Apri gli occhi caro ragazzo, risvegliati e scopri che quel luogo non lo conosci, tante domande potrebbero correre nella tua mente, dubbi e forse paure che si rincorrono ma per ora non pare esserci alcun pericolo immediato. Sei sdraiato, in un letto a terra propri come la tradizione impone, guardati intorno per riscoprire una classica stanza priva di alcun complemento d’arrendo a parte quello su cui sei stato adagiato, un armadio e una semplicissima scrivania con tanto di sedia, le pareti sono fatte di carta di riso eppure nessun suono arriva in tuo aiuto, senti dei passi ma a cosa potrebbe mai servirti saperlo? Sulla sedia c’è un kimono che pare proprio essere della tua taglia, il colore è azzurro con un obi nero, semplice. Abituati alla luce soffusa data da quella lampada sul soffitto e aguzza l’udito pian piano, svegliati con calma nessuno ti sta mettendo fretta. Inizi a sentire la pioggia, lo squarciare violento dei tuoni e dei fulmini che da fuori giungono fino alla tua stanza illuminando d’immenso la stanza ogni volta ed è proprio in quegli istanti che due ombre si proiettano dalla tua stanza, due grossi uomini paiono far da guardia a quel luogo. Ma come ci sei arrivato? Dove sei e soprattutto perché? Forse dovresti concentrarti su questi dubbi ammesso che possa esserti d’aiuto ovvio. [Quest per Zashiki-chiusa]
Il chakra viene richiamato senza problemi mentre i fulmini e i tuoni oltre che a squarciare il cielo continuano ad illuminare e farsi sentire all’interno di quella stanza, dei passi però si susseguono, leggeri e lenti ma puoi sentirli tra un boato e l’altro ed è così che spunta una terza ombra dietro alla porta, un vociare leggero di cui non distingui le parole ed ecco che il riso viene semplicemente trascinato, la porta aperta così da rivelarti non solo i due energumeni a lato, identici in tutto e per tutto, grossi vestiti anche loro tradizionalmente ma di marrone e con i capelli scuri così come gli occhi. In mezzo però appare un biondo, i capelli estremamente corti che spuntano appena da quel cappuccio bianco che indossa, il mantello su quelle vesti nere. Gli occhi sono gialli e affilati così come affilato è tutto il suo volto, un sorrisetto ben disegnato sulle labbra sottili mentre ti fissa <prego> direbbe lui andando a voltarsi, indossa dei guanti sulle mani e il collo è adornato con più di una collana dorata, la destra impugna un bastone che pare fatto d’oro proprio come la sua collana <seguimi> i due grossi uomini aspettano che sia tua a muoverti prima di seguirti per chiuderti ogni possibile via di fuga <hai passato bene la notte?> la voce è melliflua, delicata eppure si capisce che nasconde qualcosa, quello non è il tono di una persona semplicemente altruista e gentile. Cammina per i corridoi come se fosse il capo, dominatore indosso di quel luogo, una magione abbastanza grossa fatta di molte stanze, tutte in carta di riso, la luce è soffusa a causa del temporale all’esterno e i fulmini illuminano grazie ad un gioco di ombre anche questa piccola processione allungandone le ombre che si proiettano sul legno del pavimento <mi scuso per come sei stato portato qui ma era una questione abbastanza urgente> continua lui senza nemmeno guardarti, il bastone non sbatte mai a terra, viene retto in modo da limitarsi a sfiorarlo mentre le vesti nere e quel mantello bianco strisciano delicatamente dando ancora più regalità a quella figura alta
Il trio finalmente giunge alla nuova stanza, il biondo muove la mano guantata così da andare ad aprire la porta, scosta la carta di riso rivelando quella piccola stanza spoglia, al centro un tappeto ricco che conduce fino alla fine della stanza dove troviamo una grossa poltrona rialzata su un piccolo piedistallo, pelle rossa quella che ricopre la seduta <voi aspettate fuori> un ordine molto semplice e preciso verso i due gorilla che appena sentono tutto si limitano a mettersi spalle al muro di guardia. Ora loro possono entrare. Ed ecco che quello che ora appare chiaramente come il capo si muove elegantemente per poi adagiarsi su quello che possiamo anche definire un semplice trono, le entrate a quella stanza sono molteplici, anche sui lati ci sono delle porte. Un altro fulmine ad illuminare meglio il tutto mentre lui poggia il suo bastone a terra, alla sua destra prima di puntare gli affilati occhi gialli sul ragazzino <io sono Itawooshi Doku> si presenta così lui mentre alle loro spalle la stanza viene semplicemente rinchiusa, sulle labbra ora corre la lingua che si può notare essere stata divisa perfettamente in due metà, si umetta e labbra lui muovendo separatamente i due muscoli della lingua, si intravedono anche i denti decisamente affilati, la chirurgia ha fatto dei grandi passi eh. Ad ogni modo eccolo semplicemente accavallare le gambe <capoclan dei Doku> come se non si