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Cure per Raido

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con Kaori, Raido

Bon vadi pure per primo ♥

16:01 Raido:
  [Atrio] La missione è un successo, hanno eliminato gli orsi e quello Yakushi, tutto fila liscio tranne che per un piccolo particolare. Quei maledetti orsi con le unghia avvelenate lo hanno colpito provocandogli ingenti danni da avvelenamento. Il tempo passa veloce mentre corre e, a ogni minuti, la velocità delle leve inferiori diminuisce. Indosso porta un armatura pesante in parti metalliche fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti 5 tonici del chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 10 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso; nel polso destro vi è sigillata una nodachi, nel polso sinistro una katana a doppia lama. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato. In più ogni lama è cosparsa di veleno stordente grado S, una sicurezza in più per se. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere, simbolo del patto fatto con il diavolo. Arriva dinanzi all'ospedale passando oltre la porta; il sudore cola dalla di lui fronte bagnandogli il viso. Si guarda intorno cercando un sedia su cui sedersi nell'atrio e, se l'avesse trovata andrebbe a posizionarsi li. Il capo penzola verso destra, gli occhi fanno fatica a rimanere attivi e le palpebre faticano a restare sollevate, deglutisce. Lo sguardo è spaesato, capisce poco, molto poco. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

La serata procede piuttosto tranquilla. Stranamente non ci sono particolari emergenze e l'atrio è piuttosto vuoto. Le pareti bianche salutano l'ingresso del jonin che, alla sua destra dall'ingresso, può notare la presenza di un certo numero di panche e sedie poste lì come sala d'attesa. Va dritto verso la prima sedia che trova abbandonandosi su di essa, troppo stravolto e ferito per riuscire a capire o fare qualsiasi altra cosa; il sudore scivola in rivoli gelidi lungo la fronte e le vene del collo paiono inscurirsi sotto la sua pelle umida. L'infermiera di turno all'accettazione nota immediatamente il suo passo barcollante, l'espressione vacua, e si affretta ad aggirare il bancone per raggiungerlo ov'è seduto. Basta una rapida occhiata per capire che non è nelle migliori condizioni: pallido come un lenzuolo, sudato, con le vene a rigonfiarsi appena sotto la pelle. <Signore. Signore, riesce a sentirmi?> domanda l'infermiera dalla chioma corvina guardandolo, la sua collega rimasta dietro al banco ad osservarli allarmata. Se dovessi provare a parlare, noteresti come dalla tua bocca non uscirebbe che qualche suono confuso, sconclusionato e illogico. <Dobbiamo portarlo subito in una stanza! Keiko, per favore, chiama la luminare: dille che Raido Oboro è in pessime condizioni> avvisa la ragazza la sua collega che, per tutta risposta, si affretta a correre oltre un corridoio alla fine della stanza. <Adesso ci pensiamo noi a lei, signore. Cerchi di rimanere sveglio> Ed è difficile. Maledettamente difficile, vero Raido? Rimanere coscienti quando tutto attorno a te par così confuso, così pesante, così stancante. Persino tenere le palpebre aperte è faticoso e l'unica cosa a tenerti sveglio è il fuoco che ti brucia nelle vene. Un paio di infermieri -piuttosto alti e piazzati- giungono pochi istanti dopo armati di una barella. Si avvicinano al duo andando a posare la barella in terra per poi avvicinarsi al corpo dell'Oboro. <Lo portiamo noi, Chiyuki> informano l'infermiera e, subito dopo, eccoli sollevarti con una certa fatica fino a distenderti sul trasportino, così da poterti più facilmente portare nella stanza ove, si spera, verrai rimesso a nuovo.

16:25 Raido:
  [Atrio] Il veleno agisce nel corpo andando a bruciare ogni parte di se, ogni singola frazione del suo essere va in fiamme. Guarda intorno vedendo piccole sfumature verdastre, gli occhi sono appannati riuscendo a notare i segni del sole di colore verde farsi avanti in modo prepotente. Accasciarsi a terra è quello che vorrebbe ma è difficile, dannatamente difficile lasciarsi andare in questo modo; lui, un Houjutser che dovrebbe conoscere i veleni a vista d'occhio visto il suo largo uso, non ha capito cosa vi ha posto sotto le unghia di quegli orsi. Non è inesperienza ma distrazione la sua, una distrazione che gli sta costando fin troppo caro. La bocca è secca, tutta a saliva scompare all'improvviso, le orecchie fischiano, stordito, prossimo alla morte e ha freddo; il corpo inizia a tremare, ad agitarsi notando come il veleno cominci a fare un effetto maggiore sul corpo mentre delle voci vanno a parlargli. Porta gli occhi sull'infermiera, l'osserva, vorrebbe parlare, spiegarle cosa ha ma non ci riesce; la bocca si apre ma niente esce, resta in silenzio a guardarla, barcolla. E' stanco, distrutto, vuole riposare, tornare sano e in forma oppure morire li, non pensare più a niente lasciandosi morire per far cessare tutto in un battito di ciglia. Alla fine cede cadendo completamente sulle panche; gli occhi puntano verso l'alto, la schiuma comincia a uscire dalla bocca mentre le labbra si seccano d'improvviso. Il sudore continua, esce anche dal naso ma di un colorito verde pisello, fa schifo, fa letteralmente schifo ma il veleno progredisce sempre di pi fino a quando non si sente sollevato, posto su qualcosa di più comodo. Il mondo gira, tutto quanto gira rendendo l'esperienza vomitevole. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

