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con Mekura, Kaori

20:35 Kaori:
 La giornata si è rivelata essere più lunga e pesante del previsto. Dopo le ricerche del mattino Kaori è dovuta tornare nella sua stanza per riordinare le idee e riflettere molto su quanto venuto fuori dalle ore trascorse in biblioteca e, alla fine, si ritrova ancora con non poche domande a cui dover rispondere. Oltre ai punti vuoti nelle sue informazioni, poi, ha dovuto fare i conti con la reazione di Raido al suo cambio di look. Non ha avuto reazioni esagerate, scortesi, ma era evidente dal suo sguardo che era come mortificato di quanto fosse successo. Non era in grado di capire se gli dispiacesse l'idea di vederla con i capelli così corti o se fosse ferito al pensiero che fosse dovuta arrivare a cambiare fino a quel punto prima di riuscire a sentirsi appena più sicura. Kaori, dal canto suo, ha ormai ben superato l'idea di aver dovuto dire addio alla sua amatissima folta chioma. Dei capelli non sono nulla in cambio di una maggior possibilità di sicurezza e salvaguardia, soprattutto considerando che nell'arco di una manciata di mesi avrebbero già ripreso a crescere. La sua vita, una volta perduta, non sarebbe più tornata indietro. La giornata è trascorsa lenta, silenziosa, leggermente tesa anche. Ha avuto molto a cui pensare, a cui riflettere, soprattutto circa Hiashi e il resto del clan. Da quando l'ha cacciato dalla sua stanza la sera precedente non ha avuto alcuna notizia né di lui né di Juusan né di Mekura. Possibile che preferiscano lavorare con la metà delle informazioni piuttosto che tenerla al corrente di quanto hanno sicuramente scoperto nel corso di quel mese? Un sospiro esce stanco dalle sue labbra mentre va a poggiare gli avambracci oltre l'orlo della vasca termale col mento posto su di essi. Si trova nelle terme della locanda di Konoha, al momento, senza la compagnia di Raido rimasto in camera sotto sua richiesta. Ha bisogno di rilassarsi e di stare da sola per pensare, senza lo sguardo preoccupato del jonin a vegliare su di lei. Almeno per un po', almeno per un'ora. E' nuda, completamente nuda nelle calde acque della grande vasca ove ha preso posto ad eccezione di un asciugamano bianco avvolto attorno al corpo, dal petto al sopra coscia. I suoi capelli sono corti, neri, tinti proprio quella mattina, ed hanno le punte leggermente sfilacciate, imprecise, considerando che li ha tagliati da sola nel bagno della sua stanza con un kunai. Ha cercato di essere quanto più precisa e attenta, ma insomma, non è che abbia mai fatto la parrucchiera in vita sua. Si tiene in disparte, a distanza da qualunque presente, isolandosi da tutto e tutti così da rimanere sola coi suoi pensieri e le sue riflessioni. Cerca di rimettere in ordine i pezzi, i tasselli di quell'assurda storia, senza però riuscire a trovare tutte le risposte di cui ha bisogno per passare alla fase successiva. [chakra: on]

20:44 Mekura:
 Ma perché la becca sempre nel momento sbagliato? Prima Raido la manda a spasso e ora è alle terme? per carità ha tutto il diritto di andare dove desidera andare in quella locanda almeno..ma davvero è un pessimo tempismo. Ad ogni modo non può più aspettare, deve andare là e cercarla per darle le informazioni che ha trovato. Il problema è appunto il regolamento delle terme. Ora parlare di vita e di morte praticamente nudi ha i suoi lati positivi, sicuramente ironici, sicuramente imbarazzanti. Tra l'altro non ci ha mai pensato, ma è una vita che non va alle terme. Quando era più giovane ed aveva appena scoperto il Byakugan andare alle terme era parte del divertimento per poter guardare dall'altra parte della staccionata dove si trovano gli uomini...mamma mia quanto è cambiata. Ed adesso va alle terme per andare a parlare con Kaori e dirle cose come "hei ho sentito tutto, sai quella volta che la mia mamma psicotica ti ha rapito". Si porta una mano alla fronte prendendo un lungo respiro andando verso le vasche con l'asciugamano bianco offerto dalla locanda. Allunga il passo guardando tra le varie vasche con uno sguardo serio in volto, pensieroso, mentre assottiglia le labbra..deve affrontare un lungo e complicato discorso. Cerca di raccogliere quanta più calma possibile, accetterebbe quello che il destino le riserverà e sopratutto gli effetti delle sue azioni. Finalmente dovrebbe essere in grado di trovare Kaori in disparte, cambiata. I capelli corti e neri tagliati male. Assottiglia le palpebre e si avvicina annunciandosi. <Kaori> rimane a guardarla senza ancora entrare nella vasca. <non voglio disturbarti, se vuoi farti il bagno in tranquillità aspetterò che avrai finito> rimane a guardarla lasciando che il silenzio renda tesa l'aria attorno a loro..ma doveva succedere prima o poi [ch on]

