Raido a pranzo
[Extemporanea] Rimane distesa sotto le coperte con lo sguardo perso nel vuoto. Si concentra sul suono ovattato e flebile dei movimenti dell'Oboro accorgendosi d'un tratto del suo nuovo fermarsi. Il cuore di lei batte impazzito nel petto al ritmo di un miscuglio di sensazioni che le premono contro la gola. Rabbia, paura, preoccupazione, affetto e premura. Mille emozioni diverse, mille sentimenti, mille pensieri. Si sente soverchiata dal loro peso, dalla loro prepotenza, ora che sotto le lenzuola la mente è libera di divagare e attaccarla. È tutto troppo intenso, troppo travolgente per lei. Come può gestire tutto ciò? Tutti questi sentimenti che le tolgono il respiro? Ma più della paura di morire, di essere catturata, di fallire, più di ogni cosa teme i silenzi freddi di lui. Avverte i suoi passi, la porta del bagno che si chiude alle sue spalle. Avverte lo scroscio dell'acqua attraverso la porta, il silenzio della notte tutt'attorno. Sospira stancamente, piano, desiderosa di una pausa da tutto questo, dall'agitazione, la paura. Cerca di imporsi controllo e calma, cerca di respirare a fondo contando piano nella sua mente. E, alla fine, avverte la presenza di Raido al suo fianco. Lo sente mettersi a letto, infilarsi sotto le coperte, sistemarsi alle di lei spalle. E poi sgrana appena gli occhi, silenziosamente, quando avverte la sua mano cingergli i fianchi, il suo capo così vicino al proprio, al punto che la sua voce par un sussurro diretto al suo orecchio. Com'è possibile che basti una semplice frase per cancellare ogni segno di rabbia e irritazione dalla di lei mente? Dal suo cuore? Come può scacciare via ogni rancore con poche semplici parole? A volte odia quel suo dipendere così intensamente da lui... < Credi che non sia lo stesso per me? > mormora con la voce bassa, pacata, tesa, rimanendo rannicchiata nella sua posizione, senza voltarsi verso di lui. < Non riesco a sopportare l'idea di averti coinvolto. Per Mekura sei una carta vincente da sfruttare per realizzare la missione, per me si tratta solo di averti messo in pericolo. Non riesco a smettere di pensare al fatto che non dovresti essere qui, che potresti stare a Kusa in questo momento di pace dopo la gravosa e faticosa guerra appena finita... > lascia modo ai suoi pensieri di fluire via, di raggiungerlo, di liberarla da quel peso che le grava dolorosamente sul petto e sugli stessi polmoni. < Ma non sono riuscita a mettere davanti alla mia paura la tua sicurezza > sente gli occhi pizzicare, ma trattiene faticosamente e stoicamente le lacrime. Deglutisce silenziosamente respirando piano, poco per volta. < Sapere che qualcuno stesse mirando proprio a me, fra tutti, mi blocca. Non so come fare ad andare avanti, ma se ci sei tu vicino posso fare qualsiasi cosa... > Egoista. Debole. Vile. Esporre il proprio uomo al pericolo per l'incapacità di proseguire da sola. Per il timore di perdere, di morire a causa della sua stessa impotenza. < E questa è una battaglia che proprio non posso perdere. E non perchè potrei andarci di mezzo io, ma perchè un fallimento ora potrebbe mettere in pericolo tutti i piccoli Hyuga che sono a casa. Tutti quei bambini che ancora non sanno cosa la gente sarebbe capace di fare per uno solo dei loro occhi... > Troppi pesi, troppe paure, troppi pensieri che sfilano via dalle sue labbra. Si volta piano, lentamente, fino a porre il proprio corpo frontale a quello di lui, il suo viso ad osservare l'altro, ed i capelli umidi a spargersi sulle lenzuola e sul cuscino candido. < E nonostante tutto questo, l'unico pensiero che continua a chiudermi lo stomaco è sapere che ti ho messo in pericolo per puro egoismo... per paura, per debolezza. > fa male rivelare ad alta voce quei pensieri, quelle ammissioni, ma non può nasconderle oltre. Negarle, rifiutarle. Non a lui. E, più di tutti, non a se stessa. < Non gli lascerò toccarti... > [chakra: on] [Stanza da letto] Il pericolo è tangibile, vivo per certi versi, lo sente tra loro, sente quella presenza che continua a