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Ragazze interrotte.

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con Furaya, Sakura

23:56 Sakura:
 I monti sono un posto bellissimo. Pieni di ricordi, di gioia e di dolore. E' il luogo perfetto, se si vuol meditare. Riflette. Pensare. Morire, in un certo senso. E' freddo, molto freddo. Le nuvole oscurano la luna e i pochi raggi lunari che raggiungono la terra, non scalfiggono la figura della giovane Genin. Si trova sulla sommità, laddove tutto ha inizio. Dietro di lei ci sono delle case, o forse degli uffici. Non lo sa di preciso. L'unica cosa a cui riesce seriamente a pensare, è il dolore. Chiunque la veda li, potrà storcere il naso nel constatare che quelli che indossa non sono vestiti di una ragazza. O meglio, il senso estetico non è quello che appartiene ad una ragazza. Indossa un paio di pantaloni lunghi, simil jeans, di un blu notte molto intenso, sandali nina neri, una felpa grigia, lunga fino alle ginocchia e la giacca nera di Saisashi. La giacca che le sta estremamente larga e che le da l'aria di una barbona. QUella giacca, piena dell'odore del suo ragazzo, ora è l'unica cosa che la riscalda, che la ripara dal freddo intenso che arriva da davanti. Gli occhi bianchi della giovane sono contornati da profonde occhiaie, che sfumano in rosso poco sopra le gote. Piange da stamattina, quando si è svegliata con addosso solo la giacca di Saisashi. Tutto il giorno non ha fatto altro che stringerla attorno alla sua esile figura, stringendo al petto anche il ciondolo con il gattino intagliato. Ed ora si ritrova li. Aveva bisogno di cambiare aria, di sentirsi libera. Di uscire da quel loculo di stanza, respirare aria pulita.. Di sentirsi più libera, che annodata attorno alla tristezza. Ha pensato che vagare per le stradine di Konoha l'avrebbe aiutata.. Ma tutto, tutto le ricorda Saisashi. Non lo sopporta. Non sopporta di vedere continuamente la sua figura; è troppo per il suo corpo. Per la sua mente. In mano regge il ciondolo che le ha regalano, mentre nell'altra ha la lettera che ha scritto. E' stata quella a darle il colpo di grazia finale e non tanto perché non da spiegazioni in merito alla sua partenza, quanto più perché.. Le ha scritto che l'ama. E' arrivata sui monti solamente perché li non vede la figura di Saisashi. Non c'è, nei suoi ricordi. Non hanno passato un singolo momento qui, sopra le teste dei grandi capi ninja. Quello è l'unico luogo che per il momento, si sente di restare. I lunghi capelli castano oscillano ad ogni folata di vento, impigliandosi tra di loro e oscurando la vista della ragazza. Non parla. Non ascolta. E non vede. E' assorta, in un miasma di pensieri.

00:10 Furaya:
  [Monte - Hashirama] Che sia il di lei luogo per pensare, è risaputo. Alcuni, quando la cercano in Ufficio e non la trovano, sanno che sarà sicuramente sulla testa di qualche Kage. Escluso Kuugo, ogni testa è utile al di lei pensiero, a svilupparlo, a crearlo, a cancellarlo per sempre dalla di lei memoria. Ryota Nara è un tarlo in quel cervello, in quelle memorie. Non si stacca da esso, come una malattia genetica, ormai insita nel corpo esile della Consigliera. La reale, ormai, dovrebbe essere giunta a Kirigakure, affinché possa disquisire col Kage Hotsuma. Le copie, di stanza ancora a Konohagakure, si occupano di tenere sotto controllo il Villaggio, sia nell'Ufficio che alla Magione Nara, nonché al Quartier Generale Anbu sotto mentite spoglie. Indossa uno Yukata corto di colore nero, con dei fiori di ciliegio lungo tutto il fianco sinistro, dal basso all'alto. Le gambe sonr rivestite d'un paio di calze anch'esse scure, date le temperature. Un lungo haori è posato sulle spalle, con il simbolo del Clan Nara dietro le scapole, in bella mostra, abbastanza grandicello per esser mostrato. D'altro canto, è conosciuta come la Capo Clan del suddetto in tutto il Villaggio e dintorni, se non anche fuori. Non sembra essersi accorta della figura della Hyuuga, dal momento che pare stia disegnando. Sì, inverosimilmente, per togliersi dalla mente il pensiero fisso del presunto stupro da parte del padre, ha ben pensato di rigettarsi su ciò che le riesce meglio. Mandritta che ha tra le mani una matita, sinistra che ne sorregge il foglio, a sua volta poggiato contro la testa di Hashirama, usata come appoggio - che vergogna, Consigliere! -. Non si sa ancora cosa stia disegnando, magari lo si scoprirà più avanti. Per concludere i di lei accessori, nonché vestiari, ha il Coprifronte tra i capelli rosei, arrivanti ormai alle scapole. Collana attorno al collo, con il simbolo del Clan Uchiha. Sandali ninja ai piedi, Katane - entrambe - al fianco sinistro negli appositi foderi. Nient'altre armi sembrano essere in vista, forse perché non teme alcuna minaccia nei confronti del Villaggio né contro se stessa. < Sakura! > D'un tratto, par rendersi conto della presenza altrui. D'altro canto, si trova sulla testa del Primo, appena oltre le scale e il piccolo spiazzo adiacente alle stesse. Entrambe possono scrutarsi, notarsi e sentirsi, senza alcun problema. [Chakra ON]

