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Realtà o Allucinazione?

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con Kimi, Zashiki

21:51 Zashiki:
  [Quinto Cerchio] E' sera, quasi notte in quel di Kusa, il cielo non fa intravedere alcuna stella e ormai la gente in giro è poca, molto poca soprattutto nella zona in cui si sta avventurando il giovane Kusano. In quel posto che è abitato da tanti ma che è esclusivo per pochi, il quinto cerchio. Ama avventurarsi in quel posto, ogni volta lo fa sentire a casa, a suo agio. Gli riporta in mente i tempi in cui nulla andava per il verso giusto, in cui ha dovuto imparare a sopravvivere. Periodo in cui ha capito di come la vita non ti regala mai nulla ma che devi essere tu a prenderti quello che vuoi. Quel periodo della sua vita che lo ha reso chi è oggi e che forse lo renderà chi sarà. Ma per ora concentriamoci sulla serata odierna, il giovane passeggia, passeggia in modo tranquillo, lento, rilassato. Con se porta solo una nuvola di fumo che con il tempo si perde in quel cielo grigiognolo, fumo che rispecchia l'effimera vita, un percorso verso l'alto che però prima o poi è destinato a finire. Una sigaretta accesa lo accompagna in questa grigia serata, una sigaretta viva che a tratti risplende in questa oscura notte. La mano destra delicatamente la avvolge, la sorregge, pronta ad ogni evenienza mentre la mancina se ne sta in letargo nella tasca sinistra di quel pantalone nero. Veste un completo nero, gessato completato da un paio di scarpe anche esse nere e una giacca nera . Nero, proprio come la notte. Nero come tutto quello che ha intorno. Ma in quel nero risaltano i suoi glaciali occhi, occhi che squadrano l'ambiente circostante. Vaga, vaga senza meta o destinazione.

21:56 Kimi:
 Il tempo sta per scadere, è inutile prendersi in giro lo sente chiaramente, quei reni che sempre più a fatica continuano nel loro compito, la fatica sempre più ampia nell’alzarsi dal letto e compiere le attività più comuni e lei in quello stato vorrebbe vendicarsi? Annientare un clan e torturare i suoi aguzzini? Sembra un miracolo che riesca ancora a reggersi in piedi mentre proprio come il verme che hanno creato striscia per il quinto cerchio di Kusa, tra la povertà e i malfattori senza distinguersi particolarmente ma al tempo stesso senza amalgamarsi, indossa dei pantaloni di jeans molto larghi, fin troppo, stretti attorno alla vita con un nastro nero, un laccio trovato chissà dove come quell’indumento. Le ossa sono in bella vista, i jeans si aggrappano con disperazione alle anche coperte da uno strato di pelle cadaverica, chiara già di sua e resa ancora più pallida dalla malattia, scivolano ad ogni passo costringendola fin troppo spesso a muovere le dita, ormai ridotte ad un pugno di ossa, per rialzarli. La maglietta indossata è azzurra e troppo piccola per lei, le fascia il busto andando a sottolineare quell’assurda mancanza di massa grassa ma comunque lasciando che i muscoli sviluppati in anni di allenamento risaltino, un misto di ossa e fibre sulle braccia. Parte dell’addome è lasciato scoperto da quell’abbigliamento della taglia sbagliata permettendo quindi a chiunque di vedere parte della cicatrice ancora rossastra al centro della pancia che prosegue andando a nascondersi nei pantaloni, lì dove le hanno estratto la bambina, quel grosso taglio che rappresenta anche la fine della sua vita, quando le hanno strappato persino quell’ultimo sogno. Invece sulla schiena sono visibili due piccole punte rosse, altre cicatrici, in corrispondenza dei reni, altro bel ricordo della tortura subita di quel cambio di organi che l’ha portata a quel punto a tossire sangue dentro la bandana nera che invece è ben legata sul volto così da coprirle il mento e la bocca, arrivando fino alla punta del naso, un piccolo accorgimento per nascondere al mondo l’assoluta mancanza di gengive, insomma non c’è parte di lei che non la riporti ai laboratori quando è stata ridotta a semplice ombra di sé stessa, destinata solo a morire. I capelli sono sciolti, corti e bianchi, ricadono lungo quegli zigomi consumati dalla malattia mentre gli occhi chiari spiccano, unici dotati di qualcosa simile alla vita, una rabbia intesa quella che le si legge nelle iridi azzurre, una furia omicida pronta a scatenarsi sui suoi aguzzini. Il chakra circola con vigore nel suo corpo, l’unica cosa oltre alla vendetta che le è rimasta ed è proprio a quest’ultima che si aggrappa con disperazione mentre va a spostare il flusso così da andare a farlo arrivare sino alle ghiandole salivari dove poi andrebbe a bagnarlo con attenzione all’interno delle sacche che contengono il suo veleno, lascia che la tossicità della sua innata venga assorbita dal chakra prima di rimetterlo in circolo rendendola di fatto velenosa al semplice contatto [chakra on][arte del veleno liv 3]

