Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Chiamami nonno, o quel che ti pare.

Free

0
0
con Yukio, Haran

11:07 Haran:
 Le sue esplorazioni al di fuori dei Quartieri Uchiha proseguono giorno dopo giorno, passo dopo passo. Ogni giorno si spinge un po' più in là, un po' oltre, andando a scoprire nuovi aspetti di questo mondo che le si apre dinnanzi lo sguardo. Ha iniziato a conoscere le vie del Villaggio fuori dai quartieri ed ha iniziato ad ambientarsi per le sue strade senza tuttavia osare iniziare a conoscerne i negozi, le persone. Avanza timidamente, da sola, stringendo le mani attorno al coprifronte di Otogakure che Katsumi le ha donato la notte della sua liberazione. Non se ne separa mai, lo porta sempre con sé, traendo da quell'oggetto la sua forza. E' come se sentisse avere il puro alle sue spalle pronto ad aiutarla o incoraggiarla e questo la fa sentire meglio. Questa mattina il piccolo clone -all'apparenza par dimostrare diciassette anni- indossa una camicia nera che aderisce al busto ed al seno appena accennato ed una cravatta scarlatta che dal collo si dilunga fino all'addome. Un paio di pantaloncini scuri le coprono le cosce e vengono tenuti su da delle bretelle nere che si incrociano dietro la schiena. Collant leggeri scivolano sulle gambe chiare terminando in stivaletti di pelle nera. La tonalità buia dei suoi abiti contrasta nettamente col candore della sua pelle sinistramente bianca: lei che è nata e vissuta fino ad ora in una stanza di laboratorio, non ha mai conosciuto il sole e la sua pelle è sempre stata candida come un giglio. La chioma corvina, poi, si apre attorno al viso in ciocche sottili, lisce, che arrivano all'altezza delle spalle. Un solo occhio è visibile sul viso, rosso come il sangue, mentre l'altro -il destro- è coperto da una benda bianca. E' incredibile come, ad una sola occhiata, sia palese la di lei somiglianza con il mezzo Seiun. Non soltanto per via dell'abbigliamento così simile, della benda sul viso, ma più profondamente per i tratti del suo viso. Persino le iridi son le stesse, della medesima tonalità. Ha impastato il suo chakra, uscendo dai quartieri, desiderando sentirsi al sicuro mentre avanza verso il mondo sconosciuto. Componendo all'altezza del plesso solare il sigillo della capra, era andata a tentare di richiamare dentro di sé le due energie fondamentali alla base della sua stessa esistenza. All'altezza del capo era andata a cercare di richiamare le energie psichiche, frutto dell'esperienza e della disciplina cui è stata allenata da Arima, all'altezza del ventre, invece, era andata a cercare di raccogliere le energie fisiche derivanti dai muscoli e dalle ossa. Una volta che fosse riuscita in questo esercizio sarebbe andata a far muovere in un moto rotatorio le due energie fino a far loro raggiungere il plesso solare all'altezza del seno e, lì, avrebbe fatto sì ch'esse s'incontrassero e mischiassero fino a divenire una cosa soltanto: il chakra. Al momento si trova nella piazza principale di Kusa e si ritrova ad osservare un complesso di tre edifici più grandi ed imponenti degli altri che abbia mai visto. Non ha idea di cosa si nasconda al loro interno, non sa che si tratta del Palazzo del Governo, sa solo che rimane colpita dalla loro imponenza. Si ferma ad un paio di metri dalle scalinate d'ingresso col viso alzato verso l'alto, il naso puntato all'insù e lo sguardo a studiare ed osservare le forme della struttura. <Oooh> un sussurro basso, flebile, che sfugge involontario alle sue labbra morbide. [Tentativo Impasto chakra]

11:20 Yukio:
  [Esterno] Eh già, anche Yukio di tanto in tanto si prende dei giorni off per dedicarsi più a se e alla sua famiglia,sembrerà strano ma l'Hasukage sta passeggiando puramente da solo, fra le mani ha due buste a testa per un totale di quattro assolutamente piene. La cosa bella è che si è dimenticato di mettersi i vestiti comuni e proprio per questo sulle spalle porta il cappello da kage attaccato con una cinghietta in tessuto che gli passa avanti al collo, un gilè verdone con righe e dei motivetti in nero, un paio di pantaloni shinobistici neri e sandali del medesimo modello gommati, il gilè lascerebbe visibili le proprie braccia ricolme di tatuaggi, un'armonia d'inchiostro che si posa sulla pelle bianca color avorio del tessai. Capelli rasati come sempre ai lati mentre quelli più lunghi sopra la testa sono trattenuti da un elastico dietro la nuca formando un piccolo codino. Gli occhi modificati da sclera nera e iride rossa si posano ogni dove, salutando la maggior parte delle persone che lo salutano e fermandosi a chiacchierare con qualcuno di più familiare mentre la sua passeggiata mattutina continua. Visibili dentro le buste i beni primari, verdure che fuoriescono dagli orli delle buste, delle brioche, latte, qualche schifezza, pane, pasta etc etc, una vera e propria spesa insomma. Immancabile è fra le labbra la propria sigaretta che ondeggia ad ogni passo lasciando che il fumo si snodi sinuoso oltre la corona ardente composta da tabacco e cartina bianca. La propria passeggiata avviene proprio difronte al palazzo del governo, in quell'enorme spiazzo in mattonelle grandi color bianco con ogni tanto degli isolotti dove è possibile stendersi sul prato sotto le fronde degli alberi, un polmone moderno alla fine dei conti è diventata Kusa.[ck on]

