Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

[Allenamento innata] - L'Uchiha e il Seiun.

Free

0
0
con Haran, Shitsui

22:32 Haran:
 Il mondo è ora a portata di mano, per lei. L'attende, attende di essere scoperto, vissuto, sperimentato dalla giovane Uchiha che si ritrova per la prima volta a metter piede fuori dall'omonimo quartiere. Sono passati alcuni giorni da quando Katsumi è andato a liberarla dalla sua stanza, dalla sua cella e ancora non ha mai avuto la forza o il coraggio di uscire fuori da quelle strade, di superare quelle mura che portano su di sé l'effige del loro clan. Non ha avuto la forza di fare quel passo che fa la differenza fra dentro e fuori, ritrovandosi ad adattarsi alla vita reale un poco per volta. Ogni giorno piccoli progressi, ogni giorno nuove scoperte. Il sentire il calore del sole sulla sua pelle d'avorio, la vista di un bel tramonto, la sensazione di un vero letto, il poter scegliere dei veri abiti, mangiare un dolce. Piccole cose che la gente dà per scontate e che lei scopre ora per la prima volta rimanendone colpita. Ed oggi, questa sera, decide di fare un ulteriore passo, un progresso in più. Lasciare dietro sé quel quartiere che ha iniziato a trovare poco a poco familiare, quelle strade che uniche ha percorso in tutta la sua vita. Non che voglia abbandonare quel posto, sia chiaro, semplicemente scoprire cosa vi è attorno, nelle vicinanze. Questa sera indossa una camicia nera ben abbottonata per il busto e con il colletto elegantemente ripiegato attorno alla gola. Un cravattino rosso si annoda in mezzo ai due lembi di tessuto nero andando poi a dilungarsi fino all'addome come una lingua scarlatta. La camicia è infilata dentro dei pantaloncini tenuti su da un paio di bretelle scure che s'incrociano dietro la schiena. Le gambe magre, esili, sono coperte da collant bui mentre ai piedi porta un paio di stivaletti in pelle buia. Tinte e sfumature che contrastano col pallore della sua pelle color latte ma che si miscelano perfettamente alla chioma corvina. Ha i capelli lisci, neri, che ricadono in ciocche sottili lungo il viso, il collo, terminando sulle spalle. Una benda bianca è poi sistemata sul capo e va a coprire il suo occhio destro nascondendo alla vista quell'iride bianca e luminosa ereditata dal mezzo Seiun. Da quando l'altro gliene ha fatto dono non l'ha più tolta se non per dormire o lavarsi, volendola tenere sempre con sé come se questo potesse farle sentire più vicina la figura del Goryo. E' uscita col chakra impastato non volendo ritrovarsi improvvisamente coinvolta, magari, in una situazione poco piacevole o di pericolo: dopotutto lei il mondo mica lo conosce, che ne sa di cosa potrebbe o non potrebbe accadere in una strada come quella? Così aveva riunito le mani all'altezza del seno -appena accentuato al di sotto della camicia nera- per comporre il sigillo della Capra e poi sarebbe andata a richiamare dentro di sé le energie necessarie al risveglio di tale forza: la fisica e la psichica. All'altezza del capo sarebbe andata a radunare come in una sorta di fiamma le energie dovute dall'esperienza, dalla forza di volontà e dalla sua disciplina, mentre all'altezza del ventre sarebbe andata invero a radunare le energie estrapolate dai muscoli, dalle ossa e dal corpo. Avrebbe radunato quelle forze in due punti ben distinti per poi andare a smuoverle in un moto rispettivamente discendente ed ascendente fino a farle incontrare all'altezza del plesso solare. Qui avrebbe tentato di far confluire le une nelle altre facendole vorticare assieme fino a farle mescolare e fondere e far scoppiare così una nuova, unica, grande fiamma: il chakra. Al momento si ritrova, Akira, all'esterno del quartiere Uchiha avanzando timidamente di qualche passo per una strada quasi deserta che offre però una chiara e splendida vista sulla luna di questa sera. Una panchina costeggia il sentiero e lei va semplicemente a raggiungerla sedendosi su di essa, tenendo lo sguardo fisso sul satellite che splende mezzo nascosto da alcune nubi bianche. La frizzante brezza della sera carezza la sua pelle candida, fin troppo pallida per via della totale assenza di sole nella sua vita, e la fa sentire strana. E' una sensazione piacevole quella del vento che la porta a respirare a fondo, a respirare l'odore della notte. Se solo voltasse il capo potrebbe vedere, in lontananza, le mura del quartiere Uchiha così da poter sempre sapere come fare per tornare a casa, per tornare da Katsumi. Non vuole esagerare, non vuole strafare. Si concede un piccolo traguardo per volta e, quello di questa sera, consiste nell'avanzare da sola nel selvaggio mondo al di fuori dell'unico ambiente a lei noto. [Tentativo Impasto Chakra]

23:00 Shitsui:
 [Piazzetta] Lungo la strada principale che si districa lungo il centro di Kusa, il giovane dai capelli corvini se ne sta seduto, a gambe incrociate, in una piccola 'radura' circondata da edifici. Un piccolo appezzamento verde, che divide la strada che poi si ricongiunge alle sue strade, continuando la sua corsa ed intersecandosi con altre vie. Ha deciso infatti di tenere la sera per se stesso, continuare l'allenamento che lo guiderà verso il suo destino, passo dopo passo, missione dopo missione. A causa dell'orario infatti ha preferito non spingersi troppo lontano, rimanendo così al di qua delle mura cittadine approfittando di uno spiazzo tranquillo per sedersi e meditare per qualche minuto prima di iniziare l'allenamento. Tanti sono i pensieri che affollano la testa del genin, dovuti al susseguirsi di emozioni inaspettate provate negli ultimi giorni, esperienze del tutto nuove, come quel legame con la sua compagna di team e quel sentimento inspiegabile che l'ha spinto a giurarle protezione, prima, e di starle accanto per sempre, dopo. Si sente ancora pervaso da quel calore che nasce dal profondo dell'animo ogni volta che nella sua mente ritorna a quella sera, sulla ruota panoramica. Ma lentamente cerca di sgombrare la testa dai vari pensieri, ligio al dovere com'è, sa che c'è un tempo adatto a tutto, e adesso è ora di iniziare. Estrae infatti le mani dal mantello scuro che copre i suoi vestiti, lasciando però i capelli scoperti ben in vista col cappuccio che penzola alle sue spalle, e le congiunge all'altezza dello sterno. La mano destra, chiusa a pugno, alza le dita indice e medio verso l'alto, mentre la sinistra va a cingere queste due formando così il sigillo del Ratto. Con calma dunque andrebbe a immaginare e, successivamente, a percepire le due energie che dimorano nel suo corpo: la prima, quella fisica, posta all'altezza dello stomaco, e la seconda, quella psichica, posta all'altezza del cervello, entrambe raffigurate nella sua mente come due sfere di diverso colore. Tenterebbe dunque di spingere con vigore entrambe le sfere, l'una in direzione dell'altra, nel tentativo di farle incontrare e scontrare proprio all'altezza delle mani congiunte, sul petto. Ivi le energie dovrebbero trasformare la forza cinetica della spinta, impattando, in forza centrifuga, mescolandole così in maniera uniforme e creando un vortice, vortice dal quale, se eseguitp con successo il richiamo, dovrebbe dar vita ad una nuova energia, il chakra, che fluirebbe così sotto la sua pelle, donandogli una piacevole sensazione di vigore [Tentativo Impasto Chakra]

23:10 Shitsui:
 [EDIT]: sigillo della Capra.

