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[La via del Ninja dell'Ombra]Ingresso negli Anbu

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con Sakura, Torihi

Stanza Creata: Sotteranei Sede degli Anbu.

La vita di tutti i giorni è sempre la solita. Gente frenetica che corre in giro per le vie di Kusa, negozi aperti e sempre indaffarati, bibi che giocano.. Tutto è normale, all'esterno. Ma come ogni cosa apparentemente normale, dietro le quinte si riversano le peggiori quanto più terribili disavventure. I veri problemi, sono sempre dietro le quinte e insieme a loro, ci sono anche gli addetti alla sicurezza che sorvegliano, stanano ed annientano i pericoli. E' questa la vera via degli Anbu. La via dell'oscurità, della segretezza, dell'ombra. Eri Otsutsuki è stata prelevata questa notte, all'incirca alle due mezzo da due anbu di Kusa. Le fattezze fisiche, così come le loro personalità, le voci erano ben celate. Nascosti nell'ombra, hanno letteralmente rapito la giovane, stordendola con un repentino e forte colpo alla base della nuca, attivando tutto il sistema nervoso che l'ha portata allo svenimento. E' stata trascinata, sempre in gran segreto, dentro la sede degli Anbu coprendo gli occhi con una fascia scura e le mani legate, dietro la schiena. Il luogo di risveglio della ragazza è una base sconosciuta a tutti, sotterranea, priva di finestre o fonti luminose che possono provenire dall'esterno. Non appena la ragazza si sveglierà, potrà notare come l'ambiente sia del tutto spartano ed asettico. Il suo corpo, lasciato per terra, sentirà il pavimento completamente liscio. Non sembra nemmeno essere fatto di piastrelle o altro. Una distesa liscia di terreno, fatto di un materiale non del tutto identificabile. Le pareti sono alte, grige come il pavimento. Oltre a questo, dietro di lei è una pesante porta in acciaio, larga due metri e alta due e mezzo, rinforzata, mentre dal lato opposto una scrivania, quadrata e perfetta nelle misure, sempre di due metri di larghezza per due di lunghezza, alta circa un metro e dieci. Sopra la scrivania, il simbolo degli anbu di Kusa, verde intenso, troneggia come un re, mentre al di sotto, seduta sulla scrivania, c'è il Generale Anbu: Raizo. Nessuno al di fuori la conosce. Non si sa che forma abbia, né se presenta particolari segni identificativi. Semplicemente, è nota all'interno delle schiere degli Anbu di Kusa, come la vera e propria impersonificazione del sadismo. Con le gambe accavallate, guarda la figura di Eri distesa a terra. La ragazza non potrà capire se è un uomo o una donna, dato che l'intero corpo è avvolto da un lungo mantello nero. Solamente la maschera è ben visibile. E nulla di più. L'aria nella stanza è umida, non troppo puzzolente. Ora sta ad Eri decidere cosa fare. Di certo, come risveglio non sarà il massimo.[Chiusa][No limiti di tempo]-Sakura-

La benda le è stata tolta dalla fascia oculare, mentre le mani sono ancora legate dietro la schiena, strette con delle corde robuste.

