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{ Lui, lei e la nonna }

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con Raido, Haran

09:18 Haran:
 Un sole luminoso e caldo rischiara quest'ennesima mattina in quel di Kusagakure; il cielo è azzurro, terso e nubi bianche come pezzi d'ovatta si muovono leggere qua e là rincorrendosi in un eterno acchiaparello. Una brezza leggera, fresca, punge e carezza in ventate frizzanti mentre il Villaggio, poco a poco, torna a nuova vita. Meiko è a casa, oggi. Nel pomeriggio si sarebbe dedicata ai suoi allenamenti ed ai suoi doveri in qualità di kunoichi dell'Erba ma, per questa mattina, sarebbe solo stata la sospirante schiava di sua nonna. “Meiko! Benedetta ragazza, ti sei rifatta il letto? Hai pulito a terra? E il bagno? Hai lavato il bagno?” la voce appena roca dell'anziana risuona da basso giungendo fino al piano superiore ove la giovane e zelante genin si sta liberando dei guanti di gomma appena usati per sistemare e pulire la toilette. Rotea gli occhi verso l'alto trattenendo uno sbuffo mentre va a poggiare i guanti, in bilico, sul secchio svuotato. <SI, HO FINITO, HO FINITO!> grida dal piano di sopra scuotendo il capo con fare rassegnato, rimettendo a posto detersivi, secchio, mazza e pezza. Ha i capelli legati in una alta coda che le ricade dalla cima del capo fino a scendere all'altezza delle scapole ed indossa un semplice kimono viola dalla trama floreale dorata. Largo, appena più grande di lei, comodo, con uno spacco laterale che lascia intravedere perfettamente la linea della coscia e della gamba. Un paio di calzini bianchi ai piedi e null'altro di visibile indosso. Torna nella sua stanza e apre la finestra; lascia cambiare un po' d'aria osservando per un istante soltanto la città che si risveglia e vive sotto di lei. Meiko abita in una abitazione piuttosto semplice, posta su due piani, nel centro cittadino. È una casa come ce ne sono molte per quelle vie ad eccezione del fatto che ogni finestra ha il davanzale pieno -e pieno davvero- di colorati fiori di campo. Sua nonna ha sempre avuto una certa ossessione per i fiori e la genin non ha potuto far nulla per impedirle di decorare così anche la sua finestra. Al suo interno la casa si compone di un primo piano con una ampia cucina che funge anche da salotto e, sulla destra, delle scale che portano al piano superiore ove è possibile trovare un corridoio che si affaccia su quattro stanze. Un modesto bagno immediatamente sulla sinistra, la stanza di Meiko esattamente di fronte, la camera per gli ospiti ove dorme il piccolo Hide accanto alla camera di Meiko e la stanza della nonna in fondo al corridoio. L'arredamento è semplice, in legno scuro e le pareti sono adorne in ogni stanza di foto e quadri. C'è vita, in quella casa, ed anche un bel trambusto. Inspira a pieno l'aria fresca del mattino e poi si dirige verso il piano sottostante. Scende le scale con calma raggiungendo la nonna ed Hide al tavolo. L'anziana sta impastando una focaccia mentre il bimbo dalla chioma dorata mangia la sua colazione tenendo stretta in una mano la marionetta regalatagli da Toshi. Ha acquisito peso da quando l'ha accolto in casa ed anche un po' di colorito. Le sue guance sono teneramente tinte di un rosa vitale e il suo sguardo è un po' più vivace. Di tanto in tanto riesce persino a sorridere alla vista delle buffe scenette fra Meiko e sua nonna. <Adesso posso fare colazione?> domanda la genin con le mani sui fianchi, rivolgendosi alla donna dietro al tavolo. La vecchia la guarda ritrovandosi a fissare lo spacco del kimono che lascia in bella vista parte della sua gamba. “Ma ti sembra modo di stare in casa?! Con le gambe all'aria?! Che penserebbe di te un gentiluomo?” <Oh no, non ricominciamo eh? Sono in casa e qui non ci sono uomini. A parte il nostro Hide, ma lui non pensa che io sia una ragazzaccia non è vero?> va lei domandando al piccolino accucciandosi accanto alla sua sedia con un sorriso sincero e complice sulle labbra. Il bambino le sorride di rimando, timidamente, impacciato, annuendo appena col capino qualche istante dopo. <Visto? E' tutto a posto> aggiunge lei con una scompigliata di capelli al bimbo, tornando in piedi ad osservar la nonna esasperata.

09:27 Raido:
  [Pressi casa Meiko] Indosso porta un armatura leggera in cuoio fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti 5 tonici del chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 10 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso; nel polso destro vi è sigillata una nodachi, nel polso sinistro una katana a doppia lama. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato. In più ogni lama è cosparsa di veleno stordente grado S, una sicurezza in più per se. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere, simbolo del patto fatto con il diavolo. Oggi, stranamente, ha deciso di fare una sorpresa a Meiko, una piccola visita nella sua proprietà per vedere come è la sua vita. Si è fermato dal fioraio a prenderle un mazzo di rose che tiene strette nel palmo della sinistra mentre nel portaoggetti ha riposto un piccolo oggetto, grazioso da dare alla sua allieva e allora i fiori per chi sono? Per la casa, quindi per i parenti della genin, per la genin e chiunque vi sia all'interno. Cammina tranquillo per le strade di Kusa passando di livello in livello fino a giungere nei pressi dell'abitazione. Dall'esterno osserva come è fatta, grande, molto più della sua vecchia casa nel bosco dei ciliegi e un leggero sorrisetto va a formarsi sul viso, qualcosa gli dice che questa giornata si potrebbe rilevare esilarante, più del normale. Si avvicina alla porta d'ingresso, la mano destra si chiude a pungo alzandosi per poi colpire tre volte la porta, bussa aspettando di essere aperto. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