00:21 Sakura:
 Pensare è una delle abilità che l'uomo puà fruttare a proprio piacimento. Non solo: porta anche grandi benefici. La mente umana è una costellazione di emozioni, sensazioni e pensieri, in contrastante battaglia con la logica, il raziocinio e la totale apatia. Si sa, ormai, che Sakura è la perfetta incarnazione di questa lotta. Anche ieri, quando Saisashi la stava salutando, si è ritrovata nella condizione tale da trovarsi in mezzo a queste due forze che tentavano di spronarla da una parte. La volontà della ragazza, in questo caso, non è servita poi a molto. Non sa come, né perché ma non ha voluto prendere nessuna posizione in merito. Sebbene le lacrime, quasi irrazionalmente, scendevano dal volto, il suo cuore non ne ha risentito. O meglio, ha tentato di non risentirne. Secondo i libri che legge, le emozioni sono i catodi che vanno in contrasto con gli anodi del raziocinio. E nel mezzo, ci si trova sempre l'uomo, costretto a scegliere una vita, in un bivio che non ha soluzione. E lei si trova proprio li, difronte a quel bivio. Non ha voluto scegliere una strada e tutt'ora non vuole farlo. Sa che porterebbe a grosse conseguenze, tali da renderla schiava o di una o dell'altra parte del suo cervello. O meglio, del suo io. Forse si trova in uno stato di apatia? No, questo no. In certi momenti della giornata il dolore è tanto forte, da costringerla a letto, in posizione fetale, con un peso sullo stomaco che non vuole andarsene. In altri momenti, sembra che quel luccichio che contraddistingue chiunque, svanisca nel nulla portandosi dietro tutta una serie di percorsi mentali troppo meccanici, per essere pienamente compresi ed assimilati. E' un mistero, ora come ora. E il luogo in cui si trova, potrebbe essere il posto giusto per poter decidere quale strada prendere. Scosta lo sguardo dall'orizzonte buio a Furaya. Si trova li, vicino a lei.. Non troppo distante. Furaya. La consigliera. Il Capo Clan dei Nara. La donna con la quale Saisashi ha avuto un appuntamento. IN tutto questo tempo, lei non ha mai avuto un appuntamento con lui. E vederla, in quella tenuta, le ricorda fin troppo il ragazzo. La parte emotiva di Sakura comincia ad emergere e delle lacrime si apprestano a palesarsi sotto gli occhi. Ispira aria pulita, andando a scuotere la testa e a spostare una ciocca di capelli, portandola sul lato sinsitro del capo e mostrando il volto alla consigliera. < Furaya. >Voce rotta. Bassa, quasi impropria per la govane Genin del villaggio. Una voce che non ha nulla di bello e che cela dietro di se un'infinità di cose. Forse cose che la stessa Consigliera potrà capire. Dolore, principalmente, misto a sofferenza e ad una dose elevata di solitudine.

00:38 Furaya:
  [Monte - Hashirama] Mandritta che si solleva dal foglio nel rendersi conto del tono della Hyuuga. Speculare gemella che, in ogni caso, tien fermo il foglio prima che il vento se lo porti via. Ha cominciato a disegnare i tratti di una donna dall'acconciatura giapponese, sicuramente di molti secoli prima. Tratti orientali, ma nulla che possa ancora essere definito un disegno. Non sarà visibile dalla ragazza, poiché posato sulla testa di Hashirama e trattandosi di un foglietto. Al contempo, però, la Nara rivolge alla Hyuuga uno sguardo carico d'apprensione. Non si direbbe, dati gli atteggiamenti seri e neutri, quali uno sguardo fisso sull'altra e le labbra assottigliate, le quali si schiudono per permettere la fuoriuscita di parole che, altrimenti, non avverrebbe. Non sempre ha qualcosa da dire, come adesso per esempio, ma si sente in dovere di dire e fare qualcosa. Rispetto alle ultime volte che ha incontrato Sakura, il di lei tono, quello sguardo, sembra essere - forse lo è persino - diverso dal normale. < C'è qualcosa che non va, Sakura? > Una domanda soltanto quella che le vien rivolta. < Vuoi salire qui? > Non dovrebbe essere molto alto, figuriamoci se non riesce a salirci una Genin che si sta allenando a fondo per diventare qualcuno e avanzar di grado. Inoltre, non sembra sia scivoloso, sicché non ha piovuto. Il cielo è soltanto e parzialmente nuvoloso. Difatti, la Luna è coperta dalle nubi per quasi due quarti della totalità, lasciando dunque fluire qualche raggio lunare sino al Monte dei Volti. Resta seduta al suolo, con le gambe incrociate. Gli occhi son rivolti verso la di lei figura, affinché possa captarne qualche dire, qualche emozione o quantomeno un segno di vita. Silente, tende esclusivamente le orecchie verso la Genin, senza aggiunger altro a quanto già espresso, poiché sembrerebbe soltanto superfluo. [Chakra ON]