11:41 Haran:
 E' difficile imparare a muovere i primi passi in un mondo così vasto da soli. Certo, lei non è da sola, lo sa. Katsumi è pronto a guidarla, è pronto ad insegnarle, ad accompagnarla per mostrarle ciò che la vera vita è. Ma lei vuole anche poter essere capace di muovere i suoi passi da sé. Non vuole essere un peso, non vuole dipendere da lui al punto da non poter scoprire da sola come funzioni la vita. Vuole che lui la veda come il degno frutto dei suoi geni, non come un insulto alla sua forza. Continua a sentirsi frustrata all'idea di essere così debole, incapace persino di controllare e gestire il potere del proprio Sharingan, tuttavia non demorde, non si arrende. Ha promesso che si sarebbe impegnata, ha promesso che sarebbe diventata forte e lo avrebbe fatto. Lo avrebbe fatto anche da sola, non solo sotto la guida più esperta e matura del mezzo Seiun. E questo la porta ad allenarsi nella sua camera, per strada, ovunque si trovi. La porta anche ad esplorare, ad uscire, a visitare il mondo un pezzo per volta. Non si allontana mai troppo dai Quartieri, l'idea di allontanarsi dal suo punto di riferimento la spaventa ancora molto non sapendo tante cose del mondo circostante, ma giorno dopo giorno si allontana un passo di più, un metro di più. Ed è questo che l'ha portata ad oggi ai piedi di quel complesso di edifici che ora si stagliano alti dinnanzi a lei. Catturano la sua attenzione, par quasi una turista sperduta che osserva i punti cardine del Villaggio. In realtà ha guardato con gli stessi meravigliati occhi quasi ogni cosa al di fuori della sua cella di laboratorio, ma questo non serve che la gente lo sappia: no? Rimane in piedi ad osservare l'edificio centrale per alcuni minuti prima di inspirare a fondo e voltarsi. C'è ancora così tanto da vedere e da scoprire, le sembra di rimanere costantemente indietro rispetto la vita. Una sensazione frustrante e soverchiante che a volte l'abbatte, a volte la rinvigorisce. Ha ancora così tante cose da scoprire! E il tempo per assaporarle tutte non mancherà di certo. Così, voltandosi, si ritrova ad arrestare nell'immediato ogni movimento ritrovandosi a pochi metri di distanza una creatura spaventosa. Una persona alta, magra, con gli occhi neri e rossi e la pelle macchiata da strani simboli neri che le fanno salire un brivido. Non sa che fare, non sa che dire, e si ritrova nella paura del momento ad avvertire il proprio chakra che ribolle. Ma certo! Se lui avesse avuto paura di lei se ne sarebbe andato, no? Non le avrebbe dato fastidio! E allora eccola. Eccola andare a tentare di concentrarsi sul proprio chakra. La ragazza andrebbe a cercare di convogliarne una parte verso il viso, la testa, all'altezza delle tempie. Tenterebbe di spingere e far confluire una quantità maggiore di energia verso gli occhi di modo tale da far entrare in simbiosi la sua energia con il gene Uchiha sopito nelle iridi bicromatiche lei. Tenterebbe di mantenere un flusso costante di chakra diretto alle iridi che permetta a quel potere di venir risvegliato. Se vi fosse riuscita la sua iride rossa andrebbe ora a mostrare un bizzarro effetto all'altro perfettamente noto. Una macchiolina nera andrebbe a vorticare attorno alla pupilla come in orbita fino a stabilizzarsi alla sua sinistra e mostrarsi come una piccola virgoletta. L'idea, forse, non è esattamente brillante, però, perchè non appena lo Sharingan verrebbe risvegliato, ecco che ai suoi occhi la figura si mostrerebbe come una pennellata nera in movimento. Una concentrazione di chakra che non ha visto neppure nel corpo di Katsumi e che la porta ad irrigidirsi nel più completo panico. [Tentativo Sharingan I - chakra: 33/34]

12:01 Yukio:
  [Esterno] Non c'è molto da dire in fin dei conti se non della stupenda giornata che oggi divora letteralmente Kusa, illuminandola come non mai, verde degli alberi, riflessi di luce dalle tre enormi strutture, gente che va e che viene, entra negli edifici, esce, persone con carrettini sulle spalle, animali che si muovono per portare i viveri con i carretti e molto altro, si presenta di fatti un netto contrasto fra i 'vecchi' che continuano ad utilizzare animali e le nuove generazioni più tecnologiche che si scambiano le comunicazioni standard anche con le trasmittenti, un modo per rimanere in contatto insomma. L'attenzione di Yukio, come dovrebbe sempre essere, è alle stelle, non smette mai di restare in allerta soprattutto quando è fuori dalle tre strutture. Girando a destra e a manca le proprie iridi non può che notare Akira che lo osserva. Lo sguardo viene ricambiato ma proprio nel momento in cui la ragazzina sta attivando lo sharingan Yukio ritorna a porgerle l'attenzione, minando i suoi occhi. I passi del tessai si placano, un attimo di esitazione senza smollarle gli occhi da dosso e poi... Pof, lei attiva l'innata e lui libera il proprio chakra in modo circolare generando una tenue onda d'urto, una specie di folata di vento che andrebbe a smuovere gli abiti di tutte le persone attorno che si voltano di scatto verso il kage, ovviamente, allontanandosi poco alla volta dalla traiettoria dei propri occhi, formando una specie di vicolo fra lui e Akira che continua ad osservare, ormai gli abitanti sono totalmente tranquilli, sanno le reazioni del kage e come tale non gli restano più di tanto in intralcio, ormai è una abitudine. Non sprigiona la propria innata, non ne ha bisogno, più che altro è una specie di segno intimidatorio ciò che ha fatto "Divertente... Una uchiha, non se ne vedono da tempo eh" E guarda caso, al posto di cacciarlo ha attirato la propria attenzione. Le buste rimangono nelle proprie mani, non va nemmeno in tensione, semplicemente inizia a camminare verso di lei, lentamente...[ck: 135/135]

