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Pioggia e Confusione

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con Natsumi, Kouki

20:50 Natsumi:
  [Sentiero] Piove. Piove da qualche ora ormai. Piove, ma lei non si è abbattuta e ha deciso di uscire, maneggiando un ombrello tra le dita. Dita rosa che circondano il pomello della base del manico, per potersi riparare ed evitare una qualsiasi forma di raffreddore. Capelli lilla scalati sul capo, iridi del medesimo colore sul viso e labbra rosse che formano una linea inespressiva. Un maglioncino a manica lunga, rosso, portato sul busto e un paio di leggins neri a fasciare le gambe snelle e agili. Scarpe comode e pratiche racchiudono in sé i piedi, che si muovono senza sosta approfittando del vuoto presente attorno. Tuttavia, non si sentirebbe completamente al sicuro nonostante tutto e, quindi, cercherebbe di appoggiare contro la spalla il manico dell’ombrello e ritrovare così la prassi che conosce a menadito ormai. Porta le mani a congiungersi tra loro, ad avvicinarsi, per poter formare il sigillo della capra. Un movimento veloce delle dita, un movimento automatico e conosciuto, un movimento che conosce in ogni minimo particolare. Cercherebbe di estraniarsi dal mondo, cercherebbe di cancellare ogni singola immagine di disturbo dalla sua mente, tutto ciò che possa rimembrare il passato, il recente presente o le nuove prospettive che si è ricreata per il futuro. Tenterebbe, poi, di rimuovere ogni singolo rumore dalla sua testa. Il rumore della pioggia che scende, il rumore dei propri pensieri che si rincorrono, i rumori provenienti dal vento che spira e dei piccoli animali che si spostano da una parte all’altra della zona. Se la concentrazione giunge a buon fine, passerebbe alla prassi successiva. Tenterebbe di ritrovare la forza fisica, la forza che muove le ossa del corpo, che muove i muscoli, ogni singolo nervo, ogni singolo organo, lo stesso sangue che circola nelle sue vene. Una forza a cui lei dona sempre un color giallo tenue, delicato e dolce. E, assieme a essa, cercherebbe di ritrovare la forza psichica, la forza che smuove i pensieri, la forza che permette ai ricordi di tornare a galla, che permette al nostro corpo di muoversi e di parlare, di guardare e di avvertire dolore. Una forza a cui lei dona sempre un colore blu, intenso e profondo. Li mescolerebbe insieme, gli darebbe un’unica forma, un’unica essenza, un’unica volontà. Dovrebbe aver così impastato il Chakra e la smuoverebbe per dividerla in parti eque, in giro per il corpo. Continua con la sua passeggiata, un passo dopo l’altro, godendosi una serata lontana dall’Anteiku e lontana dalla sua zona di sicurezza. [Attivazione Chakra: 30/30]

20:54 Kouki:
  [Sentiero] Non sembra essere molto in forma la ragazzina questa sera. Ciondola per le strade di Kusa, con una camminata lenta e meccanica e lo sguardo perso nel vuoto di fronte a sé. Veste i suoi soliti vestiti che si è infilata a fatica una volta deciso di alzarsi dal letto ed uscire per il villaggio. Pantaloni neri e di tessuto morbido, lunghi fino a poco sotto al ginocchio e stretti in quel punto da un elastico. Dalle ginocchia alle caviglie invece indossa delle bende bianche, per coprire le cicatrici, e ai piedi un paio di scarpe nere. Canotta rossa infilata nei pantaloni e una giacchetta smanicata tenuta aperta. Il torso, le spalle e le braccia fino ai polsi sono zone anch’esse coperte da fasciature bianche, per il medesimo motivo che riguarda le gambe. Guanti ninja a mezze dita di colore neri indossati sulle manine, con quella loro placca di metallo sul