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L'alba di una nuova vita

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con Kaori, Raido

09:07 Raido:
  [Stanza] Finalmente il riposo, il giorno in cui riposare è giunto. Non ha più niente a cui pensare, non ha più una minaccia da fronteggiare, tutt'altro. Ha combattuto uno scontro mortale, ha dato il massimo per portare la sua Kaori fuori dai guai mettendo fine alla supremazia di quell'uomo. Non è vuoto, non fa parte di questa storia eppure è triste, non per se stesso ma per Kaori; ha vissuto momenti terribili, ha perso la figura del padre per mano di un criminale, lo ha visto morire sotto gli occhi e cosa ben peggiore, non ha potuto fare niente per salvarlo. Il pensiero torna al giorno prima quando entrambi hanno potuto vedere un uomo che ha strappato la faccia a Naru pur di veder crollare la ragazza, pur di vederla soggiogarsi al proprio destino. La rabbia di quel momento non può scordarla, non può dimenticarsi la furia che ha provato in quel preciso istante ed è stato questo che lo ha condotto a utilizzare il sigillo, a svelare tutta la sua forza in un colpo solo come mai prima d'ora. Il corpo, per quanto forte e potete, rimane comunque molto fragile, molto al di sotto di un'immortale e l'attivazione del sigillo ne ha amplificato il dolore, ha aumentato i suoi dolori fino a renderli praticamente insopportabili ma resiste, per il bene della Hyuga resiste senza mostrare sensazione alcuna, senza far trasparire dal proprio viso alcuna emozione. Il mattino giunge finalmente in quel di Konohagakure, un mattino radioso con il sole che brilla alto nel cielo; i suoi raggi penetrano nella stanza della locanda con minuscoli fasci di luce che vanno a toccare il corpo dei due amanti. Le tende sono chiuse, coprono la finestra ma qualche sprazzo è rimasto nonostante tutto l'impegno per rendere la camera più buia possibile. Si trova nel letto, seduto con la schiena poggiata contro il muro, il cuscino all'altezza della colonna vertebrale per avere un appoggia. Non indossa praticamente niente se non un paio di pantaloni bordeaux che fungono da pigiama. Il busto permane nudo, mettendo in mostra ciò che vi è sotto, ovvero pettorali formati, braccia abbastanza scolpite, spalle larghe ma è possibile notare sulla spalla sinistra un piccolo taglio da perforazione che ha smesso di sanguinare al quale Raido ha applicato un blando cerotto; sul fianco destro, invece, è presente un livido che ricopre interamente il costato, segno della rottura delle costole. I capelli scendono per tutta la schiena, gli occhi presentano una stanchezza fuori dal comune ma non si lamenta. Resta in silenzio a guardare la stanza, resta fermo al fianco di Kaori che, probabilmente dovrebbe star ancora dormendo. Al fianco del letto vi è un comodino sul quale ha poggiato il proprio portaoggetti; il braccio sinistro si allunga verso di esso, la mano sinistra entra al suo interno tirando fuori un tonico coagulante che verrebbe messo in bocca e masticato. Ha bisogno di alleviare il dolore se non vuole crollare da un momento all'altro. Lo sguardo passa poi su Kaori, osserva la Hyuga al proprio fianco; la mano destra si muove, arriva verso di lei per carezzarne piano e dolcemente il capo esibendo un mezzo sorriso. E' tutto finito, è tutto quanto finito e ora possono vivere la propria vita in pace e senza alcuna minaccia all'orizzonte. [Chk on]

09:19 Kaori:
 La conversazione con Hitomu, quella notte, l'ha aiutata a sentirsi un pelo più leggera, più sollevata, per varie ragioni. In parte perchè la sua coscienza si sente meglio a sapere di aver rivelato la verità al suo Kage su quanto stava accadendo nei confini del suo Villaggio, in parte perchè è riuscita a strappargli la promessa di far ricordare il nome di suo padre come quello di un eroe. Non avrebbe potuto seppellirlo, dargli una degna sepoltura, ma avrebbe fatto in modo che chiunque andasse al monumento ai caduti potesse leggere il di lui nome come quello di un eroe. E lo è stato. Lo è stato davvero. Dopo la conversazione con il Senjuu è tornata alla locanda iniziando ad avvertire la stanchezza della giornata sulle spalle, penetrarle fin dentro le ossa. La tensione che la teneva contratta ed in piedi è svanita poco a poco portandola a sentire il peso di quella lunga missione. Ritornata in stanza ha appena avuto il tempo di sfilarsi le scarpe che subito è crollata sul letto, al fianco di Raido, ricercandone semplicemente la mano nel timore di poterlo ferire se solo avesse osato stringerlo a sé. E' rimasta vestita di quel lungo maglione bianco, traforato che le arriva alle ginocchia, con la spalla sinistra scoperta e le mani coperte fino ai palmi dalle maniche, le sole dita a scivolar fuori dalla loro copertura. Alle gambe un paio di pantaloni neri, stretti, elasticizzati che le fasciano le cosce andando a risaltare le forme delle leve inferiori. Il sonno è sceso su di lei quasi immediato andando ad avvolgerla come un manto pregiato; per la prima volta dopo mesi ha dormito di un sonno lungo, continuo e senza sogni. Nessun incubo, nessuna immagine, nessuna voce. Nessun dolore. Solo l'incoscienza, solo lo scivolare infinito nell'oblio della notte. Il mattino porta con sé il primi raggi di sole e l'inizio di una nuova giornata. Una giornata non più costellata dal timore, dalla paura, ma dalla monotonia di un giorno qualunque. Lentamente, poco a poco, Kaori si risveglia avvertendo le sensazioni tipiche di questo momento. Il tepore delle coperte su di sé, la pesantezza delle palpebre, il senso di disorientamento dovuto al sonno che pian piano scivola via. <Mhn> un mugolio basso, accennato, mentre stringendo gli occhi va inspirando piano, a fondo. Li riapre poco dopo lentamente, con fare cauto, sbattendo le palpebre una, due, tre volte prima di riuscire a tenerli completamente aperti. La mano di Raido non è più fra le sue dita ma può avvertirla sfiorarle i capelli, carezzarla, portandola a bearsi per qualche attimo ancora di quel tocco prima di voltarsi verso di lui ed alzare il capo quel tanto che le basta per poterlo guardare in faccia. Sono entrambi stanchi, entrambi provati e spossati, ma ancora vivi. Ancora insieme. Lo osserva per alcuni istanti in silenzio ripensando al giorno prima, a quei colpi e quelle ferite che gli sono stati inferti a causa sua. Ripensa al dolore che ha provato per colpa di quella situazione e le viene naturale, spontaneo, l'alzarsi dalla propria posizione. Puntella le ginocchia sul materasso, il corpo supino rivolto verso di lui e la destrorsa che andrebbe a cercare di incontrare la di lui gota sinistra, carezzandola lentamente col pollice. Cercherebbe lei di sporgersi verso di lui andando ad avvicinare il viso al suo abbastanza da permetterle di sfiorare le sue labbra con le proprie. Un bacio dolce, leggero, sentito, che voglia quasi garantirle che è tutto vero, tutto reale. Che lui è lì, con lei, e nessuno avrebbe più impedito che questo accadesse ora. Un buongiorno silenzioso che rimane sospeso fra loro mentre semplicemente lascia che sia il suo istinto a dirle cosa fare.

