Giocata dal 28/10/2016 21:02 al 29/10/2016 02:19 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Ci siamo quasi, la più grossa minaccia incontrata da questa formazione dell’Akatsuki sta per essere debellata. Sono uno accanto all’altro, magari la sentono la tensione, tutto sta per risolversi eppure sicuramente i due membri più forti di tutta l’organizzazione sapranno quanto il destino dell’interno mondo ninja è appeso ad un filo. Tutto è sulle loro spalle, impossibile quantificare quanto quella responsabilità possa pesare. Guardatevi pure mentre avanzate insieme, fatelo attentamente perché questa sarà l’ultima volta. Girate il capo e osservate il vostro compagno se volete, memorizzatene i tratti del volto perché al passo successivo tutto cambierà. I vostri muscoli si muovono naturalmente e senza nemmeno accorgervene vi ritroverete soli. Decisamente soli, dannatamente soli. Abbandonati a voi stessi e a dei nemici che credevate ormai annientati, cacciati lontani dalle vostre menti, ormai incapaci di nuocervi nuovamente eppure non importa quante volte vorrete sbattere le palpebre ma loro saranno nuovamente lì davanti a voi. A sorridere, felini e supponenti <ho un regalo per te> entrambi sentiranno la stessa frase pronunciata dalle loro rispettive controparti, una sola frase che risuona nell’ambiente che va pian piano a svuotarsi di dettagli, una fitta oscurità che li circonderà.
Yukio: Immerso nel buio, non hai alcun contatto con alcuna realtà fino a quando delle risate infantili torneranno a far colorare il tuo mondo. Pian piano da sfuocato ciò che ti circonderà tornerà a riempirsi di dettagli e suoni. Sei a casa tua, in salotto. Il caminetto bianco in contrasto con le pareti scure, in legno, l’arredamento elegante e sobrio, divani imbottini in pelle marrone e una grossa scrivania. La luce filtra abbondante dalla grossa finestra appena socchiusa, vetrate splendide e pulite dagli intarsi in legno bianco, in contrasto, proprio come il caminetto spento. Sei seduto comodo dietro alla scrivania, le tende sono lasciate aperte e le risate arrivano fino alle tue orecchie. Davanti a te il simbolo del tuo nuovo ruolo da Kage di Kusa, il cappello, poggiato accanto alle mille scartoffie a cui ti stavi dedicando molto probabilmente, ma questo potrai dedurlo solo tu. Se vorrai girarti potrai notare il tuo giardino, quella distesa di verde che si estende fino a dove l’occhio può correre, un lastricato chiaro che conduce direttamente a quella fontanella zampillante dove vedrai la fonte di quei suono angelici, quelle risate ancora infantili. Vedrai tre bambini illuminati dal sole, le goccioline d’acqua che risplendono sotto ai raggi che benevolmente paiono baciarli, la luce che li accoglie tra le sue braccia, li stringe come una madre amorevole. Stanno correndo loro, si divertono a schizzarsi, giocano. C’è un maschietto, vestito proprio come un damerino, pantaloncini neri e bretelle che invece coprono quella magliettina bianca molto semplice. I capelli neri sono perfettamente acconciati, ha il ciuffo tirato verso l’alto con il gel a dargli l’aria quasi ribelle, gli occhi sono azzurrissimi, i lineamenti delicati ricordano quelli invece della bambina che lo insegue, sgambetta veloce lei, i capelli sono lunghissimi, le arrivano al sedere e svolazzano con lei a ritmo della sua corsa. Indossa un vestitino nero a salopette, la gonna ampia le arriva alle ginocchia, ai piedi delle scarpettine elegante laccate in nero. Sotto una maglietta bianca anche per lei, l’occhio destro è rosso cremisi mentre il sinistro è di un chiaro celeste, lo stesso colore del bambino. Li riconosci Yukio? Dovresti, loro sono tuoi come nessun altro potrà mai esserlo. Infine a completare quel cerchio di cori angelici c’è un’altra bambina, forse farai più fatica a capire chi è ma devi solo applicarti. Insegue e viene inseguita mentre candidamente schizza dell’acqua, anche i suoi capelli sono neri e le arrivano all’altezza delle spalle, in un caschetto che forse può ricordati qualcuno. Gli occhi sono rossi, entrambi, accessi e pieni di vita, indossa un completino molto semplice, una gonna marrone e una camicetta piena di volant beige, corre senza paura di sporcarsi. Sul retro della sua gonna ad aguzzare la vista potrai notare lo stemma del clan Uchiha, ora hai capito chi è? Se non dovesse bastarti potrai sempre cercare la quarta candida risata, più matura, una donna alla destra della fontana, seduta tra l’erba verde, la vedi solo di spalle, siede sulla mantella dell’Akatsuki, le nuvolette rosse puoi scorgerle. I capelli le sono cresciuti, sono neri come la pece e lunghi mentre la carnagione è estremamente candida, cosa che accomuna tutte e quattro quelle figure. Indossa semplicemente un top nero a proteggerle il seno e dei pantaloncini dello stesso colore, anch’essi molto scuri. Sì hai capito chi è lei, tua figlia. Una sorella, una madre che veglia su quell’idilliaco momento familiare.
Akendo: Oh per te è tutta un’altra storia. Da te piove caro Rikkudo, una pioggia, densa, molto più fitta delle ultime che hanno lambito il tuo corpo, l’aria ti accarezza, profuma di fresco eppure c’è qualcos’altro. E’ densa, piena di qualcosa, del fumo forse. Guarda davanti a te e toccati la faccia se vuoi, potrai renderti contro di indossare una maschera, fissa sul suo volto, pare appartenerti, la sensazione non ti è nuova vero? Davanti a te altre persone, guardali bene e torna indietro del tempo, ricorda quel giorno perché i dettagli ti stanno riconducendo ad un passato in cui eri circondato da quelli che sembrano proprio degli anbu di ame. Fissali perché dovresti ricordarti di loro. Il tuo respiro è affannato, forse credi che siano i lasciti dei mesi passato prigioniero ma la tua memoria ti aiuterà a ricordare che hai corso a lungo, hai faticato per arrivare fin lì, ma dove sei? Sarai tu a completare il ricordo, fino a quando non ti spingerai affondo nella tua mente non riuscirai a capire su cosa ti ergi, davanti a te le figure vanno pian piano a prendere i dettagli, sei maschere, con i segni più svariati a distinguere l’una dall’altra <Kuroi Kaminari> una voce si eleva dal gruppo. Parlano con te e lo sai, lo sai fin troppo bene. Come ti fa sentire questo? Riesci a mettere a fuoco ciò che ti circonda. La stanchezza continua a possedere il tuo corpo, devi imparare profondamente per non andare in iper ventilazione, schiaffeggiati pure se vuoi ma questo non cambierà ciò che ti circonda. Più ti concentrerai più riconoscerai ciò che ti circonda, palazzi alti, grigi, uno stile quasi metropolitano se paragonato a ciò che vedi ora. Sullo sfondo delle fabbriche il cui vapore sale e intasa tutta l’aria circostante, prendendone possesso quasi egoisticamente, il padrone è lui, non ci sono alberi o stelle solo pioggia e tutta la pesantezza delle fabbriche eppure quel paesaggio per te non è così male vero? Davanti a te l’imponente palazzo del governo con tutto ciò che rappresenta, il valoroso Pain, la sua sconfitta, quell’antica guerra che non potrà mai abbandonare il tuo cuore e soprattutto il tuo sangue <è inutile continuare data la situazione> la stessa voce ti parla ma forse ricordi perfettamente come finirà quel discorso <il loro numero è di gran lunga maggiore al nostro> un’altra voce prende il suo posto ora <provvederemo a redigere un dettagliato rapporto ove indicheremo che la minaccia della ribellione non è altro che una piccola fiamma> una pausa <nulla che possa spaventare una pioggia così fitta> l’analogia con il tuo villaggio è chiara e limpida, sei tornato a caso, respira quell’aria perché ti appartiene più di quanto possa appartenenti la tua stessa vita. Stai per rispondere, le parole crescono nella tua bocca, salgono senza darti la possibilità e fermarti e le pronuncerai, ma tanto sai già cosa dirai. Fallo sentire a tutti noi allora <e così tu vorresti abbandonare una missione ed affidarti alla potenza del governo> bravo, sono queste le parole giuste <è per colpa di persone come voi che un sistema creato e governato dai ninja non può coesistere con la natura stessa degli umani, siete solo vermi, risucchiati nella paura della morte e scioccamente vi affannate nel tentativo di rimanere in vita per quanto tempo vi è possibile…una continua apnea>