dorso. Alla coscia destra vi è il porta kunai e shuriken, mentre alla vita è allacciato il porta oggetti. In entrambi ci sono distribuiti sei shuriken, sei kunai e un set di cinque fumogeni. Pelle pallida, troppo pallida in questo momento… e spiccano i capelli neri e lisci, tenuto sciolti lungo la schiena fino al sedere. Occhi gialli, fissi in un’espressione apatica e assente. La mano sinistra è tenuta sul braccio destro, stretta al livello del gomito, là dove il braccio si piega… dove vi è ancora il segno di quella strana iniezione. La mente confusa, vaga rifugiandosi nel suo mondo, per cercare di dimenticare quel dolore così grande che ancora la rende provata. Non ha capito cosa le è successo, cosa le hanno fatto… si ritrova con qualche doloroso ricordo sporadico, sensazioni, male fisico e parole a proposito di un gene che non ricorda. Più confusa di prima, quindi, ma in un qualche modo più vicina alla scoperta del suo passato. A vederla in quel modo sembra un fantasma, un automa, decisamente sotto peso e ancor più sciupata. Si sente intontita, sembra muoversi per inerzia senza una meta precisa. Le persone intorno a lei le scivolano addosso, così come le loro parole diventano un brusio lontano alle sue orecchie. Un mondo ovattato, il suo mondo, in cui si è rifugiata per pensare, ponderare, difendersi. Piove, ma non sembra importarle mentre si muove, spostandosi sempre più fuori rispetto al villaggio, come se volesse scappare, allontanarsi e lasciarsi tutto alle spalle. I vestiti tendono ad inzupparsi, così come i capelli che finiscono per appiccicarsi al pallido visino. La piccola Genin si muove, passo dopo passo, fino a raggiungere un luogo a lei sconosciuto, circondato da un cancello di ferro che però presenta un’entrata aperta. Non si sofferma a guardarsi intorno, oltrepassa quel passaggio percorrendo il viottolo, senza prestare molta attenzione agli alberi di ciliegio non in fiore per via della stagione invernale. <Gene…> sussurra, un flebile sibilo, mentre la testa ciondola dolorante e solo in quel momento arresta il suo passo, andando a muovere gli occhi intorno a sé, senza sapere dove sia finita. Se ne resterebbe ferma lì, dunque, in mezzo al sentiero, portando il viso verso il cielo e lasciando che le gocce di pioggia insistente le bagnino il viso, forse in un tentativo di scuotersi. La mano sinistra si stringe al braccio destro, sempre nel solito punto ferito. [Equipaggiamento: 6 shuriken – 6 kunai – set di 5 fumogeni]

21:09 Natsumi:
  [Sentiero] Dovrebbe aver raggiunto lo scopo prefissato, riprendendo le redini dell’ombrello, con le dita della mano destra che andrebbero a circondare il manico. La posa corretta e stabile, per poter avere una copertura sopra la testa, per evitare di ammalarsi e di stare male. Ha raggiunto un equilibrio personale, una sorta di zen, una sorta di punto focale della sua esistenza. Nessun sorriso o smorfia particolare a disegnarsi sulle labbra, procedendo in avanti con la sua passeggiata. Il Chakra rimane quieto nel suo animo, senza richiamare il suo potere più nascosto, senza sentire quel sangue nuovo scorrere nelle sue vene. Un potere immenso, un potere che la sta salvando da molte ferite inutili. Sguardo lilla che si sposta da una parte all’altra di quella zona, nessuno la segue e pochissimi si avventurano con un tempo di questo tipo. Silenzio nel cuore, silenzio nella propria testa per brevissimi istanti, silenzio in un mondo che fa troppo rumore, a volte. Un silenzio che viene stracciato, disturbato, dilaniato dalla presenza della neo Yabushi, di quella ragazzina pallida che or riuscirebbe a