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La Hyuga, il Senjuu e una mezzaluna nascosta.

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con Hitomu, Kaori

23:03 Kaori:
 Uno spicchio di luna compare di tanto in tanto fra nubi soffici e biancastre rischiarando quelle tenebre che oscurano il cielo sopra la Foglia. Stelle di varie dimensioni trapuntano la volta buia scintillando qua e là in un tripudio naturale di luci dorate. E' una notte serena, tranquilla, e Kaori ricerca nel silenzio di quel luogo un po' di pace. Siede a gambe incrociate al di sopra della testa rocciosa del Nono indossando una felpa nera abbastanza stretta che le copre il busto rimanendo però parzialmente aperta fino all'altezza del seno. Da quello scollo si può intravvedere un maglioncino giallo con scollo a barca che va a lasciare le spalle scoperte al di sotto delle maniche della felpa mentre ai lati della gola sono visibili le bretelle rosse di una canottiera. Le cosce e le gambe sono coperte da pantaloni neri elasticizzati che ne risaltano le forme morbide, dolci, mentre il viso è piuttosto tranquillo. I capelli sono nuovi, diversi dal solito, tagliati corti fino a poco sotto le orecchie in un taglio sfilacciato, irregolare, palesemente fatto male. Dopotutto, insomma, li ha tagliati da sola con un kunai. Non più violetti, non più naturali, ma tinti di nero così da renderla più difficilmente riconoscibile. Un travestimento utile solamente superficialmente, per uno sguardo poco attento. Una copertura che ormai sarà saltata da tempo. Siede sul capo del Nono Hokage stringendo fra le dita un sottile pezzo di legno finemente intagliato, un flauto avvicinato alle labbra e da cui fuoriesce una melodia semplice, dolce. Una vecchia canzone tipica del Villaggio, la melodia di una vecchia ballata d'amore. All'anulare sinistro risplende il suo anello di fidanzamento che ormai considera come la sua vera e propria fede matrimoniale mentre alla gola reca con sé ben legato il coprifronte della Foglia donatole da Azrael Nara molto tempo prima. Suona serenamente, ad occhi chiusi, lasciandosi trasportare dalla melodia mentre un alito di brezza fresca le carezza il viso. Dopo aver chiarito le cose con Raido ed aver trovato una vera comunione con lui si sente decisamente meglio. Meno tesa, più leggera. Più capace di controllarsi. Almeno per il momento. Chissà se poi in battaglia le cose sarebbero cambiate... Il chakra arde vivo dentro di lei mentre dal Villaggio sale un brusio leggero, distante, lontano. Le sue strade vivono ancora nella pace ma per quanto ancora? Se non riuscirà ad arrestare quella donna probabilmente quello stato di benessere sarebbe durato ancora ben poco. [chakra: on]

23:23 Hitomu:
 La luce del Sole è calata dietro l'orizzonte lasciando che l'oscurità si impossessi del cielo colorandolo di un blu scuro la cui egemonia viene spezzata solamente da qualche nuvola grigia passeggera. La Luna, visibile solo per metà del suo splendore, splende nella volta celeste lasciandosi coprire per pochi secondi dai nuvoloni che le passano davanti. Il jinchuuriki ha fatto ritorno a Konoha negli ultimi giorni, dopo essere stato in visita nel Villaggio dell'Erba alla ricerca di Yukio. Il suo, però, è stato un viaggio inutile in quanto non è riuscito ad entrare in contatto con il suo vecchio conoscente e per questo, ha deciso di riprendere il cammino per tornare alla Foglia, dove una sua copia svolgeva le sue mansioni nella magione in tutta tranquillità. Nonostante il primo tentativo fallito, non lascerà passare troppo tempo dal riprovarci e cercare di incontrare il Kage di Kusagakure, in quanto ha il bisogno di un faccia a faccia con lui per quanto riguarda faccende personali. Cammina sopra i volti dei Monti passando uno per uno, dal Primo fino a se stesso, gli Hokage che hanno fatto la storia del Villaggio della Foglia. Più si avvicina al suo volto scolpito sulla roccia e più una melodia viene ascoltata attentamente dal suo udito ritrovando in una ragazza seduta sopra ai capelli del jinchuuriki. Il Nono indossa una maglia a maniche lunghe di color blu con sopra il giubbotto color verde accessoriato di molte tasche; sotto, un paio di pantaloni neri con un evidente fasciatura bianca posta all'altezza della coscia destra e, ai piedi, un paio di sandali da ninja del medesimo colore precedente. L'haori bianco da Hokage è indossato sopra al giubbotto ed è lasciato aperto, penzolante su entrambi i suoi fianchi. Un leggero soffio di vento sposta i suoi capelli biondi cadenti sulla fronte. Le iridi azzurre fissano la ragazza da dietro celando, ancora per poco, la sua presenza. <Che dolce melodia..> irrompe dentro la musica con un tono sottile, in modo da non spaventare la ragazza ma lasciarla continuare a suonare. Gli occhi, ora, cadono sopra il Villaggio <Voglio godermi questo momento..> quelle note accompagnate dall'immagine che gli si presenta davanti, gli danno una pace dei sensi assoluta. Non vuole più intromettersi tra quei soffi scanditi nello strumento. Vuole rimanere in silenzio, ora. [chk off]