Ecco il vostro regalo, il passato e il futuro, uno sguardo unico di cui forse dovreste essere grati eppure dovreste saperlo meglio di chiunque altro: niente e gratis. Tutto ha un prezzo, più grande e bello è ciò che si ottiene più alto sarà il costo. Non resta da scoprire cosa vogliono Uso e Kenbōshō
[turni liberi, scusate il wall text]
Il risveglio è stato qualcosa di traumatizzante, fortuna vuole che ha richiamato in tempo i suoi colleghi per dargli le migliori cure a livello di ferite. Arrivato al tempio grondante di sangue e con lance e armi piantate nel corpo adesso quei segni rimangono sul suo vestiario. I passi sono lenti, Akendo è difronte a se in quella piattaforma più distante e sospesa nel vuoto in quelle mura spesse che addobbano il tempio in varie sculture e svariati decori. <Ed alla fine… Siamo arrivati a prenderti…> Il fiatone c’è ancora, si è svegliato questa mattina e il tempo per riprendersi è stato decisamente lungo <La prossima volta ti accompagno se devi sparire, tks> una specie di avvertimento amichevole, borbottando. I capelli sono tirati completamente all’indietro e legati con un semplice e blando elastico nero che li trattiene formando un codino che scende fino alla base del collo, i capelli sono cresciuti molto in questo periodo e non ha avuto di certo modo di curarsi esteticamente come di norma fa, visibili sono di fatti i pochi pelucchi che ha sul volto per la barba. Ai piedi i suoi classici calzari shinobistici neri con il tallone scoperto ed un laccio che si avvolge alla punta completamente chiusa, essi hanno anche un lieve rialzo che diventa di qualche centimetro maggiore sotto al tallone formando delle sottospecie di tacchi piatti, niente di eccessivo ma tutto nella norma. I piercing ornano il proprio corpo, rifletterebbero la tenue luce che si spande in quel tempio per le torce che contiene, tatuaggi visibili ed il suo classico, più visibile, la collana sotto forma di lettere tatuate. Un ultimo passo viene compiuto e poi… Tutto collassa, ogni singola cosa va a crollare inglobata nell’oscurità da un punto indefinito, tutto perde di consistenza, tutto si opacizza fino ad oscurarsi e a… Brillare nuovamente <A-Akendo?!> Guardandosi attorno. Quel posto… È casa sua. La sua mente viene violata? È la seconda volta in tutta la storia che ciò accade, sempre se si tratti di illusione ovviamente. Le mani si serrano formando due pugni ove e vene si rendono visibili anche se sottomesse dai tatuaggi su di esse. Il piede destro si solleva, la medesima gamba si flette ed ecco che proverebbe a compiere il primo di alcuni passi verso la vetrata che da al giardino. Resta fermo difronte ad essa <Hime…> È la sua femminuccia, la sua pupilla <Joji…> Il suo ragazzone, il suo erede in tutto e per tutto <…e?> Sgrana lentamente gli occhi, le pupille si dilaterebbero per mettere ben a fuoco la situazione, si abbassano di scatto osservando la quarta figura <F-figlia mia…> Un brivido gli percuote il corpo, i peli si rizzano e la voce trema appena. Un passo verrebbe compiuto all’indietro allontanandosi da quella finestra. <No…> I polmoni si riempiono d’aria e gli occhi andrebbero a chiudersi. Un momento di riflessione. <La mia mente… Così… Aperta> I denti si serrerebbero fra di loro e i pungi a stringersi ancora di più <I miei ricordi… Non devono uscire…> Mugugna fra se e se. È il suo punto debole quello, ormai si sa (per modo di dire). È una cosa che lo fa alterare più di ogni altra, qualcuno che possa entrare nella sua mente per prendere i ricordi, per prendere dei dettagli importanti, per… Vedere la sua vita. <Non puoi> Fra se e se, che sia diretto a qualcun altro? La testa si abbasserebbe mantenendo la stessa espressione corrugata sul volto. <N-> Si trattiene, un gemito d’odio e rabbia che sopraggiunge, il sangue che inizia a ribolline nelle vene <NO!!!> Le mani si sciolgono andando a muovere il proprio corpo verso la scrivania dove tutto sopra regna, tutti i malloppi di carte, le due mani catapulterebbero ogni singola cosa verso il basso, sul pavimento in legno; se fosse riuscito in quel gesto le solleverebbe creando in intreccio fra le dita, le racchiude tutte e proverebbe ad unire i palmi, le braccia si solleverebbero in uno scatto e si catapulterebbero contro il piano della scrivania atto a distruggerlo completamente. Ma a cosa mira? <LA MIA FAMIGLIA, NO!> Ciò che cercherebbe di fare è proprio quello di distruggere quella visione. Proverebbe con tutte le forze a eseguire una sottospecie di rilascio, a farsi del male con le proprie mani che nella realtà, se esistesse ancora, premerebbero contro la propria carne, sono lunghe, dovrebbero penetrare bene nei propri palmi. I gesti in quel mondo parallelo continuerebbero, se fosse riuscito a spaccare la scrivania si getterebbe contro il muro che dovrebbe essere provvisto di svariati libri in quella biblioteca. Inizierebbe a buttare giù scaffali, libri al suolo e per aria <Non farti vedere…> Una minaccia, inizia in poco tempo eh? <N-non farti vedere… Ti distruggo…> Mentre continuerebbe a mettere sotto sopra la propria stanza <TI FACCIO A PEZZI! MANGERAI IL TUO STESSO INTESTINO!> Ed ancora a prendere calci oggetti, a mollare pugni verso i muri che si dovrebbero vedere se gli scaffali crollassero come vuole <AVRAI IL TUO CUORE FRA LE MANI CHE PULSA STACCATO DAL TUO FOTTUTISSIMO CORPO, VEDRAI IL TUO CERVELLO GALLEGGINATE IN UNA AMPOLLA!> … <TI CUCIRO’ LA BOCCA E LA TUA LINGUA VERRA’ MOZZATA! NON AVRAI PIU’ CORDE VOCALI PER LAMENTARTI!> le imprecazioni continuerebbero. No, non può accettarlo, non può accettare una smile cose. Ad ogni azione che farebbe in quel mondo parallelo incrementerebbe sempre di più il proprio chakra, proverebbe ad ampliarlo, ad aumentare il suo raggio, a farlo… Esplodere, andrebbe proprio a farlo esplodere, dare sfogo alla sua riserva di energia, in questo modo genererebbe ad ogni movimento una fiammella sul proprio corpo ed in principal modo sulla schiena da cui si formerebbero delle sottospecie di ali da corvo quali lui è ritratto assieme alle sue evocazioni (descrittivo per il chakra se possibile).[Se ck on: On= 135/135][Rilascio illusorio/se Genjutsu tramite ferite] Non è passata neanche mezza giornata da quando ha ripreso finalmente i sensi, visibilmente deperito dai mesi di prigionia, il suo corpo non è che la dimostrazione di quello che ha passato, ferito, inciso, morente in cerca di nutrimento, eppure…non è il corpo quello che ha subito danni maggiori, per quanto la mente ferrea del Rikudo Sennin abbia tenuto testa per mesi e mesi alle serve della dea o di chi diavolo sia esattamente, non ha mai vacillato ma questo non significa che non ne abbia risentito. Figlio…lui? Ah si la leggendaria Dea, un sogno ad occhi aperti, così l’ha visto, dopo mesi e mesi di lamenti e strani rituali da parte delle sorelle è infine apparsa, d’innanzi a lui come…un angelo demoniaco si, non vi sarebbero altri termini per poterla descrivere, un qualcosa di puro ma corrotto al tempo stesso e infine…il suo dono. Molti pensieri si affollerebbero nella mente del Rikudo Sennin, pensieri che però ha preferito non divulgare a nessuno nonostante il “dono” fattole dalla dea sia ben evidente al centro della sua fronte, li si erge l’incavo di un occhio sopito. Pensieri che tornerebbero