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La fecondazione

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con Kaori, Raido

15:27 Kaori:
 La notte è stata piuttosto dura da superare. La fatica del giorno precedente nel tentativo di rimanere aggrappata alla speranza ed alla fede verso i suoi amici, ha portato Kaori a rimanere rannicchiata su se stessa fra le lenzuola pulite del suo letto troppo grande. Cerca di tenersi unita abbracciandosi le ginocchia, tenendole ben strette al petto, così da impedirsi di cadere in pezzi, di rimanere ben salda e tutta intera. I suoi sogni sono stati tormentati, costellati da immagini diverse e confuse. Ha rivisto la stessa scena di qualche notte prima ove Raido si stava allenando per prepararsi a salvarla. Lo ha visto immerso nella vegetazione dei campi d'addestramento di Konoha, senza kimono né maglie, a petto nudo, che s'addestrava al chiaro d'una luna brillante. Il sudore riluceva sulla sua pelle, i capelli d'argento si attaccavano alla sua carne e la sua espressione era seria e concentrata. Sussurrava preghiere per lei, annunciava ai Kami di esser pronto ad andare a prenderla, ma poi dal folto è giunta Mekura venuta ad assicurarsi di come stesse e le attenzioni di lui son mutate. Il sogno divenne incubo e Kaori si è svegliata di soprassalto. Anche nell'incoscienza del sonno speranza e timore si fondono per andare a contendersi il controllo della sua mente portandola a sentirsi ancor più stanca di quando non fosse andata a dormire. Si è fatta una doccia, si è pettinata, s'è cambiata d'abito ed ha cercato di allenarsi in attesa dell'arrivo del pranzo. Ma era distratta, era scossa e il pensiero continuava ad andare a quel sogno portandola, alla fine, a fermarsi e semplicemente distendersi sul letto cercando di spegnere i pensieri. Quest'oggi ha trovato pronto per sé un abito diverso, un abito quasi caricaturale per certi versi. Un vestito bianco, candido, che le cinge il busto in un corsetto stretto e che ricade verso il suolo con una gonna vaporosa, ampia, a campana. A guardarla par quasi una sposa e Kaori non sa se sia una beffa da parte di Cappuccio Rosso o se semplicemente fosse un abito scelto a caso per lei. E' distesa sulle lenzuola del suo letto con i piedi nudi poggiati sulle coperte morbide. L'abito si apre e sparpaglia attorno a sé in un fruscio di veli e raso mentre i capelli violacei vanno scivolando sul cuscino aprendosi come in una coda di pavone in innumerevoli ciocche sottili, pulite. Le braccia son portate al seno, con i pugni chiusi vicini al petto, quasi come se volesse coprire quella scollatura a cui non è esattamente abituata. E' sola, sì, eppure anche in una situazione come questa riesce a percepire l'istinto di mantenersi candida, pulita. Pudica. Forse, in qualche modo, Kaori è davvero ancora lì, viva e vegeta dentro di lei.

Quasi 3 sono le settimane di prigionia della ragazza, 3 settimane vissute in un inferno accogliente con buon cibo e vestiti puliti tutti i giorni. Un inferno glaciale per certi versi dove solo le fredde mura le fanno compagnia. Avete presente il canto XXXIII dell'inferno Dantesco? Cosa descrive? Una creatura enorme con tre faccia, ali sulla schiena, fauci immensa, la figura del diavolo nella sua forma più brutale ma è intrappolato in un mare ghiacciato, il ghiaccio lo blocca impedendogli di muoversi perchè quello è la punizione divina. Il suo atteggiamento, la sua voglia di arrivare al paradiso, di giungere sempre più in alto lo hanno spinto a sprofondare sempre più in basso nel centro della Terra, in un cono che lo porta quasi a toccare il nucleo. Con Kaori è successa esattamente la stessa e identica cosa. Una ragazzina, una Hyuga che ha conosciuto l'amore, ha vissuto l'esperienza di una proposta di matrimonio, una ragazza all'apice della felicità, ora si ritrova nel punto più basso della desolazione. E' caduta rovinosamente in basso in quel mare ghiacciato di solitudine, intrappolata, senza via di fuga mentre tutti gli altri la calpestano per arrivare sempre più in alto. I paragoni da fare sono praticamente infiniti ma c'è una cosa che distingue il vero inferno da quello che sta passando la chunin, ovvero la speranza. La ragazza prova ancora un briciolo di speranza nel suo cuore, una speranza rinata da poco che, purtroppo è in continuo contrasto con quella parte oscura che continua a farla scendere in un baratro di tristezza infinita. Uno scontro a cielo aperto quello che avviene nella mente della ragazza sull'orlo della pazzia ma purtroppo per lei, la tortura è appena iniziata. La prigionia nono finisce qui e ciò che le hanno fatto non è niente ancora, fino ad ora l'hanno sempre trattata come una principessa ma cos'è lei, per loro, in realtà? Una semplice bambola, un oggetto da usare, un'incubatrice vivente per portare avanti la prossima progenie di Hyuga puri. La porta di ferro comincia a far rumore, la chiave viene girata al suo interno fino ad aprirla completamente portando Akane Hyuga all'interno della stanza in compagnia di altri due uomini. La donna si presenta con la solita veste del cappuccio rosso ma senza maschera a coprirle il viso. Scruta Kaori dalla testa ai piedi, ne osserva le fattezze<E' ora>solo queste due parole, due piccolissime parole per far muovere i due uomini alle spalle della donna. Si avvicinano a Kaori prendendole i polsi, vengono messi sul davanti e poi ammanettati con manette anti chakra per poi portarla fuori dalla stanza. [Ambient]

