Giocata del 12/01/2017 dalle 15:19 alle 16:34 nella chat "Ospedale [Konoha]"
Odia gli ospedali. Sanno così di.. Ospedale. Tutto estremamente sterile, privo di qualsivoglia forma di vita microbica. Niente che possa, in qualche modo, rendere quelle pareti bianche vive, pulsanti. Odia gli ospedali per questo; tutto è fin troppo perfetto e tranquillo. Ah povera ingenua se soltanto sapesse cosa accade realmente nelle sale operatorie o al pronto soccorso, probabilmente si ricrederebbe. Si trova li, distesa a pancia giù, sul letto della sua camera. Le chiappe e la gamba sinistra sono state fasciate con delle bende, così da evitare eventuali contatti con microbi o altri organismi di entità simile. Non porta i pantaloni e le mutande e questo la rende fin troppo scoperta. motivo per il quale, ha tirato la tenda della sua corsia.La testa è poggiata sul cuscino, mentr ele braccia sono sotto di esso. Le gambe leggermente divaricate e il lenzuolo che copre solo i suoi pidini. La luce che arriva dalla finestra è in troppo cupa, dato che piove di fuori. La lucetta sul coodino è accesa e la ragazza pensa. Pensa a quello che è successo.. Probabilmente dovrebbe cheidere consiglio a Rintan-Sama, così da vedere se effettivamente la sua versione è giusta o meno. O se magari le serve qualcosa in particolare, per poter spezzare quella dannata illusione. Sempre se di illusione si tratta, visti i recenti sviluppi sul suo culo e sulla gamba.Sbuffa, inarcando appena la schiena, per sistemarsi meglio sul letto. Odia le attese.. E per quella ustione ha bisogno di una cura, sebbene non particolarmente urgente. Vuole andare a chiedere aiuto a qualcuno, per quel dannato problema. E l'unica in grado di aiutarla è proprio Rintan Sama. Un vociare confuso nel corridoio, passi frettolosi che sembrano raggiungere proprio la stanza della Kuchiki. La porta s'apre di scatto, mostrando una donna sulla trentina. Capelli raccolti in uno chignon dietro il capo, castano chiaro. Occhialini sulla punta del naso. Al di lei fianco, compare una ragazzina dai capelli verdi - fantastici, non trovi? - corti e a caschetto. La donna veste con una gonna nera, una camicia bianca e il camice altrettanto bianco. < Buon pomeriggio, signorina. > Una strana luce brilla in quegli occhialini. < Buon pomeriggio. > Saluta di rimando la presunta infermiera, anch'essa vestita con un camice medico. < Mostri le ferite, per piacere. > La ragazzina, mentre entrambe cominciano ad inserire i consueti guanti in lattice e ad avvicinarsi al lettino della giovane Genin. Nella stanza, si riversa poca luce dall'esterno, dal momento che sta piovendo a dirotto. Le gocce scivolano e si infrangono contro il vetro della finestra presente, ma non sembra esservi nulla di relativamente pericoloso né dentro né fuori. [-Chiusa-]
Non passa poi moltissimo, che sente aprirsi di scatto la porta. Presa dai suoi pensieri, andrebbe ad alzare di scatto la testa ed il busto, portando le mani sul letto, in una mossa di completo ed assoluto spavento. Per un attimo il cuore le si ferma, per riprendere il consueto battito cardiaco. <b-buon giorno.> Sussurra, flebilmente, con il cuore in gola. Fortuna vuole che stavolta ci sia una donna vicino a lei, come medico. In virtù delle ferite riportate e soprattutto della loro locazione, sarebbe stato disdicevole per lei avere a che fare con un medico uomo. Per quanto il primario dell'altra volta sembrava essere affascinante e soprattutto molto cordiale, non le sarebbe piaciuto avere a che fare con lui. Le chiappette abbrustolite sono una cosa che non tutti possono vedere. Già è tanto se si è mostrata in reggiseno a Saisashi. Insieme al presunto medico, c'è anche un'altra ragazza dai capelli verdi. Li va a guardare, inarcando il sopracciglio, per poi dire. <Salve..> Strana tipa. Tutti strani a Konoha, perché? Esegue immediatamente gli ordini, andando a togliere la fasciatura, poggiata solamente, dal suo culetto e poi dalla gamba, torcendo il busto ed aiutandosi con la mano destra, mentre la sinistra funge da appoggio. Mette le fasciature vicino a lei, senza piegarle né accartocciarle. Una semplice deposizione, nulla di più. La pioggia continua a battere sulla finestra, creando un sottosuono che va a riempire quel silenzio imbarazzante piombato ora nella stanza. Poggia il busto sul letto, portandosi alla posizione iniziale, mentre attende le cure dovute. Ora, in questo momento, vorrebbe avere sua madre li vicino. Non per paura o che, solamente per evitare che le due possano vedere il rossore sulle sue guance. E' pudica, pure troppo. < Stia tranquilla. > Vocia l'infermiera, rivolgendo un'occhiata alla Dottoressa. < Io sono la Dottoressa Akishi. > Frattanto, richiama il Chakra Medico. Entrambe le mani vengono ricoperte da una patina verdognola. Le mani, successivamente, vengono avvicinate alle chiappe della fanciulla. < Come si è procurata queste ferite? > Chiede la dottoressa, mentre le Mani Terapeutiche dovrebbero già fare effetto. La zona lesa dalle ustioni brucia un pochino, pizzicando la cute, ma niente che non sia sopportabile. D'altro canto, son ustioni di poco conto, per niente gravi, che guarirebbero da sole anche senza alcun aiuto da parte della donna. < Prepara una benda. > Intima verso la ragazzina dai capelli verdi, la quale si precipita a recuperarne una. Nel frattempo, la Dottoressa continua nel di lei elaborato, riuscendo quasi a far sparire la ferita riportata. < Poi, sulla gamba? > Chiede per sicurezza, mentre vi sistema anche la garza, di per sé adesiva, contro la pelle ustionata. < Non stia troppo seduta, almeno finché non veniamo a toglierle la benda. > Si stringe nelle spalle, dandole un consiglio da bravo medico. [-Chiusa-]