23:38 Kaori:
 E il tempo par quasi fermarsi in quell'attimo d'eterna pace. Par quasi cristallizzarsi mentre quelle note fuoriescono leggere dallo strumento disperdendosi nel vento tutt'attorno. Non raggiungono la valle, non raggiungono il Villaggio, accompagnano soltanto l'area dei volti circostanti prima di disperdersi nel nulla. Ma, dopotutto, non suona certo per qualcuno lei. Suona per sfogo, per desiderio di far qualcosa che le manca da tempo. Suona per potersi crogiolare in un'attività serena, pacifica, che non comporti nei suoi pensieri il passare a fil di chakra la gola di qualcuno. Suona per cercare pace, un attimo di quiete. Sua madre le ha insegnato, da piccola, a suonare il flauto. Ha sempre considerato importante che una erede del clan Hyuga fosse non solo una brava kunoichi ma anche una rispettabile e completa signorina. Per cui le ha insegnato a cucinare, cucire, pulire e suonare. Arti di cui solitamente la donna è portavoce e nelle quali non eccelle particolarmente ma si ci si dedica con discreta semplicità. Non si può certo dire che suoni in maniera perfetta, che sia eccelsa, ma non è così male sentire quelle note fuoriuscire gentili dalle sue labbra. S'avvede solo alla fine della presenza di qualcuno alle sue spalle, di una figura fermatasi dietro di lei. La voce del Nono la raggiunge cortese, sottile, apprezzando apparentemente il suo fare. Kaori continua a suonare mentre ruota il capo in direzione del biondo, ben attenta a non deviare la posizione dello strumento così da rovinarne il suono. Attenta a non rovinare la melodia che si sta accingendo a completare, attenta a non stridere e spezzarne l'armonia. Posa sulla di lui figura le iridi perlacee notando il di lui sguardo posarsi mesto, sereno, sul Villaggio sottostante. Decide quindi di assecondare il di lui dire e di proseguire in quel fare senza interrompersi. Torna col capo dritto sulle spalle, rivolto verso l'orizzonte, e prosegue nel suo esercizio senza distrazioni. E' da un po' che non vede il Senjuu e deve dire che mai come in quel momento abbia sentito il bisogno di averlo vicino. Il bisogno di sapere semplicemente che è lì, pronto ad aiutare se solo una mano gli venisse richiesta. Non vuole raccontargli cosa succede nel clan, non vuole disobbedire a quanto deciso ed accordato alla riunione con Juusan e gli altri. Ma in cuor suo vorrebbe rivelargli ogni cosa, vorrebbe sapere cosa l'Hokage della Foglia pensa di questa situazione. Già solo l'idea di averlo accanto, però, le rasserena lo spirito portandola a godere a sua volta di quel momento. Pace. Silenziosa, gentile, agognata pace. Si amplifica nell'echeggiare di quelle note gentili, nel candore dei raggi lunari che baciano i loro volti, nella compagnia silenziosa di un compagno. Termina di suonare quelle ultime note espirando una ultima boccata d'aria prima di far vibrare quell'ultimo suono e scostare, infine, lo strumento dalle labbra. <E' un'antica ballata che mi insegnò mia madre> rivela d'un tratto lei, dopo qualche attimo di silenzio, osservando l'orizzonte con le labbra appena distese verso l'esterno. Non un vero e proprio sorriso, un'espressione tranquilla e serafica sul viso. <Non ne ricordo il titolo... ma tratta di una storia d'amore> aggiunge poco dopo serenamente, inspirando a fondo l'aria della notte. [chakra: on]

00:10 Hitomu:
 Socchiude gli occhi per un istante lasciando che la melodia entri dentro di sé e diventi tutt'uno con egli. Le iridi attente del jinchuuriki si accorgono che la kunoichi ha fatto caso alla sua presenza e notano che quegli occhi si ha già visti altre volte. Non con quel taglio di capelli, forse, ma su quei lineamenti del viso sì. Si avvicina di qualche passo alla ragazza lasciandosi cadere lentamente come se la gravità lo schiacciasse per poi distindere le gambe lungo la roccia del suo viso e poggiare le mani leggermente più indietro rispetto al suo bacino, in modo da sostenerne il peso. Si accomoda proprio accanto alla ragazza lasciando a lei la possibilità di terminare quelle note suonate in modo attento e lasciando che un sorriso si mostri in direzione della Hyuga. Un sorriso può fare sempre bene. Può mettere allegria, può rasserenare gli animi turbati. Perchè non concederne uno a lei? Sarebbe egoista da parte sua, in fondo. E, dopo tutto, spera di regalare tramite quel piccolo gesto un momento positivo, qualunque esso sia. Il suo sguardo si sposta verso il Villaggio, ora. Chissà cosa pensano di lui i suoi predecessori.. Questa è una domanda che si pone molte volte quando si reca in questo posto. Il jinchuuriki starebbe per perdersi nei suoi pensieri, se non fosse che qualcosa lo turba. Cosa? Il termine di quella melodia che sembrava essere riprodotta dalla natura per quanto era in sintonia con l'ambiente circostante. La coda dell'occhio sinistro cade sulle gambe della ragazza. Non la guarda fissa ora, sa che è lì e che sarà ascoltato. E la cosa sarà reciproca, ovviamente. <Una vera storia d'amore..> penserebbe il jinchuuriki <Ricordi di chi?> chiede interessato come un deshi alle prime armi in Accademia. Trovarla da sola in questo posto mette un po' di dubbi al Senjuu e vorrebbe capirne il motivo <Cercavi solitudine o pace recandoti qui?> domanda lasciando ora ruotare il volto verso di lei e posando le sue attente iridi azzurre sulle di lei altre. <Sai, trovarti in questo posto sola a suonare una melodia d'amore.. Non vorrei che qualcosa non andasse bene, magari con chi condividi un legame..> intromettente quanto paterno il jinchuuriki mentre prova a capire di più sulla Hyuga. Problemi d'amore? Ci ha provato, nonostante non sappia nulla sulle relazioni della kunoichi. O problemi d'altro genere? In un modo o nell'altro, il Nono tenta di farle capire che, come è sempre successo nei loro incontri, la ragazza può far uso dell'hokage per confessare tutti i suoi problemi e trovare utili consigli, se il biondo ne fosse in possesso. Da buon padre, tenta di prendersi cura dei suoi ragazzi in qualunque modo ed aiutarli se gli è possibile. [chk off]