09:47 Raido:
  [Stanza] Una carezza semplice, non per svegliarla, bensì per coccolarla, renderle quel sonno più dolce e tranquillo e non solo. Da quando l'ha liberata e portata fuori dal quel covo, hanno passato momento orribili, distruttivi per certi versi; hanno litigato, ha cercato di lasciarla per consentirle di vivere una vita migliore senza la sua presenza, una vita più sicura. Non l'ha protetta come si deve, non l'ha tenuta mai realmente al sicuro, non come avrebbe voluto ma alla fine il proprio cuore ha ceduto, si è aperto completamente lasciando che il sentimento prevalesse. Non può vivere senza di lei, non può restare in questo mondo sapendo che lei non è al suo fianco per dargli quella forza di cui ha bisogno per andare avanti. E' solo per lei che si dimostra forte, solo per lei che continua le proprie crociate come mai prima d'ora. Il senso di colpa per averla messa in pericolo persiste nel cuore, ha paura di quello che può succedere ancora, ha paura che qualcun altro arrivi a portargliela via, forse per sempre. Ieri le ha dimostrato che, nonostante tutto, ha il potere necessario a proteggerla, ha la forza necessaria a tenerla al sicuro da qualsiasi minaccia; lo ha dimostrato a parole, lo ha dimostrato con i fatti eppure è convinto che tutto questo non basta, che tutto ciò che ha fatto non si abbastanza per farla stare tranquilla, per consentirle di vivere una vita all'apice della tranquillità. La mano passa sul di lei capo, carezza ancora prendendone alcune ciocche, ne guarda il viso dormiente; è bellissima, veramente bellissima e pensare che qualcuno ha provato a metterle le mani addosso, ha provato a strappare tutto ciò che appartiene solo a lui. Non ha parole, non ci sono parole per descrivere la rabbia che tutto ciò scaturisce, gli scaturisce ma deve pensare che è finita, solo questo può davvero tenerlo pacato e tranquillo. Volta il capo a guardare dinanzi a se, lo poggia contro il muro sospirando. La noia ben presto sopraggiunge ed è felice di ciò, felice di annoiarsi, di non sapere cosa fare per la prima volta anche se, vorrebbe rimanere nel letto tutto il giorno, rimanere a crogiolarsi sotto le coperte per tutto il tempo necessario a riprendersi. Il letto inizia a muoversi, Kaori si sta svegliando, gli occhietti vengono aperti poco a poco portandolo a guardarla nuovamente; attende pochi secondi prima di sorriderle una volta che il viso fosse nella giusta direzione. Le sorride dolcemente accogliendo quel piccolo bacio, un bacio che viene ricambiato con la stessa dolcezza, gli occhi chiusi per pochi attimi prima di riaprirli. Un buongiorno più bello non l'avrebbe mai potuto chiedere, il buongiorno perfetto per un risveglio perfetto<Se tutti i buongiorno fossero stati così, avrei affrontato le giornate con una marcia in più>sdrammatizza totalmente come se niente fosse successo, come se quella fosse una mattina come le altre e nulla più. Le sorride ancora mentre la sinistra si porta sul costato, tiene premuta la zona evitando di sentire un dolore troppo eccessivo da impedirgli di parlare<Riposata?>semplici domande, noiose domande di una vita normale, una normalità mancata da troppo tempo ma ora devono recuperare, devono tornare a essere la coppia che hanno sempre desiderato ma il dolore arriva. Strizza gli occhi per qualche secondo, resiste alla tentazione di fare versi. [Chk on]

10:06 Kaori:
 E' un bacio breve, leggero, come una carezza che scivola dolce sulle labbra. E' una dimostrazione, forse, un simbolo di come anche al risveglio il suo primo pensiero sia lui. Sempre lui. Si distacca di poco dal suo viso andando a sorridere leggermente per quelle parole. Sembra tutto normale, sembra una mattina come tante, una mattina felice e tranquilla in quel di Konohagakure. Come se nulla fosse mai successo, come se niente avesse mai turbato quella loro quotidianità coniugale. Eppure... eppure tante cose sono accadute, tante cose che ancora si riverberano dentro di lei mettendo radici profonde. Deve combattere contro i ricordi e il dolore, contro la sensazione di vuoto che si disperde dentro il suo corpo. Ma vuole farlo da sola, non vuole che Raido veda quanto sia spezzata, quanto sia ancora combattuta anche adesso che tutto è finito. Ha rischiato tanto, troppo per lei, ed il minimo che adesso Kaori possa fare è dargli un po' di pace, un po' di riposo. Così si stampa in faccia un grande sorriso e va ridacchiando appena per quella battuta gentile, notando come l'altro si vada sistemando tenendo la mano sul costato. <Io sì, ma mi sa che quelle ti hanno dato un bel po' di problemi> commenta indicando con lo sguardo il livido che si apre sul di lui addome. <Prima o poi mi chiederai di curarti prima di tenerti queste ferite per giorni, ci voglio proprio credere> sorride poi, divertita, scuotendo leggermente il capo come se fosse rassegnata alla di lui resistenza a questo tipo di cose. Non è mai andato da lei a richiederle aiuto, a chiederle di farsi rimettere a posto. Ha sempre sopportato il dolore da sé in silenzio lasciando che fosse lei ad intervenire per aiutarlo. Finge spensieratezza, allegria mentre va concentrandosi silenziosamente sulle forze presenti nel suo corpo. Andrebbe a richiamare all'altezza del capo l'energia psichica presente dentro di lei, derivante dall'esperienza, dalla disciplina e dalla sua stessa forza di volontà. La raccoglierebbe in una sorta di fiammella viva, bruciante tenendola ben concentrata all'altezza della fronte. Stesso procedimento verrebbe eseguito con le energie fisiche che verrebbero richiamate all'altezza del ventre in un'unica fiamma rossastra. Andrebbe a raccogliere la forza dai suoi muscoli, dalle sue ossa, da ogni fibra del suo corpo in un unico punto per poi ritrovarsi pronta al passo successivo. Andrebbe a far muovere queste fiammelle in un moto rispettivamente discendente ed ascendente fino a farle incontrare all'altezza del plesso solare dove le farebbe fondere fra loro. Le farebbe mescolare lasciandole vorticare assieme fino a quando non fossero divenute un'unica cosa: il chakra. Solo a quel punto sarebbe andata a sollevare i palmi richiamando verso di essi una sola frazione di quell'energia azzurra che adesso circola nel suo corpo. Avrebbe distaccato da essa una sua componente lasciandola salire alle mani e fuoriuscire dagli tsubo ivi posti. Un alone verdastro andrebbe ad avvolgere la carne, la pelle, andando così a rivelare la presenza del chakra medico. Porrebbe ora le mani verso la di lui ferita al costato, a circa dieci centimetri da esso, concentrandosi sul proprio chakra così da farlo fluire dalle sue mani verso il suo corpo. Andrebbe a farlo penetrare nella carne, oltre i muscoli, i tessuti, fino a raggiungere le ossa che dovrebbero giacere rotte nel suo addome. <Farà un po' male, ma solo per poco> andrebbe a dirgli per avvisarlo di quello che avrebbe potuto avvertire a breve. E mentre la sua energia andrebbe a far rigenerare e rinsaldare le ossa spezzate, ecco che il viso della chuunin andrebbe a volgersi solo a questo punto verso il suo viso. <Come stai?> domanderebbe allora tentando di tenere sulle labbra quel sorriso appena contratto. <Ferite a parte, intendo> aggiunge poi, con un mezzo risolino, chiarendo ciò che vuole davvero sapere. [Impasto chakra - 2/4] [Mani Terapeutiche C - 2/4] [Chakra: 73/80] [PS Raido: 76 + 5 = 81]

