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con Hanae, Kaori

17:02 Kaori:
 Ormai i suoi giorni a Kusa stanno per finire. Di lì a breve sarebbe partita al fianco di Raido e di Mekura per il lontano e sconosciuto paese di Iwa. Un viaggio cui non sa come prepararsi e che non saprebbe dire quanto durerà ma che, in qualche modo, la fa sentire più viva che mai. Si tratterà di un'esperienza difficile, piuttosto pericolosa e che metterà a rischio non solo la sua vita ma anche quella del suo intero clan e che per questo le fa sentire sulle spalle il peso di responsabilità mai sostenute prima. Tuttavia, al tempo stesso, è desiderosa di mettersi alla prova, di poter concretamente fare qualcosa per la salvaguardia e la protezione del proprio Villaggio e per questo, in parte, non vede l'ora di partire. Nel frattempo che i suoi compagni di viaggio terminano di sistemare le loro ultime cose, comunque, lei conduce la sua vita tranquillamente cercando di dare una mano nell'ospedale di Kusagakure in qualità di ninja medico; ha già aiutato in passato durante i giorni della rivoluzione ed è stato con piacere che ha rivisto e salutato vecchi colleghi di quei giorni. Quest'oggi si aggira per l'ospedale con i capelli legati in una morbida crocchia in cima al capo ed un paio di ciuffi morbidi che le ricadono ai lati del viso fino a scivolare lungo il busto all'altezza del seno. Il coprifronte di Konohagakure appartenuto in passato ad Azrael Nara è legato attorno al collo con il nodo tenuto stretto dietro la nuca e la placca metallica con l'incisione del simbolo della Foglia posta a protezione della gola. Non ha armi con sé, in ospedale non sono permesse ed autorizzate, ma dopotutto non ne ha neppure bisogno considerata la sua estrema incapacità di relazionarsi con tali strumenti. Indossa, al di sotto del camice bianco tenuto aperto sul davanti, una camicetta di un viola pallido e stinto ed un paio di pantaloni elasticizzati neri che le fasciano le curve e le cosce. Degli stivali ninja color pece discendono dal ginocchio fino ai piedi mentre attorno alla vita è tenuta una sorta di cintura-fascia che le avvolge i fianchi e stringe appena il busto. Una tasca porta oggetti contenente strumenti da missione, rotoli, medicinali e bendaggi è tenuta su da questa cintura e pende sul fianco sinistro della ragazza che si aggira per i corridoi della struttura. Ha appena finito di curare un ninja appena tornato da una missione con qualche costola incrinata ed ora sta occupandosi di riempire la sua cartella con i nuovi dati. Si ferma al bancone dell'accettazione al primo piano e prende a scrivere sul foglio i dati del paziente e i particolari circa il suo trattamento sistemandosi una ciocca dei suoi capelli violacei dietro l'orecchio destro. Insomma, un giorno come tanti per i reparti e le corsie di quella struttura. [chakra: on]

17:26 Hanae:
 Ormai il gesto di Arima ha dato avvio ad una serie di eventi che non può essere semplicemente interrotta. Il clan che con tanta difficoltà ha imparato ad amare è adesso una delle fonti principali del sentimento che lo ha mantenuto a galla dinnanzi alla morte: odio. Odio plasmato in forme sottili e ben definiti, un odio per certi versi opposto a quello provato da Kimi, poichè prima di esso vi è stato un sentimento ben differente. Ha una sola e forse utile informazione che potrebbe portarlo ad un esito riguardo i reni di Kimi..ci ha ragionato sopra, e i kanji che formano la parola Goryo non gli ricordano altro che un nome proprio. Il luogo principale dal quale iniziare le ricerche per adesso è l'ospedale..forse nei reparti di chirurgia e medicina trasfusionale potrebbe trovare qualcosa di utile, altrimenti si dovrà rivolgere a Yukio e dunque agli archivi interni del villaggio. Il chakra permane disimpastato, causa gli stretti controlli che il neo kage..Yukio, ha applicato per coloro che non fanno parte dello staff medico o dell'unità sensitiva che sta a guardia del perimetro. Beh, per quest'oggi il chakra non dovrebbe essere una risorsa fondamentale. A coprire il corpo del celebre ninja originario del villaggio del suono un abito dal taglio formale completamente nero, composto da camicia - il cui primo bottone dall'alto è stato rimosso - cintura , pantalone e stivali neri. Tratto distintivo sono i guanti indossati e la cravatta annodata al collo, elementi colorati su una scala di rossi più o meno scuri. Una benda posa sull'occhio destro, così da coprire il color bianco vitreo che attornia la pupilla. Il capo si ritrova leggermente inarcato verso l'alto, il solo occhio visibile a puntare in direzione del centro informazioni al piano terra dell'ospedale, il corpo a seguire con le gambe che avviano un moto rettilineo uniforme in direzione del centro informazioni. Per la propria ricerca avrebbe semplicemente potuto procedere nei reparti interessati, ma con gradita sorpresa potrebbe trovarsi in questo stesso ospedale un elemento importante per la propria battaglia..Kaori Hyuga, una delle poche figure mai cercate dall'Uchiha portanti con sè l'innata oculare del Byakugan. Una delle poche innate in grado di contrastare in maniera più attiva il potere delle arti illusorie Uchiha, a volte fin troppo ben elaborate per essere riconoscibili tramite il solo ingegno. E poter vedere quel sottile filo di chakra che inganna la mente altrui, beh..potrebbe essere cruciale sotto diversi profili. Raggiunge dunque il punto del piano terra adibito al centro informazioni, lo sguardo a cercare un eventuale uomo di guardia e le labbra a schiudersi. Il tono è freddo e l'iride cremisi circondata dalle cicatrici potrebbe contribuire al riconoscerlo per colui che è. < Sto cercando un medico, Kaori Hyuga. Avrei bisogno urgente di..parlarle. > Fronte ad aggrottarsi appena e corpo immobile. "Kaori Hyuga..mando qualcuno a chiamarla, dovrebbe trovarsi ancora in ospedale." un cenno del capo da parte del destinario del messaggio dell'Uchiha, che proseguirebbe nell'avvicinarsi ad un ulteriore ragazzo, che al seguito di un dialogo si avvierebbe rapidamente per raggiungere il piano dove adesso alloggia la Hyuga, con lo scopo di avvertirla di qualcuno che chiede della sua presenza. [ chakra off] [Equip->scheda(NO armi)]

17:59 Kaori:
 Termina di trascrivere i dati relativi alla recente cura fatta al paziente e richiude il sottile plico di documenti che ha poggiato sul bancone. Porge la cartella all'infermiera dietro il banco che, con un sorriso, l'afferra e la ripone insieme ad altri fascicoli che, probabilmente, avrebbero trovato loco in altri archivi. C'è dopotutto una struttura ben organizzata all'interno dell'ospedale: cartelle e documenti vengono riposti con maniacale cura in appositi cassetti e librerie di modo tale che sia più semplice cercare dati e trascorsi di ogni paziente. Un respiro profondo va a gonfiare il petto della ragazza che ripone la penna all'interno del taschino superiore del suo camice, posto all'altezza del seno sinistro. Il suo turno sarebbe terminato di lì a breve, per quel giorno ha fatto abbastanza, ma vuole rimanere ancora per qualche minuto per assicurarsi che non ci sia bisogno di lei. Sebbene abbia ancora molto da imparare ed il suo potenziale sia ancora in parte inespresso, ha dimostrato di possedere capacità utili nel suo ruolo di medico e spesso e volentieri viene richiamata ad aiutare dai suoi superiori. È proprio mentre sta per andare a controllare la tabella degli interventi che qualcuno le viene incontro. E' un ragazzo che solitamente si occupa di aiutare all'ingresso gli anbu di guardia e che riferisce messaggi fra i vari reparti quando necessario. Una sorta di aiuto infermiere tutto-fare non ancora specializzato nella vera e propria arte medica. Kaori arresta il passo in mezzo al corridoio osservando la figura altrui con fare interrogativo ritrovandosi poi a vederlo fermarsi dinnanzi a sé, a pochi passi da lei. “Signorina” l'apostrofa lui con l'espressione tranquilla. “C'è qualcuno di sotto, all'ingresso, che vorrebbe parlarle” riferisce lui senza sapere di chi si tratti essendo stato semplicemente richiamato dalla guardia anbu e avendo udito da lui il messaggio in questione. La Hyuga aggrotta appena le sopracciglia con fare confuso, sorpreso. Chi potrebbe mandarla a chiamare? Che sia Raido? O Mekura, forse? Che ci sia stato un nuovo cambio di programma? Ormai ogni variazione nella sua normale routine la porta inevitabilmente a pensare a novità riguardanti il fatidico progetto “Hyuga puri”. <Arrivo> chiosa semplicemente lei dirigendosi in fondo al corridoio verso le scale che portano al piano di sotto. Passi cadenzati, misurati, che la guidano verso il pian terreno adibito ad accoglienza per chiunque giunga in ospedale. Respira piano, lentamente, umettandosi rapidamente le labbra mentre cerca di pensare a chi potrebbe esser venuto a richiamarla, ritrovandosi in breve tempo a raggiungere il piano desiderato. Avanza lungo il tragitto che separa l'ingresso dalle scale affiancando quindi gli anbu di guardia e notando solo ora, coi suoi stessi rarissimi occhi, la figura dell'unico altro uomo presente. Le iridi perlacee vagano per un istante soltanto lungo il viso del ragazzo riconoscendo in quell'iride dalla sclera nera e nelle cicatrici attorno allo stesso occhio il famigerato e ben noto Katsumi Uchiha. Una sorpresa sicuramente inaspettata considerando che non ha mai avuto modo di conoscerlo prima di allora e che, per quanto ne può sapere, non dovrebbe neppure sapere della sua stessa esistenza non essendo ancora così famosa da esser conosciuta al di fuori del suo solo Villaggio. <Buonasera> chiosa semplicemente lei guardando l'Uchiha negli occhi, il capo ad inchinarsi appena, rispettosamente, in onore al celebre shinobi dinnanzi a lei. <Sono Kaori Hyuga> si presenta allora per quanto possa quasi risultar superflua questa presentazione considerando che è stata appena mandata a chiamare. Ma non ha mai visto questa persona prima d'ora e trova doverosa una vera e propria introduzione prima di proseguire con il discorso. Qualunque esso possa essere. <Cosa posso fare per lei? Non credo sia un evento da tutti i giorni esser cercati da qualcuno del suo calibro> Le labbra a distendersi appena verso gli esterni in un sorriso accomodante, tranquillo, ma non allegro: è più che altro cortese, gentile. [chakra: on]

18:28 Hanae:
 Nell'attesa che la ragazza richiamata giunga al pieno terra la sola iride visibile dell'Uchiha va a posarsi nella zona circostante, esamina appena ciò che l'ospedale ha da mostrare..in particolare muove qualche passo verso quella che pare essere una mappa della struttura, con tanto di ogni informazione necessaria relativa ai piani e alle loro attività. Da una tasca del giaccone indossato - all'altezza del pettorale sinistro circa - viene estratto un piccolo taccuino in pelle la cui copertina tende ormai ad un marroncino/rossastro, causa di sangue che tempo addietro ha sporcato l'oggetto stesso. Una penna ad affiancarsi alla mancina dell'Uchiha e una pagina del taccuino ad esser aperta, segnandovi al dì sopra i piani di interesse per quanto riguarda le proprie ricerche. Non è solito a muoversi in un luogo tanto affollato e attivo, in effetti l'ultima volta che ha avuto necessità dell'ospedale è stato parecchio tempo a dietro..dopo le torture, forse? Allora il suo unico appiglio era Hanabi, al tempo in quella struttura mai avrebbe pensato che non l'avrebbe mai più vista , a seguito del proprio salvataggio. E' lì che ha sviluppato per la prima volta i sentimenti di astio e odio che adesso sente intensificarsi ogni singolo istante nei confronti del proprio clan. Il proprio battito cardiaco sembra quasi risuonare in totale sintonia con quel sentimento, come se il corpo venisse sostentato solo grazie ad esso. Pochi sono i secondi di attesa che garantiscono all'Uchiha di riportare alla mente vecchi ricordi, poichè dal primo piano giunge visibile una ragazza, Kaori. Occhi perlacei a contraddistinguerla da una massa di persone comuni e shinobi privi di particolarità, un tratto caratteristico che per alcuni rappresenta una condanna..come fu con Shusui Hyuga, il suo primo contatto con il clan Hyuga. Il busto a ruotare in direzione della lei, seguito dal resto del corpo, permettendogli così di avviare un ulteriore moto verso di lei, arrestandosi intorno al mezzo metro di distanza. < Ho sentito parlare delle tue azioni, Kaori; e non solo come medico. > In risposta al chinarsi del capo altrui sulle labbra un apparentemente gentile sorriso, più una cordialità. < Avrei delle richieste da fare, a dire il vero. > Un cenno del capo per indicare le scale che portano a muoversi tra i diversi piani e reparti dell'ospedale. < Facciamo due passi? > Domanda, iniziando a muoversi nel punto indicato, ruotando leggermente il capo per verificare di essere seguito. Secondi di silenzio nei quali semplicemente si muove, scegliendo le parole con cui poter introdurre il necessario alla lei. < Prima di toccare il punto..vorrei raccontarti un segreto. > Lo sguardo dell'Uchiha scivola attorno a loro, dovrebbero trovarsi sulle scale, al massimo di fianco alla porta che dà sui reparti presenti al primo piano. Le parole vengono scandite con attenzione, controllando da prima che nessuno di troppo ascolti, mantenendo un tono di voce al limite dell'udibile senza cadere nel sussurro. < La vera storia del clan Uchiha. > Il passo viene arrestato per un istante, braccia ferme lungo i fianchi e sguardo a scivolare su colei che possiede il Byakugan. Partire dalle radici dei laboratori Uchiha sembra la soluzione più sensata, per il momento. [chakra off] [equip scheda(NO armi)]

