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Da principio; [ Kinshiki I ] { II Parte }

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con Yukio, Hana

21:35 Hana:
  [Engawa Tempio] [Engawa Tempio] Sotto una tetra luce corre, danza, si torce senza ragione la Vita, impudente e stridula. Uno spicchio, ne brama solo uno così come il triste e freddo unico lato di luna che si mostra - così, appena all’orizzonte sale la notte voluttuosa, placando tutto anche la fame, cancellando tutto anche la vergogna, vertebre e spirito invocano ardentemente riposo; con il cuore pieno di funebri sogni, le palpebre battono calando il sipario di ciglia nere che sfarfallando stuzzicano gli zigomi. Bianco, un puntino fatto di luce, così pallida da non rasentare nemmeno il cadaverico. Sta imparando ad accettare il proprio riflesso, che sia in una goccia di rugiada pronta a ricongiungersi nella pozzanghera, suo mare, o in uno specchio usurato dal tempo: le risulta ancora difficile darsi un connotato, s’è aggrappata all’unica consapevolezza di un nome e si è privata di tutto. Di un cognome, di un clan, di un’effettiva appartenenza. Di tutti e di nessuno, così come la sua mente ed il suo corpo ormai devoti a tutti e contemporaneamente a nessuno. Ogni singola particella del proprio essere, uno scricciolo, è avvolta nella stoffa calda della seta di cui l’haori indossato è fatto, fornendo una trama floreale nera sullo sfondo rosso similmente a quella dell’obi che a dispetto dell’haori è a sfondo bianco. Le gambe nude sembrano non soffrire particolarmente il freddo, specie nel modo che hanno di ciondolare oltre l’engawa, seduta proprio nei pressi della veranda esterna del tempio sulla dislocazione delle assi di legno che affacciano sullo scenario esterno. Kusa tutta reagisce al sussurro del vento indispensabile, specie se si considerano le alture che circondano il Tempio e allo stesso modo lo stesso picco che lo ospita al confine se non propriamente all’esterno. Qualche spiffero attraversa i fusuma del tutto spianati lateralmente, fatti scorrere di modo che vi sia l’accesso all’interno senza problemi. Scalza, per ovvietà di cose, ma priva anche dei tabi lascia che entrambe le caviglie si congiungano e ciondolino facendo scuotere così il sonaglio della cavigliera a destra. Un vassoio ospita una tazza in più, oltre alla propria, ceramica levigata da un maestro esperto in tale tecnica: sembra quasi aspettare qualcuno, con quella tazza di thè ancora vuota ma in più. Issa la destra, ora, congiungendola alla sinistra abbandonando la placidità iniziale di modo che le dita possano formare il sigillo caprino e la mente possa concentrare il flusso psichico di modo che quest’ultimo – spinto verso il basso – possa incontrare la propria controparte, l’energia corporea, e con quest’ultima coniugarsi nella rotazione di quella che assumerà i tratti della propria energia spirituale. Il chakra, punto di partenza – principio per i più – è un fremito che corrisponde allo scardinamento di ogni particella corporea, in maniera impercettibile, diramandosi per i punti di fuga ma senza fuoriuscire, perseguendo lo stesso corso del flusso sanguigno ma quasi in senso opposto, risalendo di modo che possa inebriare un costrutto fatto di carne, ossa e sangue. [ Chakra ]

21:41 Yukio:
  [Tempio] Un rumore soave, rumore di un unico campanellino che di punto in bianco inizia a prodursi in quell'ambiente in cui si ritrova Hana. A mezz'aria ed alle spalle di quest'ultima una figura sospesa e sdraiata, le gambe sono accavallate fra di loro, il braccio sinistro è sopra il proprio ventre mentre il destro è sollevato sopra il proprio volto, fra il polpastrello del pollice e del medio un filo rosso con legato all'estremità questo campanello che sta rimbombando in quel luogo pacifico. Non emette alcun rumore lui, non parla, resta taciturno sospeso a mezzo metro dal suolo. La lingua biforcuta che fuoriesce giochicchia con il piercing sul proprio labbro a forma di anello stuzzicandolo su tutte e due le parti. Gli occhi dalla pupilla cremisi e la sclera nera ondeggiano fino a ritrovarsi sulla figura della donna osservandone la sagoma di sottecchi. Il vestiario è un semplice paio di pantaloni neri shinobistici, un paio di sandali del classico modello ninja, una maglietta aderente sempre nera con una retina sulla scollatura a V, un cardigan sempre dello stesso colore cupo che lo avvolge e una sciarpa che lascia i due lembi a sfiorare il suolo, sempre nera. Il respiro è ciò che potrebbe essere udibile dalla donna, un sospiro pesante ma per nulla stanco o infastidito, un qualcosa di circostanza che non avrebbe ne capo ne coda. Il suo corpo è sospeso grazie alla propria innata che si modifica prendendo le sembianze di un piano curvo per mimare le movenze del tessai e tenerlo sollevato dal suolo di quei cinquanta centimetri. Romperebbe quel silenzio ed il suono del campanello con un banalissimo "'Sera, Hana" Forte schiocco di lingua che viene ritratta nella sede, tacendo.[ck on][innata on]