00:52 Sakura:
 Che cosa succede? Eh. Una bella gatta da pelare, la sua. Un dilemma, che non ha trovato nei libri che sta studiando. Alzerebbe la testa in direzione di Furaya, aggiungendo un semplice si con la testa. SI muoverebbe, senza troppe acrobazie, ma cercando di non sforzarsi troppo verso la sommità del capo di Hashirama. Si aiuterebbe con le gambe, principalmente, cercando di arrivare vicino a Furaya. Una volta compiuti quei semplici passi, per quanto l'altezza non sia un grosso problema per la ragazza, andrebbe a poggiare il sedere sopra la testa di Hashirama -Ma brava- mettendosi tuttavia di spalle a Furaya. Poggerebbe i gomiti sopra le ginocchia,mentre l'addome rimarrebbe rigido. Lo sguardo ritorna sull'orizzonte, spezzato da quelle lacrime che non vogliono scendere. Proprio ora che invece, ha bisogno di mantenere calma e contegno. <Sai..> Sempre il solito tono di voce, quello che prima la consigliera ha sentito. <..Ho sempre creduto che l'uomo sia nato malato.> Uno dei suoi momenti di riflessione. Uno di quelli che porta a quelle verità della vita che non si possono negare, a meno che non si abbiano le prove concrete del contrario. < Ed imprigionato. Siamo schiavi delle nostre vite.> Nel suo ragionamento, qualcosa non quadra. Come si può essere schiavo della vita? La vià è della persona, non il contrario. < Questa malattia.. Sono i sentimenti.> Nichilista? Non ancora, ma di li all'esserlo ci vuole veramente poco. < Perché abbiamo dei sentimenti? A cosa ci servono?> Non è una domanda rivolta alla donna. Semplicemente si da la risposta lei, pochi secondi dopo. < Ci fanno sentire speciali. Unici. > Ed è quello che lei stessa ha sentito, stando con Saisashi. La lettera viene stretta ancora di più nella mano, acciaccando ulteriormente il pezzo di carta mentr eil ciondolo si incassa dentro il palmo della mano, andando a farle lievemente male. < Eppure.. Quando questi vengono travolti da qualcosa di brutto, di orribile noi sprofondiamo in uno stato di decadimento emotivo. > Ha studiato troppi termini complessi, che nel loro insieme non danno l'idea di una ragazza di sedici anni. C'è molta filosofia in quello che sta dicendo. Ed una discrepanza con la realtà dei fatti. < E questo stato ci porta a compiere gesti.. Orribili. Questo è scritto sul manuale. > Quale manuale? Quello di Psicologia, forse. O magari in quello di psicoterapia. In ogni caso, in un manuale che riguarda i processi mentali degli individui. <Eppure.. Nonostante mi senta così, non ho ancora fatto nulla di sbagliato. TI sembra normale?> Libri, una fonte di conoscenza che non sempre si pu applicare a tutti. Sospira, proprio mentre la pioggia incomincia a scendere dal cielo. < Saisashi è partito per Kusagakure. > Forse in un momento di lucidità ha detto quelle parole. Forse non doveva dirle. Forse.. Che diamine. Perché non ha scritto più cose in quella dannata lettera? Ed ora, le lacrime cominciano a mischiarsi con la pioggia che scende, andando a bagnare completamente il volto della ragazza. < E mi ha lasciata qui. Da sola. >