09:55 Haran:
 “Benedetta ragazza, proprio non so cosa ti ho insegnato io in tutti questi anni!” borbotta la nonna continuando a preparare l'impasto per la focaccia, la pasta a venir raccolta, distesa e riaddensata con la forza delle sue braccia. Paiono esili, stanche, eppure c'è ancora forza e vigore in quegli arti sottili. Meiko sospira calando appena le spalle andando a raggiungere la credenza alle spalle della donna. <Non sto mica andando in giro nuda! Nonna, rilassati, non mi sta guardando nessuno> fa lei con fare stanco recuperando un paio di biscotti dal contenitore posto dentro il mobiletto in legno dalle piccole ante in vetro colorato. Si poggia di schiena al ripiano della cucina , le gambe appena incrociate per i piedi e la destrorsa a reggere il biscotto che sta addentando. “Ed è male, ragazza! Alla tua età ero già fidanzata con tuo nonno, lo sai?” la sgrida lei continuando il suo lavoro su quella pasta chiara, morbida, il profumo di farina ed olio a riempire la stanza. La ragazza continua a mangiare il suo biscotto roteando gli occhi verso il soffitto; ha già sentito e risentito quella storia almeno un milione di volte ed ogni volta finisce sempre allo stesso modo. “Quand'è che ti deciderai a trovare un brav'uomo? Mica puoi rimanere zitella per sempre! Non camperò mica in eterno io, sai?” la rimbrotta la donna andando a passarsi l'avambraccio contro la fronte, deponendo la pasta lavorata e amalgamata su di un canovaccio di stoffa, richiudendola in esso. <Sì, nonna. Sto aspettando che quello giusto bussi alla porta> la prende in giro, scherza col suo solito tono ironico ed il sorriso sulle labbra. Un sorriso che, tuttavia, si irrigidisce immediato qualche alcuni colpi alla porta annunciano la presenza di qualcuno in attesa d'entrare. La nonna si volta a guardarla con un sopracciglio inarcato e Meiko si ritrova a fissarla stringendosi nelle spalle. <Bah, magari è lui> sorride scostandosi dalla cucina per avviarsi verso la porta d'ingresso. Ancheggia, muove un passo dopo l'altro con la solita elegante grazia fino a fermarsi dinnanzi l'entrata. Apre la porta ritrovandosi davanti Raido e quel grazioso mazzo di fiori. Strabuzza gli occhi fissandolo a labbra schiuse, impallidendo. <Che... cos-..> balbetta fissandolo sconvolta, impietrita, incapace di dire una parola di senso compiuto. <Tu..> vorrebbe sputar fuori una minaccia ma il panico del momento le blocca la voce in gola. <Che diavolo stai facendo qui?!> gli sussurra infine con fare minaccioso, l'espressione che lascia trasparire chiaramente la crisi, la difficoltà. <Non far vedere quei fiori a mia nonna o finisce che lei--...> “Meiko! Chi è alla porta?!” chiede la donna da dentro casa portando la giovane a impallidire di colpo, voltandosi sbattendo rapidamente le palpebre. <E-ehm... E' il mio sensei!> “Il tuo...” <Devi andare. Devi proprio andare, non è davvero il caso di--...> “Per l'amor del cielo, ragazza! Che educazione è questa?” L'anziana donnina la raggiunge alle spalle iniziando a darle dei colpetti con la mano sul braccio che ostruisce il passaggio. “Lo tieni fuori? Giuro io, non so proprio dov'è finita l'educazione che ti ho dato!” esclama indispettita e severa mentre Meiko, inspirando a fondo si scosta dalla porta rivolgendo all'Oboro un'ultima occhiata truce. La vecchina -una donna piuttosto bassina e minuta con dei mossi capelli di uno strano grigio rosato- va ora a guardare la figura del loro ospite sgranando appena gli occhi alla vista del suo viso. “Ma mica me lo avevi detto che ti facevi allenare da Raido Oboro in persona! Che disgraziata che sei!” esclama stupita, sorpresa, andando a prodigarsi in mille ossequiosi inchini. “Oh, vi prego, vi prego, entrate pure in casa, venite!” lo esorta l'anziana illuminatasi in viso, Meiko accanto alla porta a coprirsi la coscia mezza in vista con il kimono per evitare una nuova crisi di panico della nonna. “Lasciate che vi offra una tazza di tè. Oh, a saperlo, mi sarei vestita... oh non importa..”

10:16 Raido:
  [Pressi casa Meiko] Una relazione particolare intercorre tra lui e la genin, non amorosa ma carnale ed è quello che gli piace più di tutti ma entrambi sanno che tale cosa non deve mai uscire fuori, nessuno deve sapere cosa accade tra loro due ed è proprio per questo che si presenta davanti alla di lei dimora. La loro è una continua lotta al comando, decidere chi deve governare sull'altro e l'obiettivo del Jonin è proprio quello, governare su Meiko, ergersi a padrone indiscusso facendo ciò che vuole e divertendosi come vuole. Sa benissimo di avere una certa notorietà nel villaggio, una notorietà acquisita in breve tempo grazie al suo da fare durante la rivoluzione contro il consiglio e sa anche che Meiko vive con la nonna, c'è da divertirsi e tanto anche. Attende davanti alla porta, i secondi passano lenti, l'attesa quasi lo strazia completamente fino a quando la porta non viene aperta ritrovandosi davanti la figura della genin in tutto il suo splendore. L'attenzione viene catturata dall'abito che indossa, un kimono che ne risalta la bellezza; sorride guardandola in viso<Buongiorno>tranquillo e pacato mentre sopprime una risata ma vorrebbe ridere, lasciarsi andare per l'espressione della giovane. L'ascolta senza interromperla, lascia che il suo dire esca senza problemi<Come? Non posso venire a trovare la mia allieva preferita? In casa mia ci sei stata già due volte e io nemmeno una>occhio per occhio, la visita è lecita mentre sente la voce della nonnina andare a frapporsi tra loro. Cerca di osservare l'interno della casa per poi riportare lo sguardo su Meiko. Si sta divertendo, si sta divertendo tanto e un solo pensiero oscuro gli attraversa il capo. Per anni ha vissuto come una macchine obbedendo agli ordini, non si è mai divertito...forse è un bene aver lasciato Kiri, Kusa lo sta cambiando, lo sta rendendo più umano di quanto non fosse prima. Non vuole andarsene ed ecco che vede la figura dell'anziana palesarsi davanti a lui sentendosi onorato nel sentire quelle parole. Un cenno del capo verso la donna per poi entrare nell'abitazione<Grazie mille...questi sono per lei>e va a porgerle il mazzo di rose cominciando a dar un occhiata in giro, osserva il più possibile notando i vari fiori e coglie la palla al balzo<So che amate i fiori..>è evidente con una casa piena<...e ho pensato che delle rose fossero perfette>perchè lo fa? Semplicemente per dar fastidio a Meiko e vederne l'espressione ma non è finita. Si volta verso la ragazza, la mano destra viene infilata in un portaoggetti andando ad estrarre un piccolo pacchettino colorato<Questo è per te>un regalo anche per lei. Se lo aprisse ci troverebbe dentro un giglio da attaccare ai capelli, un qualcosa di ornamentale e, allo stesso tempo, bello da vedere. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