14:21 Torihi:
 Un dolore forte e deciso alla base del capo, sulla nuca è la prima sensazione che la sorprende appena il suo corpo decide di riattivarsi e permetterle di svegliarsi, non apre ancora gli occhi solo andrebbe a cercare di portare le mani verso la testa prima di accorgersi di essere legata. Oh bene. Strizza le palpebre e va a torcere le labbra in un’espressione dolorante ed infastidita, la situazione per quel che ne se si sta mettendo decisamente male. Terreno duro e liscio sotto il suo corpo, probabilmente è rimasta lì per un bel po’ a giudicare dall’intorpidimento dei suoi muscoli, cerca di analizzare la situazione a mente fredda, senza lasciarsi spaventare, cerca semplicemente di riportare alla sua mente tutte le vecchie esperienze, tutto ciò che ha vissuto prima di addormentarsi per anni, il grado che aveva, e missioni compiute e le cose apprese, cercherebbe solo di concentrarsi su di esse mentre respira paino così da andare a riaprire gli occhi e rivelare i suoi occhi estremamente chiari, azzurri. Facendo forza sugli addominali andrebbe, flettendo anche le gambe, a cercare di mettersi seduta così da poter poi guardarsi intorno ed analizzare la situazione. Si prende tutto il tempo per abituarsi alla luce del luogo prima di osservarne i dettagli, non sa nemmeno perché si trova lì quindi ha parecchio a cui pensare. Semplicemente non sta opponendo resistenza a quelle corde per ora, sapendo di non averne la forza cerca semplicemente di mettersi comode le mani, di far combaciare i due palmi limitandosi per ora a questo, piccoli esperimenti i suoi per cercare di comprendere quanto può muoverle, come può farlo e lo spazio di manovra a lei disponibile. Respira lentamente andando poi ad osservare la figura misteriosa in sua presenza, il simbolo degli anbu non le sfugge eppure per ora non fiata, si limita a guardarla, cosa vogliono da lei? Lo scoprirà fin troppo presto teme. Tace comunque, tenendo alto lo sguardo almeno fino al momento in cui non prova a flettere il busto ulteriormente mentre sposta il baricentro ina vanti, cercherebbe di dare un colpo di rendi così da alzare il sedere e tenere solo i piedi, poggiati a terra sulle punte, come unico appoggio, un movimento semplice che da seduta si spera possa farla passare accovacciata. Se fin qui fosse riuscita quindi ora si limiterebbe a trovare un equilibrio, capo flesso in avanti a quello stesso scopo mentre tenterebbe di raddrizzare dapprima le gambe e solo successivamente il busto così da tornare ad occupare una posizione eretta. Se fosse riuscita a questo punto rialzerebbe anche la testa, orgogliosa e fiera per nulla scalfita da quella posizione di svantaggio, dal suo essere stata rapita e legata per misteriosi fini, pare non esserne spaventata ed è esattamente questo che importa adesso: l’apparenza. Continuerebbe a fissare la maschera, respirando molto piano, lentamente continuando ad analizzare la situazione nel segreto della sua mente. Se la caverà come ha sempre fatto, nonostante ora sia più debole. Seppur non possa contare sulla semplice abilità o potenza nei suoi attacchi può sempre sperare d’essere sottovalutata: il corpo di una semplice genin che nasconde in realtà l’anima di un’antica e potente ninja di Kusa

I movimenti di Eri non sono per nulla semplici: oltre al torpore muscolare c'è anche un indolenzimento sulla zona dei polsi, dovuto non solo all'immobilità costretta dalla morsa, ma anche dalla stessa durezza dei nodi effettuati. Gli shinobi più abili possono tranquillamente togliersi quelle corde, per questo bisogna prendere tutte le precauzioni disponibili. Le altre manovre, portate avanti dalla Genin, riescono con estrema fatica. I polpacci incominciano a tirare, facendo scaturire un dolore non troppo acuto ma prolungato, come se alle estremità muscolari ci fossero dei ganci che tentassero di stendere troppo il muscolo. Sebbene riesca a stare in piedi, non è di certo la soluzione migliore. Ma forse con il tempo, riuscirà a reggere lo sforzo fisico. < Ti muovi, dunque.> Dichiara, ora, il Generale Anbu, rimanendo ferma ed immobile sulla cattedra. Non muove un muscolo, né da accenno a fare altro. <Mi fa piacere.> Ironica e sarcastica, la voce del Generale, completamente ovattata a causa della maschera. < ti trovi presso il Quartier generale Anbu. Sotto mio ordine, i miei sottoposti ti hanno presa e portata qui. Sai il perché?> Domanderebbe, continuando a rimanere immobile in quella posizione senza muovere un muscolo, a parte quelli facciali completamente nascosti agli occhi di Eri. Non aspetta che l'altra risponda. In fin dei conti, la segretezza degli Anbu è cosa risaputa. < Perché ti tengo d'occhio da molto tempo.> Il tono di voce sembra quasi divertito. In un certo senso, l'autorità della donna è data anche da quel suo modo di parlare, dal tipo di tono che utilizza e dalla stessa impostazione caratteriale. Sadica fino al midollo. < Ora pretendo che tu mi dia una risposta. ed in fretta anche. Cosa vuoi fare della tua vita? Come vuoi servire il tuo villaggio?> Domanderebbe, andando a posizionarsi un pochino meglio sulla scrivania senza scendere da li. Gli occhi sono puntati sulla figura di Eri, che sorveglia costantemente. < Sappi che se la risposta non mi piace.. > Dice, posizionando entrambe le mani sul tavolo. <..Potrei usare la tua bella pelle come tappetino per il bagno.> E ride, quasi divertita, al sol pensieri di spellarla viva. [Chiusa][No limiti di tempo]-Sakura-

