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{ Paura e rassicurazioni }

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con Kaori, Raido

10:35 Kaori:
  [Extemporanea] Ed anche questa era fatta. Richiusa la porta della stanza di Mekura alle sue spalle, un sospiro di sollievo esce dalle sue labbra, profondo. Rimane per qualche attimo ferma in mezzo al corridoio fra la sua camera e quella della Hyuga chiudendo le palpebre e respirando piano. Si sente molto meglio dopo essersi scusata con l'altra ed aver chiarito i loro problemi, è invero euforica all'idea di poter ricominciare il loro rapporto in modo completamente diverso, forse più sincero, forse più unito, in ogni caso sarebbe stato più rispettoso. Da ambo le parti. L'idea di tornare nella propria camera ora, però, la frena un po'. Non sa se Raido sta già dormendo oppure no, non hanno quasi spiccicato parola da quella scomoda lite che s'era scatenata nel bel mezzo della partenza. Era risentita per il modo in cui aveva apostrofato quel problema per lei sin troppo reale, ma sapeva che non aveva alcuna intenzione di offendere nessuna delle due. Ma poteva essere questa una valida giustificazione per lasciar correre il tutto? O avrebbe dovuto puntare i piedi ed esigere il rispetto che sentiva quella situazione richiedesse in quel momento per evitare nuove liti future? Non sapeva cosa pensare, cosa fare. Non aveva alcuna voglia di discutere, specialmente non con lui, ma al tempo stesso continuava a sentire quelle parole come un tarlo che la pungolavano lì dov'era più sensibile. Il suo orgoglio prudeva, bruciava, pizzicava sotto pelle continuando a lasciarle un vago senso d'amaro in bocca. Sospirò nuovamente liberando questa volta, però, non sollievo ma pura stanchezza. Continuare a rimuginarci in corridoio non sarebbe servito proprio a nulla. Così, togliendosi l'asciugamano dai capelli ancora umidi per via del bagno caldo fatto prima di andare da Mekura, e stringendosi nell'accappatoio bianco che la ricopre da capo a piedi, eccola che va rientrando nella propria camera cercando di fare il minor rumore possibile, nel timore e nell'evenienza che l'altro stesse placidamente dormendo nel suo letto. [chakra: on]

10:49 Raido:
  [Stanza da letto] Il viaggio continua verso Iwagakure, la missione è ancora in atto e portarla a termine, al momento, è la cosa più importante di tutte, almeno per l'Oboro. Questo cappuccio rosso, quest'uomo sta terrorizzando Kaori, la sta mettendo in pericolo e non può lasciare che una cosa del genere accada, deve fare di tutto per tenerla al sicuro eppure la sensazione di pericolo non cessa minimamente. Non ha paura ma non è nemmeno così sicuro delle proprie abilità, è agitato per il futuro incontro con costui, è spaventato per quello che può accadere se dovesse scendere in combattimento. Distaccato, freddo, sa di esserlo, sa di essere così in questi ultimi giorni ma non riesce a non pensare ad altro, non riesce a fare a meno di preoccuparsi di quello che può accadere andando avanti in questa storia; deve allenarsi, deve diventare più forte e potente per andare sul sicuro, deve spingere al limite massimo il proprio corpo rendendolo perfetto, limare ogni sua abilità senza lasciare sbavature di alcun tipo. Non indossa altro che un paio di pantaloni marroni, piedi scoperti così come il busto intero. Il fisico viene messo in mostra con i pettorali sagomati, gli addominali lisci ma non scolpiti, spalle larghe, braccia lunghe, bicipiti e tricipiti in bella vista, la schiena presenta tutte le venature dei muscoli e delle ossa mentre esegue le flessioni davanti al letto. Si trova a terra, braccia aperte con i palmi delle mani contro il pavimento, gambe quasi unite con la punta dei piedi a poggiare sul pavimento della stanza mentre le braccia si piegano e si allungano per via dei piegamenti. Non ha idea di quanti farne, non ha idea di quanti ne stia facendo, ha perso la cognizione del tempo da quando Kaori è uscita. Il sudore cola dalla di lui fronte mente tutto il corpo è lucido, sempre per il sudore speso, ma non accenna affermarsi, il ritmo rimane costante; gli occhi puntati sotto di se avvicinando e allontanando il viso dal terreno sottostante. Non da retta nemmeno alla porta che viene aperta, non esiste nessuno in questo momento, soltanto il proprio allenamento, soltanto il proprio corpo e l'obiettivo che si è prefissato, uccidere cappuccio rosso una volta per tutte e liberarsi di questo peso per sempre. [Chk on]