L'uomo vien posto sulla barella e trasportato d'urgenza in una delle varie sale atte ad ospitare i trattamenti dei pazienti. Non è esattamente una sala operatoria, non vi sono strumentari adatti ad aprire un corpo o ripulirlo internamente, ma si verificano altri tipi di operazioni ed interventi meno invasivi. <Forza, dobbiamo sbrigarci! E' svenuto dannazione!> esclama uno dei due infermieri mentre procedono a passo spedito verso la camera in fondo al corridoio. Qui i due si trovano a fermarsi accanto al letto poggiando la barella in terra per poi sollevare insieme il di lui corpo e posizionarlo sulle lenzuola, disteso su di un fianco onde evitare che soffochi con la schiuma che esce dalle sue labbra. Rimangono lì per pochi istanti prima di sentire venire dal corridoio il ticchettio tipico che accompagna i passi della luminare; svelti, rapidi, i suoi passi la portano fino alla stanza mostrandola giungere da loro intenta a legarsi i capelli castani in un alto chignon. L'espressione è seria, il camice svolazza attorno mentre osserva con aria critica l'uomo. <Da quanto è in questo stato?> domanda seria andando a forzare l'apertura delle palpebre con le dita, notando le pupille restringersi sempre più, le venature farsi più vivide nella sclera grigiastra. <Da un paio di minuti, forse meno. Il tempo di portarlo in stanza, dottoressa> spiegano i due posti dall'altro lato del lettino intenti a tenerlo disteso sul fianco. La donna stringe le labbra andando a scostare di poco le vesti di lui: dal petto, dal collo, può perfettamente vedere le sue vene scure sotto la pelle, gonfie. Il sudore ghiacciato che impregna gli abiti ed il viso. <E' stato avvelenato. Progredisce in fretta, dobbiamo sbrigarci> mormora lei con tono alto, urgente, andando a allora a richiamare le proprie mani terapeutiche. Porta i palmi cosparsi di alone verdastro sul di lui corpo, sul petto per cercare di bloccare col proprio chakra l'avanzare del veleno nel suo sangue. <Per ora fermerò il progredire delle tossine, ma non durerà a lungo, è solo un palliativo! Ho bisogno di preparare un antidoto al più presto> dice ai due infermieri fissandoli con aria seria. <Andate al laboratorio e informateli che c'è bisogno di un antidoto ad una tossina di livello S. Fate preparare un antidoto il più in fretta possibile e portatemelo qui: ditegli che probabilmente è di origine animale a giudicare dalla rapidità con cui sta avanzando e che le sue vene sono di uno strano colore verdastro. Sapranno loro cosa fare. CORRETE!> ordina lei continuando a profondere le sue energie nel di lui corpo nel tentativo di arrestare quel processo atto a consumare e bruciare le sue stesse cellule. <Signor Oboro, mi sente? Resti qui. Fra poco potremo curarla, deve aver pazienza. Stia con noi signor Oboro> lo incita lei cercando di tenerlo sveglio, cosciente, sperando che riesca a capire le sue parole, a sentirla. Il chakra del medico sta ora contrastando - momentaneamente - il flusso del veleno nel sangue incoraggiando una riproduzione cellulare altrettanto rapida ma è un blocco che non potrà mantenere a lungo. Una sensazione di tepore pervade il tuo petto, il tuo corpo, contrastando il bruciore che senti salire nelle vene. Fa male. Fa male ogni cosa, ogni parte di te, e il sudore scivola copioso dalla fronte. Ma sei ancora qui.

