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La fine di un clan

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con Kaori, Raido

09:24 Kaori:
 Un sole tiepido par giocare a nascondino fra nubi bianche ed ovattate. Il cielo è azzurro, un po' torbido, ma non sembra voler recare pioggia con sé. Non per i prossimi istanti, per lo meno. Una brezza fredda, tagliente, spira di tanto in tanto smuovendo e scuotendo le chiome degli alberi circostanti, quei pochi che non hanno perduto il loro manto durante il gelo dell'inverno. Kaori si trova ai campi d'addestramento per allenarsi. L'idea di essere ormai prossimi ad un possibile scontro con Cappuccio Rosso e i suoi uomini la tiene in un costante stato d'allerta e le impedisce di rimanere ferma per più istanti. Ha bisogno di muoversi, di agire, di allenarsi. Dev'essere più forte, dev'essere pronta a dar battaglia per proteggere il suo uomo ed il suo clan. Così, eccola lì, nel bel mezzo dei campi d'addestramento, a tonificare e migliorare il proprio corpo, i propri colpi, col sudore a scivolare dal viso, dalle braccia, nonostante il freddo esterno. Poco distante è poggiata in terra la sua giacca, la sua sciarpa, mentre rimane vestita di abiti semplici, più leggeri; una camicia viola pallido copre collo e busto richiusa sul davanti da una cerniera metallica, pantaloni elasticizzati neri le fasciano cosce e gambe stringendo appena sulla carne così da mettere in evidenza la sua fisionomia. Una fascia marrone le cinge la vita e tiene ben fissata al fianco una tasca porta oggetti mentre ambo le cosce son avvolte da due porta kunai e shuriken. Al collo è legato il coprifronte della Foglia donatole da Azrael Nara con la placca metallica rivolta verso l'esterno a protezione della gola, mentre alle orecchie è assicurata la ricetrasmittente con la quale si tiene in ogni istante in contatto con Mekura, come da accordi. La folta chioma corvina è stata legata in una morbida treccia dietro la schiena con un nastro blu scuro che richiama il colore dei guanti ninja che ha alle mani. L'anello donatole da Raido è sempre presente attorno all'anulare sinistro, è ormai divenuto una parte di lei. Si allena sferzando l'aria con rapidi colpi delle braccia. Gambe appena flesse, ginocchia abbassate così da darle maggior equilibrio grazie ad un baricentro più vicino al suolo e piedi leggermente divaricati. Il busto è dritto e le braccia sono piegate con i gomiti puntati verso la direzione alle sue spalle ed i palmi delle mani rivolti verso l'esterno all'altezza del seno, una per lato. Dita tese verso l'alto, unite, nella tipica posa d'attacco degli Hyuga. Va distendendo gli arti superiori, a turno, dinnanzi a sé, con rapidità e precisione, cercando di simulare quelli che sono in genere i colpi portati dal Juken. Lievi tocchi a palmo aperto. Fa seguire ad ogni moto degli arti superiori una lieve rotazione del busto che dia maggior forza al colpo, senza tuttavia ricorrere all'uso del chakra. Desidera solo migliorare riflessi e precisione, senza spreco di preziose energie. Esso, intanto, vivo nel suo corpo, viene utilizzato per tenere attivo il Byakugan precedentemente richiamato onde evitare spiacevoli sorprese nei dintorni. Avrebbe difatto composto, Kaori, il sigillo della Tigre con le mani in precedenza per poi concentrarsi sul proprio chakra e forzare lo scorrere di una maggiore quantità di energia diretta alla testa. Qui avrebbe portato quest'energia a defluire verso i canali del keirakukei che conducono agli occhi andando ad immergere i bulbi oculari nella propria forza, dando modo alle proprie iridi di nutrirsi di tale energia. Avrebbe lasciato confluire il proprio chakra all'interno di esse fino a quando non avesse sentito di essere giunta alla giusta quantità d'energia. Avrebbe quindi rilasciato la propria energia e solo allora ecco che l'antico potere degli Hyuga sarebbe stato risvegliato. Le vene del viso che arrivano agli occhi sarebbero andate gonfiandosi divenendo visibili e palpabili, le iridi sarebbero divenute ancor più chiare e la sua vista sarebbe enormemente migliorata. Capace ora di vedere -se fosse riuscita nel risveglio ovviamente- fino a cinquecento metri di distanza frontalmente e sessanta lateralmente per un totale di duecentocinquanta gradi. Avrebbe tenuto d'occhio l'eventuale presenza di fonti di chakra, di persone in avvicinamento, desiderando evitare di ficcarsi in qualche guaio ora che Raido non è accanto a lei. [Tentativo Byakugan II] [Se chakra: 68/70]