23:26 Haran:
 Osserva la luna risplendere lassù ritrovandosi a non badare a quanto accade, invece, sulla terra. Si è seduta alla prima panchina trovata e non si è guardata attorno con particolare attenzione. Aveva solo voglia di fermarsi un attimo a pensare, a riflettere, a studiare tutti quei piccoli particolari che solo ora può notare per la prima volta in tutta la sua vita. Qualche stella brilla qua e là sfuggendo alla copertura di quelle nubi ovattate mentre la brezza soffia gentile spirando da est. V'è silenzio, v'è pace in questa sera di fine inverno e tutto par essere incredibilmente sereno. Non s'ode alcun rumore, alcuna voce, se non il semplice fruscio di qualche alberello sparuto sfiorato dalla brezza. E' una sensazione bellissima e Akira vuole riempirsene gli occhi, i polmoni. Inspira a fondo l'aria della notte andando quindi ad abbassare il capo. Osserva distrattamente lo spiazzo ove si è andata a sedere senza badare, nell'immediato, alla figura di Shitsui seduto qualche panchina più in là, sul lato opposto della radura. Rimane seduta, composta, andando a chinare leggermente il capo sulle proprie mani. Il pensiero vola ad Arima, a quella notte sul tetto dove ha visto il suo corpo per l'ultima volta. Il pensiero fa ancora male e spesso, di sera, le lacrime escono silenziose sul suo viso. Cerca di nasconderle alla vista di Katsumi ma non è semplice controllare i propri sentimenti. Questa sera tuttavia non ha voglia di piangere, ma si ritrova a pensare a quanto accaduto quella notte. Il modo in cui si sia ritrovata, d'improvviso, a vedere la sua vista variare e il mondo aprirsi a lei sotto un aspetto nuovo, diverso. Sanguigno. Lo Sharingan si è infine mostrato in lei portando al realizzarsi dell'ultimo desiderio di Arima, la sua unica promessa fatta a Katsumi. Da allora non ha più provato a ricercarne o richiamarne il potere ed ora si chiede se forse non avrebbe dovuto farlo. Si umetta le labbra, nervosamente, andando a volgere lo sguardo verso la fine della strada alla sua sinistra, verso le mura dei quartieri Uchiha che si stagliano solitari nella notte. Forse... forse avrebbe dovuto tentare, forse dovrebbe imparare a controllare quel potere. Magari avrebbe potuto fare una sorpresa a Katsumi e mostrargli i suoi progressi. Sì, sì questa idea le piace. Così, con un moto di convinzione che va a diffondersi in lei, ecco che la giovane andrebbe a prendere un profondo respiro e concentrarsi sul proprio chakra così come Arima le aveva insegnato. Andrebbe ad unirsi al flusso di energia che scorre in lei fino a farlo risalire verso la testa. Qui andrebbe a convogliare parte della propria energia all'altezza di ambo gli occhi tentando di far interagire il proprio chakra col gene Uchiha presente nel suo sangue, nel suo essere. Tiene gli occhi ben aperti e si concentra andando ad assottigliare lo sguardo notando come d'un tratto tutto paia sfumare in tinte rosse e nere attorno a lei. Una fiammata che danza dinnanzi ai suoi occhi cambiando colore ad ogni cosa, mutando e svanendo. Una sorta di falso contatto ad intermittenza dovuto alla sua poca praticità nell'utilizzo del chakra. Andrebbe a far fluire ancora più energia all'altezza dei bulbi oculari cercando di tenere stabile quel flusso di energia. Tutto sembra andare a sfumare in una sorta di visione scura, in varie gradazioni di colore, e ogni cosa par muoversi più lentamente, fin quando, d'un tratto, qualcosa non succede... "WOFF WOFF! WOFF!" un abbaiare improvviso porta il clone a sobbalzare sul posto e alzarsi di scatto dalla panchina perdendo tutta la sua concentrazione, andando ad osservare con l'iride rossa -unica visibile causa la benda sull'altr'occhio- la figura di un cagnolino nero e bianco che, accanto alla panchina, le scodinzola allegramente. <W-WAAAAH!> Paura, spavento, mentre arretrerebbe spaventata senza distogliere lo sguardo dalla creatura, fino ad impattare con la schiena contro la corteccia di un albero. <S-stai lontano, n-non ti avvicinare!> un mormorio spaventato, impacciato, che la porta a guardare il cagnolino con diffidenza e paura, cercando di schiacciarsi contro l'arbusto con tutta se stessa. [Tentativo Sharingan I - chakra: 33/34]

23:45 Shitsui:
 [Piazzetta] Rimane così, gambe incrociate e schiena diritta, mentre il chakra risvegliatosi prende a scorrergli attraversando il corpo mediante un intricato sistema di vasi connettori. Essi passano infatti attraverso le cellule, comunicando poi con gli organi interni e dispensando energia dove ce n'è bisogno, secondo i comandi dello stesso Shitsui che, pian piano sta prendendo con essa sempre più familiarità, riuscendo a servirsene nei modi più disparati quando bisogno. Sospira profondamente dal naso, mentre l'aria gonfia e successivamente sgonfia i polmoni vistosamente. Non ha nessuna fretta nel procedere, concedendosi qualche attimo di pausa prima di proseguire l'allenamento. Apre dunque nuovamente gli occhi scrutando davanti a sé e portando le mani, coi palmi aperti, sulle ginocchia incurvandosi leggermente e 'sciogliendo' le gambe incrociate, andando così a sedersi correttamente. Assapora la calma placida della sera Kusana, i colori che si disegnano sotto quel cielo nuvoloso ma che di tanto in tanto concede una breve e timida vista dei raggi di luce del sole riflesso contro la luna, o di quel poco che se ne può vedere questa sera. Nota dall'altro l'alto dello spiazzo avvicinarsi una ragazza, che si appresta a sedersi su un'altra panchina, lontano da lui, senza però darvi troppo peso. Ritornerebbe infatti a focalizzarsi sull'allenamento, richiudendo così le palpebre e concentrandosi sul flusso del chakra. Ironico a dirsi, ma il tentativo che andrebbe a fare sarebbe il medesimo che sta facendo la nuova arrivata, senza tuttavia poterlo sapere, almeno finché ha gli occhi chiusi. Difatti andando a concentrarsi sull'energia che gli scorre attraverso, cercherebbe di far fluire questa verso l'alto, riunendo così i vari, piccoli, torrenti nei quali essa è divisa, in due flussi più grossi che paralleli corrono su, per tutto il collo, deviando per il mento e poi continuare la loro strada sino ad arrivare all'altezza delle tempie. Proprio quì essi si fermano, un attimo, ma abbastanza a lungo per dare la possibilità di dosare l'energia da instillare all'interno dei bulbi oculari. Ancora non è esperto e quindi meglio procedere con cautela! Cerca dunque di inondare, a poco a poco, gli occhi del proprio chakra, che inizia a pervaderli, creando di conseguenza una leggera sensazione di fastidio, nulla di insopportabile. Continua dunque a a farlo confluire, lentamente, usando come metro di giudizio proprio quel lieve bruciore, con il quale inizia ad imparare a convivere ad ogni tentativo di richiamare il Kayosei. Tuttavia grida provenienti dall'altro lato della piazza lo distraggono, facendogli così aprire automaticamente gli occhi che, nel caso il richiamo fosse stato effettuato correttamente, risulterebbero completamente neri. Essì, perché così facendo la sclera, inondata di chakra, prenderebbe quel cupo colore andando ad 'inglobare' così le iridi di natura scure del giovane, rendendole quasi del tutto indistinguibili. Tuttavia, proprio grazie a questa sua abilità, tutto ciò che lo circonda pare essere pervaso da una luce che rende tutti i particolari chiari, visibili, come se fosse giorno. Ed è chiara visibile, anche la giovane che ha appena urlato, muovendo dei passi indietro come minacciata da...un cagnolino (?). Un sospiro, mentre si alza in piedi e muovendo alcuni passi in quella direzione -tuttavia rimanendo abbastanza lontano- esclamerebbe a gran voce < SCIO'. VIA! > nel tentativo di far fuggire la bestiola. Tuttavia Shitsui non lo sta facendo per spirito cavalleresco, ma bensì solo per poter ritornare a meditare e concentrarsi in silenzio [Tentativo Kayosei][Chakra 24/25]