21:47 Hana:
  [Engawa Tempio] Facendosi forza del proprio chakra, qualora richiamato a dovere, nulla dovrebbe impedirle di sciogliere le dita dal sigillo caprino di modo che le mani – scevre da qualsiasi obbligo – possano esser libere di raggiungere la porcellana, quella tazza di thè dapprima lasciata e abbandonata a se stessa. La teiera vien così sollevata senza sforzo, inclinata senza nemmeno pensarci, riversando sul candido letto laccato l’acqua bollente sullo sfondo del matcha in polvere. Agguantato il chasen, il movimento rotatorio applicato sulla cresta dell’acqua dovrebbe fruttarle la colorazione verde, rasente la giada, del thè. Con la stessa pazienza, meticolosa se non liturgica, adagerà il frullino di bambù sul vassoio agguantando con entrambe le mani la tazza di thè. Serafica nella sua bolla di tranquillità, inespressiva anche quest’oggi sebbene paia il ritratto della pace interiore in persona, soltanto adesso – avvicinando le labbra al bordo della tazza – socchiuderà le palpebre, lasciando che la rotazione del chakra si spinga in un vortice leggermente più irruento e che costringa il chakra a fuoriuscire dagli tsubo iniziando ad impregnare l’area circostante, rendendola satura della propria energia spirituale. Ne cambia così i connotati, la deforma – questa volta consapevolmente – tastando un terreno visto meramente una volta e che ben presto si accorgerà esser sempre lo stesso, con le medesime peculiarità e soprattutto non suscettibile ai suoi desii. La predominanza violenta di doton, converrà essere il punto saliente di quell’innata sorprendentemente paradossale. L’engawa sparisce e sotto di lei si fa spazio un’enorme arena, sconfinata, capace d’inglobale l’intero spazio dapprima occupato dall’arena. Ogni singola costruzione reale si dissipa, aiutandola a credere sempre di più nella vacuità di questo mondo cui ogni oggetto esiste poiché in correlazione con un soggetto che lo percepisce: ella, terribilmente suscettibile alle credenze e alla Legge Eterna del Dharma, non può far altro che aggrapparsi alla convinzione dei cinque aggregati e riscoprire proprio con l’innata Otsutsuki quanto avesse ragione. I piedi poggiano a terra, trovano stabilità su di un suolo arido – non più seduta, bensì issata. E alle spalle < Mhn.> oh, giusto. < Non aspettavo visite.> balle, altrimenti non ci sarebbe stato un secondo bicchiere che- ah, non c’è più. Eh, brutta cosa quando ricevi gli ospiti in uno spiazzale decisamente inospitale, arido e circondato da catene montuose di cui, quella che sorregge l’intera arena, a sua volta lambita da un burrone dal quale fanno capolinea spuntoni così appuntiti da rendere uno spiedino chiunque ci cada sopra. Si volta, lasciando scivolare oltre la schiena la fiumana di filigrana bianca che si ritrova a lambirle le spalle, discendendo e sorpassando oramai i polpacci. < Non l’ho ancora bevuto.> c’ha solo messo le labbra vicino, ma dubita gli faccia schifo: gli porge comunque la ceramica contenente il thè matcha fumante. [ Tenta Kinshiki I ] [ Chakra 24/25 ]