La brezza fredda dell'inverno si fa sentire, specialmente in questa prima mattina ai campi di addestramento. Il sole è già alto nel cielo con sprazzi di nuvole che passano su di esso con lentezza disarmante, spinte dal vento che soffia lieve su quel di Konogakure. I campi di addestramento di presentano, come al solito, spogli e senza nessuno al suo interno. Circondati dalla solita vegetazione, alberi che estendono per centinaia di metri infoltendo il paesaggio che si dimostra sempre una gioia per gli occhi; nel terreno vi sono piantati i tre tronchetti con cui i genin sono soliti allenarsi; difatti, un occhio attento, può notare come essi siano pieni di tagli e buchi, probabilmente rovinati per l'eccessivo uso di kunai su di essi. Non solo, alcuni sensei sono soliti legare li i loro allievi come monito o come lezione di vita, chissà chi sono questi. Il fiumiciattolo che passa taglia perfettamente a metà i campi e offre una maggiore varietà di azioni durante gli allenamenti. L'acqua è calma, tranquilla, lo scorrere del vento non è andato a intaccare la sua superficie lasciandola praticamente immobile. La torretta in legno è situata all'estrema destra dei campi, su di essa, in teoria, sono presenti due Jonin Anbu e un ninja sensitivo ma, stranamente, non si vedono ne si sentono. Kaori, grazie al byakugan, può riuscire a vedere in quella direzione notando, in piedi, non vi sia nessuno ma, al contrario, sono distesi tutti e tre sul pavimento della torretta. Stanno dormendo forse? E' probabile, nessuno può fare la guardia per tutta la notte e poi essere fresco durante il mattino. Purtroppo non è l'unica cosa che vede con il byakugan che, grazie alla sua vista aumentata e i gradi che riesce a coprire, riesce a notare una figura alle di lei spalle. Non capisce perfettamente chi in quanto è messa in un punto in cui il byakugan ha difficoltà a raggiungere<Kaori Hyuga>la voce di tale figura si erge sopra la chunin, una voce modificata grazie a un modificatore vocale. [Ambient]

09:56 Kaori:
 E' difficile, vero, riuscire ad essere diffidenti e sospettosi all'interno dei confini della propria casa? E' difficile prendere le giuste misure di cautela quando ci si trova in un luogo che si è sempre considerato sicuro. Kaori è perfettamente conscia del pericolo che grava sulla di lei testa, di quella spada di Damocle che pende appesa ad un filo sopra il suo viso. Sa che in qualunque momento potrebbe ritrovarsi ad affrontare un nemico che non sarebbe mai capace di battere da sola, ma quanto può essere strano guardarsi le spalle nella propria casa? Il Byakugan non è una protezione sufficiente, non in questo momento, non contro chi combatte Hyuga -apparentemente- da una vita. Ed è qualcosa al quale non ha pensato fino a quando, continuando a scagliare colpi al vento, non si rende conto di quanto accade alla torretta di guardia posta poco distante da lì. Solitamente vi sono sempre tre ninja allerta pronti ad intervenire in caso d'allarme o pericolo, ma oggi... oggi i tre ninja son sì presenti, ma apparentemente non vigili. Paiono incoscienti, stesi al suolo nel loro posto di guardia, addormentati o... peggio. S'arresta per un istante nel notare tale stranezza e un pensiero sinistro attraversa la sua mente in un lampo. Schiude le labbra cercando di meglio osservare i corpi lì distesi ma d'un tratto qualcosa cambia e lei si sente sprofondare. Una presenza. Una voce. Un'ombra alle sue spalle che non è in grado di vedere lì, nel punto cieco del Byakugan. Quel suono modulato, artefatto, soffia al suo orecchio straziando il suo animo come una pioggia gelata. Si sente lei pietrificare, raggelare mentre s'immobilizza al solo udire il proprio nome venir pronunciato da Lui. Non ha bisogno di vederlo. Non ha bisogno di chiedere. Sa. Sa chi si trova alle sue spalle e sa perchè sia lì. E' stata incauta. E' stata sciocca. E pagherà per questo. Il suo cuore martella forte nel petto, un rivolo di sudore scivola gelido dalla fronte per tutto il viso, in lungo, cadendo in una goccia trasparente dal mento gentile. Deglutisce silenziosamente andando a cercare di raccogliere tutto il coraggio che ha in corpo. Non ha senso agitarsi, non ha senso cercare di fuggire o attaccare. Lui è lì. E lei non ha via di scampo. Tutto quello che può fare è rimanere calma, lucida e cercare di arginare il danno. Spera che Mekura sia sveglia, che stia ascoltando. Spera che la ricetrasmittente possa farle udire ciò che sta accadendo sebbene non possa sapere dove lei sia in questo momento. Va ergendosi in tutta la sua statura andando a riallineare le gambe, ridistendendole e avvicinandole, abbassando le braccia e lasciandole ciondolare molli lungo i fianchi. Arrendevole. O forse, semplicemente, risoluta. Si volterebbe a quel punto a cercare d'incontrare con le proprie iridi la figura alle sue spalle. Vuole vederlo. Vuole guardarlo. Vuole affrontare la morte in faccia, coraggiosamente, da vera kunoichi. Che morte sciocca, però. Se non avesse superato i confini del Villaggio, forse, tutto sarebbe stato diverso. Forse non si sarebbe spinto fin lì. Forse... Ma ormai è tardi, ormai è lì. <Sì> risponde semplicemente, fissandolo -se fosse riuscita a voltarsi verso di lui- in volto, per quel che le è dato vedere di esso. <Mi chiedevo quanto ci avresti messo prima di riapparire> mormora lei col cuore che strepita impazzito nel petto e la voce ferma e rassegnata di chi si trova ormai incatenato al patibolo. <Devi avere davvero bisogno di me, mh?> Temporeggiare. Cercare di capire, strappare informazioni. Donare a Mekura qualsiasi tipo di dettaglio, d'indicazione, con la speranza nel cuore che lei possa sentirla, che abbia la trasmittente a portata d'orecchio. [Byakugan II] [chakra: 66/70]