intravedere nel bel mezzo del sentiero. Proseguirebbe in quella direzione, non si tirerebbe indietro anche se vorrebbe. Non vuole rischiare incontri troppo ravvicinati con gente schizzata o con gente pronta a rubarle qualcosa. Ma è pur sempre una Genin, è pur sempre una ninja, è pur sempre una donna. Pian piano andrebbe a portarsi nei pressi di Kouki, indecisa sul da farsi, indecisa sulla posizione da assumere. Girerebbe attorno a lei, alla sua sinistra e guarderebbe nella sua direzione, vedendo come la mano sinistra vada a stringere il braccio destro. Qualcosa che vuole essere occluso alla vista degli altri, ma lei non può conoscere questo dettaglio. Natsumi rimane pur sempre una tirocinante dell’ospedale e, come tale, si prodiga verso coloro che sono indifesi o feriti. E’ una corazza dura e fredda all’esterno, ma dopo esser stata salvata alcune cose sono cambiate. Non le sembra un soggetto violento la gracile Kouki, quindi si rivolgerebbe a lei con un tono atono ma pur sempre educato <Hai bisogno di aiuto? Tutto apposto?> è difficile vedere la Goryo in questi atteggiamenti, ma aiutare qualcuno può solo portare giovamento nel cuore di una ragazza dal passato privo di sicurezze e di certezze. [Chakra On: 30/30]

21:23 Kouki:
  [Sentiero] Cosa faccia ferma immobile sotto quella pioggia fredda non è dato saperlo. Chiude gli occhi e si limita ad ascoltare quel dolce suono delle gocce che impattano sul terreno, sugli alberi, su sé stessa… sperando che esso possa tranquillizzarla come spesso le capita. Ma quello che le è successo probabilmente richiede molto altro, forse una bella riflessione a mente lucida. Le ci vorrà un po’, o forse no, ma ciò che è certo è che sicuramente affronterà la questione e la supererà in maniera ragionata. Ma non ora, non in questo momento. Occhi che rimangono chiusi e mente che si perde in sé stessa, alla disperata ricerca di un equilibrio e una sicurezza che sono importanti in un momento come questo. Ampi respiri vengono compiuti, il piatto torace si alza e si abbassa, facendo circolare l’aria in quel piccolo corpo senza forme femminili, secco e gracile. Una tranquillità che potrebbe riuscire a raggiungere se non fosse per quella voce che violentemente la desta dal suo mondo… si incunea con prepotenza e gentilezza, arrivando nel cuore della sua coscienza e destandola bruscamente. Gli occhi vengono aperti di colpo, continuando ad essere rivolti al cielo, e in quel modo rimane per qualche secondo, come per appurare se quella voce se la sia sognata o meno. Ma con la coda dell’occhio intravede una figura vicino a lei, e questo la smuove a portare in tensione ogni muscolo, portandosi sull’attenti. Dopo qualche secondo volterebbe la testa verso la sconosciuta, lentamente, con un movimento meccanico, andando infine a puntare il suo sguardo distratto e dorato sul viso dell’altra. La osserverebbe a lungo, in silenzio, la fissa in un modo quasi inquietante con quello sguardo vuoto. Potrebbe sembrare davvero un fantasma. <Come?> una domanda, un sussurro con quella sua voce bassa e melodica, un sibilo incantatore. <Tutto a posto, grazie.> atona, ma educata, le labbra si muovono appena per far uscire le sue parole, e solo in quel momento prenderebbe coscienza anche del posto in cui si trova. Si guarda intorno, ora confusa, per poi riprendere quella sua maschera di fredda diffidenza. <Devo essermi allontanata troppo.> ammette osservando i ciliegi, per poi tornare con lo sguardo sulla ragazza, analizzandola in silenzio. <Ti piace la pioggia?> una domanda all’improvviso, buttata lì a caso, senza nessuna apparente ragione. Ma a vederla, non sembra proprio abbia una mente così lucida da poter avere un filo logico nei suoi discorsi. Dice quello che pensa al momento, senza filtri. [Equipaggiamento: 6 shuriken – 6 kunai – set di 5 fumogeni]