stesso ora ad affollare la sua debole e provata mente eppure eccolo li, dopo un veloce re-group da parte di tutta l’Akatsuki ha informato del più e del meno cosa o meglio chi, possa essere il reale nemico dietro a tutto ciò che è successo, un nemico così potente da sedare l’arroganza dello stesso Rikudo Sennin qualcosa che nessuno dei presenti a parte lo stesso Akendo è riuscito a concepire, d’altronde lui è rimasto li per mesi e mesi. Deciso il da farsi eccoli li, il tessai a spalleggiarlo, come un tempo a parti invertite forse, in una pungente mattina alla roccaforte dei Samurai, ricordi che s’intrometterebbero per alcuni istanti come un flashback per poi svanire nel nulla <farò in modo di non dimenticare l’invito questa volta> rispondendo così alla simpatica ironia di Kyuzo. Come nel nulla scomparirebbe Yukio e con esso al sua presenza, Arresterebbe il suo passo, assottigliando leggermente le palpebre, le mani, la cui destra presenterebbe unicamente sul pollice destro l’anello dell’Akatsuki, lascerebbero il loro fianco portandosi all’altezza del busto, quasi come se volesse proteggersi. Il manto nero costellato da diversi motivi color cremisi a mo di nuvola, ondeggerebbero, come spiffero di vento iniziale, un qualcosa che verrebbe a preannunciare quella che d’un tratto diverrebbe pioggia…fittissima, una pioggia diversa da quelle che normalmente dominano le terre ninja…no… questa pioggia è diversa, Akendo lo percepisce, la pelle stesse, rimasta scoperta dal manto dell’Akatsuki, ne saggerebbe al contatto con le gocce stesse, ad ogni ticchettio un ricordo sempre più vivido di quella pioggia, non una qualunque…quella!! Tra nubi e vapori, le palpebre dall’iride violacea, anch’essa di un color sempre meno vivido, sgranerebbero, il respiro diverrebbe sempre più affannato, la stessa espirazione si farebbe difficoltosa, accorgersi in pochi istanti che quella resistenza altri non è che la presenza di una maschera sul proprio volto, una presenza per nulla scomoda anzi quasi…comoda, come un piacere averla rilegata attorno al proprio volto, lo sguardo cadrebbe in terra, alcun anello, degli avambracci ove prima vi era il manto nero, così come per dei semplici pantaloni mimetici, il peso stesso del busto aumenterebbe sotto un’armatura anche fin troppo vivida nelle sue memorie tattili. Si tasterebbe, il proprio corpo come a concretizzare il cambiamento, non se lo spiega, la mente è vigile eppure gli par impossibile esser caduto in un Genjutsu…soprattutto…Quando? Eppure è li, rialzando lo sguardo d’innanzi a lui diverse persone, quella voce, così forte, quel tono, quella impronta vocale, lentamente i ricordi riaffiorerebbero, come un fiume in piena, il suo famoso soprannome riecheggiare nell’aria, se non è un genjutsu evidentemente è qualcosa che ci si avvicina di molto, ma non accontenterebbe di certo la possibilità che lungo il sentiero sia al Tessai che al Rikudo Sennin, sia stata tesa una trappola. Per adesso non c’è molto altro da fare se non avanzare, così come i ricordi, tassello dopo tassello tornare al loro posto in una mente che ne ha viste di cose, ne ha passati di eventi e ancora oggi è li, di certo non un ninja qualunque…pochi sono quelli che sono riusciti ad arrivare a certe età. Una smorfia, quasi sprezzante all’udir le parole del gran capo, non tanto per beffa quanto per l’ironia nel saper già cosa stara per dire e di rimando quelle parole che lentamente fuoriescono dalle labbra del Seiun…le sa bene oh si eccome se le sa bene. Provare a spezzare l’illusione? E’ perché mai? Seppur provato lo spirito di Akendo non cambierà mai e a gioco batte con gioco, questa è la sua mentalità, andare fino in fondo, affrontare quelli che sono i suoi ricordi…chissà forse cambiare qualcosa? Un sospiro prima di vociare ed intromettersi in quel ricordo così lontano, coperto da mille altre fitte piogge…<Mi seguirete o deciderete di commettere lo stesso errore di allora?> frasi di sfida ma non di certo vociate tanto per dar aria, ogni singola mossa, gesto o parola del Rikudo Sennin ha un senso, in questo caso il mettere alla prova quello che potrebbe essere un…Genjutsu? Poiché allora a domanda potrebbe ricevere risposta e in quel caso bhè non sarebbe altro che una copia di un suo ricordo ritortasi contro, in caso contrario se non vi fosse risposta bhè…in quel caso allora la faccenda diverrebbe giusto un po’ più complicata, dovendo a quel punto far fronte ad un qualcosa di mai visto…un nuovo tipo di Genjutsu che vada oltre i semplici sensi? O forse altro? E non c’è nulla di più elettrizzante per Akendo se non addentrarsi nell’oblio e dominarlo.Queste visioni forse sono troppo per voi, incapaci di accettare un nobile gesto dalle vostre controparti, incapaci di capire che forse è solo giunto il momento di godervi i frutti della vostra fatica e del potere. Lasciate che le vostre menti vi conducano e vi cullino in questo mondo parallelo.
Yukio: non riesci, per quanto tu possa minaccia, farti del male o tentare il rilascio non ci stai riuscendo, lo senti scorrere in te in quello che è un mondo parallelo ma sembra non avere alcun effetto nella realtà o che sia quella la tua realtà ora? Un salto di circa cinque anni a giudicare dall’età dei bambini che ti sei perso di vita. Temo che dovresti prestare più attenzione a loro. La tua bambina, quello splendido fiorellino cade a terra, rovinosamente sbucciandosi il ginocchio destro. L’atmosfera idilliaca sembra rompersi nell’istante stesso in cui il suo corpicino fragile e delicato impatta con il terreno. Ma c’è il tuo successore, come tu stesso l’hai definito, a sistemare tutto. Si arresta e mentre la sorellina scoppia a piangere in un primo urlo lui fa dietro front. Sta correndo da lei come un principe che vuole salvare la sua amata, il mantello azzurro lo puoi quasi vedere sulle sue spalle. Eppure prima ancora che lui giunga al suo fianco c’è Kimi. Si è alzata e in un lampo li ha raggiunti. Sta cingendo tua figlia tra le sue braccia. In un angolino l’altra bambina che mette il muso, gelosa. Tutti stanno fissando lei: Hime. Si avvicinano piano, timorosi mentre il pianto pian piano va a diminuire. Guardale Yukio, quell’atmosfera familiare, la dolcezza della Doku che ora si sporge appena per dare un lieve bacio sul ginocchio arrossato, qualche goccia di sangue nero è rimasta a terra <non far preoccupare papà su> la sua voce giunge fino alle tue orecchie <guarda Hime non fa male!> è Joji a parlare che ancora spinto dall’istinto di protezione verso la sorella si butta a terra in ginocchio, finendo con il procurarsi solo una botta, per mostrarle che anche lui è caduto, capita, deve sorridere. La terza bambina, quella che ora puoi vedere come dannatamente simile a Kimi, si butta a terra <non fa male!> esclama anche lei, buttandosi a terra e sporcando tutti i vestitini. Hime è ancora stretta tra le braccia della Doku che si lascia andare ad una risata <tutti qui su, piccole pesti> sembra felice, tutti loro lo sembrano. Goditi questa visione, questo futuro che è così vicino, potresti allungare la mano e provare a raggiungerli. Nessun rumore è arrivato all’esterno, loro non si sono accorti del casino che stai facendo, il tuo salotto è sotto sopra <se fate i bravi vi porto tutti da Yukio e gli rubate il cappello vi va?> la voce giungo fino alle sue orecchie. Un “sì” pieno di felicità segue quella frase e delle risate subito dopo. Si stanno divertendo, è tutto così…perfetto.
Ti stanno guardando ora sai? Si girano tutti verso quella finestra, la tua Hime poggiata alle gambe piegate, quasi seduta sul ginocchio destro di Kimi, gli altri invece tra le sue braccia ora, stretti come una vera famiglia, una famiglia finalmente felice, una di quelle che ne passa tante ma alla fine vince, resta unita.
