorare. E le armi... beh, a stento so come impugnarne una, quindi direi che è il mio tallone d'achille. Mettimi in una stanza antichakra con solo un kunai per difendermi e non ne uscirei viva probabilmente> ammette per mostrare all'altra che tutti hanno le loro debolezze. Alcuni anche più di una. <Ma pensavo di chiedere a Raido di insegnarmi, sai? Lui è uno spadaccino incredibile, magari potrebbe svelarmi qualche trucco salvavita su come usare un'arma> sorride pensando a quella possibilità, a quelle lezioni fra loro che chissà come sarebbero potute finire. <Oh per quello non possiamo far molto. Non c'è un allenamento che possa permetterci di allargare il campo visivo, ma solo il tempo. Man mano che lo useremo e ne accresceremo il potere con la pratica e l'esperienza diventerà sempre più forte e vedremo sempre più in là.> le spiega per quella che è stata la sua esperienza scoprendo solo a quel punto che, anche la ragazza, parteciperà al Torneo indetto dai Villaggi. <Partecipi anche tu, eh?> le sorride guardandola con fare fiero. <Sono sicura che troverai il modo per cavartela. Verrò a vedere i tuoi incontri. E se vorrai imparare qualche jutsu prima dell'inizio degli incontri posso cercare di insegnarti> aggiunge poi con fare sereno, sincero, inclinando il capo verso la spalla destra. <Io temo proprio che mi ritroverò con l'affrontare Hiashi. Non so davvero come battere un altro Hyuga. Conosceremo le nostre mosse, le nostre innate... dovremo sorprenderci in un altro modo. Per lo meno so che dovrò sfruttare il mio ninjutsu per impedirgli di avvicinarsi... è molto forte nel corpo a corpo e potrebbe mettermi davvero in difficoltà> rivela la giovane umettandosi le labbra. <Dovremo impegnarci entrambe> sorride, alla fine, stringendosi nelle spalle.

17:46 Sakura:
  [Piedi della cascata] Annuisce all'affermare della schiavitù piacevole. Non è legata o imbavagliata, non ha paura né è terrorizzata all'idea di essere stuprata o uccisa. E' una di quelle schiavitù che rendono libere le persone, più felici. E decisamente più pacifiche, sotto moltissimi punti di vista. Ride, poi al pensiero di ritrovarsi a vivere con Saisashi ed una miriade di gatti. <Il mio amore per i felini non è ricambiato da Saisa. E pensare che volevo prendermi un leone.> Già. UN leone, grosso e ciccione che fa le fusa tipo trattore in corsa. Ha già tirato fuori il discorso con lui e la sua reazione è stata... Non delle migliori. Chissà poi perché i gatti non gli piacciono. Sono così belli, regali, maestosi e snob fino al midollo. Ma tremendamente fedeli a chi li ama e li accudisce. <Beh con le armi non sono molto portata.. Ma me la cavo. Almeno per quelle standard. Robe tipo katane o cose così non le saprei gestire. E.. Il tuo ragazzo è uno spadaccino? Ragazzo.. Cioè, futuro marito!> L'idea che qualcuno possa maneggiare armi molto più complesse di un Kunai o Shuriken, le fa venire i brividi. Già con un Kunai, se utilizzato appropriatamente, può essere fatale. Figuriamoci con un'arma come la Katana o peggio.. <Uhm, capisco. Quindi devo soltanto sfruttarlo al meglio e aspettare che diventi sempre più forte.> Le scorciatoie piacciono a tutti, non c'è che dire. Ma attendere chissà poi quanto, affinché il proprio Byakugan aumenti di percezione, non è poi il massimo. Sempre con questo dubbio, che le opprime il cervello rendendola troppo insicura. <Mi farebbe piacere. E per i jutsu, sì. Mi serve una mano. Ho il chakra del vento ed è una fortuna, perché negli incontri ravvicinati può essere usato molto bene. Conosco alcune tecniche di esso, ma non mi sento prontissima.> Dichiara. Le tecniche che conosce le potrebbe utilizzare, magari, per allontanare il bersaglio o nelle peggiori delle ipotesi, ucciderlo. Come potrebbe succedere con le Armi di vuoto. <Cavolo..Hiashi non è un avversario semplice, da battere. Hyuga contro Hyuga. Sarà uno scontro tosto.> Si sa che Hiashi è un portento nel Taijutsu. E' uno dei migliori che conosca e potrebbe facilmente battere la ragazza. Hanno due specializzazioni differenti, ma entrambe possono essere molto forti. <Direi che devi mantenere le distanze ed impedirgli di utilizzare le tecniche. Quindi, Jutsu con gittata molto lunga e potenza d'impatto molto forte. Una volta allontanato, lo puoi colpire direttamente.> Esistono Ninjutsu capaci sia di allontanare che di colpire l'avversario con forti scariche di chakra. Il problema è il dispendio di esso. < Fai attenzione alla riserva di chakra. Se temporeggi troppo nell'allontanarlo, finisci che non ne avrai a sufficienza.> Non sa perché sta parlando in quel mondo. Forse dal suo punto di vista, ritiene che il chakra sia la cosa a cui tutti dovrebbero fare affidamento. Tutti, nessuno escluso. E lei che con i Gnjutsu ne spreca parecchio.. Dovrà farci i conti. < E lo faremo!>Dichiara, convinta delle sue parole. Non pensa di vincere.. E come potrebbe? E' inesperta. Ma questo non vuol dire che non ci proverà