12:14 Haran:
 Okay. Okay. Lo Sharingan regge. Sta reggendo. Può vedere la gente attorno camminare più lentamente, quasi come se sotto i suoi occhi si succedessero fotogrammi di ogni loro moto. Ma non lui. Non quella figura. Lui cammina rapido, veloce e lei rimane immobile. Di tanto in tanto vede passare qualcuno con una fiammella rossastra che danza dentro di sé, qualcuno con il chakra attivato che avanza, ma lui... lui è nero. La sua fiamma è buia come la notte e la spaventa in un istante. La paralizza. I suoi occhi sono bui, la sua iride rossa e quei segni sulla pelle non lasciano presagire nulla di buono. Spera vivamente che non si avvicini, che la ignori, che semplicemente passi avanti senza notarla. Oppure, in caso dovesse notarla, che la visione del suo Sharingan possa spaventarlo. Dopotutto, Arima glielo ha insegnato, tutti temono il potere degli Uchiha. Ma... non lui, a quanto pare. Questo essere sembra invero quasi colpito da lei al punto da fermarsi sul momento non appena le sue iridi incrociano il suo sguardo. Si ferma, la osserva e in un istante da lui va librandosi una fiammata improvvisa, come una folata di vento ma rossastra. Un velo di chakra che va partendo da lui colpendo i passanti circostanti senza però far loro del male. Smuove buste, capelli, abiti e poi svanisce nel nulla. Questo basta ad Akira a sobbalzare, ad avere un brivido che dalla colonna risale freddo fino alla nuca portandola a stringere il coprifronte fra le dita con maggior intensità. Ha paura. Ha davvero, realmente paura e questo sentimento la porta a deconcentrarsi, a perdere il controllo su quell'afflusso di chakra che arriva alle iridi. Lo Sharingan tremola, svanisce e lei rimane sola, disarmata, dinnanzi a quell'essere spaventoso. Arretra di uno, due, tre passi quando l'altro fa per avvicinarsi a lei fino a trovarsi con la schiena spalmata contro la parete dell'edificio. "Aiuto... Katsumi... aiutami" la sua mente è in confusione, il cuore accelera e l'iride rossa visibile lo tiene sotto controllo. Non riesce a distogliere da lui lo sguardo mentre si schiaccia sempre più contro la parete col coprifronte fra le mani. <N-non ti avvicinare> squittirebbe allora lei se l'altro fosse giunto ad una distanza di tre metri o meno. <N-non ti muovere> E il suo tono è un suono a metà fra la supplica ed un blando quanto miserabile tentativo di essere minacciosa. Che ne sa, lei, che ha davanti l'Hasukage di Kusa? Che ne sa, lei, che al momento è un bizzarro esemplare col quale l'altro sta semplicemente cercando di giocare? [Sharingan I - off - chakra: 33/34]

12:31 Yukio:
  [Esterno] Eh già, al posto di essere intimorito è incuriosito, di fatti i passi continuano fino a che nota Akira alle strette, schiena contro l'edificio e le persone che ignorano la situazione, tutto fa parte di una routine di kusa. Ad una cosa solo corruga la fronte e le sopracciglia, KATSUMI?! "Katsumi?" Inclina la testa verso destra, tutto normale, no? Un sospiro pesante per poi balbettare fra se e se, instaurando più che altro una comunicazione empatica con il suo pargoletto uchiha "Mi devi avvisare quando ci sono ospiti a Kusa, non posso ogni volta arrivare alla fine che POF oh ma guarda, una uchiha che conosce Katsumi e quindi non posso fotterle lo sharingan, ogni volta la solita storia, arrivo a fare compere di innate e ci sei tu a fermarmi, dannazione" Finito il momento sfogo con Katsumi, ritornerebbe su Akira "Si si evitiamo i convenevoli, sei amica di Katsumi? Parente? E non venire a dire a me di non muovermi e di restare fermo, tsè, stai sempre parlando con l'Hasukage piccoletta" Borbottando, facendo cadere dalle labbra la propria sigaretta per poi schiacciarla al suolo con una pedata del sinistro, ammazzandola e facendole smettere di ardere il tabacco "Su, muoviti e staccati dal palazzo, non ho molto tempo e devo sapere più cose di te se devi restare a Kusa" Accennando un passo nel senso opposto, uno-due metri per poi "Allora? Andiamo o no?!" No, non è scocciato dal tono, è semplicemente lui. Ed anzi sembrerebbe l'opposto di ciò che fa notare con la propria estetica, l'esatto opposto. "Dannato Katsumi, prima o poi mi farà cadere tutti i capelli" - "Ah e scusami, non volevo spaventarti eh, ma di questi tempi sono sempre sul chi va la, se uno ti attiva lo sharingan tu rispondi, no?" Facendosi una risata fra se e se... Anche se da ridere non c'è praticamente niente...[ck on]

12:48 Haran:
 Quando Yukio proferisce parola qualcosa pare cambiare istantaneamente in quella bizzarra scenetta. Non appena le sue labbra vanno pronunciando il nome di Katsumi, infatti, la piccola Akira si ritrova a smettere di tremare e a scostarsi appena dalla parete del Palazzo per meglio fissare la figura dello stranissimo esemplare davanti a lei. Ascolta le sue parole, la sua voce, e si ritrova ad illuminarsi in viso e sporgersi appena verso di lui, con il coprifronte stretto fra le mani come sfogo di tutti i suoi sentimenti e le sue sensazioni. <Katsumi? Lo conosci anche tu?> domanda con la voce improvvisamente felice, allegra, l'unica iride visibile a mostrarsi accesa di un bagliore gioviale. Tutta la paura provata fino a quel momento va come dissolvendosi al solo pronunciare di quel nome, un raggio di sole che la protegge ovunque sia. <Sei un suo amico? Io sono la sua...> e lì si ferma boccheggiando per un attimo. Come dovrebbe definirsi, lei? Può dire di essere un suo clone? Può davvero rivelare di essere nata da lui? Qualcosa le dice che forse dovrebbe essere un segreto fra loro due, qualcosa da tenere nascosto nel tempo. E allora cosa è, lei? Un'amica? Un'allieva? No. No, lui ha detto che, da quel momento in poi, sarebbero stati... <...famiglia!> le labbra si distendono sul viso, si allargano e i denti candidi si mostrano fra quelle due curve rosate. A quanto pare l'altro è l'Hasukage di quel Villaggio e la piccola Akira si ritrova a fissarlo sbattendo le palpebre rapidamente, con fare incuriosito. <Ah sì? Quindi sei Kage come Hashirama e Tobirama?> domanda lei ripescando i ricordi delle lezioni studiate con Arima. <E tu chi sei? Come ti chiami?> domanda improvvisamente incuriosita, non più spaventata, ma attratta da quella figura con enorme forza. Incuriosita, affascinata, desiderosa di sapere quante più cose possibili da una figura che, apparentemente, sembra essere così importante. All'invito dell'altro di muoversi va semplicemente muovendo qualche passo oltre la parete del Palazzo ritrovandosi a fissare l'altro con espressione sorpresa. <Oh beh io... io... non lo so cosa devo dire> mormora lei a quel punto quando scopre di dover rispondere a delle domande. Cosa può dirgli? Che è un clone di Katsumi? Che è stata chiusa in cella da Arima fino a quando non è morto? Sono cose che sente private, solo sue e che non vuole rivelar a qualcuno che conosce così poco. Eppure... eppure vorrebbe conoscere quella figura, sapere come conosce Katsumi, cosa pensa di lui. Conoscerlo tramite gli occhi di qualcun altro. <Oh, sì, sì, volevo spaventarti infatti!> conferma lei alla sua domanda, abbozzando un sorriso mentre segue i suoi passi. <Maaaaaa dimmi! Tu come lo conosci Katsumi? E perchè hai quegli occhi strani? e quei segni sulle braccia?> [Sharingan I - off - chakra: 33/34] [Pranzo ♥]