20:59 Kaori:
 Okay, sì, questa proprio non se l'era aspettata. La voce di Mekura che infrange i suoi pensieri la porta a scollegare per un attimo il cervello riemergendo dalla fitta rete di pensieri nella quale era rimasta impantanata fino a poco prima. Si ritrova ad alzare il capo con fare quasi meccanico in direzione della voce appena udita. Basta un attimo per riconoscere la figura della Hyuga a poca distanza da sé, il corpo nudo, coperto solo da un asciugamano bianco simile a quello che lei stessa indossa immersa nella vasca. Le iridi perlacee ripercorrono la sua figura fino ad arrivare a fissare il suo volto, seria, apparentemente mesta, quasi distaccata da tutto. Non v'è rabbia sul suo viso, né fastidio. Non c'è ostilità o gioia, né sollievo. E' come se non ci fosse nulla. Ma non nel modo in cui è apparsa per alcune settimane all'interno del covo, dopo la morte di suo padre, no. E' una calma fredda, razionale, che non le è mai appartenuta molto e che la fa quasi sembrare lontana miglia e miglia. Ascolta la voce della ragazza, le sue parole, e si trova semplicemente a farsi da parte così da permettere all'altra d'entrare a sua volta nella vasca. <Sentirai freddo se non entri> giustifica semplicemente quel fare con voce sottile, ferma, priva di una vera e propria intonazione, andando a porsi ad un paio di metri da quel punto con la schiena poggiata contro l'orlo della vasca un po' più in là. <E potrei averne ancora per un bel po'> aggiunge stringendosi appena nelle spalle, facendo passare una mano fra i capelli corvini con una passata leggera, rapida, che le inumidisce appena il capo. Le piace la sensazione di quell'acqua calda che le cinge il corpo, che l'abbraccia, che l'avvolge. Si sente più rilassata, più leggera, meno incline alla collera ed allo sconforto: il genere di sensazione cui ha davvero bisogno di abbandonarsi dopo i recenti avvenimenti. In un'altra occasione forse avrebbe ricercato questo tipo di agio nel corpo di Raido, ma dopo quanto accaduto nel covo non è ancora pronta per questo. Teme, in realtà, che potrebbe non esserne pronta ancora per un bel po'. Ma questo è qualcosa al quale avrebbe pensato più avanti, magari ne avrebbe parlato con lui quando avrebbe trovato la forza di dirgli quel che le è stato fatto solo poco tempo prima. Ma ora, in questo esatto momento, ha ben altri pensieri a cui dover prestare la propria attenzione. Si assicura di avere l'asciugamano ben stretto attorno al corpo e volge verso la figura dell'altra lo sguardo, la sua attenzione. <Avanti. Ti ascolto> la incoraggia dunque non potendo sapere, con esattezza, ciò che l'altra è venuta a dirle. Che sia venuta anche lei a scusarsi come Raido e Hiashi? Che abbia qualcosa da chiederle? Che abbia parlato con Hiashi dopo la loro discussione del giorno prima e che voglia quindi cercare di mediare le cose? Non lo sa, ogni cosa può essere possibile e plausibile e l'unico modo per scoprire la verità è, semplicemente, darle modo di esprimersi. [chakra: on]

21:18 Mekura:
 Vede la reazione e senza aggiungere nulla si infila nella vasca entrando all'interno mentre l'acqua calda la avvolge a sua volta, il che le da un minimo di conforto mentre devono parlare. Il silenzio prima della tempesta? chi lo sa. Alla fine è lei stessa a darle il via per potersi esprimere e Mekura prendendo un lungo sospiro incomincia <ho finito adesso alcune indagini riguardo alle nuove prove trovate dentro il covo e ho stilato un resoconto su quello che abbiamo scoperto nell'insieme e volevo parlartene> altra lunga pausa abbassando il capo, chiudendo gli occhi per poi riprendere il discorso ma prima c'é atro da dire <e ti devo parlare di quanto è successo quel giorno> afferma la ragazza mettendosi a nudo sulla faccenda <ho sentito tutto quello che stavi dicendo, ho sentito tutto quello che è successo> altra pausa guardandola <volevo essere sicura che almeno potessi averti a portata d'orecchio, ma era meglio se ti lasciavo una mia copia> scuote il capo <..ma, non sono venuta qui per scusarmi> afferma seriamente guardandola in faccia <vorrei certo, ma non ti ho colpito involontariamente con un braccio, non ho nessun diritto di scusarmi per chiedere alcun perdono> non c'è nessuna intonazione particolare se non amarezza nella voce, una di quelle consapevoli. Non sa che Kaori sa già tutto sul fatto che lei non ha parlato quella volta <quello che ho fatto è stato crudele e> e avrebbe voluto sollevare la mano, inserire del chakra e parlare e urlare e fare di tutto per proteggere Kaori. <come per chiedere perdono, non ho alcun diritto di giustificarmi, l'unica cosa che posso davvero fare per te ora è eliminare quella minaccia e sparire per sempre dalla tua vita> Altra pausa. altro silenzio, altro spazio teso, Kaori a pezzi, conosce quei pezzi e confortare è più facile che essere confortati, l'unica cosa che può davvero fare per lei è cercare di esserle utile nei modi che può, la sua famiglia, ha già fatto abbastanza a rovinarle la vita.<chiedimi quello che vuoi sapere> [ch on]