La morte incombe su Kaori o peggio. Una figura si è palesata alle di lei spalle, una figura la cui voce riecheggia per tutti i campi, una voce strana che non ha niente di umano per via della modifica appena fatta. In piedi a 10 metri di distanza, fissa la ragazza, la scruta senza fare movimento alcuno. Esso si presenta con una maschera rossa che copra interamente la testa, due piccoli vetrini sugli occhi per impedire che essi vengono visti o riconosciuti. Un impermeabile marrone sulle spalle che copre braccia e schiena e, il cui cappuccio, è sollevato sul capo del tessai. Guanti neri di pelle alle mani, divisa al quanto strana addosso. Essa si presenta come una specie di armatura che ripercorre esattamente i lineamenti del corpo, un pipistrello rosso disegnato sul petto, pantaloni attillati con vari porta kunai e shuriken e sulla schiena un paio di portaoggetti. Ai piedi ha degli stivali alti che arrivano, quasi, fino al ginocchio. Una presenza a dir poco terrificante la sua e i chiari riferimenti al sangue fanno raggelare le vene di chiunque ma ciò che spaventa ancor di più è la calma e con cui è giunto alle spalle di Kaori. Non si è fatto ne sentire ne vedere, nessuno lo ha notato e i ninja sulla torretta sembrano praticamente andati. La ragazza torna composta, si rimette in riga portando le braccia ai fianchi, le gambe nuovamente unito e si gira. La sua volontà di vedere il nemico in viso, la volontà di non far percepire paura alcuna è non mai stata così forte in lei, un chiaro segno della sua crescita. Le di lei parole arrivano alle orecchi del rosso che le accoglie ma, per via della maschera, non è possibile notare alcun cenno del viso, alcun sentimento in quel losco figuro<Si, ho estremamente bisogno di te>ammette senza troppi problemi portando le mani dietro la schiena dove si uniscono, una posizione per mettersi comoda<Sei l'unica Hyuga pura rimasta al villaggio. L'ultimo tassello per portare a compimento il mio piano. Vieni con me e gli Hyuga torneranno a essere i degni eredi della foglia>una purezza senza eguali, l'obiettivo del cappuccio è sempre più vicino. [Ambient]

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10:40 Kaori:
 Le iridi immacolate della chuunin ripercorrono affamate di conoscenza ogni singolo centimetro del corpo del suo avversario. O, per meglio dire, del suo carnefice. Quella sorta di armatura che lo ricopre lascia intravedere un corpo atletico, allenato, pericoloso, abituato alla fatica ed alla disciplina. Le numerose custodie per armi che ha con sé le lasciano supporre che sia portato anche al loro utilizzo e non solo al semplice uso del ninjutsu. La maschera rossa non permette di distinguere alcun tratto del suo viso, così come le due coperture per gli occhi impediscono di vederne i lineamenti. Vorrebbe Kaori cercare di vedere il flusso del chakra avversario per capire se esso venga fatto scorrere in un flusso continuo e costante verso il viso, verso gli occhi, per cercare una totale e definitiva conferma dei suoi sospetti sulla sua natura di Hyuga. L'osserva con occhi fermi, la paura è talmente tanta da impedirle persino di tremare. E' rassegnata, sa già che non può fuggire da lui, che la sua strada può portarla alla morte o al rapimento. Qualunque opzione comporterà la sua fine, in qualche modo, non ha senso aver paura. Tiene le iridi fisse su di lui, le orecchie tese, pronte a captare qualunque suono o segnale, la mente in fermento. Deve cercare in qualsiasi modo di avvisare Mekura -nel qual caso fosse in ascolto- cercare di lasciarle quanto mai una traccia. Ma mentre sta pensando a come fare per lasciarle un messaggio, ecco che le parole del Rosso la portano a sgranare appena lo sguardo, a fissarlo basita, sconvolta, con fare totalmente sorpreso. <E quale sarebbe, il tuo piano?> domanderebbe lei stordita da quelle parole che le lasciano uno strano senso amarognolo in bocca. Una Hyuga pura... lei? Lei che è nata da una madre kusana? Lei che ha avuto più difficoltà di tutti i suoi coetanei a risvegliare l'antico potere della propria casata? Lei che per suo padre era stata una delusione totale? Impossibile. Non ha senso. Ma, per ora, tanto vale cercare di fargli credere che sia così, tanto vale fargli credere che lei possa essergli utile. Forse, se riuscirà a mantenere ancora per un po' la sua attenzione su di sé, riuscirà a strappargli qualche informazione sui suoi piani, sui suoi progetti. <Sappiamo entrambi che non posso scappare> inizia a dire lei respirando piano, a fondo, tenendo lo sguardo fisso su di lui con decisione, a testa alta. Se deve morire, almeno cercherà di lasciare qualche indizio, qualche briciola dietro il suo corpo. O forse.. forse non è la sua morte che vogliono. In qualche modo sembra che abbiano bisogno, invero, della sua vita. Se lei sia disposta a volerla usare per i loro scopi oppure no è, però, tutta un'altra storia. <Che non posso batterti. Le mie uniche scelte sono seguirti o morire. In ogni caso avresti il mio corpo, i miei occhi o qualsiasi cosa possa servirti da me> continua lei mentre un alito di brezza fredda, improvvisamente, va sfiorandole il viso, scompigliando la chioma scura sul suo capo. <Sono in scacco. Per cui, per lo meno, vorrei sapere cosa ti serve da me. Qual è il grande sogno che insegui da anni al punto da sacrificare vite su vite su vite per realizzarlo, al punto da spingerti fin qui -ai campi d'addestramento poco fuori Konoha intera- pur di trovarmi> domanda alla fine fissandolo, l'aria a gonfiarle i polmoni, a strisciare gelida lungo la gola, nel petto, fino a farle tremare il cuore. E' confusa, è spaventata ed è sola. Ma deve rimanere lucida, deve rimanere calma. Deve sapere e cercare di far sì che Mekura possa sentire... se solo l'altra avesse la trasmittente alle orecchie! Lo spera, lo spera con tutto il cuore. [Byakugan II] [chakra: 64/70]

