Il vostro sensei è fiero di voi T.T
[Colline - Bancarelle] Per ora non c’è nulla che attiri il suo interesse, niente che accenda la sua attenzione. Un incontro come un altro, avvenuto in un luogo parecchio detestabile al momento. Alle sue orecchie arrivano le parole dell’altra, la quale risponde alla sua affermazione facendole notare come quel cucciolo sappia difendersi da solo. La ragazzina allora abbasserebbe lo sguardo, puntandolo sulla cagnolina, osservandola e studiandola. Nient’altro viene emanato dalle sue labbra, mentre l’animale viene richiamato dalla padrona. Occhi che seguono l’andamento della cucciola, per poi puntarsi nuovamente sulla ragazza. Silenzio dalla sua bocca, freddo dal suo viso. Lo sguardo è insistente, sembra voler trapassare la figura dell’albina, ma non si preoccupa di risultare maleducata. Osserva quel semplice gesto, quella carezza che viene data all’animale, e in un qualche modo si sente per la prima volta diversa. Perché quella cucciola ispira dolcezza nel fare dell’altra, mentre alla ragazzina suscita solo una forte nota di sadismo? Del resto sono giorni che la piccola non prova sentimenti positivi, che non prova quel calore strano e doloroso, ma che sotto sotto le donava una sana felicità. È sola, col suo destino. Quella cucciola ha qualcuno che si preoccupa per lei, e questo come fa sentire la nostra piccola vipera? Molto scombussolata al momento. L’espressione si indurisce mentre osserva quell’animale, non sa spiegarsi il perché, ma prova una sorta di invidia. Tutta via le parole della ragazza la riportano ad una sorta di lucidità. Lo sguardo viene riportato su di lei, l’espressione sembra farsi stupita, ma in un qualche modo hanno qualcosa in comune pur essendo sconosciute. <Nemmeno io volevo venirci. Non è il mio ambiente, non so cosa fare.> ammette anche lei, con una vocina infantile e sottile data la sua giovanissima età, ma che non perde quel tratto che la rende fredda e distante. <Perché tu sei venuta lo stesso se non volevi venirci?> domanda infine verso l’altra, forse intavolando una sorta di discorso, forse perché non ha nient’altro di meglio da fare. In silenzio, attende e farebbe qualche passo verso la sconosciuta. Lenta, meccanica, come una bambolina di porcellana. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] Ascolta il dire di lei, sembra infine che qualcosa abbia detto. Ciò non può che rallegrare Nahira mentre posa nuovamente le iridi cerulee sul suo viso. Non comprende ancora cosa passa per la testa della seconda, ma qualcosa la rende interessante e diversa rispetto a tutto il resto di persone a konoha. Dunque sbuffa inclinando la testa lateralmente, cosa che fa oscillare il pesante cappuccio orrendo. <Sono stata obbligata da mia madre> risponde secca, annoiata. Uno dei due motivi per cui si è mossa per raggiungere una terra che tanto doveva calpestare comunque in un modo o nell'altro. Le parole escono riempiendo il vuoto tra le due interlocutrici. <Io volevo venire a Kusa in fragenti diversi ma sono stata costretta a partecipare a questi festeggiamenti.> scuote il capo, cosa che genera da parte della canide uno sbuffo. Del resto Skoll comprende bene la padrona, sono legate da un filo invisibile. Nahira non ha paura di esprimere con sincerità ciò che l'ha fatta arrivare fino a li. Mentre parla si limita a sorridere sperando di non risultare invadente rispetto al comportamento distaccato della seconda. <In realtà devo mantenere una promessa. Una promessa che solo qui può avere luogo> Ovviamente si riferisce al giorno in cui ancora deshi Raido le ha fatto giurare che sarebbe diventata genin e che avrebbe cercato la sua nemesi a Kusa. Forse è proprio per questo che Nahira non perde la speranza camminando solitaria in quelle vie. Spera che sia il destino a parlare per lei. [equip : portakunai fianco destro : 3xkunai - 3xshuriken // portaoggetti fianco sinistro: 3xbombacarta -3xbombaluce- 3xfumogeni - trasmettitore- x3filo di nylon - x3fuuda - tonico coagulante x3 -tonico recupera chakra x3 // tenuta carnevale : maschera http://imgur.com/gDobqL8] [Colline - Bancarelle] Ascolta le parole dell’altra, quelle prime parole che rispondono alla sua domanda. È stata sua madre a costringerla. Per lei sono parole che non hanno significato. Non ha idea di che cosa significhi, non riesce a comprendere quel semplice concetto. Si limita ad alzare le gracili spalle, mentre nella sua mente qualche ricordo cerca di affiorare. Tuttavia invece di afferrare quei pezzi di puzzle, la sua testa opta per far nascere in lei un interrogativo al quale non aveva mai pensato. E la sua di mamma? L’ha mai avuta? Che fine avrà fatto? Di nuovo sente quel vuoto dentro di sé, un vuoto freddo che le ghermisce l’anima e le fa contorcere le viscere. Prova qualcosa di diverso, e come al solito è qualcosa che non comprende e che quindi la fa stare male. Stringe i pugni, l’espressione si fa sofferente. <Capito.