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con Raido, Kouki

17:37 Kouki:
  [Colline] La festa è finita lì alle colline di Kusa. Non vi sono più bancarelle, giostre, dolci, pagliacci inquietanti. È tornato il silenzio e la solitudine. Non ha sfruttato a dovere quel periodo di carnevale, non ha saputo portare avanti una sola sua idea, non è riuscita ad interagire con nessuno e soprattutto non ha più avuto modo di misurare le sue emozioni con quella ninja di Konoha, Nahira. Ha perso ogni occasione, ha agito nel modo sbagliato, non è riuscita a capire niente su come si fa a socializzare e probabilmente non vedrà mai più quella ragazza che in un solo incontro ha saputo darle tantissimo. Non ha nemmeno idea di come si siano lasciate, sa solo che dentro di sé sente un turbinio di emozioni che molto spesso e volentieri cozzano fra loro. Vi è un senso di rammarico, la sensazione di essersi pensa qualcosa, il dolore per quelle sensazioni che potrebbero essere identificate come invidia, solitudine, rabbia, stanchezza. Quel senso di mancanza che avverte dentro di sé, legato indissolubilmente a Raido, colui che ha incontrato poche volte, ma al quale si è legata per chissà quale motivo. E insieme a tutto questo vi è anche il suo testardo ed orgoglioso tentativo di negare tutte quelle emozioni. La sensazione che sia tutto sbagliato per lei, la certezza di non doverle vivere, la convinzione di dover essere solo una macchina senza sentimenti. Ad ogni emozione non vi è solo un dolore psichico, ma anche uno fisico. Ad ogni emozione torna prepotente il ricordo di ogni ferita inflitta come punizione. Perché lei deve essere come quell’uomo vuole. Ma recentemente ha anche iniziato ad avere pensieri per lei proibiti. E se fosse diversa? Se è stata plasmata attraverso le torture per essere come è ora, vuol dire che originariamente era in un altro modo? Quindi la piccola Genin si ritrova ad un dubbio amletico. Chi è lei in realtà? Pensieri e dubbi che si accavallano nella sua testa, mischiandosi all’oblio che ancora persiste nel suo passato senza ricordi stabili. Si trova da sola contro tutto, si trova sballottata come gelatina, si sente infinitamente nuda. E questi pensieri non la fanno dormire la notte, tutto questo la induce a provare come una sorta di paura, e questa paura non fa altro che renderla sempre più chiusa, esternamente fredda ed insensibile. Nonostante la prima missione da lei svolta le abbia portato delle soddisfazioni, nonostante il suo tirocinio in ospedale la faccia sentire realizzata… lei continua a portare quella sua maschera di estremo distacco. <Forse dovrei tornare da Otsuki, che ne dici E-001?> sussurra verso sé stessa, mentre se ne sta seduta sul terreno che forma le colline. Un sibilo il suo, freddo e distante, che sembra voler portare chiarezza in quella mente divisa. Quell’uomo è l’unico che le sta vicina in un modo o nell’altro. Indossa i suoi soliti vestiti, pantaloni neri e lunghi, stretti alle caviglie e dal tessuto morbido. Canotta rossa infilata nei pantaloni e scarpe nere ai piedi. Alle mani porta i guanti ninja di colore nero, a mezze dita e con la classica placca in metallo sul dorso. Non porta fasciature in quel suo pieno momento di crisi. È nuda, completamente a nudo quelle sue cicatrici, dato che il nero giubbino riposa per terra, accanto alla sua figura. Alla coscia destra tiene il porta kunai e shuriken, mentre alla vita il porta oggetti e in entrambi vi sono distribuiti i suoi oggetti e le sue armi: sei kunai, sei shuriken, un set da cinque fumogeni, quattordici fukumibari, una manriki-gusari, cinque tonici coagulanti, cinque tonici per il chakra, cinque fuda all’interno dei quali dovrebbero esserci sigillati cinque tronchetti. Ha deciso di cercare di migliorare un po’ il suo equipaggiamento, dato il torneo che è stato aperto… un’occasione d’oro per lei per dimostrare quanto vale. La ragazzina si trova quindi seduta sul terreno, col sedere posato e le gambe raccolte al petto e trattenute dalle sue esili braccia. Corporatura estremamente minuta e gracile, piccola in altezza e sotto peso. Il collo, le braccia, i polsi, le caviglie, le gambe… ogni cosa del suo corpo è fine e sembra essere facile da spezzare. Eppure ha in sé una grande forza. I capelli lunghi e neri, lisci, sono tenuto sciolti e si appoggiano lungo la sua schiena fino al sedere, sfiorando con le punte il terreno, mentre alcune ciocche le ricadono in avanti. La frangia nasconde leggermente il copri fronte di Kusa, e in quel colore nero pece risalta la sua pelle bianca, diafana. Pelle di porcellana segnata dalle occhiaie sotto quel suo sguardo dorato, distante ma magnetico. Pelle di porcellana gravemente segnata da tutta una serie di cicatrici e bruciature ora ben visibili, che avvolgono il suo torace, la schiena, il collo, le spalle, le braccia fino ai polsi. Deturpano la sua pelle violentemente, continuando anche sotto i vestiti, nascosti dal tessuto. Segni sui polsi, nascosti però dai guanti, così come alle caviglie. Poche zone si salvano da quello scempio, e fra di esse vi è il viso, lasciato intonso, perfetto. Sente un leggero freddo senza la protezione del giubbino, ma non sembra importarle, non sembra tenere alla propria salute in questo momento, perduta in un mondo che è solo suo. Espressione rivolta verso l’orizzonte, i capelli leggermente smossi dal vento… vuole stare da sola, nel suo oblio, attende che la sua anima scivoli lentamente senza modo di appigliarsi. <Io sono così.> un altro sussurro, un altro sibilo che si perde nel vento. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

17:53 Raido:
  [Colline] Dolorante come non mai cammina sul confine con Konoha, passeggia per il paese dell'erba dopo tanto tempo, cammina su quei soffici prati che creando Kusagakure. Non vede quella terra da più di un mese ma ora è tutto terminato, tutto finito. Kaori è salva, il progetto Hyuga puri è sfumato completamente e finalmente può godersi un po' di meritato riposo. Sono giorni che ha dolore alle costole, forse sono rotte ma per via della propria testardaggine non ha ancora messo piede in ospedale, non ha voluto entrarvici preferendo le cure della sua amata a quelle di un medico qualunque. Durante la mattina non ha fatto altro che camminare per raggiungere Kusa, per rivederne il cielo e assaporarne la natura, per sentire l'odore di casa. Gli occhi sono tristi, molto tristi per colpa di questa storia, non riesce a tirarsi veramente su, non riesce a gioire veramente; è rimasto spossato, ha affrontato la più grande sfida della propria vita, ha affrontato un combattimento non solo fisico ma anche mentale. Ha rischiato nuovamente di perdere tutto quanto, di rimanere definitivamente solo ma, per fortuna, così non è stato. E' distrutto e affaticato, completamente e il corpo è una prova lampante. Indosso porta un armatura pesante in parti metalliche fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sugli avambracci e sulle gambe sono stati posizionate apposite protezioni ovvero vambracci e schinieri; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Nell'orecchio ha una trasmittente per tenersi in contatto con gli altri nonostante la distanza. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti 5 tonici del chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 45 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 10 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 38 kunai, 43 shuriken, 27 kunai a tre punte. Nel portaoggetti ha posizionato un fuda con all'interno un respiratore per eventuali evenienze subacquee. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso; nel polso destro vi è sigillata una nodachi, nel polso sinistro una katana a doppia lama. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato. Sul petto, piegati in modo che si veda solo il kanji "potenza" ha applicato 10 fuda potenzianti. Intorno all'avambraccio destro, sotto la copertura del vambraccio, ha posizionato una particolare fuda speciale con il sigillo "potenza" dotato di forza maggiore. In più ogni lama è cosparsa di veleno stordente grado S ovvero la katana, la nodachi e la katana a doppia lama, una sicurezza in più per se. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere, simbolo del patto fatto con il diavolo. Il suo equipaggiamento ora mai è sempre con lui, non si fida più a uscire senza, non si sa mai cosa potrebbe accadere durante un viaggio. Calpesta le colline di Kusa ma è proprio in quel camminare che vede una piccola figura in lontananza, la figura di una ragazzina che conosce e che ha avuto l'onore di farle da sensei. Si incammina verso di lei con passo lente, la mano destra a tenersi il costato<Ciao Kouki>la saluta presentando un piccolo sorriso sul viso mentre con passo dolorante si ferma al suo fianco a circa un paio di metri. [Chk on][Equip se necessario]