19:05 Kaori:
 Rimane sinceramente e semplicemente stupita, lei, nell'udire quelle prime parole da parte del medio destro dell'Akatsuki che le viene incontro. Non avrebbe davvero pensato che a Kusa il suo nome avrebbe potuto significare qualcosa, nel concreto, soprattutto non ad orecchie così importanti. Certo, ha aiutato durante la rivoluzione e Yukio in persona aveva gridato il suo nome alla piazza intera mentre elencava alcune delle persone che erano accorse ad aiutarlo in quella lotta, ma non aveva mai realmente pensato che qualcuno avrebbe potuto utilizzare questa informazione per riconoscerla, ricordarla persino. La cosa le fa un profondo piacere: gratifica segretamente il suo desiderio di divenire qualcuno, carezza quella sua vanità così tanto spesso messa a tacere sotto cumuli di modestia ed esagerata umiltà. Il capo s'inchina una seconda volta -in modo meno accentuato e più rapido- in segno di ringraziamento per quel primo dire non sapendo davvero come replicare a tali parole; dopotutto, come è convinta, quando non si sa cosa dire forse non si dovrebbe parlare e basta. A volte può bastare un semplice sguardo ad esprimere interi significati. O, in questo caso, un moto del capo. S'avvede lei del di lui sorriso, di quel gesto cortese e soppesa le parole che le vengono rivolte. <Richieste?> ripete con tono interrogativo in modo retorico, senza realmente domandargli qualcosa, ma solo a voler esternare quella sorpresa che la ricolma. <Avanti, la ascolto. Finchè rientra nelle mie possibilità cercherò di aiutarla> prosegue un istante più tardi con la solita disponibilità, la gentilezza di sempre, osservando poi il suo modo d'indicare le scale con lo sguardo, col capo. Annuisce alla sua proposta, gli si affianca, andando a seguire il suo avanzare con passi tranquilli, misurati, il tempo piegato sotto il loro volere in quell'incedere sereno. E' davvero stupita all'idea d'essere stata raggiunta da una personalità così famosa, ancora le sembra strano che Katsumi Uchiha abbia richiesto di lei, ma non vuole avanzare alcuna domanda per il momento, desiderosa piuttosto d'udire ciò che egli ha da offrirle. A quanto pare, un segreto. Lo sguardo vien rivolto ora al di lui viso; arresta il passo una volta salito l'ennesimo gradino e porta le iridi perlacee ad incontrare quella scarlatta e visibile di lui. Non dice nulla, non le sembra -a pelle- il tipo di persona che voglia essere incalzata per dire qualcosa e attende semplicemente che la sua voce prosegua in quel dire semplicemente inaspettato. La lascia di sasso quella rivelazione lasciata cadere così fra loro. La storia del clan Uchiha... qualcosa sul quale aveva pensato di indagare lei stessa prima della partenza per Kusa per trovare qualche informazione sui laboratori di clonazione, i progetti, magari sugli stessi genetisti. Possibile che sia solo una coincidenza quella conversazione? La sorpresa è ben palese nella di lei espressione, le labbra si schiudono un istante in quell'attimo di spontanea perplessità. Si riscuote nel giro qualche attimo ritrovandosi dunque a richiudere le dune rosate sul suo volto ed annuire appena col capo. <Storia che avevo interesse ad ascoltare io per prima, ad essere totalmente sincera con lei> ammette la ragazza andando a guardarsi attorno, a sua volta, per assicurarsi che non ci sia nessuno. <Ma credo che sia un racconto non portato alle orecchie di tutti.> torna con lo sguardo al viso di lui, quindi, andando a porre la mano sulla maniglia della porta che dà accesso ai corridoi del primo piano. <Mi segua> lo inviterebbe allora andando ad abbassare e spingere in avanti la stessa maniglia, aprendo dunque la porta e donandogli accesso a quell'ala dell'ospedale. Se l'altro avesse deciso di seguirla ecco che andrebbe a richiudere la porta dietro di loro guidando il giovane albino verso il banco dell'accettazione ove s'era fermata solo una manciata di minuti prima. Andrebbe lei a fermarsi nuovamente davanti ad esso richiamando l'attenzione di una delle due infermiere con un sorriso pacato. <Karin. Se dovesse esserci bisogno sono nella sala conferenze, ho bisogno di parlare un attimo in privato con il mio...> si sarebbe fermata un attimo ritrovandosi a notare che non saprebbe esattamente come definire il ragazzo. Conoscente? Collega? <...ospite.> avrebbe concluso con un sorriso portando la ragazza a portare distrattamente lo sguardo sulla figura dell'Uchiha. Ecco che -se i due si fossero avvicinati effettivamente al banco- l'infermiera andrebbe a sgranare gli occhi incredula schiudendo le labbra, fissando poco dopo la Hyuga con fare perplesso, incredulo. Avrebbe annuito boccheggiando per un attimo prima di sussurrare un semplice e flebile "Sì". Solo a quel punto Kaori, se Katsumi avesse acconsentito a seguirla, si sarebbe voltata verso di lui indicandogli la via con un cenno del braccio, prima di avanzare al di lui fianco attraverso un lungo corridoio al termine del quale si trova una stanza un po' più ampia delle altre. Arrivati dinnanzi la porta, la Hyuga l'avrebbe aperta permettendo al suo ospite di accomodarsi per primo al suo interno, seguendolo solo in un secondo momento richiudendosi la porta alle spalle. Si tratta di una sala dalle ampie finestre e dall'arredamento semplice e accogliente. Qualche pianta qui e lì, quadri di paesaggi e arte astratta e qualche libreria colma di certificazioni e documenti. A troneggiare al centro della sala v'è un grande tavolo in mogano lucido, ovale, circondato da una certa quantità di sedie. Lì vengono accolti eventuali ospiti venuti a controllare o parlare con la luminare, o vengono fatte riunioni che necessitino dell'intero corpo medico al completo. Una sala attualmente vuota e che generalmente trova uso poche volte durante l'intero anno. <Qui potremo parlare con la dovuta discrezione.> chioserebbe lei al suo indirizzo abbozzando un sorriso più rilassato per poi avanzare fino al tavolo dove avrebbe trovato posto alla sedia alla sinistra di quello che parrebbe essere uno dei due capotavola. <L'ascolto> avrebbe terminato, infine, rivolgendo ora all'Uchiha tutta la sua attenzione. [chakra: on]