11:03 Kaori:
  [Extemporanea] Aperta la porta nota che l'altro non sta affatto dormendo, anzi. Par più sveglio che mai mentre si allena silenziosamente all'interno della stanza. Non ha idea di dove trovi la forza di pressare il suo corpo a quel modo dopo una giornata di viaggio, ma qualcosa le dice che in quel momento il suo obiettivo potrebbe non essere tanto il rafforzarsi quanto più, invero, il cercare di spegnere i pensieri. Le era parso decisamente teso quella sera. L'idea di quella missione doveva essere preoccupante per lui almeno quanto lo era per loro e per questo, forse, sta cercando di concentrarsi su una qualche azione così da impedire alla mente di vagare e perdersi verso lande decisamente poco piacevoli. Kaori richiude la porta alle sue spalle tenendo l'asciugamano appena inumidito fra le dita. Un odore di shampoo piuttosto penetrante segue ogni suo movimento, ogni passo, mentre si dirige verso il letto che condivide con l'altro. Non dice una parola, per ora, limitandosi a sedersi su una sponda per osservarlo. La sua pelle è lucida, umida e i raggi lunari che filtrano dalla finestra risaltano il sudore che delinea la muscolatura della sua schiena. I capelli d'argento si disperdono attorno alle scapole fino a scivolare in terra e la sua espressione non muta di secondo in secondo. Rimane serio, concentrato, assorto, come se neanche si fosse accorto del di lei arrivo nella stanza. Non sa se la stia evitando o se sia semplicemente troppo focalizzato nel suo allenamento, ma l'atmosfera è fin troppo tesa e scomoda per i suoi gusti. È la prima volta, da che i due si conoscono, che c'è così tanto silenzio fra loro e la cosa fa semplicemente male. La tormenta lì, alla bocca della stomaco, proprio nel punto da dove in teoria dovrebbe sgorgare e fluire tutta la sua forza. Inspira piano umettandosi nervosamente le labbra prima di alzarsi nuovamente dal letto e muovere qualche passo verso di lui con l'asciugamano ancora stretto fra le dita. Andrebbe a chinarsi alla sua altezza piegando il corpo verso il basso, il peso sostenuto interamente dalle punte dei piedi poggiate a terra, i talloni sollevati, le ginocchia perpendicolari al terreno. Sentirebbe la chioma umida pesare lungo la schiena, sulla testa, ma è una sensazione in qualche modo quasi piacevole. Porgerebbe verso di lui l'asciugamano intriso del di lei profumo osservandolo con una espressione indecifrabile. Pare a metà strada fra il disagio e la preoccupazione. Forse è solo il tipico imbarazzo post-lite, o qualcosa del genere. < Sarà meglio che ti riposi. Domani si riparte > mormorerebbe spezzando per prima quell'insopportabile silenzio, rimanendo chinata al suo fianco con l'asciugamano ancora tenuto fra le dita in sua direzione, pronta a cederglielo se egli avesse deciso d'afferrarlo. [chakra: on]

11:20 Raido:
  [Stanza da letto] Non pensare a niente, magari fosse così semplice, come se bastassero dei semplici piegamenti a tenere tutto quanto lontano ma non è così. Ogni momento è finalizzato a renderlo migliore, più forte e deciso di prima per affrontare ogni tipo di avversità che gli si para davanti; non ha idea di come sia fatto questo cappuccio rosso ma la sua ombra si materializza nelle di lui mente in ogni momento, in ogni istante torturandolo con la sua presenza. Il chakra ribolle all'interno del corpo, lo sente muoversi, scagliarsi dall'alto verso il basso andando a intaccare persino il sigillo, quel segno maledetto che, ora più che mai, vorrebbe attivare, scagliare contro quel nemico tanto pericoloso. La forza aumenta man mano che va avanti, lo stesso sigillo sta diventando più potente e sono giorni che pulsa causandogli un insano dolore, come se si stesse evolvendo per aumentare ancor di più la potenza distruttiva di cui è capace; prima o poi deve lasciarsi andare, lasciarsi possedere completamente da tale potere per sbloccare interamente. E' concentrato anche se sente ogni cosa, i passi di Kaori per la stanza, il chiudersi della porta, il suo andare nel letto, ode ogni cosa avvenga ma non la degna di uno sguardo, non si ferma a salutarla, a chiedere come è andata con Mekura. Non ha tempo da perdere, non può dedicare tempo a nessuno, ha troppo da fare, troppe cose a cui pensare e da risolvere il prima possibile se non vuole rischiare che tutto ciò che a cui tiene vada distrutto. La sudorazione aumenta, la chioma bianca si incolla al corpo, non svolazza più, i capelli sono bagnati, segno che ha bisogno di una doccia il prima possibile. Nuovamente ode i passi di Kaori, le sue leve si muovono nuovamente ma questa volta in direzione dell'albino andando a interrompere quella concentrazione assoluta, spezzando quella barriera che ha messo tra se e il mondo, distogliendo i suoi pensieri dal rosso per focalizzarli su di se e su quell'asciugamano che gli viene porto. Il capo si muove, il corpo si ferma, andando a scrutare dapprima quell'oggetto e poi il viso della ragazza. Non è facile definire l'espressione dell'Oboro in questo momento, vorrebbe accettare ma da una parte vorrebbe scacciarla, mandarla a dormire per continuare ad allenarsi, forse per tutta la notte<Non ho tempo per riposarmi>freddo e schietto, alla fine, rifiuta quel pegno di "pace" tra i due preferendo continuare a fortificarsi. Si alza ponendo fine ai piegamenti per poi sedersi atterra, glutei sul pavimento, mani dietro le orecchie, gambe piegate con la pianta dei piedi ben puntata per terra per poi cominciare con degli addominali. Sale e scende a ritmo regolare, non troppo veloce e nemmeno troppo piano, nel giusto per avere il massimo rendimento e, ancora una volta, non la guarda, non guarda Kaori. [Chk on]