Akendo: e tu invece? Niente felicità per te solo amari ricordi e una guerra e come per Yukio l’amara consapevolezza di non essere in un semplice Genjustu. Tu ci provi a parlare a dire quello che pensi eppure mentre le tue labbra si muovono ti rendi conto che le parole usate sono ben diverse <la missione deve procedere… ed ogni possibile ribellione anche alla missione stessa verrà trattata come tale> le tue labbra si chiudono giusto il tempo di prendere fiato <e completata> ti avventi adesso sui tuoi stessi compagni. Senti sulla tua pelle le stesse sensazione di allora, un passato che torna a tormentarti, le tue mani vanno da sole verso la Katana al tuo fianco. Tu non sei più il pollice, guardati. Con quale decisa foga ti avventi suoi primi due e li infilzi. Ci sono solo tre membri rimasti ma tanto sai già come andrà a finire. Prigioniero della tua mente, prigioniero dei tuoi stessi ricordi, forse la tortura peggiore, sei proprio tu a ferirti in questo momento. Ricorda cosa provavi in quei momenti, perché riesci a percepirlo ancora e poi chiedi se ti sei mai pentito, chiediti se questo ti ha fatto soffrire e se forse hai sbagliato, potevi evitare questa strage? Potevi salvarli forse, oggi potresti sicuramente, dotato di una saggezza differente, di un potere ben diverso potresti anche evitare tutto questo ma ahimè il tempo è tiranno e non puoi sottrarti. Guarda i due superstiti, sai perfettamente quali sono i loro scopi, vogliono porre fine a tutto questo e a te. Sparirai, cambieranno le carte in tavola. Non è passato nemmeno un istante da quel giorno, tu sei lo stesso di un tempo eppure c’è una minuscola differenza. Una risata arriva alle tue orecchie, c’è qualcosa che tu oggi vedi che allora ti è sfuggito. Oltre ai due rimasti ci sei tu, o meglio c’è la tua controparte che ti fissa, Higoshi è lì <sei sempre stato così> puoi vederlo parlare mentre vuole innalzarsi, superarti, ti guarda dall'alto in basso divertito
Le mani verrebbero aperte, gli occhi a posarsi su di esse e poi su quel salotto, il casino che ha combinato... Non è uscito... Oppure non è mai entrato in un Genjutsu. Le mani gli tremano e non poco così come gli occhi non riescono a capire che cosa guardare, dove guardare, cosa diamine mettere a fuoco. Il pianto della sua piccola, Hime... Gli occhi si sgranano, un colpo al cuore è quel pianto, pochi giorni fa la sentiva piangere dentro la culla ed ora... Ora sta parlando... Joji è li, l'uomo di casa... Non si ricorda niente "Non... Sono stato con loro?" Si guarda ancora le mani "Come... Ho potuto" Si guarda attorno, disorientato. La destra proverebbe ad appoggiarsi su una parete o una parte della libreria ancora in piedi, barcolla. Lo status confusionale regna sovrano ora nella sua mente ma quel pianto ancora sta continuando all'esterno, non viene ancora aiutata, è proprio in quel momento che chiama una persona... Un altro uomo, o meglio ci proverebbe "Totoro!" La voce non dovrebbe essere poi tanto alta per farsi sentire, anzi con tutto quel casino che ha fatto non dovrebbero proprio sentire niente "Devi... Senti... Chiama gli altri e sistema il salotto cortesemente... Scusami" Scusami. Ha detto scusami. Prenderebbe al volo il cappello da Hasukage con la sinistra iniziando a correre verso l'esterno percorrendo tutto il percorso e tenendo nella sinistra quel cappello, un paio di scatti e balzi sarebbero sufficienti per mettersi avanti alla porta d'accesso per il cortile e uscire fuori, aprendola. Se ci fosse riuscito si fisserebbe un attimo su tutti i presenti, al termine di un quadro generale dei propri figli e di Kimi si blocca sulla figlia di quest'ultima "..." Tace, lo sguardo è serioso, fin troppo ma... Muta, muta in pochi attimi "Sarai tu a prendere il cappello questa volta?!" Flettendo le ginocchia per abbassarsi ad altezza bimbo, le parole sono dirette proprio alla figlia di Kimi. Il suo cappello verrebbe lanciato come un freesby verso il giardino, andando oltre alla fontana e svolazzando in aria "Su forza! Chi lo prende per primo questa volta verrà raccontata una storia personalizzata! Forza!" Incitandoli. La voce anche cambia, da quella adirata e piena di odio che aveva prima,poco alla volta va a modificarsi nella sua voce, quella che usa a... Casa, con la sua famiglia. Se fosse riuscito a lanciare il freesby si metterebbe nuovamente in piedi compiendo qualche passo verso Kimi che forse dovrebbe esser rimasta sola se i tre piccoli si fossero diretti verso il cappello "C-ciao" Titubante, mantiene una distanza buona per... Sicurezza. Non lo da a vedere, semplicemente si muove piano verso di lei, lo sguardo puntato sulla Doku, su sua figlia, la sua prima. Non darebbe come prima a vedere della sua distanza eccessiva che lentamente si accorcia da quei passettini ma avendo la vista occupata e lo sguardo su di lei amplierebbe semplicemente gli altri sensi, un modo per essere in allerta ovviamente ma... Cosa strana, porge attenzione con l'udito verso i tre piccoli, Hime Joji e la figlia di Kimi "Katsumi?" Domanda, inclinando la testa verso sinistra "E Kurona?" Già, i suoi progetti erano proprio quelli di vivere tutti quanti assieme, una casa per tutti, una casa per la sua famiglia.[stessi tag] A quanto pare chiamarlo genjutsu vorrebbe dire cadere in fallo, eppure non è ancora completamente convinto, nonostante il dubbio che sia altro la causa di questo “evento” lo sprona ad andare semplicemente avanti. Eppure non è padrone delle sue azioni o scelte, un qualcosa che lo irriterebbe non poco, parole abbandonerebbe le sue fredde labbra, ma non quelle che aveva costruito con ingegno, finendo semplicemente per vivere nuovamente quel ricordo in prima persona…ad ogni lettera la consapevolezza di quello che a breve accadrà…è storia...è legge, ma ciò che lo irrita maggiormente non è il non poter agire, chissà magari in maniera diversa, quanto più non poter giocare a questo stesso gioco, destreggiarsi e provare, no, questo non è il caso, schiavo del passato rivivrà secondo per secondo ogni attimo ogni esitazione, ogni pensiero, sguardo, sussulto, ogni cosa. All’ultima frase, come spettatore di se stesso scatterebbe in avanti e con demoniaca foga sbranare con le proprie armi i poveri malcapitati…ogni sequenza, ogni movenza, slancio, respiro tra un passo e l’altro, la katana alzarsi ed abbattersi sui compagni Anbu, penetrare nelle loro carni, ogni singolo attimo si ripercuoterebbe sull’Akendo che semplicemente come in un viale di ricordi ripercorrerebbe l’intera azione, provandone gli stessi effetti d’allora. Ma c’è una differenza e non è solo l’età, una maggior conoscenza di se stessi ottenuta negli anni, il pensiero maturato e migrato verso isole ben diverse rispetto all’ora, lo porterebbero a notare forse la cosa più evidente e che unisci il passato, ciò che era, con il presente...ciò che è. Non lo stava facendo per il villaggio, men che meno per la missione no, per quanto all’epoca si convincesse che il bene del villaggio fosse l’unica soluzione per prevenire i cancri che affliggevano all’ora il piovoso terreno ninja, ora con occhi ben diversi d’allora capirebbe che l’unica cosa che voleva era imporsi, dominare coloro che si opponevano per salvaguardare un qualcosa di ben più grande…l’equilibrio. Un qualcosa che ormai per lui ì, l’Akendo corrente, è palese, insita, maturata a seguito del risveglio del suo Samsara violaceo eppure, all’epoca non era che un ragazzino, insita già in lui questa convinzione seppur sopita , dormiente nel suo subconscio, eppure già c’era. Bestia fino all’ultimo darebbe il colpo di grazia anche all’altro compagine, ora solamente i superstiti eppure…prima che possa osservare quel che fù il finale di quella nottata, d’innanzi a lui, una figura apparire, una smorfia divertita su quel celato volto del Rikudo Sennin, quasi divertito dall’ironia del momento, osserverebbe se stesso e le parole da lui stesso proferite, inclinerebbe verso destra il capo, leggermente, come fosse incuriosito da quell’apparizione, per certi versi lo è!! Un sospiro, dare aria ai propri pensieri e dare soprattutto un senso a tutto questo…<Sei forse tu colui che ha messo in piedi tutto questo?> domanda lecita ma volta sempre ad ottenere un qualcosa di più, una piccolezza, subdole le intenzioni proprie ma d’altronde anche questo è Akendo…<stupido chiederti chi sei questo è certo, forse errato chiederti l’identità quanto più facile chiederti> attimi di pausa prima di concludere…<perché sei qui?> chiunque sia, qualunque cosa fosse o meno, c’è un motivo per cui sta accadendo tutto questo, fosse un comune nemico il semplice confronto basterebbe a determinare chi è superiore all’altro, schiacciandolo con forza lasciando che solo polvere e cenere rimangano, ma non è così…non ancora se non altro. Dunque lecito porsi la domanda e rispondersi da solo per logica, questo forse è un confronto su un piano totalmente diverso dal semplice e mero scontro.Queste visioni forse sono troppo per voi, incapaci di accettare un nobile gesto dalle vostre controparti, incapaci di capire che forse è solo giunto il momento di godervi i frutti della vostra fatica e del potere. Lasciate che le vostre menti vi conducano e vi cullino in questo mondo parallelo.