10:47 Raido:
  [Stanza] Nel profondo sa e capisce cosa sta provando Kaori in questo momento, può capire come si sente per tutto quello che è successo. Sa cosa vuole dire perdere un genitore davanti ai propri occhi, vederlo morire ed essere troppo deboli per impedirlo, la stessa cosa che è successo a lui durante la missione svolta ai tempi del chunin in cui non è riuscito a salvare il padre. Quest'ultimo si è sacrificato per salvarlo, per far si che la vita continui senza interruzioni. Non può dimenticare quel sacrificio ed è in suo nome che è diventato forte, che ha aumentato così tanto la propria forza, essere in grado di vivere fino alla vecchiaia, di portare avanti la propria vita felicemente ma non solo. Ricorda anche l'ultima volta che ha visto sua madre, sdraiata in un letto di ospedale, malandata con i segni del tumore che l'ha logorata per anni. Dimagrita come non mai, senza un briciolo di forza in corpo e il cuore piange al solo pensiero. Ricorda il dolore di quel momento, il dolore di essere uscito dall'ospedale consapevole che non l'avrebbe più rivista, che non avrebbe più sentito la voce. Quella notte ha pianto come non mai, ha sfogato tutta la propria rabbia, il proprio dolore eppure il giorno dopo ha trovato la forza di andare avanti buttandosi a capofitto nel suo lavoro di ninja, un mestiere che adora e lo prende ed è anche l'unica cosa che lo soddisfa pienamente, almeno fino a quando non ha conosciuto Kaori. Da quel giorno si è sempre impegnato, lo ha fatto per i propri genitori, lo ha fatto per dimostrare loro che il figlio non è un debole che dev'essere protetto ma qualcuno in grado di proteggere anche a costo della propria vita. Ci è riuscito, è riuscito a diventarlo, a tenere fede alla propria promessa e grazie a questo, a Kiri, a Kusa lo conoscono, sanno chi è e cosa ha fatto, sanno che ha lavorato duramente per essere accettato dal clan e ora è persino uno dei maestri degli Oboro, qualcuno che insegna e che non ha bisogno di insegnamenti. Porta lo sguardo su Kaori, nuovamente gli occhi vanno a incrociare i suoi come fosse la prima volta, forse sta trattenendo le emozioni, sta trattenendo qualsiasi cosa perchè la vede sorridere, vede quel sorriso nuovamente sul proprio volto<Abbastanza se consideriamo che stanotte mia ha mollato una manata mentre ti muovevi. Sono stato costretto a uscire in balcone per riprendermi>ha sofferto come un cane durante la notte, ha sofferto come non mai ma non è dispiaciuto, anzi, è divertito di questa piccola cosa, molto ma molto naturale ma si, alla fine gli ha fatto davvero male<Mi basta averti accanto per stare bene>le cure mediche non servono praticamente a niente, anzi, servono solo ad allontanarlo da lei e non lo vuole. E' rimasto troppo tempo lontano dalla donna che ama, troppo a lungo ha passato le giornate in solitudine aspettando il momento di rivederla ma la testardaggine e la bontà di Kaori si mostrano. Attende pochi attimi per poi osservare il chakra medico sulle di lei mani, un chakra puro e potente che va ad abbattersi sul proprio costato. Digrigna i denti nel sentire le costole cominciare a sistemarsi, digrigna i denti per il dolore ma quella sofferenza si trasforma in sollievo molto presto<Difficile a dirsi. Sono felice che tutto sia finito, felice di essere con te ma sono anche preoccupato per te. Voglio che, da ora in poi, tu abbia una vita felice e serena e ti prometto che mi impegnerò a fondo per farlo>a cominciare dal matrimonio perchè sposarla è ciò che più vuole al momento. Il braccio destro si alza, la mano cerca di appoggiarsi sulla di lei guancia carezzandone la gote<Tu come stai?>domanda volendo la più completa sincerità. [Chk on]