22:11 Zashiki:
  [Quinto Cerchio] Continua la sua passeggiata il giovane, tra un tiro di sigaretta e un'occhiata qua e la sta macinando passi, metri. Dove? Nel nulla. Nel più assoluto nulla, se non in quella culla per esseri umani quale è il mondo. Si una culla, quella culla che non ha mai provato <Tsk> si, ogni tanto capita che si ricordi di quello che ha passato, alle volte capita che i ricordi prendano il sopravvento su tutto quello che rappresenta la realtà, ci vuole poco per vivere, ma ci vuole ancora meno per smettere di farlo. Un confine sottile, una linea sottile che spesso ha costretto il giovane ad opera di funambolismo. Il visto, quel viso che è stato sempre freddo, quel viso che da sempre non ha fatto passare nulla all'esterno anche quest'oggi ha l'ingrato compito di nascondere tutto. Nascondere tutta la frustrazione, la rabbia, il dolore, il rancore, la voglio di rivincita. Tutto è nascosto da un viso freddo, freddo come quegli occhi, l'unico regalo della madre. Quegli occhi possono dire tutto, del resto l'occhio è lo specchio dell'anima e a lui non si può mentire. E' come un bambino piccolo, non sa dire le bugie. Ogni tanto lo sguardo si innalza verso il cielo in cerca di una qualche stella, in cerca di un qualche segno, riferimento. Quell'animo profondamente freddo, cattivo, incoerente quest'oggi è irrequieto. I passi si susseguono, ogni tanto con il piede destro scalcia qualche sassolino da lungo la strada mentre i capelli neri, sono liberi proprio come il Mado, loro sono liberi di muoversi al vento, di seguire quel grande flusso d'aria che da sempre lo appassiona, da sempre lo fa sentire libero, vivo. Non smette mai di guardarsi intorno, macerie, gente povera, delinquenti. Lui appartiene a tutto questo, non può mentire, ne è sempre stato partecipe e sempre lo sarà. Una volontà superiore forse ha già deciso quello che pare essere il cammino di Zashiki, il cammino di un antieroe, il cammino di chi è tutto ma non è nulla. Un silenzio quasi tombale lo ricopre, quando vede una sagoma, una strana sagoma. Tenta di avvicinarsi, lentamente cautamente <Mmm?> sorpreso di vedere ancora qualcuno in quella che è una zona malfamata. Attende, nel mentre gli occhi fissano quella figura, scrutano il più possibile, osserva.

