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con Kaori, Raido

Giocata ambientata la sera di due giorni fa

10:38 Raido:
  [Primo cerchio | Ristorante] Kaori è finalmente arrivata nel villaggio dell'erba ma questa è una serata speciale. Da quando si sono conosciuti cominciando la loro storia, non hanno mai avuto il piacere di un primo appuntamento, di un'intera serata a loro interamente dedicata. Oggi devono rimediare a questo piccolo inconveniente. Durante la doccia di Kaori, quella mattina, ha inviato un suo uomo a prenotare nel ristorante più bello del primo cerchio, un ristorante stellato famoso in tutta Kusa e ben oltre. No gli interessa il costo eccessivo, non gli interessa di dover spendere tanto, è un giorno speciale e non si bada a spese. La sera si presenta con un cielo blu chiaro, le stelle sovrastano su tutto il villaggio come tanti, minuscoli puntini luminosi che brillano indissolubili mentre la luna veglia su tutto il mondo con la sua luce bianca, calda e fredda allo stesso tempo, un faro nella notte. Una piccola brezza fresca soffia sul villaggio, non fa molto freddo ma l'inverno sta arrivando. Per l'occasione ha deciso di "sfoderare" uno dei suoi abiti migliori e non la classica divisa giornaliera. I capelli sono pettinati, lunghi occupando tutta la schiena, liscio, brillano alla luce della luna insieme alla pittura sulla fronte rappresentate il simbolo degli Oboro; le guance sono pitturate in modo diverso, in modo più marcato per evitare che qualcuno noti le cicatrici. Addosso porta una camicia bianca di seta a maniche lunghe, i bottoni bianchi sono chiusi mentre le maniche piegate verso l'esterno e chiuse con una coppia di gemelli argentati; al collo ha legato una sciarpa cravattata di colore blu, legata al collo e sotto il colletto in modo che cada perfettamente al centro del busto del Jonin. Sulla camicia, quindi sotto la cravatta, ha un panciotto bianco che racchiude il tutto. Le gambe sono coperte da pantaloni di seta lungo; essi arrivano fino alla vita e tenuti su da una cintura nera di pelle con una fibbia argentata. Ai piedi non ha i soliti sandali ma scarpe lucide da cerimonia di colore bianco aventi il tacco rialzato e l'estremità appuntita. La giacca sopra il busto è anch'essa bianca e di seta con i due bottini al centro chiusi tenendo tutto ordinato. Per concludere, nella mano sinistra, porta la shirasaya ovvero un bastone da passeggio in legno contenente, al suo interno, la lama di una katana; un modo elegante per affermare il suo stile, nonché una sicurezza in caso di possibile pericolo. Sta camminando a braccetto con Kaori per le vie del primo cerchio del villaggio, la zona più ricca e sontuosa; le strade sono affollate, gli abitanti sono vivi e si divertono proprio come l'Oboro il cui sorriso è fisso in viso ed è proprio tra queste strade che va a fermarsi davanti a un alto palazzo bianco pieno di vetrate. Le luci sono accese, illuminano tutto l'interno mentre 5 stelle sono al centro dell'arco di entrata, segno del prestigio di cui è investito<Pronta?>andando a rivolersi a Kaori che, in teoria, dovrebbe trovarsi alla propria destra. [Chk on][Shirasaya][http://orig10.deviantart.net/3309/f/2013/103/e/5/sesshomaru_by_sakurahikari0525-d612vik.jpg]

10:48 Kaori:
 Si osserva allo specchio, lei, non sapendo cosa pensare della sua stessa figura. Aveva portato con sé, fra i suoi bagagli, un abito un po' più elegante da indossare per lui ma ora non sa se sia opportuno o meno per quel loro appuntamento. È così strano, vero, come nonostante tutto ciò che abbiano fatto e vissuto assieme ora sia così tesa per una uscita? Eppure si sente agitata, nervosa, non sa bene come comportarsi: non è mai stata ad un appuntamento prima e l'idea che il suo primo sia proprio con Raido la emoziona nel profondo. Vuole essere perfetta per lui, vuole che non si vergogni di nulla quando si tratta di lei. E per questo ha sistemato i suoi capelli di modo tale da raccoglierli all'altezza del capo, in alto a destra e farli ridiscendere lungo la spalla in una sorta di morbida coda. Le ciocche sono ondulate, mosse come onde marine e scivolano morbide lungo il viso, la spalla, carezzando appena il petto con quella loro forma graziosa. Un fermaglio elaborato, in argento, va decorando e nascondendo l'elastico usato per tenere alta la chioma mentre il viso è totalmente privo di trucco; non è mai stata capace ad usarlo e, francamente, non ha mai pensato di averne bisogno. Scivolando con lo sguardo si può notare il collo scoperto così come le clavicole sottili e le spalle nude. Un abito piuttosto delicato va cingendole il seno gentile con uno scollo a cuore che segue le curve del suo corpo; una cinturina di raso scuro va a stringersi sotto i seni lasciando che l'abito scenda leggero ed elegante lungo i fianchi, le gambe, fino a lasciare in terra una sorta di piccolo strascico alle sue spalle. Frontalmente, tuttavia, l'abito si divide al centro lasciando ben visibili le gambe esili e magre in una sorta di spacco vertiginoso. Una gonna morbida, di raso, copre la sua pelle fino all'altezza delle cosce superiori lasciando ben esposte le cosce e le gambe. Un abito semplice, delicato, di un blu notte che ben risalta il colore delle sue iridi e che ben s'accompagna alla sfumatura della sua chioma violacea. Lascia le braccia scoperte, nude, con le sole mani coperte di un paio di guanti eleganti che s'alzano dalle dita fino ai polsi sottili. Non è abituata ad un simile tipo di eleganza, ma questa sera vuole che lui sia fiero della sua donna, che non tema di mostrarla al mondo e perciò, inspirando a fondo, decide di affrontare quella serata con tutta la sicurezza di cui è capace. Per fortuna ha imparato nel tempo a portare i piccoli tacchi che ha ai piedi se no altro che renderlo fiero: avrebbe fatto una figuraccia dopo l'altra. Lascia che lui la guidi per le vie di Kusa, che passeggi al suo fianco, a braccetto, con un passo tranquillo e cadenzato per non rovinare l'armonia e l'atmosfera di quella serata. E' semplicemente bellissimo; il bianco gli donna risalta il colore dei suoi occhi, dei capelli d'argento che paiono riflettere la luce circostante. Elegante, impostato, par attirare su di sé gli sguardi del mondo. Kaori ne è magnetizzata e per un attimo si chiede se non lo avrebbe fatto sfigurare comunque. Ma sorride felice di quel loro momento, di quella serata rubata al Dio tempo per un loro capriccio, e avanza al suo fianco godendosi le meraviglie che quella città in rinascita può offrire. La gente li osserva man mano che avanzano e qualcuno rimane persino fermo a fissarli. Cerca di ignorare quelle occhiate colpite e di concentrarsi solo su di lui. <Credo che questa sia la prima volta che ho modo di indossare quest'abito> dice lei, mentre camminano, giusto per non far cadere un silenzio scomodo fra loro. <Sono contenta di averlo potuto mettere per te. Mi era sempre piaciuto> rivela con un sorriso candido, osservandolo, prima di arrestare il passo dinnanzi un edificio dalle vetrate ampie, le luci calorose. Ne osserva lo stile, l'architettura, l'eleganza e poi ruota il capo alla volta dell'albino udendo quel suo invito. Le labbra rosate si dischiudono in un sorriso gentile mentre lo sguardo si colma d'affetto. Stringe appena di più la presa sul suo braccio e annuisce una sola volta col capo, con grazia. <Sì> chiosa deliziata lasciando modo, al ragazzo, di guidarla fino alla loro destinazione. [chakra: on]