16:07 Kaori:
 Respira ritmicamente, lentamente, rimanendo immobile sul letto a fissare la grigia parete di fronte a sé, quella frontale alla porta d'ingresso nella stanza. Non guarda nulla di particolare, non un punto preciso, semplicemente lo sguardo è puntato perso verso quella direzione. L'ora del pasto è passata da poco, ci vorrà ancora molto prima che tornino a portarle la cena e perciò sa che avrebbe dovuto affrontare parecchie ore di silenzio e noia. Ore che non ha idea di come riempire, che non sa come far scorrere più rapidamente. Non ha più intenzione di calarsi nel baratro delle sue paure, non ha alcuna intenzione di cercare nuovamente il dolore, né ha voglia di allenarsi ancora. Probabilmente la cosa migliore sarebbe dormire, cercare di riposare dopo il sonno tormentato di quella notte, ma non riesce a tener chiusi gli occhi. C'è qualcosa nell'aria, qualcosa che striscia sulla sua pelle, sulle sue braccia, causandole brividi freddi lungo la schiena, fino alla nuca. Come ogni giorno ha paura di sentir la porta aprirsi e scoprire che è giunto il momento di procedere con il progetto ideato da quella matta, ed è come se temesse che chiudendo gli occhi potesse essere ancor più vulnerabile al loro arrivo. Come se tenere gli occhi aperti potesse proteggerla da loro. Da lei. Perciò attende che semplicemente la stanchezza arrivi a far calare le sue palpebre contro il suo volere, che stenda su di lei un manto pesante che vada a scaldare le sue membra. Attende che il sonno arrivi continuando a respirare lentamente con le iridi perlacee rivolte verso la parete. Conta i secondi, i minuti, trovando in quel ritmico progredire una cadenza rilassante, musicale, che lentamente fa calare le palpebre dinnanzi gli occhi. Sta per addormentarsi. E' lì lì per cedere quando un suono le gela il sangue nelle vene. La porta sta venendo nuovamente aperta e il suo cuore manca un battito. Istintivamente salta su a sedere, nel bel mezzo del letto, con i piedi nudi poggiati contro le coperte e le ginocchia alzate, la gonna a ricadere lungo le gambe nascondendo ogni lembo di pelle. Il viso va a voltarsi verso la porta, l'espressione è tesa, preoccupata, al diavolo la maschera da bambola. Una ciocca di capelli corvini scivola da dietro il suo orecchio lungo la spalla, il petto, fino a carezzarle il seno coperto dalle coppe del corsetto. Cappuccio Rosso fa il suo ingresso assieme a due uomini che paiono decisamente essere lì per sporcarsi le mani al di lei posto. Kaori non dice nulla, non chiosa, quasi non respira mentre lascia che le sue iridi ripercorrano la figura dell'altra. E' terrorizzata, paralizzata dall'orrore. In cuor suo teme di sapere già perchè sia lì, perchè quegli uomini siano al suo fianco. In cuor suo sa che il tempo è giunto, ma non vuole accettarlo. Non vuole accettare che tutto potrebbe essere già alle sue porte. E poi, semplicemente, la voce di Akane spezza il silenzio di quella stanza andando a far precipitare la mente di Kaori in un baratro d'orrore. No. Non vuole. Ha paura. Il suo primo istinto è di negare quella possibilità, di rifiutarsi, di tentare di scappare ai voleri della donna. Combatterla, ribellarsi, colpire i due uomini che ora si stanno avvicinando al letto per scortarla. Ma il pensiero vola immediato a sua madre, alla chiazza di sangue che ancora -rappreso- macchia il pavimento della sua cella. Il volto va istintivamente a voltarsi per cercare quella chiazza scarlatta che, secca, decora il terreno accanto al letto, ritrovandosi a schiudere le labbra. Se avesse opposto resistenza sua madre avrebbe fatto la stessa fine... non può farlo. Non può permetterselo. Stringe i denti per un solo secondo prima di sospirare rassegnata e chiudere gli occhi. Si scosta dalle coperte andando a scivolar giù dal letto, dal materasso, mettendosi in piedi. Le mani ricadono molli lungo i fianchi, il capo è puntato verso il terreno. "Combatti" sussurra la vocina nella sua mente con fare dolce, con voce di miele. "Colpiscila" aggiunge velenosa, mantenendo lo stesso tono delizioso di poco prima. Ma Kaori non può farlo. Non può avere sulla coscienza anche la vita di sua madre. Lei... non può. Non ancora. Lascia che i due afferrino i suoi polsi, che li avvicinino per unirli tramite delle manette che lei conosce bene possedendone qualche paia. Manette antichakra. Evidentemente fuori da quella soglia avrebbe potuto perfettamente richiamare a sé la sua energia: qualcosa che non potevano permettersi. Li segue col cuore che le martella nello stomaco, nel petto, nella gola, guardandosi attorno, cercando di memorizzare ogni cosa, di capire dove si trova. Una casa? Un ospedale? Un qualche tipo di laboratorio? Cerca di vedere se ci siano altre celle, se attorno a lei siano tutti Hyuga oppure no. Cerca di estrapolare quante più informazioni possibili da quel suo lento e straziante cammino verso la gogna. Qualunque cosa che possa impedirle di pensare a ciò che sarebbe accaduto di lì a breve. Qualunque cosa che possa allontanare dalla sua mente il pensiero di quelle cellule che avrebbero ben presto trovato casa e vita nel suo ventre.