00:05 Haran:
 Okay, sì. Può sembrare una situazione un po' assurda, un po' paradossale, ma Akira in questo momento ha realmente paura del cagnolino. Non ha mai visto un animale prima, in vita sua, e non ha idea di cosa essi possano essere capaci. Sarà pericoloso? Potrebbe attaccarla? Nella sua cella non ha mai avuto modo di vederne uno e sicuramente spiegarle come fosse fatto un cane -o cosa fosse- non rientrava negli interessi di Arima. Così al momento la ragazza si ritrova a veder persa la propria concentrazione mentre la bestiola andrebbe a continuare ad abbaiare affettuosamente in sua direzione. L'Uchiha si rannicchia contro la corteccia dell'albero e si ritrova a non avere la più pallida idea di cosa fare. Dovrebbe scappare? Correre verso i quartieri? Invocare l'aiuto di Katsumi? O forse può provare a spaventarlo col suo nuovissimo potere? Certo, è ancora acerbo e, certo, non sa controllarlo, ma forse il solo vederlo attivarsi potrebbe portare quella bestiola a fuggir lontano da lì. Dopotutto, si sa, tutti temono il potere degli Uchiha, no? Ecco dunque che, nuovamente, Akira tenterebbe di andare a concentrarsi sul proprio chakra scostando al contempo la benda dall'occhio destro così da sollevarla e rivelare l'iride bianca alla volta del cane. Andrebbe a far fluire l'energia lungo il collo, la gola, il viso per poi incanalarla lungo i canali del keirakukei che portano agli occhi. Qui andrebbe a concentrare una massiccia quantità di chakra nella speranza di riuscire a tenere il flusso abbastanza costante da far sì che la sua forza, mescolata al gene Uchiha presente nelle iridi, vada a risvegliare una volta per tutte lo Sharingan. Ed è un attimo che, questa volta, tutto dovrebbe cambiare, dovrebbe mutare. Le iridi della ragazza dovrebbero improvvisamente andare a tingersi -entrambe- di un rosso cremisi identico per ambedue gli occhi mentre, attorno alla pupilla, dovrebbe comparire una sorta di virgoletta nera che, dopo un lieve moto concentrico, andrebbe a stabilizzarsi fermandosi alla sua sinistra. La sua visione dovrebbe divenire ora diversa, più limpida, più chiara, con una concentrazione di sfumature rosse e nere che vanno ad indicare le presenze di chakra nelle circostanze e la relativa quantità di energia presente. Andrebbe a fissare il cagnolino con una espressione che vorrebbe essere minacciosa e l'altro, per tutta risposta, si ritrova a ringhiare infastidito dal di lei atteggiamento. Akira torna a spingersi contro l'albero ritrovandosi poi ad udire una voce andare a spezzare il silenzio circostante. Di scatto il viso va a voltarsi verso la fonte di quel suono scorgendo quindi la figura di un ragazzo dentro il quale arde una sorta di fiamma rossastra che diviene più scura man mano che sale verso gli occhi. Essi sarebbero due piccole fiammelle bordeaux, quasi nere, che ardono vive. Ma non è tutto. I suoi movimenti, il moto dello stesso cane e dell'ambiente circostante andrebbe ad esser visto come strano, macchinoso, buffamente lento. Il cane andrebbe ad allontanarsi, a fuggire, lasciando quindi sola Akira ad osservare quello sconosciuto con espressione basita, stupita. <Perchè ti muovi così?> domanderebbe lei fissandolo con fare ingenuo, spontaneo, aggrottando di poco le sopracciglia. <Sei lento> inclina il capo verso la spalla sinistra ritrovandosi a non capire bene cosa stia accadendo. E poco importa che, detta così, sembra quasi che gli stia dando del tardo, non è affatto nelle sue intenzioni! [Tentativo Sharingan I² - chakra: 32/34]

00:28 Shitsui:
 [Piazzetta] Ogni cosa è illuminata, -più o meno- alla sua vista, vedendo così distintamente il cagnolino voltarsi verso di lui quasi contemporaneamente alla ragazza, per poi darsela a zampe (?) levate, spaventato dall'avvicinarsi del giovane e dal tono della sua voce, freddo, alto, serioso. Incede ancora avvicinandosi di qualche altro metro all'albero contro la quale la giovane si era spalmata mentre alle sue orecchie giungono le parole spontanee dell'altra. Gli occhi, completamente neri, si vanno a posare sulla sula figura. La vede distintamente. Di corporatura esile, con un occhio fasciato, è bassa, parecchi centimetri più di lui, probabilmente ancora una ragazzina indifesa, persasi tra le strade di Kusa a questa tarda ora. La squadra, schivo, come sempre, cercando di dare un senso alle parole che lei stessa ha proferito < Lento? > Borbotta fra sé e sé senza preoccuparsi di nascondere una punta di fastidio in quella parola. Sia perché pare una domanda molto stupida, quasi come a prenderlo in giro, e sia perché, data la sua costituzione agile e longilinea, vorrebbe fare della velocità un suo punto di forza. < Ragazzina > Esclama freddo, posando infine lo sguardo sull'occhio scoperto di lei. Quell'occhio non pare essere comune. L'iride rossa a contrasto con la pupilla nera e un piccolo mulinello disegnato a pochi millimetri da essa. Sembrerebbe quasi una macchiolina innoqua, probabilmente un difetto genetico, o forse qualcosa di più. La fissa, quasi scuro in volto, come attendendo una reazione nel guardare il proprio volto, pallido posto a contrasto con i bulbi oculari del tutto neri. Ma la reazione non sembra arrivare. Ricorda di Hikari, e della sua reazione, quando per la prima volta ha visto la capacità di Shitsui. Il terrore che provava era quasi palpabile messa a davanti alle sclere oscure del giovane, come se per un attimo non riconoscesse il suo compagno di squadra. < Non sono len.. > Andrebbe ad aggiungere per poi fermare all'improvviso il suo dire a causa di un lancinante ed improvviso dolore che lo attraversa da tempia a tempia, portando così la mano destra sulla testa -come se questo potesse alleviare il dolore- richiudendo con forza gli occhi e cercando di non perdere la concentrazione < Argh... > Tutto quello che riesce a dire contraendo il volto in un'espressione di dolore [Kayosei I][Chakra 23/25]