11:22 Raido:
  [Primo cerchio | Ristorante] Il mondo intero si prostra ai loro piedi, nessuno osa interromperli o innervosirli, nessuno passa loro davanti anche perchè, a seguirli dai tetti, vi sono i 3 special jonin assegnati alla guardia di Kaori. Un taijutser, un ninjutser e un genjutser, tutti e 3 pronti a intervenire in caso di pericolo, in caso qualcuno osi fare il furbo. Nonostante il momento, la sicurezza della chunin è la cosa più importante in assoluto, persino lui non si reputa abbastanza forte per tenerla completamente al sicuro, anzi, ha le proprie debolezze e lei, è una di quelle. La gente si ferma a guardarli, alcuni sorridono, altri indicano e qualcuno si ferma rivolgendo la parola all'Oboro; tutti gentili, tutti quanti, nessuno escluso. La fama all'interno del villaggio è tanta, non c'è posto a Kusa dove non è conosciuto, così come a Kiri; ovunque passa la gente lo riconosce, ai più come un'eroe ma altri come traditore per aver collaborato con il consiglio, per aver ucciso in loro nome nonostante sia solo una farsa portata avanti per il bene comune ma con il tempo questa opinione deve essere sviscerata, non può permettere una simile parola sulla sua persona. Cammina tranquillo, il braccio di Kaori intorno al suo, la lama nella mano sinistra<Sei bellissima>rivolgendole lo sguardo mentre ne ammira le vesti sofisticate, pregiate che la rendono una principessa, la sua principessa ed egli è il principe. L'edificio, già all'esterno, dimostra la validità mentre percorrono quei pochi metri che li separano dall'entrata; l'ingresso è costituito da una porta di vetro girevole come il più caro degli alberghi. L'interno si presenta con pareti bianche rivestite in oro, un lungo corridoio con un tappeto rosso al centro e, in fondo, la sala contenente i tavoli. Alla destra via è il bancone bianco a cui si avvicina il Jonin<Oboro, un tavolo per due>annuncia all'uomo dietro di esso "La stavamo aspettando signore, la abbiamo riservato il tavolo vicino alla vetrata"...<Perfetto>l'uomo aggira il bancone per far loro strada in direzione della sala a una decina di metri. La sala si presenta come un'immensa stanza bianca, le pareti bianche su cui sono incise molte decorazioni in pietra e in marmo, ai lati una serie di vetrate, alcune danno sulla città e altre sulle montagne, precisamente sui colli kusani. Le vetrate in questione hanno sopra di se delle tende di stoffa bianchissima, aperte nel centro e legate ai lati; una moltitudine di quadri sono appesi, quadri di artisti famosi dell'oriente e dell'occidente. I tavoli sono disposti a file di tre in modo orizzontale con tovaglia marrone sotto e bianca sopra. Il loro tavolo, in particolare, si trova vicino a una vetrata sulla destra che si affaccia sui colli di Kusa a qualche metro da loro, precisamente al centro della stanza. Esso ha sopra di se un candelabro con 3 candele accese, un secchio contenente del ghiaccio e una bottiglia di champagne, ai rispettivi lati vi sono 3 piatti uno sopra l'altro in ordine di grandezza, 5 tipi di forchette e 5 tipi di cucchiai, uno per pietanza; il tovagliolo è piegato e posto sopra i piatti mentre vengono accompagnato in quella postazione "Il menù che ha ordinato sarà servito tra 5 minuti signore" un mezzo inchino all'Oboro per poi andarsene. Si avvicina a Kaori, la sedia viene spostata leggermente all'indietro permettendole di sedersi e, una volta fatto, la riporterebbe avanti per poi aggirare il tavolo. La shirasaya viene poggiata al lato sinistro del tavolino rotondo mentre va a sedersi<Per fortuna ho qualche conoscenza, altrimenti avremmo aspettato 6 mesi prima di avere un tavolo>invece è riuscito a fare tutto in una mattinata e non solo ma le sorprese vanno svelate poco alla volta. [Chk on][Shirasaya][Ristorante http://www.scattidigusto.it/wp-content/uploads/2013/12/Le-Meurice-Parigi-960x480.jpg]