21:44 Kaori:
 Rimane immobile ad ascoltare le parole di Mekura con lo sguardo puntato verso il vuoto, verso il nulla. Fisso dinnanzi a sé, la Hyuga al suo fianco, ad un paio di metri e le sue iridi perlacee a puntare qualche altro ospite della locanda che fa il bagno nella parte opposta della vasca. E' una famiglia. Padre, madre ed un bambino. Ridono, scherzano, programmano forse una festa, magari un viaggio. Sembrano felici, sembrano sereni. Catturano e rapiscono il suo sguardo mentre la sua attenzione è totalmente rivolta e focalizzata sulla voce dell'altra. Non interviene, non interrompe, non dice alcun ché mentre lei inizia il suo discorso. Non sono scuse, non dirette almeno. Un altro discorso circa la colpa di averla lasciata sola, l'aver lasciato che venisse rapita. L'ennesimo, spera l'ultimo. Per lo meno sembra consapevole del fatto che non sarà certo una scusa a cambiare le cose, a rimettere tutto a posto e apprezza il fatto che non sia venuta con quella convinzione, con quella pretesa. Rimane a fissare la famigliola ridente mentre ascolta le parole dell'altra fino a quando non si ritrova a volgere il capo verso di lei all'udire una particolare frase. <Quello che hai fatto?> domanda Kaori aggrottando appena le sopracciglia con fare confuso, interrogativo, ripetendo le di lei parole. <Non hai fatto niente, Mekura. E' proprio questo il problema.> specifica lei con schietta freddezza. Un colpo di frusta scagliato con uno schiocco sordo, preciso. Bruciante. E' stato proprio il suo rimanere silente e invisibile dall'altra parte della trasmittente a creare l'origine del problema, quanto meno del problema fra loro due. Cos'è, di preciso, che "avrebbe fatto"? La Hyuga si ritrova ad assottigliare appena lo sguardo con fare sospettoso, interrogativo, mentre schiudendo le labbra va chiosando nuovamente. <Oppure sì?> domanda allora sillabando lentamente quelle parole con tono basso, incredulo. <Cos'è che hai fatto?> domanda ancora, incalzante fissandola ora in viso, negli occhi. <Perchè io davvero voglio sperare di aver avuto torto quando ho pensato che mi avessi usato come esca per ottenere delle informazioni. Voglio davvero credere di aver sbagliato, di essere solo stata negativa e un po' tragica> continua a dire Kaori respirando a fondo, piano, nel tentativo di non perdere la calma prima di quanto strettamente necessario. <Perchè ho sbagliato a pensarlo, Mekura, vero?> chiede alla fine, per conferma puntando ora con maggior decisione le iridi perlacee in quelle gemelle dell'altra. Lascia ch'ella parli, spieghi, si 'metta a nudo', fino a quando quelle sue ultime parole non la raggiungono portandola a chiudersi per diversi secondi in una gabbia di silenzio. Torna a volgere lo sguardo verso l'allegra e serena famiglia di fronte a loro inspirando ed espirando piano, calma, cercando di mantenere quella conversazione civile. Ne ha abbastanza di litigare con tutti per quanto in realtà senta sottopelle, costantemente, una rabbia implacabile. <A che pro, dovrei? Come saprei che sei sincera? Come saprei che, ancora una volta, non mi sto perdendo qualcosa? Non mi stai risparmiando qualcosa?> domanda alla fine tornando ad osservarla con sguardo serio, fermo. <Tuo fratello era Daiko. Il Consigliere Hyuga. E per tutto questo tempo era sempre stato "il tuo fratello bastardo che ti ha rovinato la vita". Hai voluto raccontarmi la tua storia eppure non hai mai voluto dire che fosse lui. Lo hai nascosto, e chissà cos'altro> scuote appena il capo umettandosi le labbra, sospirando leggermente mentre va a reclinare il capo all'indietro con fare stanco. <Non so più a chi dovrei credere> rivela lei stancamente, con voce piatta, chiudendo gli occhi. <Ma ho promesso che avrei collaborato se ci fosse stata intenzione da parte vostra di farlo, quindi okay, parliamo. Dimmi quello che avete scoperto in questo mese. Tutto ciò che non ho saputo finora.> si arrende, alla fine, a quel tentativo di collaborazione, di lavorare con il clan per riuscire a stanare la maledetta.[chakra: on]