10:48 Haran:
 Le parole del Jonin portano la genin a rimanere per un attimo basita, boccheggia fissandolo con fare interdetto, sconvolto. Ma sta dicendo sul serio?! Sa perfettamente che il tipo di relazione nato fra loro non ha nulla a che vedere col romanticismo o la dolcezza o chissà quale altro tipo di premura puramente sentimentale e per cui non riesce davvero a realizzare come egli possa ora trovarsi sulla soglia di casa sua con quel mazzo di rose in mano. <In casa mia c'è mia nonna! E UN BAMBINO!> sussurra con una certa enfasi sgranando gli occhi, come se trovasse assurdo il fatto ch'egli non possa capire il punto alla base della questione. Il problema però è proprio questo: egli comprende eccome. È proprio questo a divertirlo, a farlo proseguire per quella malsana idea venutagli in mente quella mattina. La nonna prende il centro della scena lasciando modo al kiriano di entrare in casa. Meiko, dal canto suo, alle loro spalle richiude la porta inspirando a fondo, pregando i Kami che tutto vada per il meglio. Conoscendo sua nonna potrebbe rischiare di finire fidanzata entro la fine di quella visita il che non le va affatto giù. Oltretutto non ha mai rivelato al kiriano di non aver detto a sua nonna la verità circa le proprie origini appena scoperte e il pensiero che possa scoprire qualcosa in questo modo la tiene letteralmente sulle spine. Decisamente non può permettersi di lasciarli soli neppure per un attimo. La donna accetta con una espressione toccata e felice il mazzo di rose andando ad annusarne il profumo genuino e sorridendo estasiata. “Ma... che caro ragazzo!” esclama stringendo il bouquet fra le mani raggrinzite ma ancora forti. “Non dovevate, davvero” mormora ammansita, commossa, mentre Meiko rimane accanto a loro a fissarli rigida, nervosa. E, ancor di più, si ritrova sulle spine quando l'albino si rivolge a lei con quel piccolo pacchettino dalle sfumature vivaci e variopinte. L'afferra lentamente, cauta, osservandolo incerta. Sorpresa. Cosa gli sta saltando in mente? Un regalo? La nonna osserva trepidante la scena, fissando la nipote mentre accetta quel dono. <Ehm... grazie> mormora la genin cercando di abbozzare un sorriso educato, il tentativo disperato di non lasciar trasparire il disagio nello sguardo, sotto gli occhi della nonna attenta. Va ad aprire il piccolo pacchetto trovando in esso qualcosa che non si sarebbe sinceramente mai aspettata; un giglio da appuntare ai capelli dai candidi petali bianchi. Rimane sinceramente colpita, sorpresa, osservando il dono a labbra schiuse. I gigli sono sempre stati i suoi fiori preferiti per via della loro innata eleganza: come poteva saperlo, lui? Che abbia tirato ad indovinare? <E'... bellissimo> mormora ora leggermente meno inquieta, meno rigida, alzando lo sguardo sul jonin. <Grazie R--...> si blocca un secondo soltanto, prima di continuare. <..aido-sama.> Ed ecco tornare il disagio. Le avrebbe rinfacciato quelle moine per sempre. “Ohhh Meiko cara, fai accomodare il nostro ospite mentre io vado a prendere un vaso per questi fiori. Da brava, su” va a rivolgersi a lei la nonna con tono civettuolo, un sorrisetto eloquente a dipingersi sulle labbra mentre si allontana alla ricerca di un bel vaso di vetro. Meiko gli lancia una occhiata d'intesa e lo accompagna verso il tavolo della cucina ove Hide siede ancora tranquillo, solo un po' sorpreso, giocando con la sua marionetta preferita. <Ascoltami bene e non fare scherzi> gli intima immediatamente a bassa voce, ben attenta a che sua nonna non sia in ascolto. <Non dire una parola sugli Oboro e su di me a mia nonna. Non ne sa ancora nulla e non voglio ancora che lo sappia> gli dice in tono conciso e serio, mortalmente serio. L'espressione è dura, severa e non ammette repliche. Non v'è traccia d'ironia o di sarcasmo questa volta nei suoi occhi o nel suo tono, solo una lampante e dura serietà. “Oh, ecco fatto. Sono davvero belli, vi ringrazio ancora” dice la donna, soddisfatta, tornando da loro, il vaso con un po' d'acqua e le rose a venir posto al centro del tavolo a farvi da ornamento. “Allora, allora. Diteci pure, come mai da queste parti?” va a domandare l'anziana iniziando a lavorare fra i fornelli per preparare del buon té, da brava ospite. “Non sarete sicuramente venuto per portarmi dei fiori” ride appena con fare leggero. “Magari è per vedere la mia cara nipotina?” proporrebbe allora con fare quasi casuale mettendo l'acqua a bollire sul fornello, avvicinandosi dunque alla tavola, lo sguardo benevolo a posarsi sul viso del kiriano mentre con le mani andrebbe a sfiorare il braccio della nipote “E' una così bella ragazza, non trovate?” <Nonna! Smettila!> esclamerebbe d'istinto Meiko, rossa fino alla punta dei capelli, sentendosi morire ad ogni secondo che passa. Potesse scegliere sarebbe sprofondata in quell'istante stesso sotto terra. “Che c'è? E' vero! Non c'è ragazza più bella in tutta Kusa, parola mia” Sconfitta. Non può proprio uscire vincitrice da una storia come quella, non quel giorno. Non con sua nonna a remare contro di lei. Che tu sia maledetto, Raido!

11:25 Raido:
  [Pressi casa Meiko] Ora capisce perchè tutti quanti stanno da sempre alla larga dai Kiriani, non ci si può fidare di loro, hanno sempre qualcosa da fare o da ridire ma è proprio questa loro essenza che li rende estremamente interessanti. L'espressione nervosa e arrabbiata di Meiko lo diverte; l'idea di andare da lei è la migliore che gli sia mai venuta, un modo come un'altro per divertirsi, passare il tempo in sua compagnia invece di fare solo roba nel privato<Lo so>va a sussurrare a sua volta, lo sa benissimo chi è presente in casa<Non sono venuto per fare ciò che pensi...per quello c'è casa mia>mette le cose in chiaro. E' lui a vivere da solo, non ha problemi di nessun tipo, non ha nessuno a cui badare o a cui stare attento nella magione. E' completamente solo in quanto Kaori abita e vive a Konoha...gli occhi si abbassano a quel pensiero. Le manca, è strano dopo quello che ha fatto ma le manca terribilmente e vorrebbe essere con lei in questo momento, godere della sua presenza, della di lei vista, di quegli occhi che tanto ama e adora come non mai. Deve tornare nel paese del fuoco a più presto, ha bisogno di vederla, di abbracciarla, di baciarla, ha bisogno di stare con lei nonostante tutto. Cammina per la casa al fianco di Meiko e dietro la vecchina che si dimostra quanto mai adorabile, un vero gioiello di persona<L'ho fatto con piacere>un cenno del capo, un piccolo sorriso in viso e gli occhi chiusi. Rispetto e simpatia, i modi più efficaci per ingraziarsi qualcuno, essere cordiale, assicura tanti passaggi ma è Meiko che lo lascia quasi stupito. La osserva, ne scruta il viso, quell'espressione sorpresa che non si sarebbe mai aspettato ma non le ha fatto quel regalo per prenderla in giro, lo ha fatto per ribadire che, nonostante ciò che vi è tra loro, tiene davvero a lei, ad avere un legame con lei. La guarda, ne ricerca gli occhi nel sentire quel complimento verso il giglio e poi quel ringraziamento<Prego>un'altro cenno verso di lei per poi dirigersi nel salottino dove vi è il biondino che gioca con le marionette del chikamatsu, una cosa strana da vedere ma anche bella<D'accordo>di sfuggita per poi flettere le gambe in direzione del ragazzino, si avvicina a lui abbassandosi<Ehi, ti ricordi di me? Come stai?>si, è lo stesso che ha visto quel giorno in preda alle lacrime. E' felice di vederlo sano e salvo e in salute per giunta, un nuovo passo per Kusa perchè lui è il futuro di quel paese; nel frattempo ecco arrivare la nonna con il vaso e i fiori dentro. Si alza rimettendosi in piedi osservando la scena e sentendo le parole profuse dalla donna<Si, non posso negare che sia una bella ragazza>andando a guardare Meiko ma il gioco comincia solo ora<In verità signora sono qui proprio per sua figlia. Sono due giorni che non presenta agli allenamenti, l'ultimo risale proprio alla mattina di due giorni fa>ovviamente per allenamento intende tutt'altro ma solo loro due lo sanno ed è quello il bello<Secondo me batte un po' la fiacca la ragazza, la faccio stancare troppo>trattiene le risate, non sa dove girarsi ma si contiene, a fatica ma lo fa. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