11:20 Haran:
 Oh, se solo sapesse, se solo capisse chi ha dinnanzi e quanto in realtà ingenua e pura sia, capirebbe come quelle parole non vogliano affatto essere per lei un'onta od un'offesa. Semplicemente qualcosa che ai suoi occhi appare strana, qualcosa che non comprende, non ancora. Non del tutto. Akira lo osserva. Osserva i lineamenti giovani del volto, i capelli scuri, la pelle bianca. Ed osserva quelle fiamme rosse che in lui si agitano e scuotono andando a renderlo una figura così bizzarra. Lo osserva come si osserva qualcosa che non si riesce a capire, a comprendere, come fosse qualcosa che non dovrebbe essere lì. Le sopracciglia appena aggrottato, lo sguardo attento, mentre quelle iridi scarlatte studiano e osservano ogni cosa, assetate di conoscenza, affamate di quelle piccole cose che il mondo ha da offrirle. Esso si apre a lei nuovo, sconfinato, mentre intanto cerca di mantenere costante quell'afflusso di chakra agli occhi. Ed è difficile. Ci vuole molta concentrazione, ci vuole attenzione per far sì che ogni istante, ogni secondo, la stessa quantità d'energia vada a nutrire quelle iridi speciali. E' uno sforzo che la impegna moltissimo ma di cui inizia a vedere i risultati. Lo Sharingan non la sta abbandonando, è ancora lì e le sta offrendo la possibilità di scorgere il mondo sotto un occhio diverso. I movimenti del ragazzo, delle sue labbra, dei suoi capelli sospinti dal vento sono lenti. Più lenti del normale, paiono quasi apparire sotto le sue iridi come fotogrammi in successione. Quindi... è questo che lo Sharingan fa? Le permette, le consente di vedere con estrema chiarezza e precisione ogni movimento circostante? Abbassa lo sguardo su di sé, muove le mani, le dita dinnanzi ai propri occhi portandole coi palmi verso l'alto, piegate all'altezza del seno gentile, accennato. Vede quelle fiamme rosse ardere nelle sue mani, nei polsi, nelle dita, ma esse si muovono alla stessa velocità di sempre, normali. <Uhm> prende nota, appunta, studia questi piccoli dettagli mentre la voce del Seiun la raggiunge fredda, quasi offesa dalle sue precedenti parole. Subito lo sguardo torna su di lui e fa quasi ridere vedere quel viso distaccato e dalle iridi così buie muoversi così lentamente. Ascolta la sua voce e sente quelle ultime parole venir meno, bloccarsi, mentre una smorfia di apparente dolore parrebbe mostrarsi sul di lui viso. Un passo verrebbe mosso in sua direzione, una mano istintivamente alzata ed allungata verso di lui come se potesse quasi far qualcosa per aiutarlo.< Ehi, tutto bene? > domanda la voce sottile, leggera, femminile del giovane clone. E basta quell'attimo, basta quell'attimo di preoccupazione, di disattenzione a far vacillare la concentrazione, portando quella visione rossa e nera ad ondeggiare sotto il suo sguardo. Lo Sharingan si sbiadisce, la tomoe inizia a vorticare su se stessa apparendo e scomparendo a tratti. Il flusso di chakra è irregolare, insufficiente, e l'energia che arriva alle iridi non sostiene interamente il peso di quel potere. L'iride destra, quella dell'iride la cui benda è stata sollevata sul viso, va a sbiancare in un alternarsi rapido ed intermittente di bianco e rosso. <Ngh> Assottiglia lo sguardo stringendo le labbra, fermandosi sul posto per cercare di non far svanire del tutto quel potere. Deve riuscire a mantenerlo, riuscire a sostenerne il peso. E allora si concentrerebbe, aggrotterebbe una volta ancora le sopracciglia ed andrebbe ad inviare alle iridi un po' di chakra ancora, un po' di chakra in più. La tomoe si stabilizza, l'occhio destro tornerebbe ad essere del tutto cremisi e la sua vista andrebbe a tornare stabile, col mondo a scorrere sotto i suoi occhi un passo per volta. <Che fatica...> un sospiro che esce leggero, basso dalle sue labbra mentre andrebbe a passarsi una mano sul viso, sulla fronte così pallida e bianca. Lo sguardo tornerebbe solo ora a posarsi sulla figura di Shitsui continuando a notare come il viso dell'altro contenga una concentrazione di rossi così intensi, molto più che nel resto del corpo. Akira sa, ha capito che quello è il chakra che scorre in lui, e rimane colpita dal modo in cui, specularmente a lei, anche il ragazzo stia concentrando la sua energia all'altezza delle iridi. <Anche i tuoi occhi sono speciali?> domanderebbe allora, spinta da ingenua curiosità, battendo un paio di volte le palpebre, tranquilla, totalmente ignara di come, in qualche modo, quel sangue che in egli scorre, in parte scorra anche in lei. Lei è, dopotutto, clone di un mezzo Seiun, no? [Sharingan I a intermittenza – chakra: 31/34]