11:41 Kaori:
 A volte pensa che, in qualche modo, lui possa quasi leggerle nel pensiero. Quelle due semplici parole arrivano al suo udito proprio quando la sua sicurezza inizia a vacillare. Non appena ha iniziato a chiedersi se fosse abbastanza per lui, quella sera, la sua voce è giunta come salvezza insperata a rassicurarla, a corteggiarla, a farla sentire al sicuro. Lo sguardo di lei s'alza a ricercarne il suo ed il sorriso riconoscente che le si apre in volto lascia trapelare tutta la felicità e la gratitudine che quel semplice dire ha portato nel suo animo. <Grazie> risponde con un sussurro delicato muovendo un altro passo, il tessuto morbido del vestito a carezzare le gambe scoperte ad ogni moto delle leve inferiori. <Questo completo ti sta benissimo. Beh... come qualsiasi altra cosa> sorride appena, divertita, continuando a seguire la sua guida fino a quando non si ritrova ad entrare nel ristorante da lui scelto. L'elemento che più spicca in quel luogo è il bianco: pareti, pavimenti, mobilio, tutto par richiamare in qualche modo una gradazione di tale colore come volesse emanare luce propria. Tuttavia c'è un giusto stacco fra questa sfumatura e gli elementi d'arredo più scuri che ne spezzano l'omogeneità. I tavoli, le tovaglie, le cornici dei quadri, sono di un marrone piuttosto scuro che va a contrastare il candore quasi esagerato del resto della sala. Candele, fiori, vetrate, piccoli elementi e dettagli che vanno a fornire alla struttura uno stile impeccabile, una eleganza invidiabile. Kaori non è mai stata in un posto così lussuoso e se ne ritrova travolta; il suono dei tacchi sui pavimenti risuona ritmico attorno a loro fino a quando non si fermano in prossimità del loro tavolo rivolto verso una vetrata che s'affaccia sui monti kusani. Un panorama incredibile che accompagna una serata altrettanto splendida. Non potrebbe essere più felice in quel momento, persino le preoccupazioni circa i recenti avvenimenti vengono pian piano meno. Lascia che l'uomo s'allontani per notare la figura di Raido che, elegantemente, le scosta la sedia per farla accomodare per prima. Sfila il braccio dal suo e va sorridendogli con candore, tenendo le labbra chiuse, la borsetta poggiata contro il proprio basso ventre con la mancina. Si siede con tutta la grazia che le è stata insegnata da piccola e lascia che l'albino vada ad accomodarsi a sua volta di fronte a lei. L'osserva, segue ogni suo movimento, rimanendo incantata da quell'attimo: è possibile che quella sia davvero la sua vita? Che sia la fortunata compagna di un uomo così rispettabile? Le sembra quasi strano, assurdo, eppure è così. Gli sorride con innata dolcezza e porta una mano a coprir le labbra quando un risolino leggero affiora a seguito di quelle parole. <Sarei stata felice di cucinare per te, nel frattempo. Mi avrebbe reso ugualmente soddisfatta> dice scostando la mano dalle labbra e sorridendogli con dolcezza andando poi a sfilare i guanti dalle mani per infilarli nella borsetta che ha con sé. <E' così strano, sai?> si ritrova a dire sollevando lo sguardo su di lui con un paio di piccole fossette a comparire a lato delle labbra sottili. <Anche se stiamo insieme da un po' mi sento comunque agitata stasera> rivela con voce gentile snudando appena i denti in un sorriso grazioso. <Sarà che non sono mai stata ad un appuntamento. E sicuramente mai in un posto così...> si guarda attorno con gli occhi a colmarsi della meraviglia di quel luogo. <...magico> ritorna a guardare l'altro in viso con fare felice, emozionato, sentendo gli occhi colmarsi di luci vive. Potesse guardarsi li vedrebbe brillare di pura gioia. [chakra: on]