21:59 Yukio:
 Gli occhi restano di quell'apertura che potrebbe definirsi annoiata, ma tutt'altro è ciò che è Yukio in questo frangente. Attorno a se tutto va a modificarsi fino a creare un ambiente che non gli appartiene e che non gli è conosciuto, si potrebbe ricondurre al paese della roccia ma sa bene che non è questo il luogo di riferimento, allora sul serio ciò che ha riletto nei libri è veritiero "Nemmeno fino a qualche minuto fa avevo l'intenzione di uscire dalla magione ma sai..." Schioccando la lingua "Ero curioso di sapere come stavi" Scrollando le spalle e riponendo il campanellino in una tasca dei pantaloni, più precisamente la destra "carino qui" Continuando a svolazzare a mezz'aria attorno alla zona, si solleverebbe dalla propria posizione per osservare tutto ciò che lo circonda restando sempre sopra quella sagoma di sangue nero che lo tiene staccato dal terreno "E alla fine posso vedere con i miei occhi questa... Situazione" Sorridendo ampiamente, riabbassandosi per avvicinarsi ad Hana. La mano destra avvolgerebbe la tazza di thè della donna, ringraziandola con un cenno di capo "Solo un sorso, grazie" Enuncia, e di fatti è ciò che fa, un solo sorso che seppur lungo viene eseguito, riporgerebbe la tazza ad Hana senza troppi convenevoli oppure la poggerebbe al suolo, abbassandosi ancora di più con la propria sagoma così da avere la possibilità di fare questo movimento "Carino eh... Tanto carino quanto... Intrigante... Una specie di mela avvelenata" Guardandosi ancora attorno "E non si tratta nemmeno di un Genjutsu, solo una persona è riuscita a catapultarmi in una illusione per ora... Quindi" Schioccando per la seconda volta la lingua sul palato "Si tratta di un altro luogo, impossibile da ricondurre ad un luogo sul nostro piano data la forma ma dire... Su di un altro piano" Continuando ad analizzare bene il contesto "Come stai?" Domanda su due piedi, roteando di scatto in sua direzione ma rimanendo sempre in quella posa pseudo sdraiata a mezz'aria. "E comunque è buono il thè, dovrai informarmi sul tuo commerciante" Piccola nota così che poi possa comprarne anche lui dello stesso tipo, non è un grande esperto ma solo se qualcosa gli piace e l'ha provata allora può dire che vada bene "Difficile mantenere attivo questo... Luogo?" Domanda, ancora, mantenendo gli occhi fissi su di lei.[ck on][innata on]

22:16 Hana:
  [I Dimensione - Kishiki I] Abbandona, tacitamente, la tazzina nelle mani altrui. Benchè tutto sembri fuorchè attenta ad altri dettagli che non siano appartenenti alla dimensione ricreata, paradossalmente pare averlo squadrato da capo a piedi con un colpo d’occhi – un’occhiata, tanto le basta per memorizzarne il vestiario e quel dettaglio, un campanellino che trova ricovero di nuovo in tasca. L’aveva già sentito prima e per un solo istante le è parso di scambiarlo con quello che giace alla cavigliera a destra. Si volta, comunque, dandogli appena le spalle ma senza abbassare la mano destra con la quale gli ha dato dapprima la tazza di thè che ora no, non riceve né accetta di nuovo indietro ma – scuotendo le dita – gli lascerà capire che vuole altro. < Ti dispiace?> borbotta < Il campanellino, intendo. Ti spiace farmici dare un’occhiata?> totalmente a caso, senza un mero fine oppure uno scopo valido: l’unica cosa che accoglierà sul dorso della mano è quell’oggettino, per il resto il Tessai sarà libero di adagiare la tazza al suolo. < Desolato.> più che carino. < Neh, lo credi anche tu?> che non si tratti di un genjutsu. Assurdo che lei, madre della dimensione nonché creatrice, gli chieda una cosa del genere. A lui, tra l’altro, che null’altro dovrebbe essere se non una vittima. < Per una certa, ho iniziato a credere di essere in grado di prendermi in giro da sola.> che fosse un genjutsu macchinoso e assurdamente calcolato tanto da immischiarla e lasciarla bloccata con le sue stesse mani, una terribile beffa. < Poi, ho iniziato a pensare di essere in grado di ricreare qualcosa che potesse rappresentare quanto più soggiacesse dentro di me. Una rappresentazione del mio mondo. Sarebbe davvero un dramma qualora io fossi così arida dentro, non trovi?> sorride, ilare – traspare una certa amarezza che comunque tiene a bada. Eppure, camminando, compiendo qualche passo, piegando addirittura le ginocchia di modo che le mani possano raschiare il suolo < E’ tutto così reale che stenterei a credere si tratti di un’illusione > ne agguanta i granelli di terriccio, picchietta con le unghie lungo le rocce, si sporca gli arti di terreno. Tutto così dannatamente vero. Ritorna indietro, retrocede divorando nuovamente le distanze dapprima prese nei confronti di Yukio: di nuovo frontale, di nuovo a qualche centimetro da sé. < Hm.> come sta. Una bella domanda. < Sembra strano, ma dopo mio zio sei praticamente l’unica persona che mi abbia mai posto una domanda simile > evidentemente deve essere una deformazione professionale di ogni Kage. <Scombussolata, direi. > ma non trasuda nulla di particolarmente ansiogeno: è il ritratto della serafica stasi, sia nel tono pacato sia nel suo modo di porsi composto – tant’è che addirittura ora le mani si ricongiungono. < Premuroso da parte tua > arrivare fin lì, s’intende. < Mi sto prendendo cura del tempio, non temere. Nonostante tutto mi hanno insegnato a nutrire rispetto per quello che mi viene concesso.> umetta le labbra, inclinando di poco il capo verso destra. < Tu come stai, Yukio?> scioglie le mani dall’intreccio dapprima composto dinanzi al ventre, si piega giusto per agguantare soltanto ora la tazza di thè. < A dire il vero, no.> per nulla. Non lo sente nemmeno il presunto sforzo, senza contare che si può dire di aver scoperto tutto ciò quasi per puro caso. < Ah, oh. Ovviamente, ti pregherei di non farne parola con nessuno. Punto sulla tua discrezione.>[ Tenta Kinshiki I ] [ Chakra 23/25 ]