22:22 Kimi:
 Sola in quel luogo, sa di aver bisogno di aiuto ma al contempo sa quanto le potrebbe costare usare così tanto chakra insieme, la fatica non aiuta certo il suo stato fisico anzi ed è per questo che ancora esita, senza aprire le porte dell’Ade, senza permettere alle sorelle di correre da lei ed immediatamente il pensiero si allontana: tra quanto le raggiungerà? Tra quanto si tramuterà in una farfalla come è sempre stato suo destino diventare? Domande che la colgono non impreparata ma senza una risposta ed un altro colpo di tosse che corre per il suo corpo estremamente mago, altro sangue che si riversa nella bandana davanti alla bocca, la mano destra si alza lentamente così da andare a toccare la stoffa nera. Uno sguardo su di ei che percepisce, troppo paranoica per non accorgersene, con i sensi sempre all’erta, pronta ad uccidere, pronta a vendicarsi in qualsiasi istante e così mentre il suo indice va ad impattare con la stoffa percependola come umida e sporcando il candore del polpastrello con il suo stesso sangue gli occhi azzurri e pieni di rabbia si posano sul ragazzo. Lo osserva con attenzione, lo analizza con il dito appena posato sulla bandana, immobile mentre lo analizza cerca di capire quanto possa essere pericoloso per lei, lo sguardo corre a cercare armi, particolari che possano suggerirgli le sue abilità, qualsiasi cosa. Sulla destra non c’è l’anello dell’Akatsuki, da quanto non lo indossa? Quanto tempo è passato da quando si muoveva per Kusa con il mantello a proteggerla ed incutere un giusto timore? Ora al suo posto abiti logori, un corpo debole ed uno sguardo che sembra prometterti l’inferno, ferale ed elegante al tempo stesso nel modo di muoversi e di posare sugli altri lo sguardo <cosa vuoi> secca la voce esce attraversando la bandana mentre il dito palesemente sporco di sangue torna a ricadere lungo il suo fianco. Lo fissa arrestando il passo, ginocchia che andrebbero a flettersi appena, pronta allo scontro o alla fuga, deve sopravvivere ancora per un po’. Non teme d’essere riconosciuta come Medusa, non teme d’essere chiamata Mignolo Destro, il suo corpo è cambiato, i capelli sono di un diverso colore e del sua forza non è rimasta che l’ombra, persino lo sguardo è mutato da freddo e imperturbabile è diventato pieno della più primordiale rabbia [chakra on][arte del veleno liv 3]

22:35 Zashiki:
  [Quinto Cerchio] Uno scambio intenso, uno scambio tra occhi blu come il cielo e freddi come il ghiaccio. Uno scambio tra chi forse è al capolinea e chi sta iniziando ora a vivere seriamente. Il giovane Kusano la scruta ben bene, cerca di capire chi è <Mmm> poche parole, non ama parlare più del dovuto, almeno non quando è normale. Cerca di capire con chi ha a che fare, ma in lei non riconosce nulla di familiare <A parte una bella ragazza e qualche soldo in più? Nulla> risponde freddo alla domanda della ragazza. Rimane fermo, statuario. Non ha la minima intenzione di combattere, di attaccare, di scappare. Resta li fermo, con lo sguardo fisso sulla ragazza <Piuttosto mi sembra che tu abbia bisogno di aiuto> sentenzia, senza perdere tempo, il giovane. Osserva il corpo della giovane e nota del sangue sul dito della ragazza <Di nuovo?> sono già due volte in due giorni, due volte che deve compiere un gesto che non ama fare, essere altruista, ma in fondo è dovere, per ora. La mano sinistra frugherebbe nella tasca del pantalone in cerca di un qualcosa, in cerca di un fazzoletto, pulito, nuovo, fresco. Un fazzoletto bianco che rappresenta una tela che ancora deve essere disegnata, un po' come la storia del ragazzo, è ancora una tavola vuota pronta ad essere dipinta. Muove qualche passo verso la ragazza, passi fatti con la solita lentezza che lo contraddistingue, dopo di che distenderebbe completamente il braccio sinistro porgendo dunque il fazzoletto alla ragazza <Tieni> nulla di più. Il corpo, longilineo mantiene una posizione eretta, quasi impeccabile, quasi perfetta. Sul viso i lineamenti restano rudi, freddi, lo sguardo non prova compassione, non prova paura. Attende ora, non può far altro che attendere il da farsi della donna, donna che è visibilmente in difficoltà e proprio per questo per ora il corpo del giovane non è in allarme, resta rilassato.