21:46 Natsumi:
  [Sentiero] Lei non è una buona samaritana, una brava donna su cui far cieco affidamento a livello di bontà e positività. Però sa come ci si sente in determinate situazioni, sa come ci si sente quando il mondo ti sembra crollare intorno e sa come ci si sente quando succede qualcosa di strano all’interno del nostro corpo. Ferita in una perlustrazione ai confini con Konoha, trasportata d’urgenza nel cuore dell’Anteiku e curata con una trasfusione di sangue diverso dal suo, un sangue particolare e che le ha permesso di rinascere a nuova vita. Una sorta di fenice, diciamo. Ha visto la morte dritta negli occhi, ha salutato la morte con la mano e le stava donando tutta sé stessa. Ruby l’ha trascinata via da quel baratro, dando modo alla Contraente di essere ancora colma di vita, di battiti, di sensazioni. L’ombrello verrà mantenuto ancora saldo tra le dita, coprendo in parte anche il corpicino debilitato della Yakushi, per evitare che si riempia troppo d’acqua e si ammali per niente. Si sente come una sorta di sorella maggiore in questo momento, venuta a recuperare la sorellina in difficoltà. Non la convince quel tono privo di suono, quasi quanto il suo, dato che lo sguardo, il corpicino e le movenze non la rassicurano sulla stabilità mentale dell’altra. Nemmeno lei è propriamente sana, ma diciamo che riesce a ristabilirsi prima di tanta gente. O, almeno, è quello che crede lei. La lascerebbe parlare, la guarderebbe mentre realizza la sua posizione, il suo attuale stato. Silenzio che rumoreggia attorno alle due ragazze, prima di portare una replica, un segno della sua esistenza <Sì, diciamo che mi rilassa il rumore dell’acqua contro il terreno, gli alberi e le rocce. Mi culla la mente> sincera, in un certo senso, è un dettaglio che non ha problemi a esporre a sconosciute. Tuttavia non si smuoverebbe dalla sua posizione, fissando quella mano che si appoggia insistente sul braccio destro. <Sono un aspirante medico, se può farti sentire più tranquilla. Fammi vedere> perché si sta convincendo del fatto che abbia qualche ferita o qualche segno strano. Una sorta di marchio che vuole rimuovere dalla testa e dal corpo, ma senza successo. Indaga, è curiosa, come se Sumi volesse uscire allo scoperto. Ma non è così forte nella mente della Genin, quindi il suo carattere rimane discreto in questo caso. [Chakra On: 30/30]

21:59 Kouki:
  [Sentiero] Non sa nemmeno lei perché abbia posto una domanda simile, ma al momento quella ragazza non le fa né caldo, né freddo. Ancora presto per avere un’idea ben precisa, o almeno generale, sulla quale basarsi. La osserva con insistenza, cercando di analizzare i suoi movimenti, le sue espressioni, il tono di voce. Comprendere quella sconosciuta è importante per lei. Ma dopo tutto chi può dire che non stia ancora sognando? Magari è ancora stesa sul suo letto, in preda a qualche vivido incubo. Scuote appena la testa, per scacciare quelle fantasie e la mano sinistra ancora si stringe attorno al suo braccio sinistro. La testa le gira, il corpo ondeggia ancora per qualche secondo, ma i piedi si distanziando appena tra loro, e riuscirebbe quindi a mantenere l’equilibrio. Gli occhi vengono chiusi per qualche istante, per poi riaprirli quando la ragazza le risponde riguardo alla pioggia. Lo sguardo si fa quindi più interessato, curioso, notando con piacere di avere qualcosa in comune con questa sconosciuta. <Piace anche a me. Mi rilassa, mi aiuta.