14:10 Yukio:
  [Esterno] I passetti continuano con ancora quelle buste fra le dita delle proprie mani che tiene con una tale leggerezza che nemmeno ci fa caso ormai, ma dettagli "Certo che lo conosco Katsumi, ma insomma dove vivi?!" Già, da per scontate molte cose, ma del resto gli basterebbe fare due più due, ormai le cose nei laboratori uchiha sa bene come funzionano "Famiglia, esattamente" Scrocchiando il collo muovendo la testa a destra e a sinistra "Un clone uchiha, funzionano ancora così no?" Domanda su due piedi, senza troppi peli sulla lingua "So bene come funzionano le cose li" E se vedeva già strano così Yukio, figuriamoci quando tira fuori la propria lingua biforcuta per leccarsi le proprie labbra, un lembo sul labbro inferiore e l'altro su quello superiore per umettarsi per bene e togliersi il secco da esse "Uhm si, come Hashirama e Tobirama, però di Kusa. Sono Yukio Kokketsu" Non è frettoloso, anzi sembra interessato iù ad Akira che a presentarsi e dire cose di se "Come non sai che cosa dire? Sei uscita in qualche modo dalla sede uchiha, uhm? Per forza, hai conosciuto Katsumi in quella circostanza, quasi difficile che vi siate conciliati all'esterno di essa" Altre piccole deduzioni, è raro che Katsumi faccia conoscenze in situazioni normali di solito, o li uccide o li rende prigionieri, non hanno molte chance in fin dei conti "Come lo conosco?! COME CONOSCO KATSUMI?!" Borbotta "Ma se siete una famiglia queste cose dovresti saperle! Insomma" Facendosi una breve risata "Sono il padre di Kimi, la ragazza di Katsumi, quindi Katsumi è mio parente diretto in un certo senso e come sempre non mi avvisa mai delle nuove entrate a Kusa!" Cammina e cammina con Akira fino a che Totoro non compare alla sua destra "Oh si, hai ragione, è tardi, è tardi, porta queste a casa ed inizia a cucinare, arrivo subito~" Come un bambinetto quella voce, lasciando a lui le borse così che possa preparare anche per i suoi pargoletti "Questi occhi strani? Non sono strani, sono semplicemente modificati, se non porto le lenti a contatto sarà facile per gli altri capire quando ho la mia innata attiva o meno, in questo modo sono più sexy" Facendo una posa del tutto ridicola in mezzo alla folla "E più strano." Sicuramente "E questi sono tatuaggi, fatti con ago ed inchio- Non sai proprio niente ah? Da quanto tempo sei in giro per il mondo?" Aaaargh Katsumi. Quante botte.[ck on]

14:46 Haran:
 Le parole di Yukio portano Akira a sentirsi decisamente imbarazzata. Non è colpa sua se tante cose non le sa, se di Katsumi tante cose non le conosce. Vorrebbe, lo vorrebbe tanto, ma hanno avuto poco tempo a disposizione, il loro momento deve ancora arrivare. Il viso si contrae appena in una smorfia imbarazzata, offesa, mentre borbotta qualcosa come "non sono fatti tuoi", con tono basso e confuso. Ma sono le sue successive parole che la portano a sgranare appena gli occhi e fissarlo a labbra schiuse, a forma di una piccola 'o' e pendere letteralmente dalle sue labbra. <Oooooh! Ma come lo sai? Sei un clone anche tu? Eh?> domanda incuriosita, interessata, sbattendo l'unica palpebra visibile rapidamente. E sì, lentamente sta prendendo familiarità con la figura del Tessai, ma quando vede quella lingua non può fare a meno di reprimere un brivido e fissarlo rigida rigida per alcuni secondi. Quest'uomo le sembra un rettile. <Yukio Kokketsu...> ripete lei, lentamente, assaporando quel nome fra le labbra. <Che nome buffo> ridacchia alla fine, innocentemente, portando la destrorsa dinnanzi alle labbra, quasi a voler coprire quella risatina dietro le dita. Non una offesa, non un insulto, qualcosa a metà strada fra l'innocente e il tenero. <Io mi chiamo Akira. Akira Uchiha> conferma poco dopo annuendo, impettita, fiera e orgogliosa della sua discendenza. Non con arroganza, non con spavalderia, ma con l'ingenua sicurezza di un bambino a cui è stato insegnato di essere fiero di sé e del proprio nome. Ma sono le deduzioni del Tessai a stranire e affascinare il clone che si ritrova a fissare basita il di lui volto mentre inizia a donarle piccole nuove conoscenze. <S-sì... ci siamo conosciuti lì> conferma atterrita, stupita, irrigidendosi ancora quando l'altro pone quella domanda con così tanta foga. E la sua successiva osservazione la porta ad arrossire violentemente, d'un tratto, di viva vergogna. Lo sa. Lo sa che tante cose di Katsumi non le conosce, che tante cose non le sa, ma questo non vuol dire che non siano una vera famiglia. Non vuol dire proprio un bel niente! <E-e allora?> esclama lei incurvando le sopracciglia verso il basso in una espressione indispettita, offesa, stringendo il coprifronte ancor più forte fra le dita, come per volerlo tener lontano da lui, a volersi tenere stretto il legame che ha con il puro. <Anche se non le so siamo lo stesso una famiglia! L'ha detto lui!> E se lo dice lui, insomma, dev'essere per forza così. Tiene le labbra chiuse, sigillate, con l'inferiore appena più sporto verso l'esterno mentre l'altro ridacchia e le dà una spiegazione circa i gradi di parentela dell'Uchiha. A quanto pare, in realtà, non è esattamente lei la sua famiglia. A quanto pare ne ha già una, anche bella grande visto che ci sono altre due persone attorno a lui. Akira rimane come delusa da questo, come se si sentisse un po' meno speciale adesso. Lui ha già una famiglia, se ne può avere un'altra? E lei ci può entrare così facilmente? E se loro non la vogliono? Se agli altri non piace? Rimarrà da sola? Basta un attimo perchè si incupisca, perchè quelle sensazioni e quei sentimenti infantili mai conosciuti nella sua breve vita, si risveglino in lei portandola ad osservare adesso sconfortata il Tessai. <Ho capito> mormora abbassando lo sguardo, annuendo appena col capo, con la voce visibilmente più bassa, più mogia. Segue i passi dell'altro fin dentro il palazzo dove incrocia un'altra figura mai vista prima. Yukio gli lascia le buste e poi volge nuovamente a lei la sua attenzione portandole le risposte che lei aveva ricercato nelle precedenti domande. <Ooohh... allora forse è per questo che mi ha dato la benda... per nascondere lo Sharingan> mormora lei portando una mano a sfiorare la stoffa bianca sopra l'occhio, pensosa. Ancora abbattuta, ancora triste per quelle precedenti rivelazioni, fa i conti con sentimenti che non ha mai avuto modo di conoscere nella solitudine della sua cella, pensando a come questo Yukio sappia così tante cose più di lei sul puro. Lui sì che può dire di essere la sua famiglia molto più apertamente di lei. Lei... lei è solo uguale a lui nell'aspetto, nel dna. Ma dentro... dentro non conosce altro che quel poco che lui le ha mostrato. Le domande dell'altro la riportano comunque alla realtà donandole un sacco di informazioni extra di cui era all'oscuro. Hasukage, lenti a contatto, tatuaggi... troppe, troppe informazioni. <Uh... io...> ci pensa, rotea l'iride scarlatta verso l'alto mettendo su un'espressione pensosa mentre cerca di capire da quanto tempo è libera dalla sua prigionia. <Uhm... tre giorni? Forse due...> mormora senza essere certa di quelle parole. <Sto cercando di imparare> sospira poi, alla fine, con rassegnazione. Già. Ha ancora tanto da scoprire. [chakra: 33/34]