11:06 Kaori:
 Alle parole del jonin Kaori va ad arrossire vistosamente sentendosi assalire dal dispiacere. Non si è assolutamente resa conto di averlo colpito durante il sonno -beh, stava dormendo!-, e considerando che è ferito a causa sua la cosa la porta a sentirsi estremamente in colpa. <Oddio!> esclama portando le mani a coprirsi metà viso, la parte delle labbra e del naso, a chiudersi quasi a coppa attorno a loro. <Scusa, mi dispiace!> mortificata, imbarazzata, colpevole di averlo fatto soffrire così tanto anche fisicamente. Ma lui non sembra arrabbiato, non sembra colpevolizzarla, par quasi divertito in quel suo modo di parlare il che la porta a sentirsi ancora più in colpa. Continua a sorridere nonostante tutto lui, continua a proteggerla anche dal proprio dolore. E se da un lato si sente cullata, amata da quel suo fare, dall'altro non può fare a meno di pensare che sia lei la causa di quella sofferenza, di quei duri giorni che l'altro ha dovuto affrontare negli ultimi mesi. Non merita di averlo al suo fianco, non merita di farlo soffrire così... eppure non può fare a meno di lui, non può minimamente pensare di abbandonarlo. Un pensiero forse egoista ma che la tiene ancor più stretta a lui, ancor più vicina. Cerca quindi di farsi perdonare cercando di porre rimedio a quella sua scomoda condizione. Va a porre le mani al di sopra del costato portando il chakra medico ad intervenire sulla ferita. L'osso va tornando alla sua posizione originale, la spaccatura fra i due lembi va rigenerandosi poco a poco nel tentativo di far tornare quell'osso ad essere ben presto nuovamente sano, nuovamente tutto d'un pezzo. Ascolta la voce di lui, le sue parole e si ritrova ad abbandonare il viso contro il di lui palmo, contro la sua mano. <Sarà felice se tu sei con me> andrebbe a cercare di confortarlo lei, continuando a porre le mani sul suo addome senza scostarle, senza muoverle, così da permettere al processo curativo di procedere senza intoppi. Ma è quell'ultima domanda da parte di lui che le oscura per un attimo il viso, fa vacillare il sorriso sulle labbra perchè le riesce difficile mentirgli così spudoratamente ad una domanda così chiara e diretta. E poi... e poi c'è quello sguardo, quelle iridi dorate che reclamano, richiedano da parte sua la più completa sincerità. E come può, lei, dopo tutto ciò che lui ha appena affrontato, risparmiargli una simile richiesta? Il sorriso traballa, s'increspa, si spezza, ritrovandosi a divenire una smorfia bizzarra mentre lo sguardo di Kaori si volge a posarsi nuovamente sulle proprie mani, sull'alone verdastro che sta andando a fluire nel suo corpo. <Non lo so> rivela alla fine dopo lunghi attimi di silenzio respirando piano, sfuggendo dal suo sguardo. <Credevo che una volta che fossimo arrivati alla fine di questa storia mi sarei sentita meglio, più libera, più sollevata, invece mi sento solo...> Vuota. Stanca. Distante. <...non lo so> sospira alla fine abbassando di poco le spalle, il capo a venir leggermente scosso con fare stanco. Ma passerà... vero? Prima o poi, col tempo, quel senso di vuoto e nulla allo stomaco svanirà. Ogni cosa passa, dovrà solo farci i conti. Accettare quanto è accaduto e andare avanti, uscire del tutto da quella stanza, da quel tempio. Riuscire a realizzare quanto il Rikudo le ha spiegato di dover fare. [Mani Terapeutiche C - 2/4] [Chakra: 72.5/80] [PS Raido: 81 + 5 = 86]

11:38 Raido:
 Ride, dopo tanto tempo comincia a ridere nel vedere la reazione della Hyuga a quella notizia, non triste ma divertente. Quel dolore passa in secondo piano, passa totalmente in un piano secondario perchè ora stanno vivendo le loro vite con più tranquillità e serenità, senza l'ombra di un assassino pronto a ucciderli o attaccarli. Quella risata lo porta a provare ancor più dolore, un dolore più ampio per via dello sforzo di muovere così tanto il corpo per una risata<Amore mio, non hai niente di cui scusarti>forse può sentirsi in colpa per il suo gesto, è vero, ha quel problema perchè ha combattuto per portarla in salva ma non gliene fa una colpa, lo ha fatto con piacere. Ha combattuto quella guerra per il di lei bene, per tenerla al sicuro dalle intemperie della vita. Carezza la sua guancia, passa il pollice in piccoli movimenti, tranquilli come non mai assaporando la morbidezza di quella pelle, la purezza che ha in se la ragazza. Non è la Hyuga pura che ha davanti, non è quel tipo di purezza a cui fa riferimento ma a quella del suo cuore; anche ora che la vendetta è entrata nel suo io, anche adesso che ha provato un odio così scellerato verso qualcuno, non può far a meno di credere che quel cuore puro sia ancora li con lei e lo vede, lo vede giorno dopo giorno, dai suoi gesti, dal suo dire e dal suo fare. Si è offerta di sua spontanea volontà di curarlo, di curare ogni suo male e ogni sua pecca, ha scelto lei di usare il suo potere per renderlo nuovamente sano. Quel cuore che lo ha colpito e lo ha fatto innamorare, un amore che è cresciuto in modo esponenziale nonostante tutto quello che è successo e non può pensare di provare questo sentimento in sua assenza<Sarò con te per sempre>come vuole il matrimonio, come vuole la cerimonia e gli Dei stessi. Ora il loro obiettivo è quello di convolare a nozze il prima possibile, di essere una famiglia vera. Pensa a quel giorno con ansia, con estrema ansia, vuole sposarla, essere legato a lei per l'eternità ma gli viene anche la febbre a pensare a quanto lavoro c'è dietro un matrimonio, quanta fatica bisogna fare per mettere in piedi una cerimonia del genere. Ci vuole lavoro e pazienza, molta pazienza ma per ora si concentra solo su Kaori e sulla risposta che gli viene fornita. Resta in silenzio ad ascoltare il di lei dire comprendendo ogni singola parola, ogni singola sillaba viene capita dall'uomo. China il capo a guardare il materasso del letto, lo scruta tranquillo per poi proferire parola<Durante la missione mi stava arrivando una palla di fuoco di dimensioni giganti. Mio padre si mise in mezzo prendendo il colpo al posto mio>si ferma qualche secondo ripensando a quel giorno, a quel momento<Lo vidi cadere bruciato ai miei piedi. Tanta era la rabbia, il dolore e la vendetta. Sono partito verso il mio avversario e gli ho tagliato la testa vendicandolo e dopo, il vuoto più totale>nuovamente ferma il proprio dire, ferma le proprie parole<Mi sono avvicinato al corpo, era ancora vivo e sai cosa mi disse?>alza il capo portandolo verso la ragazza, portando gli occhi a scrutarla<Mi disse di non arrendermi, di diventare più forte per proteggere le persone a cui tengo. Di dimostrare quanto posso valere. Sono bastate quelle parole a riempire la mia vita a e farmi andare avanti>continua a carezzarne il viso dolcemente e delicatamente. Avvicina il viso al suo dandole un bacio sulla fronte, lungo, tranquillo<Non ti arrendere Kaori>. [Chk on]