La ragazza non reagisce in alcun modo, è rassegnata al suo destino anche se, in cuore suo, vuole combattere, vuole saltarle addosso, ucciderla, fargliela pagare per il male che le hanno fatto ma non può. La vita dei suoi cari dipende esclusivamente da lei e da nessun altro, dipende dalle sue azioni. Lo sa, lo sa benissimo Kaori e purtroppo deve sottostare agli ordini della carceriera. Le manette vengono messe ai polsi della Hyuga per impedirle di richiamare il chakra una volta fuori da quella stanza; Akane sarà pure forte e potente ma non ha voglia di mandare in fumo un progetto che va avanti da anni e anni e che, solo ora, sta giungendo all'apice del successo e alla sua completezza. Akane continua a guardarla e c'è una cosa che vorrebbe dirle, una piccola e semplicissima cosa ma è la cosa giusta? Vuole darle un piccolo sollievo oppure continuare a torturarla in quel modo barbaro? Per ora niente ha importanza, ora conta soltanto l'esperimento e il portare a compimento il progetto degli Hyuga puri. La ragazza viene condotta nel corridoio all'esterno della stanza; esso si presenta come un corridoio grigio, morto, le pareti sono grige, non c'è segno di felicità ma nemmeno di graffi o sporcizia, al contrario, tutto è lindo e pulito ed è possibile vedere degli inservienti pulire costantemente il pavimento<Tu, pulisci e lava la stanza>la voce della donna si erge nei confronti di uno degli inservienti che, senza battere ciglio, va a intrufolarsi nella stanza di Kaori per pulirla da cima a fondo. Il quartetto comincia a camminare con passo svelto per tutto il corridoio passando davanti a molte porte di ferro, tutte quante chiuse, nessuno emette un suono, il silenzio di quel luogo è letteralmente tombale. Non vola una mosca, non si sente il minimo rumore se non i loro passi che rimbombano sulle mure. Molti metri vengono fatti prima di svoltare sulla destra cominciando a scendere delle scale, vari gradini per poi voltare a sinistra in un nuovo corridoio. La strada è lunga, molto lunga ma, alla fine, si fermano davanti a una porta, un ingresso a due ante che viene aperto dalle braccia di Akane e dove vi trovate? In una stanza circolare con un solo lettino al centro, in alto vi sono vetri bombati da cui si riesce a vedere chi è dentro la stanza. Le pareti sono antichakra, nessuno può sfuggire da quel luogo<Toglietele le manette e spogliatela>gli ordini della Tessai arrivano forti e chiari ed è quello che, i due uomini, vanno a fare. Liberano Kaori per poi toglierle i vestiti lasciandola completamente nuda, come mamma l'ha fatta in tutto il suo splendore<Sdraiati sul lettino>un ultimo ordine da parte della donna prima di uscire dalla stanza insieme ai due uomini richiudendo la porta dietro di se. [Ambient]

16:57 Kaori:
 L'esterno della stanza è quasi peggiore dell'interno. E' tutto grigio, monotono e freddo là fuori. Nessuna fiamma che brilla, nessun colore a smorzare quell'opprimente monotonia di colore. Solo grigio. Pareti, soffitto, pavimento e porte. Tutte porte chiuse, senza finestre, uguali. Si susseguono infinite per i corridoi, le scale e tutta la strada che percorrono silenziosamente portando Kaori a sentirsi quasi in una specie di labirinto sotterraneo. A giudicare dalla completa assenza di finestre, dopotutto, potrebbe essere assolutamente plausibile che l'intera struttura si trovi sottoterra: sarebbe logico considerando che nessuno ha la più pallida idea di dove lei si sia nascosta per tutto quel tempo. La sola idea atterrisce Kaori ancora di più. Se davvero si trovano in un posto sotterraneo come faranno Raido e gli altri a trovarla? Come faranno a capire dove si trova? Il cuore si stringe in una fitta dolorosa mentre avanza meccanicamente alle spalle di Cappuccio Rosso. Vi è un silenzio assordante per quei corridoi, rotto semplicemente dal tintinnare metallico delle sue manette e dal rimbombare dei passi del piccolo gruppetto. Un freddo leggero va ad appropriarsi delle membra della chuunin che, alla fine, si ritrova a fermarsi dinnanzi un'ultima porta a doppia anta. La Tessai libera la via, apre la porta e lascia che tutti entrino in una stanza circolare con un solo lettino posto al suo centro esatto. Kaori si irrigidisce, osserva quell'affare come fosse una ghigliottina e impallidisce rapidamente. No... no. Non vuole. Sente la gola farsi secca, deglutisce a vuoto e il cuore rimbomba martellante nelle orecchie, nelle tempie, sfondando la cassa toracica con prepotenza. Ha paura. La sente scivolare sinistramente lungo il corpo, nell'addome, nel ventre, lì dove fra poco sarebbe stata raggiunta da qualcos'altro. No... Fissa con fare inorridito quel lettino senza quasi badare al soffitto in vetro da cui chiunque potrebbe osservare qualunque cosa. La voce della donna spezza il silenzio denso di quel luogo riportando la Hyuga alla realtà, portandola a fissare con orrore i due uomini che vanno a liberarle i polsi delle manette che, fino a quel momento, hanno stretto i suoi polsi in una morsa bruciante. Non hanno lasciato segni sulla sua pelle, non ha cercato di liberarsi per cui non l'hanno ferita, ma è rimasto solo un lieve arrossamento attorno alla carne. Quando vanno per spogliarla, ecco che la ragazza tenterebbe di sfuggire al loro tocco cingendosi il corpo con le braccia, rifiutando istintivamente quel loro fare. <Posso farlo da sola> avrebbe sibilato fissando trucemente i due realizzando un attimo troppo tardi che aveva disobbedito agli ordini della donna con quel suo fare ribelle. Sentendosi ghiacciare da capo a piedi avrebbe rivolto il capo a Cappuccio Rosso tentando di correggere il tiro. <Per favore...?> avrebbe chiesto ingoiando rabbia, frustrazione e odio. Remissiva, forzata a sottostare a quelle indecenti richieste per amore di sua madre, dei suoi cari. Se l'altra avesse acconsentito, ecco che allora le mani della chuunin sarebbero andate a scivolare verso la propria schiena dove la cerniera dell'abito giace chiusa. Avrebbe voltato le spalle ai due uomini e avrebbe lasciato scivolare, tremando, la zip fino ai fianchi, poco sopra le sue curve, dove il corsetto finisce. Avrebbe allargato il corsetto sul seno e avrebbe spinto l'abito dai fianchi verso il basso, lasciandolo scivolare ai suoi piedi rimanendo in solo intimo. Trema lei da capo a piedi rimanendo scoperta sotto gli occhi dei presenti, sentendosi violata già solo per il fatto d'esser praticamente nuda dinnanzi occhi che non desidera avere addosso. Che non conosce. Che odia. Stringe i denti sentendo gli occhi pizzicare, il sangue ribollire. Respirerebbe a stento, rapidamente, andando a liberarsi della presa del reggiseno, della copertura della stoffa nera che le copriva le curve inferiori. Lascerebbe ricadere tutto al suolo rimanendo alla fine completamente nuda. Se fosse riuscita a far tutto da sola avrebbe per lo meno trovato maggior conforto in quel fare, come se avesse sotto gli occhi l'illusione che almeno quella potesse esser stata una sua scelta, una piccola conquista. E poi, così, non avrebbe dovuto guardare negli occhi i due uomini che erano stati incaricati di farlo per lei. Se invece fossero stati loro, a spogliarla, avrebbe finito col trovare il tutto ancor più degradante, più insopportabile, richiudendosi in un silenzio violento, velenoso, che va corrodendola dall'interno. Si sarebbe sentita violata ancor prima d'iniziare, avrebbe sentito il ribrezzo per aver mostrato quel suo corpo a qualcuno che non è Raido. Avrebbe sofferto di una vergogna ancor più profonda che avrebbe preso a far divenire il suo sangue puro fuoco nelle vene. Solo a quel punto -quale che fosse il modo in cui fosse finita svestita- ecco che Cappuccio Rosso le va ordinando di stendersi sul lettino, portandola ad eseguire senza neppure guardarla, senza neppure dedicare un'ultima occhiata ai due uomini assieme a loro. Kaori va avvicinandosi a quel giaciglio avvertendo il corpo avvolto dal ghiaccio, il fuoco a ribollire dall'interno. Vi si sarebbe seduta a sguardo chino, con le mani a poggiarsi ai lati delle cosce nel sedersi, per poi sistemarsi e lasciarsi scivolare con tutto il corpo su di esso. La testa sulla parte rigonfia del cuscino, le braccia ad incrociarsi istintivamente al petto per tentare di nascondere e coprire con le mani i seni nudi. Le gambe verrebbero tenute alzate, piegate con le ginocchia puntate verso l'alto ed i piedi con le piante poggiate sul "materasso". Tenterebbe di avvicinare le cosce per nascondere alla vista altrui ciò che si nasconde fra di esse, ciò che a nessun altro avrebbe mai voluto mostrare. Ed improvvisamente si sente atterrire da quanto sta per accadere. Esposta, vulnerabile, nuda. Indifesa. Non v'è assolutamente più nulla che possa proteggerla ora, che possa nasconderla. E' lei sotto gli occhi del mondo, sola in una stanza che avrebbe ritrovato eco nei suoi peggiori incubi. Ed ora che persino Cappuccio Rosso è andata fuori da quelle porte, non sa davvero chi avrebbe nuovamente varcato quella soglia. La paura si fa strada sempre più rapidamente nel suo cuore, portandola a sentire la gola bloccata da un grumo di saliva densa, gli occhi luccicanti di lacrime inespresse, furiose. Le dita sono strette attorno alle opposte braccia e stringono e premono con forza, sbiancando le nocche, conficcando le unghie nella carne.