14:50 Torihi:
 Il dolore la segue mentre va ad alzarsi ma poco importa, inizia pian piano a comprendere cosa il suo fisico riesce a fare e cosa invece al momento le è impossibile. La voce ovattata della maschera la fa distrarre <non ci voleva un genio a capirlo> replica lei andando a muovere appena il volto verso il simbolo degli anbu di Kusa. Ma a parte questo stupidissimo momento di puro orgoglio ferito se ne resta in silenzio ad ascoltare. Le sue parole, quel discorso, la minaccia senza mai abbassare lo sguardo o mostrarsi impaurita. Conscia di ciò che le vien detto tace, si prende del tempo per riflettere mentre proverebbe semplicemente a piegare le dita dietro alla sua schiena, prova a tendere al massimo quella corda così stretta al solo scopo di andare ad incrociare le sue mani così da formare il sigillo della capra. Se fosse riuscita andrebbe a prendere un profondo respiro <Quindi mi state osservando da quanto esattamente?> domanda lei <perché dubito possa essere da sempre> un sorrisetto sul volto mentre cerca di prendere tempo, prova quasi a distrarla e tenterebbe solo di spostare le sue energie mentali, tutti i pensieri e i sentimenti che la colgono ora, la paura di fare davvero al fine del tappeto, l’orgoglio ferito per essersi fatta fregare, tutto questo andrebbe a radunarsi dietro alla sua fronte nel tentativo di formare un vortice di energia, allo stesso modo sfrutterebbe le sensazioni di dolore e intorpidimento per creare un identico vortice nel basso ventre, le energie fisiche verrebbero quindi radunate in quel posto. Continua comunque a fissare l’anbu lei <e a onore di cronaca prima di darti la mia risposta vorrei farti notare che con simili minacce potresti ottenere dalle persone solo una bella bugia. Ma dovresti saperlo no?> continua a perdere tempo mentre cerca, ci prova almeno, di sfruttare una pregressa e molto antica esperienza per radunare in segreto il chakra, se fosse infatti riuscita a richiamare le due energie a sé ora andrebbe semplicemente a muoverle controllandone la velocità di rotazione così mentre quelle mentali scendono e le fisiche salgono lei cerca di apparire imperturbabile. Se fosse riuscita in quel movimento ora i due vortici si dovrebbero incontrare all’altezza della bocca dello stomaco e lì andrebbero semplicemente a scontrarsi e vista la rotazione che dovrebbe aver reso identica, finirebbero per amalgamarsi unendosi l’uno nell’altro, diventando una cosa sola ovvero il chakra. Se fosse riuscita quindi dovrebbe poter mandare il suo chakra nel suo sistema circolatorio, cercando rinvigorimento in quell’energia, sia fisico che mentale <diciamo che ho intenzione di proteggere e rendere grande il mio paese. Il che significa anche perseguire quest’obiettivo senza pormi grossi quesiti morali. Chi ostacola la strada o si sposta o viene spostato senza tanti giri di parole> il tono è serio, lo sguardo rimane alto, cerca di prendere tempo senza mostrare troppo i suoi veri pensieri, osserva la figura per quanto le è possibile, provando a cogliere più dettagli possibili