22:39 Yukio:
 Resta nel suo religioso silenzio ad osservare ciò che ha creato la donna e, proprio quando lascerebbe al suolo la tazza di thè, lo sfiorerebbe con la mano. Prendere dell'eventuale polvere o terriccio e lo girerebbe fra le dita, assaggiandone la consistenza con il tatto "No desolato, suvvia... Io lo vedo carino" Sorride ad Hana, rivolgendole solo ora un completo sguardo "Peccato che non possa essere una tua cavia dentro questo mondo" Sorridendole bonariamente "Sei dentro a questo tuo mondo con una delle poche persone che possono uscirne ma devo ammettere che è qualcosa di spettacolare" Sul serio lo dice e ne è veramente ammirato. "Uhm? O no" Tirando fuori, nuovamente, quel campanellino "Tieni" Lasciandoglielo fra le mani e tenendolo dal filo rosso, facendo cadere il campanello sulla sua pelle bianca e poi tutto il filo di conseguenza "Posso... Creare un qualcosina per addobbare questo luogo? Insomma... Un dono, potrebbe esserti utile in casi estremi e potresti... Utilizzarlo, perchè no" Sollevando le spalle e sciogliendo sotto forma di liquido il sangue che lo teneva sospeso, scendendo sul pavimento e compiendo qualche passo in avanti per assestamento, guardandosi ancora attorno "Oh suvvia, non è strano... Mi interesso sempre alle persone a cui tengo particolarmente, dovresti saperlo" Riportando le pupille su di lei "Scombussolata" Ribadisce scandendo bene le lettere "Non preoccuparti, il tempio l'ho lasciato a te per un motivo specifico, che non ti dirò" Sghignazzando dolcemente "Io... Bene, si. Direi che sto bene adesso, mi sono rifatto la mia casuccia calda, ho ottenuto ciò che volevo e... Dovrò scambiare qualche chiacchiera informale con tuo Zio" Anche se dal tono, questa volta percepibile, non è molto rassicurante "Ma sono cose che non ti devono toccare" Anche se ormai è immaginabile da parte sua chi è che dietro le quinte muove i fili ai Kage dei vari villaggi "Uhm no, quindi è più come una innata... Capisco" - "E ci mancherebbe, è una cosa scontata questa, del resto è una visione che soltanto i tuoi nemici dovrebbero vedere ma... È anche un posto in cui rifugiarsi, non credi?" Inclinando la testa verso sinistra "Allora mi concedi di farti un dono, Hana?" Già, un dono nel vero senso della parola.[ck on][innata on]