01:22 Furaya:
  [Monte - Hashirama] La osserva, le tende la mano destra qualora non riesca a salire e abbia bisogno d'una mano. La ritira nel momento in cui sale, qualora non l'abbia usata per aiutarsi. La poggia in grembo, sulla coscia corrispondente. La lascia parlare fin quanto abbia voglia di farlo. Soltanto quando riuscirebbe a trovare il modo per intromettersi e dir la propria, comincerebbe a farlo. < Concordo. Alcuni uomini nascono malati. Altri sembrano diventarli col tempo. Non si sanno le cause né le ragioni. Si sa soltanto che, la maggior parte del genere umano, è malato. Ed è esatto.. > Annuisce con un paio di cenni del capo, proseguendo nel proprio disquisire. < ..i sentimenti son la rovina del mondo. Ti portano ad essere qualcuno che non sei, a far sì che la vera te esca fuori quando non vorresti. > Piega le braccia al di sotto del seno, ingobbendosi un poco in avanti, affinché possa meglio ragionare su quanto ha da dirle. Riordina i propri pensieri. < C'è stato un uomo.. > Un brivido lungo la colonna vertebrale, cuore che accelera i battiti. Esternamente, tenta di restare tranquilla. < ..che mi ha insegnato, quand'ero piccola, ad annichilire i miei sentimenti. > Solleva le iridi in sua direzione, ma le riabbassa subito, anche perché la ragazza le sta dando le spalle. < "Sono inutili ai fini della battaglia, Furaya! Tienilo sempre a mente". > Ne fa il verso, seppur la di lei voce non sia assolutamente paragonabile a quella del Traditore per eccellenza degli ultimi anni. Scrolla le spalle, con le palpebre a socchiudersi. Cerca di non pensare a quel nome, a quella persona, ma l'argomento sembra condurla lì. Stringe le dita, i palmi sudano come lievemente anche la fronte che s'imperla. Inspira profondamente, deve parlare, deve riuscirci, per quanto persino la gola cominci quasi a serrarsi, memore di dove ha già sentito e percepito un simile sintomo. < Per lui, i sentimenti non servivano assolutamente a niente. > Aggiunge. < Ma ora ti faccio una domanda, Sakura.. > Tono che s'alza un poco, scandendo per bene ogni singolo termine che va a pronunciare. < ..facendo sì che i tuoi sentimenti s'annullino e non possano più confluire all'esterno.. > Tergiversa. < ..non ti sentiresti vuota e MENO umana? > Resta seduta, ferma ed immobile. Sguardo perso e rivolto al terreno, nel tentativo di trovare le giuste parole da dire alla ragazza. < I sentimenti rendono la nostra vita quella che è. Davanti ad un nemico che ti chiede pietà, tu provi rimorso. Davanti ad un bambino che ti sorride, provi felicità. Davanti ad una delusione, provi.. tristezza. > E sembra proprio quella che si riversa su Sakura. Che la pioggia cada dal cielo e rovini quel disegno, or non le importa. Non è solita, PER NIENTE, ch'ella si sbilanci in quel modo. Busto rivolto ad ella, braccia a distendersi e ad oltrepassare il di lei muro composto dalle spalle. Gomiti ad arcuarsi, mani a posarsi sulle spalle, intrecciando gli arti superiori. Se la tira contro il petto, poggiando la testa sulla sua, come un cucciolo ferito e smarrito. < Tornerà. > Perchè tanta sicurezza? Non lo dice, ma ha un piano, forse (?). Uno dei suoi strampalati. [Chakra ON]

01:36 Sakura:
 E' forse la prima volta che qualcuno concorda con lei. Non tanto per i suoi ragionamenti o per il suo modo di porsi, quanto per quello in cui crede. Suo padre si è sempre dimostrato contrario a quello che lei pensa. Ha sempre detto che i sentimenti non sono altro che la nostra forza interiore, quella che sprona le persone a diventare sempre più forti. Ed in parte aveva ragione. E' diventata un Ninja solamente per dimostrare che lei sapeva cavarsela da sola. E' diventata un ninja, nella speranza di riuscire in questo. E la speranza non è forse un sentimento? No, forse è il prodotto di un sentimento, una conseguenza di esso. Ma quale sentimento c'è dietro a tutto? Dietro al suo affetto per Saisashi,dietro ai suoi sogni.. Cosa c'è dietro a tutto? Furaya le spiega alcune cose.. Probabilmente una parte del passato di lei, sta uscendo fuori. Ma ritrova solamente un muro davanti alla ragazza; un muro costellato di riservatezza. Lei stessa è la prima alla quale non piace raccontare della sua infanzia, per quanto alcune persone lo sanno cosa ha dovuto passare. Alla sua domanda, spalanca gli occhi. Meno umana. Vuota. Sì, sono quelle le sensazioni che prova, ogni volta che cerca di prendere la via del raziocinio. Ogni volta che cerca di allontanare da se quelle strane forme di energia, che sono lontane ed oscure a volte, mentre lucenti e stupende altre. <Vorrei essere vuota. Se questo è il prezzo da pagare, non voglio essere umana.> Quale prezzo? La tristezza? Forse. Ma ancora di più è il semplice quanto penetrante dolore che sente ora. Un dolore che non si affievolisce, ma che progredisce diventando inarrestabile. E' paragonabile alla crescita di un cancro, che pian piano logora e si mangia il tessuto vivo. Un cancro, chiamato amore. Sebbene l'azione di Furaya funziona, la ragazza in principio non si scompone. Rimane ferma, immobile, parallizzata da quell'atto che nemmeno sua madre ha fatto. Un atto che in principio può non avere effetti, ma che dopo pochi secondi mostra le sue effettive conseguenze. La mano sinistra della ragazza allenta la presa sul ciondolo, senza tuttavia lasciarlo, mentre viene portata verso il braccio sinistro di Furaya, come a volerlo stringere. Quel contatto umano, semplice e molto schietto, le sembra la prima cosa vera e vivida che assaggia da diverse ore. Molto più della semplice collana, perché le trasmette calore. <I-io non posso.. No-non posso lasciarmi andare. No-non ce la faccio.> Singhiozza, vistosamente, mentre cerca di respirare quanta più aria nei polmoni. Il cuore comincia a batterle vistosamente, mentre le lacrime continuano a scendere. Tornerà. Come fa a dirlo con così tanta semplicità? Come può anche solo lontanamente dire che lui tornerà? Non ha la certezza di questo.. Non può essere cerca. <Mi ha la-lasciata da-a-a sola. io no-non..> Balbetta, senza sosta andando a prendere quanta più aria possibile nei polmoni. Le brucia, dentro. Brucia i suoi bronchi, arrivando agli alveoli. E' un dolore fisico, ma sente la necessità di avere altra aria. Di prenderla. Che cosa sta succedendo, al suo corpo? Possibile che quello che le sta facendo male, ora, è quello di cui ha maggiormente bisogno?