11:52 Haran:
 <Ssssssssht!> Cerca di zittirlo lei guardandosi nervosamente alle spalle, per assicurarsi che sua nonna non si già in ascolto. Per fortuna giunge pochi secondi dopo senza aver udito alcunché di quella parte di discorso con sommo sollievo della genin. Se solo l'anziana sapesse cosa ha fatto la sua nipotina nel corso del tempo, e col jonin stesso, probabilmente le sarebbe venuto un infarto. Ormai è assodato che la nonna, Yuki, sia letteralmente rapita dai modi gentili del kiriano e colpita dalla gentilezza dell'albino nel venire fin lì per donar loro quelle carinerie. Meiko, al tempo stesso è rimasta sicuramente sorpresa da quella novità nel loro rapporto; non si sarebbe mai aspettata un gesto simile da lui, non è tipo che riceve regali così di frequente in verità e per cui quel che si palesa sul suo volto è un misto di sorpresa e riconoscenza piuttosto spontanei, sinceri. Va, lei, a sistemarsi quel fiore fra i capelli andando a sciogliere la coda per far ricadere la chioma smeraldina lungo la schiena. L'effetto generale è piuttosto delicato, gentile, par quasi una graziosa e raffinata dama della nobiltà se solo non fosse per il suo modo così schietto di fare e comportarsi. Fa strada all'altro fino alla cucina e lo osserva andare a salutare il piccolo Hide che, guardandolo, va annuendo col capino tenendo stretta la bambolina fra le mani paffute. “Sì, mi ricordo” conferma lui con una voce tranquilla, piccola, gentile. “Bene. E' divertente qui” aggiunge timido, con le guanciotte rosate e lo sguardo che passa dalla faccia del kiriano al pavimento. Parla ancora poco di suo, il trauma è ancora lì da qualche parte dentro di lui, ma pian piano lo sta affrontando con le sue forze. La nonna torna nella stanza e, mentre lascia bollire l'acqua per il te, si rivolge al suo ospite col solito zelo di sempre. Educata, certo, ma piuttosto vivace. La genin distoglie lo sguardo da lui, con le braccia incrociate al petto e i fianchi poggiati al ripiano della cucina, quando egli va a confermare le parole della nonna sentendosi vivamente imbarazzata; l'idea di sentirgli dire certe cose davanti a sua nonna la allarma, la fa sentire costantemente vicina al tracollo. Potrebbe bastare un passo falso perché lei intuisca qualcosa e organizzi le nozze. Un solo passo falso. Ma sono le successive parole del jonin che portano la ragazza a tornare istantaneamente con lo sguardo su di lui, l'espressione stupita, basita, gli occhi grandi di stupore e le labbra schiuse. Che bastardo! <E-eh?> balbetta subito in allarme, boccheggiando, avvertendo il pericolo nell'aria, la presa in giro giungere dalla voce di lui. Sa perfettamente a cosa si riferisce e sa che sua nonna non potrebbe neppure immaginare il reale significato dietro quelle parole. Difatti l'espressione di Yuki va subito accigliandosi severa, il volto a ruotare verso la figura della nipote verso cui ora andrebbe a dare un sonoro schiaffone dietro la testa. Uno scappellotto dei suoi, insomma, portando la genin a subire il colpo stringendo i denti, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi. “Ma che modi sono, questi?! Batti la fiacca?!” la sgrida la donna fissandola severa. “Hai sentito? Deludere il tuo sensei... che vergogna!” il capo a venir scosso con fare di disappunto, l'espressione della genin a mutare di secondo in secondo passando da una rabbia soffocata ad un contrito senso di vergogna. <Nonna! Non sto battendo nessuna fiacca> esclamerebbe lei a cercare di giustificarsi agli occhi della donna. <E' che non è mica il mio unico insegnante. Quando non mi alleno con lui è perchè mi alleno con un altro sensei> andrebbe a spiegare nel tentativo di rassicurare la donna, cercando di lasciar trasparire al tempo stesso nei riguardi dell'altro un ben diverso significato. Non è vero, in verità, non è andata da nessun altro, ma come può saperlo questo, lui? Come può sapere dove e con chi sia lei quando non è sotto il controllo delle sue catene? “Mh..” la nonna non sembra molto convinta ma decide di accettare le parole della nipote come verità. “Sarà meglio per te. Un altro rapporto deludente su di te e vedi come ti metto in riga” la rimbrotta con fare burbero ma è palese che c'è un profondo affetto a legare le due. “Oh, la deve scusare, sa? E' una brava ragazza ma ha questo carattere così sconsiderato... sarà per questo non è ancora riuscita a trovarsi un fidanzato. Ma vi garantisco che è una brava figlia, nonostante tutto” va a dire la vecchia con il tono impensierito e preoccupato di una madre che teme di non riuscire a maritare la figlia prima della propria dipartita. Sembra quasi la stia pubblicizzando su di un catalogo portando la genin a portarsi una mano a sbattere contro la fronte, l'imbarazzo sempre più vivo di secondo in secondo. <Nonna, non gliene può interessare di meno se ho o meno un fidanzato, credimi> cerca di convincerla a desistere ma, ovviamente, il tutto par essere assolutamente vano. “Ma figurati! Sei una così bella ragazza e lui è un bel ragazzo, certo che magari gli interessa saperlo” <NONNA!> Ecco. Bene. Ormai l'idea nella mente dell'anziana è già salpata. Missione fallita, Meiko. Missione miserabilmente fallita.

