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Secondo allenamento del Gene

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con Kouki

19:10 Kouki:
  [Sentiero->Laghetto] La ragazzina si ritrova ancora a camminare alla ricerca di un posto perfetto per allenarsi. Piove, una condizione meteo che lei ama, ma spera vivamente che questo non turbi il suo allenamento. Non porta niente per coprirsi, e di conseguenza i capelli risultano bagnati, così come i vestiti che indossa. Dopo l’ultima volta che ha tentato di prendere confidenza col suo gene, si sente molto più sicura e consapevole di sé stessa, per questo non vuole prendersi nemmeno un giorno per riposare. Indossa i suoi soliti vestiti composti dai pantaloni neri di tessuto morbido lunghi fino a poco sotto le ginocchia e stretti a quel livello da un elastico. Scarpe nere ai piedi, canotta rossa infilata nei pantaloni e un giubbino nero tenuto aperto, dalle maniche lunghe fino ai gomiti. Alle mani indossa i guanti ninja di colore nero, a mezze dita e con la placca in metallo sul dorso, mentre in fronte indossa il proprio copri fronte di Kusa. Non indossa nessun tipo di bendaggio questa volta… le gambe dalle ginocchia fino alle caviglie, il torso, il collo, le spalle e le braccia dai gomiti fino ai polsi sono zone lasciate nude. Tutto ciò che non è coperto dai vestiti, a parte il viso, mette in mostra quelle numerose e brutte cicatrici. Le percorrono i polpacci e gli stinchi, le caviglie e anche le zone che però sono coperte dai pantaloni. Alcune sono irregolari, frastagliate, mentre altre presentano una perfezione chirurgica. Stessa situazione si presenta sulle zone toraciche non coperte dalla canotta, sulle spalle, fino ad arrivare al collo in maniera più dispersiva. Come tanti piccoli serpentelli, quelle cicatrici percorrono e si attorcigliano attorno le braccia fino ai polsi. In quei punti la pelle pallida è sporcata da quelle ferite più rosee e lucide, sulle quali ha perso sensibilità al tocco. Segni lasciati da armi affilate, ma segni anche di evidenti bruciature. Il peggio lo si vedrebbe sulla schiena e in parte sul petto e addome, se non indossasse canotta e giubbino. Stasera ha deciso di così, di mostrarsi a sé stessa per quella che è, sperando di non essere vista o interrotta… ma poi, perché dovrebbe nascondere quelle cicatrici? Una delle tante domande che hanno iniziato a frullarle nella mente. Ovviamente alla coscia destra vi è il porta kunai e shuriken, mentre alla vita ha allacciato il porta oggetti. In entrambi vi sono distribuiti i suoi sei kunai, sei shuriken e un set da cinque fumogeni. Capelli neri e lisci sempre tenuti sciolti, lunghi fino al sedere. Occhi dorati ed inespressivi al momento, viso pallido e spento. Cercherebbe di raggiungere quel suo posticino dell’altra sera, quel laghetto artificiale circondato dagli alberi non in fiore. Una volta raggiunto si posizionerebbe sulla sponda del laghetto, ma senza sedersi o inginocchiarsi, rimarrebbe in piedi. Stasera vorrebbe provare a fare dell’altro, cercare di scoprire cosa può fare con la sua innata. Andrebbe quindi a chiudere gli occhi, senza perdere nemmeno un momento… non vede l’ora di poter riabbracciare quel suo gene. Porterebbe le mani a livello dello sterno ed andrebbe ad intrecciare le dita per formare il sigillo della Capra. Quindi cercherebbe di immaginare la propria figura nella mente, con i soli contorni e colorata di nero. Cercherebbe di richiamare al livello della propria testa la sfera statica composta dell’energia psichica. Una sfera di colore verde che sarebbe composta dall’energia dei suoi sentimenti, del suo animo, delle sue emozioni. Una volta fatto quello, cercherebbe di immaginare la seconda sfera di energia statica, al livello dell’addome. Essa avrebbe un colore rosso e sarebbe composta dalla pura forza fisica scatenata dall’energia delle proprie cellule, dei muscoli, delle ossa e dalle articolazioni. Se fosse riuscita a focalizzarle entrambe, cercherebbe allora di convogliarle verso il proprio sterno, in modo da cercare di unirle in un’unica sfera di energia di colore azzurro e dal moto rotatorio. Quell’energia andrebbe a costituire il proprio chakra. Se ci fosse riuscita andrebbe a farlo scorrere lungo il proprio corpo attraverso i canali del chakra, cercando di distribuirlo in modo uniforme fino a ricoprire tutti i suoi punti di fuga. Dovrebbe quindi sentire quell’energia rinvigorirle lo spirito, facendola sentire forte e capace di tutto. [Tentativo impasto chakra – chakra 20/20][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – sei da 5 fumogeni]