Raido a pranzo

12:10 Kaori:
 Quelle parole, quel modo leggero, intimo di chiamarla la porta a sentire il cuore fibrillare. Sembra tutto come sempre eppure è tutto diverso... o forse non lo è? Forse è solo lei ad essere cambiata e per questo crede che ogni cosa attorno a lei sia adesso mutata. Forse i suoi sentimenti vanno a farle vedere ogni cosa in modo diverso mentre in realtà nulla è cambiato davvero. Non lo sa, non può capirlo fino a quando non avrà davvero superato quel momento, ma decide di lasciarsi semplicemente andare ad un sorriso questa volta sincero. Breve, leggero, ma autentico. <Mi...piace, quando mi chiami così> mormora lei guardandolo negli occhi, fisso in viso, senza alcuna traccia di rossore sulle gote, alcun accenno di imbarazzo ad accompagnare la sua voce. Un altro piccolo segno del suo cambiamento, della sua crescita. In un altro momento, in un giorno passato, probabilmente questa confidenza le avrebbe garantito un volto paonazzo e l'incapacità di guardarlo negli occhi. Ma ora che ha affrontato la morte, ora che ha rischiato davvero di perdere l'uomo che ama per sempre, non riesce assolutamente a trovare nulla che possa impedirle di dirgli ciò che prova, ciò che sente. Senza timore, senza imbarazzo. Senza paura. Lo ama. Lo ama da morire. Ed è con questo sentimento nel cuore che si occupa di medicare le sue ferite, il suo dolore, ritrovandosi ben presto a ripiombare in un momento di silenzio, di dolorosa attesa. Gli rivela come si sente, la confusione che prova a seguito di quanto accaduto e le sembra di non avergli realmente dato una risposta. Un non lo so che non può spiegare meglio di così, che non è in grado di approfondire. Eppure lui sembra capire... sembra non ritrovarsi confuso dalle sue parole ma anzi, dopo qualche attimo di silenzio, va a raccontarle qualcosa che non le aveva mai raccontato prima, qualcosa che non aveva mai udito. Il racconto di come suo padre sia morto, di come si sia ritrovato solo, senza di lui. Lo sguardo torna a salire verso il viso dell'Oboro, le iridi ricercano il suo viso mentre dentro di lei si ritrova a poter comprendere il di lui dolore. Un qualcosa sulla quale possono comprendersi allo stesso modo, un dolore che possono piangere allo stesso modo. Non sapeva come fosse morto precisamente il suo genitore, sapeva solo ch'era morto quand'era giovane e che poco dopo sua madre l'aveva seguito. Ascoltare questo racconto la porta a sentire un moto di dolore per il ragazzo, può sentire la stessa sofferenza ed è un dolore che non avrebbe mai voluto che lui scoprisse, sperimentasse. Ascolta il resto del suo discorso, le sue parole, e riscontra nei suoi sentimenti le proprie sensazioni. Quel senso di vuoto, di nulla che le si apre nello stomaco come una voragine. Quel senso di annichilimento che la fa sentire spenta, annullata, risucchiando qualsiasi sentimento, positivo o negativo che sia. Il cuore batte forte, il capo si scuote appena alla domanda dell'altro. Lascia che lui si avvicini, si specchia nei suoi occhi mentre le mani proseguono in quell'opera curativa su di lui. Le costole si sono ormai completamente riparate ed il dolore dovrebbe infine definitivamente svanire. Ascolta quelle parole, quel ricordo ch'egli le dona e si ritrova a chinare di poco il capo con fare affranto, combattuto. Non arrendersi. Combattere ancora. Si abbandona alle dolci carezze di lui sul viso e va semplicemente ad accogliere quel bacio ch'egli pone sulla sua fronte. Rialza le iridi per cercare le sue rimanendo col viso ad un soffio da quello del kiriano, sentendo il suo odore colpirla, arrivarle dritto al cervello. <Non posso permettermelo> sospira alla fine lei specchiandosi nelle iridi dorate del ragazzo, l'espressione seria, afflitta di chi sente la stanchezza di fin troppe battaglie sulle spalle. <Dovrò raccontare tutto a mia madre, dovrò essere forte per lei. E dovrò parlare con Mekura, con Hiashi, con Sakura, con Juusan...> il solo pensiero la sfinisce, la spossa, portandola a sospirare stancamente e richiudere le iridi per un attimo. <Lo scontro sarà finito ma adesso ci sono tutte le conseguenze da affrontare. Sono ancora all'inizio...> E vorrebbe, per un giorno soltanto, arrendersi alla stanchezza e crogiolarsi in quel mare di sensazioni e sentimenti che la stanno assalendo. Riapre le palpebre tornando ad osservare il di lui viso mentre le mani andrebbero a scostarsi dal suo addome per spostarsi lungo la sua spalla ferita. Il chakra medico sempre presente che andrebbe a fluire verso la sua carne, verso la ferita al di sotto del cerotto. <Stanotte... sono andata dall'Hokage> rivela alla fine, dopo un lungo attimo di silenzio, umettandosi le labbra. <Gli ho raccontato cos'è accaduto... non nei particolari, in linea generale... ma gliel'ho detto. Avevo bisogno che capisse per...> una fitta al petto mentre il cuore manca uno, due, tre battiti. <..per chiedergli di incidere il nome di mio padre sul monumento ai caduti fuori dal Villaggio, alla prateria> rivela l'informazione di getto, all'improvviso, quasi con fare colpevole. Nessuno voleva che Hitomu sapesse, ma lei era sempre stata contraria alla loro reticenza. E non si pente, non le importa di averlo fatto, nel suo cuore sente di aver fatto la cosa giusta. <Glielo dovevo... soprattutto dopo che ieri mi ha salvata> rivela mordendosi il labbro inferiore, lasciando che il ricordo di quella giornata torni a gravare pesante sulle sue spalle. [Mani Terapeutiche C - 2/4] [Chakra: 72/80] [PS Raido: 86 + 5 = 91]