La paura la pervade, un pizzico di essa è possibile percepirla anche a tatto, a occhio nudo. Gli occhi della ragazza possono vedere il chakra di costui, un chakra praticamente immenso e potente, un chakra infinito che non è nemmeno paragonabile a quello di lei. Ora ha una conferma maggiore di quanto visto a Iwa, ha la conferma di quel che i suoi occhi hanno visto. Nemmeno Raido arriva a una tale potenza, nemmeno lui riesce ad arrivare a tanto, forse solo Yukio Kokketsu possiede il potere necessario per batterlo senza particolari difficoltà oppure Hitomu. Ma entrambi sono Kage e i loro impegni li tengono lontani dalle battaglie, hanno un villaggio a cui badare. Il piano di Kaori è semplice, farlo parlare il più possibile, scoprirne i piani per permettere a Mekura di carpire i segreti di costui ma non è un'impresa semplice, tutt'altro. Ci vuole un certo impegno<Il mio piano è molto semplice>comincia a parlare ma viene interrotto nuovamente dalla Hyuga che continua con il suo dire. Consapevole di non poterlo battere, di non poter scappare ma c'è un piccolo punto su cui le da un torto<Morire? Tu non morirai>oh no, è troppo importante per permettere la sua dipartita, o meglio, è troppo presto per permettere la di lei dipartita. Schiarisce la voce per farsi sentire meglio, per permettere alla voce di uscire con più forza<Da quando il clan Hyuga è nato, il sangue si è disperso. Famiglie di ogni genere sono entrare a contatto con noi macchiandone la purezza. La potenza degli Hyuga originali non è nemmeno comparabile a quella degli Hyuga odierni. Il sangue non è più lo stesso di un tempo e io voglio far tornare gli Hyuga al loro splendore>china il capo verso il basso fermandosi per qualche attimo prima di continuare<Ma per farlo, mi serve il DNA di coloro il cui sangue, stranamente, non è stato contaminato. Mi serve il loro DNA, i loro occhi, i loro ovuli, il loro seme e una volta nato lo Hyuga perfetta si potrà procedere all'ultima fase della rinascita>solleva il capo portando lo sguardo sulla chunin, sui suoi occhi per osservare il terrore che, da li a poco, sarebbe nato in lei<La distruzione intera del clan. Ogni uomo, donna o bambino dovrà morire per far posto alla nuova generazione, più forte, più potente, più pura>ecco il piano che ha in serbo per tutto il clan, un piano diabolico. [Ambient]

