Arrivati in ospedale c'è stato non poco trambusto da dover affrontare. I medici di Iwa erano stati in parte mandati verso il manicomio da cui pare esserci stato un enorme incendio e quelli rimasti si sono ritrovati a vedere entrare nel loro pronto soccorso un uomo completamente ustionato e ferito probabilmente già mezzo morto. Al momento di notare come nessuno dei tre recasse con sé il coprifronte di Iwagakure le domande sono iniziate incessanti e Kaori si è ritrovata, disperata e particolarmente carica di rabbia a stringere i pugni. "No, non siamo Iwani e siamo venuti qui per catturare uno stramaledettissimo bastardo. Potete fare il vostro dovere di medici e salvare la vita di quest'uomo e permetterci di spiegarvi tutto oppure lasciare che muoia e che l'intera Organizzazione Mondiale venga informata della vostra negligenza." E' arrabbiata, scossa e mai prima d'ora era stata così decisa in qualcosa. "So bene come funzionano queste cose perchè sono un medico anche io. Siamo compagni! E sta morendo! Per favore... per favore..." le lacrime, come una marea improvvisa, vanno portando via la rabbia della ragazza lasciando solo pura disperazione nella sua voce. I medici rimangono per un attimo indecisi sul da farsi prima di sospirare ed annuire. <Portiamolo in Sala operatoria> dice infine un uomo alto, occhialuto e dai ricci capelli scuri. Subito altri medici li presenti si adoperano a sistemare il corpo di Raido -quasi irriconoscibile con quelle bruciature ed il sangue che sgorga dalla bocca- su una barella lasciando Mekura libera del fardello di un tale peso sulle spalle. Letteralmente. Kaori però non ci pensa nemmeno ad attendere in sala d'attesa e segue i medici col lettino legando i capelli in un'alta coda di cavallo. "Io vengo con voi. Sono un medico e quello è il mio uomo, permettetemi di aiutarvi a salvarlo!" <In circostanze normali non le sarebbe permesso, ma metà dei nostri uomini sono accorsi per aiutare i feriti di un incendio per cui siamo a corto di altre mani> dice l'uomo dai capelli scuri con fare decisamente poco contento della cosa. Lui, una donna dai lunghi capelli rossi e Kaori giungono in sala operatoria assieme al corpo martoriato del jonin della nebbia, la fretta permea l'aria e la preoccupazione è alle stelle. E' palesemente messo male e non c'è molto tempo prima che le ferite divengano letali. Uno, due, tre ed ecco l'uomo venir adagiato sul lettino, pronto per essere esaminato e curato. <Queste ustioni sono decisamente strane. E' come se la pelle si sia bruciata dall'interno fino all'esterno e non il contrario... e le sue ossa... per l'amor dei kami, sono distrutte!> esclama il moro ad una prima analisi del corpo, per capire cosa gli sia successo. "Non so cosa sia successo... c'è stata come un'esplosione di chakra dentro di lui. Non ho MAI visto niente del genere, è come se tutto il chakra dentro di lui fosse stato scatenato tutto in una volta!" spiega lei pronta a seguire qualsiasi istruzione le venga affidata. <Mai sentito di niente del genere... ho visto ustioni tali solo su pazienti votati all'arte del taijutsu, ma mai in questo modo... comunque dobbiamo sbrigarci. Occupiamoci di curare prima le zone più rischiose per la sua vita. Io mi occuperò della testa, Rina, tu occupati dei polmoni e tu, signorina, occupati dell'addome.> chiosa l'uomo che, all'apparenza, par essere a capo della squadra. <Tutto chiaro?> Ma, in tutto questo, Raido cos'è che -esattamente- avverte? Nulla. Svenuto, la sua coscienza vaga ovattata e pesante su confini oscuri e desolati. Danza sul sottile confine fra la vita e la morte senza riuscire ad avvertire nulla di quanto sta accadendo. Dolore. Tanto dolore, sì. Ma nessun corpo a venir percepito. L'ultima cosa che Raido ricorda è l'esplosione che ha sentito scatenarsi al centro esatto del corpo, diffondersi ovunque. Come mille fiamme che lo mangiavano lentamente, bruciandolo poco a poco. Insopportabile. Ma ora non avverte dolore, no. Non può sentire nulla. Il suo corpo è chissà dove, lontano dal suo controllo. E lui... lui annega in una oscurità densa, avvolgente. Persino accogliente per un certo verso. Confuso, stordito, debole. Rincorri pensieri lontani che si disperdono e sfaldano quando pensi di averli acchiappati. Lontano, molto lontano da Iwa, da Kaori. Da te. [Cure per Raido]