11:43 Kaori:
  [Extemporanea] Si ferma solo per un attimo, lui, grondante di sudore, per fissarla silenziosamente. Osserva prima l'asciugamano, poi lei, prima di rifiutare quella premura e rialzarsi, andando a risistemarsi in una nuova e seconda posizione così da proseguire con nuovi allenamenti. Kaori espira piano, rialzandosi, ridistendendo le gambe verso l'alto e tornando in posa eretta. L'osserva mentre si strugge, s'affatica, si consuma, deglutendo piano, tacitamente. < Quindi il tuo piano è arrivare stanco e insonne da cappuccio rosso? > inclina appena il capo verso la spalla destra tenendo le iridi bianche ben fisse sulla di lui figura. Non è duro il tono, né sarcastico o caustico. Vuole cercare però di fargli capire che allenarsi a quel modo nelle ore destinate al sonno non lo aiuterà nel momento cruciale. < Hai bisogno di dormire. Noi tutti ne abbiamo > sospira poi, piano, con fare stanco, richiudendo per un attimo soltanto le palpebre. Anche lei ha paura. Paura di dove si stanno dirigendo, dell'uomo che ha ucciso da solo quattro Hyuga e rapita una quinta. Paura di non essere abbastanza forte da poter proteggere i suoi compagni, da poter sconfiggere la minaccia. Paura di essere presa, infine, com'era il programma originario di quei maledetti senza nome. Paura di perdere, di perire, lasciando nuovi corpi e nuovi geni su cui poter lavorare e sperimentare a quei dannati scienziati pazzi. Ma pensarci ora, adesso che erano alle loro porte, non aveva senso. Avrebbe solo messo più pressione sulle loro spalle, più tensione nei loro corpi. Era difficile non pensarci, scacciare il pensiero, la preoccupazione, ma doveva provare. Riapre gli occhi tentando di avvicinarsi nuovamente a lui, sedendosi in terra con la schiena poggiata contro la 'parete' del letto, e le gambe tenute strette fra loro, le ginocchia puntate verso l'alto, le piante ben poggiate in terra. Si cinge le ginocchia con le braccia reclinando il capo all'indietro, osservando il soffitto. < Non combatterai da solo. Non dovresti sobbarcarti tutta la responsabilità sulle spalle > aggiunge lei senza guardarlo, continuando ad osservare il soffitto con fare stanco, quasi perso. < Ci siamo in mezzo tutti > continua prima di fermarsi nel dare in una mezza risatina amara, le labbra distese appena verso l'esterno in un fare quasi sarcastico. < In realtà dovremmo essere io e Mekura ad avere più responsabilità sulle spalle. Potevamo tenerti fuori da questa storia, occuparcene noi come avrebbe dovuto essere in origine. > sente un fardello tremendo pesarle sul petto, sul cuore, mentre pronuncia quelle parole, gli occhi a chiudersi nuovamente mentre si libera di quel dire. Si è sempre sentita in colpa all'idea di aver fatto immischiare Raido in quella storia. Ma come avrebbero potuto fare, altrimenti? Se si fosse trattato della sua sola vita avrebbe anche potuto accettare il rischio di perdere, ma si trattava del loro clan, di un potere formidabile che non dovrebbe mai e poi mai cadere nelle mani sbagliate. Avevano bisogno di alleati potenti... O forse è solo la scusa che continua a ripetersi per giustificare la sua voglia di averlo al suo fianco? Non lo sa. Se lo chiede e ripete da giorni, costantemente, senza sosta, continuando a ballare pericolosamente sul sottile confine fra responsabilità ed egoismo. < Non ammazzarti di fatica > soffia poco dopo, debolmente, riaprendo lentamente gli occhi, osservando le pale del ventilatore a soffitto immobili su di esso. [chakra: on]