00:34 Kaori:
 C'è qualcosa di rasserenante nel modo in cui il biondo va a sedersi accanto alla giovane, in silenzio, come a voler evitare di disturbare quel momento, di spezzarne la silenziosa armonia. C'è qualcosa di confortante nel modo in cui le rimane semplicemente vicino, lasciando che la sua sola presenza possa esserle di compagnia. Sembra sinceramente interessato, coinvolto da quel semplice attimo di pace, da quella musica che viene lasciata vibrare dallo strumento. Pare semplicemente sereno mentre ascolta le note vagare per l'aere circostante. E Kaori si sente come riscaldata dall'altrui presenza. Ha sempre visto in lui un punto di riferimento, un qualcuno da proteggere e da cui -al tempo stesso- esser protetta. Non solo perchè l'altro sia l'Hokage, non solo perchè -in parte- sia suo dovere, ma perchè il biondo è sempre stato gentile e sincero nei di lei riguardi. E' sempre stato gentile, accogliente, cortese nei suoi confronti e l'ha sempre fatta sentire compresa, ben accolta. Non può dire che siano amici, non può certo vantare un simile rapporto con l'altro, ma la rincuora anche il solo sapere che egli sia lì. Che in qualunque momento avrebbe potuto far capo a lui nel momento del bisogno. O di grande gioia. Lascia che la melodia giunga al suo termine, che quelle brevi parole seguano la sua fine e, alla domanda dell'altro, si ritrova a volgere il capo in sua direzione distendendo le labbra in un sorriso mite. <Yukino e Hiroshi> chiosa con voce bassa, leggera, citando il nome dei due protagonisti della ballata. <Hiroshi era un povero armaiolo di provenienza modesta che s'innamorò di una donna promessa in sposa ad un ricco commerciante. A ben pensarci non finisce propriamente bene questa storia> sorride poco dopo lei, divertita, trattenendo una risatina silenziosa. <I due si suicidano per potersi amare liberamente dopo la morte.> Una storia triste, tragica, ma che in qualche modo è riuscita a trasmetterle in passato anche delle emozioni positive. Come la capacità di amare qualcuno al punto da preferire seguirlo nella morte piuttosto che viverne senza. La possibilità di scegliere chi amare, anche se amare uno può essere molto più arduo e complicato che amare un altro. Tiene il flauto fra le dita rigirandoselo semplicemente per le mani, all'altezza delle cosce, osservando il viso altrui quand'egli le pone quel successivo quesito. <In verità entrambe. Ma non mi dispiace la vostra compagnia. Mi piace> rivela serena, pacata, inspirando piano, a fondo. Un alito di brezza carezza i loro volti, scivola sulla loro pelle andando a fischiare leggermente all'udito per via della loro attuale altezza. Quell'ulteriore commento, però, la porta ad espirare piano tornando a volgere lo sguardo verso l'orizzonte con fare indeciso, tormentato. Com'è difficile tenere per sé ciò che sta accadendo. Sarebbe davvero così sbagliato chiedere aiuto proprio al Capo del Villaggio? Quanto meno metterlo al corrente...? <Oh beh... con lui va bene, direi> arrossisce appena nel fare quella constatazione ritrovandosi come meccanicamente a portare lo sguardo sull'anello che brilla al suo anulare sinistro. <Più che bene> un commento che le riporta alla memoria quel loro intimo modo di sposarsi. Dichiararsi e giurarsi amore eterno dinnanzi agli dei, in attesa della prova finale contro il nemico comune. <Ma se c'è un legame che proprio credo di aver perso è con me stessa> ammette e rivela lei con un piccolo sospiro reclinando di poco il capo all'indietro inspirando a fondo l'aria della notte. <Sono successe molte cose in questi mesi. Cose che mi hanno travolto, mi hanno cambiato. Ed ora non so più chi sono. Non sono in grado di riconoscermi.> cerca di spiegare parzialmente il grande problema che la affligge, che la tormenta. <E se io non conosco me stessa, come possono farlo gli altri?> volge ora il capo alla volta del biondo quasi come se cercasse da lui una risposta. Ma sa di essere fin troppo criptica, di star ponendo le basi per un discorso complesso, difficile, che forse non potrà neppure essere ben affrontato. Respira piano, a fondo, umettandosi lentamente le labbra con fare meccanico. <E voi? Cosa cercavate venendo qui?> domanda poi, infine, abbozzando un sorriso leggero, cortese, assai diverso da quelli mostrati in precedenza al Nono. Non più brillante, ingenuo, solare. Più educato, più mesto, elegante. E' cresciuta Kaori, è cambiata. E con lei anche quel suo modo di fare sempre stato troppo ingenuo, troppo innocente. [chakra: on]

01:05 Hitomu:
 La storia d'amore, che viene raccontata dalla melodia appena conclusa, sembra nascondere in realtà un sacrificio di entrambi gli amanti per poter professare liberamente il proprio amore. Il jinchuuriki pensa alla storia mettendosi, come fa spesso, nei panni dei protagonisti. <Quale altro gesto se non questo per potersi amare..> conclude il ragazzo capendo che tale atto è stato compiuto per poter rendere libere due anime di amarsi senza nessun ostacolo. L'amore è passione, l'amore è follia. Sorride, successivamente, ascoltando la ragazza che gli dici di non dispiacere della sua compagnia <Sono felice di non essere causa di disturbo, allora> una piccola risatina accompagna la frase rendendo tutto molto ironico. La ragazza sembra cambiare faccia quando il jinchuuriki le chiede cosa non vada. Per fortuna, il problema sembra non essere l'amore. Anzi, quello sembra andare davvero bene dichiara la ragazza. Per fortuna o, forse, no. Perchè il problema sembra essere all'interno della kunoichi. E questo rende le cose ancora più complicate. L'espressione del Nono Hokage diventa ora seria e attenta. Non c'è più da scherzare. Il biondo ascolta il dire della ragazza che spiega di essersi persa con se stessa per via degli avvenimenti degli ultimi mesi che l'hanno cambiata e le hanno fatto perdere di vista chi lei sia. Il jinchuuriki sposta il peso della schiena in avanti lasciando che le braccia ora cadano davanti a sè poggiando morbide sulle cosce. <Sei Kaori Hyuga, kunoichi della Foglia, nobile componente della Casata Hyuga..> afferma inizialmente il Nono <Tu sei questa. Il tempo e gli anni cambiano, poi, piccole parti di noi come il nostro carattere, il nostro modo di vedere ciò che ci accade attorno o di rapportarci con gli altri. Ma non potrà mai cambiare chi noi siamo. <Io vedo sempre davanti a me la stessa ragazza che veniva da me in magione. Solo con un nuovo taglio di capelli.. E ti stanno bene> prova a togliere la ragazza dal mare di dubbi in cui sta nuotando lasciandosi andare anche a qualche complimento sperando di strapparle un piccolo sorriso. <Non lasciare che le situazioni ti facciano perdere di vista chi sei. Devi essere sempre più forte di ciò che ti arriva addosso. Per poterlo superare ed andare avanti. Se ci lasciamo travolgere dagli ostacoli, non riusciremo mai a proseguire nel nostro cammino> conclude per il momento rispondendo anche alla domanda della ragazza <Io? Cercavo sette persone con cui poter parlare, ma i loro volti impassibili mi hanno fatto intendere che non è ancora giunto il giusto tempo. C'era qualcun altro che doveva avere la precedenza> lo sguarda cade nuovamente sulla ragazza lasciandole intendere che si tratta di lei. [chk off]