Yukio: Riesci in tutti i tuoi intenti, i bambini ridono, si alzano e corrono via all’inseguimento di quel frisbee improvvisato, li senti ridere mentre sgambettano più agili di quanto ci si aspetterebbe da bambini della loro età ma insomma buon sangue non mente. Kimi ora volta il capo <padre> ti sorride, piena d’amore sembra essere assolutamente in pace, finalmente felice, persino lei. Ed ora si alza, si issa sui suoi piedi e si volta completamente smettendo finalmente di darti le spalle. Sorride a quelle domande <Kurona sta organizzando una sorpresa ai bambini> fa l’occhiolino. Quello può davvero essere il loro futuro, come ti fa sentire questo Yukio? <Katsumi invece sta riposando, la piccola ieri l’ha tenuto sveglio, aveva mal di pancia> ammette sospirando, lasciando trasparire della preoccupazione che viene subito cancellata da un sorriso, i bambini stanno ridendo, si spintonano, fingono una lotta e il cappello è lì, poco avanti a terra. Spero che tu abbia avuto abbastanza tempo per goderti il momento dato che ora senti un urlo. Alza lo sguardo e osserva i tuoi figli, del sangue nero esce dalla mano di Hime, sangue che finisce per inserirsi nel petto della piccola copia di Kimi. Lei urla, un urlo strozzato che va perdendosi mentre la morte la coglie. Vuoi intervenire? Vuoi fermare la Doku che scatta, velocissima, molto più di quanto ricordassi, verso i tuoi figli, non puoi vedere il suo sguardo, la rabia mista al dolore e all’odio che l’ha sta pervadendo ma lo puoi immaginare. Chi vorresti proteggere adesso? Risponditi pure perché tanto verrai trascinato nuovamente nel salotto, ora in ordine, sei solo puoi solo osservare la scena davanti a te. Kimi che combatte, attacca Hime, per ucciderla, per vendicare sua figlia e Joji che invece vuole solo difendere sua sorella. Ma tu puoi solo assistere mentre una risata ti ricopre, come se ti trafiggesse, proprio come il sangue nero dei tuoi figli sta facendo sul corpo di Kimi <credevi davvero di poter avere una famiglia?> davanti a te si sta consumando una strage, loro lottano, una lotta che va oltre al gioco, vogliono uccidersi a vicenda e lo faranno <tu sei maledetto> se ti giri vedrai Uso alle tue spalle che ti sorride soddisfatto <questo è il futuro che ti attende, non puoi intervenire. Tra cinque anni non te ne accorgerai nemmeno ma quei due che hai messo al mondo distruggeranno tutto> si ferma e ti sorride <sono proprio dei mostri come te> delle urla da fuori mentre il corpo di Kimi cade sotto i colpi dei due bambini, ti stanno guardando sai? Ti sorridono sembrano felici, contenti della strage appena compiuta eppure il veleno è in circolo in loro, lo sai che la Doku non sarebbe mai morta da sola. Quindi l’ultima cosa che vedrai di loro è la felicità nell’aver appena compiuto un duplice omicidio prima che le palpebre calino e quei corpi piccoli e fragili cadano a terra, inermi, riversi sul prato ormai insanguinato. Morti come tutti quelli che erano in giardino. Il resto non è cambiato, la fontana continua a zampillare, il mondo non ne sta soffrendo, tutto continua come poco prima solo le risate sono sparite, quei suoi idilliaci e angelici non ci sono più
Akendo: Sembra di guardarti allo specchio, ti imita nei movimenti, le sue pose sono le tue pose, speculare. La violenza ti circonda, i cadaveri sono lì accanto a te che perdono le ultime gocce di sangue. La pioggia cade implacabile andando così a pulire il luogo a trascinare quel rosso per la città, cercando i canali di scolo <la vera domanda è cosa ci fai tu qui> replica la sua controparte. Il silenzio per lui. Come andava avanti quella storia? Forse l’hai rimosso, era meno importante all’epoca ma c’è un bambino lì vicino, un orfano molto probabilmente altrimenti perché dovrebbe stare da solo sotto alla pioggia? Senti il suo urlo quando una goccia di quel sangue da te versato gli cade in fronte. Che tu l’abbia rimosso o sia solo una discrepanza con il tuo passato non è molto importante perché lui urla, sta allertando i ribelli, verranno da te e a quel punto chi verrà colto dalla violenza? Higōshi ti osserva, aspetta una tua mossa. In lontananza senti dei passi, il tuo udito ti permette anche di sentire del vociare, quell’urlo ha allertato qualcuno. De metallo che sbatte, il tentativo, forse poco professionale, di muoversi silenziosamente fallisce, quanti passi sono? Tanti, forse troppi. Il rumore di loro piedi nelle pozzanghere dovrebbe allertarti, farti capire che presto o tardi tutto questo si tramuterà in una caccia all’uomo e non per gli omicidi appena commessi, no. Lo sai, quegli uomini come i tuoi compagni vogliono insabbiare tutta la storia, nessuno deve sapere di loro. La tua sola presenza li minaccia. Li senti correre, se volessi aguzzare la vista potrai addirittura notare delle ombre in lontananza tra le vie, alcune si fermano, formano una prima fila, maneggiano qualcosa, estraggono altro da dietro la loro schiena. Sono archi, li stanno incoccando. Tic tac, tic tac, il tempo scorre e anche per te sarà implacabile.