11:48 Shitsui:
 [Piazzetta] Il bruciore continua ad farsi sempre più forte, sempre più insistente, provocando in lui una forte emicrania la quale cerca di combattere con tutte le sue forze, ancora col volto corrugato in quell'espressione di dolore. La mano sulla tempia destra e il busto piegato leggermente in avanti, gli occhi neri chiusi con le sclere che lente vanno a sbiadirsi ritornando pian piano del colore naturale, con quel candore che scaccia via dalla sclera tutta l'oscurità che a fatica cercava di trattenere sentendo di conseguenza il fastidio affievolirsi. Sente la ragazza muovere un passo verso di lui e riaprendo le palpebre può notare quella con la mano tesa verso di lui, muovendo a sua volta, automaticamente, un passo indietro, allontanandosi < Non preoccuparti > Proferisce schivo in risposta alla sua domanda, volendo evitare l'ennesimo contatto indesiderato da parte di uno sconosciuto che, nonostante tutto, si sta solamente preoccupando di lui -anche giustamente-. Si è deconcentrato, a causa di quella ragazza, a causa di quell'occhio anch'esso strano e causa dei pensieri che sono ritornati ad affollare la sua testa < Dannazione > Borbotta, mentre la notte torna ad essere buia e la piazzetta poco illuminata. Respira piano, profondamente posando lo sguardo ora sull'altra. Non sembra essere una ragazzina qualsiasi, anche lei pare essere affaticata, ma da cosa? L'occhio di lei scoperto sembra essere particolare, proprio come i suoi, notando quel mulinello che vortica attorno la sua pupilla e, dopo qualche secondo di incertezza, torna placido alla sua posizione originare. La ode quella domanda, posta solamente ora e allo stesso tempo anche lui si pone domande a sua volta. Ad esempio, perché se n'è accorta a sua volta? E cosa vuol dire quell'occhio rosso? Non ha mai avuto a che fare con nessuno che avesse un'abilità del genere -per quanto ne può sapere- e perciò rimane sbigottito per qualche attimo riuscendo solo a borbottare < Speciali? > Ma sopratutto, "Anche"? Normalmente non darebbe troppe informazioni ad una sconosciuta, ma d'altra parte anche lui ora vuole delle risposte < I miei occhi...sono un dono > Esatto, proprio come li aveva chiamati Sami Seiun, il capo clan, un dono della madre mai conosciuta, defunta troppo presto. Il volto si abbassa posandosi sul palmo della mano sinistra aggiungendo < Grazie a questo dono, finalmente, posso vedere... > Criptico, breve e conciso. < Guarda attentamente > Aggiunge, andando a richiudere le palpebre e approfittando del silenzio che verrebbe a crearsi per tornare a concentrarsi ancora sul flusso del chakra, ordinando ad esso di accumularsi, di nuovo, in due canali paralleli, richiamando così l'energia da ogni parte del corpo per farla poi fluire nuovamente verso l'alto, verso le tempie e fermare i flussi ancora una volta per avere la possibilità di dosare con cura la quantità da riversare nei bulbi oculari che tornerebbero pervasi da quel colore nero. Proprio in quel momento aprirebbe gli occhi, come per dare la possibilità di vedere l'oscurità nelle sue sclere avanzare fino ad inglobare del tutto le iridi fino a diventare un tutt'uno. Certo, potrebbe vederlo se in quel momento la vista dell'altra fosse ritornata 'normale', del resto non può sapere il tipo di abilità oculare dell'altra. < Cosa intendi dire con ANCHE i miei occhi sono speciali? > Chiede solo ora, e, nel caso avesse richiamato il Kayosei correttamente, potrebbe tornare a vedere con chiarezza tutto ciò che lo circonda, ma, sopratutto, l'occhio scoperto dell'altra. Che sia quello un altro tipo di Doujutsu a lui sconosciuto? [Tentativo Kayosei I][Chakra 22/25]

12:15 Haran:
 Akira ritira la mano al solo vedere come, quel suo avvicinarla, porti l'altro a retrocedere. Rimane colpita, stranita da quella reazione, chiedendosi se forse tutto questo non dipenda dallo Sharingan che ora dovrebbe splendere nei suoi occhi. Abbasserebbe la mano e andrebbe a rimanere ferma davanti all'altro udendo quella sua imprecazione borbottata. <Non voglio farti del male> andrebbe a dire ingenuamente lei sfarfallando le ciglia una, due, tre volte con fare confuso. Sa che il suo potere è temuto da molti, che chiunque lo desidera, questo le è stato insegnato da Arima, ma non vuole usarlo per far del male a quel ragazzo. Non finché non ne sentirà motivo, comunque. Dopo lo sforzo fatto per riuscire a mantenere stabile il flusso di chakra indirizzato alle iridi ecco che Akira si ritroverebbe, alla fine, a mordersi il labbro inferiore con fare combattuto. Non vuole spaventarlo, non vuole che creda che voglia fargli del male. Perciò, alla fine, ecco che andrebbe semplicemente a far defluire il chakra dalla testa verso il resto del corpo interrompendo quell'afflusso di energia diretto agli occhi. In un attimo essi tornerebbero alla normalità scrutando il viso dell'altro. L'iride sinistra di un rosso acceso e la destra di un bianco gentile, brillante. Annuisce alla di lui domanda senza dire nulla, ascoltando in silenzio la sua spiegazione che, in verità, la lascia semplicemente con un sacco di altre domande. Ma ecco che allora va a guardarlo, ad osservare il suo viso, notando come le sue iridi, poco a poco, vadano a mutar di colore fino a venir avvolte da una oscurità totale. Sclera e iride si confondono fino a divenire un tutt'uno dandogli un aspetto decisamente inquietante. Le labbra del clone si schiudono, i suoi occhi lo osservano stupiti, colpiti, mentre un alito di brezza andrebbe a smuovere la sua chioma corvina. Alla successiva domanda dell'altro, poi, ecco che andrebbe a fissare le iridi nelle sue e chiosare poche brevi parole. <Guarda> Il modo più semplice di capire, dopotutto, è vedere: no? E così, prendendo un profondo respiro, Akira andrebbe a concentrarsi ancora una volta sul chakra che scorre dentro di lei e tenterebbe di seguirne il flusso come tentando di unirsi ad esso. Risalirebbe il suo corpo fino a giungere al viso, alle tempie e qui ecco che l'energia andrebbe ad incanalarsi verso gli occhi, le iridi bicromatiche, andando ad incontrarle. Qui tenterebbe di sforzarsi di modo tale da permettere al chakra di convogliarsi e concentrarsi all'altezza degli occhi in maggior quantità irrorando di energia le iridi. Andrebbe a tentare di far mescolare la sua forza al gene Uchiha di modo tale da permettere al suo Sharingan di risvegliarsi. Se vi fosse riuscita ecco che allora le sue iridi andrebbero a tingersi di un rosso cremisi mentre attorno alla pupilla un segno nero andrebbe a ruotare e muoversi attorno ad essa come un'orbita fino a fermarsi alla sua sinistra qualche istante più tardi. Una piccola virgoletta nera comunemente nota come "tomoe". Ancora una volta la sua visuale dovrebbe variare ed il mondo dovrebbe rivelarsi a lei molto più nitido, più chiaro, e sfumato di una gradazione sempre varia di rosso e nero. Shitsui sarebbe tinto di un rosso gentile, una pennellata brillante che arde nel suo corpo e che sfuma in due fiammelle più scure, quasi nere, all'altezza degli occhi lì dove il chakra è maggiormente concentrato. <Visto?> domanderebbe allora tentando di abbozzare un sorriso, la mancina che verrebbe alzata per indicare il proprio viso, i propri occhi. <Ci sono riuscita di nuovo> e quasi gongola lei, felice, soddisfatta di quei piccoli progressi, di quei piccoli traguardi che sta raggiungendo passo dopo passo, faticosamente. <Però è difficile... continua a spegnersi, non riesco a tenerli attivi tanto tempo... è stancante> ammette un po' sfiduciata, sconfortata, mettendo su una espressione imbronciata mentre qualsiasi cenno o movimento dell'altro verrebbe a rivelarsi più lento, più meccanico. [Tentativo Sharingan I³ – chakra: 30/34]