15:04 Yukio:
  [Esterno] "Uhm, cambio di programma" Borbotta "Non posso ancora portarti dentro al palazzo" La mano destra passa sui propri capelli, pensieroso "Uhm? Cos'è quello sguardo?" inclinando la testa in avanti "SU SU! Non essere così triste, che cosa c'è che no va?!" Forse perchè HAI DETTO COSE: NO. CHE NO E NO?! (?) "Anche Akira è un nome buffo. Tsè" Sollevando il mento, scherzoso ovviamente e ci mancherebbe! "Bhe proprio perchè fai parte della sua famiglia fai parte della mia" Inizierebbe a contare, fare dei calcoli muovendo le dita fino a giungere alla conclusione di: "Bhe visto che sei piccolina, sei mia nipote" ...Parenti fantastici e dove trovarli "Quindi chiamami nonno, o quel che ti pare" Si, tutto normale no?! "Prima di tutto per sapere altre cose sulla famiglia è bene andare a conoscere le altre persone. I miei figli diretti sono più piccoli di te, fai attenzione che non riescono ancora ad utilizzare l'innata, per quanto riguarda Kimi, l'hai conosciuta? E LA CUOCA! LA CUOCA! TOTORO?! NON LI CONOSCI?!" Un attimo di pausa "Certo che no che non li conosci, via da qui! Andiamo ad esplorare il mondo Akira! Ne hai bisogno" Si, decisamente troppe informazioni. E poi insomma, HA UN NONNO GIOVANE. Giovane... Basta non ricordargli l'età e poi va tutto bene, no? "Che cosa ti piace? Uhm? Iniziamo a conoscerci su, i dolci? Cose salate? UHM?!" Quell'uhm sembra una sottospecie di intimidazione involontaria verso di lei, attendendo.[ck on]

15:28 Haran:
 Si ferma Akira quando l'altro arresta i propri passi ricordandosi che non è il caso di passare oltre. Akira lo fissa tranquilla, come imbambolata, ritrovandosi a pensare quanto sia buffo e bizzarro questo strano personaggio. All'apparenza è senz'altro inquietante e ha volte ha decisamente poco tatto, eppure... eppure c'è qualcosa di leggero che trasuda dai suoi movimenti e dalle sue parole che la portano a trattenere continuamente una risatina. Una risata ferma lì lì sulle labbra che tenta di uscire. <Va bene> dice fermandosi: non è che poi avesse tutta questa fretta di seguirlo. Magari così può evitare delle domande che l'avrebbero messa in difficoltà. Difficoltà che si presentano ugualmente però quando viene a sapere dall'altro di come Katsumi già abbia una famiglia, una famiglia che lo conosce bene e, sicuramente, da molto più tempo di lei. <Non sapevo che avesse già un'altra famiglia> ammette e rivela lei temendo che la sua presenza possa rivelarsi un problema per lui. Lei è una intrusa? Eppure... eppure è stato lui a cercarla, a trovarla, quindi dovrebbe semplicemente fidarsi di quello che ha detto e fatto per lei, no? Si sente confusa e travolta da mille e più dubbi. Affronta la vita un'emozione per volta e non sa come gestire bene ogni cosa. Ancor piccola, ancor ingenua nei suoi pochi mesi di vita. Sente il commento scherzoso dell'altro e si ritrova a sorridere appena colpita da quel tono, da quelle parole, snudando appena i denti bianchi. <A me piace> rivela lei spontanea, semplice, guardandolo con fare divertito. <Anche Yukio è carino> aggiunge poi ridacchiando ancora, semplice, strappando a quell'improvviso umoraccio un attimo di spensieratezza. Ma sono le successive parole del Tessai che portano Akira a guardarlo con una espressione indecifrabile. Quel suo dirle di far parte di loro, di avere un qualche legame persino con lui la fa sentire... leggera. La fa sentire piena, colma di un calore e di una sensazione meravigliosa che le fa pizzicare il naso e gli occhi. Li sente bruciare, quella sensazione leggera che anticipa il pianto, ma la trattiene, la ferma, mentre l'altro continua con i suoi programmi.Una famiglia che si allarga, cresce e muta. Continuamente. <Da--davvero..?> mormora alla fine, con la voce ridotta ad un soffio, come se qualcuno le avesse appena regalato la luna. Ed alla fine si ritrova a sentire il viso accendersi, brillare di nuova gioia mentre tenterebbe di allargare le braccia per stringerle poco dopo attorno al busto del Kokketsu, il viso ad affondare sul suo petto in un impeto di incontrollata gioia. <Nonno!> esclama con voce mista di gratitudine e gioia, sentendosi improvvisamente leggera. Un abbraccio che -se fosse avvenuto- durerebbe pochi secondi prima che lei lo sciolga per tornare a guardarlo in viso, con l'espressione sorpresa e stupita di chi non sa di cosa l'altro stia parlando. <No, non conosco nessuno> rivela scuotendo il capo, l'espressione persa. Bambini? Kimi? La cuoca? Oddio, ma quanta gente c'è in questa famiglia? Così tanta?! <Ma quanti siete?> domanda alla fine soverchiata da tutte quelle informazioni, quasi sconvolta. <E se poi non piaccio ai bambini? O a Kimi? O alla cuoca?> domanda allora fissando Yukio con l'espressione timorosa di un bambino. <Sei lo stesso mio nonno?> domanda con la voce più bassa, più timida, come se si vergognasse ad esternare quel pensiero così semplice. Esplorare il mondo, sì, ne ha bisogno davvero. E capire, comprendere, l'intero spettro di sensazioni che un umano può provare e sentire. Ha conosciuto la solitudine, il dolore di un lutto, la gioia, la libertà, la paura. Ma quanto ancora non ha mai provato? Quanto ancora non può comprendere? Le domande di Yukio la portano a riflettere e pensare prima di volgersi verso di lui e battere le mani l'una contro l'altra una volta soltanto. <Il gelato! Mi piace il gelato!> esclama d'un tratto ricordando quell'unica volta in cui gliene era stato offerto uno. <Però l'ultima volta che l'ho mangiato mi ha fatto male qui> aggiunge poi sollevando una mano per sfiorare col dito un punto del viso in mezzo agli occhi. <Però era buono. A te piace il gelato? Eh?> domanda adesso più vispa, più felice, sorridendo ampiamente. <E a Kimi? E alla cuoca?> OH MA TI SEI FISSATA CON LA CUOCA. [chakra: 33/34]