Il moto ribelle di Kaori attira su di se lo sguardo di Akane che la squadra con occhi pieni di rimprovero. Ha reagito, ha reagito a un suo ordine. Gli occhi della donna si assottigliano, divengono come fessure mentre la scrutano sempre di più nel profondo. Nelle ultime settimane si è sempre dimostrata sottomessa, tutti quelli che le portavano da mangiare hanno sempre riferito della sua condizione e una sottomessa, qualcuna che ha perso ogni speranza non dovrebbe avere alcun tipo di reazione. Continua a fissare Kaori senza distoglierle gli occhi di dosso, anzi, ne scruta proprio gli occhi in quanto essi sono lo specchio dell'anima e sono proprio essi che parlano quando la bocca tace<Lasciatela fare>commenta la donna permettendo alla chunin di spogliarsi in autonomia, le permette di liberarsi da sola di ogni cosa che ne copre il soffice corpo. Viene lasciata sola e, una volta distesa sul lettino, può notare come dai vetri sopra sbuchi Akane in compagnia dei due uomini ma non solo, un altro uomo si palesa al fianco della Tessai. Esso ha i capelli tirati completamente all'indietro dal gel o, comunemente detti, a leccata di vacca; occhiali sul naso con lenti tonde, un camice bianco chiuso da bottoni neri, guanti neri alle mani, orecchie a sventola per completare il bel ritratto di quella figura. Tutti quanti la guardano ma, oltre a questo, cosa vede Kaori? Sul soffitto può notare delle luci al neon ma anche qualcosa di strano, una specie di braccio metallico è fermo e immobile sopra di lei, un marchingegno ad alta tecnologia, che cosa sarà mai e a che cosa servirà? Solo il tempo può dirlo con certezza. La stanza si presenta fredda, troppo fredda per poter stare troppo tempo senza vesti. In più, ai lati, precisamente nei 4 angoli della stanza, in alto, sono posti degli auto parlanti per comunicare con l'interno della stanza ma ora una breve descrizione dell'esterno. Oltre quei vetri vi è una postazione piena di pulsanti, un joystick, uno schermo e tanti altri piccoli dettagli tra cui un piccolo pulsante rosso il cui utilizzo è proprio quello di permettere di comunicare con la stanza di sotto. Akane poggia il dito contro quel bottone andando a premerlo<Abbassa le gambe e porta le braccia perpendicolari al corpo>un altro ordine viene impartito a Kaori, fin troppo rannicchiata per i loro gusti. Pochi secondi le vengono concessi prima che la postazione passi sotto il fare dello scienziato descritto prima e il braccio meccanico sopra il lettino inizia a muoversi<Ti inietteremo gli ovuli di Daiko Hyuga e successivamente quelli di Hiashi Hyuga>comunica il medico alla ragazza ma, un altro piccolo dettaglio si aggiunge, c'è Daiko di mezzo ma in che modo? Cosa ha davvero a che fare con tutta questa storia? Il braccio meccanico, per il momento, si sta solo abbassando ma ancora non fa niente. [Ambient]