23:51 Furaya:
 Il petto poggia contro il suo, le braccia le circondano le spalle. Trasmette calore, la difende in parte dalla pioggia che cade, or ora, dal cielo notturno. Le gocce d'acqua piovana bagnano entrambe, chi più e chi meno. La Nara continua ad abbracciarla, ascoltando quanto possa aver da dire in sua direzione, considerando la questione alla quale l’ha appena sottoposta. Non si preoccupa del fatto che la Hyuuga non s'apra ulteriormente e che non dica tutto ciò che pensa. D'altro canto, anche lei avrebbe reagito in quel modo. Si rivede, in un certo senso, in quei sentimenti che or stringono il cuore e il petto, nonché soprattutto la mente, di Sakura. C'è passata, ma bisogna anche superarle. Quella stretta non vien meno, bensì viene accentuata quando la di lei mano si serra attorno all'avambraccio proprio. < Sbagli a pensarla così. > Dopo un silenzio che pare durare un'eternità, la Consigliera riprende la parola. Si trova ancor ancorata ad ella come uno scoglio, una spalla semplicemente sulla quale poter piangere. < Tu DEVI essere umana. Devi lottare per quei sentimenti. Ora ti faranno male, ma in seguito, quando tutto questo sarà finito, vedrai che ti aiuteranno a crescere. E' l'età, son cose che succedono proprio adesso. > Durante l'adolescenza. < Ci son passata anche io. > Lei s'è sposata direttamente in giovane età, c'è da dirlo. Pensavano fosse l'unica cosa seria da poter fare per vivere, veramente, come una vera famiglia. Eppure qualcosa è andato storto proprio pochi mesi dopo il matrimonio. < Affronta i tuoi sentimenti. Vivili. Ti faranno male, ti riducono a voler star chiusa in te stessa giornate intere, settimane. Ma dopo.. > Si discosta lentamente da lei. < ..capisci che ne avevi veramente bisogno e che ti hanno aiutato a maturare. Adesso, forse, non ne capirai la motivazione. Ti potrà sembrare assurdo tutto questo, anche le mie parole. Puoi prendermi per folle, se lo vuoi. Forse, un po' lo sono veramente. > Si lascia scappare una piccola risata, nel tentativo di sdrammatizzare e far ridere, magari, anche la Genin. < E sfogati, Sakura. Piangi. Tira fuori quel che senti, sfogati. > Espira, poggiando entrambe le mani sulle spalle, districando l'abbraccio, ma restandole affianco. < Ti sentirai meglio. A volte, si pensa che chi piange sia debole.. > Piega il capo lateralmente. < ..pertanto, ci si tiene tutto dentro senza pensarci due volte. Si pensa esclusivamente a come ci vedranno le persone, fuori. Al contrario, chi piange e poi si rialza, denota una Forza di Volontà, senza pari. Pertanto.. Fidati se ti dico che tornerà. > Mormora, sospirando. < Perché andrò a riprenderlo io stessa, nel caso in cui non voglia tornare o ci metta più tempo del previsto. Inoltre, perché è andato a Kusagakure? > Forse lei lo sa. Ma, in ogni caso, avrebbe dovuto fare richiesta all'Hokage o a chi per lui, pertanto potrà facilmente recuperare un messaggio o la motivazione, qualora ne abbia veramente l'intenzione. Ma, per ora, attende soltanto il dire della ragazza. [Chakra ON]