12:04 Raido:
  [Primo cerchio | Ristorante] Quel vestito è il suo fiore all'occhiello, l'unico abito per cui morirebbe se venisse distrutto o rovinato ma non per motivi futili, quel vestito ha una storia, un significato ed è proprio per questo che lo conserva gelosamente ed evita di metterlo se non in occasioni di estrema importanza come quella odierna, occasioni che richiedono il massimo e deve dare il massimo per renderla felice di essere li, con lui. Sorride appena nel sentire il di lei dire, il capo viene chinato per un secondo soltanto prima di riportare lo sguardo sulla ragazza<Grazie>rialza il capo andando a guardare avanti a se, gli occhi lucidi, non piange, non ne ha motivo ma è felice, felice di condividere quel momento con lei, in sua compagnia<Era di mio padre>ecco la rivelazione, la storia che si nasconde dietro quel completo bianco come la neve. E' vecchio, molto vecchio ma lo tratta come fosse nuovo, appena comprato; forse è il cimelio a cui più tiene, una cosa personale di suo padre che ha indossato per anni e ora passato a lui, al figlio. Un vestito vecchio viene denigrato da molti, i più sofisticati tendono a buttarli, a reputarli brutti e inutili perchè non seguono la moda del momento ma sono cose che non gli interessano, piccoli dettagli che preferisce evitare e tenere lontani ma la paura che qualcuno commenti ciò che indossa è tanta. Non ha paura di essere preso in giro, ha paura di ciò che può succedere se qualcuno gli il completo, ha paura della propria reazione ma per fortuna a Kusa nessuno osa tanto, forse i più stolti e per quelli ha già la soluzione. Il ristorante colpisce non solo l'Oboro ma la stessa Hyuga che ne rimane affascinata dall'eleganza con cui si presenta, la potenza d'immagine che colpisce chiunque entri al suo interno; sembra di essere in un palazzo reale, in un luogo dove vivono re e regine...proprio come loro questa sera. Si siedono attorno al tavolino rotondo, non è molto grande e spazioso ma per loro basta, basta per quello che devono fare, per la loro piccola serata ma, come detto prima, le sorprese non sono ancora finite. I suoi contatti sono molti e i ninja sparsi per Kusa hanno tutti un debito con lui ed è sfruttando questo che ha messo in moto un piccolo piano che dovrebbe iniziare tra non molto<Questa è una serata speciale, non devi fare niente, solo divertirti>sorride poggiando le braccia sul tavolo, precisamente gli avambracci con le mani aperte e rilassate accanto al piatto mentre ascolta le di lei parole, sente quella sua agitazione come fosse sua portandolo a sorridere nuovamente mentre gli occhi diventano ancora più lucidi. E' lei, ha scelto lei, non vuole lasciarla andare per nessun motivo al mondo<Nemmeno io sono solito frequentare posti così, nemmeno in passato ma per te e con te, ci vengo piacere>di solito preferisce restare a cucinare le sue pietanze occidentali, preferisce la solitudine al caos, magari con una tazza di tè ma oggi no, oggi tutto deve essere perfetto, tutto deve essere al massimo. Nel frattempo arrivano i camerieri con il carrellino per portare loro i piatti ed è su quel carrellino che vi sono 6 piatti, 3 dei quali con pietanze diverse "Aragosta in salsa rosa, filetto di montone con crema di tartufo bianco e branzino cotto al vapore con sale, pepe e olio" annunciano i piatti portati mentre li posano sul tavolo, 3 piatti a testa per poi dare loro anche 3 coltelli diversi. L'aragosta e il branzino sono già puliti e pronti per essere mangiati, 3 piatti...costosi, molto ma ne vale la pena<Bene, buon appetito>e la cena può cominciare. [Chk on][Shirasaya]

12:31 Kaori:
 Quelle parole la portano a schiudere appena le labbra. Intuisce da subito il valore che per lui quell'abito deve avere, quale prezioso dono dev'essere per lui e se ne sente onorata. Un privilegio sentirsi meritevole di vederlo indossare un qualcosa di così importante al suo cuore. Si sente pervasa da un affetto sconfinato ed il suo sorriso si distende dolce, commosso quasi, al sentire quella rivelazione. Non dice nulla, non c'è nulla da dire, ripensa per un istante soltanto alla sua famiglia, alle tombe visitate a Kiri non molto tempo prima ed un pensiero vola ai due genitori. Una preghiera, un ringraziamento mentre la serata prosegue ed avanza tranquilla. Non sa cosa l'altro abbia in mente per quella serata, non sa che ha programmato le cose fin nel dettaglio e si limita ad assecondare gli eventi così come arrivano. Si siede tranquilla osservando le decorazioni dorate sulle pareti, attorno le finestre prima di tornare a donare a lui la sua più completa attenzione. Ascolta le sue parole, la sua voce e si ritrova ad annuire appena contenta, intimidita. <Va bene> sorride colpita da tutta quella premura. Più lo guarda più sente, dentro di sé, che lui è l'uomo giusto per lei, la sua anima forse non gemella ma complementare. Non potrebbe immaginarsi divisa da lui, strappata via dal suo fianco. Vorrebbe poter vivere accanto a lui per il resto dei suoi giorni, cullata dai suoi baci, dai suoi sorrisi, da quegli sguardi carichi di intensità e significato. Lo ama. Lo ama da morire e ne è ogni giorno più sicura, più convinta. <Ti sarà costato una fortuna però> si ritrova lei a dire con fare quasi dispiaciuto, colpevole, guardando i calici di cristallo dinnanzi a loro, la ceramica ricercata e raffinata dei piatti, la trama d'oro che ripercorre la sala. <Non era necessario> e lo pensa davvero, lei. Non è una di quelle ragazze che fingono modestia o umiltà: davvero le sarebbe andato bene anche rimanere a casa a cucinare per lui, seduti attorno al tavolo della cucina, con i bicchieri semplici e di banalissimo vetro. Ma è felice che lui abbia voluto regalarle quella serata, che abbia voluto condividerla con lei e per questo gli sarà sempre grata. Osserva il cameriere arrivare portando loro i piatti richiesti; tre piatti per ognuno di una ricercatezza e raffinatezza unica. Li osserva con gli occhi appena sgranati, le labbra leggermente schiuse mentre l'altro, disposte le pietanze sul tavolo, si riallontana con un nuovo inchino. Osserva Raido iniziare a cenare e, con un sorriso meravigliato, felice ed ampio, va ad imitare il suo fare apprestandosi a pregustare quelle prelibatezza a sua volta. <Buon appetito> ripete, educatamente, prima di afferrare le posate ed iniziare a mangiare. Scosta il tovagliolo dal piatto andando a poggiarlo, aperto, sulle proprie cosce così da evitare di sporcarsi, da averlo sempre a portata di mano. Porta alle labbra il primo boccone, un assaggio di quell'aragosta speziata dalla salsa e mastica piano a labbra opportunamente chiuse. Alza lo sguardo sgranando appena gli occhi, poggiando la forchetta contro il piatto. <E' delizioso!> esclama colpita mentre quell'insieme di sapori si amalgama sotto la lingua, fra i denti, riempiendole la bocca intera. <Incredibile....> mormora battendo le palpebre rapidamente, osservando il piatto dinnanzi a sé. Non ha mai mangiato nulla del genere e sa che probabilmente non ripeterà l'esperienza entro tempi brevi. Non è uno stile di vita che riuscirebbe a seguire ogni giorno, non lei che è fatta per le cose semplici. <Non pensavo potessero esistere piatti così buoni.> rivela prima di mandare giù un altro boccone nel tentativo di non rendere la serata troppo silenziosa. <A proposito, dimenticavo. Hiashi mi ha chiesto di salutarti ed anche i miei genitori> dice poco dopo, deglutendo il nuovo boccone appena assaggiato. <Cioè, mia madre me l'ha chiesto, mio padre si è limitato ad annuire. Ma credo che fosse d'accordo con lei> sorride appena divertita ripensando all'atteggiamento quasi imbarazzato di suo padre all'idea di perdere la sua bambina. Poco a poco, forse, ha iniziato a rivalutare i sentimenti ch'egli nutre per lei. [chakra: on]