Volete restare in quei mondi? Intorno a voi ricordate che c’è l’inferno, le loro porte si potrebbero aprire da un momento all’altro, avete ancora una guerra da combattere. Volere è potere, potrete sottrarvi ma appurato che non si tratta di un genjutsu come pensate di riuscire? Mostrate al mondo la vostra vera forza, i muscoli non servono a nessuno ora
Sorride a Kimi, andrebbe a stendere la mano verso di lei come a volerla prendere sotto braccio ma tutto viene modificato nuovamente. O meglio, tutto prende una piega sbagliata; la figlia di Kimi uccisa dalla sua piccola e Kimi che "KIMI!" Ma del resto cosa potrebbe fare? Niente. Un battito di ciglia e si ritrova a vedere quello spettacolo dalla sua finestra, inerme, non può fare niente se non vedere quei corpi che cadono, uno dopo l'altro in una pozza di sangue col rumore dell'acqua che zampilla dolce "La mia famiglia..." Le parole vengono dette tutte insieme e di fretta, un filo di voce, voce disperata e occhi che si spalancano a quell'orrore; le braccia crollano verso i suoi fianchi ma quella voce... Uso "Io sono... maledetto?" Ribadisce. Lo sguardo si fa più cupo "Allora mi hai sentito prima, uhm?" Prendendosi un respiro pesante, il polso destro si metterebbe sotto al naso e in quel gesto solleverebbe la testa "Te lo dico con tutto il cuore... Mi hai fregato, bravo" Sorridendo, sorride... Scoraggiato da ciò che ha visto. Il destro cade nuovamente lungo il fianco destro, si volterebbe provando a vedere da capo a piedi Uso o meglio se stesso "Ma sei me" Solleva le spalle "E vabbè" Prendendosi un respiro pesante "Sono maledetto, questo è il mio destino... Ed hai ragione" Inizierebbe a camminare se gli fosse possibile verso il divano o la poltrona che sia "E dato che questo a quanto pare è il mio destino, o quello che hai creato te o chiunque altro coglione..." Schioccando la lingua sul palato "Tu" indicandolo con l'indice destro mentre cercherebbe le sue sigarette, ha il bisogno di una sigaretta. Se ci fossero sulla scrivania o nelle sue tasche ne prenderebbe una e l'accenderebbe subito "Tu resterai con me. Ti ho già mandato dietro una volta. Non posso più? Cos'è, ti sei fatto più forte?" Sorride, sorride! Se la ride di gusto "Senza di me tu non esisti" Tornando immediatamente serio per quelle parole. Attingerebbe un'ampio tiro dalla sigaretta gettando lo zippo sul divano accomodandosi poco dopo su di esso incrociando le gambe una sull'altro "Non mi sono accorto della loro crescita, uhm? Non ho badato a loro, ecco il risultato... L'età in cui possono controllare l'innata e... Non ho detto niente a loro, niente su come fare" Abbassa la testa molleggiandola a peso morto "Ma quella... È una cosa che non ti appartiene, o non è più così? Non puoi utilizzare il motivo del mio essere dannato... Tu sei un'anima... Tu purtroppo sei... Vivente, ecco tutto" Sollevando la testa "Io non ho una anima. Ma in compenso ho qualcosa di più prezioso che tu non hai" Stiracchiandosi "Sono reale" Solleva le spallucce, impossibile non poter riemergere i ricordi di ciò che ha appena visto ma del resto quel suo autolavaggio del cervello doveva servire a qualcosa, o no?! "Dai. Vienimi contro" Serrando i denti "Fammi male" Si sbatterebbe la mano sinistra contro il petto "FALLO!" Agitato, ma più che preoccupato o ansioso è nervoso in questa discussione "Dai..." Aprendo le braccia e mantenendo sempre la sigaretta fra le proprie linee di labbra sottili "Vivi solo grazie ad un'altra cosa... Ah?" Sorridendo ancora "Io ci sono stato negli inferi... E sono ritornato... Sei realmente me? Sei più di me?" Scrocchiando la testa a destra e a sinistra "Avanti... Se sei così crudele, se sei il mio eccesso, se sei tutto questo, dammene prova, fammi vedere!" Alzerebbe ancora una volta la voce ma dopo quelle parole gli occhi si chiuderebbero. Parlerebbe ad alta voce fra i propri pensieri. L'oscurità a pervadere nuovamente la propria vista, lo fa lui,lo fa apposta. Si immaginerebbe tutt'altra scena, andrebbe ad... Auto-genjutsarsi se gli fosse possibile, era già avvolto precedentemente dal proprio chakra, non farebbe nient'altro che convogliarselo direttamente sulla propria mente, proverebbe in tutti i modi di andare in un proprio coma, un mondo autocontrollato "Seguimi se sei così forte" Perchè queste parole? Sfrutterebbe il suo stesso carattere, cos'è una sfida?! Come poter rifiutare ad una simile cosa?! O almeno per quanto riguarda lui, bisogna vedere l'eccesso suo che cosa farà, quali saranno i suoi comportamenti e risposte.[Tentativo: Auto-Genjutsu][Illusione completa dei sensi][Ck: -30 Se fattibile genjutsu] Non sarebbe al sua immagine speculare se non facesse anche lui le giuste domande ed infondo….non ha tutti i torti, ma a quella risposta, come quella del “vero” Akendo…non vi sarà risposta, poiché qualcosa interrompe quel lineare passato che sequenza per sequenza viene ripercorso. L’urlo di un innocente, che vi sia sempre stato o è qualcosa di distorto questo non può saperlo con certezza, può anche darsi che a quel tempo quell’urlo non fu udito da un Akendo troppo preso con quello che stava per compiere, il massacro imminente di li a poco. Eppure questa volta qualcosa cambia, si stravolge, una strage ci sarà questo è certo ma per chi? Il rumore sembra quasi un loop infinito, passi…passi…passi…passi, sembrano infiniti ma ad un tratto si arrestano, in lontananza oltre alle ombre, l’incoccar frecce diverrebbe visibile. La grande particolarità del Rikudo Sennin è come riesca ad agire prontamente e far fronte ad ogni possibile situazione giusta o sbagliata che sia è sempre pronto, veloce nel render partecipe il proprio chakra di ciò che andrà a fare, porterebbe le braccia a sollevarsi dai fianchi comodi, posizionando in sequenza le mani all’altezza del petto, agile scambio di colpi con cui tenterebbe di formare i sigilli del bue e del drago, se vi fosse riuscito, al realizzarsi della tecnica Doton, un aura marroncina crearsi attorno alla figura intera del Rikudo Sannin, proteggendolo, per poi compiere mezze rotazioni di polso con ambedue le katane, fermandole poi nell’antico stile dello shi-cho, mentre lenti passi affonderebbero nel terreno verso i mille e uno stolti…<che muoia adesso o tra cento anni non fa differenza, il mio è un potere che non è schiavo ne del tempo ne degli uomini e tornerà, tornerà sempre> facendo riferimento all’occhio violaceo, mentre i passi diverrebbero sempre più agili, noncurante delle frecce, d’altronde cosa mai potranno fargli? Caricherebbe come solo l’ultimo dei samurai potrebbe fare quei poveri disgraziati, ma prima di ciò, ultime parole verrebbero rivolte alla sua copia di egual immagine e somiglianza…<se vuoi unirti al compimento del passato non avrò nulla da ridire oppure> attimi di pausa…<attendi qui il mio ritorno, che sia per qualche attimo o secolo, tornerò per applicare il medesimo fato di questi sciocchi umani> detto questo la sua carica diverrebbe inarrestabile, forte anche del chakra utilizzato con cui tenterebbe di compiere un affondo finale, non importa dove precisamente o su chi, che vi siano miliardi di frecce o anche una sola, il punto da lui focalizzato è la massa di persone che lo fronteggiano. E’ giusto? Sbagliato? Il semplice fatto che il passato deve rimanere passato è più che sufficiente al Rikudo Sennin per ripercorrere i passi di allora, questa volta conscio più che mai di ciò che sta per fare. [chakra 100/100] [se armatura doton] [se chakra 94/100] [se affondo perforante] [88/100] [Izanagi & Izanami equip] [Rinnegan off]Yukio: La tua controparte ti sorride e ride di te quando provi a sottrarti, davanti a quella sfida. Se ne sta lì a ridere di te a sfottere i tuoi tentativi. TI guarda silente mentre tu cerchi un modo, mentre lo sfidi <non ho bisogno di farlo ho già vinto> replica per tutta risposta <vedi tu sei incastrato qui, caduto in un sonno più profondo del coma> sorride mentre parla, sorride mentre ti svela il suo piano, come tutti i cattivi più scontati <ed io da qui posso uscire. Questo è il tuo subconscio, il tuo futuro è ciò che tu pensi> continua lui <io posso entrare ed osservare perché sono nato da te, appartengo a te come tu appartieni a me la differenza tra noi è che io sono sveglio> ed è con queste parole che lui svanisce dai tuoi occhi lasciandoti solo in una stanza, fuori il sangue, la tragedia che si è appena consumata e tu che forse inizi a realizzare quanto tutto quello sia fittizio, sei già trappola della tua stessa mente. Ma vuoi davvero fidarti delle sue parole? Lui è la menzogna. Sta a te vedere attraverso la tua controparte, capire quanta verità c’è nelle sue parole e quanto invece è solo una sporca bugia. Su una cosa hai ragione: è diventato più forte, abbastanza da poter uscire da quel luogo senza il tuo aiuto
Akendo: Sorride lui, la sua controparte. Anche lui si fa forza in quel mondo che non gli appartiene <e così speri di trovarlo ancora un mondo per quando uscirai?> replica per tutta risposta iniziando a svanire davanti ai suoi occhi <vivi nel passo e usa la violenza ma non avrai più un futuro a cui tornare> lui è sempre più evanescente mentre il colpo di Akendo va a segno, il suo corpo non ne risente mentre l’affondo arriva a quelle ombre, spazzando via le prime. Ma eccone altre pronte a prendere il loro posto. Fuoco intorno a lui, una spalla perforata e nessun dolore. Non lo percepisce <buonanotte e sogni d’oro> con queste parole svanisce anche la sua controparte. Altri ora corrono incontro ad Akendo, le Katane si bagnano sotto alla pioggia e riflettono la luce dei lampioni, corrono veloce, in formazione. Compatti ben più di quanti immaginava. Il fuoco intanto divampa, lo sta circondando eppure lui non sente calore, solo la stessa stanchezza iniziale. L’esercito di ombre senza volti si avvicina e guardali, nessuno di loro ha dei tratti distintivi, non solo non puoi riconoscerli ma mancano i volti, che i tuoi ricordi abbiano delle lacune o semplicemente la tua mente non ha ritenuto necessario dettagliarli?