> non dice altro, del resto non le è stato chiesto nulla, quindi non andrà a dire ad una sconosciuta il perché lei si trova lì oggi. Non sa cosa pensare di quella ragazza, più la osserva, più le sembra decisamente diversa da lei. <Non sei di Kusa.> affermazione, confermata da quelle sue parole. Non voleva venire al villaggio, quindi viene da qualche altra parte. Cerca di osservarla per vedere se riesce ad osservare un qualche simbolo. <Di dove sei?> domanda anche nel mentre, lasciandosi un poco andare alla sua curiosità. Ancora piove, non smette, ma per lei non è un problema, ama la pioggia. Solleva un poco il viso per osservarla meglio in volto, data la differenza di altezza, e lo inclina leggermente, come se la stesse studiando, come se stesse cercando di entrare nella sua testa. La bambina non si sta lasciando andare molto alle parole, come suo solito. Si limita molto, mantiene le distanze, appare distratta anche se in realtà ascolta ed osserva con attenzione. Infine le ultime parole della ragazza sembrano attirare un po’ di più la sua attenzione, una nota di curiosità. <Una promessa? Che tipo di promessa?> curiosa, sibila con un tono di voce quasi mellifluo. Forse potrebbe venire a conoscenza di qualcosa che potrebbe interessarla sul serio. <Una promessa fatta a tua madre?> domanda ancora, vuole sapere, avere il quadro completo della ragazza davanti a lei. Se vuole capirla, deve riuscire a farsi almeno un’idea generale, e per farlo deve comprendere le sue parole e tutto quello che la circonda. Forse a Kusa deve comprare qualcosa per il suo genitore, magari si tratta di questo la promessa. Ma non può saperlo e non ha voglia di andare per tentativi, quindi in silenzio attende la sua risposta. I vestiti e i capelli ormai sono completamenti zuppi, e la fanno sembrare ancor più sotto peso di quanto già non sia. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] Imperscrutabile è la parola adatta per quella straniera dai modi diversi. Se avesse un colore sarebbe sicuramente verde smeraldo. E così poco a poco anche Nahira si abitua a quei modi insoliti. E' difficile non notare la curiosità che sembra abbracciare le domande successive di quella sconosciuta. Non dice nulla ma nel tempo stesso è Nahira che parla confidando nella sua comprensione. Una di quelle cose che per chiunque è un rischio ma per lei che è limpida come l'acqua non fa differenza. Non se ne accorge nemmeno poichè per lei la promessa stessa è importante e il solo raccontare ciò la aiuta a scrollare del peso di dosso sebbene sia solo un piacere quello che ha da raccontare. <No, non a mia madre. Lei non sa nulla di tutto questo> scuote il capo mantenendo lo sguardo fisso sulla ragazza che non distoglie gli occhi da lei. Del resto sta usando la festicciola come copertura in un certo senso anche se la speranza di ritrovare quella shinobi è molto bassa. <Una promessa fatta a Raido, uno shinobi di queste terre.> racconta tranquilla con un lieve sorriso senza pensare alle conseguenze. Di fatto potrebbe evitare di snocciolare la questione ma qualcosa di quella ragazza la ispira particolarmente sebbene quei modi tendenzialmente gelidi siano totalmente opposti ai suoi. <Devo trovare una persona> annuncia infine per poi distogliere lo sguardo posandolo con dolcezza sulla canide che emette un breve verso di assenso rispetto a quanto detto.<Sono una genin di Konoha. Mi chiamo Nahira Inuzuka.