23:04 Hana:
  [I Dimensione - Kishiki I] < Fin quando ci rimani, lo sei.> cavia, che si senta o meno così: del resto deve ammetterlo, tenerlo ancora lì è per lei un modo per capire la portata della propria innata ma soprattutto scoprire che a sua sorpresa o meno, sono anche gli altri a poter accedere alla dimensione – un altro piano, come lo chiama lui, completamente sovrapposto su quello precedente. Perde ovviamente ogni sfumatura di “rifugio” lì dove riesci a creare un posto al quale però anche gli altri possono accedere, e così dall’illusione d’avere un mondo per sé tutto si trasforma nella verità di ricreare una dimensione nel quale inserire gli altri anche controvoglia. < Puoi uscire, puoi provarci > sebbene, oltre ad una smaterializzazione – ammesso e concesso gli fosse permesso – oppure la volontà di Hana quale quella di eliminare la dimensione, la vede una cosa altamente impossibile. < Ma reputo sarebbe improduttivo, considerando che sei qui per me.> agguanta il campanellino, rigirandoselo tra le dita alla fioca luce che traspare dal cielo in grado però di illuminare praticamente tutta la zona circostante con una portata massima. < Mi piace > borbotta. < Ti spiace se lo tengo io?> stramba, sicuramente, nel modo di assottigliare la propria attenzione su di un oggettino tanto effimero: alla fin fine ne porta uno simile alla caviglia, non ci sarebbe nemmeno da stupirsi. < Hm.> sfarfalla le ciglia, tentennando a quella richiesta tanto singolare. < Dubito che qualsiasi cosa tu sia in grado di ricreare in questo posto, una volta smantellato, ricompaia in futuro quando tenterò di ricostruirlo > ed in parte forse teme questa sua propensione: quella di lasciare ovunque un marchio di sé: se c’è una cosa che ha capito è la smania di Yukio nell’avere controllo e predominio su tutto, in pratica totalmente opposto ad Akendo sotto alcuni punti di vista. Allo stesso modo < Penso tu abbia già fatto tanto per me.> sterile sì, ma sincera – l’ha accontentata su ogni piccolo capriccio. < Per questo, come potrei rifiutare?> scade, di sbieco, in un sorriso malcelato. < Tuttavia io, contrariamente a quanto si possa pensare, non ho fatto nulla per te. Quindi mi chiedo, perché – fin da sempre – sono stata accolta in casa tua come un’ospite di riguardo?> e soprattutto < So che hai persone a cui tieni particolarmente.> nonostante gli anni, le cose non cambiano. < Ma non so cosa io abbia potuto fare per rientrare tra queste.> glissa burrascosamente sul discorso di Hitomu, inconsapevolmente si stringe nelle spalle – quasi scomoda, sebbene sia stata lei a tirar fuori per prima l’entità di suo zio. S’arrampicano, incresciosi, i rimorsi covati come amabili vermi. < Non dovrebbero, certo.> inutile dire che tuttavia, la questione la tocca lo stesso. < Ma, ovvietà permettendo, stai parlando di mio zio. E’ un mio caro. E’ la mia-*famiglia*. La mia *unica famiglia*> Rasenta i “tuoi cari” in maniera più ristretta, considerando che manco più un Clan le è rimasto. < La cosa mi toccherà sempre.> ora, Shinobi libera, non è poi forse costretta a non peccar di risolutezza sentimentalmente parlando: ora, shinobi libera, non è costretta a guardarli con gli occhi di un ninja devoto a Konoha. Ora lo guarda per quello che è effettivamente: suo zio. E ci sono voluti praticamente vent’anni per accettare la cosa, diciassette solo per smettere di dargli del “lei”. < Ed è proprio per questo che a breve tornerò a Konoha.> la sua questione in sospeso è un debito che sente pesante sulle spalle, specie ora. < Penso sia finito il tempo in cui mi si guardava con gli occhi pieni di tenerezza e mi si ammutoliva con un “capirai con il tempo” credendomi troppo inesperta per capire certe cose> ha praticamente passato gli ultimi anni della sua vita su questa scia e da quando nell’effettivo ha deciso di lasciare Konoha, si è lasciata alle spalle anche questo status d’incoscienza. Si riappropria della tazza, sorseggiando in completa tranquillità così com’è tranquillo e specialmente lento il modo che ha di scandire ogni frase. < Resterai qui, stasera?> intende al tempio, di certo non s’aspetta di farlo dormire sulle pietre anche se sarebbe un risvolto particolarmente ilare. [ Tenta Kinshiki I [ Chakra 22/25]

23:19 Yukio:
 "Nha, non mi va di uscire" Borbotta. La mano destra, alla richiesta di tenere il campanello, si muove avanti e indietro: un consenso a tenerselo seppur non propriamente educato, ma è Yukio no? Che ci vogliamo aspettare. È totalmente concentrato in altro "Uhm ma c'è qualcosa che potrebbe rimanere, forse si forse no, ma se rimane... Potrà esserti utile" Sollevando le spalle "È un luogo tuo e non voglio interferire in nessun modo con il collegamento, è più... Un dono reale, materiale, puoi toccarlo" Spiega, sollevando il sopracciglio destro "E che ne so io il perchè, mi sei simpatica. E poi hai dell'ottimo thè, un motivo in più "Ah- "Non mi interessano le persone che fanno cose particolari tipo WOOO CHE FIGAT- no. Non fanno per me, massimo conoscenti quei soggetti" Spiega "E per tuo zio stai tranquilla, si tratta di cose fra di noi, non riguardano nemmeno i ruoli di kage e cose simili, non gli succederà niente e poi... E' pur sempre mio amico, non credi?" Inclinando la testa di lato, a sinistra "Uhm tornerai a Konoha, bhe salutami tanto il villaggio, Furaya! Lei si che me la ricordo, e anche qualcun'altro... Dovrei andare anche io a Konoha in effetti ma..UFFA non c'ho voglia" Borbottando, iniziando a camminare per lungo e largo nella zona "Oh si va bene, tanto non ho sonno, dovrò pur far qualcosa fino all'indomani mattina, ti pare?" Ridacchiando fra se e se "Bhe, il mio regaluccio!" Bue tigre cinghiale gallo drago ripetuti per due volte. le mani si caricherebbero di chakra ed ecco che proprio in quel preciso istante, avanti a loro, una figura verrebbe composta dalla stessa terra di cui è fatta quella dimensione "Proprio perchè-" Interrotto dal tremore del terreno e dal vento che quel gigante sta scaturendo, costretto quindi ad alzare la voce "È di questa dimensione,dovrebbe ricomparire!" Chiudendo gli occhi "Ah- dannata polvere, mi rovina tutti i capelli!" Ah, pure! "E in casi estremi non so, se c'è potresti utilizzarlo, mai dire mai!" Sollevando le spallucce. Proprio al termine di quelle parole una mano del gigante si abbatterebbe al suolo, a seguire la gemella e poi i piedi che fuoriescono come se fossero immersi dall'acqua, generatosi dal terreno di tale dimensioni "Hei, TU!" Parlando al gigante "Non sei più sotto i miei ordini, ti segue lei, si chiama Hana. Hana è brava e ti vuole bene, per questo tu sarai il suo amico,intesi?!" Alzando la voce, osservando verso l'alto quel gigante di terra appena creato con scudo e spada "Bravo Bobby" Dandogli due pacche sull'alluce gigante "Vai, sciò, cammina, fatti una passeggiata" Già, ma non risponderebbe più ai comandi di Yukio... Piccola dimenticanza immediata.[ck: 135-60][nin: 145][sta gigante: 120 pv/ ag, res, frz: 145/hou: 10/altezza: 14,5 metri]