12:35 Shitsui:
 [Piazzetta] Gli occhi diventano completamente scuri con successo, riuscendo ora a controllare il flusso costante ma flebile di energia nera e non più azzurra. Lo sguardo non si distoglie, nemmeno per un secondo, sulla ragazzina lì davanti a lui. Di certo una ragazza fuori dal comune, particolare, curiosa, all'apparenza inoffensiva, eppure pare nascondere dentro di sé qualcosa di cupo, così come lo stesso ragazzo si è fatto carico di un grande peso che verte sul suo animo, quel passato da cui cerca di scappare così disperatamente nonostante in esso dimori anche qualcosa di buono, positivo, e sono proprio quegli occhi a dimostrarlo, il dono di una madre amorevole. L'ombra nasce dalla luce e nella luce essa prende forza. Ed sono proprio queste ombre, nate dalla luce dell'amore di una madre scomparsa troppo velocemente, che secondo lui pervadono i suoi bulbi oculari. L'espressione della ragazza tuttavia non sembra mutare eccessivamente davanti alla figura tetra del giovane, a quel bianco pallido della sua carnagione che va a contrastare fortemente col nero pece delle sclere, o perlomeno non sembra avere la stessa reazione di Hikari la prima volta che l'ha visto così. Senza proferire parola alcuna si limita a continuare ad osservare la di lei figura, nel tentativo di risvegliare la sua abilità oculare. La sua iride, infatti, precedentemente ritornata bianca, tornerebbe ad acquisire un colore rosso scarlatto, intenso, acceso, mentre il tomoe ricomincerebbe a ruotare attorno alla pupilla. Non è chiaro cosa sia, o che tipo di abilità conferisca all'altra, ma è di certo qualcosa di peculiare. Nota lo sforzo di lei, riconoscendo in esso gli stessi tentativi che fa lui per provare ad acquisire maggiore affinità col proprio Doujutsu. Ironico, il destino, ad aver fatto incontrare proprio loro due. < Capisco > Esordisce non appena l'altra conclude il suo dire < Non è facile nemmeno per me. Ho bisogno di allenarmi ancora molto... > Ammette franco, una punta di fastidio nella sua voce, mentre per un attimo i denti vanno a digrignarsi. Ma ora è avido di sapere. Non curiosità, ha proprio bisogno di capire. < Anche tu puoi vedere al buio? > Chiede, cercando di non essere troppo diretto o invasivo, sperando che lei possa appagare la sua fame di risposte. In tutto questo cerca di rimanere del tutto immobile, limitando al minimo i movimenti, per potersi concentrare adeguatamente alla costante somministrazione di chakra nei bulbi oculari e riuscire a sostenere la conversazione con l'altra senza essere costretto a disperdere il Kayosei [Kayosei I][Chakra 21/25]

12:50 Haran:
 Anche l'altro ragazzo sembra avere difficoltà a tenere il suo potere attivo per tanto tempo. La cosa fa sentire un po' meglio Akira che può, dal canto suo, sentirsi capita. E' come se sentisse di essere un po' meno debole nel sapere che anche qualcun altro soffre le sue stesse difficoltà. Insomma, come quando si fa schifo in qualcosa: è sempre meglio far schifo in due. Però è un sollievo superficiale, leggero, che non riesce comunque a farla sentire meglio come vorrebbe. Nonostante lei sia il clone di Katsumi le sembra che esista un baratro immenso fra loro, differenze che non potrà mai riuscire a colmare. E non vuole essere lui, non vuole essere una seconda Katsumi, lui le ha spiegato che non sarebbero mai stati la stessa persona, vuole essere se stessa. Però... però, come può essere così tanto più debole di lui nonostante sia nata da lui? Dai suoi geni? Arima le ha detto che avrebbe avuto bisogno di allenarsi, di essere guidata per riuscire a risvegliare il potere da cui è nata, ma non aveva idea che di strada ne avrebbe dovuta fare così tanta. Un piccolo sospiro mentre, con fatica, cerca di tenere ben vivo lo Sharingan ai propri occhi. Va a portare una quantità maggiore di energia alla vista come se questo potesse permetterle di potenziare il potere delle sue iridi ma questo le causa solamente una stilla di vivo dolore. Sente gli occhi bruciare, contrarsi e subito va a diminuire l'afflusso di chakra al viso. Il dolore si attenua, lo sharingan vibra, ma rimane in viso senza svanire. Stringe le labbra andando a riflettere su quanto successo. Se mette poco chakra gli occhi non si attivano, se ne mette troppo fanno male. Deve riuscire a individuare nell'immediato la giusta quantità di energia e renderne un flusso costante che irrori le iridi per tutto il tempo. Un sospiro, uno sbuffo, fatica che le grava sulle spalle. La domanda di Shitsui, in tutto questo, va a raggiungerla portandola a guardarlo nuovamente con espressione serena, tranquilla, lo sguardo che par quasi distaccato e lontano. <Uh?> si prende qualche attimo per rispondere ritrovandosi a guardare attorno a sé. Nonostante sia notte, nonostante la luna sia l'unica fonte di luce nelle circostanze, si ritrova a vedere senza alcun problema ciò che li circonda scrollando quindi, di poco, le spalle. <Sì. Vedo bene> annuisce allora tornando a guardarlo, con fare semplice. <Però è strano... tutto si muove così piano... Cioè, non proprio pianissimo, ma quando uso lo Sharingan è come se tutto rallentasse> parla serenamente, liberamente, esprimendo quei dubbi che la colpiscono come se l'altro potesse sapere e capire ciò di cui sta parlando. <Anche tu vedi tutto lento?> domanda allora, incuriosita, chiedendosi se anche gli strani occhi di quel ragazzo, siano capaci di emulare i poteri delle sue iridi. [Sharngan I - chakra: 29/34]

13:07 Shitsui:
 [Piazzetta] Distoglie solo un attimo lo sguardo dalla ragazza, voltandosi così verso la strada che prosegue addentrandosi nel cuore di Kusa, quasi come a voler testare la sua abilità oculare. L'unica altra volta che ha avuto modo di utilizzarla al buio è stato in casa sua, la sera delle rivelazioni, la sera dell'inaspettato incontro con Sami Seiun, la sera che egli gli porse la foto della madre e gli fece scoprire il dono della stessa. La visuale è chiara e nitida per più di centocinquanta metri. Gli edifici appaiono come illuminati dalla luce del sole e la via deserta non nasconde nessun particolare al suo sguardo, almeno fin dove possibile, perché poi subito dopo una specie di linea dell'orizzonte delimita di netto il campo visivo. Al di qua della linea di confine la luce. Al di là il buio. Anche lui cercherebbe di sforzarsi, instillando a poco a poco sempre dosi più consistenti di chakra nero negli occhi, provando quasi ad aumentare la portata della sua capacità visiva, ma, ovviamente, tutto ciò risulta inutile, oltre che masochista. Gli occhi tornano a bruciare, dapprima lievemente, per poi andare a divenire un fastidio sempre meno sopportabile. Socchiude le palpebre appena, distogliendo di scatto lo sguardo dalla strada e tornando sulla ragazza, concentrandosi quasi su di lei e utilizzandola come punto fisso mettendola a fuoco e diradando quel chakra 'in più' che l'ha portato a soffrire di nuovo d'emicrania < Piano? > Proferisce a bassa voce leggermente stupito. Cosa vuol dire? Scuote la testa, in segno di negazione, rimanendo interdetto da quell'affermazione. Anche prima lo vedeva lento. Possibile che... Un'idea balena nella testa del giovane che, rimanendo fisso su di lei, come a volerla distrarre col suo sguardo, decide dunque di estrarre la mancina mano da sotto il manto e alzarla di scatto. Non uno schiaffo, non un pugno, assolutamente. Il tentativo infatti è quello di fare un movimento molto veloce col braccio sinistro, dal basso verso l'alto, che, al massimo, potrebbe farle arrivare un'innoqua folata d'aria sulla guancia destra. Ma se la sua intuizione fosse vera, se quello che dice l'altra è vero, allora non dovrebbe avere problemi a vedere -o addirittura prevedere- il gesto del giovane. [Kayosei I][Chakra 20/25]