> si espone infine facendo un lieve inchino. Il capo dunque si abbassa mentre il corpo segue il leggero movimento. Fatto ciò un sorriso si stampa cordiale sulle labbra della albina. Gli occhi chiari puntano nuovamente su di lei. [equip : portakunai fianco destro : 3xkunai - 3xshuriken // portaoggetti fianco sinistro: 3xbombacarta -3xbombaluce- 3xfumogeni - trasmettitore- x3filo di nylon - x3fuuda - tonico coagulante x3 -tonico recupera chakra x3 // tenuta carnevale : maschera http://imgur.com/gDobqL8] [Colline - Bancarelle] Quell’incontro è particolare per il solo fatto che fa nascere in lei quei sentimenti tanto forti, che siamo positivi o negativi. Si sente viva, almeno un poco, continuando ad osservare l’altra ragazza così… trasparente. Ascolta le sue parole, sorpresa di quanto quella sconosciuta sia così ben disposta a rispondere alle sue domande. La frase riguardante sua madre nemmeno l’ascolta però, capisce che non è importante per soddisfare la sua curiosità. Le due sono opposte, totalmente opposte, come due facce di una stessa medaglia. L’altra più aperta e solare, mentre la ragazzina è chiusa e fredda. Non riesce a vedere nulla, non riesce a vedere nessun tipo di legame che possa nascere, in parte le sembra di stare perdendo tempo. Eppure un nome ravviva completamente la sua attenzione. Raido. Il cuore le balza in gola con pulsazioni talmente forti da sentire un dolore acuto nel petto. I pugni si stringono, l’espressione si indurisce ancora di più, si fa cattiva. Ogni volta che pensa al sensei si sente male… ed è una cosa che non capisce, non ha possibilità di parlarne con nessuno, neppure col diretto interessato e questo le lascia quindi un’unica soluzione per non provare più male. Allontanarsi. Prova rabbia, ed inevitabilmente si mette sull’attenti. <Il sensei Raido? Lo conosco.> si, be… non è che ci abbia potuto parlare molto, eppure quelle poche volte che lo ha visto ha lasciato in lei qualcosa di indelebile, qualcosa che non riesce a spiegarsi. Il fatto che una Genin di Konoha, così come le va a dire la sua provenienza, lo conosca, fa nascere in lei una sorta di invidia. Perché il sensei non è qui, è a Konoha. E quante volte questa sconosciuta ha avuto occasione di parlare con lui, addirittura così tanta confidenza da farsi promettere qualcosa? La ragazzina si sente sprofondare nella propria solitudine, si porta una manina sul viso, se la passa chiudendo gli occhi. Deve riprendere il controllo dei suoi pensieri, nonostante la voce dentro di lei la istighi alla violenza. <Una persona… è una missione quindi?> domanda, è curiosa, vuole sapere, ma cerca di porre quelle parole con nonchalance, come se nulla di tutto quello la stia toccando. La guarda, vede quel suo sorriso cordiale… lo vede, e in quel momento desidera solo colpirla. Tuttavia per fortuna ha abbastanza lucidità da non farlo. Prende un profondo respiro e cerca di ricomporsi. Scuote la testa e sa cosa bisogna fare in circostanze sociali normali. Ovvero ricambiare la presentazione. <Piacere. Io sono Kouki Yakushi.> nome e cognome, ora che lo conosce non le fa più strano usarlo. Non aggiunge altro, si sente il corpo tremendamente molle e freddo. Deve sfogarsi, ma non sa come, ne con chi, si sente in balia di emozioni che non conosce. E in un lampo nella mente le balena un pensiero... non è stata fatta per queste cose. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] Rapido il nome corre veloce nelle orecchie di Nahira. Una presentazione che lascia la Inuzuka boccheggiante e stupita ferma a fissarla come una idiota. E' come un fulmine che la colpisce in pieno facendole aggrottare gli occhi nella direzione di questa. <K-Kouki?> chiede conferma senza tuttavia aspettare risposta. <Proprio Kouki?> ripete la domanda con espressione interrogativa mentre le iridi scorrono sulla ragazza. Il silensio si fa spazio mentre la genin tenta di ricomporsi velocemente per tentare di dire qualcosa o almeno rispondere alle domande. <Non pensavo di trovarti così per caso, il destino fa brutti scherzi> scrolla il capo sistemando nervosamente il cappuccio da cui cade qualche goccia. <Ecco Raido mi ha fatto promettere di cercarti una volta fossi diventata genin.> inizia a parlare. Gli occhi si abbassano per la timidezza che ora ha in corpo tanto che le guance già tinte di rosso per i tatuaggi Inuzuka sono ancora più rosee per i sentimenti che ha in corpo. <Mi disse che hai dimostrato di essere meritevole del tuo titolo di shinobi. Parlava di te come la promessa di Kusa > Fa una pausa alzando gli occhi verso di lei tentando di intravedere qualsiasi reazione da parte sua. <Mi fece promettere di raggiungerti ed incontrarti dopo aver raggiunto il mio grado.> continua a raccontare mentre le parole continuano a fluire proprio come la pioggia che bagna quella via trafficata che ora resta solo come scenario per qualcosa di più grande. <Ha detto che abbiamo abbastanza in comune per diventare grandi.