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costruzione bracciale di cuoio avambraccio

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con Mekura

20:39 Mekura:
 Ormai vive solo per il rancore. L' isolazione che vive in quella casa è praticamente quella che sente nella testa. Con il rapimento di Kaori tutto è cambiato: oramai non trova neppure il senso di trovare un equilibrio nelle cose, o in se stessa. Si sente spezzata e si è già sentita spezzata, ma questa è una situazione che le fa intendere che non c'è ritorno, non c'è ricostruzione da quello che sta accadendo. Sente la mancanza dei suoi bambini, di Azrael anche...e con tutta questa storia legata agli Hyuga alcune volte si ritrova a pensare a suo fratello. Ma il più delle volte si sveglia nel cuore della notte, sudata mentre la sua mente plasma le sue paure e le sue colpe peggiori e la attacca nel sonno con tutta la forza che dispone. Da quando non è riuscita a fare nulla per quella situazione il suo cuore si è indurito come la pietra, per proteggersi forse ma come tutto attorno a lei è scuro o così appare, claustrofobico e lineare. Allo stesso modo è la sua mente. Indosso porta la divisa da lavoro mentre controlla il risultato della pelle sotto concentrazione salina. Infila i guanti alle mani e estrarrebbe la pelle per vedere se è macerata a dovere. La guarda ripercorrendo tutto quello che ha vissuto in quella tortura che si è dimostrata più che infruttuosa per quello che serviva. Hiashi non la sta chiamando, Raido non sa dove sia: ma la vogliono salvare Kaori? Mekura affanna, portandosi una mano sulla fronte con il dorso della mano mentre porta la schiena a curvarsi in avanti <...> prende lunghi respiri cercando di tranquillizzarsi e fare l'unica cosa che potesse fare al momento. Afferra la pelle e la pone su un torchio cilindrico a doppio rullo. A questo punto portando le mani sulla manovella inizierebbe a girarla in modo da asciugarla e togliere l'acqua in eccesso nella pelle. Quindi la porta in tiro e lasciandola li va ad accendere la musica. Torna in casa solo per qualche secondo andando a prendere la sua medicina attuale: saké e un bicchiere non consono, qualcosa che va bene per l'acqua, non per i liquori. [ch on]

21:11 Mekura:
 Ascolta la musica dalla radio di casa e si versa un bicchiere di Sakè abbondando sulla quantità. Guarda la bottiglia ricordando che l'ha presa per la cena della capa della polizia e dopo una rapida occhia alla etichetta sbotta e abbandona la bottiglia sul tavolo andando a bere dal bicchiere tutto in un sorso. Il liquore le brucerebbe la gola andando a toccare lo stomaco e rimanendo li a scaldarla ed intontirla quasi subito. <sth..> lascia il bicchiere andando a prendere il pettine da raschiatura ed uno sgabello. Controlla che gli angoli della pelle sia tesa al massimo e da li raschierebbe via il resto della carne attaccata. Starebbe li delle ore a lavorare correttamente sfogandosi sulla pelle senza battere ciglio, utilizzando entrambe le braccia per togliere tutti i residui, pulire il pettine e da capo. Continuerebbe, cercando di resistere all'esigenza di prendere un'altro goccio, cercando di imprimere tutta la sua disperazione e impotenza in quel disgraziato ridotto, letteralmente, a oggetto tra le sue dita. Doveva essere un lavoro dannatamente ben fatto, il suo capolavoro da mandare a sua madre, per farle capire come le vuole "bene". I suoi sbalzi di rabbia si presentano con maggiore frequenza e anche lavorare non serve più a nulla, si sente bene, quando si trova così come se non riuscisse più a contenersi in alcun altro modo. Sente la gola chiudersi e in silenzio continua a tirare la pelle dall'alto verso il basso, successivamente dovrà lavorare anche la parte esterna e eliminare i peli rimasti. [ch on]