13:15 Raido:
  [Stanza] Da quando hanno deciso di rimanere insieme, quando hanno optato e scelto di essere una coppia come tutte le altre, non hanno mai usato nomignoli o nomi strani ma anzi, hanno sempre utilizzato i rispettivi nomi in modo quasi distaccato ma dopo questa esperienza devono risollevarsi, essere nuovamente loro stessi in tutto e per tutto. Devono ritrovare quella complicità, entrare in un intimo più profondo e unirsi più che mai. Lei è quello, il suo amore, la sua ragione di vita e senza di lei tutto può anche cessare di esistere, la vita non avrebbe più alcun significato senza poterla vedere sorridere e crogiolarsi nei suoi occhi, affogare in quello sguardo che lo attira ancora adesso dopo un anno che si sono conosciuti<Dovrai farci l'abitudine allora, perchè ti chiamerò sempre così>sorride, sorride felice e in modo sincero nel pronunziare tali parole. Finalmente stanno facendo progressi, passi in avanti, stanno diventando ciò che ha sempre desiderato; ci è voluto tempo, tantissimo tempo ma alla fine eccoli qua, perfetti in ogni loro essere, da qualsiasi lato li si guardi essi sono perfetti più che mai. La cura al proprio costato prosegue tranquilla e senza interruzioni ma fa male, dannatamente male. Le costole si rimettono insieme in modo doloroso, sente le ossa attaccarsi e piccoli versi di dolore arrivano dalla di lui bocca, sta resistendo più che mai e alla fine, tutto cessa; il livido scompare, le ossa non fanno più male e il corpo torna a essere più sano che mai. Si sente nuovamente vivo e pronto a entrare in azione nuovamente, nessuno può batterlo adesso, nessuno può più attentare alla di lui vita ora che è tornato in piena forma. Gli occhi risplendono di energia, la stanchezza sembra passare all'improvviso, non ha più male da nessuna parte anche se la spalla ogni tanto brucia<Non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che fai>gli occhi passano dalla ragazza al fianco e dal fianco alla ragazza. E' sinceramente grato per la dedizione con cui si prende cura di lui e sente di non meritare tutto ciò, sente che è persino troppo questo trattamento. La vede passare alla spalla, così alza la destra, la posa sul cerotto andando a strapparlo in modo da rendere la ferita ben visibile e più curabile, un piccolo aiuto per permetterle di lavorare nel migliore dei modi. Il sorriso svanisce quando racconta la storia di come è morto il proprio genitore, bruciato durante una missione, una morte davvero orribile, una morte che lei, purtroppo, capisce fin troppo bene. E' un male che mai avrebbe dovuto provare in vita sua, un male evitabile ma il destino è bastardo, il fato è bastardo e ha scelto di vederla soffrire per il proprio divertimento. Ascolta in silenzio alle di lei parole, sorride nel sentirla affermare ciò, non deve arrendersi, non può arrendersi al mondo<Lo faremo insieme>insieme possono fare tutto, possono parlare con tutti quanti, discutere anche se, in segreto, ha mandato un messaggio a Mekura. Deve parlarle in privato, deve discutere con lei di quello che ha fatto e assicurarsi che non ricapiti mai più in futuro. Forse ne può scaturire uno scontro o forse no, non può saperlo finchè non se la ritrova davanti. Continua ad ascoltarla, continua a sentirne le parole ma non è arrabbiato, non si innervosisce ma la comprende, capisce cosa prova ma è l'ultima frase che lo spiazza, lo lascia stranito. Ieri l'ha salvata? Come? Quando? Non capisce e ha paura di chiedere, ha paura di domandare<Ti ha salvata?>domanda curioso, molto curioso. [Chk on]