18:14 Kouki:
  [Colline] Il giorno sta giungendo al suo termine e lentamente il sole cala nel cielo, per lasciar spazio alla sera. Ancora la ragazzina non accenna a muoversi, dopo tutto non ha una vera e propria casa, non ha nessuno, quindi potrebbe benissimo dormire lì se il tempo lo permette. Ha una stanza in una locanda, ma molto spesso ha provato a dormire fuori, soprattutto quando ancora non era nemmeno un’allieva dell’accademia. Si ritrova in una situazione un po’ strana in realtà, come se si trovasse sospesa in un mare di ovatta, in quel momento nulla è importante, nulla le interessa. Se ne resta seduta apaticamente a contemplare il nulla davanti a sé. Dovrebbe forse allenarsi, dovrebbe passare tutto il suo tempo ad imparare tecniche dell’innata o in ospedale, a studiare. Si, decisamente dovrebbe impiegare il suo tempo in modo decisamente diverso e fruttuoso. Peccato che non sembra avere voglia di alzarsi da quel terreno coperto di erba, preferendo di gran lunga rimanere seduta a pensare, o a perdere in qualcosa. Gli occhi gialli vengono chiusi, mostrando tutta la sua stanchezza, mentre la testolina viene abbassa e la fronte appoggiata sulle ginocchia. Nonostante la stanchezza, però, sa già che non riuscirà a chiudere occhio, a maggior ragione se la voce nella sua testa continua a sibilare parole velenose. Ignora tutto ciò che la circonda e non sentirebbe arrivare il passo lento del ragazzo in avvicinamento, se non quando ne avverte il saluto. Gli occhi si dischiudono di colpo, ma la testa rimane china. Quella voce potrebbe riconoscerla, eppure per qualche istante nella sua testa si domanda se se la sia inventata, forse un gioco della sua mente, forse l’ennesima voce nella sua testa. Eppure il cuore inizia a battere velocemente, creandole un dolore che sprigiona una certa dose di adrenalina. Il viso quindi verrebbe alzato e voltato lentamente, e man mano gli occhi si puntano sui piedi, per poi risalire quella figura conosciuta. Il kimono, la fascia, la piccola armaturina, le armi visibili, fino a quando non raggiunge il volto. Capelli bianchi, lineamenti conosciuti, nella sua mente la sua voce urla forte quel nome. Raido. L’espressione fredda e distaccata si sgretola come neve al sole, lasciando posto allo stupore, all’incredulità. E’ davvero lì di fianco a lei, oppure sta iniziando anche ad avere le visioni? Si sorregge il costato con la mano destra, mentre il viso dell’altro vi spunta un sorriso. E invece lei tace, vi è un’esplosione di sentimenti nel suo corpo che tornano a lacerarle l’anima, a farle male. Il cuore batte veloce, il corpo brucia, la testa gira e inizia a farle male. Vi è della rabbia dentro di sé che non esterna… e per evitare di cadere preda a quei sentimenti conosciuti e sconosciuti, la ragazzina distoglie lo sguardo, tornando a fissare davanti a sé. Trattiene il respiro, serra le labbra, le mani si stringono sulle proprie ginocchia e il tempo pare fermarsi per qualche istante. <Buonasera, sensei.> tono basso, ma udibile, un sibilo che cercherebbe di essere il più possibile distaccato, cerca di ricomporsi, cerca di comportarsi come si è sempre comportata. È lì, proprio sulla punta della sua lingua la successiva domanda che vorrebbe fare, ma che cerca in ogni modo di sopprimere… invano. <Dove è stato per tutto questo tempo?> finalmente pone la domanda, cercando di rimanere il più equilibrata possibile, ma le mani si stringono ancora di più, e lei continua a guardare fisso davanti a sé. In quello stesso momento, sta cercando di mettere a tacere tutto quello che prova, vuole cercare di riportare ordine nel suo animo, con la speranza così di poter portare avanti una discussione nel migliore dei modi, per quanto ne sa lei. Si è sentita abbandonata, eppure deve convivere con la consapevolezza di essere nessuno, con la consapevolezza di non poter pretendere nulla dall’altro. Dopo tutto quei sentimenti sono solo nella sua testa, è un problema solo suo. Non dice altro per il momento, preferendo lasciar raffreddare la situazione, vuole evitare di scoppiare come ha fatto con Nahira, perché stato molto doloroso per lei. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

18:34 Raido:
  [Colline] Non vede Kouki da tantissimo tempo, da prima della propria partenza per Konoha alla notizia del rapimento di Kaori. Ha svolto con lei una piccola lezione e poi, è vero, è scomparso nel nulla di punto in bianco ma in quel momento tutto ha perso di significato, niente ha più importanza e il solo pensiero di sapere Kaori nelle mani di un nemico lo ha mandato letteralmente nel panico, un panico mai provato prima d'ora. Ora, finalmente, tutto è finito, ogni cosa giunge alla fine. Kaori è salva, gli Hyuga possono tirare un sospiro di sollievo per quello che è successo e lui, lui può tornare a svolgere la sua vita nel migliore dei modi, servire Kusa, aiutare il Kage nella sua impresa di portare il villaggio ai massimi livelli eppure non può commettere nuovamente lo stesso errore, non può permettersi di lasciare tutto quanto al caso. Deve essere più cauto, pensare di più e fare meno affidamento sulle persone, anzi, deve contare solo su stesso per portare avanti i propri piani. Ogni viaggio o spostamento deve farlo in compagnia della chunin, ogni decisione deve prenderla con lei; basta agire d'impulso o d'istinto, basta fare di testa propria, serve solo a mettere nei guai gli altri. Troppi pensieri ne affollano la testa, troppe domande e risposte, troppe decisioni da prendere per l'imminente futuro e ha solo voglia di dormire, di riposare, di godersi la pace ritrovata dopo tanto tempo, forse troppo passato a combattere una guerra non sua, una guerra che non gli appartiene. I suoi crediti aumento, verso Furaya e ora verso l'intero clan Hyuga e presto o tardi queste alleanze possono tornare utili, può sfruttare questi piccoli assi nella manica come meglio crede. Non ora ma più avanti in un prossimo futuro e se che tutto questo gli serve. Pensa ancora e ancora, ripensa a tutto quanto fino a giungere su un unico pensiero, la consapevolezza che questa storia non può finire davvero finchè non parla con Mekura, finchè non gliela fa pagare per quello che ha fatto; ha promesso di ucciderla, di mandarla all'altro mondo eppure è combattuto, una parte di se reprime questa decisione preferendo le parole. Ha combattuto tanto, sparso tanto sangue, non serve buttarne altro. In tutto questo punta gli occhi sulla piccola genin che ha davanti, una ragazzina molto promettente che ha preso personalmente come allieva, ha scelto di seguirla nel suo percorso per vederla crescere e diventare grande all'interno del villaggio<Buonasera>saluta nuovamente aumentando di poco quel piccolo sorriso che traspare sul volto dell'albino, un sorriso tranquillo, quasi rilassato atto a nascondere la stanchezza che l'opprime in questo momento, la stessa stanchezza di quando ha portato fuori Kaori da quel covo. Osserva il fare dalla Yakushi per sentirne la domanda. Si avvicina ancor di più, passo lento, tranquillo mentre piega le ginocchia, strizza gli occhi, il braccio sinistro si porta verso il prato, la mano aperta a poggiare su di esso. La mano destra permane sul costato, il dolore arriva alle stelle<Argh>un verso di puro di dolore mentre cerca di sedersi per terra, a un metro dalla ragazza; se ci fosse riuscito terrebbe il ginocchi sinistro piegato con il piede piantato per terra mentre la gamba destra sarebbe completamente rilassata<A salvare il mio matrimonio>è sincero, non ha bisogno di mentire, non ha bisogno di dire il falso, oramai non ce n'è più bisogno, nessuno corre più rischi<Come stai?>porta il capo verso di lei<Mi sei mancata>afferma tranquillo con un nuovo e minuscolo sorriso. [Chk on]

18:58 Kouki:
  [Colline] Fredda, arida, vuole essere come l’altro l’ha conosciuta. Non vuole creare problemi, non vuole essere un peso, non vuole allontanare da sé l’ennesima persona quindi deve imparare a mantenere un certo autocontrollo, lo deve perfezionare. Inizia a fare qualche respiro profondo, alzando ed abbassando il petto, in modo da prepararsi ad un altro contatto visivo. Rimane immobile nella sua posizione, mentre le mani cercano di allentare la presa alle sue ginocchia. È cambiato molto da quanto Raido se ne è andato, lei non ha fatto altro che cambiare, scoprire nuove cose d sé stessa, imparare nuova tecniche e si è scelta un percorso ben preciso. È rimasta in balia di tutto quello che era sbagliato, è migliorata da sola e da sola ha cercato di risolvere i suoi problemi. Perché tanto non ha bisogno di nessuno se non di sé stessa. Non sa cosa è successo, non sa cosa ha portato il sensei lontano da Kusa, non lo sa e non lo ha chiesto, non sapeva nemmeno a chi chiedere. L’unica cosa che sa è che si è dovuta sentir dire da una sconosciuta quello che lui pensava di lei, questo vuol dire, nella mente della giovane, che tutto sommato ha avuto tempo per parlare e confidarsi con Nahira, e la ragazzina convive con questa sua sicurezza paranoica che abbia passato molto più tempo con lei che con la Genin di Kusa che tanto ha lodato. Rabbia, invidia… soprattutto l’invidia è un sentimento che ha provato per la prima volta con l’albina, le ha fatto male e non vuole più riprovarlo. Ma non vuole comportarsi come una bambina, nonostante lo sia ancora, vuole dimostrarsi matura e sa che è in grado di esserlo. Ne è sicura ora che ha avuto tutto il tempo per elaborare tutto quello che le è successo. Raido ribadisce il saluto e la ragazzina si deciderebbe a volgere lo sguardo proprio mentre l’altro prende posizione seduto accanto a lei, lasciandosi sfuggire quel gemito di dolore. <Cos’ha? Si è fatto male?> usa il lei, solo con il sensei, una forma di rispetto che al momento riserva solo per lui e per chi le sta insegnando l’arte medica. Un rispetto che non da’ nemmeno a Otsuki, ma forse perché verso di lui sente più confidenza, chissà. Lo sguardo quindi è puntato sull’altro, e nonostante cerchi di rimanere fredda, non può controllare una certa nota di preoccupazione… una preoccupazione che prevarica la rabbia che sente. Sguardo che ora si farebbe decisamente stupido, confuso, come se non sapesse di cosa l’altro stia parlando. <Non sapevo che fosse sposato.> un commento, il tono di voce piuttosto atono, senza lasciar trasparire nulla. Quella notizia le crea solo curiosità e sorpresa, nessun sentimento negativo o positivo smuove in lei… ed è un bene, non prova dolore. Un dolore che invece prova non appena lui le fa quell’ultima osservazione. Che le è mancata. Arriva fredda e bollente allo stesso tempo, un colpo al centro del suo petto, liberando un nuovo tipo di sentimento, molto simile alla felicità ma mischiando sempre con la rabbia. Lo sguardo non riesce a mantenersi così distante come vorrebbe, lasciandosi sfuggire una certa nota di rabbia e dolore. Le mani si stringono a pugno e lei non può più mentire, non può evitarlo. I muscoli del viso si fanno rigidi, come se volesse a tutti i costi contenersi, ma non ci riesce. <Sto male. Sono successe molte cose.> ammette, per la prima volta non solo a lui, ma anche a sé stessa. Dischiude nuovamente le labbra, i lineamenti del suo viso vengono stravolti dalla rabbia, dalla frustrazione e sembra scoppiare da un momento all’altro, eppure si trattiene. Si fa un’estrema violenza e blocca nella sua gola quel veleno. Il respiro viene trattenuto, il viso distolto nuovamente e gli occhi puntanti sulle ginocchia e precisa. <Mi hai fatto male, ma non importa.> Perde quel tono di rispetto, e vuol dire tanto se si vuole capire il suo modo di pensare. Sembra però cercare di riprendere il controllo, sembra cercare di ritrovare quei suoi buoni propositi di non fare la bambina. Quindi invece di concentrarsi su di sé in modo egoistico come solo potrebbe fare una bambina, lei cambia il suo target. <Si dimentichi quanto ho detto. Lei come sta? E’ tornato per rimanere o deve tornare da sua moglie?> non sembra nemmeno esserci un filo logico. E’ una ragazzina che vuole evitare a tutti i costi di fare i conti con le sue emozioni, risultando ambigua, incoerente… eppure la sua testa è un unico tumulto. Si sente spossata, sente che non riuscirà a gestire quei sentimenti, non sa cosa fare, cosa dire, come agire. L’unica cosa che potrebbe rivelarsi giusta sarebbe quella di scappare, ancora… come ha fatto con Nahira. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