I tre medici attorno al corpo del jonin iniziano quindi a darsi da fare: tutti e tre richiamano il proprio chakra medico lasciando che le loro mani vengano avvolte da un alone verdastro e tiepido. Pongono ambo i palmi al di sopra del suo corpo, a circa una decina di centimetri di distanza dalla cute. Il medico dai ricci scuri è posizionato dietro il capo di Raido, le sue mani son poste come a cupola al di sopra del suo viso, dei capelli sporchi di sangue e terra. Le mani della rossa, Rina, son poste al di sopra del petto mentre quelle di Kaori all'altezza dell'addome. Tutti e tre lasciano che il chakra medico sgorghi dalle loro mani fino ad infiltrarsi nel corpo del kiriano andando a donargli nuove forze, nuove energie, cercando di ristabilire le strutture originarie del suo corpo. Tentano di rigenerare il sangue perduto, di risanare i tessuti lacerati, di ricostruire muscoli, ossa e carne. Lembi di pelle, cellule, articolazioni, ogni cosa cerca d'esser inondata d'energia sotto l'afflusso di chakra delle loro mani. E' una procedura lenta, esasperante, che richiederà del tempo per agire. Un tepore piacevole, risanatore, va avvolgendo pian piano parti del corpo dell'albino. Il sangue smette di fuoriuscire dalle sue ferite, le costole, le ossa del cranio vanno rinsaldandosi e ricostruendosi e così i muscoli del cuore, del ventre. Si avvia un lento processo di guarigione che inizia a far schiarire appena il rosso vivido della tua pelle. La pelle ustionata viene fatta lentamente rigenerare in virtù di nuovi strati sani, i nervi vengono curati, poco per volta. C'è molto da fare, tanto da curare, ma il primo passo è stato fatto. Il confine verso il definitivo oblio è un po' più lontano, ora. [Cure per Raido] [Mani Terapeutiche A x2: +20 ps] [Mani terapeutiche C: +5 ps] [PS: 10 + 20 + 5 = 35]
Gli sforzi dei medici continuano senza sosta per cercare di ripristinare e curare le ferite del paziente. Kaori s'impegna, cerca di infondere tutta se stessa in quel gesto, cercando, sperando e pregando di salvarlo. Ha stampata davanti agli occhi l'immagine dell'attacco di Cappuccio rosso, il suo chakra che esplodeva distruggendolo dall'interno. Non può perdonare una cosa simile. Così continua a infondere energia assieme ai due medici iwani che, col passare del tempo e dei minuti, iniziano a tirare un sospiro di sollievo. I loro sforzi non sono stati vani, sono riusciti ad intervenire appena in tempo per fermare l'aggravarsi delle sue condizioni. Avvertono il suo respiro farsi ora più profondo, il cuore batte un po' più forte e la sua pelle va poco a poco guarendo. <Per un pelo...> commenta la voce del moro mentre assiste al lento rigenerarsi del corpo altrui. Il chakra medico va risistemando alcune delle fratture interne del jonin: le costole si raddrizzano, si risolidificano e tornano alla originaria struttura. I muscoli cardiaci vengono trattati e le connessioni nervose ristabilite così da farli tornare perfettamente in funzione. Vene, arterie e vasi sanguigni richiusi, il sangue smette di sgorgare all'esterno, rigenerandosi poco a poco. Le ossa del cranio vengono ricostruite, così anche le vertebre che s'erano incrinate. Le sue condizioni passano dall'essere critiche all'essere stabili sebbene ci voglia del tempo prima di sperare in una completa guarigione e convalescenza. Ma, per ora, le ferite più gravi, i danni più pericolosi per la sua stessa vita, vengono trattati e curati in tempo portando il ragazzo a venir lentamente richiamato alla vita. Piano piano Raido avverte un tepore leggero pervaderlo, misto ad un dolore sparso, avvolgente, che gli fa sentire il corpo pesante. Inizia ad avvertire la consapevolezza d'avere un corpo, una testa, delle braccia, delle gambe. Non riesce a muoversi, non riesce a evitare di sentire un enorme peso a schiacciargli gli arti, ma almeno può sentire di averli, di avere un corpo suo. Fa male... la testa duole, rimbomba, e sente il battere frenetico del cuore riversarsi nelle orecchie. Brucia. Il suo corpo brucia, è come se si fosse versato acqua bollente addosso. O meglio, dentro le vene. Sente di andare a fuoco, le ustioni non sono ancora completamente guarite. Torna lentamente alla coscienza, si sveglia, mentre i medici su di lui continuano ad operare. <E' fuori pericolo> dice il moro rivolgendosi alle due compagne. <Ma ha ancora molte ossa e muscoli messi in pessime condizioni.