> puntualizza ancora mentre il tono si fa più sicuro via via che il racconto giunge la sua fine in un ultimo pensiero finale che la stessa esplica con sicurezza. Determinata sia in viso che in corpo. <Non metto in dubbio il suo giudizio. Sono qui per mantenere la mia promessa nei vostri confronti> . Detto ciò solo la pioggia riempie il vuoto creato tra le due. Attimi che si susseguono lenti e pieni d'ansia per la albina che in cuor suo non ha mai fatto nulla del genere, figuriamoci andare fino in un paese così lontano per spiegare a qualcuno qualcosa che lei non comprende. Tuttavia rimane in attesa sperando che l'altra accolga le sue parole senza sdegno. [equip : portakunai fianco destro : 3xkunai - 3xshuriken // portaoggetti fianco sinistro: 3xbombacarta -3xbombaluce- 3xfumogeni - trasmettitore- x3filo di nylon - x3fuuda - tonico coagulante x3 -tonico recupera chakra x3 // tenuta carnevale : maschera http://imgur.com/gDobqL8] [Colline - Bancarelle] La testa le gira, si ritrova in un turbinio di emozioni che non riesce a controllare. La testa le fa male, senza la voce dentro la mente che le sussurra, insidiosa come una serpe. Sibila nelle sue orecchie, fa leva sulle sue più recondite paure. Sola, circondata da nemici. Quella solitudine che non fa altro che farla scivolare nel suo passato dimenticato. Per non soffrire dovrebbe pensare solo al dovere. Quell’uomo ha ragione, dovrebbe pensare solo al suo destino. Allenarsi, migliorare… lasciar perdere cose insignificanti come i legami. Non li vuole, le fanno solo male. E man mano che quella voce parla dentro la sua testa, alla fine le crede ed arriva ad una sola conclusione. È stata abbandonata, deve pensare da sola a sé stessa. L’unica persona che si interessa per lei è Otsuki… che poi lui le abbia procurato quelle cicatrici non le importa. Lo ha fatto per il suo bene. L’unica figura per lei più vicina ad un membro della famiglia, il suo carnefice. Sarà forte per lui. Sente l’altra ripetere il suo nome, destando la sua curiosità. Non dice nulla, la osserva, lascia che l’altra parli. Non capisce quello che sta succedendo, ma a quanto pare è lei la persona che l’albina sta cercando. Espressione che si fa interrogativa, labbra che si serrano nervosamente. Ascolta, ascolta… ascolta senza interromperla, senza muoversi, senza fare nulla. Ma l’espressione cambia di colpo, un’altra emozione prende il sopravvento e le procura un dolore allo stomaco. Raido ha detto che lei stessa è meritevole del titolo di Genin, una promessa di Kusa. Occhi stupiti, la felicità che ora le esplode nel petto, ma le crea dolore… ben presto si tramuta in una calma rabbia. <Ah, si?> tono che le fuoriesce secco, freddo. Cinica in viso, si sente ferita da qualcosa che non comprende e cerca di nascondere quel suo dolore dietro alla sua maschera. <Parlava di me come una promessa di Kusa. Sarebbe stato bello sentirselo dire dalla sua bocca, e non da una sconosciuta.> tagliente il tono, come se in quella frase stesse mettendo tutto il suo risentimento. Trema, non sa cosa pensare, non sa come agire. Sente solo un gran rancore nei confronti del sensei e di quella ragazza che tutto sommato non ha fatto nulla di male. <Abbastanza in comune per diventare grandi. L’unica cosa che piaceva al sensei era la mia determinazione. Il mio non arrendermi, il fuoco che mi arde nelle vene. Quel calore che sento crescere e mi da’ la forza di andare avanti. Da sola.> la osserva, cerca di fermare il tremore alle mani, ma non ci riesce. <Possiamo avere in comune solo questo immagino.> commenta infine, compiendo grandi e profondi respiri, mentre una mano si porta alla testa, dolorante. <E il fine di questa promessa? Cercarmi, trovarmi, e poi? Ora che sei qui davanti a me, cosa intendi fare?> già, il senso di una promessa del genere? Le sente… le sente alla gola quelle parole che vorrebbe sputare come veleno. Dovrebbe sfogarsi, è quello che dovrebbe fare, ma ancora si trattiene. Denti stretti, sguardo fisso su quella ragazza. I pugni vengono ancora chiusi con forza, fino a ferirsi i palmi con le sue stesse unghie, le affonda nella carne con violenza autodistruttiva. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] La reazione della ragazza non è delle migliori e , come sospettato da Nahira, nulla di quanto immaginato è mai come lo si spera. Lei che sperava di trovare un sorriso amichevole invece si becca un tono secco e freddo da parte della seconda. Corruccia un sopracciglio nella direzione in cui ora l'altra le riversa addosso considerazioni. Un fiume di parole più taglienti di quanto immaginato. <Il confine tra sconosciuta e conosciuta è davvero sottile proprio come una lama di un kunai> commenta lei ironica senza perdersi d'animo per l'espressione della seconda. Infatti anche lei ora, cambiato atteggiamento, rimane corrucciata facendo sparire il sorriso solare per dipingerne uno determinato. <In realtà stare da soli è una scelta> si prepara dunque a spiegare ciò che ha imparato fin dalla più tenera età poichè solo ascoltando e sbagliando ha capito chi è davvero. <Non tutti si avvicineranno facilmente alla nostra anima, ma se non glielo permettiamo allora siamo noi a porci dei limiti.> puntualizza lei. Lei che anche se solare di amici ne ha pochi. Lei che ha sofferto in silenzio per le mille domande che tutt'ora la affliggono. <Il dolore è una scelta. Ognuno forgia le sue catene ed i suoi stessi limiti.> continua col dire sapendo bene che forse queste parole non saranno accolte. Non importa, è pronta a sparire dopo aver illiminato anche solo per poco. <Io non so a cosa porta un legame, ma so che due fuochi che ardono sono meglio di uno che brucia scoppiettando in silenzio soffrendo il freddo.> usa quella metafora rappresentando se stessa e la seconda che, anche se sconosciuta, inizia a comprendere anche solo comprendendone le parole e gli atteggiamenti. Non ci vuole molto a comprendere gli altri se si osservano con l'anima. <Forse Raido conosce le risposte alle tue domande, io non metto in dubbio i suoi ragionamenti. Non so cosa abbia voluto dire con eredi di due villaggi diversi> Scuote il capo abbassando lo sguardo. Non incrocia gli occhi dell'altra fino a quando le ennesime parole iniziano ad uscire. <Io non ti conosco e probabilmente hai ragione, non abbiamo quasi nulla da condividere se non un nome. Non ti obbligo a conoscermi ne volermi dipingere con un nuovo colore sulla tavolozza della tua anima> la metafora che usa lei è particolare, ma ha un senso. Ogni volta infatti che la Inuzuka conosce qualcuno o impara qualcosa di nuovo egli avrà una tonalità particolare e sarà meno sconosciuto. Questo è dato forse dalle percezioni personali della konohana. <Sono pronta ad andarmene. Sarò solo un ricordo.> conclude infine con una leggera trestezza in corpo. Tuttavia la legge del legame la conosce molto bene, non si può obbligare qualcuno a conoscerci, si può solamente sorridere nella sua direzione ed attendere. Il resto spetta al destino e alla persona incrociata. [equip : portakunai fianco destro : 3xkunai - 3xshuriken // portaoggetti fianco sinistro: 3xbombacarta -3xbombaluce- 3xfumogeni - trasmettitore- x3filo di nylon - x3fuuda - tonico coagulante x3 -tonico recupera chakra x3 // tenuta carnevale : maschera http://imgur.com/gDobqL8] [Colline - Bancarelle] Il vociare delle persone è solo un lontano contorno, la pioggia suggella quello strano incontro che di colpo si è fatto vivo e doloroso. Almeno per la ragazzina. E lentamente quelle gocce di pioggia che hanno accompagnato le due per tutto quell’incontro cessano. Il cielo ha finito le sue lacrime, e la ragazzina ne ha molte da versare. Rimane in silenzio mentre l’altra continua a parlare. La differenza fra conosciuta e sconosciuta… non è tanto difficile per lei distinguere. <Non mi sembra sottile. Il fatto è che non ti conosco se non il nome. Vieni da un altro villaggio, e mi dice delle cose che magari avrei preferito sentire da…> si blocca, si blocca perché percepisce la sua voce che trema. È una strana sensazione, il cuore le fa male, ed avverte qualcosa bruciarle agli occhi. L’espressione si fa confusa e spaventata. Ha già pianto una volta, per la paura e il dolore fisico… ma in questo momento non c’è nessuno che le sta tagliando la gola, quindi… perché si sente così? Il respiro si fa affannoso e le manine vengono portate al livello dello stomaco. È troppo per il suo piccolo corpo, vorrebbe fuggire da tutto quello, eppure non lo fa. L’altra continua a parlare. E la rabbia si mischia al dolore, ancora una volta. <Io non scelgo nulla. Io sono come sono, se poi la gente decide di lasciarmi sola non è un problema mio. Io… io non so nemmeno come sono! E la gente che sparisce non mi aiuta!