12:05 Raido:
  [Stanza da letto] Addominali continui, senza sosta e dopo questi altro, altro ancora perchè non può fermarsi in alcun modo, non può cedere alla stanchezza e nemmeno alle parole di Kaori. Gli occhi fissi sul soffitto, fissi nel vuoto ma le orecchie odono ogni cosa viene detta dalla chunin, le sue domande, le sue osservazioni. Forse ha ragione, deve dormire per arrivare riposato ma se dormire vuol dire avere meno possibilità di vittoria, allora è un qualcosa di cui può farne a meno; non ha dormito per giorni a Kiri durante gli allenamenti, ha sempre dato il massimo in ogni cosa, sempre fatto il massimo per arrivare a questo punto e ora cedere sarebbe un affronto a se stessi<Voglio arrivare preparato>finalmente risponde. Tono di voce basso, calmo, pacato ma con una punta di fiatone, ha sbagliato a parlare, ha sprecato del fiato prezioso che sarebbe potuto tornargli utile per un altro paio di sessioni ma oramai è andata, non si torna indietro<Allora dormi>cerca di chiudere il discorso, di mettere tutto a tacere con quella semplice frase. Se ha bisogno di dormire, allora dormisse senza continuare a parlare inutilmente, senza cercare di convincerlo che ciò che sta facendo è sbagliato perchè non lo è; forse è fin troppo giusto. Non ha i poteri di un semidio per quanto forte sia, non è come un Yukio che non ha bisogno di fare niente per essere forte. E' un semplice Jonin, un ninja qualunque chiamato a combattere una battaglia al di là delle proprie possibilità. Forte si ma non invincibile ed è questo il peggio problema, il suo peggior difetto durante gli scontri eppure non ha mai pesato tanto come adesso; in tutta la vita ha sempre combattuto sotto ordine diretto del Kage, ha affrontato nemici che hanno messo in pericolo il paese ma ora si tratta di proteggere la persona che ama, di tenerla al sicuro dai pericoli. Ci ha provato a restare fuori da tutto questo, a lasciarle spazio e fiducia ma sono venuti da lui, hanno chiesto il suo aiuto e ora questa responsabilità, questo compito lo stanno distruggendo. Se fallisse? Kaori morirebbe così come Mekura o peggio, potrebbero torturarle. No, fallire non è contemplato, non in questa missione, non con lei in mezzo. L'ascolta in silenzio non riuscendo a trovare un senso alle di lei parole ma lui non è in mezzo a niente ed è la Hyuga stessa a confermarlo con quella lunga ed estenuante frase ma riesce nel suo intento, si ferma. Blocca gli addominali mettendosi seduto, gli occhi a fissarla<E' vero ma non lo avete fatto, perciò ora non dirmi cosa devo fare>come può pretendere di essere ascoltata dopo che lo anno chiamato a rapporto, dopo che lo hanno messo in mezzo quando ha deciso di allontanarsi dalla questione<Io devo proteggerti e lo farò>riprende gli addominali. Si sdraia, mani dietro le orecchie per poi ricominciare a salire e scendere contraendo i vari muscoli presenti sull'addome<Non è me che voglio ammazzare>non è di certo questo il suo intento, vuole essere pronto ad ammazzare chi di dovere il prima possibile. [Chk on]