13:03 Raido:
  [Primo cerchio | Ristorante] Deve ammettere che quel ristorante non ha niente di economico, nemmeno l'acqua che bevono lo proveniente direttamente dai monti, insomma, non bada a spese. Per sua fortuna non ha problemi economici, anzi, in tutti questi anni di lavoro tra il compito di ninja e la fucina a Kiri, è riuscito a mettere su un bel patrimonio e di risparmi. Non attinge mai a quel gruzzoletto e nemmeno ora lo fa, sa che può permettersi questo tipo di cose poche volte nell'arco di un anno e questa è l'occasione perfetta per sfruttare, almeno in parte, il proprio denaro. La osserva felice, ne ricerca gli occhi, occhi che si amalgamano alla perfezione in quel ristorante, diventa un tutt'uno con esso creando un qualcosa di bellissimo, qualcosa la cui bellezza va oltre ogni sua mera immaginazione<Lo era invece>per lui è estremamente necessario. Il primo appuntamento è quello che non si scorda mai, resta impresso nella memoria per molto tempo e vuole che tutto sia perfetto, ogni cosa deve essere messa al posto giusto, niente deve mancare in questa serata, nemmeno i regali e le sorprese, sorprese che stanno per arrivare. Comincia a gustarsi la cena partendo dal filetto; forchetta e coltello vanno ad infilzare il pezzo di carne mentre il coltello ne taglia via una parte che viene portata alla bocca. E' buono, è delizioso anche se non è un'amante dei tartufi, deve ammettere che non ha mai mangiato carne più buona, forse solo la sua leggendaria bistecca alla piastra può superare una tale pietanza. Continua a infilzare, tagliare ogni parte di quel filetto, lo bagna nella crema di tartufi gustandosi ogni boccone come se fosse l'ultimo e lo stomaco, piano piano, si riempie sempre di più<Già, il bello di questi ristoranti è che sanno davvero cucinare e non è solo una facciata le cinque stelle la fuori e poi..>porta alla bocca un altro pezzo di carne, l'ultimo per quanto riguarda il filetto di montone. Mastica a bocca chiusa, piano, lo morde rendendo la carne ancora più morbida per poi buttare giù il boccone<...ho scelto personalmente questi tre piatti>incredibile cosa si può fare in una mattina mandando in giro tutti gli uomini e contatti presenti nel villaggio. Si è messo in moto come mai prima d'ora per creare un'atmosfera da favola, vista solo nei libri per bambini. Sente quelle parole mentre porta l'attenzione sul branzino, sorride per il padre<Ricambierò appena ti riaccompagnerò a Konoha>la porta lui personalmente come un vero cavaliere<Ma ora che ci penso, sei stata promossa chunin da poco e non ti ho nemmeno fatto un vero regalo>quel vestito che le ha porta non è un regalo ma solo un piccolo riporto<Devo rimediare>ed ecco che dalla finestra si possono vedere in lontananza, precisamente dai colli dell'erba, dei fuochi d'artificio. Vengono sparati in aria, il rumore è tanto ma anche la magia ed è questo che dovrebbe attirare l'attenzione della ragazza e di tutti i presenti all'interno del ristorante. I fuochi viaggiano alti nel cielo fino a quando una serie di essi va a formare la scritta in cielo "Kaori ti amo" in modo che tutta Kusa possa vederla, in modo che tutti lo sappiano, ecco il suo regalo<Ti amo>sorride guardandola, beandosi di quella visione. [Chk on][Shirasaya]