> lo urla, per la prima volta da quando a memoria sta urlando contro un’altra persona, sta perdendo la sua lucidità. Gli occhi si riempiono di lacrime, la pelle assume un colorito rosato dato dalle forti emozioni che sta provando. Le manine vengono portate al viso, mentre si perde nel vortice della sua confusione e l’altra continua a parlare. E dal viso le mani raggiungono i capelli, le dita si stringono catturando alcune ciocche, mentre nella sua mente sta avvenendo una furiosa battaglia, fra i ricordi, quella voce e sé stessa. <Basta!> un grido, vi è disperazione, frustrazione… ma non è rivolta a quella ragazza. È rivolta verso quella voce che continua a tormentarla nella sua testa. <Tavolozza, colori, fuochi… io non capisco. Io a mala pena so perché sono al mondo, a mala pena… anzi, non so nulla di me, mi è stato detto solo quello che dovrò fare! E tu vieni qui… come… come osi farmi provare emozioni?> soffre, la guarda. Gli occhi sono spalancati ed impauriti verso di lei. Come osano tutti quanti farla sentire in quel modo? Come osano farla sentire umana? Le lacrime scorrono sulle sue guance, ma lei rimane in silenzio. Si sente scivolare verso l’apatia ora, dopo quel breve sfogo. Eppure le ultime parole di quella ragazza le procurano altro dolore… anche a costo di sembrare incoerente con sé stessa e le proprie parole, la ragazzina non vuole. <No! No… smettetela di andarvene… sono così confusa…> e meno male che era appena riuscita a trovare una sorta di stabilità. Tutto il suo faticoso lavoro è crollato come un castello di carte. <Perché tutti non fanno altro che lasciarmi in balia di qualcosa che non comprendo? Giocate con me, mi fate provare qualcosa che mi fa stare male, e poi ve ne andate lasciandomi sola!> scuote piano la testa, le gambe le cedono, ma cerca di rimanere in piedi. <A questo punto… sto davvero meglio da sola.> conclude flebilmente quel suo discorso sconnesso e senza nessuna ragione. Sta crollando… è come se vedesse sé stessa crollare inesorabilmente sempre più in basso. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] La discussione continua mentre la pioggia smette di battere e Nahira riesce infine a scoprirsi il capo da quel cappuccio ingombrante liberando infine la matassa bianca che sono i capelli. Sbuffa scuotendo il capo. Non ci siamo, forse non riesce davvero a farsi capire. D'altronde era prevedibile. <Un nome è solo una unione di lettere a casaccio così come il concetto di terre, ciò che conta è l'anima. Quella la percepisci.> racconta lei ancora con le iridi chiare verso l'altra che sembra parecchio confusa. <Mi hai parlato quando ancora non conoscevi il mio nome> puntualizza quella incongruenza e gli appigli che tenta di cercare l'altra per salvarsi da quelli che sono i legami. Dunque la bianca intercetta una occhiata della lupetta che si mostra allegra e giocosa tra le sue braccia. Che voglia di nuovo fare la pestifera? Occhi blu della canide che si posano nuovamente su Kouki mentre un versetto va a rompere il muro idealizzato tra le due. <Inoltre Skoll raramente si avvicina a qualcuno che non le ispiri. Sei particolare> Lo dice chiaramente e senza giri di parole. Si limita a sorridere senza mezzi termini. <I confini geografici non dovrebbero limitarti.> E lo dice lei che per una stupida festa è dovuta arrivare fino a Kusa anche se ne aveva già intenzione. <E non ho mai detto che ho voglia di andarmene anche se non ti sto simpatica.> E' incuriosita da quello che potrà dire o fare dato che sembra ripetere parole a caso di ciò che le ha detto poco prima. Ride ancora per poi fermarsi catturando qualcosa nelle sue frasi. <Per cosa sei nata dunque?> domanda amichevolmente ancora ferma ad un metro da lei senza accorgersi che questa ha una reazione più forte delle altre. Nota le lacrime scenderle dal viso e non può che spegnere quel suo sorriso solare. <Io> prova a dire senza riuscire a dire altro. <...scusami> Ora si sente in colpa. Pensa davvero di aver fatto qualcosa di male e che ora stia piangendo a causa sua. Dopo attimi di silenzio se le fosse permesso si avvicinerebbe di poco e, mantenendo la cucciola nera con il braccio sinistro, tenterebbe di allungare delicatamente la mano destra al volto di lei per poi tentare di togliere un rivolo di pianto con il palmo posandolo appena sulla guancia. Se ciò non le fosse permesso e fosse fermata dal fare quel gesto gentile rimarrebbe in silenzio allontanandosi per tornare alla medesima distanza con lo sguardo basso e le emozioni ghiacciate senza spiccicare altra parola. A volte i gesti valgono più di mille parole.