12:22 Raido:
  [Casa] Gli occhi a portarsi sul ragazzino ripensando a ciò che ha vissuto, un esperienza terribile, immagina soltanto cosa ha passato in quelle ore. Perdere chi ha più caro al mondo in quel modo barbaro, distruggerebbe la vita di chiunque, specialmente quella di un ragazzino della sua età. Sorride nel sentirlo parlare<Vero eh? La tua "sorellona" come si comporta?>questa è lui per lui, una sorella più grande che ha deciso di prendersi cura di un bambino che ha perso tutto quanto. La mano destra va a infilarsi nuovamente nel portaoggetti estraendo un fuda con una scritta sopra per poi portarlo davanti a se, fra se e il bambino<Ho qualcosa per te>comincia a parlare indicando il fuda con gli occhi<Sono sicuro che entrerai anche tu all'accademia perciò voglio darti questo>il chakra viene inviato nel foglietto di carta, una piccola nuvoletta di fumo ed ecco che nelle mani dell'Oboro va a mostrarsi un chakram, un'arma pericolosa e potente. Entrambe le mani vanno a porsi sotto di essa mentre la porge al ragazzino; infondo è un fabbro nonché houjutser di professione, cosa ci si sarebbe mai aspettati da lui? <E' un oggetto molto carino e pericoloso. Maneggialo con attenzione quando sarai genin>detto questo lo poserebbe sul divanetto sul quale è seduto per poi rialzarsi andando ad osservare la nonna arrivare e sgridare la nipote per il suo battere la fiacca, la sua svogliatezza nel fare le cose con il suo sensei. Osserva lo schiaffo venire lanciato verso di lei e i sensi di colpa si fanno vivi per la prima volta, mai avrebbe pensato a una cosa del genere da parte dell'anziana<Oh, non ce n'è bisogno. Dev'essere stata una sbandata improvvisa>commenta cercando di fermare il tutto prima che degeneri in qualcosa di peggio e poi eccola parlare. Quelle parole arrivano fin troppo forti alle orecchie del jonin che ne capisce fin da subito il significato intrinseco; lo sta sfidando e anche in questo momento continua quel gioco che entrambi adorano<Davvero? Allora farò una bella chiacchierata con tutti loro, ho detto espressamente che devo essere io ad allenarti. Ci sono grandi potenzialità in te e nessuno meglio di me può farle uscire alla perfezione>una frase lungo, un discorso lungo per ribadirle che lei è sua e se qualcuno prova ad avvicinarsi verrebbe ucciso all'istante. Nessuno può toccarla o guardarla, lei è il suo giocattolo esclusivo, il suo passatempo, lei è sua e di nessun'altro. Si va a sedere per la prima volta prendendo al tazza di tè e cominciando a bere, sorseggia mentre ascolta la nonna e quelle parole cosa provocano? Fanno andare il liquido di traverso al Jonin che poserebbe la tazza per tossire un po'<Scusate, è andato di traverso>sbatte il pugno contro il proprio petto<E comunque tua nonna ha ragione, mi interessa saperlo>girare il coltello nella piaga per l'ennesima volta, affondare la lama nelle di lei carni sempre di più continuando quella sfida<Ma vede signora, sua figlia è una brava ragazza oltre ad essere molto bella. Non le dia fretta, sono sicuro che troverà...l'uomo perfetto capace di renderla felice>riporta la tazza alla bocca continuando a bere, gustandosi quel tè. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

13:44 Haran:
 “Mhh... bene. A volte mi dà i dolci di nascosto dalla nonna” dice il bambino a bassa voce mentre Meiko lì accanto gli scocca un occhiolino d'intesa, complice, un sorrisetto gentile sulle labbra mentre porta il dito indice della man destra dinnanzi le labbra, come a volergli intimare di tenere il segreto. “E poi ogni tanto usciamo insieme” Come quando entrambi hanno conosciuto per la prima volta il Chikamatsu, in quella giornata piovosa e turbolenta. Ecco allora che il jonin va a liberare da un fuuda un nuovo oggetto, un nuovo regalo per Hide sembra. Meiko sorveglia in silenzio il discorso fra i due notando poi il chakram venir porto al bambino. <Attento, è tagliente quel coso. Tienilo poggiato sul palmo, così> va a dire al bambino dopo che l'albino lo poggia sul divanetto accanto a lui, portando la mancina di palmo all'aria, indicandogli di tenere il piccolo anello affilato su di esso, piatto, senza venire a contatto coi bordi appuntiti. <Così non dovresti tagliarti> aggiunge respirando piano, il bambino ad annuire alle sue parole mentre va ad afferrarlo con estrema cauta per tenerlo sul palmo come indicato dalla genin. “Grazie, signore” aggiunge poi levando gli occhietti chiari sulla figura del kiriano. I “grandi” vanno cosi a radunarsi al tavolo ove Raido può notare coi suoi occhi i metodi educativi tradizionali della nonna; il suo tentativo di fermarla la porta solo a darle uno scappellotto più leggero, quasi un buffetto dimostrativo di quel che le aspetta se dovesse osare portare nuovamente pessime notizie a casa. “Sì, voglio sperare” mormora l'anziana annuendo piano col capo, andando dunque a spegnere il fuoco e mettere in infusione il té nell'acqua bollente. Tazze e bollitore portati sulla tavola per iniziare a versarne il contenuto ai presenti. Meiko incassa in silenzio, limitandosi ad accettare l'atteggiamento della nonna, ma non può lasciarlo impunito per quel suo modo di imbarazzarla davanti la sua famiglia; così lascia che la sua lingua schiocchi sul palato e che le parole scivolino pungenti fino al suo orecchio, quasi affilate mentre insinua il dubbio nella sua mente, fra i suoi pensieri. Altri insegnanti? Chi? Quanti? Sarà vero? Domande alle quali probabilmente non avrebbe risposto mai lasciando che l'incertezza lo logori poco a poco, consumi quel suo lato possessivo e padrone che la vuole esclusivamente per sé. “Oh davvero? Grandi potenzialità?” domanda la nonna ora interessata, fiera della propria nipote in modo autentico ed incondizionato. “Vedi come sei fortunata Meiko. È un privilegio quando un ninja di una simile esperienza desidera occuparsi personalmente e in modo assoluto dell'istruzione di un allievo. Dovresti essere riconoscente” e non v'è rimprovero questa volta nella voce ma una sorta di cieco compiacimento nell'aver cresciuto una giovane con sì tanto potenziale. Meiko palesa il suo sorriso più candido e maledettamente finto e inchina appena il capo alla volta dell'albino, guidata dall'incalzare emozionato della nonna. <Grazie mille per quest'opportunità, *signore*> dice rialzandosi mentre la donna prende a servire il té a tutti, decisamente di ottimo umore. Meiko sente il tossire di Raido quando la nonna mette in ballo la vita sentimentale della nipote e si trattiene dal ridere compiaciuta per quella piccola punizione divina che ora gli solletica e pizzica fastidiosamente lungo la gola. Rimane di stucco quando l'altro dice ad alta voce quelle parole, sa già cosa esse avrebbero portato a creare nella mente dell'anziana kunoichi che, con gli occhi brillanti di mille luci colorate, sfarfalla le ciglia da cerbiatta riservando una occhiata adorante alla volta del kiriano. “Ooooh ma voi mi lusingate! Mia figlia... oh” una risatina civettuola che esce dalle sue labbra sottili. “Sono troppo vecchia per una figlia così giovane, me ne rendo conto. Lascio che mi consideri come una nonna, anche se in realtà... beh l'ho presa con me ch'era molto piccola--..” <Nonna. Te l'ho già detto. Non è il sangue a fare una famiglia, quindi smettila di presentarmi come la figlia di qualcun altro> la rimprovera seriamente questa volta, l'espressione dura sul volto mentre rimane poggiata alla cucina con le braccia incrociate sotto al seno. È lei la sua famiglia, lo sarebbe sempre stata. Neanche se si fosse ritrovata i suoi genitori davanti avrebbe mai potuto pensare altrimenti. “Hai ragione, hai ragione” acconsente la vecchia con un chiaro accenno di commozione negli occhi chiari. “Ma comunque! Vedi, Meiko? Gli interessa saperlo! Te lo dicevo io. La nonna ha occhio per queste cose” aggiunge con fare fiero rivolgendo una occhiata alla nipote ed al fiore che fa capolino nella chioma smeraldina. “E il mio occhio vi vedrebbe così bene assieme! Credetemi, Raido-sama, siete una delizia a vedervi assieme. Non esisterebbe davvero una coppia più bella!” <NONNA! Smettila! Lo stai importunando> andrebbe lei a dire, rossa in viso fino alla punta dei capelli, con l'espressione più imbarazzata che le si sia mai vista in volto, le braccia a venir sciolte dalla presa sul petto per venir tese verso il basso, timidamente. <E' venuto a vedere se non fossi morta, non per trovarsi una fidanzata> “Sciocchezze! Gli uomini vogliono sempre una fidanzata” Meiko boccheggia, non sa più come fermare la nonna da quel suo intento ben preciso. Ormai l'idea è salpata e solamente l'albino potrà metterle in chiaro che la cosa non fa per lui. Per quanto lo detesti ammettere, la sua sanità mentale, in questo momento è nelle sue mani.