19:27 Raido:
  [Colline] Il dolore al costato si fa sempre più forte, segno che il livido sta crescendo e le costole vanno riparate al più presto prima che la situazione degeneri totalmente portandolo a soffrire come un cane in tutti i sensi. Già in questo momento soffre, non lo da molto a vedere preferendo coprire il dolore con un minuscolo sorriso ma il sedersi a terra, piegare il busto per attuare quel movimento gli costa una fatica immane e quel verso esce, esce abbastanza forte da essere udito dalla ragazza. Si maledice per questo, si maledica con tutto se stesso per aver lasciato trasparire tale sentimento e succede proprio quello che avrebbe voluto evitare, domande sulla sua salute. Prende un lungo respiro, un profondo respiro prima di dire cosa effettivamente accade al suo corpo<Dovrei avere della costole rotte. Almeno credo>con la destra va a tastare il fianco cercano di capire se è davvero così. Mette una piccola pressione per poi sentire un dolore lancinante, un qualcosa di immenso che gli fa vedere le stelle in tutte le loro forme<Decisamente sono rotte>afferma con più sicurezza questa volta arrivando alla conclusione che deve farsi vedere, ha bisogno di un medico per essere curato, per essere rimesso in sesto. Nemmeno lui sa come riesce a camminare, a reggersi in piedi, a parlare persino, non ha idea di di dove trovi tutta quella forza dentro di se eppure riesce a portarla all'esterno cercando di essere sempre sereno alla vista degli altri. Nota la preoccupazione sul viso di Kouki, una preoccupazione sincera per le condizioni dell'albino. Non se lo sarebbe mai aspettato dalla genin, ha sempre cercato di avere un approccio distaccato, di essere fredda con tutti quanti e sapere che si preoccupa per lui lo rende quasi onorato e felice<Già e tra un po' lo ufficializzeremo>sono sposati davanti agli occhi degli Dei, si sono uniti sotto i loro sguardi ma non lo sono ancora legalmente, hanno bisogno di una cerimonia per ufficializzare tutto quanto, essere davvero marito e moglie per chiunque. Non vede l'ora che arrivi quel giorno, il giorno del cambiamento di entrambi, in cui possono essere felici, essere tranquilli e vivere le loro vite. Un nuovo inizio incombe su di loro, una nuova storia sta per essere raccontata, nella speranza che sia più tranquilla possibile, senza colpi di scena, quasi noiosa ma felice, questo vuole. Alla domanda posta sente come il tono della ragazza cambia improvvisamente, una piccola nota di rabbia viene percepita, viene recepita dalle orecchie del Jonin portandolo a guardarla. Gli occhi si portano su di lei sentendo quelle parole, quelle affermazioni e un tuffo al cuore lo pervade; sta male, sta male e non sa niente, lui, il suo sensei, non sa niente delle condizioni della propria allieva prediletta, non ha idea di cosa le stia accadendo. Ancora il cuore piomba a terra, sempre più giù; il "lei" viene tolto per dare spazio a un semplicissimo "tu" e la cosa più brutta è che è proprio lui che la sta facendo soffrire così tanto. Non se ne capacita, non sa come può essere possibile una cosa del genere, eppure non ha fatto davvero niente, non ha idea di cosa passi per la mente della ragazza al momento. Non risponde a quella domanda, posa lo sguardo sull'erba del prato, osserva il suo solo inspirando ed espirando l'aria<Parlare è un buon modo per sfogarsi>comincia con il suo breve dire verso la ragazza per poi alzare nuovamente lo sguardo in sua direzione<Parlami, cosa è successo?>vuole sapere ogni cosa, vuole sapere tutto quanto ed è determinato. [Chk on]

Raido a cena

20:07 Kouki:
  [Colline] Sente le parole di Raido riguardo il suo stato fisico… le costole rotte, ma non va a seguire il suo gesto. Costole rotte per salvare un matrimonio? Ovvio che deve essere successo qualcosa. Non dice nulla, la sua mente assimila quell’informazione, ma la sua bocca non emana nessuna parola. Non ancora al momento, non prima di aver fatto passare qualche istante. <Come si è rotto le costole? Non si è fatto vedere da qualcuno?> un medico, uno specialista, chiunque. Lei non pensa di avere abbastanza conoscenze per essergli d’aiuto. Lontana con la mente, ascolta le parole sull’ufficializzare, ma lei si lascerebbe prendere solo da una piccola curiosità. <Chi sarebbe tua moglie?> spontanea, incuriosita, anche se lo sguardo vuole rimanere freddo. Si sente vuota, spenta… almeno fino a quando, appunto, non è Raido con le sue parole a farle ribollire il sangue, e la sua testa inizia ad avere degli alti e dei bassi. L’animo si contorce, la confusione prende piede. Questi continui sbalzi di umore non le fanno per niente bene, non la rendono una persona equilibrata. Scuote la testa, cerca di liberarsi di quella voce che le urla nella testa, che la spinge alla rabbia, alla violenza. Non sarebbe saggio, non sarebbe produttivo… ma si sa, finisce sempre per fare gli stessi errori. Alzarsi ora, andarsene appena in tempo, prima di potersi pentire di quello che potrebbe dire o fare, forse potrebbe aiutarla a salvare l’unico rapporto che ha. Eppure era la stessa cosa che aveva provato a fare con Nahira, e non ha funzionato… voleva in un qualche modo evitare di farle del male, e invece allontanandosi teme di aver fatto proprio quello. Alla fine è sola. Continua la sua lotta interiore con sé stessa, nella vana speranza di riuscire a comportarsi come si dovrebbe fare. Ma non ha insegnamenti, non ha un’educazione, non ha punti di riferimento, non ha idea di cosa sia giusto o sbagliato. È confusa, non fa altro che sentirsi in questo modo ormai, non ha un attimo di pace, non ha nessuna sicurezza. Le mani vengono strette, chiuse a pugno, mentre alle sue orecchie Raido sembra rendersi disponibile all’ascolto. Lei rimane in silenzio, gli occhi puntanti verso le proprie ginocchia. Sfogarsi, dovrebbe davvero farlo? <Se io ora mi mettessi a parlare, a sfogarmi. Tu te ne andresti e io rimarrei ancora sola.> un’altra piccola confidenza, il tono basso è solo un sussurro tra la paura e la rabbia. Dentro di sé un fuoco, nella sua mente le urla denigratorie della sua voce, gli occhi vengono portati di colpo su Raido. Uno sguardo freddo, tagliente, carico di rabbia che vorrebbe solo esplodere. No, non riesce, non riesce a trattenersi. <Te ne sei andato già. Mi hai lasciata in balia di cose che io non comprendo! Mi hai fatto provare emozioni e poi mi hai lasciata a combatterci da sola! Io non ne sono in grado sensei!> le labbra si serrano, il viso si incupisce carico di rancore e tristezza. <Sono venuta a conoscenza di quello che pensi di me attraverso una sconosciuta di Konoha! Mi sarebbe piaciuto sentirlo direttamente da te! Sono successe cose e io ero sola! Io sono sempre sola!> il tono ora si fa leggermente più alto, vomitando tutto quello che sente e prova, senza una logica, senza capirne qualcosa nemmeno lei… semplicemente apre la bocca e si lascia andare ad uno sfogo che spera non porti alla fuga del suo sensei. Il corpo ora prende a tremare, anche se lievemente, si sente di nuovo bruciare gli occhi e le sente… sente la sensazione delle lacrime. <No, non di nuovo.> mugugna, con una nota di disperazione. Non vuole quelle sensazioni, non vuole piangere e stare male. La fronte viene riportata sulle proprie ginocchia e le mani portate fra i suoi capelli. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