01:40 Kaori:
 <Chissà se, alla fine, sono riusciti ad amarsi per davvero...> mormora la chuunin con fare pensoso sollevando lo sguardo verso la volta celeste sopra di loro, verso quella luna che li osserva distante miglia e miglia. <Voglio credere di sì> aggiunge poi con un mezzo sorriso. Le piace credere che l'amore, alla fine, trovi sempre un modo per vincere, per prevalere. Per trionfare. Le piace credere che possa essere una forza così potente da trovare sempre la sua strada verso il successo finale. Vuole crederci con tutta se stessa. Torna con lo sguardo sulla figura del jinchuuriki e ne nota il sorriso gentile. Alle sue parole non può fare a meno di di ricambiarlo ritrovandosi alla fine a smuovere lentamente le labbra rosee. <Spero piuttosto di non essere stata io a disturbare i vostri piani> chiosa serenamente guardandolo in viso, negli occhi azzurri che brillano come zaffiri su quel viso gentile, pulito. Non sa perché ma quell'incontro è diverso da tutti gli altri avuti in precedenza con lui. Forse perché casuale, forse perché non dipende dal suo lavoro, ma le sembra tutto più spontaneo, tutto più semplice in questo momento. Naturale, quasi. Qualcosa che la sprona a sfogarsi, ad essere quanto più sincera possibile lasciando uscire dalle sue labbra timori e paure. Lui ascolta silente e la guarda premuroso prima di tentare di dare una sua risposta. Una risposta che porta la ragazza a sentire un calore gentile pervaderle il petto, il cuore, abbracciandola dentro e fuori. L'osserva con gli occhi colmi di gratitudine, di dolcezza, sentendosi un po' più vicina alla vecchia se stessa, a quella Kaori fragile e sensibile che arrossiva al primo complimento. Abbozza un sorriso mesto, interferito, quando egli accenna ai suoi capelli ritrovandosi poi ad udire quelle successive parole con il cuore appena più leggero. Ancora confuso, sì, ma cullato dalla fiducia e dall'esperienza della persona che ha accanto. E andrebbe lei, in un istintivo moto forse inopportuno, ad inchinarsi appena alla propria sinistra per sporgersi verso l'altro ed andare a poggiare sulla di lui spalla il proprio capo. Poggerebbe la tempia su di essa osservando l'orizzonte con occhi gentili. <Grazie, Hitomu-sama.> sussurra lei grata, riconoscente, lasciando disperdere la propria voce nel vento. <per il vostro ascolto, il vostro conforto. Vogliono dire molto per me> specialmente in un momento come questo. E quando ode poi quelle ultime parole, si ritrova a spostare il capo dell'altrui spalla per alzare il viso a cercare il di lui sguardo. Si sente toccata da quella premura, da quella gentilezza. Vorrebbe poterla ricambiare, potergli essere altrettanto di conforto nel momento del bisogno. <Chi ascolta voi quando siete in dubbio, Signore?> domanda con la voce bassa e sottile di chi si scambia confidenze pericolose. <Probabilmente non dovrei dirlo ma... se doveste mai aver bisogno di qualsiasi cosa.. io ci sono. Che sia uno sfogo o il bisogno di una babysitter oppure.. di sentire un po' di musica> sorride allora, teneramente, ritrovandosi il flauto Fra le dita. <Anche solo di un po' di compagnia. Sarei felice di potervi aiutare. Di potervi forse conoscere un po' meglio> rivela con un sorriso guardandolo negli occhi. È.curiosa di scoprire che persona sia, cosa gli piace e cosa invece non sopporta. Le piacerebbe scoprire e conoscere la persona dietro il titolo di Nono Hokage. [Chakra: on]

13:10 Hitomu:
 Ascolta la speranza della ragazza che vuole credere che, alla fine, i due amanti siano riusciti ad unirsi nel loro sentimento. <Faremo in modo che tutti lo credano, allora> afferma il jinchuuriki del Kyuubi riferendosi alla storia d'amore. Sarebbe un brutto colpo sapere che, nonostante il sacrificio, i due non abbiano trovato il modo per amarsi. Meglio essere positivi, tendere sempre verso la felicità. E dunque credere che i due siano riusciti ad unire i loro cuori dopo la loro morte. <Non farti strani pensieri, Kaori. Voi tutti fate parte ogni giorno dei miei piani. Non potete essere un disturbo. Che Hokage sarei se no?> aggiunge immediatamente subito dopo le parole della kunoichi in modo da farle capire di essere felice di stare in sua compagnia. Deve essere la prima volta che i due si trovano al di fuori delle mura della magione. Di solito, i loro incontri sono avvenuti per necessità. Non per casualità. E questa prima volta sembra rafforzare quel filo sottile che unisce un Hokage con ogni suo shinobi. Un filo che, se curato, può diventare un legame. Il jinchuuriki la guarda mentre istintivamente lei appoggia il capo e quei capelli mal tagliati sulla sua spalla sinistra. Un piccolo sorriso scappa al kyudaime con le iridi azzurre che fissano la ragazza dall'alto. Il cuore si rasserena capendo che, forse, il suo intento è andato a buon fine e la ragazza, anche se ancora in alto mare, sta iniziando a venire su e vedere la superficie dell'acqua. Il volto del Nono si sposta verso il Villaggio guardandolo con occhi felici. <Di nulla, Kaori. Quando vi dico che se avete bisogno io ci sono, è la pura verità. Sarò sempre qui per darvi una mano> afferma il ragazzo ancora una volta. <Chi mi ascolta? Mio figlio, a volte.. Anche se spesso si addormenta tra una parola e l'altra> ride nella speranza di rendere tutto ancora più tranquillo. Alle parole della ragazza gli scappa un sorriso. <Ti ringrazio, Kaori. Lo terrò sicuramente a mente. Non sarebbe male passare più momenti del genere.. Non credi?> conclude il jinchuuriki con una domanda. <Cosa vorresti sapere di me?> afferma il giovane aprendosi alla Hyuga. Vuole aprirsi con lei e lasciarla entrare nel suo mondo e in ciò che è stato ed è. [chk off]