Il tentativo di impastare il chakra, per Eri, è del tutto inutile. La posizione delle mani non è quella giusta.. Sebbene il sigillo sia perfetto, non si trova al plesso solare. Le energie che tanto cerca non vengono risvegliate e rimane solamente un vuoto dentro di lei. I canali circolatori non si muovono, non vengono irrorati di Chakra. <Abbassa i toni con me, Signorina.> Il tono cambia drasticamente, andando a divenire decisamente più basso e minaccioso. < Non ti è dato saperlo. Sappi solo che se sei stata portata qui, un motivo c'è.> Che possa essere in qualche modo legato alla sicurezza nazionale? Ovviamente. Ma ad Eri ancora non è dato saperlo, purtroppo. Il perché è abbastanza semplice, visto che la stessa Generale non si è esposta più di tanto. <Certo che lo so.. Ma sai, le bugie vengono sempre svelate. Non servono delle tecniche specifiche per capire quando una persona mente.> E di questo, lei stessa è professionista. Ogni anbu che si rispetti sa quali sono le tecniche da utilizzare.. Ma un anbu che si può definire tale, riconosce la bugia appena la incontra, senza dover utilizzare il chakra. Ci sono così tanti fattori discriminatori, che la gente non riesce nemmeno a controllare. Uno di questi sono le pupille, o il battito cardiaco. Oppure il movimento delle labbra. < Ma basta parlare di questo. Voglio la tua risposta e subito.> Dichiara, aspettando che l'altra dica qualcosa. Le parole che espone, sono quelle classiche, standard. Ogni ninja desidera proteggere il proprio villaggio, perché dentro di se è radicato il desiderio viscerale di pace e di assoluta giustizia,nei confronti di chi minaccia il villaggio. Ma ci sono dei requisiti specifici per entrare nel mondo degli Anbu. Non soltanto dei desideri viscerali. E uno di questi, è non porsi problemi, né domande. Non avere una morale e seguire le direttive senza chiedere o farsi problemi. Un po' come se si dovesse annullare se stessi, per raggiungere il proprio scopo. <Sei tenace.> Dichiara, andando a proseguire. < E ferrea.> Che stia facendo dei complimenti? Può darsi. Apprezza molto la fermezza d'animo e le convinzioni forti, profonde. < Ho un altro paio di domande.> e non chiede il permesso per porgerla. < Sei disposta a tutto pur di portare a termine una missione? Sei disposta a distruggere i tuoi sentmenti, per finire la missione?> ogni Anbu fa un allenamento specifico per eliminare tutti i sentimenti che potrebbero portare al fallimento della missione. Ogni Anbu deve prima pensare alla missione e poi alla sua vita. Perché la vita, per un Anbu, è la missione stessa. [Chiusa][No limiti di tempo]-Sakura-

15:17 Torihi:
 Niente, ci ha provato ma è evidente che non ci sia riuscita. Non che questo ovviamente basti per farla desistere, ebbene non ha il chakra per utilizzare la dovuta tecnica ma probabilmente può farcela comunque. Eccola semplicemente muovere i polsi così da farsi strisciare lungo la corda, ancora una volta per comprendere quanta libertà di movimento ha e cosa potrebbe mai fare, allargare pian piano il nodo proprio come quella famosa goccia che imperterrita cade fino a corrodere il metallo, la pazienza è in questo caso tutto ciò che le serve. Quindi continua lei cercando di ignorare la pelle che non è certo felice di venir continuamente strisciata contro il ruvido della corda. Ad ogni modo ascolta quella donna senza mai abbassare lo sguardo, muove appena il capo quasi a simulare una scrollata di spalle con la testa appena le viene posta quella domanda <che sentimenti?> replica lei con molta tranquillità <una missione è una missione punto. Non ci deve essere coinvolgimento che si tratti di uccidere persone, bambini o animali non mi cambierebbe> continua ancora <far soffrire il compagno, sacrificare degli innocenti per un bene superiore? > sospira appena <nulla di nuovo per me ma soprattutto nulla che mi sconvolgerebbe> continua semplicemente con quel discorso <sono già arrivata dove volevo una volta senza farmi scrupoli non vedo perché adesso dovrebbe essere diverso> continua con quel suo discorso, non teme la sua reazione, non teme nemmeno pessime etichette e soprattutto non pare farsi scrupoli nemmeno nel fornire quella risposta. Nonostante tutto però non abbassa i toni così come lo sguardo, orgogliosa e fiera resta così ritta davanti a lei, conscia della differenza tra le due, del suo svantaggio eppure questo è solo un antico retaggio che non l’abbandona, un passato verso cui tende quasi disperatamente, una potenza che otterrà nuovamente