20:36 Raido:
 Una bella domanda, giusta come domanda eppure la risposta è tanto lunga quanto complessa da spiegare ma oramai si trova li, il pericolo è scampato completamente. Nessuno corre più rischi, nessuno rischia più di morire in questo momento, ne lui, ne gli Hyuga, ne tutti quelli che vi sono attorno. Tutto si è risolto e parlare di questa faccenda non è più un rischio ma si trattiene; qualche secondo passa mentre pensa se deve dire davvero quello che è successo oppure solo in parte rivisitando la storia, è difficile ma alla fine si lascia andare<Lei ha avuto dei problemi con alcuni brutti ceffi, ha chiesto il mio aiuto per combatterli ma si è rivelato più difficile del previsto. Erano ninja altamente qualificati quelli da affrontare, ninja paragonabili a Jonin, se non più forti e potenti>sta raccontando tutta quanta la storia, solo in chiave più fiabesca per renderla più appetibili per la giovane, renderla più avvincente che mai<L'hanno minacciata e sono intervenuto. Li abbiamo sconfitti tutti quanti ma uno di loro mi ha dato un pugno troppo forte>si massaggia la parte offesa e dolorante. Dire forte è estremamente riduttivo, una vera e propria montagna gli è venuta addosso, un macigno in piena regola si è abbattuto su di lui portandolo a usare tutto il suo potere pur di batterlo definitivamente. Per la prima volta ha usato quel potere in uno scontro, ha portato tutto quanto se stesso al limite pur di vincere a qualsiasi costo e gran parte del danno viene dall'utilizzo del sigillo; sente il fisico logorato da quel potere, il dolore che esso gli provoca ogni qual volta lo attiva e ne scatena la forza. Sa di doverlo usare di rado, con parsimonia se non vuole rivedere i propri genitori prima del tempo<Non ancora. Io e gli ospedali ci vediamo troppo spesso ultimamente>risponde alla seconda domanda ma è vero, negli ultimi mesi ha passato più tempo in ospedale che in qualsiasi altro luogo. Conosce perfettamente tutti i medici di Kusa, dal primo all'ultimo e ora conosce anche qualche medico di Iwa, un posto che non c'entra niente, un paese che non ha mai visitato eppure ne conosce l'ospedale per via della sua idiozia. Porta lo sguardo verso il cielo, la mente immagina il viso di Kaori, lo vede formarsi dinanzi ai propri occhi<Si chiama Kaori, Kaori Hyuga>il suo nome e ogni volta che la pensa il cuore batte, batte forte. Anche in questo momento non vede l'ora di rivederla, non vede l'ora di tornare tra le sue braccia e godersi ogni attimo della vita. Hanno patito troppo in poco tempo, hanno sofferto più di chiunque altro ma il riscatto sta per arrivare anche per loro, stanno per vivere la vita che hanno sempre sognato. Prima, però, deve risolvere il problema con Kouki, capire cosa ha fatto per averla fatta soffrire talmente tanto. Riporta lo sguardo su di lei osservandola, ne osserva le movenze, il suo stare rannicchiata su se stessa e quella prima frase<Non me ne andrò>non promette niente perchè non serve a niente, la sua parola è già di per se una promessa, una cosa a cui bisogna credere e poi ecco lo sfogo. Resta in silenzio ad ascoltare il di lei dire, quelle parole vengono fuori con un misto di rabbia e tristezza. Ogni parola è una coltellata al cuore, un colpo diretto che viene affondato sempre di più, centimetro dopo centimetro perforandone il petto; si sente in colpa per quello che è successo, in colpa per averla abbandonata ma mai avrebbe creduto che si fosse affezionata tanto, mai avrebbe pensato di essere entrato così in profondità nella sua vita. Poggia la mano destra sull'erba, si fa forza avvicinandosi alla genin, tiene a bada il dolore anche se non per molto, tiene a freno tutto quanto cercando di arrivare a toccare il di lei fianco con il proprio corpo. Il braccio destro si alza andando ad allargarsi oltre le sue spalle, poggia la mano sul braccio per poi avvicinarla a se e avvicinarsi a sua volta cercando di abbracciarla, sempre se l'altra glielo avrebbe permesso. Va ad abbracciarla, a stringerla contro il proprio petto cercando di calmarne le lacrime<Non ti lascerò più da sola, te lo prometto>e questa volta, invece, promette. Promette in modo sincero, una sincerità percepibile sia dal tono usato che dai gesti fatti<Sei la mia allieva, la mia piccola Kouki>si, la sua piccola Kouki perchè è così che la vede, come fosse...sua figlia. [Chk on]

20:59 Kouki:
  [Colline] Ha davvero paura, ha paura di quello che le potrebbero portare le emozioni. Non vuole la rabbia, la tristezza, le lacrime… vuole tornare come prima, vuole tornare ad essere una persona incapace di provare sentimenti, incapace di soffrire. Nasconde il viso, non vuole farsi vedere in quello, come se facendo in quel modo potesse arrestare il corso delle sue lacrime. E per ogni dimostrazione emotiva, una cicatrice si riapre, le fa male. Ad ogni dimostrazione emotiva sente che Otsuki potrebbe farle del male. Questo alimenta la sua paura e la sua rabbia, in un turbinio di emozioni, sensazioni e ricordi che non riesce a gestire. Sente ogni parola che Raido dice… ogni sua domanda trova una risposta, il sapere per quale motivo se ne sia andato, la sua amata in pericolo. Ma lei non concepisce questo genere di azioni, non che sia contraria, ma perché proprio non ne conosce i sentimenti che stanno alla base. Andare in aiuto di qualcuno a cui si tiene. Perché? Il sentimento potrebbe davvero essere così forte da spingersi a rischiare per gli altri? Ma poi verrebbe spontanea la domanda successiva verso sé stessa. Lei sarebbe in grado di sentire un sentimento del genere? Lottare per qualcuno, difendere qualcuno? Si sente strana, diversa, vuota da tutto quello che per gli altri, a quanto pare, è la normalità. Né avverte un sentimento forte che lei non conosce mentre pronuncia il nome della ragazza che dovrebbe essere sua moglie. Cerca di immaginarsela, cerca di immaginare il tipo, la voce, il temperamento. Non prova invidia, non prova rabbia, sembra che quello che ha guidato Raido a Konoha sia qualcosa di bello, anche se lei non riesce a comprenderlo. Rimane in silenzio, nel fremito del suo corpo, chiusa in sé stessa cercando di elaborare tutto quello che le viene detto. Nella sua mente non c’è ordine, i pensieri si accavallano tra loro portandola in uno stato di squilibrio totale. Lui le da’ delle certezze, eppure non pensa di credergli fino in fondo. Lo sentirebbe muoversi dopo quel suo sfogo, avvertendo il suo corpo vicino al suo… troppo vicino, decisamente troppo. Qualcosa scatta nella sua testa, un allarme, un qualcosa che non dovrebbe essere fatto, scattano una serie di sensazioni negative che nascono dai ricordi confusi. Lo sente vicino e si irrigidisce, sente il braccio sollevarsi su di lei e non riesce a trattenersi. Con uno scatto cercherebbe di allontanarsi, come se il corpo stesso di Raido scottasse troppo. Scivolerebbe di lato, espressione spaventata che si punta di colpo negli occhi del sensei, mentre la mano destra andrebbe ad afferrare il braccio sinistro… stringendolo, stringendo quelle cicatrici. Uno sguardo terrorizzato, ma anche sorpreso da quella sua stessa reazione. <Scusi… non pensavo…> sussurra appena, la voce rotta da quel pianto troppo trattenuto. La sua mente lo ha visto come una minaccia, la sua figura pare essersi accavallata con quella dell’altro uomo. Ascolta le sue parole, che non fanno altro che far esplodere dentro di lei il calore della felicità. Eppure non sa cosa rispondere, e la ragazzina si limita a portare le mani sul proprio viso, nascondendolo, per poi lasciarle scivolare fra i capelli, sulla testa. <Ho sentito la sua mancanza. Io lo so… lo so che non piaccio. So che sono arrogante, presuntuosa… so che ho bisogno di essere perfetta e migliore degli altri, in ogni campo.> pronuncia quelle parole con sincerità, avrebbe tanto voluto essere in grado di parlare in questo modo anche con Nahira. Ma lei sta elaborando solo ora. <So che sono strana.> gli occhi vengono chiusi e la fronte corrugata, come se non stesse capendo. <Però ormai ho capito che non voglio stare sola.> riesce finalmente ad ammetterlo, così come era riuscito a dirlo in presenza della genin di Konoha, ma non era riuscita ad evitare una scenata. La voce tremola, il viso è rigato dalle lacrime. <Ma ci sono cose… che io non capisco, cose che magari per voi sono semplici. E… tutte quelle cose che mi sono successe…> si blocca, si morde il labbro inferiore, abbassa il viso. Sa che il suo sensei non l’ha abbandonata per davvero, sa che è andato a fare qualcosa di importante… eppure le è mancato nei momenti più importanti. Le è mancato qualcuno a cui fare riferimento. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

21:32 Raido:
 Il passato della dev'essere davvero terribile, qualcosa di spaventoso, non solo per le cicatrici sulle braccia ma per la reazione quando tenta di abbracciarla per consolarla. Osserva stupito quel movimento, sguscia via lontano non facendosi toccare; nota il terrore nei di lei occhi, un terrore mai visto prima in lei come se avesse paura di subire un nuovo tipo di tortura. Resta sorpreso, molto più di quanto si pensi, gli occhi vengono leggermente aperti più del normale, la bocca assume una forma tipicamente a O ma molto meno estremizzata. Chissà cosa ha passato per arrivare a tanto, cosa ha provato per giungere a una reazione così drastica. Solo domande nella mente dell'albino, domande che si susseguono una dietro l'altra per capire cosa le sia successo ma è ancora troppo presto per fargliele, troppo presto per indagare in modo approfondito sul di lei passato. Non vuole scatenare nuovi ricordi, non vuole farle provare ancora dolore o sofferenza più di quello che ha già fatto involontariamente. Ne sente quel breve dire, quelle tre piccole parole per poi chiudere la bocca, chiudere gli occhi andando a sorridere; con la mano fa forza sul suolo cercando di alzarsi e rimettersi in piedi ma il costato fa ancora male, un male troppo grande<Argh>ancora quel vociare di dolore fuoriesce dalla di lui bocca, un dolore che non controlla più, o quasi. Lo tiene a bada con tutte le energie rimastegli, ogni briciolo di forza e autocontrollo servono per tenere sotto scacco quel punto del proprio corpo<E' tutto a posto>va a dire a quel "scusa", non ha bisogno di scusarsi, non ha fatto niente, anzi, forse è lui che sbagliato, avrebbe dovuto tenere le distanze da lei, almeno per il momento. Stare in piede, tenere il corpo diritto e rilassato tiene il dolore lontano dalla mente, gli basta non muoversi, non fare movimenti bruschi per stare bene e in pace con il mondo eppure la pace sembra qualcosa che non vuole arrivare, anzi, tenta sempre di allontanarsi dall'albino, grazie alle parole della genin. Le sente, sente quella cascata di parole che si abbatte violenta su di lui, parole dure rivolte a se stessa che vanno a scombussolare l'animo stesso del Jonin, parole che non comprende a pieno ma sicuramente non condivide, non condivide nessuna di quelle parole. Sorride, però, alla fine mentre muove la testa in senso di dissenso<Non è vero, tu mi piaci e non hai bisogno di essere perfetta e migliore degli altri>non esiste la perfezione e ricercarla significa soltanto perdere se stessi, perdere il proprio io, smarrirsi per la strada. E' come cercare l'immortalità, è impossibile, dannatamente impossibile<E non sei nemmeno strana>si umetta le labbra, il capo si abbassa per qualche secondo per poi sollevarsi nuovamente verso di lei<Kouki, sii te stessa. Non dare retta a quello che dice la gente. Tu sei perfetta così come sei e...non sei più sola. Ci sono io con te adesso e affronteremo ogni problema insieme, uno dopo l'altro>è convinto di ogni singola parola, convinto di poterla aiutare, di poter stare al suo fianco come un vero sensei farebbe, come farebbe un vero insegnante<Puoi sempre contare su di me e non pensare mai, nemmeno per un secondo, il contrario. Chiamami e arriverò, anche se dovessi essere a 1000 chilometri di distanza, arriverò>come farebbe con tutte le persone a cui tiene veramente alla fine ma non lo nega. Cerca di farle capire cose al quanto complesse e difficili ma col tempo ci può riuscire. [Chk on]