00:14 Sakura:
 Che cosa sono i sentimenti? Che cos'è che spinge l'uomo a provare determinate cose, a sentirle, a viverle? Perché ci ritroviamo in una situazione del genere? Perché il mondo segue queste leggi e non si piega difronte alla logicità delle cose, dei ragionamenti e dei pensieri? Essere un robot in questo caso, sarebbe perfetto. I sentimenti sarebbero oscurati e non si verificherebbero queste, queste situazioni in cui la mente non riesce a pensare, in cui il corpo si piega a quell'abbraccio. Non è mai stata una tipa schiva; l'affetto lo ha sempre dimostrato, quantificandolo in base alla situazione, alla persona e al contesto. Furaya per lei non è altro che un suo superiore, qualcuno a cui affidare la propria stima, qualcuno di cui ci si può fidare e sul quale bisogna sempre avere fiducia. Questo tutavia esclude completamente il sentimento, esclude quell'abbraccio per via del non rapporto. Eppure.. Ora le è di conforto. Ora le sembra di essere vulnerabile e quell'abbraccio è come una calda coperta, che fa respirare. Che le permette di sentire, in un certo senso, alcune cose. <I sentimenti sono solo illusori.> E di illusioni lei incomincia ad intendersene, dato che le studia da diverso tempo ormai. < Sono le emozioni il problema. >Ogni parola è una pugnalata al cuore. Il suo vero problema sono quelle sensazioni che Saisashi ha fatto scaturire in lei. Quel dolce, tremolio che sente dal profondo del suo cuore, quella fitta alla bocca dello stomaco, ogni volta che pensa a lui. Quel dolce calore che la riscalda, nella notte. Quel tremolante sussurro di gioia, ogni volta che pronuncia il suo nome. Come ha fatto, quel piccolo teppistello di strada, a farle provare tutte queste cose? C'è forse qualcosa che ancora non ha avuto il coraggio di ammettere a se stessa? Possibile che lo ami pure lei? <Secondo la lettera, è andato la per allenarsi.. Diventare più forte.> E ancora non capisce il motivo del suo andarsene. Insomma, esiste pur sempre un modo di allenarsi che sia pari a quello di Kusa, anche qui a Konoha. No? Lo crede fermamente, la ragazza. Non pensa che non ci sia. Lei è la prima a dire che bisogna fare le esperienze, viverle per poter migliorare se stessi, ma in quel frangente quel suo principio viene meno. Ha un peso sul petto, uno di quelli che non se ne vanno facilmente. Un'angoscia profonda, che vuole uscire fuori ma non ci riesce. Viene agganciata da una sensazione di pericolo imminente. E non sa perché, né tanto meno per come.. Ma è il suo sesto senso che le parla. < Qui e-era più al sicuro.. Siamo so-solo genin.> Appena diplomati, per giunta. O meglio, diplomati da poco più di qualche mese. E se dovesse trovare dei pericoli lungo la strada? Se Kusa non è un paese amichevole, nonostante gli accordi di pace? Se il mondo intero sta per collassare? < Non voglio che gli succeda qualcosa...>

00:47 Furaya:
 Sospira, nel sentire le di lei parole. Non sa realmente come apportarvi una toppa, come sistemare la situazione. Può soltanto parlare e, parlando, non sembra che stia risolvendo in qualche modo la situazione in sé. Scuote lentamente il capo, tenendo ancor il mento posato sulla di lei testa e le mani sulle spalle altrui. Vuol tenerla lì, ferma e far sì che il di lei corpo faccia da sostegno all'altra. In un certo qual senso, vuole apparire un punto fermo al quale potersi rivolgere nel tempo, qualora ve ne sia bisogno. D'altro canto, s'è sempre dimostrata pronta alle evenutalità, nei confronti della popolazione del Villaggio. < Cerca di riprenderti, Sakura. Non serve a niente stare così. Non ti farà tornare Saisashi. > Vuole metterglielo in chiaro, forse sembrando adesso un po' dura nei di lei confronti. Tuttavia, piangere sul latte versato non è giusto. Non deve abbattersi in quel modo e, in quanto Ninja, deve continuare a lottare per i propri valori se tanto li ritiene idonei. Non sarà certo la Nara a fermarla, bensì si potrebbe dire che la donna vuole soltanto spronarla a farcela, aiutarla nel proprio mondo. < Perché andare a Kusagakure.. Forse, c'è qualcuno che può aiutarlo. Magari, conosce gente. > Si stringe nelle spalle, col capo a piegarsi lateralmente verso sinistra. Lo sguardo si posa sul di lei volto, lasciando ch'ella si poggia contro di lei, che l'abbracci e che, persino, si sfoghi. Non le direbbe comunque niente, anzi la lascerebbe fare senza problema alcuno come suo solito. < Un Ninja deve imparare anche a sopravvivere fuori dal proprio Villaggio, a capire com'è il mondo all'esterno o quello di un altro Villaggio. Non so se sia effettivamente per questo, ma forse ha le sue buone motivazioni per farlo. Non ci hai mai pensato? > Si stringe nelle spalle, mantenendo un tono dolce. < Conosco l'Hasukage di Kusa. > Il Capo Villaggio. < Se vuoi, posso parlarci e far sì che Saisashi stia al sicuro. > D'altro canto, il Kokketsu preferisce che i due Villaggi abbiano rapporti. Il suo sarebbe soltanto un favore per un Genin. < Se, ovviamente, questo possa far sentire più sicura te.. Ma ti assicuro che non succederà nulla. > Sorride, sicura di sé, anche perché l'Originale è appena partita da Kusa, ma potrebbe tornarvi quanto prima, o mandarvi una copia a controllare proprio lo Status del ragazzo. Solo per lei. [Chakra ON]