22:33 Mekura:
 Che cosa ha fatto? è la domanda giusta, ha fatto qualcosa che ogni persona deprecherebbe, che troverebbero forse insensata, ingiusta, che poteva pensarci meglio, che poteva fare molte altre cose, poteva, poteva fare di tutto con il senno del poi, ma reagire con una persona, quindi che cosa ha fatto? <ho fatto una scelta> Afferma con quello che non sa neppure lei che tono ha usato: dentro di se rivive la disperazione di quel momento, ma di chi sta forzatamente facendo "pace" con la cosa, diciamoci meglio, sta cercando di accettare quello che ha fatto <come io potevo sentire lei, lei poteva sentire me, anche un colpo di tosse poteva essere rischioso e forse era quello che si aspettava> in quanti altri modi avrebbe potuto torturare ulteriormente Kaori se avesse parlato? se avesse saputo che c'era qualcuno che stava rispondendo dall'altra parte? anche se in modo flebile? Ha fatto qualcosa di terribile, ha lasciato Kaori da sola, l'ha lasciata in balia del nemico ma lo ha fatto cercando di proteggerla in qualche modo, di non dare all'altra donna altro a cui aggrapparsi. Non dice quanto avrebbe voluto urlare, non è importante, non è la sofferenza di Mekura il nesso qui <quindi ho scelto di non mettere a rischio quello che stavi facendo, di non dare a lei un pretesto ulteriore per attaccarti> lo sa cosa significa essere rapiti, l'hanno fatto anche con lei, l'hanno torturata a furia di illusioni la prima volta. <e di fare di tutto con quello che mi hai dato per ritrovarti> non è stata una scelta facile, è stata dolorosa e vivrà nel rimorso di quello che ha fatto. <come ho detto...non cerco giustificazione, o comprensione, quello che ho fatto è opinabile e molte persone appena sentiranno quello che ho fatto> perché lo sapranno <...ma ho fatto una scelta , sbagliata, ma c'era ben poco di giusto in quello che stava accadendo, non dovevi neppure essere li...non dovevi essere li> si porta una mano sul volto stringendo le labbra e scuotendo il capo prima di continuare: non sarebbe arrivata in tempo per fermare nulla. <poi ho fatto tutto quello che serviva...ho torturato coloro che potevano sapere fino a strappargli la pelle, ho passato giorni a cercare e parlare, a capire dove dove fossi a organizzare con Juusan> ha fatto questo, notti insonne e cadaveri, la sua casa puzza di morte. <...> le chiede se la considerava una esca...no, non la considerava una esca, avrebbe preferito che fosse sua madre a rapire lei francamente: almeno...potevano permettersi di perderla, non avrebbe avuto modo di attaccarla come è stato fatto con Kaori. <no> si lascia sfuggire con tono serio, sincero guardandola in faccia <non sei mai stata una esca, ne una pedina, se mi fosse servito chiedere a quella donna, avrei fatto io da esca, non ho nulla da perdere rispetto a tutti quanti era logico e necessario che ci andassi io> ma le cose non sono andate così vero? non cambia il fatto che Kaori è stata comunque rapita e per un motivo nobile o meno lei è rimasta in silenzio, chiunque poteva pensare qualsiasi malignità al riguardo <ma hai tutti i motivi per pensare che non sia sincera> poi il discorso passa a Daiko e dal modo in cui non ha rivelato che Daiko era un consigliere, non lo ha fatto? non ci ha pensato forse, non è che canta le lodi di suo fratello e francamente poche cose ha fatto da consigliere. <se l'ho fatto non l'ho fatto per nasconderti qualcosa, era una cosa importante è vero, ma di lui voglio ricordare così poco e spesso quando si odia una persona si ricordano di getto solo le cose che si disprezzano, non i traguardi> riguardo al crederle o meno Mekura non sa neppure lei cosa risponderle, come in tutta questa storia ha il motivo di pensarlo. <non lo so Kaori, io l'unico modo d'ora in avanti che avrò per discolparmi sarà nei fatti e non nelle parole, decidere se fidarti o meno di me o di qualunque altro, sarà una cosa che dovrai decidere tu> quindi si passa alla parte più pratica del discorso <passerò alle parti importanti, di cosa è stato trovato: ti ricordi il dottore che dovevamo interrogare? è lui che ho spellato, ho scoperto che è quello che aveva coperto maggior parte delle tracce durante l'omicidio di mio padre e il rapimento di Akane, l'unica cosa che è riuscito a dirmi di interessante riguardo alla situazione era qualcosa di criptico sugli Hyuga puri, il nome di un progetto per riportare in vita la stirpe di Hamura Otsutsuki, il primo degli Hyuga e che attraverso un processo di buona unione genetica si potrebbe tornare a quello stadio di "purezza"> questa è la prima parte <Akane è stata la prima di una serie di esperimenti che dovevano arrivare ad un termine> la guarda ma non dice altro <ha parlato anche di un sigillo e parlandone con Juusan è venuto fuori che mi a madre stava lavorando ad una tecnica che avrebbe permesso il controllo sulla persona>c'è molto altro da dire in ogni caso [ch on]