21:59 Kouki:
  [Colline] Sta prendendo consapevolezza di sé stessa, e con quelle parole è come se stesse cercando di mandare un segnale di aiuto verso il suo sensei. Non si aspettava quella sua stessa reazione quando lui le si è avvicinato, dato che per il momento è stata vicina solo a delle persone femminili, e non pensava che potesse provare quella sorta di paura verso il sesso opposto. Respiri profondi vengono compiuti mentre cerca di calmarsi, mentre cerca di appianare i suoi sentimenti. Il sensei si alza a fatica, si sforza senza nemmeno soffocare quel dolore che sente al fianco… e per un attimo la ragazzina scorge una nuova paura, quella che lui se ne stia andando via per il suo comportamento. Eppure le parole che vengono dette le riportano una certa calma. Non ha bisogno di scusarsi, quindi non ha rovinato nulla col suo atteggiamento. Un sospiro flebile viene emesso dalle labbra, e gli occhi si puntano nuovamente sul ragazzo. Lentamente anche la ragazzina andrebbe a fare leva con le braccia per alzarsi dal terreno, movimenti che potrebbero sembrare quasi automatici. Con forza sta cercando di vincere la sua battaglia, con forza cerca di ignorare quella voce che sibila nelle sue orecchie. Lo osserva con attenzione mentre l’altro va a sorridere e a rivolgere verso di lei quelle esatte parole. Difficili non da comprendere, ma da mettere in atto. <Come posso essere me stessa se non so come sono?> espone quella sua domanda, anziché tenersela per sé, un sibilo verso di lui che nasconde della frustrazione per sé stessa. Scuote appena la testa, piano, lentamente, chiudendo per un attimo gli occhi prima di tornare sul viso di Raido. <Sono strana, lo so. Molto confusa, ma so che quello che sento nella mia testa non è normale.> sono parole molto precise, parole che per un attimo solo lasciano a nudo qualcosa di molto profondo insito in lei, nella sua mente. Lascia intuire un qualcosa che potrebbe però anche sfuggire. Sente quelle parole di vicinanza, la felicità che ormai ha imparato a riconoscere, eppure non si discosta dal dolore. Una mano. la destra, viene quindi alzata e portata al livello del torace, dello sterno. <Non so… se posso.> una pausa, una pausa molto lunga… ed eccola che torna a chiudersi, lentamente. <Non so se posso provarle queste cose.> c’è molto che vorrebbe dire, molto che vorrebbe confidare a quel sensei verso il quale sente un attaccamento che nemmeno lei credeva. Quel sentimento che sente nei confronti dell’altro uomo, molto simile, ma più malato. Mentre invece quello con Raido dovrebbe essere considerato quello giusto. <Vorrei dire o fare delle cose, ma credo di non doverlo fare.> decisamente non sembra molto comprensibile il suo dire… il viso viene abbassato, e gli occhi si puntano sul terreno, mentre la fronte si fa corrucciata. Tuttavia qualche passo viene mosso per cercare di riportarsi un po’ più vicino a Raido, frontalmente. Piccoli e lenti passi, mentre lo sguardo torna a puntarsi su quello del sensei, sollevando il capo. <Voglio essere la sua allieva, vorrei che lei sia il mio sensei. Vorrei imparare molte cose da lei, migliorare, comprendere quello che mi circonda… però…> si ferma, chiude gli occhi in maniera forte, cerca di scacciare quella voce che imperterrita le parla, urla. <Rischierei di fare o dire cose che mi sono proibite.> ormai ne è certa, anche se non c’è più Otsuki a punirla, nella sua testa è rimasta questa malsana certezza che le impedisce di lasciarsi andare completamente. E il peggio è che non ha nemmeno intenzione di voltare le spalle quello scienziato. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

Freeze

18:05 Raido:
  [Colline] E' rimasto sorpreso nella di lei reazione ma non più di tanto, è una sorpresa molto tranquilla, molto più pacata. Osserva la genin, la squadra fino in fondo notando i graffi sulle di lei braccia oramai cicatrizzati, una caratteristica che fino ad ora non gli è mai saltata all'occhio eppure è proprio quello il problema. Chissà cosa ha patita la giovane per avere dei segni del genere, chissà il suo passato quali ombre ha, quali segreti nasconde. Non ha idee, non può fare supposizioni su tale argomento ma se un giorno, casomai, dovesse scovare chi le ha fatto questo, potrebbe pagarla cara, molto cara. Nessuno può toccare un suo allievo, nessuno può fare del male a uno di loro e sperare di passarla liscia. Così come è corso in soccorso di Kaori per salvarla da quella terribile vicenda, allo stesso modo correrebbe in soccorso della Yakushi per difenderla da chi vorrebbe farle del male e da chiunque osi renderla triste. Sorride verso di lei mentre questa cerca di calmare quella paura che pervade i suoi occhi, una paura difficile da capire e comprendere. Con il tempo potrebbe farlo, potrebbe riuscire a capire cosa tanto la spaventa e forse poterla aiutare ma non è questo il giorno, non è questo il momento per fare altre domande. Le ha fatto male, indirettamente lo ha fatto e deve rimediare a questo, rimediare in qualsiasi modo. Ode la domanda, una giusta domanda e la risposta è difficile, molto difficile da dare specialmente per una ragazzina così piccola, una bambina alle prime armi con la vita. Conoscere se stessi è il più grande problema della vita, sapere chi si è. In pochi lo sanno e in tanti si perdono durante la via alla ricerca di tale risposta ma il segreto è accettarsi, solamente accettandosi si può capire chi si è veramente<Beh, da dove vengo io c'è un modo per capirlo>riflette ripensando ai propri allenamenti con Hotsuma in passato, riflette su ciò che il suo sensei gli ha insegnato in quasi 10 anni di allenamento che lo hanno visto essere sottoposto a prove dure per tempralo, non solo nel fisico ma anche nella mente<Chiudi gli occhi, sgombra la mente e pensa. Pensa solamente a te stessa, al tuo modo di agire, a quello che vuoi dalla tua vita, quello che vuoi fare in futuro e come vorresti che gli altri ti vedessero>è un esercizio difficile quello a cui vuole sottoporre la ragazza ma è il suo lavoro, no? Farle da sensei anche in queste piccole cose e non solo nel mondo ninja, esso non è altro che una piccola parte di un universo più grande e indefinito. Loro non sono che formiche, piccoli oggetti guidati dal fato per il suo divertimento. Finalmente i dubbi che aleggiano intorno al cuore di Kouki vengono lentamente a galla e grazie alle di lei parole riesce a capire, a grandi linee, cosa vi è che la tormenta. Comincia a provare sentimenti, comincia ad affacciarsi al mondo e scoprire quelle sensazioni che dona la vita, sentimenti di ogni tipo, dalla gioia alla felicità, alla tristezza alla gioia. Sta crescendo, piano piano cresce anche lei imparando cosa voglia dire essere un essere umano<E' tutto normale. Stai crescendo Kouki e quello che provi è la naturale evoluzione del tuo io. Sono i sentimenti. Rabbia, dolore, gioia, tristezza, felicità, tutto quanto fa parte della sfera emotiva. Puoi provarli tutti e capire quali di essi sono un bene e quali un male>non tutti i sentimenti sono benefici e molti di essi portano alla distruzione interiore dell'uomo ma non finisce qui e il dire della ragazza continua senza sosta. Comincia ad aprirsi sempre di più verso il Jonin, parla di ciò che prova e sente, parla dei suoi dubbi in merito a tutto questo. Nuovamente sorride, china il capo sorridendo<Sono il tuo sensei, con me puoi parlare di qualsiasi cosa. Non ti è proibito niente, devi sentirti libera di dire ciò che vuoi e io ti aiuterò a crescere>rinnova la sua promessa, rinnova quella promessa di aiutarla a diventare grande, forte e in grado di fronteggiare la vita a testa alta<Insieme capiremo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. D'accordo?>. [Chk on]