22:05 Mekura:
 Finito anche quel passaggio si solleva dallo sgabello sgranchendosi le gambe per poi guardarsi intorno per controllare che cosa deve fare adesso in questo passaggio. L'odore di carogna si sente nell'aria e presto dovrà cambiare l'ambiente della officina perché anche lei ormai abituata fatica a respirare. Toglie la pelle dalla tensione , insieme ad altre che doveva lavorare la porterebbe all'interno di un contenitore in metallo spesso, di solito quello che usa per tenere l'acido. Inizia quindi a prendere le componenti chimiche ed a versarle all'interno del recipiente facendo attenzione a non schizzarsi ed a tenere il volto distante in modo da non bruciarsi in alcun modo. Lascerebbe le pelli a marinare in modo che la reazione chimica con l'acido tenda a cuocere la pelle ed a trattarle così da renderle robuste e non farle marcire. Si allontana per non respirare i miasmi e Mekura va a riposarsi vicino al banco di lavoro, dove si trova la bottiglia di Sakè. Osserva il bicchiere appoggiandosi con un fianco alla superficie del tavolo. Afferra il bicchiere, lo guarda e producendo un suono con la bocca lo lancerebbe lontano da se verso una parete per romperlo in mille pezzi..non le importa. Afferra il collo della bottiglia e vi appoggia le labbra sollevando la bottiglia di Sakè bevendo direttamente da questa <hum..> si stacca asciugandosi le labbra appoggiandola di nuovo sul tavolo, quasi rovesciandola a terra mentre tossirebbe dato che si è quasi soffocata a causa dell'impeto <che schifo> sbotta avvicinando di nuovo la bottiglia per bere un'altro sorso con meno foga. <che schifo> ripete tra se e se ad altavoce staccandosi di nuovo per andare a sedersi guardando il progetto che aveva disegnato per Saisashi. <ah...dovrei scrivergli una lettera..> dovrebbe scrivere una lettera anche ai suoi bambini in effetti, ormai..cos'ha da perdere? forse è meglio se non la incontrino mai più. <...> afferra il prototipo che da troppo tempo era a fare la polvere, il regalo per Saisashi: un avambraccio in cuoio nero con una protezione per le nocche rinforzato ed un facile si sistema per allacciare e slacciare. Se lo rigira tra le dita e guarda indietro verso la pelle <tanto quella sarà a macerare per un bel po'..> [ch on]

22:31 Mekura:
 Si concentrerebbe sul bracciale afferrando degli strumenti per il taglio, la modellazione e l'incollaggio del cuoio. Si lascia sfuggire un colpo di tosse che copre subito con la mano destra andando poi successivamente ad afferrare le pinza per l'occhiellatura. Osserva il progetto e da questo con un paio di forbici su un cartamodello di cartone spesso, dopo aver disegnato e riprodotto la forma necessaria la taglia e la poggia su una delle pelli già pronte per essere tagliare. ne ricaverebbe la forma passandovi sopra, sul bordo, una matita grassa nera e successivamente con delle forbici spesse inizierebbe a tagliare il primo modello. Continuerebbe fin quando non ha a portata di mano tutti i pezzi necessari per l'assemblaggio del bracciale. Conterebbe la quantità di rivetti necessari per sigillare le parti e dove posizionare i buchi per la cucitura. é essenziale costruire sia la parte interna che la parte esterna con differenti materiali. infatti la parte interna sarebbe più morbida, mentre la parte esterna più dura...inoltre vuole provare ad aggiungere una variante. Avrebbe precedentemente preso della lana cotta e del cotone grezzo, afferrando filo ed ago, inizierebbe a creare da queste delle aree di imbottitura che le sarebbero servite da posizionare tra la zona di cuoio morbida interna e quella esterna più spessa. In particolare creerebbe una protezione al livello delle nocche e sulla parte dell'avambraccio. Cucirebbe il contenitore e poi lasciando uno spazio per inserirvi la lana, ve la infilerebbe spingendola all'interno delle varie sedi con uno spuntone metallico, facendo attenzione ad imbottire tutte le parti con attenzione., quindi, chiuderebbe mettendoli da parte per il momento, passando alla bordatura della pelle morbida, quella che dovrebbe entrare a contatto con la pelle umana. Con un raschietto, inizia a lavorare i bordi per assottigliarli in modo che sia più semplice incidere i buchi senza fare grossi danni, quindi inciderebbe facendo attenzione ai margini che non siano troppo sottili. [ch on]