12:25 Kaori:
  [Extemporanea] Ogni parola, ogni suo dire, è come una accoltellata al petto. Il tono è pacato, sì, ma quelle frasi sono al limite del glaciale. Si era ripromessa di non voler litigare, di non voler discutere ancora, non adesso che era riuscita persino a chiarire la situazione con Mekura. Ma è difficile rimanere calmi in questa situazione, in questo momento. Non con quelle parole pronte a scacciarla, a metterla a tacere. Ancora una volta riemerge il suo lato da superiore, da jonin, mettendo da parte la sua stessa persona. Kaori ascolta in silenzio, stringe le labbra, ritrovandosi a notare come d'un tratto sia persino riuscita a farlo fermare. Ma è una pausa di pochi secondi, giusto il tempo di chiudere la questione, prima di riprendere nei suoi sforzi, allontanando qualsiasi tentativo di lei di metter pace fra loro, di preoccuparsi per lui. Stringe le labbra trattenendo e buttando giù tutte le parole che avrebbe volentieri vomitato fuori, limitandosi quindi a gettare in terra l'asciugamano e rialzarsi cautamente da terra, con un unico fluido movimento dei reni e delle gambe. < Come vuoi. > Non dice altro, non aggiunge nulla, mordendosi la lingua per impedirsi di farlo. Non è il momento per litigare, per discutere e se lui vuole continuare in quell'autodistruttiva sessione di allenamento, lei non può insistere oltre per farlo ragionare. Ci ha provato, è stata cauta e non è stata ascoltata. Pazienza. Sa che continuare ad insistere, in questo momento, avrebbe solamente significato farlo esplodere, litigare, dividersi. E anche se una parte di lei vorrebbe gridare e urlare e colpire, preferisce dar retta a quel lato di sé più quieto, più ragionevole, che le impone di sopportare e tacere. Lasciare che sia lui a gestire da sé la propria vita, lasciare a lui la scelta di accettare o meno i suoi consigli od il suo aiuto. Di rifiutarla, esattamente come sta facendo. Scosta le coperte, ci si infila silenziosamente con le mani che tremano appena un po'. Si rannicchia nel suo lato di materasso coprendosi con le lenzuola pulite della locanda, portandosi in posizione fetale sotto di esse. Si sente travolta da un sacco di sensazioni contrastanti, mille pensieri affiorano e si scontrano, portando solamente caos e dolore nella sua mente. La paura di quella missione si mischia e confonde a quella di perdere l'Oboro dal suo fianco. I suoi più grandi timori si uniscono divenendo una sola grande ombra scura che pende su di lei. Stringe i denti, i pugni, cercando di frenare il tremito che la percorre da capo a piedi. È impotente. Come ninja e come persona. Inizia davvero a chiedersi cosa ci faccia lei in un posto come quello, in una missione del genere. Stanca, terribilmente stanca, vorrebbe solo potersi spegnere, azzerare tutto. Dimenticare. [chakra: on]

12:43 Raido:
  [Stanza da letto] Ce l'ha fatta, è riuscito a far cessare quella conversazione, quel di lei dire così incessante in un vano tentativo di convincerlo. Sente la rassegnazione del di lei tono, abbattuta, sconfitta anche se si sta trattenendo dal dire ciò che pensa esattamente, si trattiene in quel dire con sempre più forza. Oramai percepisce ogni cosa, ogni sentimento e sensazione che la ragazza vive e fa male, fa male sapere che si stanno allontanando per qualcosa che non dovrebbe nemmeno esistere. Una questione delicata è questa ma nessuna delle due sembra prenderla davvero seriamente, come fanno a dormire tranquille? Come fanno a chiudere gli occhi sapendo di essere così vicine al pericolo? Non ce la fa a lasciarsi andare, specialmente ora che sono così vicini a Iwa, così in pericolo. Da quella porta può passare chiunque, da un cameriere a un pazzo che vuole i loro occhi per fare degli esperimenti se non addirittura l'intera persona ma entrambi stanno facendo lo stesso errore, si stanno allontanando in un momento in cui dovrebbero essere più vicini che mai, più uniti. E' ironico quanto sia lui il primo ad aver rimproverato le ragazze per il loro atteggiamento e ora sta facendo lo stesso. Ferma il ritmo, il corpo, cessa con l'allenamento rimettendosi in piedi e dirigendosi verso il bagno; la porta viene chiusa alla di lui spalle mentre si lava dandosi una ripulita e tornando come nuovo. Non ci mette molto, solo il tempo necessario per scacciare il sudore e il cattivo odore ed essere quanto mano presentabile e abbordabile per poi uscire tornando nella stanza da letto. Gli occhi si posano su Kaori, sulla di lei figura mentre le leve inferiori iniziano a muoversi in direzione del letto, passi calmi, lenti fino a giungere dalla sua parte di materasso dove andrebbe a sedersi e successivamente a stendersi infilando le gambe sotto le coperte, la testa sul cuscino con gli occhi rivolti verso la chunin. Inspira ed espira continuamente mentre avvicina il corpo a quello di lei, il braccio sinistro si posa sul fianco di Kaori con la testa posata sul cuscino quasi a sfiorare la sua<Tenerti al sicuro è tutto ciò che voglio perchè non posso pensare di perderti>quel pensiero ha sfiorato molte volte la mente dell'Oboro negli ultimi giorni, un pensiero terribile, un presagio che, se si avverasse, sarebbe disastroso. La rabbia è un sentimento che reprime ma quanto può essere represso quando la persona che ami viene a mancare? Non ne ha idea ma sa per certo che non riuscirebbe più a controllarsi, lascerebbe uscire tutto il potere, la furia e la forza di cui dispone senza trattenersi. [Chk on]