19:44 Hanae:
 Per quanto la lei si ritrovi visivamente più sorpresa dell'Uchiha e probabilmente più a disagio, la realtà è che..anche per lui è effettivamente strano cercare qualcuno con lo scopo unico di porre delle richieste. Distruggere l'intero clan Uchiha da solo non è in questo momento qualcosa di fattibile senza difficoltà alcuna; ai tempi di Itachi pochi furono in grado di opporre resistenza, ancor meno riuscirono anche soltanto ad incrociare in tempo il proprio sguardo con quello dello Shinobi, ma adesso..non si può dire che le cose siano equalmente semplici. I quartieri Uchiha celano innumerevoli segreti dei più svariati generi, ed è per questo che sono anche più sorvegliati della norma. Quando l'attacco alle mura del quartiere avranno inizio..avverrà un massacro, oppure un vero e proprio combattimento all'ultimo sangue. Chi avrà la meglio, tra i due lati opposti della medaglia? Chi tra i due possessori del leggendario Mangekyo Sharingan potrà un giorno raccontare la storia, sia essa vera o meno? Chissà..ma sta di fatto che ciò dipende in particolar modo dalle scelte che in questo momento Katsumi sta compiendo, scelte che Arima non ha modo di prevedere fino al momento nel quale non avverrà l'attacco. < Apprezzo la disponibilità. > Lo sguardo rimane fermo sulle sclale, mentre vengono percorse. Il solo udito adesso pone le proprie attenzioni su ciò che dice Kaori e in secondo piano su ciò che li circonda, pare che la storia del clan sia un elemento di interesse anche della lei..un motivo in più per ascoltarsi a vicenda dunque, nonchè per portarsi in un luogo maggiormente isolato di un corridoio o delle scale. Ma..insomma, pochi sciocchi oserebbero spiare due figure come loro riunite per motivi concreti e non di curiosità/ammirazione. < Cosa ti spinge a dare le tue energie ed il tuo tempo ad altre persone? > Una piccola parentesi aperta mentre si avviano verso un luogo maggiormente sicuro per poter dialogare, un tocco di curiosità da parte dell'Uchiha che male non fa quando si tenta di avere alleati, o di migliorare il rapporto che si ha con loro. Conoscere davvero una persona è una delle cose peggiori nel mondo degli shinobi, una sensazione che adesso preme particolarmente sulle spalle dell'Uchiha, a causa di Arima. Passi lenti alle spalle della Hyuga, prendendo posto in una delle sedie presenti agli estremi della tavola, di fianco al medico. < Tenterò di essere rapido..> le braccia ad alzarsi per poggiarsi sul tavolo, mani intrecciate tra loro e gomito posti appena fuori dallo spazio in legno sfruttato ora per poggiare parte dei propri arti superiori. < Sasuke Uchiha a Oto non ha semplicemente rifondato gli Uchiha, con un po' di ricerche e sana coercisione ha ingaggiato un gruppo di genetisti tra i più abili e sfruttando il proprio sangue ha dato inizio ad un progetto. > Nessun pathos, nessuna pausa drammatica, una storia che viene raccontata come la semplice cruda realtà. < Un piccolo laboratorio nel quale ha tentato di riprodurre il proprio gene, creando vite e distruggendone ancor di più. Il primo successo è stato Wooaki Uchiha, tramite il quale riuscirono a riprodurre il mangekyo sharingan una prima volta. > Aggrotta la fronte e sposta lo sguardo sulle iridi altrui, se le cose fossero andate diversamente forse gli Uchiha non sarebbero diventati l'ombra di ciò che erano. < Da allora gli Uchiha sono stati tutti riprodotti in massa, ognuno di loro tramite il gene di Sasuke. Privi di un nome e classificati come soli numeri. Z-69, X-26, K-21, 0-22. > Alcuni nomi tirati in ballo per dare a lei un'idea di cosa siano i numeri di cui parla. < Con il tempo gli Uchiha hanno accettato quest'unica realtà, accontentandosi di quell'unica soddisfazione conosciuta...l'essere simili a Sasuke; alla stregua di marionette tra le mani del più forte. > indice e medio della mano destra a ticchettare appena sul tavolo. < Arima Uchiha..> una piccola pausa al pronunciare quel nome, attimi di silenzio non solo in quella stanza, ma anche nella mente dell'Uchiha. Le labbra ad incurvarsi in un'espressione lievemente delusa, ma solo frazioni di secondo prima di tornare a osservare la lei. < è l'attuale capoclan, sta portando avanti un nuovo progetto di clonazione, sfruttando il sangue del solo Uchiha puro in vita. Eppure..il peggio sta arrivando. > Momenti di silenzio per far esprimere alla lei opinioni, o semplicemente per analizzare ogni informazione o possibile domanda. [ chakra off]

20:21 Kaori:
 Un lieve increspar di labbra a quel suo semplice dire mentre i passi si susseguono lungo le scale che li dividono dal primo piano della struttura. Nonostante apparentemente sembrino tranquilli, ognuno di loro dentro di sé è logorato da dubbi e domande ed un leggero quanto celato senso di disagio. È sempre difficile affrontare questioni delicate con gente che si conosce di sola fama, ma a volte la cosa è resa necessaria dalle situazioni che la vita pone loro davanti. È mentre avanzano per il corridoio che li avrebbe diretti a breve in una stanza più appartata e isolata che la domanda dell'Uchiha va a cogliere l'attenzione della Hyuga. Il viso di Kaori si volta per un istante soltanto verso quello del jonin ritrovandosi in pochi secondi a schiudere le labbra e schioccare appena la lingua sul palato. <Mi piace pensare che sia altruismo> rivela lei tornando ad osservare il corridoio dinnanzi a sé per assicurarsi di fermarsi davanti la porta giusta. < In realtà, per un certo senso, non penso di fare nulla di diverso da quello che fa lei o chiunque altro possegga uno di questi. > continua portando le dita della destrorsa a sfiorare la placca metallica del coprifronte posto attorno alla sua gola. < Ognuno di noi, a suo modo, s'impegna ad aiutare e salvare il prossimo. Chi uccidendo eventuali