> aggiunge andando a scostare le mani dal capo del jonin alle sue braccia. <Adesso limitatevi a trattare le ustioni e poi lo lasceremo riposare. Fra qualche giorno rimetteremo a posto braccia e gambe, intanto le terremo ingessate> comunica alle due. Rina annuisce andando a spostare la mani verso una gamba così da permettere alla pelle ustionata di ricrescere sana e forte, mentre Kaori annuisce tremante e tirando su col naso. "Sì..." vorrebbe poterlo curare ora, finire di guarirlo, ma sa che il corpo umano ha bisogno di una pausa fra un trattamento e l'altro, non può sopportare troppi traumi tutti assieme. Necessita riposo. Così, va avvicinandosi alla parte superiore del lettino per occuparsi di medicare le ustioni sul braccio non medicato dal moro, andando a far ricrescere pelle nuova e fresca. Il bruciore sparisce pian piano, viene sedato, si fa sempre più piccolo e puoi avvertire come quel tepore gentile vada avvolgendo e fermando le fiamme che senti bruciarti dentro. [Cure per Raido] [Mani Terapeutiche A x2: +20 ps] [Mani terapeutiche C: +5 ps] [PS: 35 + 20 + 5 = 60]
Gli sforzi dei medici vanno a permettere all'incendio sul corpo del paziente di domarsi. La pelle bruciata cade e ricresce simultaneamente lasciando che cute nuova e rosata vada a ricoprirlo da capo a piedi, man mano che le loro cure vengono direzionate su nuovi lembi di pelle. I suoi vestiti sono mezzi distrutti, il suo corpo è macchiato di sangue, ma la sua pelle è nuovamente sana, nuovamente fresca. Il bruciore svanisce, sì, lascia dietro di sé la semplice sensazione di indolenzimento e formicolio, ma ciò che prevale nel corpo del jonin è il dolore agli arti distrutti. I tre medici scostano le mani dal suo corpo andando ad asciugare il sudore dalla fronte. Kaori è stanca, suda, piange e sente il chakra diminuire pian piano. Aveva già affrontato uno scontro prima che aveva diminuito le sue riserve ed ora quelle cure gliene hanno strappato ancora un po'. Ma nulla di grave, solo lieve affaticamento. Nulla che non possa sopportare per il bene del kiriano. Il moro incarica Rina di andare a recuperare fasciature e gessi per finire di sistemare il paziente mentre Kaori s'avvede del suo risveglio. Nota il tremolio delle labbra, gli occhi che si aprono piano e quei versi soffocati che le stringono il cuore. "Sono qui, sono qui Raido..." dice subito lei quando lui pronuncia il suo nome dopo quel lancinante urlo di dolore. "Siamo in ospedale, sei salvo... sei salvo..." cerca di rassicurarlo lei con il respiro affannato, gli occhi lucidi e il cuore che martella in petto. "Cerca di non muoverti. So che fa male, lo so... ma dobbiamo ingessarti. Hai ancora diverse fratture" Non vorrebbe dargli quelle pessime notizie, ma deve metterlo in condizione di capire che non può assolutamente cercare di sforzarsi se non vuole peggiorare le condizioni in cui si versa. Solo a quel punto i due medici iwani tornano al lettino reggendo due gessi per uno. <Abbiamo quasi finito, signore. Fra poco la lasceremo riposare> dice l'uomo con tono piatto, freddo, andando ad inserire con estrema attenzione il gesso attorno al primo braccio. Fa male, un male bestia non appena lo sfiora soltanto, ma si tratta di sopportare ancora per poco. Ancora per poco. "Resisti amore... resisti..." Kaori è lì, vorrebbe abbracciarlo, vorrebbe baciarlo, ma ha paura che potrebbe solo fargli più male. Gli rimane semplicemente vicino, lascia che i due medici terminino di curarlo al posto suo. L'uomo passa poi al secondo braccio andando ad avvolgere nel gesso anche quello provocando altre urla di dolore, altra sofferenza. La rossa, invece, si occupa degli arti inferiori. Esegue lo stesso procedimento andando ad immobilizzare e bloccare le gambe così da impedirgli di muovere fino a quando non le avrebbero curate nei giorni seguenti. Quando anche l'ultimo gesso viene richiuso attorno alla sua gamba, la stanchezza è massima e il corpo diviene ancora più pesante, sebbene per lo meno non bruci più. <Adesso riposi, signore, al suo risveglio si sentirà meglio> dice il moro andando ad afferrare un lato del lettino, la rossa l'altro. <Adesso la portiamo in camera>. Kaori segue i due fiancheggiando il lettino, non toglie lo sguardo dal jonin ringraziando gli Dei che sia ancora vivo. "Io sono qui Raido... quando ti sveglierai sarò con te, quindi riposa, ok? Io resto qui..." Non avrebbe abbandonato il suo fianco neppure per un istante, sarebbe rimasta lì così da essere presente quando si sarebbe finalmente risvegliato dopo un nuovo meritato riposo. [END] [Cure per Raido] [Ps: 70]