11:45 Kaori:
 Paura. La paura che scivola nel suo corpo, che la pervade, che traspare dal suo sguardo nonostante il tentativo di rimanere salda, lucida. E' impossibile nasconderla. Impossibile impedire a chiunque la guardi di percepire quel timore, quel dolore che permea la sua figura. Tesa, rigida, non riesce a smuovere lo sguardo dall'altrui figura, non riesce ad impedire alle proprie iridi di seguire il continuo flusso d'energia che dall'addome del Tessai risale fino agli occhi nutrendoli di pura forza. Il cuore batte folle nel petto, freme di paura scontrandosi contro la cassa toracica fin quasi a farle male. Lo sente riverberarsi ad ogni battito contro la carne, nella gola, nelle orecchie. Una sinfonia sinistra, ritmica, cadenzata che al suo udito giunge quasi come un requiem od un memoriale. Deglutisce, respira, conta i secondi che la separano dal passo successivo. Pensa a Raido, a cosa potrebbe star facendo in quello stesso istante, a come avrebbe reagito una volta scoperto che Mekura l'ha perduta di vista. Pensa alla stessa Hyuga, a come si sentirà in colpa e arrabbiata quando non saprà più dove lei sia. Pensa alla sua famiglia, al suo clan. Non potrà aiutarli adesso, non fra le grinfie del nemico. Una stilettata di dolore le trafigge lo sterno, il cuore, togliendole il respiro. Ogni parola pronunciata dall'artificiale voce meccanica dell'altro le infligge un colpo mortale. Ogni sillaba è sangue che scaturisce dalla sua anima, che la strazia, la stronca, la uccide poco a poco. Ogni parola, ogni frase è gelo che le si insinua nelle vene. Sbianca lei, impallidisce sotto i gentili raggi di quel sole candido, quando scopre quello che è il piano del Rosso. Un piano che inizialmente avrebbe anche potuto persino essere visto come quasi comprensibile, ma che col tempo è stato distorto, dissacrato e reso un perverso atto di follia. Vorrebbe deglutire lei, ma non ci riesce, non può. La sua gola è asciutta, secca e persino il sudore ha smesso di brillare sulla sua pelle. Le sembra quasi di non riuscire a respirare, di non avere più sangue a scorrerle nelle vene. Il suo stesso cuore par essersi arrestato nel suo petto. Distruggere il clan.. raderlo al suolo per poi ridargli vita. Una seconda strage in quel di Konoha. Un secondo Itachi a stagliarsi dinnanzi a lei. Boccheggia, la sua voce è spezzata, è un filo che fatica ad uscire. La sua mente è confusa, distorta ed i pensieri si accavallano l'un l'altro disperdendo ogni senso compiuto. V'è caos e disordine in lei, v'è terrore e angoscia. E v'è inquietudine. <Beh... allora... mi dispiace dirti che stai cercando la Hyuga sbagliata> sibila Kaori con un filo di voce, la fermezza ostentata fino a poco prima a vacillare visibilmente. <Mia madre è kusana e per forza di cose, in parte, lo sono anch'io. Suppongo che questo mi renda assai lontana dall'essere la Hyuga pura di cui parli.> E sa, sa che queste parole possono essere per lei una sentenza, una condanna di morte. Ma sarebbe tempo guadagnato, forse il costo della sua sola vita avrebbe potuto garantire la salvezza del clan se solo Mekura fosse stata in grado di sentire quelle parole. Ormai sa troppo. Ormai si è spinta troppo oltre, non avrebbe potuto rimanere in vita. Se non avesse potuto utilizzarla per i suoi scopi, allora, sarebbe stata semplicemente una inutile pedina da gettare. <E come vorresti crearla questa nuova generazione, poi?> cercherebbe lei di domandare nel tentativo di temporeggiare ancora, di guadagnare altro tempo prima della fine. Dell'inevitabile fine. <Crearla in laboratorio da un unico esemplare puro?> domanderebbe con la voce tesa, tremante, ormai incapace di nascondere la tensione, l'agitazione al sol pensiero di ciò che di lì a breve sarebbe accaduto. <P-perchè questo... beh, questo non mi sembra esattamente il mo-modo giusto di creare una g-generazione pura> Una intera popolazione creata in provetta non è esattamente quello che sembra rispecchiare il sogno del Rosso. Sarebbe l'equivalente di creare una generazione di bambole animate. Non vi sarebbe nulla di naturale in loro, o giusto. Solo la forzatura di un uomo che cerca di giocare ad essere un Dio. Ma forse... forse questo il Tessai lo sa già. <O... vorresti forse dire che ne esiste un altro?> di puro. Kaori non sa più cosa pensare, non sa cosa ne sarà di lei, ma sa che la verità è adesso talmente vicina da bruciarle la pelle. Un progetto terribile, osceno, che le striscia nelle ossa con orrore. <Comunque sei un folle! Credi davvero di poter radere da solo al suolo un intero clan?> Tempo, tempo, tempo. Deve guadagnare tempo. "Mekura... Mekura ti prego, ascoltami" <Sottovaluti fino a questo punto il tuo stesso clan?! Credi di esserci così super--> E poi, d'un tratto, la rivelazione arriva folgorante. Il sospetto, il dubbio, la paura. <Tu.> sussurra fissandolo con gli occhi sgranati, le labbra schiuse dalla sorpresa, dalla paura. <...Tu sei l'altro puro...?> domanderebbe con la voce ormai ridotta ad un sibilo nel vento, un soffio talmente fragile da venir disperso in un istante tutt'attorno. Per questo crede di essere così al di sopra del resto del clan? Per questo la sua potenza è così devastante? E' davvero possibile che una linea di sangue intatta possa generare un essere dalla potenza così straordinaria...? [Byakugan II] [chakra: 62/70]