> non dice nient’altro, non entrando nei particolari di come quel suono agisca al livello della sua mente, del suo mondo. L’altra nel frattempo ha deciso di coprirla con il suo ombrello, e la ragazzina solleva lo sguardo su di esso, ascoltando il suono che la pioggia produce su quel tessuto plastificato. Visino che però si corruga e si fa nuovamente distaccato quando l’altra accenna a quelle sue ultime parole. Un aspirante medico, farle vedere il braccio. All’improvviso una piccola nota di panico nei suoi occhi, che tenterebbe di nascondere velocemente, mentre la mano sinistra si stringe il braccio destro e quest’ultimo viene piegato e portato a contatto del petto. Un movimento scattoso, come se fosse stata punta sul vivo… e lo sguardo si punta incandescente sulla ragazza. <Sto bene.> secca, fredda. Mai e poi mai farebbe vedere le sue cicatrici a qualcuno. Quindi entrerebbe in modalità difensiva, la maschera fredda viene indossata, e lo sguardo diviene critico e scettico nei suoi confronti. <Sicura di essere un aspirante medico? Non si direbbe. Più che altro mica mi posso fidare della prima persona che capita.> oltre ad essere fredda e pungente, rivela una certa dose di acidità. Fa tutto parte del suo meccanismo di difesa, allontanare le persone da sé. <Dimmi qualcosa di scientifico e clinico, aspirante medico.> tagliente nel tono, sembra quasi irritata o seccata, mentre pian piano si chiude sempre più in sé stessa, ricercando con foga quel suo mondo speciale. [Equipaggiamento: 6 shuriken – 6 kunai – set di 5 fumogeni]

22:18 Natsumi:
  [Sentiero] Si sentirebbe osservata, si sentirebbe sotto giudizio, si sentirebbe con mille occhi contro la sua testa, la sua mente, il suo spirito. Sembra quasi di essere in presenza di un fantasma dotato di carne e ossa, dotato di sangue e di pelle, di battiti e di respiri. Un fantasma tangibile, concreto, presente. Una ragazzina che ha davvero bisogno di qualcuno, che ha davvero bisogno di sostegno o, almeno, è così secondo i suoi canoni. Quella mano sinistra continua a rimanere fissa sul braccio destro, quasi ci fosse davvero un problema, quasi ci fosse davvero qualcosa di anomalo, strano, confuso. Una piccola ragazza confusa, una piccola ragazza che la riporta ai suoi undici anni. Chiusa, in un orfanotrofio, con la forza, senza avere la possibilità di vedere il mondo esterno, senza avere la possibilità di essere adottata da qualche famiglia premurosa. Nessuno la guardava, tutti la evitavano, tutti la schivavano. Sa come ci si sente a essere incompresi, a essere messi da parte, ad avere troppi pensieri per la testa e troppi sogni a occhi aperti. Parole che la distendono in un primo momento, quando si parla della pioggia, ma le labbra si arricciano appena quando l’altra inizierebbe a scattare, a fare movimenti improvvisi, a evitare le “premure” della Goryo. Socchiuderebbe un attimo gli occhi prima di riaprirli e iniziare la sua lezioncina <Allora… muscoli, ossa e articolazioni compongono il sistema locomotore, quel sistema che permette al nostro corpo di muoversi, di spostarsi, di rendere qualsiasi posizione possibile. Esiste il sistema circolatorio: esso è composto dal sangue, che a sua volta è composto da globuli bianchi, globuli rossi, piastrine e plasma. Esso è composto dalle vene e dalle arterie: le prime trasportano il sangue sporco verso i reni, per poter essere pulito, per poter eliminare le scorie in eccesso e presentano delle valvole chiamate nidi di rondine, per evitare che questo torni indietro…> è un medico, nonostante sia solo una Tirocinante. Dovrebbe