13:39 Kaori:
 E' così rasserenante quel momento. Per la prima volta si ritrova a poter parlare con Hitomu invece che con il Kyudaime. Ha accanto a sé una persona come tante, un ragazzo come molti con i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue emozioni. Si ritrova a parlare con quello che può essere un suo pari senza dover necessariamente parlare di doveri, oneri, missioni e resoconti. E' un momento confortante, gentile, che lascia nell'animo della chuunin una sensazione dolciastra. Non ha mai avuto realmente modo di conversare con lui, non in questa maniera spontanea, e tutto ciò la fa sentire un po' più vicina all'altro. <Beh... non intendevo dire che ci vedete come un disturbo, assolutamente. Però immagino che a volte sarebbe bello lasciare i panni di Hokage per essere solamente... voi.> sorride appena, tranquilla, mesta, ripensando come questa conversazione assomigli molto, per certi versi, a quella avuta con il Rikudo Sennin proprio poco tempo prima. Effettivamente si pone quel pensiero in merito a tutte le più grandi personalità che conosce: si chiede come possano sostenere la loro stessa forza, la loro stessa fama e le derivanti responsabilità senza mai trovare un modo, od un angolo di quella Terra, in cui poter essere semplicemente se stessi. Persone. Il conforto, l'aiuto e le parole del biondo la fanno sentire un po' più tranquilla, un po' meno spaventata dal mutamento in atto dentro di sé e la porta ad abbandonarsi semplicemente a quel momento gustandone la pace. Rimane col capo poggiato sulla di lui spalla osservando il Villaggio, l'orizzonte, lasciandosi andare all'istinto del momento. Forse, in un'altra occasione o in qualità di vecchia se stessa, non sarebbe mai riuscita a valicare quel sottile confine fra loro fino a ricercarne un contatto così diretto senza permesso. Forse non avrebbe mai trovato il coraggio di cercare un simile conforto nella figura così tanto più forte e importante di lei. Ma ora... ora sono solo due persone, sono solo due anime alla ricerca di un po' di pace. Possono farsi compagnia a vicenda in una notte così tranquilla. Una leggera risatina sfugge dalle labbra della chuunin quando l'altro le rivela di parlottare col suo figlioletto talvolta. Un riso leggero, pulito, basso, sinceramente divertito che la porta a scostarsi dalla di lui spalla per guardarlo con una espressione appena più fresca, appena più libera. <Dev'essere un problema per il buon fine di una sana conversazione> sorride snudando i denti bianchi con fare leggero, più spensierato, offrendogli infine il proprio appoggio, la propria spalla, se mai ne avesse sentito il bisogno. <Sì. Sì, sarebbe bello.> concorda lei annuendo leggermente col capo, inspirando profondamente. <Mi piacerebbe> rivela sinceramente, tranquilla, prima d'udire quell'ultimo quesito. Probabilmente molti, avendo quest'occasione, avrebbero chiesto qualcosa sul Demone che ha dentro di sé, sul suo ruolo di Hokage magari. Ma lei... non vuole scoprire la leggenda che ha dinnanzi. Non le importa davvero di capire meglio il suo potere. E' affascinata ed interessata all'idea di poter conoscere la persona dietro tutto questo. Il ragazzo, il giovane Hitomu. <Vediamo...> inizia a pensare lei portandosi una mano al mento ed iniziando a tamburellare con le dita su di esso. <Oh, sì, ecco! Cosa vi piace fare quando non siete alla Magione a lavorare per il Villaggio?> domanda lei fissandolo ora con curiosità, con divertito interesse, andando a sciogliere l'intreccio delle gambe e lasciandole ora pendere oltre il bordo dei capelli rocciosi del Nono. <Uhmmm secondo me... vi piace leggere! O cucinare!> Insomma, non ce lo vede molto ad andare a pesca, ecco. [chakra: on]

14:06 Hitomu:
 I discorsi tra i due vanno avanti. Il vento soffia in quel posto dai tanti volti che hanno lasciato un segno, in un modo o nell'altro, sul Villaggio di Konoha. Chi è stato raffigurato su quei volti e chi lo sarà, saprà per certo che il suo nome non verrà mai dimenticato dagli abitanti della Foglia. <Certo, hai ragione> afferma prontamente il jinchuuriki <Stasera, come vedi, non porto il cappello da Hokage> un modo, come un altro, per farle intendere che in questa notte ha messo da parte il suo ruolo da Kage indossandone solo una veste. Essere solo se stessi.. Non un Hokage, non un jinchuuriki. Non una leggenda. Solo il giovane Hitomu, un shinobi della casata Senjuu. Chissà come sarebbe stata la sua vita se avesse scelto altre strade. Sarebbe stato ricordato comunque? Se non avesse incontrato Kurama, sarebbe comunque diventato Hokage? Le domande possono essere tante e diverse. Come le strade che ha incontrato durante il suo percorso. Ciò che è diventato, è stato grazie alle scelte compiute in alcuni momenti della sua vita. Non rinnegherà mai ciò che è diventato. No, perchè a lui piace. Ma la parole della ragazza lo portano a pensare che, a volte, ha il diritto di mettere da parte tutto ciò che è ed essere solamente se stesso. <Un grosso problema.. Anche perchè il più delle volte cado nel sonno insieme a lui> rivela un altro dettaglio ironizzando su se stesso e lasciandosi scappare un'altra piccola risatina. Le iridi azzurre si posano sulla figura della ragazza vedondola più rilassata di quanto non fosse all'inizio del loro incontro. Quell'ultima domanda posta alla ragazza le lascia un'ampia libertà di chiedere al jinchuuriki qualsiasi cosa. Ma, in cuor suo, il kyudaime è quasi certo che non gli verrà chiesto nulla sul personaggio che è. Ma le risposte che Kaori vorrà, saranno sulla persona e sui piccoli dettagli della sua vita. <Cosa faccio?> il jinchuuriki alza gli occhi al cielo pensando ai pochi momenti liberi che ha, più o meno tutti verso sera. <Passo molto del tempo libero che ho con mio figlio. Mancando spesso a casa, non voglio che passi la sua infanzia senza la mia figura> non vuole che cresca senza averlo come riferimento, non può permetterselo. <Leggere? No!> esclama ridendo <Leggo troppo in magione..> sorride voltandosi verso la ragazza con fare sincero. Sono troppi i documenti, i rapporti e le richieste che deve leggere durante le sue mansioni. <Invece quando ho tempo, mi diletto a cucinare. Non sono ancora espertissimo, ma sto migliorando un poco alla volta> afferma nuovamente il giovane. <E invece a te?> domanda ora alla kunoichi <Oltre alla musica, hai altre passioni?> conclude lasciando spazio alle di lei parole. [chk off]