16:03 Yukio:
  [Esterno] "Piano piano, troppe cose, una alla volta, ALLORA!" E mezz'ora? Che schifo. "Non ha un'altra famiglia, una persona ha una sola famiglia che si può allargare, questo si, ma avere due famiglie è infattibile, quindi sei sempre nella famiglia, Akira!" Cercando quanto può di rassicurarla anche se il suo essere materiale e schietto non lo aiuterebbe chissà quanto "Bha, non è carino. E' normale..." Borbotta, incrociando le braccia sul petto, fino a che... Gli occhi non ruoterebbero sul corpo della ragazzina che si getta addosso a lui. Rimane stizzito, fermo ad osservare il vuoto. Le braccia si aprono come a voler ricambiare l'abbraccio ma... Con fare attento, toccandole lentamente la schiena "S-si, si" Fino a che non si scolla "N-non sono il tipo ma anche io ti voglio bene" E' questo ciò che intendeva no? "Non sono un amante del contatto fra le persone ma va bene lo stesso" Già, vecchie esperienze "E no che non li conosci! Sei qui da poco!" Mentre a momenti prima la linciava perchè non sapeva chi fossero i componenti della famiglia. "Siamo in tanti, abbastanza da formare una bella squadra! Allora. I miei figli si chiamano Hime e Joji, sono abbastanza grandi ma piccoli, molto giocherelloni, se ti piace giocare ti troverai bene con Hime, Joji è più un tipo solitario che ama giochi di logica e cose simili" Non ha preso niente dal padre insomma. "La cuoca... E' la cuoca, tutti la chiamano La cuoca, non ha un nome se non la cuoca, cucina ogni cosa a qualunque orario, il suo amore è la cucina quindi... Ti troverai sicuramente bene con lei!" Mugugnando "Totoro è il mio braccio destro, si occupa delle mie faccende in mia assenza, è sempre stato al mio fianco ed è colui che difende la mia famiglia da generazione, è un po' come un secondo padre per tutti anche se si fa vedere poche volte" Continuando a camminare "Kimi è... Brava, insomma. Si bhe bisogna saperla prendere, te la presenterò il prima possibile!" Schiarendosi la voce "Mentre... IL GELATO IO LO ADORO!" Battendo due volte le mani "ANDIAMO A PRENDERE IL GELATO!" Il nonnetto arzillo. Attento che ti si rompe l'anca...[ck on]

16:23 Haran:
 E d'improvviso si ritrova ad esser allieva di vita di Yukio Kokketsu. Beh... poteva andarle peg---... no, non poteva andare peggio di così, ma almeno in qualche modo sembra che l'altro non le stia rifilando strani assurdi racconti. Forse l'ha trovato dell'umore giusto, forse è stata fortunata. Forse è un argomento per lui più importante di quanto quel tono giocherellone non voglia lasciar ammettere. <Ohhhh> annuisce lei in segno di comprensione a quella prima spiegazione. Quindi è entrata semplicemente nella famiglia di Katsumi allargandola. Le è stato offerto un posto fra tutta quella gente che si ama e si vuole bene. Almeno secondo quello che è il concetto di famiglia secondo lei. E quindi Yukio è imparentato con tutti gli Uchiha dei quartieri? Perchè Katsumi ha detto che il clan sarebbe stato una famiglia ora e se non ne possono esistere più di una per volta... si tratta semplicemente di una unica famiglia moooooolto grande. Anche Yukio, come Keizo, par trovare quell'abbraccio imbarazzante. S'irrigidisce, rimane immobile ed interdetto prima di andare a darle qualche colpetto e poi lasciarle modo di scivolare via da lui. Akira non se ne cura, non importa che non abbia propriamente ricambiato il gesto, non fa niente. Ma le parole che dice aprono in lei uno spiraglio di calore senza pari. E' la prima volta, in tutta la sua vita, che qualcuno le dice una cosa del genere. Sorride senza parole, felice, colma di gioia mentre il viso si fa rosso e l'espressione più dolce. Lascia ch'egli parli e inizia a perdersi in quel mare di parole che le piovono addosso. Cerca di tenere il passo ma ehi, è davvero difficile tenere tutto a mente. I due figli -Hime e Joji- sono grandi ma piccoli. Uno adora giocare e l'altro preferisce stare da solo. La cuoca non ha un nome e cucina di tutto per cui l'avrebbe fatta crescere grassa e felice mentre Totoro protegge la famiglia di Yukio da tanto tempo. <Quindi Totoro è più forte di te?> domanda lei, confusa, grattandosi il capo con una mano. <Allora perchè non è lui il Kage?> chiede ancora, innocentemente, non capendo bene tutto quanto. Se è lui che li difende, allora vuol dire che è il più forte, no? Ascolta poi quanto viene detto su Kimi e in un istante si ritrova ad osservare Yukio dubbiosa, confusa. <Kimi è la ragazza di Katsumi> ripete lei le parole del Kokketsu di poco prima. <Ma che vuol dire?> chiede disorientata con fare semplice, ingenuo, inclinando il capo verso la spalla destra. E poi, d'improvviso, ecco che anche il Tessai va esaltandosi, accendendosi, entusiasmandosi d'improvviso per quella comunanza fra loro. Akira sorride, s'illumina e annuisce col capo con vigore. <Sì, andiamo!> esclama con gioia mettendosi nuovamente subito al seguito dello shinobi, seguendo i suoi passi con energia, con gioia. <E a te cosa piace, nonno? Dopo il gelato?> [chakra: 33/34]