Raido a pranzo

13:37 Kaori:
  [Extemporanea] Rimane distesa sotto le coperte con lo sguardo perso nel vuoto. Si concentra sul suono ovattato e flebile dei movimenti dell'Oboro accorgendosi d'un tratto del suo nuovo fermarsi. Il cuore di lei batte impazzito nel petto al ritmo di un miscuglio di sensazioni che le premono contro la gola. Rabbia, paura, preoccupazione, affetto e premura. Mille emozioni diverse, mille sentimenti, mille pensieri. Si sente soverchiata dal loro peso, dalla loro prepotenza, ora che sotto le lenzuola la mente è libera di divagare e attaccarla. È tutto troppo intenso, troppo travolgente per lei. Come può gestire tutto ciò? Tutti questi sentimenti che le tolgono il respiro? Ma più della paura di morire, di essere catturata, di fallire, più di ogni cosa teme i silenzi freddi di lui. Avverte i suoi passi, la porta del bagno che si chiude alle sue spalle. Avverte lo scroscio dell'acqua attraverso la porta, il silenzio della notte tutt'attorno. Sospira stancamente, piano, desiderosa di una pausa da tutto questo, dall'agitazione, la paura. Cerca di imporsi controllo e calma, cerca di respirare a fondo contando piano nella sua mente. E, alla fine, avverte la presenza di Raido al suo fianco. Lo sente mettersi a letto, infilarsi sotto le coperte, sistemarsi alle di lei spalle. E poi sgrana appena gli occhi, silenziosamente, quando avverte la sua mano cingergli i fianchi, il suo capo così vicino al proprio, al punto che la sua voce par un sussurro diretto al suo orecchio. Com'è possibile che basti una semplice frase per cancellare ogni segno di rabbia e irritazione dalla di lei mente? Dal suo cuore? Come può scacciare via ogni rancore con poche semplici parole? A volte odia quel suo dipendere così intensamente da lui... < Credi che non sia lo stesso per me? > mormora con la voce bassa, pacata, tesa, rimanendo rannicchiata nella sua posizione, senza voltarsi verso di lui. < Non riesco a sopportare l'idea di averti coinvolto. Per Mekura sei una carta vincente da sfruttare per realizzare la missione, per me si tratta solo di averti messo in pericolo. Non riesco a smettere di pensare al fatto che non dovresti essere qui, che potresti stare a Kusa in questo momento di pace dopo la gravosa e faticosa guerra appena finita... > lascia modo ai suoi pensieri di fluire via, di raggiungerlo, di liberarla da quel peso che le grava dolorosamente sul petto e sugli stessi polmoni. < Ma non sono riuscita a mettere davanti alla mia paura la tua sicurezza > sente gli occhi pizzicare, ma trattiene faticosamente e stoicamente le lacrime. Deglutisce silenziosamente respirando piano, poco per volta. < Sapere che qualcuno stesse mirando proprio a me, fra tutti, mi blocca. Non so come fare ad andare avanti, ma se ci sei tu vicino posso fare qualsiasi cosa... > Egoista. Debole. Vile. Esporre il proprio uomo al pericolo per l'incapacità di proseguire da sola. Per il timore di perdere, di morire a causa della sua stessa impotenza. < E questa è una battaglia che proprio non posso perdere. E non perchè potrei andarci di mezzo io, ma perchè un fallimento ora potrebbe mettere in pericolo tutti i piccoli Hyuga che sono a casa. Tutti quei bambini che ancora non sanno cosa la gente sarebbe capace di fare per uno solo dei loro occhi... > Troppi pesi, troppe paure, troppi pensieri che sfilano via dalle sue labbra. Si volta piano, lentamente, fino a porre il proprio corpo frontale a quello di lui, il suo viso ad osservare l'altro, ed i capelli umidi a spargersi sulle lenzuola e sul cuscino candido. < E nonostante tutto questo, l'unico pensiero che continua a chiudermi lo stomaco è sapere che ti ho messo in pericolo per puro egoismo... per paura, per debolezza. > fa male rivelare ad alta voce quei pensieri, quelle ammissioni, ma non può nasconderle oltre. Negarle, rifiutarle. Non a lui. E, più di tutti, non a se stessa. < Non gli lascerò toccarti... > [chakra: on]