14:17 Kaori:
 Ed è bello... bello sentire quel tono dolce, quel tono carezzevole andare ad avvolgerla. E' bello rivedere quel sorriso sereno, spensierato che si apre sulle di lui labbra. E' bello sentirsi solamente per un attimo, tornare normali. Ed è bello poter essere normali con lui. Anche Kaori si ritrova ingenuamente a sorridere, a distendere le labbra verso l'esterno rispecchiandosi nelle di lui iridi. E' un momento felice, gioioso, che le scalda il cuore dopo tutta quella sofferenza e quella paura. Dopo fin troppo tempo si sente di nuovo al sicuro. Non sta bene, non è propriamente serena, ma la paura è passata lasciando dietro di sè sconforto e un orribile senso di vuoto. Sensazioni spiacevoli, tristi, che col tempo avrebbero trovato però risoluzione. <Va bene> sorride lei senza imbarazzo, senza arrossire, portando le dita della destrorsa a sfiorare la pelle del suo volto a pochi centimetri dall'angolo sinistro delle sue labbra. <Amore mio> aggiunge con voce più bassa, dolce, fatta di miele. Si rende conto di quanto l'altro stia soffrendo per via di quella cura, sente il dolore attraverso quei gemiti soffocati, attraverso i denti che si stringono e stridono. Comprende il dolore che si prova nel sentire le ossa che si riparano ma almeno questo dolore è arrivato alla sua fine. Il suo chakra ha ricomposto la struttura delle costole, ha permesso che le parti spezzate si ricongiungessero nella giusta postura ed ora nulla più che un vago senso di indolenzimento rimane a ricordo di quella ferita. <Intendi metterti in un pericolo mortale e farti rompere le costole?> il tono di lei è amaramente scherzoso. Dopotutto è indirettamente colpa sua se l'altro si trova in quelle condizioni, se è stato coinvolto in una faccenda così pericolosa per tutto quel tempo. E' stata lei a richiedere il suo aiuto, a trascinarlo con sé in quel mare melmoso e soffocante. E' stata lei a ferirlo ogni volta che, finita una missione, è tornato malconcio e sanguinante. Il minimo che possa fare è medicare le ferite, ripristinare ciò che ha rotto. E no, non lo fa per un senso di colpa e obbligo nei suoi riguardi -non soltanto almeno-, ma ciò che la spinge a curarlo ogni volta è il semplice e solo desiderio di saperlo al sicuro, sano, felice. Il solo desiderio di cancellare da lui ogni dolore, ogni ferita, sia fisica che mentale. Ed è questa voglia che la porta a scostare le proprie mani al di sopra della sua spalla, a portarla a far fluire il suo sangue in quel graffio come linfa vitale. Brucia, pizzica, ma in breve tempo il suo chakra va a ripristinare e rigenerare tessuti e muscoli danneggiati fino a lasciare sulla di lui pelle una semplice cicatrice a ricordo di quanto accaduto. Un segno roseo, dritto, non più bruciante o doloroso. Un segno di tanti. Le sue mani a quel punto ricadono sul suo busto, sul suo petto, mentre lo sguardo torna a specchiarsi in quello di lui. Il modo in cui l'altro le garantisce che avrebbero pensato assieme alle conseguenze la rasserena e, al tempo stesso, la porta a scuotere appena il capo. <No... Devo pensarci da sola> replica con le labbra distese in un sorriso amaro ma dolce, la destrorsa a tornare sul suo viso, sulla sua gota, carezzando la pelle con un moto leggero del pollice. <Non so ancora cosa penso di Mekura e del resto del clan, in che rapporti siamo o vorrei essere. Non so se sono delusa, arrabbiata o scoraggiata. So che lo saprò quando li riavrò davanti ed è qualcosa che dovrò affrontare da me> spiega lei cercando di fargli capire che non sta rifiutando il suo aiuto o la sua presenza, ma che è una battaglia che non può combattere con l'aiuto di nessuno se non del proprio. Andrebbe lei, quindi, a ergersi sulle ginocchia tenendo il busto ben dritto, le gambe vicine a quelle di Raido. Un solo gesto e andrebbe a sollevare la coscia destra per permetterle di sovrastare il di lui corpo ed atterrare a lato del suo fianco. Tenterebbe di sedersi su di lui, di mettersi esattamente di fronte a lui così da poterlo guardare dritto negli occhi, senza alcuna difficoltà. Il viso ad avvicinarsi a quello di lui, la fronte a cercare di poggiarsi sulla sua mentre continuerebbe a carezzarne il volto con dolcezza. <Ma anche se devo farlo da sola... so che sarai comunque al mio fianco, qualunque cosa sceglierò di fare. E questo mi darà forza> aggiunge in un sussurro gentile tentando di abbozzare un sorriso rassicurante. Andrebbe a scostare dalla di lui fronte il proprio capo per tentare di lasciare su di essa un piccolo bacio. Un gesto tenero, gentile, per fargli sentire che lei è al suo fianco. E poi... e poi quella domanda la porta ad umettarsi le labbra, a sospirare appena mentre scuote di poco il capo. <Ieri...> non sa come dirlo, non sa come spiegargli ciò che è accaduto, ma sa di doverlo fare. Sa di dover essere sincera con lui anche -e soprattutto- per le cose più difficili e oscure. <Quando mi ha intrappolata nel suo genjutsu stava cercando di... non lo so, di spaventarmi, credo. Mi ha mostrato cose orribili, scenari terribili per costringermi a piegarmi, a temerlo> il racconto è complesso mentre sotto gli occhi le par di veder scorrere le scene di quanto ha visto in quella illusione. Lei di nuovo nuda, legata, intrappolata in quella stanza di laboratorio. Il corpo di Raido morto, sanguinante, circondato da veli bianchi a copertura di cadaveri e cadaveri di Hyuga senza occhi. Respira piano, a fondo, cercando la forza di non crollare. <E mi ha sfidato. Mi ha sfidato a batterlo, a sconfiggerlo... ma non avevo bisogno di attaccare lui, per farlo. Alla fine, la soluzione ero sempre stata io... no?> mormora lei andando solo ora ad abbassare il capo non riuscendo a proseguire oltre quel racconto specchiandosi nelle di lui iridi. <Ho preso un kunai e stavo per...> uccidermi? pugnalarmi? Parole troppo dure, troppo schiette per permettersi di pronunciare in quel momento. Troppo presto, troppo dolorose. <...colpirmi. Ma mio padre mi ha fermata> Le labbra si distendono ora in un sorriso dolce, tenero, morbido. <Ho sentito la sua mano che mi fermava, la sua voce che mi confortava. E mi sono resa conto che il vecchio aveva annullato tutto, si era arreso.> Arreso ad un fallimento, ad uno sbaglio cui non avrebbe più potuto rimediare. Non osa guardarlo, non osa cercarne gli occhi, ma la sua mancina va a posarsi sul suo petto nudo, le dita a tracciare linee, ghirigori invisibili sul suo corpo. <E' stato proprio un bel regalo di compleanno> mormora con voce bassa, flebile, in un tono a metà fra la tristezza e la felicità. [Mani Terapeutiche C - off] [Chakra: 71.5/80] [PS Raido: 91 + 5 = 96]

14:57 Raido:
  [Stanza] Al suono di quelle parole un nuovo sorriso va a formarsi sul proprio viso. Non viene chiamato così da anni e anni, l'ultima volta è finita davvero male ma ora è tutto diverso, ha trovato quella giusta per passare il resto della vita ed è forse questa consapevolezza che lo spinge a sorridere sempre di più. Sorride felice e allo stesso tempo soffre per via della cura ancora in atto, una cura apparentemente infinita ma così non è perchè tutto passa velocemente, le costole vengono guarite completamente, il fisico si ristabilisce totalmente ritrovandosi ad essere in piena forma e anche la ferita alla spalla. Smette di sanguinare, smette di bruciare divenendo una piccola cicatrice rosata, quasi impercettibile ma almeno riesce a muovere l'arto senza troppi problemi e fatica, senza dover fare attenzione a quali tipi di movenze mette in atto. Si sente rinato, completamente rinato, lo stesso che prova dopo ogni missione alla fine perchè è vero, oramai lui e gli ospedali sono un tutt'uno, non vive senza di essi ed essi non vivono senza di lui. Conosce ogni ospedale, di Kiri, di Kusa, di Konoha e persino di Iwa, conosce addirittura quella strutta, un qualcosa di inquietante e, allo stesso tempo, molto triste. L'ironia viene fuori da entrambe le parti alla fine, sdrammatizzano tutta quanta la situazione cercando di tornare a una vita al quanto normale, per quanto possa essere definita normale la vita di uno shinobi<Anche, mi serve per capire cosa migliorare>ride e scherza anche su questo evitando in ogni modo di addossarle colpe perchè non ne ha, non è colpa sua se si è ritrovato in quella situazione. Avrebbe potuto benissimo lasciarla stare, evitare di intervenire e fare in modo che se la veda da sola senza aiuti esterni ma come avrebbe potuto mettere in pericolo la donna che ama in questo modo? Non avrebbe mai potuto farlo<E poi, ti prendi cura di me, mi fai sentire bene>non riesce a spiegarlo ne a dirlo, le parole muoiono in gola ma spera vivamente che la ragazza capisca e comprenda ciò che cerca di comunicarle, ciò che cerca di dirle in quei modi quasi ridicoli. Finisce, finalmente, la cura e ascolta il dire di Kaori, la sua decisione in merito alle parole dell'albino, la decisione di accompagnarla e risolvere tutto quanto insieme ma capisce la sua decisione ed è un altro segno della di lei crescita, un segno ben evidente. Lascia che si muova, lascia che si sieda sul proprio corpo sentendo le gambe venire strette tra le sue. Ammira la sua Kaori in tutta la sua bellezza poggiandone contro la fronte, chiude gli occhi godendosi quel momento<Si, resterò con te qualsiasi cosa succeda>non può lasciarla, anche se dovesse mettersi contro tutto il clan non la lascerebbe mai, non permetterebbe mai a se stesso di fare una cosa del genere alla donna che ama con tutto se stesso ma il discorso cambia rapidamente passando alla risposta della domanda del Jonin. Ascolta il discorso, la spiegazione di quello che successo e all'improvviso il cuore si ferma, lo sente bloccarsi, sbianca nel sentirla pronunciare tali parole. Ha provato a colpirsi, a togliersi la vita pur di impedire a quell'uomo di soggiogarla; un gesto nobile ma no, come avrebbe potuto sopportare una simile perdita, come avrebbe potuto immaginare una vita senza di lei. Tutto quanto sarebbe sfumato se fosse successo ma lo spirito del padre l'ha salvata, è arrivato in suo aiuto proteggendola anche dall'alto e lo ringrazia, ringrazia quell'uomo per averla portata in salvo<Tuo padre ti è sempre a fianco e lo ringrazio per questo>ha un groppo in gola, fa quasi fatica a parlare ma è contento di quello che è accaduto, contento che lei sia ancora li con lui<Ti amo>sente il bisogno di dirglielo, sente il bisogno di dirle che l'ama tanto, l'ama da morire e morirebbe per lei e per questo amore. Il suo compleanno, ha passato il proprio compleanno a combattere per la propria vita, per la propria salvezza<Già...>china il capo per qualche secondo per po rialzarlo verso di lei<Lo festeggeremo come si deve. Andiamo a cena, stasera>la invita a uscire. [Chk on]