17:55 Kaori:
 Quanto può esser disperata, lei, per trovar persino conforto dall'idea di doversi denudare da sola in una situazione come quella? A quali piccoli appigli si sta aggrappando pur di non lasciarsi cadere nel baratro della disperazione? Eppure prova realmente una stilla di sollievo quando Cappuccio Rosso le concede di far da sola. All'idea di non venir spogliata da altre mani, da mani che non conosce, che teme. Si sente umiliata, imbarazzata, disarmata così nuda sotto lo sguardo di quella gente, ma sa che il peggio sta per arrivare. E' lì, in agguato, che attende solo le disposizioni di Cappuccio rosso per lei. Così distesa su quel lettino può notare ed osservare le figure di chi si affaccia oltre quei vetri posti sopra di lei. Cappuccio Rosso ha sempre quell'aria seria e controllata che ha iniziato a trovare quasi insopportabile, mentre l'uomo al di lei fianco è oltremodo orrido. I capelli paiono unti così tenuti all'indietro, gli occhiali lo fanno apparire distante e distaccato, i guanti neri paiono quelli di un assassino. Cerca di stringere la presa su se stessa per nascondere al mondo quello che è il suo corpo, iniziando ad avvertire un freddo penetrante salirle le ossa. Trema e non sa se sia per il freddo o per la paura. Si guarda attorno con la gola chiusa, la bocca secca, roteando convulsamente le iridi perlacee per capire cosa stia per accadere. Quel braccio meccanico posto sopra di lei, poi, le trasmette un senso di terrore profondo. A cosa servirà mai? Non ha mai visitato un laboratorio come quello, non sa che tipo di strumentazione venga usata per scopi simili, per cui si sente ancor più abbattuta. Non ha neppure idea di cosa sta per accadere, non può prepararsi davvero alla tragedia. Trema cercando di coprirsi e nascondersi, trattenendo il pianto con difficoltà. Attende che qualcosa accada e, quando ode la voce di Cappuccio Rosso risuonare nella stanza tramite gli altoparlanti che collegano la camera all'esterno, si sente morire. Umiliarla, fino alla fine. Una lacrima scende fuggiasca dall'occhio destro andando a scivolare lungo il viso mentre per un istante appena la presa sul proprio corpo va a stringersi con maggior forza, come un fiore che voglia rifiutarsi di sbocciare. Ma non può farlo, non può permetterselo. Chiudendo per un attimo gli occhi, quasi in segno di tacita resa, eccola andare dunque a rilassare le sue carni, per quanto possibile. Il capo si abbandona contro il lettino e così le gambe che, lentamente, vanno abbassandosi fino a distendersi per tutta la loro lunghezza, dritte. Sente un'altra lacrima scivolare via all'avvertire la sensazione di vulnerabilità al basso ventre, al sapere di aver appena rivelato e scoperto la parte più intima e preziosa di sé. E con arrendevolezza a questo fa seguire il moto delle braccia. La presa vien sciolta e le dita si distaccano dalla sua carne lasciando solchi non troppo profondi con le unghie. Scioglie l'intreccio degli arti superiori e li fa ricadere ai lati del corpo come morti, molli, scoprendo quei seni bianchi e pieni adesso perfettamente in mostra. Non si è mai sentita così umiliata in tutta la sua vita. Mai sentita più misera, più imbarazzata, più devastata. Con quale faccia avrebbe più potuto vedere Raido? Come avrebbe più potuto guardarlo negli occhi, toccarlo? Sposarlo? Si sente divorare dall'imbarazzo, dalla vergogna, dall'umiliazione. Attimo dopo attimo si sente atterrire e abbattere. Speranza... come può continuare a sperare? Come può trovare sollievo in una futura liberazione, ora che ormai avrebbe ospitato quelle vite nel suo corpo? Si sente nuovamente sconfitta, derubata della sua vita, mentre il sangue continua a bruciarle in corpo come lava incandescente. Una bestia ammansita, pronta a scattare al minimo segno di libertà. Se solo avesse il suo chakra... se solo potesse richiamarlo a sè... Ed è allora che il braccio meccanico inizia a muoversi. Un ronzio sordo, distante, che porta le iridi della Hyuga a spalancarsi spaventate, ad osservarlo con quel velo di lacrime a confonderne le forme. Un tremito più profondo, intenso, che la sconquassa da capo a piedi portandola a schiudere le labbra con orrore. Le parole che ode risuonare dagli altoparlanti la portano come a precipitare in uno strapiombo infinito. No... no... Lei avrebbe... d'istinto le mani vanno ad intrecciarsi sul suo ventre, a volerlo coprire, proteggere da quelle parole. Avrebbe dovuto ospitare i nipoti di quella donna? I figli di Hiashi? Più di uno?! No... no. Questo... è troppo da accettare. <No...> un sussurro flebile, spezzato, a stento percepibile da se stessa. <No...> nega, rifiuta quella possibilità andando a muovere meccanicamente il capo, a scuoterlo con fare debole, ferito, intermittente. <Per favore... per favore...> supplica lei devastata, spezzata, cercando lo sguardo di Akane come se potesse trovare in quella donna un briciolo di comprensione. <Vi prego... no...> Non riesce a star ferma, non riesce ad accettare l'idea di subire tutto questo. No. E' una tortura ben peggiore del dolore fisico, è un tormento che va a pungolare e spremere il lato più vulnerabile di sé. L'animo. La mente. Logora e indebolisce la sua psiche passo dopo passo, ogni cosa accaduta fra quelle mura serviva semplicemente a devastarla. A spezzarla. L'attesa, l'isolamento, la morte, la minaccia. L'umiliazione. Ed ora... ed ora è troppo per lei accettare anche questo. Soprattutto questo. I figli del suo migliore amico e del figlio di quel mostro ad un passo dalle nozze. Sotto tortura. Il braccio si muove, cala, s'abbassa su di lei divenendo sempre più vicino, portandola a veder frantumarsi quello strato di calma che si era imposta in quei giorni. <NO! NO! NO!> grida lei dimenandosi sul lettino, cercando di rannicchiarsi, d'accucciarsi, di sfuggire al tocco di quell'affare con le mani strette attorno ai fianchi, alla vita, a protezione del suo ventre. E' arrabbiata, è distrutta, è furiosa e devastata. Si sente impazzire travolta da un mix sensoriale soverchiante e pazzesco che la priva della lucidità. Non è in grado di pensare, di ragionare, di capire. Sa solo che vuole scappare, che vuole fuggire, che vorrebbe ucciderli tutti, dal primo all'ultimo, per ciò che le hanno fatto. Per ciò che stanno per fare.