19:21 Kouki:
  [Laghetto] Se fosse riuscita nel suo tentativo di richiamare il chakra, la ragazzina andrebbe a riaprire gli occhi. Intorno a lei il mondo non è cambiato, sente solo quella sua incredibile energia, quel suo chakra, scorrere in corpo. La fa sentire viva, lo sente dentro di sé, brucia, arde e di conseguenza lei si sentirebbe molto più determinata, molto più spinta a fare del suo meglio con quella nuova carica. Rivolge il suo sguardo al suo riflesso presente sulla superficie del laghetto, ma ancora rimane in silenzio, con quella sua espressione fredda e distaccata. <Cerchiamo di fare del nostro meglio, okay?> finalmente un morbido sibilo viene rivolto alla sua stessa immagine, e un piccolo sorriso viene a crearsi sulle sue labbra in risposta al suo stesso dire. Lentamente andrebbe ad annuire… è pronta per riprovarci. Va a chiudere gli occhi, rimanendo diritta nella sua posizione, piccola e fiera. Cercherebbe innanzitutto di sentire il chakra nella maniera più perfetta, cercando di percepirlo scorrere dentro il proprio corpo, lungo i canali, in un movimento perpetuo ma ordino. Cercherebbe di spingere il proprio chakra ad avvolgere i propri muscoli, le proprie ossa, i propri organi, ricoprendoli di quel suo colore azzurro e da quella sua energia rinvigorente. Cercherebbe di farlo andare sempre più in profondità, di più, ancora di più… fino a raggiungere le proprie cellule, fino là dove risiede il proprio DNA. Il chakra andrebbe così ad insinuarsi nel proprio materiale genetico, fino ad andare a disturbare quel suo speciale Gene. Cercherebbe di estrapolarne dell’energia, e quello stesso Gene andrebbe come ad attivarsi. La sua energia si sprigionerebbe in maniera lenta ma costante, andando a smuoversi sinuoso come una serpe e stringerebbe fra le sue spire il chakra, man mano che avanzerebbe, fino a cerca di ricoprirlo totalmente. Diventerebbe un tutt’uno col suo chakra, infondendogli una nuova e forte energia, che la ragazzina chiamerebbe semplicemente forza del Gene. Diventerebbe un tutt’uno col chakra e si farebbe così trasportare in ogni angolo e zona del suo corpo, fino ai punti di fuga, diffondendosi come una dolce malattia. Esso darebbe dei profondi cambiamenti fisici nel corpo della ragazzina, nuove capacità che ora si trova a voler cercare di comprendere meglio. Andrebbe ora a riaprire gli occhi, i quali dovrebbero aver subito la loro metamorfosi: più gialli, più dorati, mentre la pupilla sarebbe diventata stretta e verticale, come quella di un rettile. La pelle, già bianca, sarebbe diventata ancora più pallida, più della neve, più della porcellana. Lo sguardo si rivolgerebbe al proprio riflesso, osservando rapita i suoi stessi occhi e il sorriso andrebbe ad allargarsi sempre più, soddisfatta e felice. <Ben tornata, E-001.> sussurra con fare dolce verso quella che non è altro che sé stessa. Ora può iniziare il suo secondo allenamento. [Tentativo attivazione Scaglie del Serpente I – 1 pc a turno][Chakra 19/20][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – sei da 5 fumogeni]

19:35 Kouki:
  [Laghetto->Albero] Bene, ormai sembrerebbe aver capito come funziona quel suo Gene, ora non le resta che capire in che modo esso può esserle utile. La migliora in un qualche modo, ma potrebbe davvero sfruttare quelle caratteristiche a proprio vantaggio? <Vediamo.> va a guardarsi intorno, come se stesse cercando qualcosa in particolare, e alla fin fine il suo sguardo si posa su un albero non tanto distante da lei. Infatti andrebbe a compiere qualche metro, circa cinque, per potersi portare davanti al tronco. Non c’è molta distanza fra lei e il tronco dell’albero, e gli occhi rimangono puntati su di esso. Ne osserva il colore, le caratteristiche, le venature, la corteccia. Ne sembra molto attratta, ma chissà che cosa sta pensando in quella sua testolina. Il viso si solleva, andando ad alzare il proprio sguardo fino al ramo più vicino sopra di lei. Quel ramo disterebbe circa un metro e a quanto riesce a vedere, le sembrerebbe anche abbastanza robusto. Dopo tutto i ciliegi sono robusti ed eleganti. <Mh.> mugugna appena, ragionando, cercando di valutare se quella sua ipotesi possa essere fattibile o meno. Lo sguardo ora si abbassa fino al suo braccio destro, alla sua mano, che va ad aprire e chiudere, ed infine torna ad osservare quel ramo. Potrebbe mai riuscirci? Non lo sa, ma se non prova non potrà mai saperlo. Deve fare prove, sperimentare, anche sulla sua stessa pelle. Andrebbe quindi a cercare di concentrare il proprio chakra nel braccio destro, spingendolo attraverso i canali e cercando di fare in modo che esso si concentri ed avvolga i propri muscoli, i tendini, i tessuti e l’articolazione al livello del gomito. Vorrebbe fare in modo da rendere il suo braccio elastico e flessibile, agile al di là della norma, ma allo stesso tempo cercherebbe di donare resistenza flessibile ai propri tessuti e ai muscoli, soprattutto anche ai tendini, per evitare che essi si spezzino con il suo allungamento. Stando in posizione eretta sotto quel ramo, alzerebbe il braccio destro verso di esso, verso l’alto, portandolo perpendicolare al suolo. Lo sguardo viene puntato verso il ramo e la mano destra tenuta aperta. Quindi cercherebbe di sprigionare il proprio chakra in modo che fornisca la giusta flessibilità ai tessuti e ai muscoli del braccio destro, cercando quindi di allungarlo verso quel ramo posto a un metro in alto, dalla sua testa. Il braccio si allungherebbe e cercherebbe con la mano di toccare il ramo, di raggiungerlo. Se ci fosse riuscita cercherebbe di chiudere le proprie dita attorno ad adesso in una presa che vorrebbe essere solida e ferrea. Certo, non sarebbe proprio un bel vedere agli occhi di esterni, ma per lei è qualcosa di meraviglioso invece. Cercherebbe ora di fare forza col braccio destro, cercando di riportarlo alla sua normale forma. Cercherebbe di smuovere il chakra affinchè i muscoli, i tessuti e i tendini torni alla loro forma originale, mentre l’articolazione del gomito perderebbe la propria flessibilità per tornare alla sua funzionalità principale e originaria. Nello stesso momento la ragazzina cercherebbe di darsi una piccola spinta coi piedi, un piccolo saltello per potersi sollevare da terra di qualche centimetro, non di più. Alla sua massima elevazione, col braccio che starebbe tornando alle sue dimensioni originali, cercherebbe di far forza coi muscoli dello stesso e cercherebbe di far maggior appiglio con la mano, stringendo le dita attorno al ramo, si assicurerebbe di avere un’ottima presa. In quel modo vorrebbe cercare di capire se per lei sia possibile raggiungere il ramo sfruttando l’accorciamento del suo braccio, e la propria forza. [Scaglie del Serpente I][Chakra 18/20][Distanza dal ramo 1 m – estensione massima del braccio 1 m][tentativo di raggiungere il ramo sfruttando l’accorciamento dell’arto esteso][Forza del braccio 80% della forza = 80% di 20 – peso del corpo 20 kg][Agilità 25][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – sei da 5 fumogeni]

19:49 Kouki:
  [Albero] Che riesca a sollevarsi di molto, o di poco, che riesca a raggiungere il ramo o meno, non lo prenderebbe come un fallimento. Sono prove, quelle sta facendo, e a seconda di quello che potrebbe succedere, imparerebbe in ogni caso qualcosa di nuovo. Deve migliorare la presa? Deve metterci più forza? Forse deve migliorare la propria resistenza, la propria capacità di spinta. In ogni caso con quella prova vorrebbe solamente capire se una cosa simile possa essere fattibile o meno. Se sarebbe fattibile allora si dovrebbe solamente allenare ed impegnare per migliorare i propri punti deboli. Certo, sarebbe una cosa decisamente utile