14:53 Kaori:
 La premura che l'altro ha nei suoi confronti è toccante. Il modo in cui si sia impegnato per organizzare quella bella serata, in cui ha voluto cullarla e viziarla con quel locale costoso la fanno sentire davvero come una principessa. Si sente come se avesse potuto ottenere da lui qualunque cosa avrebbe mai potuto desiderare, come se le sarebbe bastato fare una richiesta per vedere tutto esaudito. Un tipo di amore che non aveva mai conosciuto e sperimentato prima e che non desidera provare fino in fondo; non vuole chiedergli alcun regalo, alcun dono. Le basta provare quella sensazione che la fa sentire convinta di poter avere il mondo grazie a lui per essere felice. Il solo sapere che lui le avrebbe donato qualsiasi cosa le basta, è sufficiente a farla sentire ricolma d'amore. Ma non desidera che quel trasporto, quell'affetto, sia unilaterale, no; anche lei avrebbe dovuto trovare il modo di dimostrargli tutto il suo amore, quella venerazione che prova sincera nei suoi confronti. Non sa ancora come fare, non sa cosa potrebbe renderlo abbastanza felice da fargli capire quanto lei sarebbe disposta a fare per lui, ma ci sarebbe riuscita. Avrebbe trovato il modo giusto per farlo. Sorride per tutto il tempo lei, le labbra non si restringono neppure un istante in quell'incedere gentile di secondi. È una serata deliziosa, magica e lui è il fulcro ed il centro di ogni cosa; vederlo così elegante, così bello, così rilassato dall'altro lato del tavolo la fa sentire semplicemente felice. Per una sera soltanto sono solo un uomo ed una donna ed il loro amore. Sono solo persone, solo amanti felici. E dal mattino dopo le cose sarebbero potute già cambiare, ma poco importa. Ora... per ora perchè non godersi quell'idillio tutto per loro? Mangia quel piatto prelibato gustandosi ogni boccone con dovuta lentezza; assapora piano e mastica con cura senza disperdere neppure una piccola parte del sapore di quella delizia. Vuole gustarsela fino in fondo senza sprecare nulla. Ascolta le parole dell'altro e si ritrova a sorridere volgendo sul suo viso il proprio sguardo. <L'aragosta è squisita. E la salsa si sposa alla perfezione col resto del piatto, non l'avrei mai immaginato> commenta lei complimentandosi con l'altro per l'ottima scelta. <Hai avuto gusto nello scegliere queste portate> sorride intenerita, osservandolo, terminando di mangiare quella deliziosa aragosta. Al suo successivo dire si ritrova per un istante a vacillare, a boccheggiare mentre porta il tovagliolo a pulirle le labbra dai residui dei bocconi appena mangiati, silenziando per un attimo. <Beh non ho idea di quando questo succederà. Ma sai che sarei felice di tornare insieme a te> aggiunge riaprendosi in un sorriso, ancora totalmente all'oscuro dei programmi in serbo per quel viaggio; non ha idea di dover partire -a breve- per Iwa assieme a Mekura. Non sa che Kusa non sarebbe stata la sua ultima tappa, lo ignora totalmente. E per questo è abbastanza tranquilla in questo momento, ritrovandosi ad osservar sorpresa l'altro quando egli tira fuori quel discorso. Non ha bisogno di un dono per aver fatto il suo dovere, non vuole ch'egli si affatichi a trovar qualcosa per lei per questo. Certo, ne è indubbiamente felice, sarebbe ipocrita a negare la gioia che un simile pensiero può portarle, ma non vuole risultare come un peso per lui. <Ma no, davvero. Non c'è alcun bisogno credimi> andrebbe a dirgli con il tipico candore che la contraddistingue. Sta già per dire qualcos'altro quando, dalla finestra, vede delle luci colorate venir sparate alte verso il cielo. Sorpresa le osserva con le labbra a schiudersi in un sorriso felice, estasiato, ancora non consapevole della natura di tali giochi di luce. <Oh, guarda! Ci sono i fuochi!> andrebbe a dirgli osservando ammaliata quell'affascinante spettacolo, le iridi incollate verso la scena al di fuori delle vetrate, il corpo meccanicamente sporto verso di esse, oltre il tavolo. Si alzerebbe lei scostando il tovagliolo dalle cosce poggiandolo sulla tavola, le gambe a scivolare fuori dal tavolo per permetterle di levarsi in tutta la sua modesta statura portandola a porre qualche passo verso la grande finestra. Rapita, incantata, osserva la scena seguita ad ogni passo dallo strascico dell'abito blu notte. <Sono bellissimi, non trovi?> domanderebbe alla volta di Raido, un sorriso meravigliato sulle labbra, lo spettacolo osservato e seguito anche dal resto della sala. E poi... d'un tratto, quell'ultimo bagliore ad aprirsi nel cielo. Le iridi perlacee di lei vanno sgranandosi, le labbra a schiudersi sempre più mentre le mani andrebbero meccanicamente a coprirle parte del viso. Dal mento al naso, richiuse attorno alla bocca. Legge quella scritta incisa a fuoco sulla superficie del mondo e si ritrova a sentire gli occhi umidi di lacrime commosse. Si volta pian piano, strutta, verso di lui incontrando le sue iridi d'oro perfettamente a loro agio, tranquille, già a conoscenza di quanto sarebbe accaduto. <Io...> non sa che dire, è stordita da quel momento, da quella dichiarazione fatta dinnanzi al villaggio intero e si ritrova a voltare il capo fra la vetrata ed il suo viso con la mancina dinnanzi alle labbra e la destrorsa sul petto. <Io...> balbetta, boccheggia, è in totale confusione e solo quando quel bagliore sparisce nella notte riesce a ritrovare un attimo di lucidità. Si avvicinerebbe lei a lui per andare a cercare di abbracciarlo chinandosi appena sulle gambe -nel caso fosse rimasto seduto; le mani attorno alle sue spalle, il suo viso portato contro la sua spalla e quelle lacrime dolci che verrebbero trattenute negli occhi commossi. <Ti amo. Ti amo tantissimo, Raido... non so davvero cosa dire...> sussurrerebbe a sua volta al suo orecchio, felice, colma di una gioia profonda e quasi palpabile. <Grazie> direbbe ancora richiudendo le palpebre in un istante di perpetua felicità. <Grazie, grazie, grazie> parole che le sembrano quasi vuote, prive di significato a dispetto della sincerità profonda dietro di esse. Si sente inadeguata, incapace di rivelargli il proprio amore allo stesso modo in cui lui l'ha fatto. Ingenua, inesperta, desidera solamente fare qualsiasi cosa per renderlo felice e al momento neppure le importa di attirare, probabilmente, gli sguardi della sala intera. Non le importa che qualcuno possa osservarli, che guardino pure. Che guardino pure il loro amore, che il mondo intero sappia che s'appartengono loro in modo completo ed assoluto. [chakra: on]