14:17 Haran:
 Pare che l'altro non possieda le stesse capacità che lei possiede. Sembra confuso, sorpreso dalla sua domanda e si ritrova a fissarla per pochi istanti stranito. Akira però non sa spiegare meglio di così il concetto e si ritrova a fare spallucce come per voler far cadere l'argomento. Dopotutto sa che il potere dei suoi occhi è molto raro, che molti lo desiderano e ricercano con avidità. E' un potere maledetto tramandato per generazioni e generazioni e che lei avrebbe dovuto proteggere, valorizzare, rendendolo sempre più sviluppato. Per questo avrà bisogno dell'aiuto di Katsumi, della sua guida, ma non dubita che l'altro l'avrebbe aiutata nel suo cammino. Dopotutto, gliel'ha promesso. Così, continuando a concentrarsi sull'afflusso di chakra che manda e concentra all'altezza delle iridi, ecco che cerca di vedere fino a quando è in grado si mantenere costante quel fiume d'energia. Osserva i movimenti del ragazzo e lo vede, d'un tratto, andare a muovere il braccio in un moto bizzarro, che non comprende. <Mhn?> aggrotta le sopracciglia seguendo con le iridi il moto del suo braccio, dal basso verso l'alto, con fare quieto, sereno, come se l'altro stesse muovendo il suo arto con fare cauto e perciò non improvviso. <Che fai?> domanda abbozzando un sorriso leggero, incuriosito, non capendo il moto altrui. <Sei un tipo buffo, lo sai?> domanda allora ridacchiando, distendendo di poco le labbra verso l'esterno in una espressione serena, rilassata, mentre lo Sharingan permarrebbe brillante nelle sue iridi. Certo, quella benda che rimane poggiata attorno alla fronte, al di sopra dell'occhio, le dà un aspetto sicuramente bizzarro, ma lei non se ne preoccupa, quasi non se ne avvede. Dopotutto trova assolutamente normale il fatto di vestirsi in camicia e cravattino a quel modo! Un modo il suo, inconscio, infantile, d'imitare la sua figura principale di riferimento, la sua colonna, il suo... papà. Un modo per sentirsi più vicina a lui, per sentire di star seguendo le sue orme e di star facendo bene. Veste come lui, indossa la sua benda sviluppa i suoi poteri -o almeno ci prova-... eppure lo fa in un modo così diverso! Lo fa con la spontaneità di una bambina nonostante all'apparenza dimostri di avere circa diciassette anni. Lo fa col candore di un cucciolo che cerca di avanzare nel mondo al riparo dai pericoli nelle orme dei passi di sua madre. Lo fa con la speranza di poterlo compiacere, di poterlo sentire più vicino. <Io mi chiamo Akira, comunque.> si presenta alla fine gonfiando appena il petto, orgogliosa e fiera di poter finalmente sfoggiare con qualcuno il suo nome nuovo di zecca. <Akira Uchiha> aggiunge per completezza con tono compiaciuto, felice, ricco. <E tu? Come ti chiami?> chioserebbe guardandolo in viso, osservando quelle fiammate rossastre che si agitano vive nel suo corpo conferendogli forza e riflessi più accentuati. E' stanca, inizia a trovar difficile mantenere la concentrazione per tenere attivo il suo potere, ma vuole comunque provare a sforzarsi fino al suo limite per riuscirci, cercare di impegnarsi con tutta se stessa per compiacere il suo maestro. [Sharingan I - chakra: 28/34]

14:44 Shitsui:
 [Piazzetta] La mano velocemente compie un movimento ascendente, sferzando l'aria non appena si ritrova al di fuori dal manto, andando così a fermarsi ad una decina di centimetri dal viso della ragazza. Considerata la propria velocità, una ragazzina gracile e indifesa -almeno all'apparenza- avrebbe accennato a qualche movimento, si sarebbe spostata magari impaurita dal gesto insensato e probabilmente anche minaccioso. Ma lei no, anzi sembra addirittura essersene accorta ancora prima prima che il moto dell'arto superiore fosse completo e ha deciso di rimanere immobile, tutt'altro che presa alla sprovvista o spaventata, anzi, se la ride pure! I sospetti del giovane si rivelano essere fondati, l'ipotesi giusta, più o meno, mentre l'altra lo chiama buffo. < Non sono buffo! > Esclama con tono serio, ma tutt'altro che stizzito < Tu sei buffa... > Ah beh che scambio di battute < ...e ci vedi anche a rallentatore. > Conclude, spiegando così alla ragazza, che pareva non aver compreso nemmeno lei del tutto le capacità dei propri occhi. Lo sguardo rimane fisso su di lei, registrando l'espressione divertita, ingenua e tenera dell'altra che, a differenza sua, sembra essere molto a suo agio con gli estranei, tanto da andargli a svelare il nome. Sarà forse per gratitudine o perché ormai lo 'riconosce' come buffo? Alle orecchie giunge quel cognome, Uchiha, già sentito da qualche parte, ma non ricorda dove. Che l'occhio-che-vede-a-rallentatore possa essere un'abilità peculiare di chi riveste quel cognome? Un'altra ipotesi verosimile. Tuttavia nel frattempo chiude le palpebre sospirando leggermente < Shitsui > Esclama cercando di rimanere disinteressato, eppure quella ragazza dimostra di avere qualcosa in comune con lui. Il doujutsu, sicuramente, anche quella carnagione così chiara ma c'è dell'altro. Qualcosa nascosto nel passato di entrambi, una prigionia, qualcosa nascosto nel fondo dell'animo di entrambi e che nessun tipo di abilità oculare può vedere, se non gli occhi di qualcuno che ha patito le stesse pene. < Shitsui Fukano, del clan Seiun > Gli fa strano definirsi facente parte di un clan, anzi, facente parte di un qualcosa. Eppure ora fa parte dei ninja di Kusa, fa parte di un team. La vita procede decisamente molto veloce per il giovane. Ma proprio alla fine di queste parole che le sclere sbiadiscono lentamente, sente infatti il flusso di chakra abbandonare i bulbi oculari che iniziano a decolorarsi, e prendendo in quella che sembrerebbe essere una lotta tra bianco e nero, tra luce e oscurità, dando vita ad una danza ondeggiante attorno la sua iride. Il respiro si fa sempre più pesante, dato l'orario e lo sforzo considerevole che è costretto a sostenere. Piega così la schiena, portando le mani sulle ginocchia, cercando di tenere attiva l'innata ancora per un po'. Tra un profondo respiro e l'altro aggiungerebbe < Sembri un tipo interessante, Akira > Un complimento, forse, ma nemmeno troppo dato che il tono cercherebbe di risultare il più neutro possibile. [Kayosei I Fading Away][Chakra 19/25]