Intanto le controparti sono fuori e ammettiamolo possono fare quello che vogliono dato che sono completamente libere di agire. Un po’ come voi nei vostri rispettivi mondi ovvio [turni liberi]
L'udito nel mondo in cui è stato messo viene comunque messo in collegamento nel proprio Genjutsu, entrerebbe in una specie di trance, una propria. In questa situazione si dovrebbero creare tre tipi di mondi, il reale, quello in cui è stato messo Yukio ed un terzo, quello che si sta creando poco alla volta. Sorride alle parole di Uso mentre intaccherebbe la propria psiche, proverebbe con tutto se stesso al termine di quelle parole di concentrarsi, di valutare il manto che lo avvolge e di disintegrarlo lentamente. Si creerebbero delle vocine, lascerebbe spazio alla sua personalità, a quella attuale, a ciò che lui è realmente adesso "[H] Gna baba[/]" Hime... Hime che lo chiama. "[J] Da da[/]" il suo pargoletto, Joji che lo chiama, anche lui. Il cuore inizierebbe a pulsare lasciando che il proprio inconscio, che i propri ricordi inizino a fluire come un fiume in piena, si lascerebbe avvolgere da quel benessere reale, quello che crea è il reale. I muscoli si irrigidirebbero per ovvie circostanze. Il buio lentamente scemerebbe, ricostruirebbe pezzo per pezzo il santuario, ogni particolare che ha tratto con la propria vista, vuole accavallarsi in un certo senso a quella sottospecie di Genjutsu, accavallarsi a quel mondo creato, fletterlo nella propria mente. Osserverebbe le proprie mani, le gira di dorso e di palmo e lentamente prenderebbe forma la sua stessa figura, a seguire il tempio su cui loro sorgevano precedentemente ma le vocine dei suoi due piccoli ritornerebbero nuovamente, lo chiamano per come possono, sono piccoli e non hanno ancora il dono della parola ma si farebbero capire "Per voi..." Sussurrerebbe fra se e se. I tagli che si era creato sui palmi dovrebbero dar modo al sangue di fuoriuscire, dovrebbe essere in fin dei conti già fuoriuscito se quella è una sottospecie di realtà. Lascerebbe che il proprio sangue si unisca al suo chakra suiton per inglobarlo lentamente "Farò crollare questo mondo... Per voi..." La voglia di rivederli, tutto ciò non riguarda la forza, non ha modo di uscire con essa a quanto pare. Le parole dette rimbombano nella sua stessa mente, vedrebbe Kimi, Mekura e Hana in quel tempio che prenderebbe forma nel proprio genjutsu mentre uno spuntone di sangue, se si fosse creato, andrebbe a bucare il pavimento, un intento a distruggerlo ma se fosse riuscito con il genjutsu a legarsi a quel mondo parallelo quell'attacco è mirato proprio a crepare lo stesso piano surreale. "Piccole bestioline mie... Vi amo" E poi chi comparirebbe li? Akendo. È il suo allievo in fin dei conti, è lui che ha collaborato con Kyuzo, è con lui che sono andati a riprendere il corpo, è con lui che si sono ritrovati per la nuova Akatsuki. Il mondo. La salvezza, la voglia di protezione che ha verso tutti e verso il proprio villaggio "Non lascerò tutto così facilmente" Lo spuntone che avrebbe creato imprimerebbe più forza nel pavimento avanti a se volendo creparlo completamente. Il genjutsu intanto farebbe il suo lavoro nel manovrare il terzo livello simile al primo, al livello reale. "Te ne vai perchè non sei capace di affrontarmi, uhm? È solo così che potrai andare avanti" verso Uso questa volta, vagamente. In un flash della sua stessa illusione vedrebbe i due figlioletti resterebbero in quella culla con le manine sollevate a volergli prendere i piercing con cui si appiccicano sempre per giochicchiare "Tks" E dopo quell'ultima visione durata un istante proverebbe con tutto se stesso a far collassare il mondo sfruttando la sua innata, cosa che Uso non può utilizzare e non può possedere. Le labbra si muoverebbero in un susseguirsi di preghiere verso il proprio kami, il Kami dei kokketsu che si è mostrato già più volte a lui ultimamente "Hai le anime dei miei figli... Hai la mia... Adesso aiutami..." Implora, si è proprio una preghiera, una richiesta da parte sua verso chi è più grande di lui, una ammissione di debolezza in questo momento. Nel proprio mondo i nomi dei suoi piccoli verrebbero urlati, un urlo che ha sprigionato solo una volta quando è venuto a sapere della falsa scomparsa di Kurona dall'alto del monte Kakuri HIME! JOJI![ck: n/d dipende se entrano le varie cose precedenti e attuali][UTILIZZO DELLA FORZA DELL'AMORE!] La figura lentamente svanirebbe e con esso le ultime parole, parole che si perderebbero nell’aria, un mondo al suo ritorno? E’ qualcosa che interessa realmente ad Akendo? E’ nato per uno scopo, forse non proprio preciso, innalzato a dio tra gli uomini, il suo ruolo va ben oltre le normali mansioni di un ninja o una vita “normale” eppure gli sono stati donati dei poteri non comuni, dei mezzi per imporsi o condividere. Che sia passato, presente o futuro, l’obbiettivo è andarsene, qualsiasi sia il mezzo per farlo, non importa come, la sua stessa copia poc’anzi scomparsa è la prova che da quel mondo si può uscire, comprendere il come non è altrettanto facile, infine le ultime parole della sua copia riecheggiano nella sua mente… violenza…eppure la sua non è violenza, al violenza è quella di una bestia senza coscienza o qualsivoglia pensiero, no…non è così per Akendo la sua non è violenza quanto più il volere di un dio che può decidere quando...chi…come e perché, poiché non soggetto a tali regole, si muove come meglio crede, egli non è di certo un Kami nato ma qualcosa di molto vicino gli è stato donato e dunque perché non imporsi con il proprio potere divino, uscire o distruggere non fa molta differenza poiché in entrambi i casi significherebbe annullare completamente ciò che sta accadendo in quella dimensione il come è relativo. Il chakra con estrema violenza verrebbe diretto verso i bulbi oculari del Rikudo Sennin, che una volta irrorati del chakra esuberante, tenterebbe di attivare così l’occhio del Samsara colui che ha creato e distrutto e continuerà con ciclicità ad equilibrare le parti che compongono il mondo ninja. Se ciò avesse successo, richiamerebbe a se tutta la quantità di chakra possibile e presente nel suo sistema circolatorio direzionandolo verso i due arti superiori ed infine negli tsubo presenti nei palmi delle mani, socchiuderebbe per qualche istante le palpebre per poi , a seguito di un sospiro, riaprirle e sussurrare nel vento…<shinra…tensei> il chakra verrebbe con forza sprigionato dai palmi delle mani, se vi riuscisse, grazie al potere del Rinnegan, piegherebbe alla sua volontà le leggi fisiche del mondo, divenendone padrone, piegando così la gravità al suo volere, creando un immenso campo di repulsione gravitazione che prenderebbe origine proprio dal Rikudo Sennin. L’immenso ammontare di chakra volutamente sprigionata non servirebbe ad altro che a spazzare via per metri e metri qualsiasi ombra, figura o dimensione possa esistere e con loro qualsiasi altra cosa. Dove tutto si annulla la dimensione si spezza questa è la volontà del Rikudo Sennin. [chakra 88/100] [se rinnegan on] [nin 200] [se shinra tensei] [+ spesa chakra per aumento diametro d’azione] [se chakra 18/100] [diametro shinra tensei 200/3]Yukio finalmente si sveglia, ha fatto ricorso alle illusioni, ha finito per prendere in giro sé stesso e anche il suo subconscio, certo c’erano modo magari più tranquilli ma la forza dell’amore ha funzionato, proprio come nelle favole. Ma noi non siamo membri della Disney quindi per lui nessun lieto fine. Appena apre gli occhi si trova a terra, sdraiato a pancia in su, alla testa un po’ intontita come i muscoli, a toccare alla base del cranio potrà notare un bernoccolo, qualunque cosa l’abbia buttato in quello stato di morta apparente l’ha pure fatto cadere facendogli sbattere la testa cosa che quindi peggiora la sensazione e lo porta a perdere un po’ di lucidità, nulla di troppo grave il nostro Tessai si riprenderà a breve, o morirà subito