15:38 Raido:
  [Primo cerchio | Ristorante] I fuochi d'artificio sono la ciliegina sulla torta, il culmine di quella serata e del suo regalo, non solo per la recente promozione a chunin ma per tutto quello che ha fatto le per lui. In questi giorni, in queste settimane ha fatto tanti errori, non se ne pente ma li ha fatti e forse non può rimediare in modo totale e definitivo ma vuole dimostrarle che, nonostante tutto, è innamorato di lei, il sentimento è forte e non scomparso. Non ha mai dubitato di questo, ora più che mai. Osserva i fuochi venire sparati in aria, alti nel cielo stellato regalando a Kusa uno spettacolo immenso e bellissimo, un qualcosa che si vede di rado nel villaggio ma ha rimediato. Scosta il viso passando dalla vetrata alla Hyuga concentrandosi su di lei, sul suo aspetto, sul fisico, sul viso, su di lei; la guarda senza distogliere lo sguardo. Ascolta il suo dire, ode le parole<Tu sei bellissima>sorride soddisfatto di se stesso, del suo operato e di quello che ha fatto e sta facendo ma il vero regalo arriva ora con la comparsa del nome di Kaori in cielo davanti a tutto il villaggio, a tutto il paese. Una dichiarazione romantica, audace e molto difficile da mettere in atto ma, per sua fortuna, ha una certa rilevanza all'interno di Kusa e certe cose può permettersele senza troppi problemi. Il sorriso aumenta ancora di più mentre si alza, si solleva dalla sedia portandosi al fianco della chunin e della sua espressione sorpresa, felice, di pure gioia. Inaspettata per lei, lo sa benissimo ma guardarla, vedere la felicità nei di lei occhi è quanto di più soddisfacente potesse avere, gli basta questa per essere felice e tranquillo. Vuole che questo giorno rimanga impresso nella mente di entrambi, impresso a fuoco in modo da essere ricordato negli anni a venire, un giorno perfetto in cui le ha dimostrato cosa prova veramente per lei, cosa davvero lei gli ha fatto con i suoi modi di fare, con la gentilezza dimostrata. Parlare non serve a niente, risulta inutile quando le stesse parole non hanno più niente da dire, rimangono solo i gesti pratici. Si volta a guardarla, il busto viene voltato con le leve inferiori che ruotano su se stesse, le braccia aperte andando ad accogliere quell'abbraccio. La stringe a se, la tiene stretta senza lasciarla andare poggiando il capo sul suo, gli occhi chiusi. Restano fermi e immobili in quel loco, in quella posizione sentendo i ripetuti ringraziamenti di lei, il suo dire felice e sorpreso con quelle lacrime che scorrono lungo tutto il viso<Ti amo, non dimenticarlo mai>mai lo deve fare e lui è il primo che non glielo permette. E' li, pronto a ricordarglielo giorno dopo giorno come se stesse arrivando la fine del mondo, come se tutto stesse andando in malore, non deve dimenticare questo piccolo particolare. [Chk on][Shirasaya]

09:56 Kaori:
 Il rossore gentile delle sue gote s'accentua al solo sentire quel complimento. Le luci dei fuochi si riflettono sulla sua pelle diafana attraverso la vetrata accanto a sé. È incredula, sorpresa, meravigliata da ciò che l'altro ha osato e voluto fare per lei. Una dimostrazione d'amore pubblica, plateale e romantica che le strappa il cuore. Non ha parole, non sa cosa dire, riesce solo ad osservarlo incantata, stregata, con gli occhi lucidi di viva commozione. Alcuni li osservano inteneriti, altri solo curiosi, mentre qualcun altro torna a pregustar la sua cena indisturbato, disinteressato. Ma è solo un contorno al quale Kaori non presta la minima attenzione mentre va a gettarsi fra le di lui braccia, stringendolo con tutta la sua misera forza, con tutto l'amore del quale è capace. <E', forse, la cosa più bella che potessi aspettarmi...> mormora col capo poggiato contro il suo petto, avvertendo il calore del suo corpo, la sensazione delle sue mani che le cingono la schiena, i fianchi, andandola a stringere contro di sé con altrettanta dolcezza. Si perde in quella stretta, in quel gesto, ringraziandolo infinite volte con le lacrime a brillare sull'orlo delle sue iridi color perla; è felice. Completamente, incondizionatamente felice. Anche se solo per una sera, anche se solo per poche ore sa che per quella notte esistono solo loro. Ode le sue parole, il suo dire, ed il capo va alzandosi per osservarlo negli occhi mentre pronuncia quel dire. Lo ama. Lo ama profondamente, con un trasporto mai sperimentato prima in alcun caso. <Mai. Sei il mio futuro> gli dice puntando le iridi chiare in quelle dorate di lui, la voce ridotta ad un sussurro leggero, un soffio nel vento. <Ed io voglio essere il tuo> aggiunge con dolcezza per tentare poi di sollevarsi appena sulle punte ed innalzare il viso a ricercare il suo. Vorrebbe lei raggiungere le sue labbra, poggiare le proprie sulle sue alla ricerca d'un bacio che non riesce a trattenere, ad impedire. Ne ha bisogno. Un bacio che sarebbe dolce, leggero, gentile e che si ridurrebbe ad un tenero e timido sfiorar di labbra. Niente passione, niente voracità in quel gesto, ma sola la sconfinata voglia di riversare in lui tutto il suo affetto, il suo desiderio di amarlo e proteggere in ogni occasione. Per sempre. [chakra: on]