22:48 Kimi:
 Non viene riconosciuta e se da una parte essere libera dalla sua fame le permette id tramare nell’ombra con meno timore dall’altra essere tratta così la infastidisce, ha bisogno d’aiuto questo è vero ma che un semplice sconosciuto osi dirglielo e tutta un’altra storia, preoccupante è poi il fatto che persino lui se ne sia accorto, i suoi reni stanno cedendo anzi i reni di chissà chi, il naturale veleno che scorre nelle sue vene la sta uccidendo sempre più velocemente. Lo fissa mentre l’altro si avvicina, il piede destro che si limita a scivolare indietro, pronta a scattare, allontanarsi, il tallone va ad alzarsi semplicemente ma ancora resta lì proprio perché lui si avvicina lentamente, un po’ come si fa con gli animali selvatici per intenderci. Ad ogni modo osserva quel fazzoletto, lo sguardo cala su quell’oggetto per poi risalire semplicemente attraverso il braccio e giungere nuovamente a quel volto. La mano destra si alza ma non lentamente scatta lei, andando a tendere velocemente il muscolo con il palmo che va ad aprirsi, in un repentino movimento che come obiettivo ha semplicemente quello di prendergli il dorso della mano senza tuttavia stringerlo, lo accarezza quasi prima di proseguire quel movimento verso l’alto e allontanarsi. Un semplice sfiorarsi della pelle che però dovrebbe bastargli per lasciargli un semplice regalino, il veleno tossico infatti, se fosse avvenuto il contatto, dovrebbe entrare in circolo al ragazzo facendosi ben sentire, bruciare proprio a partire dal dorso della mano toccato da lei. Si muove repentina per non risultare prevedibile, proprio come gli animali selvatici, un morso d’avvertimento quasi. Che sia riuscita o meno si limiterebbe a fare un passo indietro, per questo il baricentro si abbassa mentre il peso del colpo va sul piede destro precedentemente allontanato, una volta fatto questo si limiterebbe a far sfiorare il terreno al sinistro per raggiungere l’altra gamba, le ginocchia durante quel movimento rimarrebbero comunque flesse, sempre pronta lei, cerca solo di rimettere una buona distanza tra loro <sei tu quello che ha bisogno d’aiuto> replica quindi senza mai lasciarlo con i suoi occhi <se non vuoi morire dimmi chi sei>un ordine il suo, la voce suona distaccata, lontana e completamente disinteressata alle sue sorti <veloce> il suo veleno può essere mortale? Sì ma non basta così poco eppure gioca proprio sulla naturale paura della morte ma soprattutto cerca di capire quanto lui ne sappia di lei con quel semplice giochino, cerca di comprendere se chi ha davanti è o no un nemico con dei semplici tranelli, un accorgimento infinitamente piccolo che però dopo i recenti avvenimenti ha imparato a prendere, non peccherà mai più di superbia, sa di essere fallibile e quelle cicatrici sono lì a ricordarglielo [chakra 92/95][arte del veleno liv 3][se tocco: veleno turno 1/3][nin:125][agilità:100]