essere sufficiente a far comprendere alla Yakushi che si può fidare di lei, del suo giudizio, della sua buona volontà. Non è la buona samaritana di turno, ma è sicuramente capace di comprendere certe sensazioni. <Hai bisogno di altre garanzie o mi fai vedere che cosa ti hanno fatto? O cosa ti sei fatta…> perché potrebbe essersi autolesionata, a giudicare dal suo aspetto. Non ispira salute e non ispira totale stabilità psichica. Allunga la mano sinistra verso di lei, andando a dirle nuovamente <Avanti…> non ha mai avuto questo comportamento ma si sente davvero consona a fare da sorella maggiore a questa piccola serpentella. [Chakra On: 30/30]

22:33 Kouki:
  [Sentiero] Non le importa quello che potrebbe pensare quella ragazza di lei e del suo comportamento, per quel che la riguarda potrebbe benissimo anche andarsene offesa e lasciare la ragazzina lì dove si trova. Dopo tutto è abituata a stare da sola, ed è evidente che ancora non ha trovato nessuno con il quale sentirsi compatibile. L’unica persona con la quale sente di poter essere diversa è solo il suo sensei per il momento. Che poi non è propriamente il suo di sensei, ma le ha fatto lezione più volte ed era presente al suo esame pratico e scritto per diventare Genin. Inoltre l’ha aiutata a capire l’elemento del suo chakra e l’ha fatta riflettere… e lei per la prima volta si è aperta con qualcuno, con lui. Rimane chiusa in sé stessa, distoglie persino lo sguardo dalla ragazza come se volesse a tutti i costi dimenticarsene, ignorarla. Ma lei riprende a parlare, iniziando una lezione di medicina che va realmente a farle. La ragazzina volge lo sguardo nuovamente su di lei, lenta, assottigliando gli occhi ed osservandola seccata. Non pensava che sarebbe partita veramente in quarta a dimostrarle le sue competenze. Rimane in silenzio, e quando nuovamente l’altra prova a convincerla a farle vedere il braccio, la piccola si distanzierebbe di un passo, tenendosi stretta al petto il suo braccio. <Non è niente, è già guarito.> in effetti non è rimasto quasi nulla di quell’iniezione, se non il segno e un leggero livido. Ma la sua mente ne è stata sconvolta talmente tanto che al momento le sembra di sentire ancora le proprie vene bruciare come il fuoco che compone il suo chakra. Anzi di più… molto, molto di più. <Ho detto di no.> ribadisce, secca, chiudendosi ancora di più. <Cosa dovrebbe dimostrarmi questa bella lezione? Solo che conosci l’anatomia. Niente mi obbliga a farti vedere il mio braccio.> ancora, tenta di essere più fredda e distaccata possibile, più acida, antipatica, secca. È come se avesse paura di quella ragazza, e stesse cercando di fare il possibile per nasconderlo. Paura perché vuole vedere il suo braccio, e lei non sa come reagire a questo e a quello che ne potrebbe derivare. Andrebbe quindi a chiudere gli occhi, sopraffatta nuovamente da diverse e contrastanti emozioni.[Equipaggiamento: 6 shuriken – 6 kunai – set di 5 fumogeni]

22:50 Natsumi:
  [Sentiero] Non può obbligare nessuno a fare qualcosa di controvoglia, a fare qualcosa che va contro una volontà libera e spontanea. Sa cosa voglia dire stare da soli, sa cosa voglia dire sentirsi strani, sentirsi esclusi, sentirsi incompatibili. La guarderebbe senza battere ciglio, la guarderebbe senza provocare alcuna emozione sul proprio viso, nel proprio corpo, nel cuore e nel cervello. Può essere fredda anche lei, può essere distante anche lei, può essere acida e rabbiosa anche lei. Ma preferisce essere una maschera di cera, priva di rabbia e di rancore. Quelle sono emozioni da portare in battaglia, nelle missioni, contro chiunque voglia farle del male e vederla perire sotto dolori atroci. Brevi istanti, brevissimi, prima di replicare <Mmh…> storcerebbe il naso, fissandola, rimirandola, senza distogliere gli occhi lilla dal viso altrui. <E’ vero, ti ho mostrato solo una lezioncina. Niente di più, niente di meno. E non posso obbligarti, non posso costringerti, non posso farti nulla. Sei libera di fare quello che vuoi, quello che ti senti, quello che la tua mente elabora. Io non sono nessuno per te, io non sono niente per te. Ma posso sapere il tuo nome, almeno?