10:19 Raido:
  [Primo cerchio | Ristorante] Non è solito fare sorprese di questo tipo, non si lascia mai andare più di tanto a gesti affettuosi in pubblico ma questa volta deve, vuole farlo infischiandosene di ciò che gli altri possono pensare di lui. Non si preoccupa se la reputazione se ne va, in questi momento non è al centro della propria attenzione e, una volta terminata la serata, può tornare a essere il Jonin di sempre ma questa sera è loro, ci sono solo loro. Nessun problema, nessuna preoccupazione, niente di niente, solo ed esclusivamente le loro essenze e nient'altro, niente di più di ciò che si vede ovvero due persone, semplicemente, felici. La tiene stretta contro di se, felice di sentire quelle parole uscire dalla di lei bocca, felice di vedere che per lei è lo stesso e un sorriso, lieve ma sincero, va a formarsi sulle di lui labbra mentre accoglie quel semplice bacio. Niente passione, niente voglia, solo una piccola dimostrazione di quanto detto fino ad ora, solo questo. La serata è appena iniziata, la cena è in corso e merita di essere finita. Riaccompagna Kaori al suo posto a sedere, i fuochi sono terminati e possono continuare tranquilli e la preda non è altro che l'aragosta lasciata per ultima. Taglia, inforca, mangia tranquillo, bocca chiusa mentre gli occhi permangono fissi sul viso di Kaori, la scrutano sorridendo. Le è mancata, terribilmente e pensare di doversi separare da lei, a breve, lo distrugge nuovamente; non sa di preciso quando ma una sensazione lo avverte che quel momento è molto vicino, più vicino di quanto si possa pensare e deve prepararsi, di nuovo, psicologicamente a salutarla. Deve trovare un modo, una soluzione per questo inconveniente, un modo per ridurre la distanza, per essere sempre con lei anche quando è lontano e, effettivamente, un modo c'è. Ha visto Yukio sfruttare quella tecnica per portare via i civili ma non sa se n'è pronto, non sa se è in grado di padroneggiare tale arte e renderla efficace quanto quella del tessai; l'istinto gli suggerisce di aspettare un momento più propizio e decisivo. La cena finisce, la bottiglia al loro fianco anche. I minuti passano per poi rialzarsi nuovamente dal tavolo, la shirasaya nella sinistra mentre il braccio destro viene teso in direzione di Kaori, la mano aperta con le dita unite<Andiamo>è tempo di andare. Aspetta che quella mano venga presa per poi dirigersi verso il bancone all'entrata, un bel mazzetto corposo di denaro viene dato all'uomo per poi uscire dal ristorante sotto il cielo stellato. Respira l'aria della sera, respira quel momento indimenticabile<Andiamo a casa, la serata non è ancora finita>rivolgendosi alla Hyuga, un sorriso misto tra il dolce e il malizioso per poi incamminarsi in direzione della magione degli Oboro. [Chk on][Shirasaya][END]

10:38 Kaori:
 Sa che Raido ha compreso, ha sentito il significato dietro quel bacio. Può capirlo dal modo in cui le sorride, dal modo in cui la guarda con le iridi scintillanti di semplice gioia. I loro occhi, le loro labbra, riflettono il medesimo sentimento e li rendono semplicemente felici in quell'attimo di tempo destinato a loro soltanto. Rimangono abbracciati per pochi minuti prima di tornare ognuno al proprio posto attorno al tavolo. Terminano di mangiare in silenzio, lentamente, lasciando che i loro sguardi vaghino dai piatti ai loro rispettivi volti. Sorridono, non parlano, lasciano che siano le loro iridi a parlare per loro. C'è appartenenza, c'è felicità, c'è un senso di semplicità che si direbbe quasi assurdo in un posto ricercato e lussuoso come quello. Ma i dintorni svaniscono attorno a loro; possono vedere solamente le loro rispettive figure, i loro volti, i loro abiti scelti a posta per quell'occasione speciale. Kaori gusta con misurata calma la cena che lui ha scelto per loro e assaggia quel vino dall'aria piuttosto sofisticata e costosa. Non vuole pensare a quanto tempo le resti lì al suo fianco; non vuole pensare a quando dovrà separarsi nuovamente da lui, non in quel momento. Vuole continuare a godersi la sua presenza lì, con sé, fino a quando le sarà possibile goderne. Desidera vivere ogni attimo con lui senza pensare a quanti altri ne restano a loro disposizione. E così la cena trova la sua fine, il suo termine, andando a portare l'albino ad avvicinarsi a lei porgendole la mano come il più elegante cavaliere; Kaori si pulisce le labbra con il tovagliolo riponendolo, ben ripiegato, sul tavolo e poggia la mancina sul di lui palmo, le dita ben chiuse fra loro, il tocco delicato e leggero come insegnatole da sua madre. Si alza scostandosi dalla sedia seguendo i suoi passi, avanza al suo fianco fino a raggiungere il bancone all'ingresso. Nota la mazzetta che viene allungata all'uomo e, a giudicare dalla quantità di banconote, deve aver speso interi stipendi per quella sola serata. Se ne sente colpita, toccata e un calore profuso le si diffonde dentro. Gli sorride col più dolce candore e si ritrova ad annuire al suo invito. <No. E' appena iniziata> sorride lei al suo indirizzo con un'espressione ingentilita, morbida, accompagnata da una voce vellutata e carezzevole prima di seguire i suoi passi verso le vie del centro, diretti ora a quella che per il momento è la loro abitazione, ad un passo tranquillo e sostenuto. [End]

In seguito al ritorno a Kusa della chuunin di Konoha, Raido organizza una serata solo per loro dove, per una sera soltanto, possono concedersi di liberarsi dei loro obblighi ed incarichi per essere una coppia come tante.

Fluff. Fluff everywhere.