16:42 Yukio:
  [Esterno] Continua a camminare con Akira vicino a lui, iniziando a sgattaiolare per le viuzze e a salire una scalinata per andare ad un livello più alto così da poter raggiungere in fretta la propria magione "N-non propriamente" Riferendosi a Totoro "E' per la famiglia, non per me" Cerca di specificare "E' complessa come cosa insomma, però Totoro è forte ecco! Ti basta sapere questo" si schiarisce un poco la voce, riprendendo il discorso "Kimi è la ragazza di katsumi significa che i due... Stanno insieme e si vogliono mooooolto bene, ecco" arrossendo appena in volto "Cioè, anche a te vuole bene. Però quando due persone si vogliono più bene rispetto alle altre, allora stanno insieme, si scambiano più abbracci al giorno e più coccole, ecco" Si, coccole. "MA COMUNQUE!" Ecco, cambiamo discorso che è meglio forse "A che gusto?! Io prendo il Biscotto" Biscotto. Lo vuoi u biscott?! "Mi piace... Ucc-no uccidere è sbagliato Akira, NON TI HO DETTO NIENTE, DIMENTICA!" Ecco, cose sbagliate non si dicono ai piccoli "Mi piace mangiare! Uh come mi piace. Poi fumare, ma fumare fa male, non farlo eh questo" Ecco, a proposito di sigarette è il momento giusto per accendersene una, ovviamente! E così fa, sigaretta, zippo, e puf, sigaretta accesa fra le labbra "A te invece cosa piace? Uhm? Hai dei vestiti? Dove stai dormendo?" Una domanda dietro l'altra, BASTA POVERINA![ck on]

17:02 Haran:
 Ok. Allora Totoro è forte e protegge la sua famiglia, però non lui. Lo trova strano, un po' bizzarro, ma ehi: non è mica qui per giudicare lei, eh? Così si limita ad annuire salvando quest'ennesima informazione nella sua memoria e si lascia trascinare dal discorso. Ascolta la spiegazione che Yukio le dà sul concetto di "ragazza" e inizia a farsi una idea più precisa della cosa, rimuginandoci su in silenzio. <Oh, credo di aver capito> dice lei umettandosi appena le labbra. <Quindi quando vuoi più bene a una persona che a un'altra, tu "stai" con questa persona. Giusto?> riassume così, nella sua semplicità, quel concetto, non avendo lontanamente idea di quanto più profondo e ampio possa essere questo concetto, quanto possa esser complesso e ricco di sfumature questo sentimento. Dopotutto, lei, non l'ha mai provato, non ne ha mai sentito parlare. E' qualcosa di totalmente estraneo e nuovo alla sua mente, ma non al suo cuore. Dopotutto, lei, ha già iniziato ad amare dentro di sé. Non nello stesso modo in cui il Kokketsu ha cercato di spiegarle la relazione fra Kimi e Katsumi, ma in un modo molto più semplice, innocente e naturale. L'affetto che si prova per un salvatore, per una figura di riferimento. Per un padre. E poi ha iniziato a legarsi anche a questo strano, bizzarro uomo. Le piace il modo in cui le spiega le cose, in cui si agita e muove così liberamente. Ma è un affetto ancora acerbo, un germoglio di qualcosa che col tempo potrebbe andare consolidandosi, chissà? Per ora è un seme che viene piantato su terreno fertile, ma sarà il tempo a determinare cosa nascerà da questo incontro. <Biscotto?> domanda lei confusamente, avendo mangiato semplicemente un gelato al cioccolato in tutta la sua breve esperienza di vita. <Io al cioccolato!> esclama allora, di conseguenza, facendo riferimento all'unico gusto mai provato. E poi le parole di Yukio arrivano e lei si ritrova a fissarlo ridacchiando, scuotendo leggermente il capo, divertita. <Non è sbagliato. E' normale> lo corregge con una inquietantissima spontaneità. Come se un bambino ti correggesse sul nome esatto del suo giocattolo preferito, con la stessa leggera spensieratezza. Un concetto sinistro da veder espresso con tanta semplicità. <Lo fanno tutti, no? Ci sarà un motivo se è così> continua con fare logico, sereno, ben sapendo però quanto possa esser dolorosa l'idea di sapere morto qualcuno che si ama. Yukio comunque prosegue nel suo discorso e, quando va ad accendersi la sigaretta, Akira si ritrova ad inspirare di colpo quella boccata di nicotina. <Ugh> arriccia le labbra, il naso e gli occhi e tossisce un paio di volte cercando di scacciar via dai suoi polmoni quella sensazione. <Oddio ma è bruttissimo> replica facendosi aria con una mano e correndo a fiancheggiare il Tessai dall'altro lato, così da impedire al fumo di venirle addosso. <Uh? Io dormo ai quartieri Uchiha! Abito lì. Katsumi mi ha dato dei vestiti, una stanza e del cibo e...> e una vita. <Mi ha dato tutto!> commenta, semplicemente, alla fine con fare grato. <Mi sta anche insegnando a usare lo Sharingan, solo che non è che ci riesco proprio bene... brucia. Mi fanno male gli occhi quando metto troppo chakra. Ma sto migliorando> rivela con tono leggero, una punta di viva fierezza a brillarle negli occhi. <E i tuoi occhi cosa fanno? Che innata hai? Hai detto che li devi nascondere per non far vedere quando è attiva, quindi c'entra con gli occhi vero?> [chakra: 33/34]