23:01 Kaori:
 Le iridi di Kaori vanno dilatandosi all'inverosimile quando va ad udire le parole di Mekura circa quella prima parte di discorso. Ascolta quelle frasi con sguardo gelido, basito, stringendo labbra e denti con forza nel disperato tentativo di non mettersi ad urlare proprio lì, nel bel mezzo di un luogo pubblico pieno di innocenti. Non sono discorsi che qualcuno dei presenti dovrebbe udire, neppure per sbaglio, né tanto meno è il momento adatto per darsi contro. Ma è difficile, maledettamente difficile quando qualcuno ti mente così spudoratamente guardandoti negli occhi. <Non ti a z z a r d a r e, Mekura.> sibila Kaori trattenendo la voce il più possibile, stringendo i pugni sotto l'acqua quel tanto che riesce per scaricare la rabbia che le monta in corpo. <Non o s a r e venirmi a dire che stavi cercando di proteggermi da lei!> quasi ringhia fissandola con astio mentre stringe i denti con forza, facendoli digrignare in uno stridio sordo che le perfora per un attimo le tempie. <Potevi sentirla perchè c'era uno stramaledettissimo microfono che amplificava la sua voce mentre la tua arrivava -oh, no, sarebbe arrivata- direttamente alle mie orecchie tramite gli auricolari della trasmittente. Non OSARE venirmi a dire che avevi paura che ti sentisse. Non prendermi in giro!> ringhia Kaori col desiderio di distruggere qualcosa che le fa prudere le mani. E no, neppure la piacevole sensazione dell'acqua calda che le avvolge il corpo riesce a rasserenarla, a tranquillizzarla in questo momento. Neppure un abbraccio dell'Oboro, probabilmente, avrebbe potuto fare molto con le verità con le quali si sta trovando a dover fare i conti in questo momento. E' stata volutamente lasciata lì, da sola. Ha scelto di non mettere a rischio la sua raccolta d'informazioni. Una scelta opportunista, materialista, che lascia segni profondi nell'animo della chuunin. Ascolta con distacco, con freddezza le successive parole della ragazza, ritrovandosi a dare in un verso sarcastico quando l'altra le racconta cosa ha fatto durante quel mese trascorso lontane. <Non immagino davvero quanto dev'esser stato faticoso> canzonatoria, sarcastica, snuda le labbra in un sogghigno amaro, furibondo, che distorce i lineamenti solitamente così gentili del suo viso. Le sembra tutto così piccolo, così insignificante, così lontano. Perchè ne stanno ancora parlando? Perchè è ancora a Konoha? Perchè non è ancora andata a chiedere aiuto all'Hokage? All'Akatsuki stessa? Magari a Katsumi Uchiha... aveva dopotutto detto che se mai avesse avuto bisogno d'aiuto sarebbe stato ben lieto di dare una mano se avesse potuto. Tutti, chiunque si sarebbe rivelato un aiuto migliore di quello del proprio clan. Ignora totalmente quel suo tentativo di rassicurarla, di garantirle che non è mai stata considerata come un'esca: come può crederle quando pochi secondi prima ha lei stessa affermato di aver scelto deliberatamente di non intervenire per non mettere a rischio la sua raccolta d'informazioni? Patetico. Ridicolo. Deludente. Lascia che l'altra si giustifichi ancora, di nuovo, parlando di suo fratello, dell'uomo del quale non ha mai rivelato il nome, portando la Hyuga a rimanere rinchiusa nel suo silenzio ancora una volta. Di sicuro non avrebbe mai offerto la sua fiducia. Tutto ciò che è disposta a mettere in gioco è la sua collaborazione: niente di più. Ascolta quanto detto dall'altra rimanendo stoicamente ferma al suo posto con il sangue a ribollire nelle vene e il cuore a battere assordante nelle tempie. Nervosa, infastidita, stanca. Ascolta le sue parole ritrovandosi fortemente delusa dallo scoprire che, in un mese intero, le uniche informazioni che a quanto pare erano riusciti a trovare erano le stesse che lei aveva potuto ricavare dal medesimo periodo di prigionia. In isolamento. Bene. Fantastico: progressi da gigante, insomma fra i due fronti. Storce le labbra, delusa, dal sentire quelle parole per poi ritrovarsi a schioccare la lingua sul palato all'udire quell'ultimo pezzo di discorso venuto fuori dalle labbra dell'altra. <Già. Lo so.> conferma senza aggiungere altro con fare freddo, amaro. Non ha alcuna intenzione di parlare di suo padre, di raccontare cosa sia successo. Non a lei, non al clan. Non adesso. Avrebbe parlato di lui al resto della famiglia solamente una volta che questa storia sarebbe finita, la minaccia debellata. Avrebbe fatto in modo che la morte di suo padre rimanesse un peso sulla coscienza di tutti loro, che vedessero la sua uccisione come un loro personale fallimento. Ognuno di loro aveva in qualche modo contribuito all'aggravarsi di quella situazione. Ognuno di loro, coi loro silenzi, aveva permesso il progredire di una simile empietà e aveva portato alla morte di compagni su compagni nel corso di anni e anni. Ed ora, non di meno, persino di suo padre, uno degli uomini migliori che l'intero clan avesse mai visto fino a quel momento. <E' tutto qui?> domanda alla fine, poco dopo, con un mezzo sospiro, chiedendosi se in tutto quel tempo sia davvero solo questo ciò che fossero riusciti a scoprire su quell'assurda faccenda. [chakra: on]

23:48 Mekura:
 Invece quella paura era fondata. Non risponde neppure a quel ringhio, la fissa, assottiglia gli occhi ma nulla di più. <...mi azzardo perché è la verità> e questa volta non si chiude nel silenzio. Continua a guardarla dritta in faccia <ho fatto una scelta e si avevo paura che mi sentisse in qualche modo e che usasse qualsiasi cosa contro di te. Perché credi che abbia parlato? che non si sia accorta della ricetrasmittente? eppure non si è aspettata che qualcuno arrivasse, non ti ha nascosto al meglio che poteva> stringe i denti mentre questa canzona quello che ha fatto, quello che hanno fatto tutti per venirla ad aiutare. <non sapevo che cosa stava succedendo a te in quel momento, non sapevo perché eri li da sola, francamente non sapevo come comportarmi per poterti sinceramente aiutare, potevo fare qualsiasi cosa e rendere la situazione peggiore di quello che è già> quando sente quel tono canzoniero Mekura si trattiene dal sollevarsi in piedi e darle cinque minuti per vestirsi e per affrontarla <tieniti per te quel tono da debole che non sei> afferma Mekura seriamente <no, non è tutto, ma non sei capace di ascoltare nessuno in questo momento, anche per questo ti ho lasciato un resoconto scritto> non c'è modo adesso per parlare , non come vorrebbe e forse non ci sarà mai <puoi essere arrabbiata con chi vuoi per tutto il tempo che vuoi, fai pure, ma arriverà un momento in cui devi renderti conto dei fatti, che tu NON SEI stata abbandonata, per quanto pensi di esserlo> afferma questa seriamente <Ognuno ha fatto quello che poteva per trovarti e qualcuno anche di più, quindi si è stato faticoso> A questo punto uscirebbe fuori dall'acqua sospirando togliendosi l'asciugamano senza guardarla <pensala come ti pare e decidi: o impari a uscire fuori dalla cella o ci rimani dentro> sta scegliendo l'approccio sbagliato immagina, Raido vorrà ucciderla se sapranno questa cosa, tutto il clan vorrà ucciderla, ma va bene così, non ha nulla da perdere immagina. <se vuoi parlare seriamente con me allora ti conviene farlo: non sono qui a chiedere perdono, ma non sono neppure qui a prostrarmi> si rimetter l'asciugamano dopo averlo stretto per poi legarlo di nuovo <e non sono neppure venuta qui a prenderti in giro, piuttosto tu, cosa vuoi fare? vuoi rimanere li a fare la fredda ed impassibile? vuoi fingere di sentirti in un modo? vuoi continuare a sentirti una vittima come vorrebbe Akane, perché stai facendo questo KAORI> Afferma seriamente iniziando a darle le spalle <se vuoi ammazzare Akane devi renderti conto che non la ucciderai sul serio in questo modo, ti rimarrà dentro> Spera di averla fatta arrabbiare abbastanza da farla reagire quindi camminando verso gli spogliatoi direbbe <ti do 5 minuti per cambiarti, se vuoi venire a sfogarti su di me, altrimenti rimani a farti il bagno e a compatire tutti gli altri perché "non hanno fatto abbastanza"> mimerebbe il suo tono di voce quando la canzona e farebbe per andarsene. [ch on]