minacce, chi curando ferite. Ad alcuni poi piace strafare e occuparsi di entrambe le cose > una mezza risata appena espressa a sfuggire dalle sue labbra. < Ma in realtà penso che non sia nulla di altruista o di buono. Credo che in realtà alla base di tutto ci sia l'educazione che ho ricevuto fin da piccola. Mi è stato insegnato a rafforzarmi per salvare il Villaggio, proteggerne la popolazione. Servire il Kage. E quale modo migliore di proteggere il mio popolo se non curarne le ferite? > si stringe appena nelle spalle, ritrovandosi a fornire una spiegazione forse banale, forse persino deludente, ma sincera. < Forse, invece, è solo egoismo. Il cosiddetto 'fa' agli altri ciò che vuoi venga fatto a te stesso'. Devo ammettere che in questo momento non saprei dire quale sia la verità fra queste possibilità. Magari sono tutte, magari nessuna. > inspira piano, a fondo, ritrovandosi a volgere verso di lui lo sguardo con fare quasi di scuse, un sorrisetto colpevole a disegnarsi sulle labbra sottili. < Ultimamente ho messo in dubbio molte scelte. Mi deve scusare se non posso offrirle una risposta più precisa o interessante > Da quando ha scoperto la verità dietro il proprio clan, quell'assurdo e fuorviante progetto attuato dalla sua stessa gente, si è ritrovata a mettere in discussione un sacco di cose. Insegnamenti ricevuti, incontri fatti, persone delle quali fidarsi. E sulla base di questi dubbi son sorte molte altre indecisioni: se ogni incontro, ogni persona conosciuta ha finito col far maturare in lei un cambiamento, una scelta, cosa poteva succedere una volta dubitato di quei fattori scatenanti? Che avrebbe dubitato delle loro conseguenze e, perciò, delle sue stesse scelte ed azioni. Un discorso complesso, articolato e decisamente stancante da seguire. I due trovano finalmente posto all'interno della sala ritrovandosi ora a poter affrontare la discussione con maggiore calma. Kaori tace lasciando modo all'altro di prendere la parola e la guida del discorso, ascoltando ogni suo dire con estrema e massima attenzione. Le racconta lui dei laboratori, degli esperimenti di clonazione, dei fallimenti e dei successi, rapendo totalmente la di lei concentrazione. Sfiora un argomento che, a sua insaputa, le è estremamente caro in questo momento e la porta ad assottigliare appena lo sguardo in un istintivo moto riflessivo. Accoglie ed immagazzina ogni concetto ritrovandosi a pendere dalle sue labbra cercando di non vedere il discorso dal punto di vista che maggiormente le preme, per quanto le riesca difficile, ma seguendo il filo logico ch'egli sta cercando di dare sulla base del di lui punto d'osservazione. Non sa perchè egli le stia rivelando tutto ciò ma prende quel discorso come un grande atto di fiducia nei propri confronti. <Arima Uchiha...> Al sentire quell'ultimo dire la ragazza si ritrova a sgranare gli occhi ritrovandosi preda di un fraintendimento dovuto alle proprie conoscenze. Si ritrova a collegare la storia delle clonazioni Uchiha ed il desiderio di incontrarla di Katsumi con il progetto degli Hyuga puri, andando a veder delinearsi nella sua mente un tentativo dell'albino di metterla in guardia da quanto sta accadendo. Tutto sembra iniziare ad avere un senso nella di lei mente. <C'è lui dietro tutto questo, allora!> si ritrova lei ad esclamare -senza però alzare la voce- fissandolo seria in viso. <E' venuto a mettermi in guardia, quindi?> domanderebbe lei convinta di aver finalmente iniziato a capire il motivo della di lui venuta in quel luogo. <Eppure non capisco. Se il suo desiderio è quello di creare cloni dell'ultimo Uchiha puro rimasto... che senso avrebbe ricercare dei Byakugan? Qualunque cosa possa volerci fare, di sicuro, non verrebbe fuori qualcosa di lontanamente... *puro*> mormora lei con fare pensoso, convinto, portando il pollice della mancina a poggiarsi sul proprio labbro inferiore, l'espressione pensosa a rincorrere pensieri, possibilità e mille scenari diversi aventi quei loro due clan per protagonisti. Due poteri sicuramente immensi, pericolosi e per cui nel corso della storia la gente è arrivata ad uccidere e sterminare. [chakra: on]

20:59 Hanae:
 Il tempio impiegato a raggiungere la stanza viene colmato dal dire della Hyuga, quello che sembra essere un flusso di coscienza ancora acerbo, o forse prossimo al maturare. Dopotutto avere domande da porre non è sinonimo di essere confusi..non in casi tanto estremi come quelli che si legano al mondo degli Shinobi. Un paio di cenni del capo per far segno di aver compreso quanto gli viene detto, senza tuttavia argomentare ulteriormente. Del resto..non è sua intenzione plasmare la mente altrui o tentare in qualche modo di cambiarla secondo il proprio punto di vista della vita. < Non devi preoccuparti, se non ci ponessimo alcun quesito non saremmo altro che oggetti..> Il pensiero si collega naturalmente ai laboratori Uchiha, a quella massa di identità prive di nome e dotate di un solo codice che vivono una vita secondo la mente altrui..senza porsi domande e convincendosi di avere già le risposte necessarie. < E noi non lo siamo, no? > Una smorfia ironica sul volto, chiudendo la parentesi aperta precedentemente mentre si avviavano nella stanza prescelta. Il tempo va dunque avanti, e l'Uchiha racconta quelle che sono le radici del clan Uchiha nato ad Oto alla figura altrui, dando spazio anche a quello che sembra essere un..fraintendimento? Pare che in parallelo agli eventi che affliggono Katsumi ci siano cose simili per i possessori del clan Hyuga. Istanti di imbarazzante silenzio nei quali l'Uchiha sembra semplicemente rimanere..confuso. Due colpi di tosse seguono, accompagnati dallo scuotere il capo del ragazzo. < Non so cosa stia succedendo nel clan Hyuga, ma no, quello che ti sto dicendo non era intenzionalmente correlato ad altri eventi. Indubbiamente se ho capito bene qualcuno sta portando la clonazione oltre gli ex laboratori Uchiha, un genetista Yakushi forse? Non nego la possibilità che ci siano dei collegamenti con Arima. > Alza le mani, mostrando simbolicamente di non avere reale idea di ciò. < Conosci Kimi Doku? > Una semplice domanda, che si può rimandare alla semplice fama altrui o ad un incontro realmente avvenuto. < Ha portato in grembo fino ad ora la figlia di quell'Uchiha. > Yume..come suggerisce il significato dello stesso nome, un sogno. Forse tale è destinato a rimanere.