La risposta, le piace. Certo non lo può dare a vedere, ma sicuramente è quello che voleva sentire. Un Anbu segue gli ordini, senza disobbedire. <Se entrerai nella squadra speciale, sappi che tutti gli ordini devono essere eseguiti con la massima riservatezza. Non ci sarà insubordinazione, la disciplina è tutto. Il segreto è tutto.> Nulla ch epossa essere visto, udito, provato. La totale oscurità, che aleggia intorno a quella figura che tutti nel villaggio sanno che esiste, ma non hanno le prove concrete della loro esistenza. Un'esistenza devoluta alla causa, più che alla vita. Un'esistenza di ordini e missioni che non possono non essere portati a termine. < Non fuggirai, non proverai pena, rimorso, emozione di alcun tipo. Non sarai te durante la missione, ma uno strumento per un bene più grande.> Un'arma da utilizzare e che, una volta rotta o inutile, buttata via. O uccisa. <La tua vita sarà al servizio degli Anbu. Non potrai parlare a nessuno di noi, né del tuo lavoro, né della missione. Quando si è in battaglia, non si molla mai. Si combatte e si muore, per la missione.> Decisa nel tono di voce. Molto più di prima. Non solo è uno stile di vita, ma è anche unìinclinazione naturale della persona. Non tutti possono entrare negli anbu. Non tutti hanno le capacità mentali, fisiche e caratteriali necessari. I pochi che vengono scelti, sono i migliori che possono esserci. O forse no? < La prima regola per ogni Anbu la segretezza. Esiste solo quella e la missione, ovviamente. Tutto deve essere fatto nell'ombra.> Altrimenti la segretezza non può esserci. Il concetto stesso di Ninja è vivere la vita nell'ombra. La missione è tutto. Ma negli Anbu, questo concetto viene estremizzato, rendendolo quasi l'apice opposto della scala dei compiti Ninja.< Se accetterai queste condizioni, verrai addestrata per diventare qualcuno. Un vero Ninja. Non avrai gloria, gioie o altro. Sarai solo una pedina. Qualora non accettassi...> Dice, continuando a mantenere il tono rigido e scuro nella voce. <...Non ti ricorderai nulla di questo incontro, di dove ti trovi o di me.> Modifica dei ricordi, quindi. < Accetta e diventa uno strumento per il bene del villaggio. Nega e diventerai una semplice Kunoichi. A te la scelta. Se accetterai, prenderai un nuovo nome. Nessuno conoscerà la tua identità, solamente io. Nessuno avrà accesso alle tue informazioni.> E' pur sempre il Generale e la segretezza si rispecchia anche qui. Nessuno dentro al Quartier Generale conosce la sua identità. Nessuno.[Chiusa][No limiti di tempo]-Sakura-

15:50 Torihi:
 Continua quel movimento, lentamente senza mai rassegnarsi, non importante bene si stia mettendo per lei la situazione non sembra voler minimamente demordere o arrendersi alla situazione, particolarmente testarda. Ad ogni modo ascolta quel mare di parole che le vengono riversate <e anche questo era stato chiarito da subito direi> continua quindi <accetto comunque> ammette lei senza esitare nemmeno un istante, quella corporazione sono un mezzo attraverso il quale raggiungere il suo fine, qualcosa da sfruttare e utilizzare finchè potrà solo per tornare ad essere ciò che era. Sorride appena andando a mostrare i denti chiari, le labbra si tendono verso l’alto in un’espressione che non ha lo scopo di rappresentare la felicità ma bensì’ sicurezza, un’espressione quasi involontaria che si collega ai suoi pensieri. Raggiungerà o scopo e questo la porta a mostrarsi così, a sorridere. A piccoli passi proprio come attraverso gli stressi piccoli movimenti sta provando ora a far scorrere la mano destra verso il basso, nel tentativo di liberarsi di quelle corde <ho capito ciò che mi stai dicendo e direi che con al segretezza ci vado proprio a braccetto> continua quindi tranquilla <per l’insubordinazione non ci saranno grossi problemi ma non tollero inetti. Anche se immagino che in una simile organizzazione non mi capiterà mai di essere sotto al comando di incapaci> continua semplicemente senza mai arrestare il movimento dietro alle sue spalle. Tace a questo punto lasciando che la mano provi a liberarsi per prima, ad uscire da quella stretta presa che spera di aver allentato almeno un po’ durante tutta questa conversazione