18:28 Kouki:
  [Colline] Sta cercando di fare dei ragionamenti, provando a far capire qualcosa di sé a Raido senza però potergli dire tutto. Un blocco mentale che non fa altro che procurarle sofferenza, cosa che non prova invece quando riesce ad essere fredda e distaccata. È evidente che vorrebbe dire, ma non può, e tutto questo rende la situazione davvero pesante e frustrante per lei. Non può certo raccontargli tutto, ma forse potrà dirgli qualche cosina, non ci dovrebbe essere nulla di male, giusto? Rimane in ascolto delle sue parole, attendendo delle spiegazioni, dei consigli… non ha mai parlato con nessuno in quel modo così aperto. Lo osserva mentre il sensei va a parlare di un metodo per capire sé stessi e il viso si corruga. Non crede di esserne capace, tuttavia andrebbe a chiudere gli occhi, provando subito in quel momento quella strana meccanica. Certo, forse non sarebbe il momento esatto, data la mente confusa della ragazzina, eppure ci prova davvero, con forza e determinazione. Silenzio, mentre con la mentre cerca di capire cosa voglia per sé stessa, ma il viso non può che incupirsi… per quanto si sforzi non riesce a capire se quello che vuole arriva da sé stessa o dalle parole dello scienziato. Come vorrebbe farsi vedere dagli altri? Vuole essere superiore, ma ancora una volta la domanda è sempre la stessa… è lei che lo vuole, o l’altro uomo? Confusa, sempre più confusa. Gli occhi vengono riaperti mostrando una certa sconfitta. Non ci riesce. <E’ complicato.> sussurra appena verso il sensei, mentre le braccia rimarrebbero inermi lungo i suoi fianchi. Un viso stanco, scocco, frustrato. La testa le fa male e inoltre è difficile concentrarsi con una voce nella testa che non fa altro che deriderti. Scuote il capo, prima lentamente e poi con forza, come se stesse cercando di scacciare quel sibilo dalla sua mente. Le parole di Raido continuano lievi nella sia testa, il suo sorriso è sincero e pare rassicurarla con quel modo di fare… il dolore diminuisce, sente che il cuore inizia a farle meno male, eppure l’animo continua a muoversi torbido dentro di lei. Eppure si incupisce nuovamente, vorrebbe fargli capire, ma non riesce. Vorrebbe essere sincera, ma non crede di poterlo essere. Sente le parole crescerle nella gola e posizionarsi sulla punta della propria lingua senza poter dischiudere le labbra e lasciarle libere. I pugni vengono chiusi e il capo scosso nuovamente, con forza. <Non posso provare questi sentimenti. Mi è proibito.> ribadisce ancora una volta, il tono di voce leggermente più alto, secco, ma tremolante mentre la mano destra va a posarsi sul braccio sinistro, e le proprie dita accarezzano quelle cicatrici che ancora le stanno facendo male. Un male collegato a qualche ricordo. L’ombra della punizione grava su di lei, anche se fisicamente quello scienziato non è certamente lì pronto a colpirla. <Capire ciò che è giusto e sbagliato.> sussurra riprendendo le parole del sensei, il tono torna basso, sibilante. Gli occhi dorati sembrano farsi sempre più lontani, e il viso assume un’espressione distante. Sta scivolando via molto lentamente, incapace di comprendere cosa sia giusto fare al momento. < In realtà più o meno mi è stato detto chi sono.> dopo un lungo momento di silenzio, la sua vocina torna a farsi sentire, fuoriuscendo dalle sue labbra e cercando di raggiungere le orecchie del sensei. Lo ha affermato così, senza pensare, perché forse è in quel modo che potrà finalmente convincersi a dirgli qualcosa. Gli occhi vengono chiusi e il viso viene stravolto da un’improvvisa mutazione emotiva. Dal nulla scatta la rabbia e una nuova paura, e le mani vengono portate alla testa. <No! No!> urla contro sé stessa, contro quella voce che le intima il silenzio. Di certo, non sta dando prova di un grande equilibrio. <Sta zitta!> solo esasperazione dalla sua voce, una rabbia profonda che la porta a stringere le dita sui suoi capelli, in una presa ferrea. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

18:54 Raido:
  [Colline] La osserva concentrarsi su se stessa e sul proprio io interiore, osserva quella concentrazione per capire chi lei sia. E' un esercizio molto difficile, non tutti lo portano a termine; la maggior parte di essi si arrende al primo tentativo trovandolo impossibile ma solo chi è forte può provare a capirlo, solo chi è veramente forte può riuscire ad arrivare al punto focale di tutto quanto. Lui ci è riuscito ma dopo quanto tempo? Non di certo sul momento, ci ha messo giorni, forse settimane per arrivarne a capo e ancora adesso ha qualche dubbio su se stesso. Piccoli dubbi che svaniscono con il tempo ma ci sono ed è questo il problema, dubbi che non dovrebbero persistere in un Jonin, in un ninja con alle spalle 16 anni di carriera, 16 anni in cui ha rischiato la vita in molti modi riuscendo a sopravvivere quasi per miracolo in molte missioni, come l'ultima affrontata con Kaori. Una missione molto complicata e pericolosa ma è sopravvissuto capendo cosa ha sbagliato e cosa ha fatto bene, cosa lo ha aiutato e cosa lo ha portato a prendere colpi su colpi fino a ridursi con un fianco praticamente spappolato e semi distrutto. Gli fa ancora male, tremendamente male ma lo stare in piedi, fermo in quella posizione lo aiuta enormemente, lo aiuta a resistere alla tentazione di urlare. Chiude gli occhi per pochi secondi andando a concentrarsi su se stesso, a concentrare la mente altrove per non pensare al dolore. In altre occasioni avrebbe portato la mente in direzione di Kaori visualizzando il di lei ma ora, invece, la porta completamente su Kouki, sulla sua allieva. Solleva le palpebre riportando le iridi su di lei, torna a guardarla tentare quella piccola operazione avente una grande importanza e sorride nel sentirle dire quella parola<Lo so>commenta tranquillo, non è ne arrabbiato ne deluso ma è soddisfatto che ci abbia provato e quella soddisfazione è ben visibile sul di lui<Io stesso ci ho messo settimane a capirlo replicando questo metodo giorno dopo giorno e voglio che tu faccia lo stesso. La sera, prima di andare a dormire, provaci. Affronta questo allenamento tutti i giorni e quando riuscirai a capirlo potrai cominciare a realizzarti>le sta dando i compiti a casa in pratica, un allenamento da fare tutti i giorni fino a che non abbia capito chi è veramente. Nemmeno l'Oboro sa chi sia davvero Kouki, non lo sa perfettamente in quanto mai si è aperta con lui ma ben sa che ci vuole tempo per queste cose, un tempo che varia da persona a persona. Per alcuni è istantaneo, per altri è più difficile, deve avere solo la pazienza di aspettare l'arrivo di quel giorno, niente di più, niente di meno. Le parla, le spiega dei sentimenti, quello che può provare, le dice i loro nomi e poi quella frase lo porta a strizzare gli occhi. Qualcosa si addentra nel di lei passato, qualcosa di estremamente crudele che la porta a fare simili affermazioni. Lo sguardo diviene serio, ha capito che qualcosa non va<Non ti è proibito e chiunque te lo abbia detto sta sbagliando. Non lasciare che qualcuno ti impedisca di vivere la vita come vuoi tu. Siamo noi a crearci il nostro destino, non gli altri e se qualcuno ti dice il contrario verrò io a zittirlo>nessuno può ridurre così la sua piccola allieva, nessuno può permettersi di mandarla così tanto in crisi<Crea da sola il tuo destino, non permettere a nessuno di comandarti e decidere per te>un consiglio da qualcuno più grande ed esperto di lei, qualcuno che ha provato sulla propria pelle tali sensazioni e sa cosa significa. Il passato della ragazzina, però, sembra tornare a galla sempre più forte e la reazione alla propria frase è quanto di più violento abbia mai visto. Si avvicina, lentamente, non vuole farle del male, non vuole farle niente di male ma solo avvicinarsi a lei e, se ci fosse riuscito, se fosse giunto dinanzi a lei andrebbe a inginocchiarsi. La gamba destra si piega poggiando il ginocchio sulle erba mentre la sinistra viene piegata di 90 gradi con il piede attaccato sul suolo. Guarda la ragazza negli occhi<Tu sei Kouki, genin di Kusa, allieva di Raido Oboro. Questo è importante. E' importante quello che sai adesso e quello che sei adesso>qualche piccola parola per consolarla, per renderla più forte, più sicura di se e impedire nuovamente una reazione del genere, troppo violenta per i propri gusti<Ti fidi di me?>allarga le braccia, le mani sono aperte. Non vuole commettere lo stesso errore di prima e questo volta non si muove, non muove un muscolo lasciando a lei la decisione. [Chk on]

19:17 Kouki:
  [Colline] Quel suo tentativo fallito, le porta a credere che in un qualche modo è una delusione per il giovane sensei. Si sente inadatta, si sente sconfitta, sente la punizione arrivarle sulla pelle. Non può permettersi di fallire, non può permettersi di perdere ed essere inferiore a qualcun altro. Eppure le parole di Raido in un qualche modo spazzano via quella sua convinzione. Non è deluso, non è arrabbiato, semplicemente sorride, sembra soddisfatto in un qualche modo. Espressione sorpresa mentre sente le sue parole e le da’ quei compiti a casa. Ogni sera, prima di dormire… certo, se mai riuscirà a dormire in maniera decente. Eppure porterà a termine quei compiti. Annuisce, lentamente, ma sul suo viso si potrebbe notare ancora una volta una briciola di quella determinazione che solitamente le brucia dentro, e che ora sembra soffocata dalla confusione. <Lo farò.> sussurra appena, verso di lui, il tono secco, prima di tacere di nuovo. Non può che sentire ogni volta quel misto di felicità e dolore ogni volta che Raido le parla. Felicità nel pensare a lui che si preoccupa e le consiglia… dolore nel pensare alla probabile rabbia di Otsuki. Si sente dilaniata in due, così come lo è la sua mente. Divisa fra lei come deve essere, e l’altra come è in realtà. Dolore che si accentua non appena il sensei parla di destino, di scelte che bisogna prendere della propria vita. Il dolore si fa intenso, andando di pari passo con la consapevolezza che Raido le sta portando. <Io… so qual è il mio destino.> mormora appena, confusa, dilaniata da quel suo essere come lo scienziato la vuole. Quel destino le appartiene davvero? Eppure non sembra disposta ad abbandonare la strada che ha appena iniziato. Non riesce. Non permettere a nessuno di comandarla. Un nuovo flash nella sua mente, altri ricordi che vengono scatenati da quelle semplici frasi veritiere. Ricordi dolori, che lentamente potrebbe riuscire ad afferrare, per poi scivolarle via dalle dita. Il viso si fa dolorante e il tutto sfocia e si unisce a quella sua esplosione. Le dita vengono strette con forza tra i suoi capelli corvini, si procura del dolore nella speranza di zittire almeno per qualche minuto quella fastidiosa voce nella testa. La sua unica amica, certo, ma che non perde occasione di tartassare il suo povero cervello. Gli occhi rimangono chiusi, così come lei stessa si chiude nella speranza di contenere quello che potrebbe accadere. Un’ennesima esplosione, un’ennesima scena senza controllo. E non vuole perdere il controllo davanti a Raido, vuole ad ogni costo potersi controllare nuovamente, ma non sa come resettare il suo animo. <Se i sentimenti sono normali nella crescita di una persona, perché mi fanno così male?> un grido soffocato, mentre lotta contro sé stessa. Le parole del suo sensei sono così vicine, eppure lontane… la rassicurano, ma la confondono anche. Non riesce a distaccare la figura del sensei da quella dello scienziato, semmai le vede affiancate nella sua mente. Eppure i suoi occhi stanchi si puntano sulla figura di Raido che allarga le braccia e le pone quella fatidica domanda. Compie un passo avanti verso di lui, cosa vorrebbe per davvero? Cosa le dice di fare il suo istinto? Desidererebbe solo sentire almeno per una volta cosa voglia dire essere amati. Vorrebbe che almeno per una volta una mano adulta non si cali su di lei per ferirla. Eppure nella sua mente la voce urla un secco no. Nella sua mente tutto si ribalta e velenosa le riporta alla mente solo il dolore che le spetterà se deciderà di lasciarsi andare. Altre lacrime iniziano a scorrerle sulle guance, espressione che si fa sofferente e disperata, mentre solo una mano si distacca dalla sua testa per potersi allungare verso Raido. <… Non posso… non me lo permette.> sussurra verso di lui, anche se ha accorciato la distanza che li separa, anche se la sua mano quasi sfiora un braccio del sensei. <Sai, non posso proprio permetterglielo.> il tono della voce a questa frase, però, sembra farsi più secco, gelido e tagliente, mentre un piccolo sorrisino si delinea sulle sue fredde labbra. Un ghigno che non ha nulla a che fare con la ragazzina di qualche secondo prima. <Basta, sta zitta…> la mano destra tesa verso il sensei, ora viene portata alla propria bocca, il tono è tornato tremante… così dannatamente frustrante. E’ lì, vorrebbe azzerare la distanza fra lei e il sensei, ma la voce glie lo impedisce. Sa che appartiene al suo passato, ha la sensazione che si sia formata a quel tempo. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