22:47 Mekura:
 <cosa vorresti scrivere Mekura?> borbotta tra se e se mentre lavora, per farsi un po' di compagnia <sopratutto ad Ai ed a Ken, loro aspettano ancora...o forse non più> Quel bambino doveva proteggerlo e invece, seppur ci stia provando, deve stare lontano da lui e da Ai che ormai ha imparato troppo bene quanto sia distante. <Ciao Ai, ciao Ken, è la mamma che vi parla> qui è evidente che sia il saké che ha bevuto a farla parlare <ancora una volta devo stare distante da voi, perché ovunque vada, non faccio altro che mettere in pericolo le persone che mi sono vicine e...> scuote il capo mentre lavora andando a tagliare un filo piuttosto spesso, ne prende la lesina a foro e inizia a creare un primo nodo <...e per quanto tu Ai, non possa crederlo rientrate in questa categoria, questa cerchia che ogni giorno di più si restringe. Mi mancate, come mi manca il sole estivo sulla pelle mentre andiamo alla cascata, mi manca il sorriso smagliante della bambina che eri e della meravigliosa giovane donna che sei> sorride sollevandosi in piedi per lavorare meglio <Mekura...parli come una vecchia> e continua a ridacchiare <ma del resto sei invecchiata in fretta, appassisci ogni giorno che passa> apre la resina e con essa anche del tessuto a fibra spessa e grezza. Con un pennello tondo bagnerebbe il tessuto e successivamente l'interno del cuoio più spesso. Quindi, li incollerebbe insieme, in modo da indurire ulteriormente l'interno del cuoio e creare più spessore seppur uniforme. Su una matrice di legno, afferra della cera e la passerebbe sopra in modo che la superficie si isolasse dalla colla. Afferra una parte di tessuto più morbido, una passata di colla e la incollerebbe nella parte sottostante per poi infilarla nella forma della matrice. La chiuderebbe portando dei pesi, in modo che le varie parti si saldino a dovere. così da poter già creare la parte centrale della calotta esterna. [ch on]

23:04 Mekura:
 <Kei, vorrei dirti tante cose, che spero tu non sappia mai: vorrei dirti che non sei un bambino preso tra tanti, che rappresenti qualcosa per me di speciale, che è scomparso nel nulla> Sospira procedendo con il lavoro continuando la cucitura della parte interna del avambraccio ancora da montare. <ma è giusto così: tu sei giovane e non voglio che ti senta relegato a chi ti hanno generato, tu diventerai presto quello che vorrai scegliere di diventare, niente di più, niente di meno e io sto perdendo un sacco di tempo e ricordi a combattere delle guerre necessarie, figlio mio> guerre necessarie...insensate e necessarie al tempo stesso, che ironia. <non vedrete mai questa parte di me e neppure sentirete mai queste parole, perché alcune bugie è meglio continuare a dirle e far passare che tutto vada bene, perché le tue colpe, le mie in questo caso, non devono andare a toccare le vite degli altri, ho visto che ogni volta che succede porta solo dei guai> Finirebbe di cucire, tendendo le parti in modo che siano ben legate tra loro e quindi controllerebbe il pregio della fattura. <vorrei solo che voi siate, sinceramente felici, per quanto una persona normale possa essere felice, non voglio che diventiate come me...e forse, forse per quanto risulti paradossale è meglio se vi lasci con Yukio> penserebbe tra se e se finendo il lavoro per oggi non potendo fare altro e dovendo lasciare al tempo il resto del lavoro. Si avvicina così alla finestra e la aprirebbe in modo da far uscire fuori l'odore nauseabondo che alberga nella casa. Meglio farlo di sera tardi, quando le persone stanno dormendo e non tengono le finestre aperte di sera, nel periodo invernale...in questo modo non arrivano scocciatori a disturbarla <ma del resto, ho una bacinella anche per loro...giusto tu?> domanda verso la pelle al macero a metri di distanza mentre rimane vicino alla finestra a guardare fuori per sa nei suoi pensieri <uff....> si lascia sfuggire uno sbuffo di condensa osservandola uscire dalla finestra. Rimane li per 5minuti, prima di andare a casa a fare una doccia ed andare a dormire per affrontare la prossima lotta contro il suo subconscio. [end]

Giocata di costruzione di un bracciale di cuoio di protezione per l'avambraccio e le nocche con i vari passaggi per rinforzare e ammortizzare le parti critiche lasciando per ora la calotta a solidificarsi con la forma prestabilita (da completare)
Intanto nella prima fase ha iniziato il trattamento per la pelle umana in suo possesso.