14:29 Kaori:
 <Oooh, quindi stasera siete fuori servizio> sorride lei, ironicamente, divertita, andando a far mutare la propria espressione in una più divertita, più leggera, meno seriosa e mesta di quelle mostrate fino a quel momento. <Allora per questa sera posso darvi del tu?> domanda con le labbra distese andando a schiuderle poco dopo per vibrare nuove brevi parole. <La Hyuga, il Senjuu e una mezzaluna nascosta. Ricorderò questa serata così> aggiunge quasi come a voler dare un titolo a quel momento, a quel ricordo. Una didascalia da segnare sotto la foto mentale che in quel momento sta facendo di quella notte. Un ricordo che avrebbe sempre gelosamente custodito e che trova estremamente caro. Un momento che rimarrà immortale nella di lei memoria nei giorni, nei mesi, negli anni a venire. Si umetta le labbra sentendosi leggera in questo istante. Ha accantonato i suoi pensieri, i suoi problemi, per dedicarsi semplicemente a ciò che la vita le sta offrendo in questa serata di fine inverno. Si sta immergendo nel momento che sta vivendo e lo sta godendo a pieno. Vuole semplicemente accogliere ciò che quella notte ha da offrire per poi tornare alla locanda e tornare, il mattino dopo, ai problemi di sempre. Vuole rendere quella notte uno strappo alla quotidianità, una fuga momentanea da un periodo doloroso per poter essere semplicemente se stessa. Libera. Lontana da chiunque sappia cosa sta accadendo, da chiunque possa guardarla con pena o pietà. Lontana da quegli occhi che la osservano come una povera tazza andata in frantumi e malamente riparata. Questa sera è Kaori e basta. Non la vecchia, non la nuova, una Kaori in mutamento. Una crisalide libera di poter divenire, al risveglio, qualunque cosa desideri. Ride leggera, cristallina, al sentire le parole del biondo circa il rapporto col figlio e scuote leggermente il capo immaginando la scena fra i due. <Siete davvero una bella famiglia. Anche se... non mi sembra di aver mai sentito di sua madre, ora che ci penso> mormora lei mettendo pian piano su un'aria pensosa. L'osserva ora con fare cauto temendo d'aver appena fatto un passo falso. <Spero di non aver toccato un tasto dolente> aggiunge poco dopo rendendosi conto di esser stata, forse, leggermente indelicata con quell'osservazione. Non sa se la donna sia ancora nella vita dei due o se sia accaduto qualcosa, potrebbe aver appena parlato con scortese leggerezza d'un argomento piuttosto delicato. Lascia dunque che il discorso prosegua e pone all'altro quel quesito sorto nella sua mente. Un piccolo modo per capire un po' meglio la persona che ha accanto. <E' un bel pensiero. Anche se immagino che crescendo capirebbe il motivo della vostra assenza durante il giorno> cerca di confortarlo, di rincuorare in parte il ragazzo e il suo timore di essere assente nella vita del figlio. Ma lei può leggerglielo negli occhi, nel tono della sua voce: ama quella creatura in maniera genuina e, di sicuro, anche lo stesso Tobirama dovrà sentire quell'affetto avvolgerlo ogni giorno. Ode dunque il resto delle sue parole immaginando la figura del biondo alle prese coi fornelli. <Molti trovano la cucina qualcosa di rilassante. Io però so cucinare poche cose imparate dopo un sacco di disastri immangiabili> rivela lei ricordando quei primi tentativi malamente falliti nella cucina di casa sua. <Diciamo che non sono proprio ferratissima> sorride poi, divertita, udendo infine quella domanda venirle rivolta. Posa lo sguardo sul flauto fra le dita e distende le labbra verso l'esterno mentre un alito di brezza smuove gentilmente le ciocche irregolari della sua chioma ai lati del viso. <Mi piace disegnare. A casa ho un album pieno di vecchi schizzi e bozze mai finite. E scrivere> rivela poi voltando ora verso di lui lo sguardo, l'espressione tranquilla e pacata ad addolcirle il viso. <Ma credo non lo sappia nessuno, in realtà> sorride stringendosi appena nelle spalle, ripensando a tutte quelle cose fatte, scritte, abbozzate, rimaste nei suoi cassetti, nei suoi quaderni. Non ha mai avuto modo di rivelare a nessuno questi piccoli aspetti di lei e di questo se ne rende conto solamente ora. <Penso che siate il primo a saperlo> ammette alla fine inclinando leggermente il capo verso la spalla mancina. [chakra: on]

14:58 Hitomu:
 Sorride alla domanda della ragazza, sorta all'improvviso <Te lo concedo, Kaori. Stasera stai parlando con Hitomu e non con il tuo Hokage> le vuole lasciare la possibilità di sentirsi pienamente libera di parlare con lui, con i toni e i modi che più ritiene giusti per questa notte. Una notte che si sta rivelando unica, per quanto il giorno passato avesse fatto pensare di essere monotona come tante altre. Si sta divertendo e se ne accorge per tutte le risate che si sta facendo. Gli fa piacere tenere dei discorsi con la gente del Villaggio, ancora di più se affrontati in questo modo. E se fosse questo l'insegnamento che i Sette gli hanno assegnato per stasera? Essere, a volte, solo se stessi. Mettere da parte il manto e il cappello e sfoggiare la persona dentro di sè. Gli piace vederla sotto questo punto di vista. Forse, è tutto secondo i piani allora. <Sua madre? No-no.. Tranquilla> afferma il giovane con energia <Sua madre è con noi ed è in ottima salute. Non le piace stare al centro dell'attenzione e, dunque, non si sente molto parlare di lei. Tutto qui> spiega in poche parole ciò che riguarda la sua amata. Non tutti amano le luci della ribalta ed essere la dolce metà dell'Hokage può portare a tanti interessamenti. <Crescendo potrebbe capirlo, ma non sarebbe comunque facile accettarlo. Per questo, cerco di essere il più presente possibile. Ma sono sicuro che crescerà amato dalla persone che ha attorno> continua il discorso su Tobirama spiegando che la sua vita non sarà semplicissima, ma dovrà affrontare forse più ostacoli di un semplice bambino della sua età. <Per imparare, bisogna sbagliare> spiega il ragazzo riguardo ai tanti tentativi falliti in cucina da parte di Kaori <Lo stesso vale per me. Ho dovuto imparare molto e sbagliare ancor di più. Ma non bisogna mai arrendersi> conclude sui suoi vissuti da chef di casa. <Disegnare e scrivere.. Nobili arti> diventa curioso ora il jinchuuriki. <Quali sono i temi delle tue scritture?> domanda ancora una volta il biondo volendo saperne di più su ciò che la ragazza scrive. <Son felice di essere il primo, ma perchè celare agli altri una tua passione così bella?> conclude il kyudaime aspettando la risposta della Hyuga. [chk off]