< E' stata rapita dal clan Uchiha..è stata torturata e le è stato estratto il feto. Forse Arima l'ha fatto per impedire al sangue dell'Uchiha di miscelarsi...> Le dita continuano a ticchettare sul legno, ogni emozione provata rilegata a sè stesso..controllata e compressa fino al momento in cui potrà essere rilasciata sotto forma di pure fiamme nere. < Durante l'estrazione i suoi reni hanno ceduto e son stati sostiuiti con un modello preciso..> quel nome impresso a fuoco nella sua stessa mente, quel nome che non gli fa chiudere occhio da giorni. < Ed è qua che arrivano le mie due richieste nei tuoi confronti. > Si alza in piedi, riponendo la sedia al suo posto e muovendosi appena lungo il lato maggiore del tavolo, incrociando le mani dietro la schiena e mantenendo appena il contatto visivo con lei. < Goryo, questo è il nome dato a quel modello. Trattandosi di reni..ho pensato di cercare all'ospedale informazioni correlate. Puoi aiutarmi a recuperare una lista di tutto ciò che tra i documenti dell'ospedale si lega a quel nome? Nome di medici, pazienti, cose, eventi. Sembra che il veleno Doku di Kimi stia deteriorando i reni attualmente in possesso, cosa che la porterà inevitabilmente a morire..> Attimi di silenzio. < Aiutami a salvarla. > Il capo si china verso il basso, similmente ad un atto di estremo rispetto o sottomissione, che in questo caso esprime quanto quella richiesta sia prioritaria anche sul secondo obiettivo che ancora deve esprimere alla lei. [ chakra off]

21:59 Kaori:
 Le labbra di Kaori vanno a distendersi in un sorrisetto amaro quando ode il dire dell'Uchiha. Un tempo aveva pensato che lo fossero. Che ogni ninja non fosse altro che uno strumento volto ad obbedire agli ordini del Kage, un oggetto che deve solo mirare al compimento della missione senza lasciarsi distrarre o intaccare da sentimenti personali. Per via di questo aveva temuto di non essere adatta ad essere una kunoichi, di non essere capace di spegnere il proprio cuore mettendo da parte le sue emozioni per essere solamente logica e lucida. Ma Raido è riuscito a farle capire che un ninja non è questo e che nonostante il cammino intrapreso rimangano pur sempre delle persone. < Già > dice semplicemente lasciando cadere così il discorso, arrivati per altro alla loro destinazione. Giunti nella sala riunioni, soli e al riparo da orecchie indiscrete, Kaori ascolta il racconto dell'Uchiha circa la nascita e l'origine del suo clan dopo lo sterminio ad opera di Itachi nella stessa Konoha, ritrovandosi a mettere insieme dei pezzi d'un puzzle fin troppo confusionario e caotico. Credendo d'esser giunta vicino alla verità si ritrova a veder crollare nuovamente tutto quando l'altro le rivela che non ha idea di cosa lei stia parlando. Le spalle della Hyuga vanno abbassandosi appena, i denti ad intrappolare in una morsa leggera e nervosa il labbro inferiore. Ha frainteso. Dannazione. Eppure... gli Uchiha devono pur centrare qualcosa! Il racconto di Hiashi ne era una prova evidente, no? < In tutta onestà... non so se le due cose siano collegate oltre la semplice apparenza. Ma temo che ci sia sotto qualcosa di più che un semplice tentativo di clonazione. > E no, non dovrebbe parlarne, non con qualcuno che conosce da così poco tempo o che, in verità, non conosce affatto, ma... è forse la sua opportunità migliore per ottenere informazioni sui laboratori e sugli stessi genetisti. < E se qualcuno stesse invece cercando di *fonderci*? > domanderebbe allora lei alzando solo ora lo sguardo per puntarlo sul di lui viso, le iridi perlacee a ricercare quella scarlatta di lui, unica visibile sul suo volto. < Magari non Arima Uchiha se è vero che desidera generare dei cloni puri -per quanto mi sembri paradossale questa definizione-, ma forse qualcun altro... > Magari uno stesso Hyuga. O forse sta solo lavorando troppo di fantasia. Ma allora per quale motivo la madre di Hiashi sarebbe dovuta esser ritrovata con uno Sharingan impiantato nel bulbo oculare? E cosa stavano a significare quelle 'virgole' al contrario in esso? Forse, però, non è momento di porre le sue domande, di spiegare la sua storia. Lascia che l'altro continui e, alla sua domanda, si ritrova ad osservarlo con fare attento. < Medusa. Sì, la conosco. > rivela lei annuendo appena col capo. < Abbiamo combattuto assieme pochi mesi fa per scacciare il Consiglio ed i suoi mastini dalle vie di Kusa > Anche se il loro primo incontro risale a qualche tempo prima, nei territori antestanti Konoha. Il racconto che segue dopo quella domanda la porta a far scivolare la mancina dinnanzi alle labbra, basita, disgustata e orripilata da quella storia che la colpisce come un pugno in pieno stomaco. Qualcuno può davvero arrivare a fare qualcosa del genere? Estrarre un feto dal grembo di una madre per impedire la nascita di un essere dal sangue...misto? *Sporco*? La cosa fa salire una rabbia sorda nel di lei cuore, un odio prepotente verso l'artefice di un simile orrore. < La bambina... > Non è sicuramente sopravvissuta. Ma questo non riesce neppure a dirlo. Aveva visto quella piccola fiammella di vita agitarsi nel di lei ventre, aveva avuto modo di vedere coi suoi occhi una vita che cresce e matura ed il pensiero che ora quella forza sia stata spenta con una simile violenza le stringe le viscere. Tace lasciando che il resto della storia le venga rivelata ed osserva il di lui fare al momento di alzarsi e prendere a camminare per il lato lungo del tavolo. Segue il suo moto con le proprie iridi candide ritrovandosi ad assottigliare appena lo sguardo con fare pensoso quando quel nome le viene rivelato. < Goryo... > mormora a bassa voce ripetendo quel nome che, per qualche motivo le suona familiare. < Ho già sentito questo nome. > dice lei senza però avere idea di dove. < Ma non saprei dire dove o come. > ammette quasi con colpevolezza. < Credo sia stato un mio paziente... ricordo di aver letto o scritto quel nome da qualche parte, probabilmente su qualche cartella. Ne sono abbastanza sicura... > prima di vederlo giungere al termine di quella parte di discorso. Ode la sua richiesta, il suo chiederle di salvare la vita della donna ed il modo in cui china il capo verso il basso la porta a chiedersi quale sia l'effettivo rapporto fra i due. L'altro non ha voluto rivelare il nome dell'Uchiha alla quale la Doku è arrivata a legarsi così profondamente, tuttavia potrebbe essere possibile