22:43 Kaori:
 <Ma cosa diavolo credi che sia successo, Mekura?! Che solo perchè non ti ha sentito mi abbia trattata da principessa?! Che ci siamo prese un tè caldo ogni giorno?!> le domanda adesso alzando la voce, mettendosi in piedi di colpo, l'acqua a schizzare un po' ovunque per l'impeto del gesto, il viso nero di rabbia, i pugni stretti e contratti. <Credi sarebbe cambiata qualcosa?! Cosa diavolo avrebbe potuto fare? Le servo VIVA. SANA. Hai capito o no cosa vuole fare?! A cosa le servo?! RAGIONA PORCA MISERIA!> esclama furiosamente, gesticolando con ira, mentre tutti i presenti sono ora rivolti verso di loro sorpresi, sconvolti, attoniti. C'è un silenzio denso che riempie la camera nei momenti in cui nessuna delle due osa parlare. <Ma no. Dovevi fare una scelta, ma chi se ne frega se fai quella sbagliata: non c'eri TU con lei. Beh, non eri neppure con me> una risatina sarcastica che esce dalle sue labbra con fare amaro, iracondo, mentre lentamente qualcuno dei presenti, borbottando, esce dalla vasca e successivamente dalla stanza stessa. <E no, ti sbagli ancora, tanto per cambiare: sapeva perfettamente che Raido stava arrivando. Così come sapeva che Raido aveva portato via mia madre. Cosa non ti è chiaro della parte “il clan è pieno di miei sostenitori”? Che per chi non vuole intendere vuole dire spie. Sei davvero sicura di aver sentito tutto?> ancora sarcastica, ancora ironica, pungente. Davvero non riesce a capire. Crede davvero che abbia senso quel che dice? Avere paura di essere sentita? Come se questo avrebbe potuto cambiare qualcosa. Come se avesse potuto sentire anche un semplice respiro, un semplice sbuffo col naso, solo per dare un segno di essere lì. No, non ci crede. Non ha senso come ragionamento, come giustificazione. Come se sentirla avesse potuto portare chissà che conseguenze. Al massimo le avrebbe mandato un messaggio, al massimo l'avrebbe rapita più in fretta invece di chiacchierare. Ma non sarebbe cambiato nulla. Nulla. Solo il fatto che non avrebbe trascorso notti e notti e notti a chiedersi se dall'altra parte del mondo c'era qualcuno che si stava organizzando per lei. Se qualcuno avesse quanto meno sentito quelle poche informazioni che era riuscita a strapparle in quel momento. Se qualcuno stava lottando per lei. Un cambiamento che per lei avrebbe fatto la differenza. Che avrebbe potuto darle speranza. Un'ancora alla quale aggrapparsi per non sprofondare nell'abisso della sua disperazione. <Oh ma Mekura, tranquilla: hai fatto esattamente quello che serviva per peggiorare la situazione. Mi hai lasciata totalmente sola. Fisicamente e non. Credimi, non c'era niente, NIENTE, che potessi fare che potesse rendere la situazione ancora peggiore.> sibila lei velenosamente, stringendo le labbra, mentre la sala va praticamente svuotandosi, lasciando le due sole con i loro problemi, i loro rancori. Ma è solo a quel punto che qualcosa si rompe e la situazione, semplicemente, degenera. Mekura la sgrida. La rimprovera. La riprende su parole che non ha mai detto, che non ha mai pronunciato, trattandola come un'ingrata dopo averla semplicemente lasciata rapire perchè LEI aveva paura. Le fa la predica, una ramanzina che porta Kaori a fissarla con le iridi dilatate, le labbra schiuse, semplicemente incredula, attonita. Basita. Non crede a quel che sta accadendo, alle parole che l'altra sta dicendo. Sta davvero osando rimproverarla dopo tutto quello che è successo? Dopo quello che lei non ha fatto? <No. Sei venuta qui alla ricerca di una giustificazione. Continui a ripetere che non vuoi scusarti, che non vuoi scusare quello che hai fatto, eppure continui a difendere le tue scelte del cazzo. Continui a cercare di darti una ragione per i tuoi SBAGLI. Sì, Mekura, SBAGLI. Lo vuoi capire che è colpa tua quello che è successo?! IL TUO COMPITO ERA SOLO ASSICURARTI CHE NON MI PRENDESSE. NON PRENDERE APPUNTI MENTRE MI RAPIVA!> grida ora, folle, furiosa, col sangue che ribolle come fuoco nelle vene. <E volevi che io ti perdonassi. Volevi qualcuno che ti dicesse che hai fatto il possibile. BEH, NON E' COSI'. Parlare con Juusan e fare ricerche NON E' IL POSSIBILE. Venire qui, dopo UNA SETTIMANA, con la testa bassa e le tue giustificazioni... cosa cazzo ti aspettavi? Un abbraccio riconciliatore? Che andasse tutto bene? Che avessi la minima voglia di guardarti in faccia?> Ringhia, la gola brucia mentre la voce esce alta, graffiante. <No, non ne avevo, ma per il bene della missione mi ero detta che potevo anche sopportare una conversazione con te. Ma hai deciso di dover parlare di quel giorno, di giustificarti, di parlarmi dei tuoi pensieri. MA NON ME NE FREGA NIENTE, MEKURA. Non me ne frega niente di quello che hai pensato in quel momento, di quello che pensi ora, di quello che provi. Voglio solamente trovare quella donna, ucciderla e allontanarmi il più possibile da te e da questo clan. Quindi, davvero, risparmiati questi rimproveri da mamma vissuta perchè, credimi, non sei né una madre né saggia quanto pensi. Tu non sai niente.> E il tono si fa adesso tagliente, sottile, la voce bassa, come un ago che va a pungere preciso il punto più debole di una delicata costruzione. <Tu non s e i niente.> E la odia. Sì, la odia. Odia il suo tentativo di fare la grande, di trovare una giustificazione alle sue azioni, il modo in cui cerca di sgridarla nonostante neppure sappia cosa sia successo, cosa per colpa sua abbia dovuto affrontare, vivere. E poi quelle ultime parole, quella specie di ultimatum che le dà con quel tono di scherno, canzonatorio, che le manda il sangue al cervello. <No. Non voglio sfogarmi con te, Mekura. Vorrei ucciderti. In questo istante. In questo momento. Vorrei veramente farlo. Non quanto vorrei uccidere tua madre, non quanto vorrei far soffrire lei, ma vorrei davvero ucciderti ora. Smettere di sentirti, smettere di pensare che dopo tutto quello che hai fatto credi ancora di poter dare ordini o di avere qualche ragione. Ma per batterla serve tutto l'aiuto possibile. Persino il tuo.> E la sua voce adesso e semplicemente vuota. Fredda, piatta, la glacialità più assoluta. Un sussurro inquietante, delicato, che distrugge definitivamente l'immagine della vecchia, dolce Kaori. Di una Kaori gentile, affettuosa, che avrebbe perdonato un torto subito se solo avesse visto del sincero pentimento. Non c'è più, sparita, svanita sotto le grinfie del dolore e della rabbia. Seppellita sotto numerosi strati di odio e rancore. <Perciò adesso sparisci. Vattene e ringrazia tua madre se te ne puoi andare tranquilla fino a casa, a parlare con Juusan> sarcastica, amara, rancorosa mentre esce ora dalla vasca tenendo l'asciugamano stretto al corpo per andare ad asciugarsi. <E non osare mai più mettermi in bocca parole che non ho detto. Perchè non ho mai detto che non avete fatto abbastanza. Ho detto che TU hai sbagliato. E non c'è nessuno in cielo o in terra che possa negarlo. Fattene una ragione> [chakra: on]