[equip : portakunai fianco destro : 3xkunai - 3xshuriken // portaoggetti fianco sinistro: 3xbombacarta -3xbombaluce- 3xfumogeni - trasmettitore- x3filo di nylon - x3fuuda - tonico coagulante x3 -tonico recupera chakra x3 // tenuta carnevale : maschera http://imgur.com/gDobqL8] [Colline - Bancarelle] Se la ragazza credeva di trovare qualcuno come lei, si sbagliava di grosso. La ragazzina è diversa, la ragazzina… è una bambina. E anche se spicca di intelligenza e di una nota matura, rimane pur sempre una bambina. Una bambina sola, senza nessuno, senza sicurezze o famiglia, senza punti di riferimento. Non fanno un bel percorso quando i bambini vengono lasciati a loro stessi, o peggio… in balia di persone poco raccomandabili. Soprattutto se quelle persone poco raccomandabili si presentano come loro unica famiglia. Ma tralasciamo questa riflessione, la ragazzina appare senza dubbio parecchio instabile, nevrotica, carica di rabbia e dolore. Sinceramente, quante persone avrebbero l’intenzione di rimanere accanto a una persona simile? L’albina avrebbe tutte le ragioni per voltarsi e correre via offesa. Sente le sue parole in risposta e… le sembrano chiare, sembrano avere un senso logico. Sicuramente sono più logiche di quelle che ha sputato lei. Certo, conta l’anima. La ragazzina singhiozza, osserva l’altra ma non dice nulla. <L’anima…? Come… come si percepisce?> la voce spezzata dal pianto, eppure vuole capire, vuole comprendere tra una lacrima e l’altra. Ora lo sguardo si punta invece su quella cagnolina, ascolta le parole della padrona, e finalmente riesce a provare qualcosa di diverso dal sadismo, dalla voglia di farle del male. Si sente come sollevata, e pazzamente va ad accennare un sorriso. Un sorriso sincero, raro. <La tua cucciola si è avvicinata a me… > di solito gli animali scappavano. Un lucido ricordo nella sua mente, che la costringe a stringersi la testa e a chiudere gli occhi dal dolore. Quello che faceva lei agli animali scaturiva una reazione di terrore in essi. Ma quella cucciola si è avvicinata, non ha fiutato il pericoloso. Che ci sia qualcosa di diverso in lei? Qualcosa che quelle cicatrici hanno voluto cancellare nel suo modo di essere. Silenzio, sente le sue parole, non risponde ma le fa sue. <Per cosa sono nata…> mormora, sussurra. No, non può certo dirglielo. Chiude gli occhi, si sente strana, stanca… non si accorge dell’altra che le si avvicina, e quando sente la sua mano sulla sua guancia, gli occhi si spalancano di colpo. Terrore mentre la fissa. Sente di nuovo quel calore… quel dolce calore nascerle nel petto, e la temperatura calda ed avvolgente che la mano della ragazza trasferisce sulla sua fredda guancia. Eccola… quella strana felicità, quello strano bisogno che non comprende. Di colpo le manine della piccola cercherebbe di posarsi sulla mano della ragazza. Quella mano che le ha posato sulla guancia. Se le fosse permesso, cercherebbe di trattenerla. Un gesto istintivo, quasi disperato. Andrebbe quindi a chiudere gli occhi, e l’espressione si farebbe più rilassata. Rimarrebbe immobile in quello stato, tenendo fra le sue la mano dell’altro. Un contatto che forse vuole dire molto di più. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] Il gesto della albina sembra non essere fermato come pensato. In effetti quello di Nahira era un tentativo di consolare kouki e non di attaccarla. Tutto si sarebbe detto se non che questa avrebbe accolto il gesto trattenendo poco dopo la stessa mano che è li sulla sua guancia per lenire le ferite emotive. Nahira rimane sorpresa ma subito dopo si ritrova a sorridere a poca distanza ormai dalla seconda. <L'anima è una cosa intangibile. E' l'essenza di ogni persona> va quindi a dirle con un tono più tranquillo e meno energico. Nel frattempo Skoll trova il modo di evadere dalla presa della Inuzuka saltando a terra e si posizionandosi lateralmente rispetto alle due shinobi andando ad osservarle per poi scodinzolare sedendosi sulla via. Traffico che in ogni caso non blocca il dialogo delle due. <Gli animali sentono molto più di quel che si possa credere. Lei ti ha sentito.> confida con un sorriso. La tenerezza negli occhi di chi guarda. <L'anima e' ciò che ci distingue a prescindere da questo corpo. Colei che ci fa parlare senza bisogno di voce attraverso i gesti.