23:38 Hana:
  [I Dimensione - Kishiki I] < Ah beh, allora se ti sono simpatica questo cambia tutto.> IRONIA. Hana sta usando l’ironia. Gente, un applauso. <Yukio, dovresti essere più responsabile. > ora la si riconosce: nel momento in cui parte la ramanzina. < Non puoi fidarti delle persone solo perché ti sono simpatiche.> arriccia il naso, smussando l’espressione in una smorfia contrariata < Non sono nessuno per spiegarti come fare il tuo lavoro-> appunto < Ma tu, signorinello> SIGNORINELLO < dovresti imparare a prenderti cura di te stesso. > E gli sta dietro, tranquillamente, tenendo il passo: è risaputo che detesta non avere un contatto visivo col proprio interlocutore, specie quando è quest’ultimo a parlare. Di contro calpesta ogni orma invisibile lasciata dai suoi piedi, tenendo la distanza necessaria per non interferire coi suoi intenti ma non abbastanza da non poterlo sentire. < Oh, su questo non ci piove.> che non ci siano particolari rischi per suo zio, né – dopo tutto questo- si può dire di non aver fiducia in loro due eppure < Perdonami. Scettica ci sono nata e diffidente mi ci hanno fatto diventare. Non che sia il tuo caso.> del resto, per ritrovare Akendo gli ha praticamente detto di far del suo corpo anche un colabrodo. < Credo, semplicemente, che per quanto ci si possa provare ad anticipare il futuro > con qualsiasi occhio o dojutsu < questo sia una variante, non una costante.> un modo come un altro per dirgli “Non si sa mai”. < Ad ogni modo, puoi tornare con me se lo desideri. O, semplicemente, se hai qualche commissione di poco conto da svolgere sarò libera di farla per te. Non hai che da chiedere.> un’ultima occhiata prima che la quiete possa esser interrotta da quella scossa sismica. I piedi si piantano per bene al suolo trovando un equilibrio stabilito dal baricentro che, centralmente, ricade al fine di sostenerla e non vederla rantolare. Sgrana appena le palpebre sebbene la sorpresa dovrebbe essere l’ultima delle sue amiche, considerandola abituata a veder anche di peggio specie ultimamente. Tra tutti i pochi doni ricevuti in vita sua, quello – sicuramente – è il più singolare < Nh-> rialza il capo in direzione del gigante, guardando confusa per un attimo Yukio che continua a spiegare. < Tu sei-> Pazzo. Dillo. Lo sappiamo tutti che ce l’hai sulla punta della lingua. < Come devo fare con te.> Alla fine. Scuote il capo, rassegnata all’idea assurda d’avere un gigante. < Beh Bobby > riapre le mani, in maniera quasi concessiva < Che dire, fa pure come se fosse casa tua.> del resto, qualora fosse davvero in grado di eseguire, potrebbe tranquillamente congedarsi da lì. Saetta lo sguardo alla ricerca di Yukio: sottolinea con quell’espressione la mancanza di parole “Sei pazzo”. Glielo si legge in faccia. < Se continuerai così dovrò ringraziarti all’infinito.> ammette, riprendendo passo < E n-no. Per rimanere qui intendo dormire. Non come l’ultima volta a Konoha.> hai presente no, quell’insana inclinazione che ti ha portato a ricomparire nella casa degli Hyuga totalmente a caso. Ecco. Non come quella volta. Ravana all’interno del proprio haori, nelle tasche interne, alla ricerca di qualcosa < E se fai il bravo-> ne estrae una caramellina tondeggiante, rosa, che gli lancia contro manco fosse un cane < Ti becchi pure un dolcetto in più.> aspettandosi, ovviamente, che lo prenda a volo. < Chi è il cucciolone di Hana, chi è il cucciolone di Hana?> MA SEI SERIA?! < Pf.> [ Tenta Kinshiki I [ Chakra 21/25]