23:05 Zashiki:
  [Quinto Cerchio] E lui che prova ad essere anche gentile, cosa ci guadagna? Aver trovato una vedova nera a quanto pare. Del veleno, che bel regalo gli ha lasciato la donna, un animale selvatico, ha paura si percepisce chiaramente e forse sotto sotto anche il giovane lo aveva capito, da quegli occhi. Sta di fatto che cosa può un ragazzino dinnanzi ad un'azione del genere? Cosa può un ragazzo che solo ora sta apprendendo le basi del combattimento? Nulla, assolutamente nulla. Cerca di rimanere il più calmo possibile, ma si può in questa situazione <Cazzo> un urlo, quasi strozzato. La mano di scatto si apre e lascia cadere quel fazzoletto bianco che era pronto ad essere donato alla donna, un dolore quasi atroce considerando la ancora scarsa resistenza del ragazzo. Del resto nella sua vita più di qualche cazzotto o qualche calcio non ha mai preso, nulla da comparare con una cosa del genere <Merda, merda> impreca e non poco, è normale <Cosa cazzo hai fatto?> domanda iniziando a perdere quella che è la sua essenza, quella freddezza che lo contraddistingue è ancora troppo debole ed è già la seconda volta che ne ha la prova <Zashiki, mi chiamo Zashiki> gli urla in faccia. I due lati della medaglia, un ghiacciaio che si sta sciogliendo tramutandosi in un vero e proprio tsunami. Un dolore atroce lo accompagna e se già di solito parla poco ora cosa può dire? Nulla, assolutamente nulla. Fa qualche passo indietro, ciondolante come chi ha appena visto un incubo in faccia, come chi sta vedendo uno spettro. Eppure lo sguardo non si sposta dalla donna, per precauzione? Chissà. Le gambe si flettono appena, pronte a scattare se fosse necessario, per ora sarebbe troppo scosso per fare qualsiasi altra cosa.

23:30 Kimi:
 Il veleno entra in azione nel ragazzo e lo nota, può leggerlo nei suoi occhi, una parte in lei si calma, nessuno sarebbe così stupida da farsi avvelenare solo per poi attaccarla alle spalle no? Forse, ed è proprio questo dubbio che comunque non le permette di calmarsi completamente. Lo osserva mentre reagisce, si spaventa e si allontana scosso, assumendo una postura così simile alla sua, adesso anche lui pare pronto a scappare da lei <Zashiki e?> lo incalza, non può fidarsi di lui così come di nessun altro, ora che la sua vita sta tristemente giungendo al termine ora che la vendetta è sempre più lontana. La mano destra si alza nuovamente e va sotto alla bandana che copre l’assenza delle labbra, il pollice verrebbe portato tra i suoi denti, la solita crosticina ormai martoriata a causa dei frequenti richiami di questi giorni viene semplicemente strappata via nel momento in cui i suoi denti esposti calano sulla pelle cosa che dovrebbe permetterle di avere una goccia di sangue sul pollice. La mano vien quindi fatta calare velocemente sul terreno mentre sangue e veleno si mischiano alla terra ai suoi piedi <Umiko ho bisogno di te> mormora, probabilmente non sarà possibile al ragazzo comprendere con esattezza le sue parole ma volendo potrà comprendere la paura nel suo tono, quel richiamo disperato e spaventato, la paranoia che si palesa che la travolge ancora una volta. A questo punto proprio davanti a lei dovrebbe apparire una farfalla blu dal corpo nero, le ali richiuse. Quando è in volo le sue dimensioni sono di cinque metri, insomma non è proprio un insetto qualsiasi. La bambina dell’Ade ora andrebbe a muovere le antenne così da analizzare la figura del denshi <sono qui> una voce infantile si espande, riempie il luogo mentre l’altro urla attirando probabilmente attenzioni indesiderate. La farfalla parla colpendo così Kimi che viene quasi tranquillizzata da quella che potremmo anche definire come un’inquietante presenza, specie vista l’indole della farfalla e il piacere che trae nel torturare le anime dannate. Nel momento stesso del richiamo la tosse aumenta, sputa sangue nella bandana lei flettendo in avanti il petto, ha usato tanto chakra insieme. Il volto si abbassa lasciando solo all’evocazione l’onere di controllare la probabile minaccia. Il respiro si spezza, facendosi corto, affaticato e le gambe si piegano ulteriormente avvicinandola al terreno mentre sputa sangue nella bandana ancora legata al suo volto eppure non si abbandona, non cade, stringe i denti e resiste con tutta sé stessa, caccia quella debolezza prova ugualmente a mostrarsi forte mentre il veleno ancora circola nel corpo di Zashiki [chakra 67/95][arte del veleno liv 3][ tocco: veleno turno 2/3 -6pv][Umiko]