sfruttare l’elasticità del proprio braccio per una cosa simile. Potrebbe anche afferrare qualche oggetto e portarlo a sé senza avvicinarsi troppo, magari restando nascosta. Potrebbe davvero raggiungere posti con estrema facilità, se riuscisse invece a spostare il proprio corpo con l’accorciamento dell’arto e la propria forza. Che sia riuscita o meno nel suo tentativo, la ragazzina cercherebbe di tornare a terra, mollando la presa dal ramo e cercando di attutire il proprio salto flettendo le ginocchia non appena i piedi toccherebbero il terreno. Allargherebbe le braccia per mantenere l’equilibrio, abbassando anche il baricentro per ammortizzare la caduta. Dopo tutto non distava troppo dal terreno, essendo il ramo a una distanza di un metro sopra la propria testa. Se ci fosse riuscita si rimetterebbe diritta, in piedi, nuovamente frontalmente al troco dell’albero. Il braccio dovrebbe essere tornato alle sue dimensioni, e la ragazzina andrebbe ora ad intervallare il proprio sguardo tra quello e il tronco. <Proviamone la forza.> mugugna tra sé e sé, distanziandosi dal tronco per circa un metro. Rimarrebbe immobile a fissarlo, come per assicurarsi che quella sia la distanza giusta. Vorrebbe provare qualcos’altro, un pugno in estensione. Cercherebbe ancora una volta di infondere il proprio chakra nel braccio destro, lasciando che esso avvolga i propri muscoli e i tendini, concentrandosi sull’articolazione del gomito e distribuendosi su tutti i tessuti, sia interni, che il derma che ricopre tutto il braccio. Manterrebbe il chakra in quel modo, pronta per usarlo nel momento opportuno, senza quindi ancora allungare il proprio braccio. Porterebbe quindi il gomito indietro, raccogliendo il braccio al petto e chiudendo la mano destra a pugno. Il torso verrebbe ruotato leggermente verso destra e la spalla del medesimo lato portata quindi più indietro. Il tutto per poi cercare di caricare e dare più slancio al colpo. Sguardo concentrato sul tronco, e mentre attenta al proprio chakra che sarebbe concentrato nel braccio destro. Una volta decisa, la ragazzina ruoterebbe il busto verso sinistra, riportandolo quindi frontale al tronco, così facendo darebbe slancio con la spalla, portandola leggermente in avanti, e nello stesso momento cercherebbe di estendere il braccio. Una volta che il braccio sarebbe in procinto di raggiungere la sua estensione massima in condizioni normali, allora cercherebbe di utilizzare quel chakra precedentemente disposto, e cercherebbe di fare in modo di estenderlo ulteriormente, lascerebbe che il chakra dia l’elasticità e la flessibilità giusta per allungarlo di un metro. Il braccio dovrebbe quindi allungarsi ulteriormente di un metro, e grazie al chakra i suoi tessuti e i muscoli non dovrebbero ricevere danni. Cercherebbe quindi di scagliare quel pugno contro il tronco, arrivando a contatto con la corteccia con le nocche della propria mano. Sa che potrebbe ferirsele, ma non le importerebbe, lei darebbe il massimo in quel pugno, contenendosi solo per evitare di rompersi qualcosa. Ci sta mettendo davvero molto impegno e determinazione, la pioggia continua a scendere e le appiccica i capelli sul viso, ma a lei non sembra importare al momento. [Scaglie del Serpente I][Chakra 17/20][Distanza dal tronco 1 m – estensione massima del braccio 1 m][tentativo di scagliare un pugno al tronco sfruttando l’allungamento dell’arto esteso 1/2][Forza del braccio 80% della forza = 80% di 20][Agilità 25 – Taijutsu 25][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – sei da 5 fumogeni]

20:03 Kouki:
  [Albero->Gruppo di alberi] Sicuramente potrebbe essersi fatta male alle nocche, magari sbucciandosele, ma è un dolore che potrebbe benissimo sopportare. Insomma, dopo tutto il male che ha sentito fino a desiderare la morte, una sbucciatura alla mano è robetta da nulla. Andrebbe a fare un paio di inspirazioni ed espirazioni, cercando di far fronte alla fatica che inizierebbe ad avvertire probabilmente. <Mh.> nonostante tutto, sembra essere parecchio soddisfatta man mano che prende piede. Con espressione sorridente andrebbe ad osservare la propria mano destra, mentre cercherebbe di far tornare alla normalità il proprio braccio. Il chakra tornerebbe quindi libero di scorrere in maniera omogena all’interno del suo corpo. Resta quindi immobile, chiudendo gli occhi e godendosi quel piccolo momento di riposo. Cos’altro potrebbe provare a fare? <Hai qualche idea, E-001?> sussurra a sé stessa, mentre il viso viene sollevato leggermente verso l’alto. Prende profondi respiri, col naso, andando ad annusare l’aria e cercando di sfruttare quel suo olfatto sviluppato. Cercherebbe di sforzarsi, di andare oltre alle difficoltà che potrebbe portarle la pioggia. Alle sue narici arriverebbe una nota olfattiva particolare, ma troppo distante per poterla riconoscere, e abbastanza lieve per via della pioggia. Ad occhi chiusi cercherebbe di concentrarsi solo su quell’odore, decidendo di allenarsi nel rintracciare tracce. <Vediamo come va.> sussurra appena, mentre gli occhi vanno ad aprirsi. Sguardo concentrato, espressione fredda e decisa. L’odore verrebbe da un gruppo di alberi posti a circa una quindicina di metri da lei. È molto debole, e per questo cercherebbe di concentrarsi il più possibile. Oltre a cercare di seguire la traccia olfattiva, la ragazzina dischiuderebbe le labbra per lasciar saettare fuori la lingua, cercando di captare anche la traccia di calore. Dovrebbe riuscire ad avvertirla, entro quei quindici metri, ma in maniera molto altalenante, dato che basta un albero per impedirle di sentirla. Ma la traccia del calore dovrebbe darle una mano in più per seguire quella traccia, dato che non dovrebbe essere intaccata dalla pioggia. Cercherebbe di avvicinarsi molto lentamente, cercando di adagiare la pianta dei propri piedi nella maniera più silenziosa sul terreno. Cercherebbe di evitare sassi, rametti, foglie, cercando di muoversi sul terreno facendo il meno rumore possibile. Lentamente cercherebbe di accorciare la propria distanza da quegli alberi, e rimarrebbe sempre concentrata su quella traccia olfattiva che, man mano che si avvicina, dovrebbe diventare sempre più riconoscibile. Non parla, rimarrebbe in silenzio, cercando di non fare rumore nemmeno col suo stesso respiro. Si prenderebbe tutto il tempo per riuscire a raggiungere quel punto, con calma, senza fretta, cercando di essere più silenziosa possibile. Annuserebbe l’aria e di tanto in tanto cercherebbe di captare la traccia di calore, per essere più precisa possibile. Riuscirebbe a raggiungere il punto, continuando ad annusare quell’odore sempre più forte e pungente, di un animale. Dovrebbe riuscire a vederlo ora, nel mezzo di due alberi, un piccolo scoiattolo intento a mangiare e raccogliere del cibo. La ragazzina si fermerebbe a una distanza di circa un metro dall’esserino distratto, cercando di nascondere la sua presenza dietro ad un albero. Resterebbe immobile, accovacciata, cercando di essere il più possibile al livello dell’animaletto. Un metro di distanza, occhi serpentini puntanti, fissi, sulla sua preda. Cercherebbe di nascondere la sua presenza, in modo da non allarmare ulteriormente lo scoiattolo ed aspettando il momento opportuno. Un tutt’uno con la natura che la circonda, per tentare di mimetizzarsi il più possibile. Sfruttando anche il rumore della pioggia, per coprire la sua presenza. [Scaglie del Serpente I][Chakra 16/20][Movimento di 15 m verso un gruppo di alberi tentando di essere silenziosa 1/2][Tentativo dell’arte della dissimulazione azione istantanea – Agilità 25][Tentativo di seguire una traccia olfattiva distanza massima 25 m - seguire traccia di calore con a lingua distanza massima 25 m][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – sei da 5 fumogeni]

20:18 Kouki:
  [Gruppo di alberi->Villaggio] Accucciata dietro ad un albero, in silenzio e nella più totale immobilità. Osserverebbe con attenzione i movimenti dell’animaletto che, se fosse stato allarmato dal suo avvicinarsi, ora dovrebbe rilassarsi un pochino non riuscendo a captare i rumori che la ragazzina spera di aver ridotto al minimo con la dissimulazione. Oltre ad essersi nascosta a circa un metro di distanza dall’animale, non dovrebbe riuscire a vederla. Si prenderebbe tempo, per fare le cose con calma, senza esagerare. L’unico movimento, che rivelerebbe la sua posizione, dovrà essere veloce. Nuovamente cercherebbe di concentrare il proprio chakra nel braccio destro, cercando di andare oltre alla probabile fatica che potrebbe avvertire. Si sforzerebbe, nel tentativo di riportare nuovamente il chakra ad avvolgere i propri muscoli e legamenti, i tessuti, la pelle e l’articolazione del gomito. Il tutto per cercare di renderli elastici e flessibili. La preda sarebbe ad un metro da lei, e se tutto andasse per il verso giusto, non dovrebbe nemmeno avvicinarsi per agguantarla. In attesa, con il suo sguardo serpentino rivolto sullo scoiattolo che sarebbe intento a mangiare, ricercare cibo tra il fogliame. Quando si sentirebbe pronta nell’attacco, la ragazzina estenderebbe il proprio braccio in avanti, verso l’animale e nello stesso momento cercherebbe di allungarlo ulteriormente grazie al chakra e al suo Gene, in modo da ricoprire quel metro di distanza. Mano aperta, veloce, cercherebbe di arrivare fino allo scoiattolo per cercare poi di afferrarlo. Se ci riuscisse le dita si stringerebbero attorno al corpicino dell’animale con forza. Una presa ferrea, da non lasciare il respiro. In seguito allora cercherebbe di far ritornare il braccio alla sua forma originaria, facendo in modo che il chakra lavori sui tendini e sui muscoli affinchè essi tornino alla loro forma. Il braccio tornerebbe alle sue dimensioni, e la ragazzina avvicinerebbe a sé quello scoiattolo che ancora dovrebbe tenere fortemente nella mano. Il cuore le batterebbe forte nel petto nell’osservare, e nel sentire, quella piccola creatura agitarsi inutilmente nella sua morsa. E più si agiterebbe, più la presa verrebbe stretta. Gli occhi serpentini non si distaccherebbero dalla creaturina. Occhi lontani, occhi via via sempre più persi in un altro mondo. Sentirebbe un moto dentro di sé, un sentimento che non aveva ancora provato, ma che in un qualche modo sa che appartiene a sé stessa. Un piccolo ghigno sadico e divertito andrebbe a formarsi sulle sue labbra, e man mano che questo si accentua, la presa sullo scoiattolo si stringerebbe sempre di più. Non prova nulla per quella creatura, non prova pena, anzi… più soffre, più si dimena, più lei si sente pervasa da una malsana felicità. Si godrebbe quel momento fino in fondo, lentamente, fino a quando lo scoiattolo non smetterebbe di dimenarsi nella sua mano. Un’ultima stretta secca, per sentire le piccole ossa cedere, ed infine lo butterebbe per terra, come un vecchio straccetto. È così che si fa dopo tutto, no? Andrebbe a rialzarsi, sentendosi decisamente stanca, soprattutto a livello psichico… si porterebbe una mano alla fronte e sul viso, chiudendo gli occhi e sospirando. Ha tolto la vita ad un animale e la cosa non la tange minimamente, sa in cuor suo che non è la prima volta che capita, anche se non ricorda. Scuoterebbe la testa, e lentamente lascerebbe alle sue spalle quel posto. Si concentrerebbe giusto quel tanto per cercare di riportare il Gene e la sua energia là dove è stata presa. Man mano che il chakra si avvolge agli organi, ai muscoli… raggiungerebbe le proprie cellule e da lì il luogo dove è sito il DNA. A quel punto cercherebbe di lasciare che il Gene torni in quel punto, o meglio l’energia che ne è stata presa, così che il chakra torni ad essere come prima, liberandosi da quella spira dolcemente soffocante. Gli occhi tornano normali, la pupilla tornerebbe rotonda. Non direbbe nulla, il viso torna ad essere una maschera glaciale mentre si allontana dal bosco, diretta al villaggio. [Chakra 16/20][Distanza dallo scoiattolo 1 m][Tentativo di afferrare lo scoiattolo e ucciderlo– Agilità 25 – Forza 20 turno 1/2][Allungamento del braccio estensione massima 1 m][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – sei da 5 fumogeni][END]

Kouki torna al laghetto del bosco dei ciliegi per continuare il suo allenamento. Questa volta proverebbe a capire come sfruttare le sue nuovi doti. RIP scoiattolino?