15:05 Haran:
 <Buffa?> domanda Akira inclinando il capo verso la spalla sinistra, indicandosi con l'indice destro con fare confuso, interdetto. Sorpreso. Ma sono le successive parole che la portano a schiudere le labbra, a sgranare appena le iridi scarlatte. Quindi, semplicemente, questo è uno dei poteri di cui è dotato lo Sharingan. Non solo la visione del chakra ma anche... vedere al rallentatore. Effettivamente non era solamente il ragazzo a muoversi così lentamente, così meccanicamente, ma ogni cosa attorno a lei. Le chiome degli alberi smossi dal vento, il cagnolino venuto ad abbaiarle addosso, la polvere sollevata dalla brezza. Tutto ha senso visto sotto quest'ottica. <Sì. Pare di sì> annuisce lei sorpresa quasi quanto l'altro da quella rivelazione. Beh, sarebbe senz'altro stata una delle cose di cui avrebbe parlato con Katsumi. Sarebbe stato felice di sapere che ha scoperto qualcosa di nuovo, tutto da sola? ...beh, okay, questo ragazzo l'ha aiutata ad avere la certezza del suo potere, ma per il resto ha sperimentato tutto da sé, senza aiuti. Il controllo sulle sue iridi inizia a venir meno man mano che i secondi avanzano e la stanchezza si fa sentire. E' faticoso, per una che come lei di chakra ne ha usato davvero poco in tutta la sua vita, imparare a tenere il controllo così a lungo, imparare a mantenere costante un flusso di energia che non deve né aumentare né diminuire. E' sfiancante e lei sta raggiungendo il limite imposto dalla sua resistenza mentre le iridi vanno ad illuminarsi ad intermittenza di quella tinta cremisi. Alla fine decide, semplicemente, di rilasciare lo scorrere del chakra per disattivare del tutto lo Sharingan. Per questa sera si è impegnata abbastanza ed ha imparato tante cose nuove su quel potere, la prossima volta sarebbe stata più brava, sarebbe stato più semplice. Per ora, Akira, è tempo di riposare. Ascolta la presentazione del ragazzo e si ritrova a sorridere serenamente alle sue parole, ripetendo con voce bassa e gentile quella parola. <Shitsui> inizia con tono leggero, sottile. <Shitsui. Mi piace!> sorride alla fine convinta di quel parere distendendo le labbra verso l'esterno. <Chi te l'ha dato?> domanda lei innocentemente, totalmente ignara dell'assurdità della sua stessa domanda e di ciò che avrebbe potuto scatenare nell'altro. <Il mio me l'ha dato il mio maestro. E' bello non trovi?> domanda mentre la destrorsa va a far calare la mano sulla benda per riporla a copertura dell'iride bianca. Ricorda con affetto, con calore quel giorno in cui Katsumi le aveva affidato quel dono, quel nome, lasciando che k-21 fosse solamente un inizio ormai superato, un ricordo lontano. Una parte di lei, certamente, sarebbe sempre rimasta legata a quel codice, avrebbe sempre risposto alla chiamata di quella combinazione alfanumerica, ma nel suo cuore, ormai, sente di essere ciò che lui le ha voluto mostrare. Akira. Nota la stanchezza dell'altro, l'affaticamento, e lo trova così simile a sé da trovare la cosa davvero strana. Entrambi alle prime prese con degli occhi che non sanno controllare, entrambi stanchi al solo pensiero di continuare a provarci. Entrambi solitari, silenziosi. Le sue parole, poi, la portano ad osservarlo con l'iride scarlatta con fare incuriosito, interrogativo, chiedendosi cosa l'altro trovi mai di interessante proprio in lei. Forse i suoi occhi, forse il suo clan. Chissà? <Grazie> sorride lei timidamente giocherellando nervosamente con le dita all'altezza del ventre. <Mi ha fatto piacere incontrarti, sei un tipo divertente> Beh, non sa cosa sia qualcosa di davvero divertente, è facile per lei confondere questo concetto con il semplice piacere, la semplice calma. <Ma forse è meglio se torno a casa, adesso. Mi bruciano gli occhi e sono stanca> ammette dispiaciuta lanciando uno sguardo infondo alla via, in direzione del Quartiere che permane immobile lì, al suo posto, in sua attesa. <Spero di vederti di nuovo. La prossima volta ti faccio vedere come riesco a controllarli, vedrai!> esclama allora, con convinzione, dedicandogli un ultimo ampio ed allegro sorriso. <Ciao ciao, Shitsui!> saluta allora, correndo verso il Quartiere, agitando la mano con fare semplice, infantile, lasciandosi infine alle spalle il ricordo di una serata piuttosto originale. [END]

15:23 Shitsui:
 [Piazzetta] Lunghi e profondi sospiri fanno gonfiare e sgonfiare a intervalli regolari il busto piegato in avanti del giovane mentre, ormai troppo affaticato per lottare ancora con i suoi occhi, lasciando defluire tranquillamente il chakra e facendolo tornare all'interno dei vasi conduttori, mentre la sclera torna a liberare le iridi scure dal mare nero di cui erano circondate. Boccheggia, dunque, mentre l'altra sembra avvalorare le ipotesi del giovane su quell'abilità che neppure lei pare conoscere troppo bene. Cerca di riprendere le forze, accumulare almeno quelle che gli basteranno per tornare a casa a dormire e riporta la schiena in posizione eretta, ascoltando ora Akira che pronuncia il suo nome. Il modo con cui lo fa, quasi teneramente, lontano da come invece faceva il padre -proprio colui che gli ha donato quel nome carico d'odio- tra un abuso e l'altro. La lingua sbatte contro i post alveoli nella bocca di lei producendo quel suono 'ts' non gli pare neppure essere così crudo, rude, come sempre l'aveva considerato, maledicendo quel nome sinonimo di cuore infranto, sinonimo di non-amore. Alla sua domanda distoglie lo sguardo da quello di lei cercando di tornare a nascondersi dietro la maschera di apatia che lo caratterizza, eliminando ogni tipo di espressione dal proprio volto. Ha detto fin troppo di sé a quella sconosciuta, preferisce ignorare del tutto l'argomento, lasciare che l'altra parli < Maestro? > Borbotta stranito tornando sulla sua figura minuta non potendo capire appieno il significato di quell'affermazione. Si limiterebbe tuttavia ad annuire, quasi per non deluderla, alla sua domanda andando a sorridere leggermente. E' decisamente diversa da qualsiasi altra persona abbia mai incontrato a Kusa. Diversa, come lui. < Ti capisco > Esclama sbattendo velocemente le palpebre < Anche i miei stanno bruciando > Aggiunge strizzandoli, per poi riaprirli, mettendo a fuoco la zona oramai pervasa dal buio della notte. Non risponde più alle sue parole, limitando ad ascoltarle per poi vederla scomparire dopo quel saluto infantile, ingenuo ma genuino. < Ciao Akira > Sussurra con un filo di voce, quando ormai non può più sentirla, per poi, a passo lento e affaticato, dirigersi finalmente verso casa [End]

Akira e Shitsui escono per ritagliarsi un angolino di tempo in solitudine.

La prima per osservare ed esplorare il mondo fuori dalle mura dei quartieri Uchiha, il secondo per allenare la sua innata in totale pace.

Entrambi si ritrovano a fare i conti con i loro poteri oculari finendo con il conoscersi e scambiare qualche chiacchiera fra una fitta lancinante agli occhi ed una alle tempie.


Allenamento innata per entrambi ♥