15:24 Kaori:
 Un sorriso si apre sincero, ampio, sulle labbra della chuunin a quella concessione da parte del biondo. Una concessione che sarebbe durata per quella sera soltanto, ma che sarebbe stata sufficiente a rendere quella notte speciale. Forse, in qualche modo, in Hitomu può trovare più di un superiore o di un responsabile, ma la figura di un amico. Figura che, in questo esatto momento della sua vita, scarseggia pericolosamente portandola a sentirsi più sola che mai. Se non fosse per la presenza di Raido al suo fianco probabilmente sarebbe già annegata nelle tenebre che covano dentro di sé. Felice, contenta di quell'attimo, di quel piccolo dono, ascolta con rinnovata forza quanto viene spresso dal Jinchuuriki ritrovandosi a sospirare di sollievo e passarsi una mano sulla fronte. <Fiuuuu, meno male> mormora lei portando, successivamente, la medesima mano al petto. <In genere quando c'è la possibilità di fare una figuraccia la faccio al cento per cento> rivela sollevata di essersi salvata per questa volta. Devono essere davvero una bella famiglia, loro tre. C'è qualcosa di genuino, di tenero nel modo in cui parla dei suoi cari, dei suoi affetti, che le lascia solo immaginare quanto possa esser loro legato. E' contenta che nonostante tutto sia riuscito a farsi una famiglia, ad avere una vita relativamente normale. <Azrael sarebbe curioso di conoscerla, sai? Tempo fa mi disse di non averti mai visto con una donna prima nonostante vi conosciate da così tanto tempo> rivela lei ricordando quei giorni lontani in cui il Nara era solito comparire, di tanto in tanto, alle sue spalle per una breve chiacchierata. Le ha raccontato qualche vecchio aneddoto fra i due, come ad esempio di una missione svolta assieme quand'erano due genin in cui l'anbu era finito con il sedere punto dalla sua stessa tecnica. Tempi diversi, tempi più felici per la giovane Hyuga. Ode dunque il successivo dire del biondo ritrovandosi ad annuire alle sue parole. Ha ragione. Suo figlio potrebbe crescere essendo fiero di suo padre oppure rancoroso per la sua assenza. Possibilità che solo il tempo può rivelare e che possono essere migliorate e mitigate dalle azioni dello stesso Senjuu. <Ne sono sicura> annuisce lei, serena, inspirando piano. <E qualcosa mi dice che non ti riferisci solo alla cucina, mh?> sorride lei, mestamente, volgendo il capo all'indirizzo del Kage, un'altra lezione di vita a venirle offerta spontaneamente, probabilmente senza neppure volerlo. Magari quando si diviene così esperti e saggi da poter governare un intero Paese diviene inevitabile far dono delle proprie conoscenze al prossimo, chissà? Sicuramente sono nozioni e concetti che l'altra accoglie ben volentieri dentro di sé ascoltandolo sempre con attenzione. A quel suo quesito, poi, la giovane si ritrova a schiudere le labbra boccheggiando per un attimo. Non sa bene come affrontare il discorso essendo la prima volta che, in qualche modo, viene fuori e inizia a battere rapidamente le ciglia in modo meccanico. <Uhm... non è che la stia proprio celando, in verità. E' che non ho mai avuto occasione di parlarne. Momenti come questi sono sempre più rari man mano che il tempo passa> rivela lei stringendosi di poco nelle spalle, prima di rigirarsi il flauto fra le dita e rispondere alla precedente domanda del Nono. <Per lo più si tratta di sfoghi personali. Di pensieri ed esperienze che mi piace gettare su carta sotto forma di brevi racconti> ammette la ragazza puntando le iridi perlacee in quelle azzurre e chiare di lui. <Dipende da come mi sento in quel momento. Mi lascio trascinare molto dai sentimenti per cui non c'è proprio un tema ricorrente> chiarisce tranquilla prima d'espirare piano un po' d'aria. <E' da un po' che non scrivo qualcosa, in effetti> osserva alla fine alzando lo sguardo verso la mezza luna sopra di loro. <Forse scriverò di questa notte. O la disegnerò> esprime poi distendendo le labbra verso l'esterno, di pochi centimetri. <O magari entrambe le cose> [chakra: on]

15:49 Hitomu:
 Le nuvole passeggiano sopra le teste dei due e la Luna rimane sempre lì, luminosa, a risplendere. Con pochi dei suoi shinobi, il jinchuuriki ha stretto un rapporto come quello che sta nascendo tra il Senjuu e la Hyuga. Non è facile varcare quel limite tra l'Hokage e Hitomu e riuscire nel trattare il jinchuuriki come un semplice 'amico', dopo tutto. Ma la kunoichi ci sta riuscendo bene in questa tarda serata e il biondo sembra trovarsi a suo agio nel parlare in maniera così informale con lei. Se sia solo il caso di una serata o la nascita di un piccolo ma forte legame, solo il tempo potrà dirlo. <Questa volta ti è andata bene> sorride in sua direzione facendo riferimento alla percentuale di figuracce che la ragazza fa. <Azrael?> il suo nome rievoca vecchi ricordi nel jinchuuriki. Ricordi di quando lui era davvero ancora solamente Hitomu ed Azrael era il compagno di tante missioni. <Sarei felice di presentargliela.. Ma è tanto tempo che non vedo il suo volto> dopo essersi unito ad Akendo e dopo la battaglia contro Kuugo, il Nara non si è fatto più vedere agli occhi del suo vecchio compagno. <Sarei felice di raccontare qualche vecchia storia insieme a lui e alla mia famiglia> esprime un suo, per quanto piccolo, desiderio volgendo lo sguardo verso quella mezza luna lasciando che il sorriso precedente scompaia e un velo di dispiacere si miscugli al suo tono di voce. <E, prima o poi, succederà> rimane comunque positivo e pieno di speranza. La kunoichi suppone che il riferimento ai tanti sbagli da fare per imparare, non era dato solo per l'abilità in cucina. <Beh, è un consiglio che si può estendere a tutte le cose. Tu tienilo sempre a mente, eh!> afferma lasciandosi disegnare nuovamente un altro sorriso sul suo volto. <Ho capito.. Il tuo è un modo per poterti sfogare e non tenere tutto dentro. Deve essere un ottimo modo, suppongo> aggiunge ancora il jinchuuriki <Cura queste tue passioni. Non lasciare niente di incompleto e raccogli sempre tutto in ordine. Tra tanti anni, avrai dei bei ricordi guardando quei disegni o leggendo i tuoi racconti a qualcuno> ad un figlio, magari, o un nipotino. Chi lo sa? Meglio concludere, però, ciò che si inizia. <Ti raccomando di disegnare con cura e dettagli i miei capelli, però. Non vorrei che, quando qualcuno guarderà il tuo disegno, si pensi che il Nono Hokage avesse i capelli in disordine> ridacchia, ovviamente, lasciando trasparire un tono del tutto ironico alla sua frase. <Sono contento di aver passato questa serata in tua compagnia, Kaori> si lascia andare a questa confessione, prima di concludere il suo dire. [chk off]