17:06 Raido:
  [Atrio] Piccoli versi e rantoli gli escono dalla bocca, è a metà tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Vede le luci, verdi, ma le vede. Il mondo intorno a se non è nient'altro che un'unica stanza bianca, immensa, in grado di portare la pace a chiunque e la luce si fa più forte, più calorosa. Le voci continuano a viaggiare nella testa del Jonin, voci femminili di gente che parla, dice cosa ma non riesce a capire il nesso, non capisce da dove provengano; non si ricorda niente, non sa nemmeno dove si trovi, sa solo di essere arrivato in ospedale e poi tutto diventa luce. Il bruciore continua, più forte, ogni minuto che passa senza mai fermarsi, aumenta andando a ledergli le vene, gli organi interni, il cervello stesso gli da fastidio e il solo provare a pensare, a metterlo in azione gli provoca un fastidio immenso, enorme tanto da condurlo alla morte<AAAAAAAAAAAAAAAAH>grida dolorante all'interno della stanza in cui lo hanno portato, urla di dolore. Non è solito farlo, non si lascia andare così facilmente ma non ha più il controllo del proprio corpo, non sa quello che fa e ogni cosa fa parte di movimenti istantanei dovuti al momenti. Cosa succede? E' la domanda che si fa nel limbo bianco in cui è intrappolato, un limbo da cui non c'è via d'uscita fin quando non sente uno strano calore pervadergli il petto e qualche attimo di pace prima del ritorno del dolore insopportabile. Però tanto basta a farlo tornare in se, a farlo ragionare nuovamente, portarlo a riaprire gli occhi mentre digrigna i denti mostrando i canini appuntiti. Versi di dolore, gli occhi si aprono ma per poco prima di socchiudersi riuscendo a notare la dottoressa che lo sta visitando e non una dottoressa qualunque ma la luminare dell'ospedale<Orsi..>pronuncia il nome dell'animale che lo ha graffiato e avvelenato<...orsi...Yakushi..veleno>parole sconnesse, cerca di riassumere cosa gli è successo ma il tono di voce è debole, il corpo stesso è debole. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

Il dolore è vivo in lui, nel suo corpo, esce un grido straziante dalle sue labbra che per lo meno lascia intendere che sia ancora vivo, ancora capace di reagire a quella morte che gli scivola lenta nelle vene. La luminare stringe le labbra, i denti, continuando a bloccare l'avanzata del veleno col proprio chakra notando gli effetti di quell'azione sul di lui corpo. Riprende coscienza, riesce persino a mormorare qualcosa. <Orsi...?> domanda la donna aggrottando la fronte, guardandolo negli occhi. <Sono stati degli orsi ad avvelenarla?> Ma non ha senso. Gli orsi non sono animali velenosi. Letali, sì, pericolosi, ma velenosi...? Osserva le sue vesti, il suo corpo, e nota il modo in cui la veste è stata strappata, in cui la pelle presenti dei tagli sul petto. Graffi. Ferite. Artigli che hanno scavato nella carne. E' da lì che il veleno è certamente entrato in circolo ed è dalle unghie dell'orso che l'ha colpito che proviene. Che uno Yakushi abbia cosparso di veleno le unghie della bestia per renderla ancora più letale? Ma perchè?! Ad ogni modo, in qualche modo, per lo meno adesso sa di che natura è il veleno che sta agendo nel corpo del ragazzo per cui se l'antidoto non dovesse fare effetto avrebbe potuto prepararne uno lei ben più mirato. I graffi intanto son già scomparsi grazie all'azione del suo chakra curativo e l'unico dolore che rimane da curare è quello del veleno che gli brucia in corpo. <D'accordo signore, va bene. Non si sforzi troppo ma resti cosciente> va lei a dirgli con un sorriso tirato, nervoso, cercando di tenerlo in uno stato di veglia anche superficiale. <Pensi a qualcosa di importante, o a qualcuno che non vuole lasciare. Trovi un pensiero che la faccia combattere e resti con me. L'antidoto dovrebbe star arrivando, vedrà> cerca di confortarlo voltandosi col viso verso la porta, il desiderio di sentire i passi svelti degli infermieri a vibrarle nel cuore. <Ancora un attimo di pazienza..>

17:47 Raido:
  [Atrio] Lo sa anche lui che non ha senso eppure sono degli orsi ad averlo avvelenato, orsi con unghia pregne di veleno tossico, lo stesso che per anni ha evitato di posare sulle proprie armi. Ha sempre usato un veleno stordente, qualcosa che non uccidesse e facesse soffrire troppo ma non perchè non sia sadico bensì perchè i nemici devono avere una morte veloce e immediata. Si agita, trema, il corpo è una vibrazione continua che emerge dal corpo rendendo un tumulto continuo. Ode la domanda, la sente ma fa fatica a rispondere, cerca di annuire con il capo ma senza riuscirci. Troppo debole per muoversi a comando, per fare qualsiasi cosa che gli passi per la mente, non ha la forza di reagire in alcun modo. Le parole della luminare giungono ancora, strizza gli occhi, digrigna i denti mentre la schiena si solleva leggermente verso l'alto mentre pensa a l'unica persona che al momento lo rende felice...Kaori. Il suo pensiero, le visioni nella testa vengono rivolte su di lei in modo assoluto e solo qui capisce quanto le manca, quanto tiene a lei, quanto non possa vivere in alcun modo senza di lei. Si focalizza sul di lei viso, la scruta cercando di frenare il dolore, di resistere all'impulso di saltare giù dal letto all'improvviso. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