fosse capito eh <tengo sempre d’occhio i denshi dell’accademia e la tua somiglianza con un nostro> si ferma, non sa nemmeno come definirla <importante membro> di certo non può dire amato <ha attirato la mia attenzione così sono andato a scavare> continua lui con quel discorso <forse non lo saprai ma noi siamo originari di Otogakure in un certo qual modo> le loro origini si perdono nel tempo, maledetti senza una vera storia <non troppo tempo fa a seguito di una guerra civile abbiamo ripulito il marcio dal clan e poi ci siamo spostati> la fa molto breve lui <motivo per cui sto per rivelarti qualcosa che potrebbe sconvolgerti ma posso assicurarti che i colpevoli sono già stati puniti e soprattutto che sotto il mio comando nulla di simile potrà mai ripetersi> conclude quindi quel discorso iniziale, puntando su di lui i suoi occhi, osservandone le reazioni, alla sua mente la somiglianza con il mignolo destro è palese, lui che la ricorda ancora incinta e mora
Osserva e ascolta ciò che gli viene detto incapace id non pensare alle somiglianze che sempre di più emergono. Annuisce quindi e prende un bel resto mentre la mano destra va sul cappuccio per farlo ricadere dietro alle spalle e tornare a mettersi comodo <tempo fa all’interno del nostro clan c’era un ninja potente> poi quale sia stata la sua effettiva potenza non è dato conoscerla ma di certo non era l’ultima ruota del carro per essere sopravvissuto così tanto ai suoi crimini <con un problema> sospira appena andando a coprirsi la bocca con la mano destra ricoperta dal guanto, nasconde un sorriso sinistro che spunta sul suo volto prima di controllarsi e tornare a liberare la faccia così da poter parlare senza problemi <amava prendere le donne senza il loro consenso> una pausa in cui lo osserva <ha tenuto un registro delle donne che ha avuto ed è per questo che nutro sospetti sulla tua reale origine, potresti essere uno di noi> si ferma nuovamente per vedere come reagisce, gli occhi che lo puntano analizzandolo con attenzione <non saresti certo il suo primo figlio e probabilmente nemmeno l’ultimo che scoprirò, il precedente capoclan l’ha lasciato libero di fare ciò che voleva, nascondendo i suoi crimini> aggiunge <questa è una storia ai più sconosciuta> e sì ha ignorato la parte in cui gli si fa gentilmente notare di quanta poca fama goda il suo clan, ricominciare tutto dall’inizio non è di certo facile, ma andiamo avanti <per la precisione la conosciamo noi due e la tua sorellastra> alza gli occhi al cielo <ammesso che tu sia davvero un Doku e che vi si possa chiamare così. Due piccoli demoni nati dalla violenza> ed ecco che ora il sorrisetto torna sul volto per quanto non venga mascherato <ma credo davvero sia così non tanto per la mera somiglianza fisica hai ucciso tua madre nascendo> sempre simpatico lui <capita a volte alle donne che portano in grembo uno di noi, il nostro sangue è velenoso> spiega semplicemente lui per poi tacere, attendere ancora una reazione da parte sua
Il sorrisetto non svanisce da quel volto solo la mano destra si alza, il palmo testo e parto verso di lui come ad intimargli uno stop <non fare il solito errore> sembra quasi annoiato il tono di voce <sono il capoclan anche per la mia forza quindi vedi di stare buono e non costringermi ad usare la forza> sospira appena, perché finisce sempre così? La gente fa casino e poi a lui tocca sodomizzare ehm no intendevamo: poi a lui tocca calmare le persone. Resta qualche istante così prima di andare semplicemente a battere le mani <se ciò che dico è falso allora provalo> dal lato destro spunta una donna, capelli neri e occhi scuri anche lei, carnagione pallida tipica di chi il sole lo vede ben poco spesso, tra le mani ha semplicemente un piccolo coniglio albino che viene posato davanti a Zashiki e tenuto fermo dalla donna <concentrati sul tuo flusso di chakra e farlo risalire verso le ghiandole salivari> inizia lui semplicemente <è lì che produciamo il veleno> spiega molto velocemente, no sa di aver ragione, ciò che ha scoperto è fin troppo chiaro e non teme di rivelare importanti informazioni ad un esterno <lascialo bagnare in quel luogo, lascia che la tua innata possa contagiare il tuo chakra e poi rimettilo in circolo, appena credi di aver fatto tocca il coniglio> non spiega altro, la fine che farà quel piccolo essere bianco e dagli occhi rossissimi è conosciuta solo a chi l’innata ha già imparato ad utilizzarla <e se non lo farai lascerò che sia il sangue delle tue vene a ricadere su quel manto> scuote appena le spalle senza alzarsi <a te la scelta> e con questo tace, la mano che va a portarsi sotto al mento mentre il gomito poggia sul bracciolo, si sostiene quasi annoiato dalla piega che ha assunto quella conversazione, se lo aspettava eppure sperare in qualcosa di più calmo e tranquillo, tutte a lui.