16:21 Kaori:
 E' strano davvero parlare in questo modo proprio con lui. Una figura sempre vista come un superiore inarrivabile, un riferimento irraggiungibile. Eppure dopo tutto quello che ha vissuto non riesce a fare altro che vedere in lui, come in altri, una persona. Per molto tempo ha visto suo padre sotto la luce di un rigido insegnante e non si è mai distaccata da quel quadro che aveva di lui tralasciando i piccoli gesti ch'egli faceva come genitore per lei. Ora che l'ha perduto ha iniziato a dare estrema importanza anche a quei più piccoli dettagli ed ha iniziato a vedere il mondo sotto una diversa ottica, una luce diversa. Non vuole più perdere alcuna possibilità per via del troppo imbarazzo, della troppa paura, del timore di essere inadeguata. Vive in un mondo fatto primariamente di persone e poi di ninja ed è sotto quest'ottica che, in momenti come questi, vuole vedere la realtà circostante. Sorride divertita all'osservazione dell'altro ritrovandosi poi ad ascoltare le sue parole circa la figura del Nara. Anche lui sembra ricordare con piacere il compagno, i vecchi momenti trascorsi assieme, eppure non può mancare di notare anche quel velo di tristezza che va a celargli il volto dopo qualche istante. <Non so dove sia ora, che fine abbia fatto, ma...> la destrorsa va, meccanicamente, a posarsi sul coprifronte che ha legato attorno al collo, a quel dono che il dainin le aveva fatto alla vigilia del suo esame genin come buon auspicio per il suo successo. <...l'ultima volta che l'ho visto ha parlato con molto affetto di te. Delle vostre passate missioni. Credo che senta la tua mancanza come tu senti la sua> rivela lei cercando di dare all'altro un po' di conforto, la speranza di essere ancora nei pensieri di quello che par essere ancora un caro amico. <Se dovessi incontrarlo ancora provo a trascinartelo in ufficio.> sorride allora, a quel punto, con fare ironico, divertito, cercando di strappare all'altro un nuovo sorriso. I secondi passano, il tempo scorre e le parole si susseguono una dopo l'altra, da uno e dall'altro. Hitomu fa le sue considerazioni sulle passioni dell'altra e, il suo consiglio, porta Kaori a guardare l'orizzonte con sguardo lontano. Se fosse sopravvissuta all'imminente missione sicuramente avrebbe potuto raccogliere tutti i suoi vecchi lavori in una cartellina, in una scatola, e conservarla nel tempo. Magari avrebbe potuto risfogliare qualche vecchio diario, qualche vecchio quaderno e rileggere quelle parole che ormai le paiono vecchie di anni. Quante cose sono accadute in quegli ultimi mesi? Quanto si sente appesantita da tutte quelle esperienze? E' ancora giovane, ancora all'inizio del suo cammino, eppure si sente provata come se fosse già a metà strada. <Sarà come fare un piccolo salto nel passato> sorride lei, con fare mesto, osservando la mezza luna nascosta da quelle nubi biancastre. Una risata esce fuori gentile, divertita, cristallina alla battuta del biondo portando la Hyuga ad osservarlo con le labbra a scoprire i denti bianchi, dritti, piccoli. Non rideva così tanto da tempo, si sente estremamente leggera in questo momento. <Non sia mai!> ridacchia lei scuotendo il capo mentre un paio di fossette compaiono morbide ai lati delle sue labbra. Il riso termina in fretta, ma a suo tempo, lasciando ben presto spazio sui loro volti ad una espressione più tranquilla, rilassata. La voce del Nono porta Kaori a voltarsi in sua direzione osservando i suoi occhi azzurri in silenzio per un istante. E' felice di quelle parole. Toccata da esse, dal significato dietro quel dire. Si sente davvero contenta di essere lì, in questo momento, di essere al suo fianco. <Potremo passarne altre, così, se vorrai> sorride teneramente la ragazza con fare gentile, mite. <Ogni volta che vorrai lasciare il cappello e tuo figlio non avrà bisogno di te> Ogni volta, se lei fosse stata a Konoha in quel momento, l'avrebbe trovata disponibile per un altro di quei momenti, un altro incontro fra Kaori e Hitomu. Il tempo sta correndo veloce, la notte sta passando in fretta, e ancora poco rimane loro a disposizione di quella sera. Ma prima di lasciarsi, prima di dividersi, decide di donare all'altro un'ultima canzone. Il flauto viene portato alle labbra ed il fiato immesso nello strumento. Nuove dolci note vengono fatte vibrare tutt'attorno per calare infine il sipario su quel tanto apprezzato incontro. [END]

16:40 Hitomu:
 Non ha alcun dubbio che il vecchio Azrael abbia nei suoi pensieri il jinchuuriki. Il legame nato tra loro due, dopo mille battaglie, mille vicissitudini, non può sparire all'improvviso solo per aver scelto due strade diverse. Nel percorso della loro vita, queste strade si intrecceranno nuovamente e i due potranno incontrarsi ancora una volta, uno davanti all'altro. Uno a fianco all'altro. <Brava, trascinalo qui così ci facciamo due chiacchere> sorride come a voler ringraziare la ragazza per le parole che gli ha portato sul vecchio compagno. Il tempo sta passando.. Gli anni trascorrono e Hitomu non è più il ragazzino uscito dall'accademia. Non è più un genin, non è più un anbu, non è più un chunin, non è più un Senjuu, anche se dentro lo è sempre. Ma non vive più la casata come ai vecchi tempi. Hitomu è diventato l'Hokage e la forza portante del Nove Code. Hitomu è cambiato, ma forse è rimasto sempre lo stesso. Dall'aiutare i suoi compagni Laito e Zuko a non litigare tra loro fino ad aiutare il Villaggio quando ne ha bisogno, proprio come sta facendo con Kaori ora. L'amore per il suo Villaggio è rimasto lo stesso. La ricerca del bene e la sconfitta del male sono sempre le sue priorità. Quindi, è davvero cambiato? Forse no, o forse sì. Ciò che è sicuro è che Hitomu non ha perso mai di vista i suoi obiettivi e non ha mai perso di vista se stesso. Si è sempre visto come una figura di riferimento per chi ha attorno e così ha continuato nella sua vita cercando di aiutare chi ne aveva bisogno <Sarò felice di passare altre serata così, Kaori> e lo stesso dovrà fare Kaori. Cercare ciò che è e non scordarlo mai <Ricordati chi sei, nonostante quello che succederà d'ora in poi. Non perderti mai di vista.. Sei la cosa più importante per te stessa> conclude il giovane jinchuuriki guardando per un'ultima volta la ragazza nei suoi occhi tramite le sue iridi azzurre. <Grazie per stasera. Se avrò bisogno di qualcuno, so che potrò contare su di te> le note fuoriescono dal flauto, intanto. La melodia riprende e il giovane si alza in piedi lentamente cercando di non disturbare quel suono. In piedi, davanti alla ragazza, ora fissa il Villaggio. Espira lentamente dalle narici socchiudendo gli occhi e lasciandosi scappare l'ennesimo sorriso. Ruota il corpo dando le spalle ora alla Foglia lasciando che il palmo della mano destra si posi sulla testa della ragazza scombinandole quei capelli davanti agli occhi. E, in silenzio, com'era arrivato, riprende il cammino verso casa. Ascoltando quella sinfonia, fino a quando non sarà troppo lontano per sentirla. La notte è conclusa. END

Kaori e Hitomu s'incontrano per caso al Monte dei Volti.
Una chiacchiera tira e l'altra e ben presto i due si ritrovano a parlare di loro stessi rivelando piccoli dettagli di sé celati ad altri. Il principio, forse, d'un rapporto più profondo fra quello fra Kage e un proprio ninja. Il principio, forse, d'un legame fra Kaori e Hitomu.

Quarta role settimanale per me e prima per Hito ♥