La tensione aumenta sempre di più in quel frangente, una tensione che arriva praticamente alle stelle. Ora Kaori può definirsi davvero in pericolo. Le rivelazioni fatte sono estremamente pesanti, il piano è folle, magistrale, un vero colpo di stato all'interno del clan e per questo geniale. Solo in pochi sanno cosa effettivamente sta accadendo tra gli Hyuga, solo in pochi sanno il pericolo che ogni membri sta correndo, un pericolo che diventa sempre più reale giorno dopo giorno. Il cappuccio rosso è tornato, l'uomo che ha causato tanto clamore, tanta sofferenza e morte. Uno sterminatore di Hyuga che ha in mente un piano così immenso da risultare impossibile, il sogno di una mente malata che diventa realtà. La paura di Kaori è forte e adesso la si può sentire meglio, una paura indissolubile il cui odore si mischia all'aria circostante, l'odore della paura e di qualcuno che sa di essere giunta alla fine. Le rivelazioni non finiscono qui. C'è ancora altro da dire, ancora altro da rivelare alla chunin dopo le sue parole<No>la ferma, la interrompe, non lascia che prosegua in quel incedere di parole con l'obiettivo di ridurre a zero le convinzioni altrui<Tua madre è di Konoha, è una Hyuga che non ha risvegliato l'occhio. Andata a Kusa per essere tenuta lontana da me. Ha fatto ritorno al villaggio quando tuo padre ha raggiunto abbastanza forza da pensare di proteggerla>una rivelazione scioccante e a dir poco inaspettata per la giovane. Ha scoperto che la sua famiglia le ha mentito, ha mentito sulla vera natura della di lei madre<Un blando tentativo di tenere al sicuro sia tua madre che te>ma, a quanto pare, lo hanno fatto per il loro bene. Kaori ora sa, ora sa quanto realmente sia in pericolo e quanto quella conversazione sia per lei una vera condanna senza precedenti. Le parole della chunin si susseguono senza sosta, continua a ribattere, a prendere tempo, a far parlare l'avversario per scoprire il più possibile<Unico? Non sei sola Kaori>ribadisce semplicemente senza aggiungere altro, senza dire nient'altro. Sotto la maschera si va a creare un sorriso, un minuscolo sorriso ma dall'esterno è praticamente invisibile e impercettibile. Piano piano, la ragazza, comincia a capire contro chi sono, chi è il loro reale nemico e poi quella domanda giunge come un fulmine a ciel sereno. Le mani si portano ad abbassare il cappuccio per poi prendere la maschera dal collo e, con un gesto lento e lineare, viene tolta mostrando il vero volto di chi c'è dietro la figura del cappuccio rosso. Lunga chioma nera cade per tutta la schiena, un viso morbido e liscio, occhi perlacei, venature ben visibili sulle tempie, il byakugan attivo e il volto di una donna si mostra a Kaori<Si>voce femminile che esce, voce aggraziata per certi versi. Ecco chi è il cappuccio rosso, ecco chi è il vostro nemico<Nel clan ci sono più sostenitori di quanto pensi, Kaori Hyuga>commenta infine con quell'ultima, scioccante, rivelazione. [Ambient][APRI DOPO AVER LETTO IL FATO http://orig07.deviantart.net/fa8c/f/2015/054/4/2/_dogs_bullets_carnage__campanella_fruhling_by_fishbowltuna-d8j7bkg.jpg]

Kaori a pranzo, torna subito

13:20 Kaori:
 Quel breve racconto porta Kaori a sgranare gli occhi nel fissare la figura di quel mostro. Il primo pensiero che la colpisce mentre ode il suo dire è una semplice parola. "No". Negazione. Rifiuto. Non può accettare che sia vero. Non può accettare che, davvero, i suoi genitori le abbiano mentito a quel modo per tutto quel tempo. No. Sta mentendo. Sta cercando di giocare con lei, di manipolare la sua mente. Ma... perchè? Perchè dovrebbe farlo? Quale motivo avrebbe di catturarla se non fosse davvero la persona che sta cercando? Non avrebbe alcun motivo di mentire, di convincerla del contrario, anzi: avrebbe tutte le ragioni del mondo a sostenere invero quell'atroce verità. La sua mente continua a ripetere che no, non è possibile ciò che sta ascoltando, ma al tempo stesso ripercorre momenti, ricordi, memorie passate concentrandosi sui dettagli sui quali non si è mai soffermata. Suo padre era sempre stato un rigido tradizionalista, non avrebbe mai permesso ad una donna estranea al clan, allo stesso Villaggio, di vivere nella sua casa, di far parte del loro nobile clan. Sua madre aveva sempre guardato con amarezza la magione, aveva sempre cercato di tenersi lontana dai discorsi riguardanti il clan. L'aveva sempre sostenuta quando Kaori aveva temuto di non esser capace di risvegliare il proprio potere, le era stata vicina e l'aveva compresa più di chiunque altro. Questo perchè... lei stessa non aveva potuto risvegliare il proprio? Per questo suo padre era così deluso da lei in principio? Le domande arrivano, inarrestabili, inevitabili, mettendo in dubbio ogni cosa. Ciò che ha vissuto fino a quel giorno, ciò che le è stato appena rivelato. In tutto questo marasma di parole e situazioni, la verità non sa proprio dove andare a cercarla. <No...> mormora Kaori a fil di voce. <No...> nega. Continua a negare e rifiutare quelle possibilità ma la sua stessa voce è incerta, tradisce il dubbio che la logora lentamente dall'interno. Se questo fosse vero... lei davvero...? E poi, d'un tratto, risuonano nella sua mente le parole di Juusan-sama il giorno in cui aveva risvegliato per la prima volta il proprio Byakugan, molti mesi prima. "il tuo Byakugan è potente, molto avanzato rispetto al normale". Parole che un tempo l'avevano riempita d'orgoglio, di fierezza, di gioia, ma che ora non fanno altro che colmarla di puro orrore. Possibile che fosse tutto collegato? Che tutto torni? Che il suo potere sia più forte di altri per via della purezza del suo sangue? Sarà davvero come Juusan-sama aveva detto? Eppure, lei, questa potenza non riesce davvero a vederla, o forse a sbloccarla. Ascolta la voce dell'altro e rabbrividisce quand'egli le rivela che no, non è l'unica pura rimasta. Bastano pochi attimi, pochi secondi, perchè la verità arrivi implacabile come una pioggia gelata e le mani della figura vadano a posarsi sulla maschera. La sfila via in un unico fluido gesto portando le iridi bianche di Kaori a soffermarsi sul giovane, affascinante viso, d'una splendida donna. <Una donna...> mormora lei a voce bassa, un soffio che spera raggiunga la ricetrasmittente e -più di ogni altra cosa- chiunque vi sia dall'altra parte. Il pazzo aveva ragione. Era una lei. Una donna. E ora l'aveva di fronte a sé, bella e letale come non mai. Rimane ipnotizzata, rapita, pietrificata dalla sua figura, da quel sorrisetto che le increspa le labbra scarlatte. Si sente risucchiare via, trasportare lontano da quel luogo, da quel momento. Sprofonda nel nulla, galleggia e pesa come una piuma. E' tutto confuso, è tutto distorto. Nulla ha più senso e lei non ha certezze. <Juusan... Juusan-sama è dalla vostra parte?> la domanda le esce a fatica dalle labbra. Ha paura, sente di stare ad un passo dalla resa dopo quelle scottanti verità e rivelazioni, ma deve continuare a combattere. Continuare a parlare, a sentire. Continuare a prender tempo nella speranza che Mekura capti qualcosa o che arrivi. <Per tutto questo tempo... menzogne...> soffia lei stanca, incredula, ritrovandosi a chiedersi quanta della gente del clan che fino a quel momento l'aveva salutata ed allenata fosse in realtà pronta a tradire tutti quanti in virtù di quel folle, malato piano. <Ed io?> domanda alla fine, rialzando lo sguardo su di lei ora decisamente più vuoto, distante. Rassegnato. <Una volta preso da me ciò che vi serve, cosa mi farete?> Non sa neppure se vuole davvero saperlo, ma è l'ultima domanda che le rimane da porle, l'ultimo disperato tentativo di arrestare il momento finale. L'addio. [Byakugan II] [chakra: 60/70]