Non parla più, non si muove, ma è cosciente. Lo vede nel modo in cui si agita per il dolore, nel modo in cui stringe gli occhi, le labbra, i denti. Combatte. Lotta col dolore, col veleno, guerriero fino all'ultimo. La luminare prosegue nella sua opera di trattenimento del siero ed inizia ad accusare i primi sintomi della stanchezza. Il suo chakra sta poco a poco diminuendo e lo sforzo di tenere attiva una tecnica di così alto livello è immenso, ma per fortuna ha ancora molte energie nella sua riserva. Non per niente è il capo medico di Kusa, eh. Continua a tenerlo in bilico in quel limbo fatto di un bruciore continuo quando, finalmente, i passi dei suoi infermieri arrivano dal corridoio. I due tornano nella stanza portando con loro un bicchiere colmo d'antidoto. La donna s'illumina al solo guardarli in volto. <Finalmente!> esclama lei sollevata. <Hanno fatto il prima possibile, capo. Hanno creato l'antidoto sulla base del veleno tossico più potente nelle nostre scorte, il veleno di un serpente bianco trovato ai confini con Oto> spiega uno dei due avvicinandosi, poggiando il bicchiere sul comodino accanto al letto, ben attento a che l'agitarsi del paziente non lo versi in terra. <Ottimo... forse questa loro scelta gli ha appena salvato la vita> Beh, considerando che il veleno è probabilmente di uno Yakushi, l'idea di aver sintetizzato l'antidoto d'un serpente bianco è stata forse la migliore possibile. <Li ho addestrati bene...> sospira lei riconoscente ai Kami per quel dono, prima di respirare a fondo e allontanare le mani dal di lui petto. <Ok ragazzi, datemi una mano. Tenetelo fermo e con la testa appena sollevata mentre io gli rifilo l'antidoto. Cercate di non farlo agitare troppo o lo sprecheremo e basta> I due ragazzi annuiscono d'istinto e volano al letto posizionandosi uno dietro la testiera, pronto a sollevare appena il busto del paziente e l'altro verso metà letto a tenere ben ferme le gambe ed il torace. Il primo infermiere tiene la testa appena reclinata all'indietro, mentre la luminare, col bicchiere in mano, si avvicina a lui andando ad aprirgli la bocca con una mano. <Beva, beva tutto e andrà meglio, glielo prometto> gli dice cercando di richiedergli quell'ultimo immenso sforzo, ben conscia che il dolore ora si stia espandendo in tutta la sua forza visto che ha disattivato il proprio jutsu medico. Va, quindi, a versare fra le di lui labbra il contenuto amaro di quel bicchiere a piccoli sorsi, onde evitare che soffochi, che lo sputi via, non osando interrompere quel lento processo fino a quando l'ultima goccia d'antidoto non è stata versata nella sua gola. Solo a quel punto, allora, i medici si sarebbero scostati da lui lasciandolo disteso nel letto alle prese con quel dolore che va piano piano scemando, diminuendo. Il fuoco si ritrae lentamente nelle tue vene, la febbre è alta ma combatterà l'infezione. La stanchezza ti assalirà violenta, le palpebre saranno pesanti ed un sonno agitato e profondo andrà a cullarti per le prossime ore. La convalescenza è lunga ma la tua vita è salva. [End]

Raido si reca in ospedale febbricitante e instabile rischiando di svenire sulle sedie della sala d'attesa.

Un'infermiera manda a chiamare immediatamente la luminare che appena lo vede s'avvede del massiccio avvelenamento che lo sta intossicando. La donna cerca di arrestare il diffondersi del siero grazie ai suoi jutsu medici e manda i suoi infermieri a far preparare un antidoto nei laboratori dell'ospedale.

Grazie ai loro sforzi l'Oboro viene curato per tempo evitando una dolorosa e pericolosa morte, ma la convalescenza è ancora lunga:

Si aspettano 3 giorni di ricovero per il completo recupero delle sue energie.
Giorno: 1/12 > Salute 60 + 10 = 70 -- Passa la notte in ospedale incapace di muoversi e alzarsi.
Giorno: 2/12 > Salute 70 + 10 = 80 -- Ricoverato in ospedale ha guadagnato un po' di forze ma è ancora debole e febbricitante.
Giorno: 3/12 > Salute 80 + 10 = 90 -- Ultimo giorno in ospedale. La febbre è passata e il veleno è stato totalmente espulso dal corpo tuttavia c'è ancora un po' di debolezza dovuta all'enorme stress subito nei giorni precedenti.
Giorno: 4/12 > Salute 90 + 10 = 100 -- Guarigione completa.

Mi occuperò personalmente di sistemare la salute di giorno in giorno.

No px vista la natura della quest.