L'ordine è diretto, impartito con forza e Kaori abbassa ogni difesa, ogni cosa che può proteggerla e, in questo modo, rivela il suo corpo in modo completo davanti a tutti, le parti più intime di lei che solo uno ha visto, ora sono di dominio pubblico. Gli occhi di Akane non vengono distolti nemmeno per un secondo, permangono fisso dinanzi a quella scena cruda, sadica, malvagia; sa benissimo quello che sta facendo, sa che sta portando quella ragazza alla pazzia pian piano, con la dovuta calma. Nessun sorriso si forma sul volto del cappuccio rosso, nessuna espressione di gioia ma solo una pura, e semplice serietà che porta Kaori a odiarla ancora di più ma è normale. Questo progetto, questo esperimento è troppo importante per permettere a qualcosa di andare storto, di fallire in modo così misero, ogni cosa deve funzionare, andare per il verso giusto, devono riuscirci e lo sanno bene perchè non avranno altre possibilità o altre cavie da utilizzare, sanno che devono impegnarsi fino alla fine e con ogni mezzo a loro disposizione, anche usare le maniere forti. Il braccio meccanico si abbasso lentamente mentre Kaori si agita, gradi e urla in modo disperato, non vuole, non vuole che questo avvenga, non vuole rimanere incinta di altri ma il suo destino, il suo fato oramai è quello. Akane posa lo sguardo sullo scienziato annuendo con la testa, un piccolo cenno per poi premere un altro pulsante, uno piccolo e nero situato sulla postazione di comanda. Sul pavimento si aprono 4 buchi da cui escono 4 piccoli bracci, uno per buca; essi si muovono andando ad afferrare polsi e caviglie della ragazza per poi allargarle braccia e gambe in modo da assomigliare all'uomo vitruviano. Una rappresentazione quasi perfetta se non fosse per il sesso della ragazza ma sono piccoli dettagli insignificanti. Ora è davvero scoperta e i movimenti sono quasi impossibilitati mentre il braccio meccanico si abbassa ancora arrivando all'altezza del di lei intimo ed è qui che può essere visto meglio. Non è un vero e propri braccio bensì un meccanismo con attaccata una siringa ed è possibile vedere un liquido bianco al suo interno. Piano piano viene avvicinato alla grazie della ragazza fino ad entrare con la siringa; pochi attimi passano da questo passaggio ma Kaori potrà sentire fin troppo bene l'ago che penetra nell'ovulo e il liquido seminale venire inserito in lei andando, alla fine, a fecondarla definitivamente. Dalla postazione, lo scienziato, vede ogni cosa grazie allo schermo, vede la fecondazione riuscita ed a questo punto, Akane va a premere il pulsante rosso andando a parlare<Fecondazione riuscita, puoi calmarti ora>e immediatamente viene liberata, braccia, gambe, il braccio meccanico viene sollevata nuovamente verso l'alto liberando in toto la giovane Hyuga. [Ambient]

19:06 Kaori:
 Cerca di rannicchiarsi, di ritirarsi, di sfuggire alla presa di quel braccio meccanico dimenandosi sul lettino. Cerca di sfuggire al suo destino senza nemmeno troppa convinzione. Non ha neppure la forza di alzarsi, di cercare di scappare dalle porte della stanza, ma solo di rannicchiarsi in posizione fetale, come una bambina che ha appena avuto un orrendo incubo e non riesce a guardare il buio della propria stanza. Cerca di scappare dalla realtà, di negare quanto sta succedendo implorando gli dei di salvarla, almeno per questa volta. Solo questa volta. Ma il fato si sa, è una creatura beffarda, che vive di espedienti pur di non annoiarsi: questo gioco par esser troppo divertente per i suoi gusti, troppo interessante per interromperlo proprio ora sul più bello. Così ecco che la ragazza va avvertendo un ronzio sempre più vicino accerchiarla. Riapre gli occhi ricolmi di lacrime osservando quei quattro piccoli bracci meccanici che vanno risalendo fino alla sua altezza per poi cercare i suoi polsi, le sue caviglie. Come delle manette vanno a richiudersi attorno alla sua carne distendendola in una posizione per loro assai più comoda. La tengono in bella mostra, esposta, totalmente aperta con le braccia e le gambe distese verso l'esterno per renderla pronta ad accogliere quel loro dono. Cerca di dimenarsi, di liberarsi, ma la presa di quegli affari è solida e la tiene stretta, ben ferma. Sente dolore quando la carne va graffiandosi contro le manette, quando nell'agitarsi fa impattare più e più volte polsi e caviglie contro il metallo di quegli impedimenti, ma quasi non ci bada. Il braccio più grande si avvicina sempre più a lei e, una volta giunto all'altezza prestabilita, può vedere con maggior chiarezza ciò che compone la sua punta. Una siringa. Un ago pronto a rilasciare dentro di lei una intera fialetta di semplice sperma. Kaori osserva inorridita quell'oggetto, si agita, si dimena, gridando e piangendo con tutte le sue forze. <NOOOO!> strilla con acuti assordanti, la schiena a venir inarcata di poco verso l'alto, le mani a chiudersi a pugno, le dita dei piedi a venir ritratte per quanto possibile. <NOOOOOO!> urla scuotendo il capo, agitandosi, stringendo i denti, gli occhi, sentendo la gola bruciare, graffiare dalla troppa violenza della sua voce. <SMETTETELA! NO!> Il suo viso è color porpora, i capelli si sparpagliano attorno a lei disordinati, le lacrime le inondano il viso mentre ormai non le importa neppure più dell'umiliazione della sua condizione. Vestita, nuda, non importa. Nulla ha più importanza, non ora che quell'ago è così pericolosamente vicino al suo corpo, al suo essere così orridamente svelato. <No no no no no no> ripete rapidamente quelle parole quando avverte il braccio infilarsi fra le sue cosce, l'ago ormai prossimo alla di lei carne. <NO!> un negare continuo, senza sosta, che si ripete meccanico come se potesse servire a qualcosa. Continua a cercare di liberarsi braccia e gambe, di far scivolare gli arti oltre quelle manette, ma sono troppo strette e semplicemente finisce con l'avvertire il dolore della loro morsa sulla sua pelle. E' un istante prima che ogni sua resistenza venga, alla fine, distrutta. Sente la siringa venir inserita, l'ago andare a pungere in un pizzico distante dentro di lei. Violata, sì, questa volta per davvero. Come se avessero premuto un interruttore smette d'agitarsi, di muoversi, abbandonandosi distrutta sulla sua postazione con le labbra schiuse e gli occhi fissi verso il soffitto, verso il vetro che la separa dal pannello di controllo ove Cappuccio Rosso ed il medico stanno "operando". Le lacrime continuano a sgorgare autonomamente dai suoi occhi, la vita sembra venirle prosciugata via dallo stesso ago che, ironicamente, proprio ora gliene sta iniettendo dell'altra. Il suo respiro è accelerato, i seni s'alzano e abbassano in un ritmo crescente mentre tutto il corpo va, alla fine, rilassandosi, come morto. Eppure, a differenza dell'ultima volta, i suoi occhi sono ricolmi di vita. Ricolmi di fuoco. Osservano il viso di Cappuccio Rosso dal basso senza distogliere lo sguardo. La fissano dritto in viso, la fissano senza neppure sbatter le palpebre. Studiano i lineamenti del suo volto, dei suoi occhi, delle sue labbra. Memorizza bene quel viso cercando di capire in che modo potrebbe vederlo sbiancare, venir privato della vita. Non merita la stessa morte che è stata offerta a suo padre, no. Troppo misericordiosa, troppo rapida. Poco dolorosa. Deve pagare per i crimini commessi prima di morire. Deve soffrire ed implorare i Kami di donarle la morte, prima di ottenerla davvero. Desidera, sì, infliggerle dolore. Non brama e carezza l'idea di ucciderla, no. Desidera semplicemente sentirla gemere e piangere di sofferenza. Vuole che lei soffra. Che si penta d'esser stata vita. Vuole che lei provi ciò che lei ha provato. Ciò che le ha fatto provare fino a quel momento. Un dolore amaro, costante, che la raggiunge ad ondate regolari e sempre più potenti. Per la prima volta, in tutta la sua vita, desidera causar sofferenza. E tutto questo traspare perfettamente dai suoi occhi, come sempre. E contrasta sinistramente col candore della sua pelle, con la dolcezza di quei lineamenti gentili. Avverte la voce di lei annunciare la fine dell'operazione, la sente risuonare per le pareti della stanza e la odia, la odia con tutta se stessa. Continua a fissarla come con fare di sfida tenendo le labbra strette in una linea sottile, l'espressione fredda e distaccata di una maschera di cera dietro la quale arde una fiamma perpetua, pericolosa. La presa sui suoi arti vien dissolta, gli aggeggi meccanici la liberano, svaniscono, lasciandola ora "libera" dal loro giogo. Ma Kaori non si muove. Rimane immobile, ferma sul posto, con gambe e braccia a pendere molli oltre i bordi del lettino, ancora esposta, senza più provare il minimo imbarazzo, il minimo pudore. Nuda, sì. Con la sua femminilità totalmente in vista, i suoi seni scoperti. Non importa. Rimane ferma a fissare oltre il vetro il di lei viso, meditando, ancora, sul modo migliore per andare a causarle dolore.