> le chiede, giusto per avere un riferimento nella propria testa, nel proprio spirito. <Io mi chiamo Natsumi> non ha problemi a presentarsi, nessuno la conosce molto ancora, nessuno la ricerca in una presunta lista nera. La vedrebbe stringere al petto quel braccio, nascondere quel livido quasi assorbito, nascondere qualsiasi segno di una violenza che l’altra non esterna ma che lascia implodere dentro di sé. <Non posso obbligarti, ma posso offrirti un riparo> semplice e diretta, senza mettere pressione o fare forza sul corpicino della Yakushi. [Chakra On: 30/30]

23:01 Kouki:
  [Sentiero] La situazione si sta facendo difficile per la ragazzina. Le basterebbe correre via, certo, allontanarsi velocemente, ma non sa se riuscirebbe a non ciondolare. Tremendamente confusa e con mille domande per la testa, oltre che a quei flash che potrebbero essere ricordi o forse no, ma che comunque non riesce ad afferrare totalmente. Dubbi su quanto le è successo, è stata presa e poi gettata nel mondo, lasciata a sé stessa con qualcosa di grande e diverso dentro di sé che lei non riesce a gestire, né a capire. Silenzio fra le due, un lungo silenzio prima che l’altra riprenda la parola. Lei l’ascolta, sente le sue parole e cerca di elaborarle. Dice delle cose giuste almeno, che la piccola condivide. <Giusto. Non sei nessuno per me. Mi chiedo perché sto ad ascoltarti…> mormora appena, non riuscendo però a trovare una risposta a quella sua domanda. Altri attimi di lungo silenzio quando l’altra si presenta. Lei dovrebbe fare altrettanto, dovrebbe davvero, e nulla glie lo vieta alla fine, no? C’è qualcosa che la confonde, come se cercasse in tutti i modi di rimanere da sola, ma che in realtà non lo vorrebbe davvero. <Kouki.> va a presentarsi, con un sibilo secco e freddo, per poi tornare ad osservarla. Quell’offerta viene rifiutata subito però, con un movimento negativo della testolina, decisa. <Ce l’ho un riparo. Me la so cavare da sola.> ripete quello che aveva ripetuto a quel ragazzo nel centro di Kusa. Aveva rifiutato più volte il suo aiuto e lui era diventato così insistente da diventare seccante. <Me la so… cavare da sola.> lo ripete, più a bassa voce, come un mantra, come se quella è un qualcosa che deve assolutamente fare. Si stringe nelle braccia, portando lo sguardo ad osservare quelle fasciature bianche che glie le avvolgono… può mentalmente guardare attraverso di esse e contare ogni sua cicatrice passata che a quanto pare l’ha formata. [Equipaggiamento: 6 shuriken – 6 kunai – set di 5 fumogeni]

23:14 Natsumi:
  [Sentiero] La situazione comincerebbe a essere scomoda, a essere fuori luogo, a essere decisamente pesante. Tutti hanno i propri fantasmi, tutti hanno i propri problemi, tutti hanno passato le pene dell’inferno, in un modo o nell’altro. Tutti sono passati da attimi oscuri, da attimi che vorremmo rimuovere completamente. Tutti sono stati temprati da qualcosa, altrimenti non saremmo noi stessi. Non saremmo diversi dalla massa, diversi dal mondo, diversi dalla moltitudine. Lei è strana e distaccata ma sa essere comprensiva se e quando vuole. Difficile da comprendere, difficile da gestire e difficile da capire. Ma non si perde d’animo, è rinata più forte di prima, è rinata più determinata di prima. Non vuole più fare errori, non vuole più mettere troppo a repentaglio la sua vita per delle sciocchezze. <Perché vorresti chiedere aiuto, ma sei troppo testarda e sconvolta per farlo…> le fornisce lei una risposta, secca e scocciata. Non fa bene l’orgoglio, non fa bene nascondersi, non fa bene occludersi al resto del mondo. Lei spesso si rinchiude nelle mura dell’Anteiku, ma solo per dormire, per mangiare e per stare un attimo immersa nei suoi pensieri. Ma, per il resto, ha reagito a ogni singola paranoia che si era insinuata nella sua mente. <Kouki… non insisterò oltre. Non ti obbligo e non ti forzo più. Se vuoi seguirmi, sarò lieta di darti riparo. Se non vuoi seguirmi, sei comunque libera di andare dove vuoi> schietta e decisa, rimuovendo l’ombrello dalla testolina della piccola Yakushi e iniziando a camminare in direzione del villaggio. Deve rientrare alla base, deve tornare nella sua camera personale, non deve porre preoccupazioni ai suoi fratelli e alle sue sorelle. Ha usato quanto fiato possibile per convincere la piccola serpentella ma, a quanto pare, c’è chi è più orgoglioso della Goryo. <Exit>[Chakra On: 30/30]

23:25 Kouki:
  [Sentiero] La pioggia continua a scendere, imperterrita, ma per il momento la piccola rientra ancora sotto la protezione di quell’ombrello. Il suono che produce non riesce a distrarre la giovane Genin da quello che sta succedendo. Avrebbe davvero bisogno di un po’ di riposo. Rimane immobile in quella situazione, mentre i pensieri vagano ben oltre tornando lentamente a distaccare la mente da quello che sta accadendo. Stanca, forse, oppure priva di interesse. La ragazza va a dare una risposta forse decisamente veritiera al comportamento della ragazzina, la quale però corruga di più il visino, scocciata a centrata nel suo punto. L’orgoglio. Fredda lei, fredda anche a ragazza. Alla fin fine sta ottenendo quello che voleva fin dall’inizio, allontanarla… e così la ragazza andrebbe a fare, togliendo l’ombrello dalla testa della ragazzina mentre le dice quelle ultime parole. <Certo. Io sono libera, libera di andare dove voglio e di fare come ritengo opportuno.> le risponde a tono, anche se vi è una punta di irritazione nella sua voce, forse una rabbia nascosta. <Non ho bisogno di te, né di nessun altro.> continua a dire in sua direzione, orgogliosa. Rimarrebbe dunque sotto la pioggia da sola, mentre l’altra se ne va, sparendo pian piano alla sua vista. <Non ho bisogno di nessuno…> mormora, verso il nulla, verso se stessa… mentre dentro di sé avverte di nuovo quello strano vuoto divorarla. Il capo viene abbassato, così come entrambe le braccia che ricadono distese lungo i fianchi. L’ha allontanata, era quello che voleva… eppure perché sente quel vuoto dentro che non sa spiegarsi? Si porta le mani alla testa, fra i capelli bagnati, andando a chiudere gli occhi ed accucciarsi lì dove si trova. Si stringono le dita attorno alle ciocche, forte, istericamente, mentre la bocca viene serrata e gli occhi si stringono forte. Nella sua mente delle immagini vaghe che sembrano stralci di ricordi risvegliati. <E-001… mi chiamo E-001…> non riesce a comprendere nulla, non ha il controllo delle sue emozioni, e lascia che le proprie lacrime si mischino alla pioggia. [END] [Equipaggiamento: 6 shuriken – 6 kunai – set di 5 fumogeni][END]

Le due si incontrano e Natsumi prova a offrire aiuto alla piccola Yakushi, senza successo. Ma ci riproverà presto... :)