01:07 Sakura:
 Spalanca gli occhi. Non lo farà tornare. Questo è vero. Piangere non servirebbe a nulla, in un momento come questo. Pensa alle missioni.. Sono tutte andate benissimo, non ne ha fallita nemmeno una. Due di livello C e quattro di livello D. Non si può definire una vera Ninja, ancora. Di pericoli ne ha visti pochi, ma a quei pochi non ha mai reagito così. Ha avuto sempre la testa ferma, fissa sul suo obiettivo. Si è applicata, con dedizione.. Ha ragionato di logica ed astuzia e non si è mai comportata diversamente. Un modus operandi impeccabile. Eppure ora, è così. Le due cose non hanno un nesso logico, non hanno una sorta di filo conduttore. Vita privata e vita ninja difficilmente entrano in collisione. <U-un gruppo di combattenti di strada.. A quanto pare c'è un tipo che vive la.> Il fondatore, così l'ha chiamato. O creatore. Non ricorda bene. < E che lo può aiutare a migliorare. > Il punto della faccenda è che in quelle lettere, in quella missiva che gli ha lasciato, la ragazza non ha potuto fare a meno di vedere alcune cose. Di sentire alcune cose. Di provare cose. E' da quella lettera, più della stessa partenza del ragazzo che ne scaturisce il dolore.<Perché non si sente alla mia altezza.. Dice di non riuscire a difendermi.> Singhiozza, questa volta in maniera molto più intensa e profonda. Perché? Le parole hanno un potere ben superiore a quello di qualsiasi shinobi: sono in grado di infliggere, quanto alleviare dolore. Sebbene nella lettera ci fossero dei riferimenti alla gioia di stare con lei, c'erano anche delle sensazioni orribili.. Il fatto che lui non si senta alla sua altezza, ad esempio. < E' colpa mia...> E' una cosa comune, darsi la colpa per le scelte altrui. <E che persona è? E' come il nostro Kyudaime? Gentile e buono?> Di Hitomu si è fatta, probabilmente, un'idea un po' troppo altisonante. Ma nel tono della voce qualcosa è cambiato.. Qualcosa che sicuramente non si aspettava di sentire. Speranza. Se effettivamente il Kage di Kusa è una persona buona e amabile, probabilmente la stessa ragazza potrà sentirsi meglio. GLi occhi, i suoi occhi, ora brillano di una speranza diversa. Di qualcosa che rasenta la follia, quasi. E Furaya lo potrà ben vedere. <Voglio solo che non gli succeda nulla..> E direbbe anche di si alla sua proposta, tralasciando completamente la ramanzina sul mondo ninja e bla bla bla. Le sa già queste cose, il problema è che non le accetta or ora. < ..Ma non posso farlo pedinare. Né proteggere da altri. Devo essere io, quella che lo proteggerà.> E' una promessa che si sono fatti. Se lui dice di non riuscire a proteggerla perché si sente debole, lei invece lo sa. Sa di non essere forte, ma non si discosta da lui. non lo lascia da solo. Non può.

23:53 Furaya:
 Il petto poggia contro il suo, le braccia le circondano le spalle. Trasmette calore, la difende in parte dalla pioggia che cade, or ora, dal cielo notturno. Le gocce d'acqua piovana bagnano entrambe, chi più e chi meno. La Nara continua ad abbracciarla, ascoltando quanto possa aver da dire in sua direzione, considerando la questione alla quale l’ha appena sottoposta. < Non so quanto possa farti star meglio. > Specifica verso la Hyuuga. < Ma è meglio che lui cerchi di migliorarsi in questo modo, difendendoti da qualcuno che potrebbe farti del male, anziché partire alla stregua ricerca di Potere che.. > Stringe i denti, serra la mascella per un istante, nel tentativo di trovare le parole giuste da dire, senza strafare od esagerare. < ..riduce l'uomo ad esser mera sfera vuota, priva di qualsivoglia desiderio o sogno, ma pregno soltanto di vendetta, potere e nient'altro che odio. > Un soffio, una frase detta come un alito di vento che appare e scompare al contempo, appena passato e sparito. Sibilo di brezza, fresco come questo. Un di lei pensiero che viene esternato alla volta della ragazza, per mero cruccio. S'espone, come poche volte in vita sua, espletando la di lei vita sotto forma di metafore che, spera, nessuno comprenda. Zitta, dunque, presta ad ella maggiore attenzione, volendo sentir cosa abbia da dire, cosa ne pensi al riguardo. Ognuno ha un proprio modo di pensare e vedere le cose, Sakura potrebbe anche non essere entusiasta di quanto appena pronunciato dalla Consigliera. < Non è colpa tua. Fidati di Saisashi. > Annuncia, sicura di quanto detto sino ad ora, dal momento che non vuole far crollare l'altra, ma bensì renderla viva come lo era prima di questa faccenda. Buono per Yukio è un totale eufemismo. Non è detto sia veramente buono, tant'è che accoglie la di lei domanda con uno scrollar delle spalle. < E' un tipo un po' strambo.. > Che dovrebbe essere conosciuto ovunque nel mondo Ninja. < ..ma che sa sicuramente il fatto suo. Ha aiutato Konoha durante la Guerra contro Suna, anni fa. > Quando la Nara era ancora soltanto una Chunin e non ricopriva cariche prestigiose, neanche le sognava. < Una delle poche cose che posso dirti, allora, è: allenati anche tu. In tal modo, nessuno dei due dovrà proteggere l'altro, ma vi troverete spalla a spalla, alla pari. > Conclude, apparentemente. [Chakra ON]