14:29 Raido:
  [Stanza da letto] Il pericolo è tangibile, vivo per certi versi, lo sente tra loro, sente quella presenza che continua a insinuarsi nelle loro menti, nelle loro ossa, nelle carni stesse rendendo ogni movimento un dono del destino. Ogni pensiero fatto con questa presenza è qualcosa di irrazionale e le percepisce, la paura; sente la paura pervadere la ragazza, la stessa che potrebbe pervadere se stesso ma non lascia che questa prenda il sopravvento. Spaventato si, agitato persino ma la paura non deve entrare, non deve arrivare a toccargli il cuore altrimenti tutto viene reso vano. E' un sentimento umano che in molti casi salva delle vite, la forza della paura permette di sopravvivere ma in molti altri casi impedisce di agire, trattiene il corpo, rallenta la mente e in combattimento ne decreta la fine, una sconfitta su tutti i fronti. Annuisce il capo, un flebile sorriso va a crearsi sul viso, è lo stesso, lo sa come sa che un nemico del genere è difficile, per lei, da battere, forse addirittura impossibile. Un uomo capace di battere 4 Hyuga con estrema facilità non è da sottovalutare, non è da prendere sotto gamba solo per tenere qualcuno al sicuro e lui meno di tutti merita questo trattamento<Il mio posto è al tuo fianco, non a Kusa ne a Kiri>non rinnega la propria patria ma non la considera nemmeno più la propria dimora ma solo il luogo dove è nato e dove ha vissuto. Casa è dove ti porta il cuore, con lei, in qualunque momento, in qualsiasi luogo è a casa solo se resta al di lei fianco<Mekura ragiona per vincere e non la biasimo ma stare lontano ci avrebbe uccisi entrambi>essere divisi da una guerra che entrambi non dovrebbero combattere li avrebbe distrutti, resi finiti e forse è un bene che entrambi siano li, in quella stanza, insieme come è giusto che sia. Le parole della ragazza continuano a raggiungerlo, lettera dopo lettera si insinuano nella di lui mente; Hyuga che rischiano, paura, debolezza, egoismo. Una pugnalata dietro l'altro ma un piccolo sorriso si forma sul viso mentre la osserva girarsi, ne vede gli occhi e istintivamente la destra si solleva, le percorre il corpo andando a poggiare il palmo della suddetta sulla di lei guancia. Il pollice ne carezza la gote continuando a fissarla con lo sguardo, non le stacca gli occhi di dosso<Non sentirti in colpa, vinceremo...insieme>forse insieme ma la paura che le accada qualcosa è ancora viva e vegeta, non riesce a scacciarla dalla mente, non riesce a evitare di pensarci. E' impossibile che un tale pensiero aleggi ancora in lui dopo tutto quello che è successo in questa sera ma è forse l'unica paura che si porta dietro<Non ti succederà niente e non mi succederà niente, te lo prometto>sta mentendo, questa potrebbe essere la sua ultima missione e lo sa ma farla vivere è la priorità, niente conta di più al mondo che la vita di Kaori. [Chk on]