Le sorprese sono tante, le rivelazioni anche e non sempre sono belle, come in questo preciso caso. Ha scoperto come la famiglia le abbia mentito, come hanno plasmato la verità a loro piacimento per proteggerla. Riesce a vedere la paura nei suoi occhi, l'incredulità di ciò che l'è stato detto ma la donna non ride a tale rivelazioni, ne mostra altro sentimento. Non esprime niente, non fa fuoriuscire niente, sono solo dati che sta donando alla chunin, dati per convincerla del perchè sia lei una pura così come lo è Mekura stessa ma questo ancora non è stato detto ad alta voce. Tutto giunge alla fine e non c'è nient'altro da dire, nient'altro da fare, ora, lei è presa, in trappola con più niente da fare. Ultime domande vengono poste mentre il sole si erge alto sopra le loro teste, un sole caldo, il sole che segno l'arrivo del pomeriggio<Juusan è sempre stato l'unico...che mi ha intralciata. Mi ha dato la caccia per anni e anni nella speranza di vendicare la sua famiglia>per fortuna il capo clan non centra niente con tutto questo, anzi, è forse l'unico all'interno del clan di cui ci si possa fidare veramente ma un'ultima, piccola rivelazione deve concedergliela<Ma lui..>comincia a dire e, alle spalle del cappuccio rosso, compare, in una nuvola di fumo, un'altra figura, ben più conosciuta da Kaori, ben più amata, la figura di suo padre che avanza al fianco della donna<...ha sempre favorito me>ora si spiegano tante cose. Il sapere della loro presenza a Iwa, sapere come mai sa tanto della madre di Kaori. Ecco chi è la talpa all'interno del clan, colui che li sta tradendo dall'interno. L'uomo non fiata, fissa la ragazza con il byakugan attivo ma non fiata come se fosse incantato o forse è talmente assoggettato da non riuscire a dire niente<Tu porterai in grembo la nuova generazione>un'altra rivelazione scottante viene fornita alla ragazza. La donna volge lo sguardo al padre di Kaori, un cenno del capo viene fatto e quest'ultimo scatta verso la figlia, il palmo aperto va a impattare contro la di lei bocca dello stomaco con una potenza piuttosto elevata. Inevitabilmente, la ragazza, sviene tra le braccia del padre che, insieme al cappuccio rosso, lasciano i campi di addestramento. Ora Kaori è in pericolo. [END][Fare end]