00:02 Sakura:
 L'abbraccio di Furaya sta funzionando. Sebbene i singhiozzi non si plachino, il battito cardiaco comincia a diminuire ed il senso di oppressione al petto scemare, in un semplice fastidio. Nulla ch enon si possa tenere sotto controllo. Il cervello della giovane Kunoichi sta lavorando troppo velocemente. Immagini, sensazioni ed emozioni che cercano di essere catalogate ed elaborate, al punto da sembrare fuorvianti, sotto un certo punto di vista. Quasi del tutto prive di logica e di sicurezza, caratteristiche che prima contraddistinguevano molto il suo modo di pensare e di agire. <N-non è questo quello che voglio..> Ed è un dato di fatto. Non vuole avere un contenitore vuoto, come ragazzo. Vuole che lui le sia vicino, sempre. E' egoistico da parte sua, ma ci sta arrivando poco a poco. Così come poco a poco, si sta abituando all'idea che il suo viaggio, lo porterà molto più lontano di quanto possa pensare la ragazza. Ed è una cosa molto bella, da mostrare. E da pensare, soprattutto. FIdarsi di Saisashi. Avevano fatto una promessa, loro due. Fiducia, coraggio, sincerità.. Alcune delle parole chiave usate pochi giorni prima in ospedale. Alcune di quelle parole, che inevitabilmente, ora non riesce quasi a percepire. La fiducia è un concetto astratto, non tangibile, ma avvertibile all'interno di noi. Si ha la certezza di essere fiduciosi, così come la certezza che in qualche modo la fiducia in una persona è ben riposta. Tuttavia.. Si fida veramente tanto di lui? Completamente? E' una domanda alla quale non ha ancora risposto. Apparentemente sembrava di si.. Ma questa cosa ha vacillato ultimamente, con la lettera dove non gli spiega i motivi della sua partenza. O meglio, dove omette determinate cose. <Capisco.. Strambo in che senso?> Cerca di indagare quanto può, la ragazza. Non per altro, ma vorrebbe avere la certezza che non ci siano grossi problemi. Considerando il comportamento di Saisashi e questa presunta stramberia del Kage.. < E' quello che provo a fare.. Ma non miglioro mai.> E' una cosa che sta sperimentando negli ultimi tempi. Non riesce a migliorare, la giovane.

00:29 Furaya:
 Annuisce in sua direzione, mentre soltanto adesso andrebbe a staccarsi da essa. < Vuoi venire da me? > Un invito, aggrottando le sopracciglia. < Sta piovendo, siamo entrambe fradicie. > Sottolinea l'ovvio. < Ti preparo qualcosa di caldo. Sai.. Ho dei gatti! > Guarda che non stai parlando ad una bambina appena uscita dal ventre materno. Sorride, tuttavia: a TUTTI piacciono i GATTI. E lei ne ha due. < Smettiamo di pensarci. Prova a fidarti seriamente di Saisashi. Pensa che lo fa per entrambi, non è stato egoista, ma ha pensato prima a far star bene te. > Per quanto risulti insensato, dato il ragionamento precedente che l'ha condotta a tanto. Si drizza, dunque, in piedi, recuperando un disegno del tutto rovinato dalle intemperie improvvise. < Umpfh. > Uno sbuffo, lieve, scrollando le spalle. < Strambo nei modi di fare, ma è un ottimo e valente Ninja. Siamo molto amici. > Sorride, dal momento che, quand'era sposata con Daiko, era solito intrufolarsi in casa dei conuigi per mettersi ai fornelli. Una delle tante stramberie. < Se vuoi allenarti, dimmelo. Ci alleniamo assieme. Sono sempre a disposizione. > Ma quando mai che sei sempre indaffarata? < Allora, che vuoi fare? > E, dunque, qualora Sakura sia concorde, s'avvieranno teoricamente verso il Quartiere Nara, alla Magione della donna. Caso contrario, si divideranno giunte alle rispettive destinazioni. [END]

00:41 Sakura:
 Andare a casa di Furaya potrebbe essere una buona idea. Ma..Appena pronuncia la parola gatti, gli occhi della kunoichi si illuminano. Lei ha dei gatti. Dei gatti pucciosi da coccolare e stritolare in quella sera, dove regna prevalentemente il suo più che completo e totale disagio interiore. <Ci provo, te lo prometto.> Dichiara, asciugandosi il volto e tirandosi su, in una veloce mossa, un po' scoordinata, delle gambe e delle braccia. Stare ferma ammorbidisce troppo i muscoli e non le piace. <Vengo con piacere da te. Hai dei gatti.> Nasconde il labbro inferiore, incominciando ad imitare la faccian ed il musino dei mici. Quanto al Kage, semplicemente, lascia correre il discorso. E' un bravo e valente ninja. Strambo nei modi. Dovrà capirci qualcosa, ma appena può chiederà alla piccionaia del villaggio di Spedire un messaggio verso Saisashi e dirgli alcune cose. In un modo o nell'altro dovranno pur comunicare, no? <Vedremo. Per ora, vorrei solamente qualcosa di bollente e tanti mici da coccolare.> Coccole miciose. Ci vogliono proprio.[END]

Le due ragazze si ritrovano ai monti dei volti.
Furaya capisce che Sakura ha qualcosa che non va. E' disperata per la partenza di Saisashi e non sa come affrontare al meglio quella situazione.
Grazie ai consigli e ai gatti che Furaya ha a casa, si calma un pochino.