17:26 Yukio:
  [Esterno] Continua la propria passeggiata, seppur innocente ma ricca di... effetti. A quanto pare lui ha scoperto di avere una nipote e lei, bhe lei forse troppe cose ha scoperto, che sia bene o male è andata a finire così "Diciamo di si, passi più tempo con lei che con le altre persone insomma" Piccolo riassunto di una relazione "Ma non è un vincolo eh, si sta soltanto bene assieme, claro?" Mo si parla pure in un'altra lingua, ottimo. "Bhe se hai bisogno di qualcosa o vuoi stare in compagnia ora ti faccio vedere dove abito, così se hai bisogno sai dove trovare tutti quanti, uhm?" Domanda, inclinando la testa verso sinistra, tirando ancora dalla sigaretta "Uhm OH MISERIACCIA" Togliendosi la sigaretta dalle labbra per tenerla verso l'alto "Ecco, forse è meglio, scusami" Già, dovrebbe far caso a chi gli sta attorno, che testa... "No non è così, è un vizio brutto questo" Indicando con una girata di occhi la sigaretta "E fa male" Precisa "Ma che ci vogliamo fare" Già, come se a lui gli potesse importare qualcosa dei danni che fanno le sigarette, del resto... la sua innata è quel che è "Poi verrò a trovarti anche io, non ci sono problemi eh!" Specifica "Ma se vuoi stasera una cenetta in famiglia si può fare" un paio di cenni di capo, la sua magione è ormai visibile "Eh utilizzare lo sharingan è una pratica difficile, ma Katsumi è bravo ad insegnare" COF COF "Riuscirai ad utilizzarlo in poco tempo, stanne certa" Un occhiolino d'intesa, continuando "I miei occhi diventano neri neri, la mia innata non utilizza la vista ma il ninjutsu, nello specifico il sangue che ho in corpo" Sollevando le spallucce "Poi ti mostrerò com'è la mia innata, in mezzo a tutti non è il caso, potrei spaventare qualcuno" E questo fa intendere molte cose. Oltre agli occhi qualcos'altro muta, forse l'intero corpo, chi lo sa.. "Bhe? A mangiare il gelato e poi a conoscere la famiglia!"[END]

17:42 Haran:
 <Uh, capito!> annuisce allora la ragazza cercando di segnarsi mentalmente questo nuovo concetto. Sembra descrivere un po' quello che è il suo rapporto con Katsumi ma il suo sesto senso le urla, al tempo stesso, che non si tratta affatto della stessa cosa. Ad ogni modo non le importa davvero, non tanto. Non ha bisogno di dare un nome al loro legame perché questo sia reale. Avrebbe continuato a tenere a lui in ogni caso, senza chiedergli nulla in cambio. Continua ad avanzare al fianco del Tessai e, quando l'altro continua a parlare, lei si apre in un ampio sorriso luminoso che la porta a snudare i denti con fare spontaneo. <Ohhh sì, che bello! Mi farebbe piacere!> esclama contenta, felice, sentendosi improvvisamente già parte di quella famiglia sconosciuta. Già parte di qualcosa, di un gruppo di persone che ancora non ha neppure visto. E' una sensazione piacevole, calda, che le si ripercuote per tutto il corpo. Lascia che l'altro fumi tranquillo scostandosi dalle nuvolette tossiche e si ritrova a sorridergli rassicurante quando l'altro si scusa. Non è un problema se lui fuma, basta che lei non debba respirare quella roba e son tutti contenti. Giunge poi quell'invito che porta Akira a fissare Yukio con l'iride scarlatta che scintilla di gioia. Un invito a cenare con tutti? Con la famiglia? Davvero? Il solo pensiero la emoziona, la scuote, la fa fibrillare. Può farlo davvero? Andrà bene a Katsumi se accetta quell'invito? Non lo sa, non ne è certa, ma gli avrebbe chiesto la sua approvazione. <Così posso conoscere Hime e Joji? E la cuoca? E Totoro?> domanda entusiasta, febbricitante, snudando i denti. <Sarei felice! Devo solo chiedere a Katsumi se posso farlo!> Accetta, con condizione, quell'invito, andando ad osservare con lo sguardo l'edificio che il Tessai indica con un cenno del capo. Quella giornata si sta rivelando ricca di sorprese, di regali e la fa sentire davvero leggera. A quanto pare poi Yukio è anche a conoscenza dei poteri dello Sharingan e le rivela che con l'aiuto di Katsumi sicuramente sarebbe riuscita a padroneggiarlo in poco tempo. Lei arrossisce, abbassa appena il capo, e sorride. <Sì... ci provo> Toccata da quel carico di fiducia nelle sue capacità. Ascolta poi i dettagli circa la di lui innata e si ritrova a tentare d'immaginare come debba essere il suo potere. Non riesce benissimo a farlo, ma tanto ha detto che gliel'avrebbe mostrata per cui avrebbe ben presto trovato soluzione alla sua curiosità. <Sì, senza dubbio. Ma... anche io avrò tutto quel chakra che hai tu se mi impegno?> domanda d'un tratto, lei, fissandolo adesso come si osserva un maestro, una guida importante. <E' spaventoso quanto ne hai, sei pieno> commenta ricordando ciò che ha visto solo poco prima grazie all'aiuto del suo Sharingan. <Va bene, nonno!> sorride alla fine, leggera, accettando quel programma appena proposto dal Tessai. [END]

Akira, passeggiando per Kusa, incontra Yukio ritrovandosi spaventata dal suo aspetto così fuori dal comune.

Yukio, dal canto suo, sorpreso dalla presenza di una Uchiha, si avvicina e ben presto quella che pareva una normale camminata diventa l'inizio di una rimpatriata di famiglia organizzata per quella sera. Insomma, robe di ordinaria amministrazione in quel di Kusa...