14:27 Raido:
  [Casa] Si prende cura del bambino Meiko e questo gli fa piacere, non ha lasciato che un povero ragazzino vivesse in mezzo alla strada e questo vuol dire che sotto quella scorza ha davvero un gran cuore. Tutta l'armatura di cui si è circondata è solo un modo per nascondere la vera natura del suo io e ora ne ha la conferma più che mai notando le varie premure e la complicità che ha instaurato con il ragazzino<Dalle retta>sorride per poi passare la scena alla discussione tra lui, la nonna e la stessa Meiko. Viene riempito di lusinghe che, in qualche modo, lo rendono fiero di quello che fa; la sua fama nel villaggio lo ha davvero portato a questo, le persone pensano questo di lui e delle sue capacità da shinobi. Fissa l'anziana donna mentre questa parla, felice di quella notizia<Si, lei ha grandi doti per una ninja. Probabilmente tra qualche anno prenderà il mio posto>e questa non volta non sta scherzando, non sta giocando. Lo sguardo è serio, il tono pure; si sta riferendo agli Oboro e al posto che attualmente occupa all'interno del clan ovvero di maestro, la più alta e importante figura al suo interno, E' conscio delle abilità della ragazza, sa di cosa è capace ed è sicuro di ogni singola parola che esce dalla di lui bocca<Già...mi voglio solo assicurare di lasciare tutto quanto in ottime mani>anche non vi è cenno di scherzo nella voce mentre sposta lo sguardo su Meiko andando a fissarla per farle capire davvero ciò che quelle parole vogliono dire ed è per questo che va a fare un cenno del capo appena percettibile alla giovane mentre ode quei suoi ringraziamenti tirati e per niente sinceri. Abbassa il capo andando a guardare il pavimento, sorride cercando un modo per risponderle senza essere aggressivo o autoritario<Di niente>solo questo gli esce, nient'altro, non può dire altro al momento. Vuole davvero darle un'opportunità, non è solo sesso che vi è tra loro ma sono pur sempre allieva e sensei e deve portare a compimento questo suo compito, far diventare la ragazza una dei membri più forti del clan, portarla alla vetta come una vera famiglia. Resta silente ascoltando il discorso della donna e la risposta della genin; non commenta, non ancora, ma pensa a tutte le parole spese in quel momento, pensa a ciò che viene detto notando ancor di più come la sua vita è cosparsa di solitudine, Non ha una famiglia da anni, dopo i suoi genitori è rimasto solo al mondo, è unico, non ha niente in comune con nessuno, è ancora solo<Meiko ha ragione. Non è un titolo come padre o madre che crea una famiglia ma solo chi ci vuole davvero bene>la testa non viene alzata ma lasciata chinata; gli occhi si perdono per pochi attimi nel vuoto più totale, non riesce a prestare la dovuta attenzione mentre il passato torna a fargli visita, a dargli fastidio per una vita passata in solitudine e da solo, solo con se stesso. Per fortuna l'anziana lo fa rinsavire continuando quella corsa al matrimonio tra loro. Il loro rapporto lo diverte e lo commuove per certi versi, sono davvero madre e figlia, si vogliono bene e si nota, si nota tremendamente<Signora>si porta avanti con la schiena posando la tazza sul tavolino<Io voglio bene a vostra figlia, tanto, davvero. Se qualcuno la toccasse o le facesse del male potrei fare cose di cui potrei pentirmene ma la mia vita è troppo pericolosa>si ferma per qualche attimo, pensa a cosa dire in tale occasione. Deve toglierla dai guai, l'ha già torturata abbastanza<Sono un Jonin del villaggio e sono quasi ogni giorno in missione a combattere contro persone pericolose e mettere su famiglia porterebbe solo tanta infelicità. Non me la sento di creare qualcosa con il rischio di morire da un giorno all'altro in qualche combattimento. So di darle una delusione enorme ma Meiko dovrà trovarsi qualcun'altro, non sarò il suo partito>gli occhi fuggono per qualche attimo, seri, su Meiko. Ha detto che il suo destino è restare da solo, l'ha tolta dai guai ma pronunciare tali parole è difficile perchè ripensa alla propria situazione con Kaori; anche con lei vi è quel rischio ma forse è vero, l'amore rende ciechi. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