20:26 Raido:
  [Colline] Gli basta quella semplice affermazione per capire quanto la di lei determinazione sia elevata, quanto quelle parole non sono buttate al vento. Crede in lei, è fiducioso, ha molta fiducia nelle di lei capacità e non solo, ha fiducia nella persona. Sorride nel sentirla parlare, sorride ancora più soddisfatto di prima perchè è così, lei ci prova e sa che, presto o tardi, ci potrebbe anche riuscire, persino meglio dello stesso Jonin. Fissa la ragazzina, la guarda mentre pensa a Kusa, essa vive in una situazione disastrosa. E' arrivato da Kiri convinto di andare ad abitare in un paese tranquillo, la cui quiete l'avrebbe fatta da padrone e la noia sarebbe sopraggiunta presto ma non è così. Nel paese dell'erba accadono molte cose strane, molti avvenimenti strani e situazioni al limite dell'incredibile; ha visto cose molto al di sopra del normale da quando è qui e man mano che va avanti capisce che il paese ha bisogno di essere seguito in tutta la sua interezza. Non da colpe a Yukio, come Kage mantiene Kusa in pace e non può occuparsi di ogni singolo allievo presente sul suolo kusano, così come non può dar retta a tutti gli shinobi. E' un lavoro difficile da stabilire ma se si riuscisse a rendere partecipi tutti i sensei dell'accademia, se si riuscisse a portarli verso gli alunni in modo più diretto, a seguirli singolarmente nel loro percorso, forse le cose potrebbero cambiare. Certo, non sempre si arriva a un risultato soddisfacente ma almeno si può provare, tentare di mettere insieme una squadra per badare alle nuove leve di Kusa perchè è questo che sono i giovani ed è questo che è la stessa Kouki, il futuro dell'intero paese è nelle di lei mani così come è nelle mani dei suoi coetanei. Deve parlare con tutti i sensei del villaggio, deve parlare con tutti quanti loro, radunarli e cercare di convincerli ad agire nel suo modo. Basta avere ninja pieni di problemi e difficoltà in tenera età, basta avere ninja che, una volta cresciuti, sono potenziali minacce per la sicurezza dell'intero villaggio. Deve dare una svolta a tutto quanto e rendere il tutto più sicuro, agire nell'interessa della stessa Kusa. Nuovamente porta lo sguardo su Kouki nel sentire la risposta a quelle parole sul destino pronunciate prima. Ci crede, ci crede fermamente perchè è quello che ha vissuto lui. Gli Oboro lo hanno etichettato come inutile una volta scoperta la sua inadeguatezza nel richiamare lo Zan; secondo loro sarebbe dovuta finire li la sua carriera, avrebbe dovuto ritirarsi e smettere di essere un ninja. Non ha mollato, ha dimostrato a tutti quanti che si può essere forti e potenti anche senza l'uso dell'innata peculiare del clan, ha dimostrato di poter essere più potente di tutti loro messi insieme solo con le proprie abilità e, alla fine, è diventato il maestro di tutti coloro che lo hanno sempre criticato e giudicato. E' riuscito a plasmare il suo destino, a capovolgerlo interamente portandolo a suo favore<Non dirmelo, non voglio saperlo. Hai...11 anni circa, forse 12. Il tuo destino deve ancora essere scritto Kouki>si umetta le labbra ancora una volta<Non dar retta a chiunque ti abbia detto ciò, non pensare nemmeno per un secondo che una persona che ti dica il tuo avvenire sia la verità. Sei tu a dover scegliere il tipo di persona che vuoi essere e sulla base di questa scelta potrai decidere il tuo di destino>la scelta principale è di essere buono o cattivo. Una scelta che fanno tutti quanti a un certo punto della propria vita ma per lei è ancora presto, deve vivere ancora tutte le gioie che la vita può riservarle e donarle. Resta fermo inginocchiato al suo cospetto, le di le mani ancora sui capelli corvini, nota la forza impressa, lo nota dallo sbiancare delle nocche ma non la ferma, non vuole intromettersi, è qualcosa che deve risolvere da sola, o quasi. <Perchè sono veri. I sentimenti fanno male ma ci sono alcuni sentimenti che ti riempiono la vita di una gioia infinita. Può darsi che, ora, tu non mi creda ma è così>l'amore è il primo, un sentimento del genere è capace di scatenare una felicità senza eguali, una felicità infinita. il voler bene a una persona porta a questo e con il tempo, con il tempo la genin potrebbe capirlo e fare sue tutte queste sensazioni. Le braccia aperte pronte ad accoglierla nel caso prendesse la sua decisione e la vede, vede il dibattito interiore che l'affligge fino al sentire quella doppia voce. Gli occhi vengono sgranati e una nuova consapevolezza arriva: ha due personalità. La ragazza possiede due personalità ma è evidente la paura che prova verso se stessa<Tu sei più forte Kouki, puoi vincere>può vincere contro chi la blocca, può vincere contro le impedisce di lasciarsi andare<Io credo in te. Lasciati andare>crede in lei. Glielo ha ripetuto durante l'esame, glielo ha ripetuto durante le lezioni e glielo ripete anche adesso; crede in lei e crede nel suo avvenire<Credi in te stessa>avere fiducia in se stessi è forse una delle armi più potenti, una delle armi che può portare alla vera vittoria in ogni situazione ma c'è ancora una cosa che deve dirle, ancora una frase<Ti voglio bene>. [Chk on]

20:54 Kouki:
  [Colline] E’ Raido. In un certo senso è colpa sua, ma non in senso negativo. Lei si è sentita legata a lui per un motivo così assurdo, che ad occhi esterni potrebbe persino far ridere. Lui le ha fatto provare le sue prime emozioni, tutto ruota intorno alla sua figura e con il suo fare è riuscito a definire il distacco tra la ragazzina creata dallo scienziato e la ragazzina che vorrebbe essere sé stessa. Una divisione che però pare essersi creata già molto tempo addietro, un meccanismo di difesa. E ora la sua mente si sta ribellando a tutto quello che sta andando contro al normale scorrere delle cose, sta reagendo a tutti quelli che per lei non sono altro che degli shock. Robette di poco conto per gli altri, ma che per lei sono grandi come macigni. Con Nahira era riuscita ad andarsene prima che fosse troppo tardi… con lei era riuscita ad evitare il peggio, è scappata prima che potesse essere chiaro all’albina che la ragazzina stava parlando con qualcuno dentro la sua testa. È scappata per preservare quello straccio di rapporto che stava riuscendo a mettere in piedi. Ma ora non riesce più a correre via, le gambe sono molli come gelatina… e in un qualche modo chiede aiuto. Le sue parole riguardo al destino non fanno altro che renderla ancora più consapevole. Ha ragione, dannatamente ragione… perché dovrebbe continuare a farsi del male? Perché dovrebbe rimanere ancora attaccata a quel passato disastroso? Eppure non se ne vuole distaccare. Dentro di sé quel destino che è stato scritto per lei lo vuole percorrere. Ma ecco che sgrana gli occhi, ancora una nuova consapevolezza. Lei può seguirlo, può camminare su quel sentiero già tracciato, ma allo stesso tempo non condividere il fine ultimo. E’ possibile? Forse è per quello che vuole seguire lo stesso quello che le è stato detto dallo scienziato. Non per devozione, ma per altro… lei farà a modo suo. Non appena quella frase si imprime a fuoco nella sua mente, ancora una volta percepisce il sibilo velenoso della voce dentro di sé. Non è d’accordo e nuovamente le mani si stringono sulla sua testa. <Io… io posso scegliere.> mormora appena, gli occhi sempre chiusi, il viso rigato dalle lacrime. Piccole cose che riesce a comprendere, ma la sua battaglia interiore è difficile, impossibile. Sente le sue parole a riguardo dei sentimenti, le comprende, e anche molto bene, sempre più Raido sta tirando a sé quella ragazzina, mentre dall’alto lato, che tira la fune vi è il suo passato, vi è l’altro uomo che nonostante non sia fisicamente presente, lo è nella sua mente. Ma sono le parole successive del sensei a far scoppiare dentro di sé un fuoco. La determinazione… lui crede in lei, non crede nella ragazzina fredda e spietata che è stata creata, ma crede nella sua vera identità. Crede in colei che sta lottando, in colei che ci sta mettendo l’anima per riuscire anche a fare una cosa così semplice come il lasciarsi andare. <Non posso, mi farà del male…> un sibilo dalle sue labbra, un sussurro con la voce rotta, mentre sensazioni la pervadono e in quel turbinio dischiude nuovamente le labbra. <Non può farmi del male ora!> alto il tono, urla in risposta ad un’affermazione che il sensei non può sentire, perché presente solo nella testa della genin. Sta avvenendo qualcosa dentro di lei, sta prendendo consapevolezza di sé, di quello che è stato e di quello che non può e non potrà essere. Un altro passo viene fatto verso l’uomo, incerto, strisciato sul terreno… e gli occhi si spalancano quando sente quelle ultime semplici parole. Forse le parole più semplici, ma che mai si è sentita dire. Nel suo petto un’esplosione di calore, un calore che pervade tutto il suo corpo portandole felicità, ma nello stesso momento nella sua testa vengono a galla altri ricordi confusi, altre sensazioni legati ad essi. La testa le gira, gli occhi vengono chiusi, le mani strette ai propri capelli mentre il labbro inferiore viene morso con forza. In tutta quella confusione di una cosa è certa… vuole sentire nuovamente quel calore. Non riesce a zittire la voce nella sua testa, non riesce a fermare quei flash, ed ecco che la ragazzina farebbe l’unica cosa che in quel momento riesce a fare. Libera il blocco, agisce di istinto ed esasperazione. Manca così poco, e lascerebbe che il proprio corpo si butti in avanti, tra le braccia del sensei. Cercherebbe di appoggiare la propria fronte sulla spalla del ragazzo inginocchiato, piano, lentamente, come se tutto quello stesse avvenendo sotto una bolla d’acqua. Le mani lentamente lascerebbero la propria testa, per andare ad adagiarsi tremanti attorno alla figura di Raido. Sente caldo e freddo, sente dei formicolii lungo il corpo, sente paura ma anche sollievo. Cercherebbe di stringersi piano alla figura del sensei, titubante e tramante, senza sapere se quello che vorrebbe fare sia giusto o sbagliato. Un abbraccio, per mettere a tacere tutto nella sua testa. E se ci riuscisse, infatti, un silenzio quasi innaturale piomberebbe nella sua mente e tutto intorno sé. Così piccola e fragile, ma allo stesso tempo con dentro una grande forza per essere riuscita a fare quello che per molti è un semplice gesto di affetto. Occhi chiusi, le lacrime scorrono, ma niente le sta facendo più male in quel momento, anche se i muscoli rimarrebbero ancora tesi. <Il mio vero nome… è E-001.> un sussurro, un sibilo solo verso l’orecchio dell’Oboro, mentre finalmente si libera di una parte del suo grande peso. <Del clan Yakushi.> aggiunge infine, per andare a completarsi. Ecco, quello che le hanno detto che è. Gli occhi rimarrebbero chiusi e il corpo andrebbe ora a rilassarsi, un sospiro. Adora quel silenzio che finalmente si è creato nel suo cervello. Tutto fermo, tutto azzerato. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