14:32 Kaori:
 La mente vaga indietro nel passato, ora. Ogni volta che si è sentita sola, ogni volta che ha avvertito quel fastidioso pizzico alla nuca, ogni volta che si sentiva osservata senza riuscire a vedere nessuno nei dintorni, ecco chi era realmente attorno a lei. Ecco quali occhi erano poggiati sulla sua figura. Controllata, tenuta d'occhio per tutta la vita e scoprire solo adesso chi vi fosse dietro per tutto quel tempo. La donna permane serena lì, fissandola, rivelandole sfacciatamente il suo volto perfettamente consapevole del fatto che non avrebbe avuto modo di riconoscerlo o di rivelarlo ad anima viva. Si mostra così, viso a viso, sciorinando risposte che ora paiono perdere di significato. In una prospettiva più ampia e generale sono informazioni preziose che Kaori ha tentato fino alla fine di far giungere all'orecchio di Mekura, ma ora... adesso che si sente stravolta da queste rivelazioni, da queste verità così personali, non contano quasi più nulla per lei. Troppe domande si affollano nella sua mente e solo un vago sollievo va impadronendosi momentaneamente di lei quando scopre che Juusan-sama è sempre stato sincero con loro, non ha mai mentito. Ha cercato davvero di fermare e ostacolare i progetti di quella folle donna, è dalla loro parte. Spera che Mekura possa aver udito, che possa aver scoperto di potersi totalmente fidare di lui, di avere un altro prezioso alleato fra le loro fila. Ma la tenue gioia per questa notizia non perdura, no. È un sollievo momentaneo, minimo, che viene istantaneamente spazzato via da una nuova spiazzante e terrificante verità. La donna richiama a sé il suo servitore, colui il quale per tutti quegli anni ha agito da tramite all'interno del clan fornendole le informazioni che le importava sapere. Il padre di Kaori, Naru, compare al fianco della donna con la solita aria impostata e severa, fissando la figlia senza la minima esitazione, il minimo dolore. La chuunin sgrana gli occhi, schiude le labbra, boccheggiando sconvolta al solo vedere la figura del genitore accompagnare quel mostro di fronte a lei. <No> un sussurro flebile, spezzato, talmente basso da far fatica a raggiungere il microfono della trasmittente. <No...> non può crederci, non può essere vero, no. <Papà...> Non adesso che sembravano aver ritrovato un punto di comunione, non dopo avergli presentato Raido aver ottenuto persino la sua benedizione. Era tutta una farsa...? Era tutta una sceneggiata in attesa di darla in pasto a quella donna? Il suo mondo si capovolge radicalmente. Sopra è sotto, tutto è caos e nulla ha più senso. Di chi può fidarsi, lei? Mekura avrebbe dovuto proteggerla, eppure non è lì con lei. Forse non è neppure dall'altro capo del microfono che ha all'orecchio. Raido ha giurato di proteggerla, di starle accanto, di sposarla, ed ora non è qui. Sua madre le ha mentito e forse è persino in combutta con suo padre che, a sua volta, è traditore del clan e spia di quella folle donna. La famiglia par essere piena di altri segreti sostenitori di tale progetto e lei non ha idea di quante delle persone con cui abbia vissuto negli anni siano in realtà maledetti perversi bugiardi. Chi è, lei? La figlia di un traditore e una bugiarda. L'erede di una lunga linea di sangue rimasta casualmente intatta e che per questo è perfetta per adempiere ai progetti di una mente criminale. Chi è, lei? Una pedina. Uno strumento. Una cosa. Kaori non è nulla. La rabbia sale agli occhi sotto forma di pianto. Dolore liquido che le bagna le iridi, dita che vanno stringendosi a pugno con forza mentre il chakra ribolle nelle vene assieme al sangue. Arde improvvisamente di cieca furia, brucia di paura e ira. Fuoriesce lentamente dallo stato catatonico nel quale era caduta poco prima provando sempre maggior furia ad ogni istante che passa con le iridi puntate sulla figura di suo padre. <TRADITORE!!!> Il grido esce profondo dalla gola, dal petto, mentre le gambe andrebbero istintivamente a flettersi, divaricarsi, i piedi a darsi la spinta contro il suolo per poi scattare in avanti a correre verso la figura dell'uomo. Busto chino in avanti, braccia piegate coi palmi aperti verso l'esterno e le dita ben dritte e tese verso l'alto. La destrorsa tenuta alla destra del relativo seno, la sinistra più bassa, ad accompagnare e proteggere il fianco. Il chakra fuuton dentro di lei verrebbe concentrato e spinto verso il braccio destro, verrebbe fatto defluire verso il polso, il palmo, avvolgendolo e caricandolo di energia. Entrambi sanno perfettamente che attacco sia, persino lei sa che è sciocco attaccare due Hyuga con una loro stessa tecnica, eppure non ragiona, non pensa. Si lascia semplicemente guidare dall'istinto e dalla furia, ritrovandosi ben presto a scontrarsi con l'attacco più mirato, rapido e preciso di suo padre. Avverte l'impatto della di lui mano sul proprio addome, il colpo a spezzarle il fiato, a farla rantolare per un istante mentre la voce di Cappuccio Rosso rivela quell'ultima, atroce verità. Quelle parole si ripetono come una nenia funebre nella sua mente accompagnando i suoi pensieri, il sonno che succede quel colpo al plesso solare. Un solo pensiero si affaccia nella sua testa prima di venir soffocato dal torpore dell'incoscienza, poche brevi parole trovano spazio nella sua mente prima del nulla dell'oblio: Raido, perdonami. Perdonarla per esser stata troppo debole, per esser stata troppo sciocca, per non poterlo sposare, per non poterlo proteggere. Chiede perdono per quel futuro che ora, nella sua mente, non trova più alcuno spazio, alcuna via d'uscita. Chiede perdono per quei figli che non avrebbe più potuto dargli, per quei figli che rischia di dare alla luce senza desiderarli davvero. Chiede perdono e sospira un addio. E così il suo corpo s'abbandona, s'accascia contro quello del padre, privo di coscienza e lucidità. A peso morto crolla contro di lui, indifeso, vulnerabile, pronto ad esser afferrato e trasportato verso la sua ultima destinazione. [END] [OMFG]

Kaori incontra cappuccio rosso che rivela succose verità, parte del suo piano ma anche rivelazioni che ne causano la distruzione. Il clan Hyuga non è mai stato tanto in pericolo.

Note: Mi sei piaciuta, hai partecipato in modo molto attivo e per questo hai un premio