23:47 Zashiki:
  [Quinto Cerchio] L'orgoglio, ecco cosa fa scattare una marcia in più nel ragazzo, l'orgoglio. Il non cadere davanti a nessuno, il non cedere, il non mollare, il mostrarsi sempre come superiore o almeno non sfigurare. L'orgoglio, l'unica cosa che gli è stata tramandata da quell'inutile di un padre. Perché rimane lì? Perché non fugge come farebbe chiunque, per l'orgoglio. Volendo o meno la donna ha fatto scattare quella scintilla capace di far sbarellare il ragazzo che nonostante il dolore cerca di restare in piedi, forte e maestoso, più o meno. Al limite del possibile cerca di rimanere lucido e muovere qualche passo in avanti <Io non so chi cazzo sei> inizia a dire freddo <E soprattutto non so cosa cazzo vuoi da me> sentenzia il giovane, palesemente segnato da quel veleno che circola nel suo corpo, ma come lo è lei lo è anche lui, cerca di farsi vedere forte, o almeno per quanto possibile. Cerca di proseguire, quando appare una farfalla <Una farfalla?> se lo domanda anche lui, che sia il veleno o sta semplicemente sbarellando <Cosa cazzo sta succedendo> ora è veramente sbalordito, le ha viste tute. Come si dice in questi casi, una di quelle notti. Si questa probabilmente sarà una di quelle notti che non dimenticherà presto, una di quelle notti che ti fa crescere, una di quelle notti in cui tutto può succedere. Ma oltre a questo, ora Zashiki è palesemente confuso, stordito. Tra il dolore, la farfalla apparsa dal nulla <Che serata del cazzo> l'unica cosa che può dire, succube di una donna, di una vedova nera. Succube di un incontro casuale e colpevole di essere stato altruista, magnanimo. Succederà di nuovo? Non credo proprio, almeno dallo sguardo del giovane non si direbbe. Uno sguardo denso si di paura, ma anche di collera e vendetta. Ora cosa succederà, che sia veramente la fine per il giovane?

23:58 Kimi:
 Un orgoglio che lei ha realtà dimenticato ammesso che ne abbia mai avuto, no l’unico motivo per cui si aggrappa alla vita e cerca di sovrastare quell’ondata di stanchezza è solo per proteggersi, proteggere la sua vendetta già che non è riuscita a proteggere sua figlia deve almeno essere in grado di darle una degna vendetta, nessuno resterà impunito per quel crimine né i suoi aguzzini né coloro che l’hanno semplicemente abbandonata al suo destino, recludendola lì in quel quinto cerchio a strisciare e sopravvivere a malapena. Suo padre Yukio che preso dalla nuova vita ha semplicemente dimenticato la donna incinta che ha giurato di proteggere, ormai dovrebbe essere nonno, dovrebbe saperlo che la gravidanza sarebbe dovuta terminare in maniera decisamente più lieta. Pian piano la tosse sembra affievolirsi <[u] Fermo lì bimbo> è una voce da bambina ad occupare il luogo, la farfalla che parla al ragazzino <[u]o farò in modo che la morte sia lenta e molto dolorosa> difesa, protettiva nei confronti di quell’evocatrice che ha chiesto il suo aiuto, l’ha chiamato disperatamente pure riducendosi in quello stato. Il veleno intanto continua a circolare nel corpo del ragazzo mentre lei respira, cerca di controllarsi <chi sei o morirai> ancora minaccia, alza appena il capo lasciando che tra i capelli bianchi si intraveda lo sguardo feroce e pieno di rabbia, iridi azzurre che si buttano sul volto altrui senza esitazione. Le gambe flesse cercano di reggere il peso di quel corpo fatto di quasi sole ossa che ora prova a raddrizzarsi, il busto che torna a distendersi andando nuovamente a mostrare parte di quelle cicatrice sull’addome [chakra 67/95][arte del veleno liv 3][ tocco: veleno turno 3/3 -9pv][Umiko]