21:31 Raido:
  [Colline] Piano piano sta combattendo questa piccola battaglia interiore insieme a Kouki, insieme stanno affrontando i demoni che pervadono il corpo e la mente della ragazzina, li stanno scacciando uno dopo l'altro con una forza mai vista prima d'ora, la forza di un sensei con la propria allieva. Insegnante e studente possono scatenare una forza enorme se si uniscono, nulla che c'entra con il rispetto ma solo con il vero significato dell'essere umano, questo conta al momento e questo sta facendo il Jonin. Kouki ha sofferto talmente tanto in così pochi anni di vita, una sofferenza che l'ha segnata per sempre rendendola inerme, fragile sia fisicamente che mentalmente. Non ha mai ricevuto l'affetto di un genitore, di un amico, non ha mai ricevuto nessuno tipo di affetto da parte di qualcuno ma solo dolore e violenza. Le di lei braccia sono rovinate, segno delle violenze subite, i suoi occhi sono pieni di paura e tristezza, persino i suoi movimenti esprimono paura. Sta collegando tutto quanto, collega ogni singola e minuscola cosa che ha visto quest'oggi cercando di farsi un quadro della situazione generale. Ha paura di essere toccata, qualcuno le ha detto già il suo destino cercando di privarla delle emozioni e, per farlo, deve averla torturata, colpita, picchiata, le ha fatto del male in un modo talmente barbaro da rovinarla per sempre. E' riuscito in quell'impresa, almeno in parte; la ragazza cerca di non provare emozione alcuna, cerca di non essere umana ma soltanto una specie di fantasma che vaga per le terre ninja, uno spettro non visto che non prova e non sente niente di quello che le accade intorno. Ha un destino prefissato. Tutte notizie, tutte piccole conferme che ha ricevuto oggi e la rabbia comincia a montare all'interno del corpo dell'albino; il battito del cuore accelera esponenzialmente, batte sempre più forte aumentando l'afflusso di sangue agli arti. Le vene si gonfiano al di sotto della veste, persino sul collo è visibile una piccola vena più gonfia del normale. Sta trattenendo l'ira, trattiene la rabbia per evitare che di rovinare tutto quanto; vorrebbe chiederle chi le ha fatto tutto questo, vorrebbe avere il suo nome così da poterlo andare a trovare, buttarlo a terra in modo che chieda scusa per tutto il male che ha fatto prima di spirare definitivamente ma non è il caso adesso, non ora che stanno facendo dei veri progressi, veri e propri passi da gigante. Sono praticamente passati dall'essere completamente distaccati a cerca di avvicinarla sempre di più, di farle comprendere che la vita è ben altra e non solo quello che viene detto da uomini a cui non importa niente della vita stessa. Kouki lo sta comprendendo, piano piano sta capendo tutte queste piccole lezioni che cerca di darle e lo sente dalle di lei parole, lo vede nel di lei viso. Vede lo scontro interiore che sta avvenendo in lei, un combattimento impari ma la determinazione è tanta, più di quanto se ne possa immaginare. Raido resta li, fermo, in silenzio ad osservare; non può più fare niente, ora dipende solo ed esclusivamente da lei, dalla sua forza di volontà ed è proprio questa che sta avendo finalmente la meglio. L''impegno sta dando i suoi frutti, sta riuscendo a ribellarsi a quell'altra figura che la tiene intrappolata in un limbo oscuro, oscuro come non mai. Fa il tifo per lei. La guarda, annuisce con il capo, strizza leggermente gli occhi. Deve farcela, deve vincere questa battaglia e, alla fine, vince. Le braccia leggermente aperte, le mani aperta mentre accoglie il corpo di Kouki addosso a se, per la prima volta la ragazzina riesce finalmente a lasciarsi andare. Piano piano chiude le braccia intorno a lei poggiando le mani sulla schiena; dolcemente, non le fa del male, non vuole farle del male ma solo abbracciarla, farle provare quell'affetto privatole per troppo tempo. Sente le lacrime cadere sulla propria veste ma non glielo impedisce, lascia chi si sfoghi completamente, lascia che si svuoti mentre la tiene stretta a se e, alla fine, la rivelazione. Ode il codice con viene chiamata e il clan di appartenenza. In una diversa situazione avrebbe fatto molte domande, avrebbe chiesto tanto ma in questo momento, in questa situazione, tutto risulta superfluo e inutile<Tu sarai sempre la mia piccola Kouki. Kouki Yakushi, è un nome bellissimo>e questo lo pensa davvero, pensa davvero che lo sia. Non ha niente contro quel particolare clan e non ha niente contro di lei. Continua ad abbracciarla, a tenerla stretta finchè ella desidera per donarle tutto l'affetto di cui sente di aver bisogno. [END]

21:46 Kouki:
  [Colline] Immobile tra le braccia del sensei… tra le braccia di un uomo che non può e non vuole farle del male. Un sollievo, un grande, enorme sollievo che la fa sentire estremamente leggera. Non sa cosa accadrà, ma ha voluto smettere di pensare alle conseguenze, smettere di pensare e basta. Non c’è nulla lì che possa farle male… eppure da quell’uomo ci dovrà tornare per poter completare il suo percorso. Dovrà tornare da quello scienziato, da quel membro del suo stesso clan. Non può allontanarlo da sé, non ci riesce… lui ha le risposte che lei cerca, lui è l’unico a conoscere in maniera completa il suo passato dimenticato. Ma non vuole pensare a come dovrà comportarsi con lui, non in questo momento almeno. Vuole rimane in silenzio, appoggiata alla spalla del sensei, contro il suo corpo, mentre lentamente sta provando delle bellissime sensazioni. Dentro di sé solo calore… un calore rigenerante, un calore che le da sollievo e le permette di non provare dolore. Un sorriso viene accolto sulle sue labbra pallide, un sorriso sincero non uno dei suoi soliti ghigni. Prova pace e tranquillità, ma cosa più nuova di tutte… prova sicurezza. S sente protetta, mai più sola. Sente di poter contare su di lui e sulle sue braccia, sente che è sincero, sente che può aiutarla a fare chiarezza. Il suo passato è un punto oscuro, ma il suo presente sta diventando luminoso e presto potrà portarla ad un futuro migliore, decente, umano. Sente quell’affetto, lo prova sulla sua pelle e le cicatrici non fanno più male. Il corpo ne è pieno, ma ora sente soltanto affetto e gioia. Leggera da quel peso, spera di non dover dare spiegazioni proprio in questo momento in cui si abbandona completamente a lui. Un cambiamento radicale che fu iniziato da Nahira, lei le diede il via, attraverso la sua mano provò per la prima volta quella sensazione di calma. Ma ora si sente decisamente bene. <Ce la metterò tutta.> sussurra appena, una promessa a sé stessa e al sensei… combatterà affinchè possa comprendere chi è in realtà, ma non secondo gli altri ma secondo lei stessa. La voce nella sua testa tace, ma sa che è ancora lì… è stanca e medita come riprendere il sopravvento. Lei lo sente e ne ha paura, ma in un qualche modo sa che con Raido è al sicuro. Dopo avergli detto quel codice, quella parte di verità, rimane in ascolto delle sue parole. È Kouki il suo nome, anche se non lo ha scelto lei, ma forse è infinitamente migliore di quel codice. Un nome bellissimo, dunque, e non può che intensificare quel sorriso sulle labbra. Sta iniziando a comprendere molte cose, ora sta a lei elaborarle nel migliore dei modi facendo attenzione che l’altra non interferisca. <Grazie, sensei.> un ultimo sussurro, sincero, seguito da un sospiro. Resterà fra le sue braccia, il tempo necessario per sentire il proprio corpo rigenerato… sa che non potrà mai recuperare tutto quello che ha perso nei suoi primi anni, ma da oggi la sua vita sarà decisamente migliore e ce la metterà tutta per riuscire a trovare sé stessa, con l’aiuto del sensei. Un nuovo inizio anche per lei, quindi, e spera che il domani possa essere migliore. [END][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 tonici coagulanti – 5 tonici chakra – 5 fuda con 5 tronchetti]

Raido rincontra Kouki dopo tanto tempo. Cominciano a parlare di come la ragazzina abbia sofferto per via dell'abbandono dell'albino. Una nuova promessa viene fatta e..tante altre cose belle.

Mi sono commosso anche qui. Bene.