14:57 Kaori:
  [Extemporanea] In qualche modo sembra che la tensione nella stanza stia poco a poco allentandosi. Non l'agitazione, non la paura, non il timore per quanto sta per accadere, ma almeno la tensione che vibrava fra loro sembra calare mano a mano fino a rendere meno freddo il loro rapporto. Avverte il calore del di lui corpo alle sue spalle, attorno a sé, subito fuori da quell'accappatoio bianco che divide la sua schiena dal suo petto, e si sente già come galvanizzata dalla sua vicinanza. Ode le sue parole, la sua voce, ed ogni sillaba la scalda silenziosamente dall'interno. Fioriscono nuovi sentimenti, nuovi doni nel suo cuore, mentre le sembra di risentire le parole che lei stessa gli disse un tempo. Konoha sarebbe sempre stata la sua patria, ma la sua casa... non più. Quella sarebbe stata sempre fra le braccia dell'albino. Avverte il battito cardiaco accelerare, pompare sangue con forza in tutto il corpo diffondendo un calore sordo mentre lui chiosa quelle brevi ma semplici parole. Ancora non si volta, ancora non ne ricerca lo sguardo, cercando di calmarsi ancora un po' prima di affrontare le sue iridi color dell'oro. Quelle parole la portano ad annuire, a concordare con lui. Sì, di questo ne è certa anche lei. Il solo pensiero di saperla in missione senza di lui avrebbe potuto portarlo alla follia, mentre l'idea di rischiare la vita senza avergli potuto dare un ultimo bacio l'avrebbe portata a commettere errori fatali. Le loro vite sono così strettamente collegate, ormai, da impedire all'uno di vivere senza l'altro, lasciandogli la sola possibilità di morire assieme. Solo a quel punto Kaori va voltandosi verso di lui rigirandosi sotto le lenzuola, con l'accappatoio a seguire ogni movimento allentandosi appena in quel continuo muoversi e girarsi. Avverte la sua mano risalire lungo il di lei corpo fino a raggiungere il suo viso, fino a sfiorarlo, carezzarlo, lasciando che le loro iridi s'incontrino con fare appena più tranquillo, molto più caloroso. < Vivremo assieme > farebbe per correggerlo lei portando la propria destrorsa a salire fino a poggiarsi sulla mano che egli ha sul suo viso. Non lo avrebbe lasciato morire, non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via. Un sorriso amaro, tenero, si forma sulle labbra di lei a quelle ultime parole mentre osserva il volto di Raido così serio, così premuroso accanto a sé. Percepisce l'agitazione che regna ancora in entrambi e sa che quelle parole gli costano tanto. < Bugiardo > sorride appena lei portando la propria destrorsa dalla mano di lui fino al suo viso, quasi ad imitare la posa dell'altro, carezzandone la gota, il volto con le dita sottili. < Non possiamo prometterci questo > sussurra lei consapevole del fatto che lo scontro che stanno ricercando non sarà semplice, non sarà una missione come quelle affrontate fino a quel giorno. Forse, in qualche modo, sarebbe persino stata più dura degli scontri durante la recente guerra. < Ma possiamo promettere di fare il possibile per vincere. Per proteggerci > aggiunge lei guardandolo fisso negli occhi, la voce dolce, gentile, pulita che scivola in soffi leggeri verso di lui. < Pensavo che amare qualcuno avrebbe potuto essere solo un problema in battaglia. Ma ora voglio credere che possa darci la giusta forza per vincere... che possa spingerci a dare tutto pur di rimanere in vita, insieme > rivela dopo un istante fermando il moto delle dita sul suo viso. < Ma ora basta pensare... > sussurra lei avvicinandosi a lui, scivolando sul materasso un po' più in là, avvicinandosi al suo petto, le sue gambe a sfiorare ed incontrare le sue sotto le lenzuola. < Voglio vivere con te gli ultimi attimi di pace che ci restano in questa terra prima delle battaglie, gli scontri e il sangue > mormora lei lasciando scivolare la mano sul suo viso, le dita ad incontrare ora il suo collo, la sua nuca, ad incastrarsi fra i suoi capelli. < Ti amo > sussurrerebbe infine, guardandolo, prima di tentare d'avvicinare il proprio viso al suo e ricercarne le labbra con le proprie. Tentare di strappargli e donargli questo tenero, ricco, desiderato bacio nel quale immettere tutta la paura, l'amore e la devozione che prova per lui. [END]

15:17 Raido:
 Le parole escono come piccoli fiumiciattoli dalle loro bocche, la tensione si sta smorzando pian piano, tutto torna alla normalità..almeno con lei ma deve parlare anche con Mekura prima o poi, parlare di alcuno cose uscite durante la camminata, l'ultima volta. Sospira alla fine, è conscio che questa conversazione è costernata di bugie e metodi per rendere l'avventura meno estenuante. Nessuno dei due vuole morire, nessuno dei due vuole che l'altro si faccia male eppure come fare? Non c'è un modo vero e proprio per farlo avverare, per essere sicuri di ogni cosa. Sente Kaori avvicinarsi ancora, il tocco della sua mano si fa sempre più concreto e quelle parole risultano come un balsamo, un qualcosa di dolce che riesce a calmarlo fino ad accettare quel bacio, quel piccolo bacio prima di ricominciare il tutto. Godersi gli ultimi momenti di pace e tranquillità<Ti amo>la ama e non glielo può negare, non può farlo minimamente<Presto sarà tutto finito>direbbe per poi riavvicinare le labbra alle sue continuando a baciarla e a godersi questa notte con tutta l'intensità possibile, con tutto se stesso senza lasciare niente in sospeso. [END]

Kaori, di ritorno dalla chiacchierata con Mekura, torna nella sua stanza dove l'attende una nuova sfida. Raido.

Dopo una iniziale freddezza da parte di entrambi, i due lasciano fuoriuscire i propri pensieri circa l'imminente missione e cercano di rassicurarsi l'un l'altro.

(Fatta in extempore subito dopo l'ultima mia role con Mekura)