23:53 Yukio:
 Alla parole signorello finalmente gli occhi si puntano su di lei "Ehhhh?" Inclinando la testa dall'altra parte manco fosse un cane che non sta capendo una ciofeca di ciò che gli si sta dicendo "Che hai detto? Responso? Di che?" RESPONSABILE. Deficiente. "E poi se le persone mi sono simpatiche è perchè so già che non mi tradiranno mai" Saltellando da una parte all'altra su quel terreno ritornato pianeggiante e stabile nel punto in cui è stato evocato Bobby "Uhm oh bhe possiamo andare un attimo alla magione? Credo di essermi dimenticato di consegnare le ultime pratiche alla segreteria, facciamo un attimo un salto li e poi bho, possiamo anche ritornare qui se ti aggrada di più, giusto per andare a controllare che sia tutto ok, vado a salutare i bambini e ritorniamo" Molto easy del resto. "SI MA FA PURE COME SE FOSSE CASA TUA NEL SENSO FAI IL BRAVO, EH!" Alzando la voce per farsi sentire ma chi gli da retta ormai? "HEI! CAGAMI! TI SPACCO IN DUE SAI!?" Gonfiando il petto credendosi chissà chi quando alla fine è uno stecchino in confronto "Così come ti ho creato ti distruggo!" Sbuffa, ritornando su Hana "Se faccio il brav- OMMIODDIO DOLCI" Ecco. Abbiamo finito di vivere, adesso per esultare spostiamo qualche placca tettonica no? Tutto il sangue che prima aveva evocato andrebbe ad avvolgere Yukio e la caramella sotto forma di cupola, celandosi dagli occhi di Hana. La durata è di due secondi precisi, niente di più "Finita" TUTTO come prima, il sangue non c'è più, ritorna sotto le vesti del tessai in pochi istanti e la caramella... Bhe... la carta sta svolazzando avanti agli occhi di Yukio, incurante di ciò. Le mani conserte dietro la schiena e gli occhi sbrilluccicanti su Hana "Io cucciolone. Sto bravo eh. Poi altra caramella?!" Domanda, sgranando ancor di più gli occhi.[ck on]

00:03 Hana:
  [Engawa Tempio] Si riscopre a cucire un vestito che le sta a pennello, quello di una donna troppo matura per l’età che mostra, una bambina gli occhi dei più quando invece il bambinone è chi ha di fronte, uno shinobi realizzato con figli e moglie. Assurdo. < Yukio, la mente umana è duttile sì quanto imprevedibile.> perché ovviamente se non ha capito quello di prima, figuriamoci quello di adesso. < Il genere umano, non tutto, è incline al tradimento poiché egoista. L’egoismo è uno dei veleni dell’anima. Girare lì dove il vento inclina la bandiera è il naturale corso delle cose. > in soldoni? < Non dare mai nulla di scontato. Mai.> gli trasmette, copiosamente, la sua diffidenza: Hana, in sunto, è un antro di dubbi e scetticismo. Cinica, così la si potrebbe vedere. < Hnm, e sia.> acconsente, praticamente, appoggiando la tazza di thè in un punto preciso del suolo. Le mani si congiungono, uno solo schiocco per dissipare tutto il chakra di cui l’aria è satura: il proprio. Si ritira celere, disgregandosi e annullando quella realtà lasciando che al posto dei picchi scoscesi ritornino le montagne di Kusa. Che al posto degli spuntoni, s’ergano gli alberi. Al posto della desolazione, i piedi poggeranno sull’engawa di legno del tempio che prenderà luogo lì dove vi era l’arena sul picco di una montagna non più brulla, ma pullulante di vegetazione. Tutto, così com’è stato creato, si dissipa: di conseguenza la stessa sagoma del gigante rinchiuso oramai nella dimensione lascerà Yukio a litigar da solo, deviandone l’attenzione solo col dolcetto < Nh-> neanche il tempo di batter le palpebre. Scuote per la seconda volta il capo: già, come deve fare con lui. Issa però la mano, facendosi accompagnare dalla manica larga dell’haori di modo che le dita possano tentare di raggiungere il capo del tessaio. Sottili e affusolate, provando a scivolare e perdersi nelle ciocche di capelli neri, tralicci sottili che districa sotto il palmo < Un’altra e basta. Che poi ti sale la glicemia.> Ahhh, un medico mancato lei. < E solo se mi lascerai dormire.> sfrega l’arto tenue sul capo di Yukio, ammesso e concesso fosse riuscita a tastarlo, ritraendolo poco dopo ma non prima d’averlo fatto scivolare verso il basso trattenendone così il mento che proverà a trainare verso di sé. Le labbra socchiuse, rosse accese – d’un contrasto allucinante considerandone il derma cadaverico – proveranno a stamparsi lungo la fronte, proprio nel bel mezzo, del Tessai. Fredde, le due fessure scarlatte, incontrano probabilmente il freddo di un derma a cui ha fatto l’abitudine. Si ritira, senza tante moine, occhieggiandolo. < Neh, andiamo?> [ CHAKRA ON ]