Cosa crede di fare la giovane Kunoichi? Ah boh, non si sa. Il tentativo non risultaessere dei migliori, tuttavia. La pelle comincia a tirare sempre di più, specie quando cerca di far scendere la mano. Dolori acuti e penetranti. I nodi Shinobi non sono semplici da sciogliere, così come non è semplice allentare la presa. < D'ora in avanti sarai al servizio delle Forze Speciali. La tua vita sarà la missione. E nulla di più.> Vuole rimarcare il concetto ancora una volta e non perché non creda che non le sia entrato dentro, quanto più perché deve essere sicura che sia la scelta adatta per lei. < Scegli un soprannome.> Direbbe, per poi scendere da li e avvicinarsi alla ragazza. La statura non è alta. Un metro e sessanta a dirla tutta. < Non fallire. Non arrenderti mai. Combatti e lotta fino alla morte e nell'ombra. Disobbedisci e ti ucciderò nel peggiore dei modi, rendendo il tuo corpo un covo di vermi irriconosbile agli occhi di tutti. Sei uno strumento e come tale verrai usata.> Detto questo, andrebbe poi a bussare due volte sulla porta in Acciaio e da fuori, una guardia Anbu aprirebbe la porta, entrando e prendendo la ragazza con se. < Ti verrà data l'uniforme e tutto il resto dell'attrezzatura. Inoltre..> Dice, puntando lo sguardo sulla Guardia, anch'essa totalmente coperta. <.. La tua memoria verrà modificata. Di quest'incontro non ricorderai nulla, se non che sei entrata nella Squadra Speciale.> Dice e con un cenno del capo, la guardia poserà la sua mano sulla spalla di Eri per condurla nella Camera dove verrà sottoposta al cambio dei ricordi. Ed una nuova recluta è giunta all'interno di quelle schiere. END-End Obbligatoria :P

16:14 Torihi:
 Niente, ogni tentativo da lei attuato fallisce, la pelle che tira dolorosamente le fa ben capire che forse è meglio lasciar perdere per ora. Ascolta il discorso successivo e finalmente si rassegna, se tanto non ricorderà nulla è inutile lottare per orgoglio. Su blocca quindi lasciando la sua mente vagare, quale nome, quale tra i tanti nomi potrebbe mai adattarsi a lei? La mente vaga tra tutto ciò che conosce, abbina parole, significati sempre restando fin troppo sul banale e l’ovvio, conoscendone il carattere si risalirebbe fino a lei finché una vecchia leggenda le torna alla mente. Una storia ben bambini così antica da essere stata raccontata a lei quando ancora era una mocciosa e si intende nella sua prima vita. Una leggenda che forse solo i membri del clan raccontavano o forse è stata inventata di sana pianta da sua nonna quel giorno è per tutti quelli successivi. Una spietata regina, un mostro così orribile da poter spaventare chiunque ma capace di tramutarsi nella più bella e aggraziata ragazza. Si era fatta strada tra i nemici e gli amici, uccidendo chiunque si mette tra lei e il comando di quel regno, aveva portato nuova pace in quel mondo. Lei era il comandante dei cattivi, lei era colei di cui doveva aver paura. Aveva una dentatura da tigre davanti alla bocca, questo dettaglio lo ricorda, era feroce e spietata. Eppure stava dalla parte sbagliata, sua nonna voleva instillarle terrore, farle capire che era meglio rigare diritto per non finire nel suo territorio, per non venir rapita e perdere l’anima perché è di quelle che questo orrendo e potente demone si nutriva. Eppure adesso le sue gesta non possono che motivarla e rispecchiarla. Implacabile e soprattutto potente, aveva perso tutto e poi senza esitazione si era ripreso ciò che era suo, mai come allora si era sentita così attratta da un vecchio mito <Crona> replica semplicemente lei. Non aggiunge altro prima di annuire e lasciarsi trasportare, dimenticherà tutto ma non perché ha quel nome, quella storia diventerà così simile alla sua [end]

Entrata negli Anbu per Eri.
No Px data la natura della Quest.

Nome in Codice: Crona ( già inserita la nota master )

Al CV il compito di metterla nella corporazione.