23:37 Mekura:
 E Kaori si apre, ha esagerato a spingerla forze a questo punto e tutto quello che dice non la sorprende, lo sa perfettamente cosa comportano i suoi sbagli, non dice nulla rimanendo in piedi fuori dalla vasca, ignorando chiunque voglia vociare, libero di farlo.Kaori continua a deriderla, ad urlare, a dirle quanto sia stata stupida ed ingenua e che avrebbe dovuto ragionare. Mekura chiude gli occhi e accoglie tutto quello che doveva sentire dalla ragazza. Quando Kaori alla fine le dice dice quella cosa, del fatto che lei è stata una madre...mediocre e che non avrebbe nessun diritto di dire qualsiasi cosa verso Kaori. C'è modo di ribattere? Mekura ha qualche desiderio di ribattere? alla fine tutto quello che Kaori sta urlando è giusto: ha sbagliato, in buona fede magari pensando a come stavano le cose allora, ma ha comunque sbagliato. <...> la Hyuga rimane ad osservarla mentre continua ad infierire su di lei ed alla fine rivela quello che è normale pensare. Qualsiasi rapporto funesto con la quale stava chiudendo il discorso prima viene minato alla base dalla ragazza. Ne segue un lungo silenzio, dove le chiede di andarsene, dove piena di odio e rancore la invita a ringraziare sua madre, motivo per la quale avrebbe la possibilità di tornarsene tranquilla a casa. Lei non parla, non mostra nulla se non un vuoto dispiacere per quanto è accaduto, un peso che non si libererà presto...probabilmente mai, è una colpa che si dovrà portare per sempre. L'ha spinta sapendo cosa andava incontro, nel suo solito comportamento masocchista di chi cerca di infliggersi da sola la colpa prima che potessero farlo gli altri attorno a lei <tu...hai ragione, su tutto> commenta lei seriamente alla fine anche se non c'è davvero bisogno di dire questa ovvietà. <sono venuta meno alla promessa di proteggerti, ho sbagliato e fatto l'unica cosa che dovevo evitare> è un dato di fatto, la sente già Kaori riderle addosso con un "grazie di niente genio" <e chi sbaglia...deve pagare> afferma questa seriamente <quando ti sarai vendicata di Akane, quando tutto questo sarà finito, allora non ci sarà nulla che ti possa impedire di vendicarti anche su di me> afferma questa tenendo lo sguardo su Kaori seriamente, non è una provocazione come prima, ma solo una amara considerazione, nulla di più nulla di meno. Un errore ed ha distrutto la vita di una persona, no di molte persone, forse di un intero clan, non è meglio di sua madre, per niente <cattivo sangue non mente mai> si lascia sfuggire con un rantolo tra le labbra prima di ritornare su Kaori <ti posso solo promettere che non sarò per te mai più un problema e che avrai la testa di Akane e sparire in un modo o nell'altro> stringe i pugni per un attivo sentendo di nuovo quel nome intonarle nella testa, un'altro nemico che decide di non abbandonarla e renderla ancora più debole...non è sua madre. Sospira girando le spalle <il rapporto contiene tutto quello che abbiamo trovato, presto avremmo un colloquio con Juusan per decidere come muoverci e dove si trova la base di questa gente> riposa bene? mi dispiace? cosa avrebbe dovuto dirle adesso, Chiude gli occhi dandole le spalle allontanandosi. Si ferma, quasi fa per girarsi, nascondendo il volto stringerebbe le labbra sentendosi gli occhi pruderle e le lacrime scendere. Trattiene, si trattiene..non ha nessun diritto di mostrarsi in questo modo con lei.<..a...> sospira non sapendo davvero cosa dire a questo punto <...a presto> non sa che altro dire, tutto quello che potrebbe dire in più è inutile e insensato, folle e stupido, non c'è modo per giustificarsi, non lo cercava, o scusarsi, non sarebbe servito a nulla. Avrebbe preferito di più, ma forse sarebbe meglio dire che avrebbe preferito fare di più e di non essere una ipocrita...bella amica che è [end]