insinuarsi nelle loro menti, nelle loro ossa, nelle carni stesse rendendo ogni movimento un dono del destino. Ogni pensiero fatto con questa presenza è qualcosa di irrazionale e le percepisce, la paura; sente la paura pervadere la ragazza, la stessa che potrebbe pervadere se stesso ma non lascia che questa prenda il sopravvento. Spaventato si, agitato persino ma la paura non deve entrare, non deve arrivare a toccargli il cuore altrimenti tutto viene reso vano. E' un sentimento umano che in molti casi salva delle vite, la forza della paura permette di sopravvivere ma in molti altri casi impedisce di agire, trattiene il corpo, rallenta la mente e in combattimento ne decreta la fine, una sconfitta su tutti i fronti. Annuisce il capo, un flebile sorriso va a crearsi sul viso, è lo stesso, lo sa come sa che un nemico del genere è difficile, per lei, da battere, forse addirittura impossibile. Un uomo capace di battere 4 Hyuga con estrema facilità non è da sottovalutare, non è da prendere sotto gamba solo per tenere qualcuno al sicuro e lui meno di tutti merita questo trattamento<Il mio posto è al tuo fianco, non a Kusa ne a Kiri>non rinnega la propria patria ma non la considera nemmeno più la propria dimora ma solo il luogo dove è nato e dove ha vissuto. Casa è dove ti porta il cuore, con lei, in qualunque momento, in qualsiasi luogo è a casa solo se resta al di lei fianco<Mekura ragiona per vincere e non la biasimo ma stare lontano ci avrebbe uccisi entrambi>essere divisi da una guerra che entrambi non dovrebbero combattere li avrebbe distrutti, resi finiti e forse è un bene che entrambi siano li, in quella stanza, insieme come è giusto che sia. Le parole della ragazza continuano a raggiungerlo, lettera dopo lettera si insinuano nella di lui mente; Hyuga che rischiano, paura, debolezza, egoismo. Una pugnalata dietro l'altro ma un piccolo sorriso si forma sul viso mentre la osserva girarsi, ne vede gli occhi e istintivamente la destra si solleva, le percorre il corpo andando a poggiare il palmo della suddetta sulla di lei guancia. Il pollice ne carezza la gote continuando a fissarla con lo sguardo, non le stacca gli occhi di dosso<Non sentirti in colpa, vinceremo...insieme>forse insieme ma la paura che le accada qualcosa è ancora viva e vegeta, non riesce a scacciarla dalla mente, non riesce a evitare di pensarci. E' impossibile che un tale pensiero aleggi ancora in lui dopo tutto quello che è successo in questa sera ma è forse l'unica paura che si porta dietro<Non ti succederà niente e non mi succederà niente, te lo prometto>sta mentendo, questa potrebbe essere la sua ultima missione e lo sa ma farla vivere è la priorità, niente conta di più al mondo che la vita di Kaori. [Chk on] [Extemporanea] In qualche modo sembra che la tensione nella stanza stia poco a poco allentandosi. Non l'agitazione, non la paura, non il timore per quanto sta per accadere, ma almeno la tensione che vibrava fra loro sembra calare mano a mano fino a rendere meno freddo il loro rapporto. Avverte il calore del di lui corpo alle sue spalle, attorno a sé, subito fuori da quell'accappatoio bianco che divide la sua schiena dal suo petto, e si sente già come galvanizzata dalla sua vicinanza. Ode le sue parole, la sua voce, ed ogni sillaba la scalda silenziosamente dall'interno. Fioriscono nuovi sentimenti, nuovi doni nel suo cuore, mentre le sembra di risentire le parole che lei stessa gli disse un tempo. Konoha sarebbe sempre stata la sua patria, ma la sua casa... non più. Quella sarebbe stata sempre fra le braccia dell'albino. Avverte il battito cardiaco accelerare, pompare sangue con forza in tutto il corpo diffondendo un calore sordo mentre lui chiosa quelle brevi ma semplici parole. Ancora non si volta, ancora non ne ricerca lo sguardo, cercando di calmarsi ancora un po' prima di affrontare le sue iridi color dell'oro. Quelle parole la portano ad annuire, a concordare con lui. Sì, di questo ne è certa anche lei. Il solo pensiero di saperla in missione senza di lui avrebbe potuto