10:21 Haran:
 Le parole pronunciate da Raido portano Meiko ad osservarlo con una espressione piuttosto seria, a sua volta. Sa bene a cosa si stia riferendo, sa che sta parlando del loro clan e decisamente non concorda con lui. Non vuole prendere il suo posto e, sicuramente, non sarebbe stata capace in così poco tempo di arrivare ad eguagliarlo. Crede in se stessa, pensa di essere piuttosto forte, ma non si lascia sfuggire la realtà dalle mani, rimane coi piedi per terra, abbastanza da sapere che c'è un divario di potere incredibile fra loro. La nonna è piuttosto colpita e toccata della considerazione che il kiriano ha della sua nipotina e lo guarda con un sorriso fiero e commosso che la illumina in viso. “Oh, non esagerate ora... è ancora così giovane” dice lei convinta che l'altro stia esagerando, ignara del reale significato sotto le sue parole. Sembra quasi che i due stiano cercando di prendere in giro la povera anziana in quel continuo scambio di battute che nessun altro può comprendere, eppure non è nulla di tutto ciò. Non ora, almeno, non in questo momento. In qualche modo l'aria si fa impercettibilmente più seria e Meiko si morde il labbro distogliendo lo sguardo da lui, puntandolo verso la finestra alle proprie spalle, il capo piegato alla propria estrema destra per osservare oltre la veduta. L'altro prosegue, chiosa e Meiko rotea gli occhi verso l'alto ben sapendo cos'egli voglia intendere con quelle parole; vuole lasciarla in ottime mani, certo. Le sue. Possessivo. Padrone. Geloso. Qualità che si ritrovano e rispecchiano gemelle in lei, che si attirano e respingono come calamite dai poli mutabili. “Sono sicura che le vostre siano più che affidabili” dice emozionata Yuki guardando con ammirazione il benefattore della sua nipotina. “Grazie per prendervi cura della mia Meiko. Sa, è una ragazza un po' difficile, ma ha le sue buone qualità” <Io sarei una ragazza difficile?> domanda la genin rivolgendo ora lo sguardo alla nonna, l'espressione appena imbronciata mentre le mani vanno a posarsi sui suoi fianchi con fare quasi offeso. <Guarda che io sono adorabile> la corregge andando poi ad alzare appena il capo verso l'alto con fare stizzito, il piccolo Hide a ridacchiare divertito per quel loro solito modo di scherzare, di volersi bene. Ma è quando la genin va a correggere sua nonna sul suo concetto di famiglia che l'espressione di Meiko par quasi addolcirsi nel posarsi sul viso del kiriano. Lui le ha rivelato d'esser solo, di non avere più alcun tipo di famiglia da molti anni e questa consapevolezza la porta a provare un'ondata di compassione per la sua espressione mesta, quegli occhi dorati rivolti al pavimento mentre ribadisce quanto la kunoichi ha detto. <Qualcuno, dopotutto disse, che la famiglia sono le persone con le quali decidiamo di stare> si ritrova a mormorare lei rivolta a sua nonna, guardandola, lasciando che quelle parole giungano dirette all'udito del kiriano. In qualche contorto e perverso modo, entrambi, han scelto di stare con l'altro. Si son scelti, si son desiderati ed ora continuano a ricercarsi perchè rimanere troppo distanti diviene difficile, quasi fastidioso. È, forse, anche questo un nuovo tipo di famiglia? Anomalo, strano, bizzarro... unico. Ma non glielo avrebbe mai potuto direttamente, mai avrebbe potuto dirgli qualcosa di così carino guardandolo dritto in faccia. No. Lascia che, come sempre, il messaggio traspaia senza esser pronunciato, che il significato raggiunga dove le parole non osano arrivare. La situazione arriva ad un punto pericoloso: la nonna ha praticamente proposto al jonin di fidanzarsi con la propria nipote il che porta Meiko ad osservare in trepidante ed isterica attesa le parole del kiriano. Le ci manca davvero di doverselo sposare e allora sì che la sua sanità mentale sarebbe totalmente e definitivamente scomparsa. Per fortuna anche lui sembra pensarla a questo modo e cerca in qualche modo di rifiutare con galanteria la proposta dell'anziana che, fissandola, prende a scuotere il capo con fare contrariato. “A me fa la lezione!” esclama sarcastica con uno sbuffo stizzito. “Guarda, ragazzo” e questa volta si riferisce a lui come ad una persona, un semplice uomo molto più giovane di lei, che al famoso e stimato ninja che ha salvato Kusa al fianco dell'Hasukage. “che sono ninja da ben prima che tu avessi imparato a dire la tua prima parola e so come funziona il mondo. Che ti credi? Che sia stata cresciuta nella bambagia? Che abbia fatto la cucitrice o la sposina a tempo pieno?” una risatina sprezzante ad uscire dalle sue labbra sottili. “Io e mio marito abbiamo combattuto insieme per anni, in ogni tipo di missione e per colpa della paura di non sopravvivere all'ennesimo scontro non abbiamo mai avuto la forza di mettere su famiglia. Ed è una scelta di cui mi pento ogni giorno” lo ammonisce lei con fare severo ma con una punta di dolce nostalgia che traspare dalla sua voce. Meiko ascolta in silenzio, guardando la donna rimproverare il suo maestro. Sa che si è pentita molto tempo fa di non aver voluto un figlio dall'uomo che aveva tanto amato. Sa che a volte, di notte, piange ancora la sua scomparsa, l'assenza di un loro lascito scalpitante e vivace. Si chiude in un rispettoso silenzio lasciandola parlare, chinando appena lo sguardo. Stima profondamente quella donna al di là dell'affetto sincero che prova per lei. “Quindi non osare fare lo stesso errore, ragazzo, perchè te ne pentirai amaramente col tempo. Sei giovane e forte e una famiglia è quello di cui tutti abbiamo bisogno: chiaro?” aggiunge andando ad agitare severa il dito indice contro di lui, un nuovo nipote ad aggiungersi nel suo vecchio, stanco cuore. Le labbra della genin vanno a distendersi appena in un sorriso intenerito, gentile, il primo che Raido potrà notare assolutamente privo di sarcasmo o malizia. Si discosta dal ripiano della cucina per avvicinarsi alla donna abbracciandola alle spalle, il capo ad avvicinarsi al suo per lasciarle un bacio sulla guancia. <Nonna, guarda che ha detto che non vuole mettere su famiglia con me, non che non vuole in generale, lascialo stare> le dice con quel sorriso stranamente raddolcito sul volto, le iridi dorate a guardare l'anziana che, interdetta per un attimo si lascia andare ad una mezza risata. “E va bene, va bene... ma sempre meglio avvisare”