Un verso di sofferenza proviene dal coniglio una volta che viene toccato dal ragazzo, la donna quindi lascia semplicemente il coniglio incapace ormai di muoversi o tentare la fuga, resta lì a terra mentre muove le zampette cose per tentare la fuga ma ormai è tutto inutile, lui sta sdraiato su un fianco avvelenato dal ragazzo mentre un bel sorrisetto nasce sul volto del capoclan <dicevi?> domanda semplicemente verso di lui facendo cenno alla donna di uscire con il capo prima di alzarsi e scendere quei due gradini, lentamente si va a togliere i guanti, gesti teatrali e fatti con estrema cura mentre si avvicina al ragazzo <ancora sicuro di non essere uno di noi?> domanda lui che semplicemente si limita a questo punto ad allungare la mano destra verso il volto del genin che verrebbe sfiorato lasciando che anche il suo veleno entri in circolo, quel veleno allucinogeno capace di far sentire improvvisamente le gambi molli al ragazzo, incapace persino di stare in piedi a causa della potenza del capoclan. Gambe molli, praticamente impossibilitato a muoversi, un po’ quello che sta provando anche il piccolo coniglio per ora <questo errore comunque> puntualizza dopo averlo semplicemente toccato, anche se il ragazzo tentasse una fuga prima della carezza lui comunque si limiterebbe a muoversi troppo velocemente per poter essere percepito dall’occhio del genin ancora debole rispetto a lui [veleno allucinogeno livello s]
Coniglio e genin in preda agli spasmi del veleno allucinogeno restano a terra immobili mentre lui si permette di voltargli le spalle e andare semplicemente a rimettersi i guanti, occhi gialli che si spostano nuovamente sul ragazzo <tu a far cosa?> domanda appena <mi spiace per come sei stato messo al mondo ma non sei l’unico> replica sospirando appena <ti darei volentieri la vendetta se la tua sorellastra non avesse già provveduto ad eliminarlo. Pensa tu hai avvelenato un coniglio lei ha ucciso vostro padre se così possiamo chiamarlo> sorride lui, quante gioie da quella ragazza eh e quante potrà dargliene anche lui, basta solo fargli trovare la giusta motivazione no? E beh di certo lui sa farsi odiare decisamente bene <già che sei lì ascoltami attentamente> torna a sedersi accavallando le gambe <lei è Kimi Doku si fa chiamare Medusa, siete molto simili carnagione chiara, occhi freddi ed azzurri con i capelli neri. E’ un membro dell’Akatsuki, il mignolo destro per l’esattezza> continua a fornire informazioni <ti consiglio di trovarla ammesso che sia ancora viva> sospira, non è più tornata quindi evidentemente quella bambina non appartiene al clan, un vero peccato <e parlagliene, non ho affidato questa storia ad una missiva quindi è meglio se lo scopre da te> ammette ancora prima di andare a poggiare la mano al volto e il gomito al bracciolo proprio come prima <ti auguro buona fortuna> effettivamente al ragazzo servirà <portatelo via!> il tono è perentorio, la voce abbastanza alta da essere udita all’esterno da quelle due guardie che semplicemente adesso possono entrare e prelevarlo, ancora avvelenato loro lo prendono quasi fosse un sacco, dalle caviglie uno e dalle spalle l’altro andando così a riportarlo nella sua stanza che potrà comunque lasciare appena sarà nuovamente in grado di camminare.[end]
Zashiki lancia un d50
Zashiki tira un D50 e fa 34