Alla fine tutto è compiuto. Kaori si agita, urla, si dimena più che può nel blando tentativo di impedire l'inevitabile ma, appunto, è inevitabile tutto questo e succede proprio come nei suoi peggiori incubi. Quella prigionia, quell'aspettare in modo incessante, alla fine non erano altro che un balsamo rispetto a quello che è successo oggi. Tanti giorni ad aspettare, a non far nulla eppure ora li rimpiangerà tutti, rimpiangerà quei momenti perchè era ancora se stessa, era ancora immacolata, sana. Purtroppo l'esperimento è compiuto, tutto viene portato a compimento in questo pomeriggio d'inverno, il progetto degli Hyuga puri ha finalmente successo e ciò che uscirà dalla chunin non sarà altro che la prossima progenie, la prossima stirpe discendente di Hamura, coloro che erediteranno il vero byakugan e non quella pallida imitazione che vantano come innata, no. Presto nascerà qualcosa di più forte e potente, qualcosa che farà impallidire persino lo stesso possessore del rinnegan, nemmeno lui sarà in grado di battere i discendenti diretti di Hamura, i puri, i veri puri, i veri Hyuga e non quelle piccole calzette che al momento abitano Konoha. Kaori non reagisce, resta ferma, immobile ad ammirare il volto di Akane, a pensare a come farla soffrire in maniera più sadica possibile; un pensiero che mai prima d'ora ha sfiorato la ragazza. Questa esperienza l'ha cambiata, non è più la stessa e mai lo sarà più. Akane scruta nuovamente Kaori, vede nei di lei occhi il fuoco, quella voglia di alzarsi e combattere, di uccidere chiunque la tocchi nuovamente, occhi di sfida. La tessai continua a guardarla sostenendo lo sguardo, la sfida a sua volta, la sfida a fare anche una minima mossa, a reagire in qualche modo per mettere fine a tutti coloro che conosce, sua madre, Mekura, Hiashi, Raido, tutti quanti saranno morti per colpa sua e questo lei lo sa, lo sa benissimo. Per fortuna riesce a vedere, bene o male, cosa avviene oltre il vetro e nota una nuova figura avvicinarsi al cappuccio rosso. La donna si volta a guardarla, stanno parlando e..qualcosa va storto; Kaori può sentire gli auto parlanti venire attivati e all'improvviso la voce di quello nuovo comincia a esplodere nella stanza "Mariko è scomparsa, non è più a Konoha" comincia a sentire la giovane Hyuga, parole strane giunto d'improvviso per poi passare alla tessai<E dove sarebbe finita?>chiede la donna con un tono piuttosto alterato "L'ultima volta l'hanno vista andare via con quell'Oboro" annuncia e le cose si complicano leggermente. Mariko è andata via con Raido a quanto pare ma perchè? Come mai? Cosa sta succedendo al di fuori di quel laboratorio "E c'è un'altra cosa"...<Cosa?>domanda di scatto Akane con la rabbia che imperversa sempre di più "L'Oboro, Raido..sta venendo qui, ci ha trovati" una rivelazione scioccante, Raido li ha trovati e sta andando li da loro, sta andando li per salvare Kaori dalla sua prigionia<Riportatela nella sua stanza e alzate le difese>annuncia, alla fine, la donna. La battaglia sta per cominciare la battaglia per la liberazione di Kaori sta per avere inizio. Non ti hanno dimenticata ma ti hanno trovata. Alla fine verrà ricondotta nella sua stanza con tutti i vestiti ma cosa accadrà ancora non si sa. Gli auto parlanti smettono di essere attivi ma è proprio questo il punto, perchè sono stati attivati? Una notizia del genere può distruggere gli equilibri instaurati con Kaori, perchè fargliela sentire? Meditate su questo, meditate. [END][Fare end]