11:01 Raido:
  [Casa] Il discorso da parte del kirino è serio, privo di malizia o di doppisensi, non vuole far intendere qualcosa di errato, non alla ragazza almeno. Tutto diventa incredibilmente serio e il disagio avanza sempre di più tra i due Oboro. Gli occhi si portano dalla vecchia alla ragazza osservando i due visi ma è quello di Meiko che lo attira particolarmente. Non nega, e mai lo può fare, che sia una bella ragazza e forse si pente di ciò che è nato tra loro; quel rapporto carnale che li ha uniti, li ha resi quasi dipendenti l'uno dall'altro per quanto nessuno dei due voglia ammetterlo liberamente ma è così e per quanto lo si voglia nascondere, i loro occhi, i loro corpi e gesti dicono di più di mille parole. Sorride verso l'anziana donna nel sentirla parlare, un sorriso tirato, per niente spontaneo e sincero; il pensiero lo affligge, pensa ad altro, a tutto ciò che entrambi hanno fatto e una nota di amarezza gli accarezza lo sguardo. Si sta davvero pentendo? Forse ma è difficile rinunciare a lei, una delle due persone a cui tiene di più al mondo. Se Kaori lo venisse a sapere morirebbe, letteralmente, ma non può farne a meno e forse, anche Meiko soffrirebbe sapendo che in realtà ha qualcuno che pensa a lui, a Konoha. Il dubbio comincia a farsi vivo nel di lui pensiero, un dubbio che lo logora piano e senza fretta. Alza gli occhi, osserva le due donne e il loro siparietto, quel volersi bene che viene dimostrato tramite piccoli attacchi, ribattiti continui fino alla sfinimento. Non commenta ne parla, non interferisce in quel momento tra madre e figlia. Si, così le vede, come una madre che prova amore per una figlia e una figlia che prova amore per la propria madre. Gli occhi, però, stavolta, si posano solo ed esclusivamente su Meiko notando il sorriso, lo sguardo addolcirsi e quella corazza venire abbassata per pochi istanti; è quella la ragazza che ha visto, è quella che ha continuato a vedere per tutto questo tempo senza mai cambiare idea, restando fedele al suo ideale. Se non ci fosse la donna si sarebbe già alzato e avrebbe stretto la geni a se senza lasciarla andare; è sua, solo sua. Stringerla, farle abbassare ancora una volta quello scudo impenetrabile che erge di volta in volta ma tutto cade rovinosamente venendo colto di sorpresa dal dire di Yuki. Quelle parole così crude, quel cambio di tono, persino il dare del tu lo lascia basito. Le formalità cadono lasciando posto a un dialogo più diretto, più incisivo andando a colpire in modo diretto l'Oboro, colpendo il cuore del ragazzo. Gli occhi fanno ad aprirsi e di scatto va ad alzarsi dalla postazione rimettendosi in piedi; il busto viene chinato in avanti esibendo, appunto, un inchino verso la donna<Mi perdoni, avete ragione>ha ragione, ha perfettamente ragione su ogni cosa, senza niente da escludere. Il cuore batte mentre gli occhi si posano sulla genin nel momento del rialzo. Non vuole mettere su famiglia con lei ma..è davvero così? I dubbi cominciano a distruggergli la testa, il cervello sta per scoppiargli...ha bisogno di aria, ha bisogno di prendere fiato lontano da tutto e da tutti<Le chiedo scusa per il mio dire ma ora devo andare. Alcuni impegni richiedono la mia presenza>commenta inchinandosi nuovamente davanti alla donna per poi incamminarsi verso la porta ma non prima di fermarsi davanti a Meiko<Meiko, nel pomeriggio passa da me, dobbiamo parlare>una frase dal dubbio significato. Andare da lui significa una cosa, giusto? Oppure c'è dell'altro? Chi lo sa ma ora va ad aprire la porta della casa<Grazie del tè e buona giornata>per po uscire per le strade di Kusa prendendo quella boccata d'aria tanto agognata e desiderata. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama][END]

11:17 Haran:
 C'è qualcosa che varia, che muta nell'atteggiamento dell'albino. La nonna non può accorgersene, non può capire, non lo conosce che da pochi istanti dopotutto. Ma Meiko sa... Meiko vede oltre quello che lui lascia intendere, lo conosce abbastanza da sapere che quell'improvvisa fuga ha qualcosa di strano. Non riesce a capire se voglia solo sfuggire al tentativo disperato di sua nonna di farli sposare, se ne è irritato o se semplicemente abbia realmente qualcosa da fare, ma sa che qualcosa non va. Può leggerlo nella sua occhiata tesa, nei suoi gesti troppo meccanici e rigidi. Il sorriso che fino a quel momento ha illuminato sincero e divertito il suo volto è sparito, sostituito da una educazione fin troppo rigida e da manuale che risulta quasi falsa. La genin l'osserva, aggrotta appena le sopracciglia mentre lo vede inchinarsi dinnanzi sua nonna, scusarsi e poi prender congedo. Lo studia, cerca di capire, ma di lui conosce solo quel che v'è poco sotto la superficie, non lo comprende abbastanza in profondità per sapere cosa in questo momento stia tormentando il suo animo. Come potrebbe? “Oh figuratevi, figuratevi. I Kami solo sanno quanto questo Villaggio abbia bisogno di voi” lo rassicura la donna tornando ai formalismi di sempre, il tono nuovamente comprensivo, rispettoso mentre con un sorriso lo lascia libero d'andare. Lo vede avvicinarsi alla nipote che, cautamente scioglie l'abbraccio dalla nonna scostandosi di pochi passi da lei, ritrovandoselo di fronte. Non sa bene come interpretare quelle parole, non sa se voglia realmente parlarle o se invece desideri semplicemente... allenarla. <Certo, *signore*> risponde lei fissandolo dubbiosa negli occhi, le palpebre a battere un paio di volte in un candido sfarfallar di ciglia mentre lo vede avviarsi verso la porta, le due kunoichi a seguirlo a poca distanza fino al piccolo ingresso. “Passate pure quando volete, questa porta sarà sempre aperta per voi” lo saluta la nonna con fare premuroso, quasi affettuoso, mentre Meiko osserva la sua schiena allontanarsi piena di dubbi. Richiude la porta alle di lui spalle, una volta presa la sua strada, e torna dentro assieme alla donna. Sa che da quel momento in poi le avrebbe chiesto quante più cose possibili sul suo maestro e deve prepararsi a soddisfare la sua morbosa curiosità stando ben attenta a non svelarle quello che, in realtà, è il loro reale rapporto. Ma in quel momento non le importa, non le interessa, nella sua mente riesce solo a chiedersi cosa abbia mutato così rapidamente la sua espressione e, senza accorgersene, prende a lasciarsi logorare pian piano da una spontanea ed imprevista vena di preoccupazione. Quel pomeriggio, di sicuro, gli avrebbe tirato fuori la verità di bocca: in un modo o nell'altro. [End]

Raido si reca a casa di Meiko per farle un piccolo, divertente scherzo.

Qui ha modo di conoscere la nonna della genin rivelandole d'essere il di lei maestro e finendo ben presto col sentirsi proporre dall'anziana kunoichi un possibile fidanzamento con una riluttante ed imbarazzatissima nipote.

Demenziale a livelli estremi.
La nonna è stupenda.

Da leggere XD