00:11 Zashiki:
  [Quinto Cerchio] L'occhio è lo specchio dell'anima, lo ripeto volentieri e da uno sguardo si possono capire molte cose <Ah, quindi anche tu devi aver una vita di merda eh> direbbe sarcastico il giovane tra un lamento o e un altro <Ora, non so se sto delirando, sto morendo, sto impazzendo o è il veleno, ma fanculo tutti> direbbe prima di ridere un po' <Io quello sguardo lo conosco, quello sguardo, ah se lo conosco> due facce, ecco cosa ha il giovane, due dannate facce completamente simmetriche ma anche completamente opposte. La prima, quella austera, fredda, razionale e che non è in grado di provare pietà ormai è sparita lasciando il posto alla seconda. Quella matta, delirante, spietata, folle, incosciente <Quello è lo sguardo di chi ha perso tutto, lo sguardo di chi cerca vendetta, non è così?> già quello sguardo, lo stesso sguardo che ha da anni il giovane Zashiki <Ugh> un breve e strozzato lamento che fa barcollare il giovane <Cazzo che male> continua ad urlare ormai completamente fuori di senno <Ora parlo anche con le farfalle> e un'altra risata <E chi si muove, probabilmente se faccio un altro passo, cado per terra> ben conscio della situazione, un dolore che non accenna a diminuire e una conversazione che ormai è fatta di sguardi. Di fatto quel profondo blu contenuto nei sottili occhi del ragazzo si posa nuovamente sulla ragazza, quegli occhi che sono sempre più colmi di rabbia che di paura, occhi di un cucciolo indifeso che prova comunque a lottare. Cosa altro può aggiungere se non un <Lo sai, è buffo, ma credo di capirti> nulla di più, se non che il corpo si inarcherebbe leggermente in avanti abbandonando quella che era una postura quasi perfetta, lasciando che quegli istanti siano imperfetti, proprio come dovrebbero essere.

00:19 Kimi:
 Capirla, quelle parole la farebbero sorridere se avesse ancora delle labbra da tendere, no nessuno può nemmeno immaginare lontanamente cosa provi o chi sia, forse solo Katsumi ci si può avvicinare ma persino lui che ormai sa tutto, ha vissuto tutto e ha visto tutto può comprenderla davvero <coprimi> un ordine semplice e diretto ed è con queste parole che lei semplicemente si volterebbe lasciando alla farfalla il resto. Le sue gambe tornerebbero a flettersi, il busto viene sbilanciato in avanti cosa che quindi dovrebbe permetterle di incominciare quello scatto al massimo della sua velocità che la porterebbe a distanziarsi molto velocemente da lui. Ma intanto Umiko obbedisce agli ordini, le ali si aprono, andando così a raggiungere quei famosi cinque metri, il chakra che andrebbe a condensarsi all’esterno del suo corpo, viene spinto fuori mentre va ad unirsi all’umidità presente nel luogo, una fitta nebbia che riduce del 75% la visibilità andrebbe così a calare su Zashiki, null’altro o almeno all’apparenza. Il veleno termina il suo effetto mentre però inizia ad agire la farfalla, infatti andrebbe ora a rallentare i suoi movimenti, così da ridurne anche la velocità e non solo la visibilità. La farfalla, una volta che Kimi sarà lontana al sicuro si limiterà a svanire, tornando nel suo mondo, negli inferi, liberando anche il denshi da quella tecnica. Svanendo così nella nebbia proprio come la sua evocatrice [end]

Uhm se vi dicessi che tanto per cambiare Kimi traumatizza gente?
No perchè è esattamente quello che è successo, ancora una volta

ps:sputo sangue e sto per morire male ma vi voglio bene eh