15:30 Kaori:
 E' così strano. Il modo in cui entrambi cercano di tornare ad uno stato di pace, di normalità, in una bolla che sia distante da quell'incubo che li ha tenuti divisi e separati per fin troppo tempo. Il tempo si sa, lenisce ogni ferita, e per Kaori si tratta di un lungo cammino che solo ora ha inizio. Ma è un punto di partenza, è un traguardo che ora ha almeno un principio e verso il quale può iniziare ad incamminarsi armandosi di tutta la sua forza ed il suo coraggio. Adesso che ogni cosa è finita, che quella storia è passata, deve riuscire ad affrontare se stessa, riuscire a conoscersi, piacersi ed accettarsi. Un primo passo per poi arrivare a permettere anche agli altri di conoscerla, di capirla. Ci vorrà tempo, molto tempo, ma alla fine ce la farà. Alla fine riuscirà a superare quanto è successo e tornerà a vivere, ad essere se stessa. Forse una stessa nuova, diversa, ma sarebbe stata lei. Scherzano, ironizzano su quanto è accaduto mantenendosi su una ironia leggera, rispettosa, che porta la stessa Kaori a prenderla con un po' più di leggerezza sebbene la colpa sia sempre lì, sempre dietro l'angolo. Eppure Raido non l'accusa, non la ritiene responsabile delle proprie ferite, ma la ritiene semplicemente la causa del suo sollievo, del suo benessere e della sua ripresa. Un pensiero che porta la Hyuga a guardarlo negli occhi, a sentire il cuore scaldarsi come lava dentro di lei. <Avrò sempre cura di te, Raido. Sempre.> andrebbe a dire portando ambo le mani al suo viso, sulle gote, impedendogli di sfuggire al suo sguardo sincero, accorato. <Non sei solo la mia luna, sei la mia stessa vita. E ti proteggerò a qualsiasi costo, a qualsiasi condizione> Anche a discapito della sua di vita, anche a discapito della sua stessa esistenza. Si sistema, si adagia sul suo corpo sedendosi sul suo bacino, guardandolo dritto in viso, più facilmente. Non le sembra quasi vero di poter essere tornata alla normalità, di poter essere nuovamente sua senza il timore di qualcuno che voglia portarla via. Si prende qualche attimo per bearsi di quel momento e, alle di lui parole, si trova a sorridere con dolcezza, con amore, sporgendosi verso di lui per cercare di donargli un piccolo bacio. Tenta di porre sulle di lui labbra le proprie con far gentile, innocente, avvertendo il calore del suo respiro sulla pelle. Una sensazione carezzevole che la fa sentire sicura. Viva. E arriva poi il momento della verità, di quel racconto, che porta l'Oboro ad irrigidirsi appena in un istante. Kaori lo sente, se ne accorge, e quando ode le sue parole può distintamente sentire la sua voce farsi pesante, soffocata. Sa che se si fosse colpita lui avrebbe sofferto enormemente. Sa che avrebbe potuto ucciderlo di dolore, ma non avrebbe potuto permettere che la facessero franca. Non poteva permettere che la sua vita venisse utilizzata come arma per toglierla a decine di altre persone. Sarebbe morta con fierezza, con convinzione, lasciandosi alle spalle come unico rimpianto quello di non averlo potuto amare fino alla sua vecchiaia. <Ti amo. Ti amo. Ti amo> un sussurro lento, dolce, che lei andrebbe a far scivolare sulle sue labbra prima di ricercarle con le proprie. Ora che tutto è finito, ora che la paura ha lasciato la presa sulla sua carne, sente di poterlo amare con maggior forza, con maggior convinzione. E' pervasa, riempita da quel sentimento che ora trova sfogo in quel bacio. Un bacio carico di emozioni, di amore, di desiderio che andrebbe a donargli tenendo le mani attorno alle di lui gote. Un bacio in cui dire niente ed ogni cosa, in cui riversare ogni goccia di sentimento che nutre per lui. Si distacca da quel gesto solo per poter fare quell'ultimo commento, commento che l'altro va a far proseguire in un invito per quella sera. Le iridi di lei si addolciscono, si accendono, e le labbra si distendono in un sorriso felice. <D'accordo.> acconsente, semplicemente, andando ad abbandonare il proprio corpo contro quello di lui, rimanendo infine abbracciata a lui fino a quando non avessero sentito il bisogno di alzarsi, di mangiare, di uscire. [END]

Al risveglio del mattino successivo all'eliminazione di Cappuccio Rosso, Kaori e Raido affrontano una nuova giornata di vita "normale". Il pericolo è scampato, ma le conseguenze di questa missione sono ancora tutte da affrontare.

Cura per Raido con la salute che torna full v.v