Stare tranquilla.. Uhm, beh potrebbe. sono donne, dai.. Che male potrebbero mai farle? Considerando ci che ha visto ieri pomeriggio, moltissime cose. Il fatto che la donna serpente si sia in qualche modo resa disponibile a darle delle lezioni, o anche a farle provare cose che si possono provare solo con delle donne, l'ha messa in agitazione. Possibile che ogni volta che si parla di sesso, in tutte le sue sfumature, la reazione della ragazza è sempre quella di diventare rossa in volto? La imbarazza così tanto, da non riuscire nemmeno a parlare correttamente? <Ehm...> Dice, cercando di trovare le parole giuste per quelle ustioni. Potrebbe dire di essere finita in Genjutsu, ma sarebbe a dir poco un ossimoro, considerando che il Genjutsu di se per se non fa danni fisici. <..Ho combattuto contro un drago.> Eh si, proprio. Il drago. Un grosso e possente drago. Sa tanto di bugia non troppo elaborata. La faccia non tradusa un grosso dolore, ma soltanto un fastidio continuo, sulla zona delle chiappe che verrebbe istintivamente contratta, al sentire il pizzicore standard del chakra curativo. <Era bello grosso, anche. E sputava fuoco.> Perché i draghi sputano anche acqua, per caso? Nelle leggende popolari, no di certo.. Esistono tuttavia, versioni contrastanti o arricchite sulle potenzialità di un drago. <Sì, anche la gamba.> Dichiara, per poi prepararsi al pizzicore. non le serve chissà quanta preparazione mentale, ma non vuole sentire quel pizzicore che dovrebbe portarla a grattarsi la parte lesa. <Va bene. Per quanto tempo dovr rimanere in osservazione? Ho del lavoro da fare..> Tipo le missioni, consultare Rintan-Sama, andare in biblioteca, studiare e comprarsi un leone. Entrambe le fanciulle aggrottano le sopracciglia. < Un Drago? Di questi tempi? > La ragazzina dai capelli verdi, avvicinandosi alla dottoressa, cerca di sussurrare qualcosa che, comunque sia, sarà udibile anche a Sakura. < Sicura non abbia sbattuto anche la testa? > Copre la bocca con una mano. < Dal referto medico, non risulta. > Replica Akishi. Quest'ultima scuote per un attimo il capo, tornando a lavorare a ridosso della gamba della Genin. Anche qui, non avvicina troppo le mani alla pelle lesa. Sentirà un lieve pizzicore, come poc'anzi, provenire questa volta dalla gamba presa in cura ed in esame. La ferita si riduce visibilmente sotto gli occhi delle donne presenti. < Recupera un'altra benda. > Sibila verso l'Infermiera, la quale si precipita nuovamente a prenderne un'altra. Sospira, poiché si tratta comunque di un consumo d'energie duraturo. < Domani, se non ci sono complicanze.. > Si stringe nelle spalle, disattivando le Mani Terapeutiche, mentre la ragazzina dai capelli verdi applica le bende laddove prima c'era la ferita. < ..potrà essere dimessa. Per il momento, resta qui in osservazione. > Scrolla le spalle, cominciando ad avviarsi verso l'uscita, dal momento che tutto sembra essere concluso. A meno che Sakura non abbia qualche domanda o affermazione da fare a riguardo. [-Chiusa-]
<Eh già.. > Per quanto il commento della ragazza dai capelli verdi arrivi alle orecchie della Genin, decide di non dire nulla. Sebbene un'ochiataccia glie la manda. Capisce che magari i Draghi non esistano nel mondo reale, per cavolo quanto meno crederle un pochino. Se è stato un drago a ridurla così, allora è vero. Che poi, fosse frutto di un Genjutsu oppure di una trasmigrazione dell'anima verso l'inferno è tutta un'altra cosa. Ma le ustioni sono reali, così come il dolore o fastidio che prova, ancora una volta, lungo la gamba. Certo non è nulla di che ma non lo sopporta. In parte perché odia gli ospedali, anche. <Bene.. Domani me ne andr.> Sempre che non ci siano complicazioni come infezioni o robe simili. E lo spera vivamente, dato che vuole a tutti i costi scoprire qualcosa di più su quanto è successo. <Grazie..> Dice, andando poi a distendersi con maggiore relax lungo il letto. Una volta che entrambe se ne saranno andate, probabilmente chiamerà sua madre per farle portare qua i libri su cui studiava, prima di cadere in balia di quel fenomeno. Per il momento, riposo assoluto. Placare la mente è un esercizio utile, per i Genjutser. E dovrà esserlo a maggior ragione, in questo momento.[END]