> tenta di continuare anche se Nahira non è di certo brava in quelle spiegazioni così dettagliate. Dunque ci prova comunque anche solo per tener vivo il sorriso della seconda molto diverso dalle espressioni sentite in precedenza e delle quali si era fatta una idea diversa anche se l'istinto la guidava a scavare più a fondo. Non domanda infine per cosa è nata, si limita ad assecondare il momento. Sorride a sua volta nel sentirla molto più serena senza staccare da lei la mano che la stessa trattiene. La sente piccola e quasi indifesa in quel momento. Solo quando la seconda avrà voglia di terminare quel contatto allora lei agirà di conseguenza mantenendo però un sorriso in volto. equip : portakunai fianco destro : 3xkunai - 3xshuriken // portaoggetti fianco sinistro: 3xbombacarta -3xbombaluce- 3xfumogeni - trasmettitore- x3filo di nylon - x3fuuda - tonico coagulante x3 -tonico recupera chakra x3 // tenuta carnevale : maschera http://imgur.com/gDobqL8] [Colline - Bancarelle] È strano, ma l’albina riesce a farla sentire diversa, riesce a farle sentire il calore, la vita… in un certo senso è come se si sentisse normale. E si sente spinta a vivere quella normalità, anche se dentro di sé sa che le è vietato. Avverte lo sguardo di quell’uomo, avverte il dolore di ogni cicatrice e bruciatura inferta ogni volta che provava ad essere sé stessa. Ad essere normale. Continua a tenere gli occhi chiusi, ascoltando le sue parole riguardo all’anima. Annuisce, sa cosa sia l’anima, eppure riesce a capire più o meno cosa l’altra voglia dirle. Non si smuove, continuerebbe a tenere la sua mano contro la propria guancia, continuando a fare sue quelle parole che le vengono dette. <Gli animali sentono, è vero… forse davvero c’è altro in me.> sussurra appena, a bassa voce, infantile. Dopo tutto anche il sensei Raido aveva visto qualcosa in lei… la ragazzina ci spera almeno. <Mi… > si blocca, non sa come esprimersi. <Non riesco a capire molte cose… e sensazioni… ma sento che mi… mi manca, vorrei potergli parlare…> mormora, si perde un attimo in quell’emozione che ha faticato a riconoscere. Forse nella sua solitudine si è ritrovata ad attaccarsi in maniera ben più forte di quanto credesse a quell’uomo. <Parlo del sensei…> incredibilmente sta facendo ordine, sta riordinando idee e sentimenti. Sembra un’altra bambina, completamente diversa come se fosse la gemella buona. Annuisce a quelle sue ultime parole, si sente bene. Ed è strano per lei… eppure non riesce a togliersi dalla mente quella sensazione di stare facendo qualcosa di sbagliato. Gli occhi si riaprono, il viso rilassato, e guarderebbe l’altra negli occhi, trovandoci un mare di dolcezza e tranquillità. Hanno il potere di calmarla quegli occhi, così come la calma la pioggia. Ma a quel punto si renderebbe conto di quanto vicini i suoi avambracci potrebbero sembrare allo sguardo della ragazza. Un’improvvisa vergogna nel mostrare quelle sue cicatrici, e di colpo le mani vanno a lasciare quella dell’albina. Braccia che vengono portate dietro la schiena, in un tentativo di nascondere le ferite. <Dovrei andare. Magari farò un giro prima.> il tono caldo e lo sguardo che si abbassa sulla cucciola. Si sente un po’ spossata, ma non è una sensazione che le dispiace quella che sta provando a dir la verità. Senza dire altro quindi si avvierebbe per le bancarelle, invitando con un solo sguardo l’altra ad andare con lei. Sarebbe fin troppo per lei chiederlo a voce. È successo qualcosa questa sera, qualcosa che dovrà ben elaborare. [END][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] Attende le risposte della seconda senza esitare nel guardare Kouki negli occhi a discapito di qualsiasi altro sguardo indiscreto della gente. Rimane vicina senza scostarsi, non le interessa più di tanto l'opinione altrui. Sorride nel vedere che i suoi pensieri sembrano essere arrivati verso la kusana che annuisce mormorando di rimando e continua a stupirsi di quanto sia diversa questa nuova shinobi che ha di fianco a se rispetto alla precedente. <Con il tempo tutto è comprensibile.> risponde lei tranquilla con il solito sorriso mentre anche quel piccolo contatto viene ben presto sciolto, forse per imbarazzo della seconda. Sono le parole infine a delineare le intenzioni di Kouki. Nota dunque facilmente l'occhiata della seconda verso la strada e percepisce l'intenzione di voler fare un giro delle bancarelle probabilmente insieme a lei e Skoll. Erano qui per questo dunque perchè non andarci? Si limita infine a sorridere per poi camminare assieme alla cucciola fino a raggiungere Kouki per azzerare la distanza rispetto a lei. Il resto sarà storia. (END)