che si tratti di qualcuno di diverso dall'uomo che, in quella stanza, sta chiedendo ad una estranea di salvarla? < Farò il possibile per recuperare delle informazioni. Controllerò i registri dei pazienti, l'elenco dei medici. Ma non posso garantire di trovare qualcosa... non sono ancora un medico a tutti gli effetti, possiamo dire che sono poco più che una tirocinante, c'è un limite ai miei poteri qui dentro > spiega lei con un sospiro leggero, umettandosi le labbra. < Ma ci proverò. > almeno questo può assicurarglielo. < Qualunque cosa possa fare per lei... per voi > e nel suo sguardo è evidente a chi quel voi sia riferito. < tenterò di farla. Come medico, come ninja e come persona. > Non può rimanere a guardare mentre una persona rischia di morire per aver dato vita ad una bambina considerata sbagliata. Inadeguata. Non sarebbe rimasta in disparte lavandosene le mani. Avrebbe fatto il possibile, nel suo piccolo, per aiutare a salvare la vittima innocente di un crimine così atroce. [chakra: on]

22:39 Hanae:
 Rimane adesso in piedi, stare seduto non fa altro che farlo diventare più impaziente di quanto già non lo sia nei confronti della situazione in corso. Il tempo in questo momento è stato messo in modalità di conto alla rovescia, la cui fine corrisponde alla morte di Kimi. Ed è strano pensare che davvero stia attribuendo la propria fiducia ad una persona che potrebbe tranquillamente dargli dati puramente fittizi. Ascolta quanto ha da dire Kaori riguardo alla situazione da lei attualmente affrontata, Hyuga e Uchiha..che tentano di essere fusi? Poche sono le identità che hanno mai tentato di osare oltre la singola innata, e ancor meno sono quelle che hanno optato per quella precisa combinazione. < Le probabilità che riescano davvero a creare una massa di individui dotati di una doppia innata è..più bassa della probabilità che un Uchiha ottenga il Mangekyo sharingan nel corso della sua vita. > Una probabilità che fin'ora ha avuto fondo forse tre..o quattro volte, dove potrebbe trovare un uomo solo le cavie, il sangue..il materiale necessario? < Se la cosa si espanderà oltre quanto gestibile da voi non esitare a contattare l'organizzazione alba..o me. > Un possibile modo per rendere il favore che sta chiedendo in questo momento alla lei. Il silenzio a calare nuovamente quando si parla di quanto accaduto a Kimi, di quanto Arima è stato capace di fare per la sua malata ossessione nei confronti degli Uchiha, o forse del solo puro. Forse quell'uomo è paragonabile ad una creatura plasmata direttamente dagli dei, per il suo potere individuale, eppure plasmato in maniera imperfetta. Poichè quella creatura non sa amare e mai avrà l'occasione di riuscirci. Poco tempo dopo tuttavia giunge una risposta alla propria prima richiesta, le pupille di Katsumi a dilatarsi impercettibilmente quando si accenna ad un paziente correlato alla parola Goryo. < Grazie, Kaori. > Un ultimo cenno del capo riguardo l'argomento ricerche. Ricerche che in un modo o nell'altro avrebbe comunque condotto, andando anche verso l'illegalità, opzione lasciata per ultima per puro rispetto nei confronti di quanto fatto da Yukio. < Ti darò un indirizzo al quale potermi recapitare una missiva appena riuscirai a trovare qualcosa, un modo per comunicare. > che potrebbe servire anche oltre quelle informazioni, qualora ciò che Katsumi stia per proporre venga accettato. < La seconda richiesta nonchè ultima cosa che ho da dire..riguarda il perchè ho chiesto espressamente di te. > Qualche passo mosso ancora casualmente per la stanza, senza tuttavia perdere quel minimo contatto con la Hyuga. < Quando mi sarò assicurato che Kimi stia bene mi muoverò per iniziare..> Adesso i passi a rivolgersi verso una finestra vicina, lo sguardo a volgersi verso l'orizzonte visibile, la voce fredda e modulata..può trasparire una triste ira da quelle parole. < una guerra..una singola battaglia che sancirà nella storia il secondo sterminio del clan Uchiha...e la sua rinascita. Farò in modo che i cloni più giovani vengano portati al sicuro..dopo di che chi mi seguirà attaccherà con me il quartiere. Lo scopo è..uccidere Arima. > L'iride cremisi sembra quasi accendersi di un fuoco tutto suo, come se lo sharingan si stesse manifestando, seppur così non sia. < Non è una vendetta..non solo. Cancellerò la memoria dell'intera vita dei cloni restanti ed eliminerò da ogni documento per quanto riguarda la clonazione. Voglio estirpare e bruciare le oscure radici che Sasuke ha impiantato tempo a dietro nel cuore degli Uchiha, radici affondate tanto in profondità dal richiedere misure che come ben capirai..son drastiche. Se hai bisogno di tempo per pensarci potrai darmi una risposta assieme agli esiti delle ricerche sul paziente; in ogni caso apprezzo l'aiuto che mi hai dato quest'oggi. > Sembra che abbia finito, anzi..muove i primi passi verso la porta che conduce all'uscita della stanza, senza ancora aprirla. [ chakra off]

23:18 Kaori:
 Sì, probabilmente l'Uchiha ha ragione. Eppure Kaori non può smettere di pensare al fatto che in quei laboratori in cui Hiashi -e sua madre prima di lui- erano stati confinati e torturati fossero presenti anche degli Sharingan. Non sono certo materiali facili da procurarsi, si tratta di doni preziosi, di poteri inimmaginabili che solamente qualcuno di incredibilmente forte può arrivare a strappare a qualcun altro. Ma, probabilmente, non è quello il luogo né il momento per spiegargli la sua situazione o quella del proprio clan. < La ringrazio per la sua disponibilità, Katsumi-sama. Ma penso che Mekura-san sia la persona più adatta per richiedere questo tipo d'intervento > le labbra si distendono appena in un sorriso d'intesa, di riconoscenza. Ha davvero apprezzato l'offerta posta dall'albino, quella sua disponibilità ad aiutare in caso di bisogno -probabilmente una volta finito di risolvere le proprie faccende ben più urgenti e personali. Pare che Medusa, dopotutto, abbia i giorni contati: non può rimanere in vita senza un paio di reni e per quel poco che ha potuto vedere e capire di lei, non le pare il tipo di persona che sarebbe rimasta ferma in un letto d'ospedale a farsi mantenere in vita da farmaci e macchinari in attesa di un intervento più mirato e risolutivo. Una donna forte, decisa, che non ha paura d'attaccare per proteggere ciò che le è più caro. Il ricordo del bruciore del suo veleno in