00:18 Yukio:
 "Bla bla bla" Mimando le labbra della donna con la mano "Ho a che fare con la stirpe umana da più di cento anni, ragazzina" Ponendo le mani sui fianchi "Permetti che sappia qualcosina più di te e che possa dirti che TU non mi tradirai mai? O meglio, se lo farai avrai comunque la decenza di dirmi la tua nuova strada e che cosa farai" Sollevando le spalle "Ma pugnalare alla schiena, nha... Non mi faresti mai un torto simile" Sorridendole, camminando verso la stradina esterna del tempio ma viene fermato, viene fermato prima di tutto ciò. la mano di lei a posarsi fra i capelli, istintivamente i denti si serrano e lo sguardo si fa appena più cupo, è percettibile ciò, così come è visibile la mascella pronunciata in quella stretta che sta compiendo ed il respiro che... Viene a mancare. Si lascia fare, non ribatte e non getta via quelle attenzioni che le sta dando "Puoi fare qualunque cosa senza chiedermi il permesso, puoi fregarmi qualsiasi cosa dalla casa o bho, non lo so... Solo per queste... Cose" Le chiama cose, non sa che cosa possano essere "Vorrei essere avvisato" Prepararsi psicologicamente? "Non amo molto il... contatto, insomma" Se alla fine dei conti ci facciamo caso non è il tipo da baci abbracci e moine varie, anzi, molte volte sembra evitare queste cose non una non chalance spaventosa "E si, andiamo, è meglio" Ficcando le mani nelle tasche dei pantaloni, tirando fuori da essere una sigaretta ed uno zippo "Bella nottata per farsi una passeggiata fino a Kusa, andare alla magione e ritornare indietro. Proprio per questo e non c'ho sbatti useremo la dislocazione!" E figuriamoci.[END]

{ Seconda giocata di allenamento innata <3 }

// NOTA ON // AH, una cosa proprio random ma figa, adesso nella I dimensione del Kinshiki I ci dovrebbe essere un gigante di 14,5 m di roccia creato da Yukio e attualmente al servizio di Hana ywy


// OFF // Giusto qualche appunto irrilevante.
Io ringrazio infinitamente Yukio per aver giocato con me, specie perchè giocare da soli l'allenamento delle innate è frustrante dopo un po'.
A tal proposito, fare sei azioni di cui una di richiamo chakra e 5 d’innata risulta non complicato, ma snervante. Cosa significa? Che troverei molto più accomodante distribuire e diluire la cosa in questo modo: 1 azione di entrata, 1 azione di richiamo chakra, 4 azioni di innata (di cui la prima come innesco e le ultime 3 di mantenimento + uscita). Perché? Perché così non sei costretto a scrivere 5 azioni uguali di cui, l’unica diversa, la prima di richiamo chakra. Ovviamente l'appunto nasce dalla consapevolezza d'aver saputo che bisogna fare la prima azione di richiamo chakra e le altre 5 di innesco innata più mantenimento, altrimenti me la sarei gestita diversamente come fatto nel primo allenamento.

Ciò detto, l'altro appunto che voglio fare è che fare 6 azioni corpose nella descrizione dell'innata sono una mazzata nei denti. Questo perchè ovviamente io non sono propensa a fare le cose male, ma ammetto la difficoltà nel ripetere per cinque volte la stessa azione però rielaborando i termini di modo che possa sembrare diversa nel mantenere l'innata e fare questo soltanto. E' stato difficoltoso per me farlo soprattutto nella giocata precedente (la prima di allenamento), specie perchè ero da sola, e a questo giro ringrazio veramente di non aver giocato in solitaria di modo che pur mantenendo l'innata non ho dovuto descriverla per cinque volte visto che avevo altro da narrare in azione. L'alternativa sarebbe quella di ridurre le azioni visto che, data la natura della giocata, non viene nemmeno valutata se non ai fini dell'up innata e quindi non dipende più dalla quantità delle azioni ma dalla qualità di quest'ultime, suppongo. Così come suppongo che determinate cose vegano facilitate, e non viceversa.

Posso comprendere il "reiterare" in caso qualcuno non abbia capito come strutturare la propria innata, ma non far reiterare a chi ha compreso come funziona perchè così non si incentiva il gioco, ma semplicemente si motiva a non farlo poichè frustrati dal dover fare sempre la stessa cosa. Ripetutamente. Uguale, poichè fatta bene, e quindi doppiamente frustrante.


Ovviamente sono considerazioni per i posteri visto che a me, allo stato attuale, ben poco servono. Le scrivo qui perchè mi sembra il posto migliore, giusto per fare un inciso sul quale pensare al fine di non rendere sfiancante il gioco.

Grazie :*