18:03 Kaori:
 <U-un... leone?> domanda Kaori fissandola con gli occhi sgranati per un istante e le labbra schiuse. <N-non sarà un poco troppo?> Va bene che i felini sono belli, eleganti e tutto, ma un leone può staccare il braccio di una persona se non si fa attenzione. Non sono esattamente cucciolotti da salotto, ecco. <Sì. Sa gestire qualsiasi tipo di arma ed è estremamente veloce oltre ad avere una mira ineccepibile. E'... incredibile.> annuisce lei quando l'altra parla di Raido e della sua propensione per l'utilizzo delle armi. Ha avuto modo solamente recentemente, con l'assalto al tempio, di vederlo davvero all'opera con la katana e deve ammettere che l'ha trovato semplicemente bellissimo. Elegante, preciso, sicuro, ha movenze incredibilmente curate e misurate ed una calma invidiabile. Era come se danzasse, per tutto il tempo. Avrebbe voluto vederlo combattere ed allenarsi più spesso, studiare magari persino le sue movenze oltre che la sua espressione concentrata e decisa. La notte avanza, le stelle brillano e la brezza si fa sempre più fresca. Sakura parla della sua propensione verso l'arte del vento e Kaori, sorridendole, va volgendo verso lei il capo. <Anche io padroneggio il chakra fuuton. E' stato il primo tipo di chakra che abbia mai imparato ad utilizzare> le rivela evidenziando un ulteriore punto di comunione fra le due. <Adesso so ricorrere anche al chakra raiton e doton anche se continuo a prediligere il primo fra questi.> aggiunge umettandosi le labbra, ravviandosi la corta chioma corvina con una mano. <Allora magari uno di questi giorni ti insegno qualcosa. Adesso si è fatto tardi ed è stata davvero una giornata impegnativa> le propone con fare sereno respirando a fondo l'aria della sera. Lascia che Sakura le dia il proprio parere su come affrontare Hiashi, che le dia delle dritte cui Kaori ha pensato per tutto il tempo dal giorno dell'iscrizione fino a quel momento. Sa perfettamente di dovergli impedire di avvicinarsi, di dover evitare di ritrovarsi a poca distanza da lui, ma anche con un folto arsenale di jutsu a distanza la situazione potrebbe essere pericolosa. Dopotutto, lei, avrebbe finito col consumare molto più chakra di lui essendo Hiashi un combattente prevalentemente di taijutsu. Insomma, ci sono molte variabili di cui dover tener conto in un loro possibile scontro e dovrà pensare ad ognuna di esse. <Beh, il mio scopo non sarà allontanarlo se lo avrò contro. Dovrò cercare di fermarlo> Non potrà ucciderlo ovviamente, non desidera fargli realmente male, ma dovrà metterlo nelle condizioni in cui la fine dello scontro dovrà essere necessariamente richiamata per la sua salvezza. Sembra che l'altra si senta un po' più fiduciosa ora e questo fa alleggerire il cuore della special che, alzandosi in piedi, va battendo qualche colpo dei palmi contro i pantaloni per pulirli di eventuali tracce di terra ed erba. <Che ne dici? Torniamo indietro?> le propone quindi, alla fine, con un sorriso incoraggiante. <Ormai è notte, la giornata è finita> le sorride con fare sereno, leggero, aspettando una sua risposta prima di avviarsi verso casa. [END]

18:12 Sakura:
  [Piedi della cascata] <Ma no! I leoni sono belli e piccini. Giocherelloni e coccoloni!> Occhietti a cuoricino quando parla dei Leoni. Sono i gatti giganti, che diamine. Ovvio non razionalizza per niente il fatto che i leoni possano uccidere, sbranare, squartare la vittima ma chissene. E' pur sempre una fanatica e come tale, non può andar contro a dei leoni. <Sei fortunata, allora. Il mio non lancia armi.. E si butta tutto sul corpo a corpo.> Certo è per sempre un'arte ninja, ma avrebbe preferito di gran lunga che si applicasse anche nelle altre arti ninja. Tipo il nInjutsu.<Magari! Qualche altra tecnica potrebbe essermi utile.> Dichiara, andando poi ad annuire alla sua affermazione sull'essere tardi. Quanto a Hiashi, semplicemente annuisce. Fermarlo. Che possa avere a che fare con la storia degli Hyuga puri? Pensa di sì. In fin dei conti, lo stesso Hiashi le ha detto che ha messo in pericolo la vita degli Hyuga, a causa della sua storia passata. <Non fargli troppo male.. E' pur sempre il mio maestro.> Dice sorridendo in direzione della ragazza. Hiashi fors eè l'unico Hyuga con cui ha avuto maggiormente a che fare. E' stato lui a prenderla e guidarla, nella transizione. Ha un attaccamento legato ad un rispetto reciproco. Un rispetto che vuole mantenere, nonostante il periodaccio avuto fino ad ora. <Sì, andiamo> Direbbe, per poi alzarsi e incamminarsi insieme a Kaori, verso il Villaggio. Per oggi è meglio andare a dormire. Domani sarà un altro giorno.[End]

Kaori e Sakura si chiariscono sulle ultime faccende e parlano di matrimonio, ragazzi e del torneo.