20:05 Kaori:
 Ormai è finita, per un certo senso. Il peggio si è verificato, quello che più di ogni cosa aveva sperato non si verificasse è accaduto ed il suo corpo è stato dissacrato. Il seme che è stato inserito nel suo corpo par pronto ad attecchire, a prender vita, ad evolvere. Dei figli sconosciuti sono pronti a nutrirsi di lei, a prosciugarla, mentre una parte di sé muore definitivamente in quel lettino. Le sembra di sentire ancora la siringa spingersi in lei, l'ago pizzicare, ma sa che è tutto finito, che il "peggio", per quel giorno, è passato. E, oltre questa sensazione, non avverte altro. Non sente più freddo, non sente più paura né timore. Non v'è ansia nè imbarazzo, nè stanchezza o preoccupazione. V'è una calma strana adesso nella mente di Kaori che si ritrova ad osservare i lineamenti di Akane Hyuga con singolare pace. La trova persino bella, a ben guardarla, elegante. E più la guarda più trova che quella pelle candida sarebbe stata meravigliosa chiazzata del suo stesso sangue. Quegli splendidi capelli scuri sarebbero stati perfetti raccolti su di una spalla, lasciando così modo alla sua gola di venir totalmente esposta, pronta ad esser squarciata per un mero capriccio. Magari il tocco finale dopo numerose torture. La osserva con occhi di fuoco, con le labbra chiuse, carnose, senza esser strette. Rimane ferma, immobile, ad osservare la figura della Tessai venir raggiunta da un altro uomo, l'ennesimo che può guardarla in tutta la sua naturalezza semplicemente abbassando lo sguardo. Gli altoparlanti sono ancora aperti, il collegamento non è chiuso e lei può udire ogni cosa. Le sue parole la portano ad inclinare semplicemente di poco il capo mentre osserva Cappuccio Rosso, ritrovandosi istintivamente a sorridere della contrarietà di lei. Le labbra si distendono istintivamente in un sorriso come divertito, compiaciuto, che terribilmente stona con quello sguardo folle e spiritato che reca in volto. Ascolta, si bea di quelle parole e già immagina sotto i suoi occhi Raido che scappa con sua madre verso Kusa, oppure verso Kiri. Magari l'ha affidata alla protezione di Hotsuma, oppure a quella di Yukio decisamente più vicino. O forse, semplicemente, l'ha nascosta in quella graziosa casa nel bosco dei ciliegi che per prima ha potuto assistere ed ospitare il loro amore. Chissà? Il sorriso si allarga sul volto di Kaori, i denti vengono snudati mentre si gode la scena con fare divertito. Ha perduto la sua arma di ricatto, eh? Adesso come le impedirà di uccidersi o di ferire il feto? Come le impedirà di digiunare? Di non dormire? Oh... che grave errore, il suo. Tenere lontano dagli occhi la sua arma, il suo ostaggio. Le briglie che tenevano ben fermo l'animo ribelle della Hyuga son state decisamente allentate. Ha creduto troppo nella sua capacità di controllarla, di poterla prendere in qualsiasi momento, ed ora l'ha perduta. Ma non è tutto. La voce continua e quelle parole arrivano come folgore nella mente della chuunin. Raido sta arrivando. Li ha trovati. E sta andando a prenderla. <Mpf...> Le labbra si schiudono, un verso strozzato esce da esse per un istante, prima di tramutarsi in una vera e propria risata. <Ahahahahahahahahahahahahah!> ride, ride di gusto, di una risata morta e piena che sa di desolazione e violenza. Ride per attimi interi tenendo lo sguardo nuovamente fisso sulla figura di Cappuccio Rosso mentre va a mettersi seduta prima ed in piedi poi. Nuda, affatto imbarazzata, con il viso reclinato all'indietro per guardare il soffitto sopra di sé. <Un passo falso dietro l'altro, Cappuccio> la provoca, la pungola, ora che nessuno dei suoi cari può più esser preso di mira. Raido sta già venendo ad affrontarli, sarebbe stato colpito comunque. Mekura, Hiashi ed il clan erano già sotto controllo e sorveglianza. E sua madre par essere adesso al sicuro. E lei... lei, più di chiunque altro, è adesso l'unica che non può venir toccata. Sfida con la sua risata, col suo sarcasmo pungente e decisamente inappropriato, la rabbia della donna andando ad assottigliare ora lo sguardo e schioccare la lingua sul palato. <Non servirà a fermarlo> le dice semplicemente quando la Tessai dà l'ordine di alzare le difese. <Non servirà a fermarmi> si corregge con un'ultima occhiata di fuoco, prima di venir riportata nella sua stanza coi suoi abiti. Alla fine, davvero, lo scontro sta per iniziare. E lei? Che ruolo avrà in tutto questo? Quale postazione ricoprirà in questa partita? Non lo sa, non può saperlo. Ma sa che nessuno degli avversari avrebbe mai osato ferirla: il mostro che le sta crescendo in seno sarebbe stato la protezione definitiva. Se solo fosse riuscita ad uscir di cella avrebbe potuto garantire una situazione di estremo vantaggio ai suoi compagni. Deve solo trovare il modo di uscire. E poi... e poi potrà affrontarla. E poi potrà squarciarla. [END]

Kaori finalmente viene portata nel vero laboratorio dove viene fecondata. Il progetto Hyuga è quasi finito.

Note: Sempre bravissima, ti stai giocando questa trama nel migliore dei modi nonostante la tua prigionia e questa cosa mi piace tantissimo.

Bon, detto questo, complimenti ancora!!