corpo ritorna leggero nella sua mente, sfocato, meno vivido della sensazione delle farfalle che tentavano di entrare in lei dalle sue labbra, dagli occhi, dal naso, riempiendola interamente con prepotenza. Scaccia quei pensieri tornando a prestare all'altro la sua attenzione. Un moto lieve del capo a voler accogliere quel ringraziamento sincero prima di udire il resto delle sue parole. È difficile descrivere i pensieri che attraversano la mente della Hyuga quando il piano di Katsumi viene esposto dalla sua voce. Una guerra. Ancora. Ma una più piccola, limitata al solo clan, un tentativo di epurarlo degli elementi più estremisti e traviati per forgiare le menti dei più piccoli e crescerli in modo diverso. Una decisione enorme, complessa, che affonda radici profonde nel campo dell'etica, della moralità e della giustizia stessa. Può davvero giustificare uno sterminio di quel tipo? In teoria, no. Ma considerando il livello di azioni che son arrivati a compiere in nome del loro ideale, può ancora credere che queste menti abbiano il diritto di continuare a vivere? Di perpetrare crimini su crimini in onore di un obiettivo così malsano e perverso? Deglutisce Kaori, si umetta le labbra rapidamente, ritrovandosi ad osservarlo in silenzio. Non sa cosa rispondergli, in tutta franchezza. Né riesce davvero a credere che abbia pensato specificatamente a lei per aiutarlo a compiere un simile progetto. Possibile che sia davvero ben più forte di quanto riesca lei stessa ad accettare? < E' una decisione che credo nessuno dovrebbe prendere troppo in fretta. Si parla di un piano enorme, che porta con sé conseguenze importanti. È una responsabilità che non voglio addossarmi senza averci prima riflettuto a modo > replica lei, sincera, non volendo trovare giustificazioni alla sua non-risposta. < Senz'altro concordo sul fatto che ci sia bisogno di un cambiamento radicale alla base dei valori e degli obiettivi del suo clan. Ma voglio solo riflettere abbastanza da arrivare a capire se questo sia il modo migliore per instaurare un nuovo ordine. Tutto qui > chiarisce meglio puntando le iridi bianche sul viso altrui, il di lui corpo vicino alla porta. Si alza lei, a sua volta, riponendo la sedia sotto al tavolo, avvicinandosi all'altro. < Le darò senz'altro la mia risposta assieme alla missiva coi risultati delle mie ricerche, però. > aggiunge annuendo appena col capo quasi a voler dare maggiore conferma e decisione alle sue stesse parole. Solo a quel punto, dunque, andrebbe ad inspirare a fondo e rilassarsi appena. La conversazione par essere giunta al suo termine sebbene le abbia messo sulle spalle ben altri pesi, ben altri pensieri. Adesso si sente un po' meno tesa, un po' meno a disagio in compagnia dell'Uchiha. Prova ancora una sorta di timor riverenziale per la sua figura, la sua forza, ma sente di conoscerlo un poco di più. Una figura che se dovesse definire in una parola direbbe 'professionale'. Cortese, elegante, precisa. C'è qualcosa in lui che risulta di classe e che tende a mantenere una sorta di distacco dal resto del mondo. Non una cosa necessariamente negativa, comunque. Lascia dunque all'altro il compito di uscire e lo andrebbe seguendo fino a scortarlo verso le scale che l'avrebbero diretto al piano inferiore ed in seguito all'uscita. Poco prima di dividersi definitivamente da lui, andrebbe quindi a salutarlo con poche e semplici parole. < Mi ha fatto piacere conoscerla nonostante le circostanze poco felici. Mi ero sempre chiesta come potesse essere il famoso Katsumi Uchiha... e mi piace quel che ho potuto vedere di lui. > un sorriso gentile, innocente ad allungarsi sulle sue labbra prima di accogliere una qualsiasi sua eventuale risposta e vederlo riprendere la sua strada. Adesso non le rimane altro che riflettere. Riflettere e cercare. Il tempo che ha a disposizione, dopotutto, stringe. [END]

23:49 Hanae:
 Bene, Male..giusto o sbagliato. A cosa si dovrebbe attribuire dunque questa idea dell'uchiha? Un piano che in un modo o nell'altro è intenzionato a mandare avanti, intenzionato a mettere un punto alla vita di Arima e a tutto ciò che lui ha fatto. Seppur la realtà di Arima possa essere ben diversa, 4 anni fa Arima disse che Katsumi un giorno l'avrebbe succeduto, ottenendo il mangekyo sharingan; per quanto sfugga dal campo visivo del mezzo-Seiun tutto ciò potrebbe far parte di un gioco ancor più grande che soltanto l'attuale capoclan degli Uchiha ha deciso di portare avanti in maniera conscia, disposto a pagare il prezzo del suo ruolo. Quindi, chi è il cattivo? < Capisco. > un cenno del capo per quanto riguarda l'argomento Hyuga, effettivamente tutto ciò non è sua reale competenza. L'argomento va dunque evolvendosi, da quello che sembra un mistero per tornare nuovamente sulla possibile guerra lampo la cui data dipenderà sostanzialmente da quanto rapidamente riuscirà Katsumi ad avere un esito per le proprie ricerche. Quello che sta tentando di fare Katsumi nei confronti di alcuni Uchiha è dargli la possibilità di poter rinascere, e per farlo ha dovuto superare ben più che la mera paura del cambiamento, di lasciare la spiaggia per poter vedere un nuovo pezzo di terra. La sua stessa vita pare che in fin dei conti sia stata attratta per fenomeni di magnetismo a quel ventaglio, per quanto abbia provato di distanziarsi..gli eventi lo hanno riportato a quel solo e unico punto cruciale. La ricerca dell'identità della parola Goryo pare rilegarsi ad una persona, un nome? Un cognome? Sta affidando nelle mani della Hyuga la scoperta di ciò, ed è solo tramite essa che potrà dunque raggiungere il nocciolo della questione. Il braccio sinistro viene alzato, il palmo della mano avvolto dal guanto color cremisi ad aderire alla porta davanti a sè, applicandovi una leggera forza in grado di aprirla e dare nuovamente sul corridoio, dal quale vengono cercate le scale che conducono al piano terra, luogo dal quale poter abbandonare in definitiva l'edificio. < Sono semplicemente un umano, no? > una nota di sarcasmo per ciò che viene detto alla fine dalla lei. < ..spero di poterci incontrare presto. > inspira profondamente dunque, allontanandosi da quell'edificio che per tanto lo ha costretto a mantenere il chakra disimpastato. [ END ]

Katsumi si reca all'ospedale di Kusa per iniziare le ricerche riguardo i "Goryo"

Inizia inoltre la ricerca di alleati per quanto potrebbe avvenire in futuro.