portarlo alla follia, mentre l'idea di rischiare la vita senza avergli potuto dare un ultimo bacio l'avrebbe portata a commettere errori fatali. Le loro vite sono così strettamente collegate, ormai, da impedire all'uno di vivere senza l'altro, lasciandogli la sola possibilità di morire assieme. Solo a quel punto Kaori va voltandosi verso di lui rigirandosi sotto le lenzuola, con l'accappatoio a seguire ogni movimento allentandosi appena in quel continuo muoversi e girarsi. Avverte la sua mano risalire lungo il di lei corpo fino a raggiungere il suo viso, fino a sfiorarlo, carezzarlo, lasciando che le loro iridi s'incontrino con fare appena più tranquillo, molto più caloroso. < Vivremo assieme > farebbe per correggerlo lei portando la propria destrorsa a salire fino a poggiarsi sulla mano che egli ha sul suo viso. Non lo avrebbe lasciato morire, non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via. Un sorriso amaro, tenero, si forma sulle labbra di lei a quelle ultime parole mentre osserva il volto di Raido così serio, così premuroso accanto a sé. Percepisce l'agitazione che regna ancora in entrambi e sa che quelle parole gli costano tanto. < Bugiardo > sorride appena lei portando la propria destrorsa dalla mano di lui fino al suo viso, quasi ad imitare la posa dell'altro, carezzandone la gota, il volto con le dita sottili. < Non possiamo prometterci questo > sussurra lei consapevole del fatto che lo scontro che stanno ricercando non sarà semplice, non sarà una missione come quelle affrontate fino a quel giorno. Forse, in qualche modo, sarebbe persino stata più dura degli scontri durante la recente guerra. < Ma possiamo promettere di fare il possibile per vincere. Per proteggerci > aggiunge lei guardandolo fisso negli occhi, la voce dolce, gentile, pulita che scivola in soffi leggeri verso di lui. < Pensavo che amare qualcuno avrebbe potuto essere solo un problema in battaglia. Ma ora voglio credere che possa darci la giusta forza per vincere... che possa spingerci a dare tutto pur di rimanere in vita, insieme > rivela dopo un istante fermando il moto delle dita sul suo viso. < Ma ora basta pensare... > sussurra lei avvicinandosi a lui, scivolando sul materasso un po' più in là, avvicinandosi al suo petto, le sue gambe a sfiorare ed incontrare le sue sotto le lenzuola. < Voglio vivere con te gli ultimi attimi di pace che ci restano in questa terra prima delle battaglie, gli scontri e il sangue > mormora lei lasciando scivolare la mano sul suo viso, le dita ad incontrare ora il suo collo, la sua nuca, ad incastrarsi fra i suoi capelli. < Ti amo > sussurrerebbe infine, guardandolo, prima di tentare d'avvicinare il proprio viso al suo e ricercarne le labbra con le proprie. Tentare di strappargli e donargli questo tenero, ricco, desiderato bacio nel quale immettere tutta la paura, l'amore e la devozione che prova per lui. [END] Le parole escono come piccoli fiumiciattoli dalle loro bocche, la tensione si sta smorzando pian piano, tutto torna alla normalità..almeno con lei ma deve parlare anche con Mekura prima o poi, parlare di alcuno cose uscite durante la camminata, l'ultima volta. Sospira alla fine, è conscio che questa conversazione è costernata di bugie e metodi per rendere l'avventura meno estenuante. Nessuno dei due vuole morire, nessuno dei due vuole che l'altro si faccia male eppure come fare? Non c'è un modo vero e proprio per farlo avverare, per essere sicuri di ogni cosa. Sente Kaori avvicinarsi ancora, il tocco della sua mano si fa sempre più concreto e quelle parole risultano come un balsamo, un qualcosa di dolce che riesce a calmarlo fino ad accettare quel bacio, quel piccolo bacio prima di ricominciare il tutto. Godersi gli ultimi momenti di pace e tranquillità<Ti amo>la ama e non glielo può negare, non può farlo minimamente<Presto sarà tutto finito>direbbe per poi riavvicinare le labbra alle sue continuando a baciarla e a godersi questa notte con tutta l'intensità possibile, con tutto se stesso senza lasciare niente in sospeso. [END]