23:53 Kaori:
 Sente il cuore martellarle nel petto, il sangue bruciare nelle vene e quei battiti furiosi amplificarsi nelle orecchie, nelle tempie, per la gola. Si sente logorare istante dopo istante da quella rabbia che la sta consumando e investendo e non sa come contrastarla, come arrestarla. Si ritrova a sentire le orecchie pressate dall'assordante silenzio che segue ogni suo dire. Mekura la fissa tacitamente, con una espressione vuota e seria, non più pungente come lo era stata poco prima nel tentativo di far reagire la giovane Hyuga. La voce di lei giunge solo dopo diversi minuti a spezzare quel silenzio che stava addensandosi nella testa della chuunin. Le sue parole sono stanche, serie, sofferenti. Non mostra debolezza o fragilità, ma la forza di chi si mette a confronto coi propri errori, coi propri demoni. Kaori ascolta tutto stringendo i pugni, le labbra, ritrovandosi quasi presa in contropiede dalla reazione dell'altra. Perchè? Perchè adesso asseconda la sua furia? Perchè non si arrabbia, non l'attacca ancora? Perchè proprio ora si è fermata? La sua reazione pacata, accondiscendente, non fa altro che ostacolare l'ira della ragazza facendo entrare in contrasto quelle personalità così diverse adesso in conflitto dentro di lei. Una Kaori si sente atterrita e colpevole per quanto le ha appena detto e per quanto le è stato risposto, mentre un'altra Kaori è ancora carica di odio, di rabbia e voglia di colpire, infierire, ferire. E' furiosa... è così arrabbiata che non riesce più a controllarsi, che non sa più limitarsi. Ma come può insistere, ancora, su un nemico già sconfitto? Su qualcuno che si è già arreso? Non può infierire ancora su di lei, non dopo la sua pacata e sofferta rassegnazione. Tituba, trema, boccheggia incapace di dire qualsiasi cosa mentre non sa come reagire alle sue parole. E' arrabbiata e al tempo stesso triste. E' delusa e al tempo stesso disgustata da se stessa. Sente di aver ragione di far valere la sua voce, la sua furia, e al tempo stesso odia la potenza della sua ira. Una battaglia interna, intestina, che si tramuta in un fremito leggero delle viscere, in una incapacità di dire qualsiasi cosa. Ascolta, annuisce quasi meccanicamente e osserva la ragazza voltarsi dandole definitivamente le spalle, prima di andare. Non risponde, non sa cosa dire né come. Sa che se avesse detto un'altra sola parola avrebbe riacceso le fiamme che la rassegnazione di Mekura hanno appena spento. Scioglie la presa delle dita contro i palmi, rilassa il corpo teso e rigido, vedendo l'altra svanire oltre la porta rimanendo alla fine sola nella stanza. Perchè nonostante tutto quello sfogo non si sente affatto meglio? Perchè si sente peggio di prima? E perchè ha ancora voglia di urlare e gridare fino a sentirsi bruciare la gola? Richiude gli occhi con fare stanco abbandonandosi ad un sospiro esausto, sfinito, che la porta ad abbassare le spalle e portarsi una mano al viso, a coprirsi gli occhi. Dovrà imparare a gestirsi... a gestire la rabbia, a gestire i pensieri. Non può intralciare la collaborazione con gli unici che, al momento, stanno combattendo la sua stessa battaglia. Devono fare fronte comune mettendo da parte dissapori e discordie. Deve attendere solo che Akane venga sconfitta prima di poter decidere cosa fare di loro, del suo clan. Deve solo attendere, ancora una volta. [END]

Mekura cerca Kaori alla locanda dove alloggia da dopo la sua liberazione per parlarle ed aggiornarla sulla situazione.

Dopo un iniziale discorso semi sereno nelle terme del posto, scatta una lite verbalmente violenta, doloroso, che mette a nudo la rabbia di Kaori e tutto il suo rancore. La ragazza sembra essere ormai praticamente perduta e Mekura decide di andare in attesa dell'incontro con Juusan per discutere gli ultimi dettagli venuti alla luce.

Una frattura apparentemente insanabile pare essersi creata fra loro.

Che sia la fine del loro legame?