questo dipende da lui. Infatti sbattendo le palpebre potrà notare immediatamente un grosso drago composto interamente di fuoco e di 14,5 metri di diametro che si sta abbattendo su di lui, dall’alto verso il basso. Inutile sottolineare che se andasse a buon fine per il nostro tessai sarebbe la fine. Un drago che rischia di colpire lo stesso Akendo, sdraiato al fianco di Yukio, con un leggero senso di nausea e proprio come il compare con un bel bernoccolo e dell’intontimento lieve. Stesso Drago di fuoco che rischia di colpire anche lui, se solo non si fossero esposte così tanto le controparti ora il combattimento sarebbe giù finito. Un drago di fuoco per farne fuori due molto velocemente, un piano geniale no? Sì ma ad attuarlo sono stati due troppo stolti per fidarsi dei loro creatori, delle anime da cui hanno avuto vita. Entrambi si ritrovano costretti a mettersi in salvo. Ma dove stanno i nemici? L’unica che vedono è la controparte del Kokketsu che sta posizionata a venticinque metri davanti a loro, appollaiato su un albero mentre li fissa [turni liberi][entrambi -5 agilità per questo turno][distanza coppia-controparte di yukio:25 mt][da ora:15 minuti a testa chi sfora le prende ♥][annullate pure i costi di chakra era tutto un sogno]
[edit][ora fato:1.35]
"Gh- Diamine... Aia..." Masticando qualcosa di inesistente "Hei, la mia sigaretta?!" Si guarda attorno massaggiandosi la nuca delicatamente con la mancina, e chi c'è "AKENDO!" Eh, non c'è bisogno di urlarlo però. Una immensa luce ad abbagliargli gli occhi per qualche secondo, il tempo di mettere a fuoco e... "Opporcammerda eh allora! Qualcosa! Accoppiata!" Eh ma dai?! Un intreccio di sguardi che verrebbe fatto da Yukio verso Akendo ed un successivo cenno di capo da parte sua, ancora al suolo. Si solleverebbe semplicemente dalla propria posizione senza muoversi "E va bene..." Prendendosi un profondo respiro mentre il corpo si direzionerebbe verso uso e verso quell'enorme drago di fuoco che si sta scagliando sopra di loro. Le mani andrebbero velocemente a comporre i sigilli del drago bue e tigre per ben due volte, questo lo porterebbe a mettere il chakra di tipo Suiton, il suo primario, in risalto rispetto a tutti gli altri, un richiamo si può dire della sua stessa essenza che va ad impadronirsi dell'intero corpo del tessai, la creazione dell'arma d'acqua con l'ultimo sigillo verrebbe fatta in modo diverso tramite una raccolta di saliva e da essa incanalato il Suiton, inizierebbe così a manipolarlo. La mano sinistra afferrerebbe quell'oggettino inizialmente piccolo dalle sue labbra, eseguirebbe un movimento del braccio verso l'esterno, quindi protraendosi verso sinistra, per poi ritornare a destra eseguendo una specie di folata d'aria come se avesse un enorme ventaglio. Di fatti nel tragitto di ritorno il suiton andrebbe a modificare quel piccolo e lungo stiletto a suo piacimento, la forma indicata è proprio quella di una corda, inizialmente, la cui estremità prenderebbe la forma di un ventaglio o di qualcosa che possa avvolgere, tenterebbe così di sollevare tramite quella corda d'acqua l'estremità a ventaglio per farla passare oltre al muro che dovrebbe creare Akendo. Il ventaglio sull'estremità aumenterebbe di dimensioni massime solo quando avrebbe sorpassato il muro così che proverebbe a racchiudere il drago dentro la morsa d'acqua, e non finirebbe così. La posizione di Uso prima l'ha vista, individuato in un certo senso. Andrebbe a generare in questo modo un'altra tecnica uguale, ripetendo per due volte i precedenti sigilli e accumulando saliva per poi prenderla questa volta con la destra. Il lancio di questo oggetto sotto forma di frusta ma con l'estremità appuntita mirerebbe ad Uso in modo particolare, questa lunga corda semi rigida di suiton raggirerebbe così sempre il muro creato da Akendo verso destra e mirerebbe alla posizione originaria della sua controparte atto a perforargli un punto, indifferente quale posizione essendo sommaria valutando precedentemente al distanza con l'occhiata che gli ha lasciato.[Rrrrricapitolando: 1/2 creazione prima arma d'acqua con estremità a ventaglio che si amplia dopo aver sorpassato il muro per placare il drago ed eventualmente investire con l'ondata uso e secondo 1/2 creazione di una ennesima arma d'acqua sotto forma di frusta semi rigida con estremità appuntita atto a perforarlo.][Statistiche arma d'acqua: ag 145/ Portata: 48 metri][ck: 125-18-18][Ninjutsu: 145] Che sia stata al sua volontà o altro questo non ci è dato saperlo, eppure è riuscito in un modo o nell’altro a spezzare quella sorta di dimensione estemporanea, ma ciò non vuol dire che tutto si sia concluso anzi, deve ancora arrivare il bello, Akendo lo sa bene, se qualcosa deve capitare a breve sarà il momento, quella dimensione non era che il principio. Ma prima che possa ragionare o riprendersi completamente da quel torpore, le urla di Yukio lo percuoterebbero, violando la sua “pace” interiore e stuprando le sue onde psichiche, un veloce sguardo…<come se potessimo fare altro> il violaceo rinnegan è sopito, una delle prime cose che si è accorto appena ridestatosi dal lungo sogno, così come il proprio chakra che fino a poc’anzi stava finendo dopo l’enorme uso fatto, ora tornerebbe a scuotere con potenza il sistema circolatorio del Rikudo Sennin. Uno sguardo a Yukio, un cenno con il capo…mentre il chakra tornerebbe a risvegliare nuovamente il rinnegan, porterebbe le mani all’altezza del petto tentando con estrema agilità di comporre i sigilli della capra, del drago e del cane, il chakra verrebbe diretto verso gli arti superiori e poi grazie ad essi, impattando ambedue i palmi sul terreno, nel terreno stesso. Se riuscisse nel suo intento la terra stessa franerebbe, seppur leggermente, creando dal punto in cui le mani avrebbero impattato, un muro di terra spesso e resistente, volto proprio alla protezione sia propria che di Yukio, lasciandolo così indisturbato di agire a colpo diretto verso la copia del Kokketsu, unica visibile al momento, ma gli occhi del Samsara non smetterebbero mai, anche attraverso il muro, se venisse creato, di ricercare la propria copia, grazie alla visione del chakra genitore di quella Hyuga. Ovunque si sia cacciato, di certo non se ne p andata via e se fosse davvero la sua copia aspetterebbe solamente il momento ideale per agire. [chakra 100/100] [se rinnegan on] [se muro di terra] [se chakra 95/100] [ninjutsu 200] [resistenza muro nin/2]
Giocata dal 29/10/2016 21:43 al 30/10/2016 01:16 nella chat "Luogo Sconosciuto"
D’altronde si tratta pur sempre del Rikudo Sennin, quello originale non di certo una copia, attacco che va a segno in modo tale da agevolare uno contro che par ormai giunto alla conclusione ma a quanto pare così non è. Osserva quei sigilli, ma non i conosce, non comprende come sia possibile che una sua copia possa eseguire sigilli a lui sconosciuti e d’un tratto l’orrore si rivela, dando vita così a quella che altri non è la statua del Gedo Mazo, purtroppo, ben conosciuta dal possessore del Rinnegan, avente una sua raffigurazione per ogni pozza di vita presente nel covo Akatsuki, da essa i membri possono riprendersi dal torpore di mille battaglie, risanare il chakra perso e curare le ferite. Quella altri non è che la forma finale di quelle semplici raffigurazione, anche solo immaginare di cosa sia capace non è possibile avendo solo pochi dati, ma tanto bastano per comprendere l’incredibile potenziale. Uno sguardo rivolto in direzione del Tessai, vedendolo agire non perderebbe secondi effettuando quella che al momento par la più logica delle soluzioni, mani al petto come sempre, mentre i sigilli veloci verrebbero composti in sequenza, cane, bue cinghiale, capra mentre un morso a ferire il pollice decreterebbe la fine dei requisiti richiesti per tale tecnica, il palmo della mano impattare con violenza sul terreno. Se fosse riuscito nel suo intento da quell’impatto scaturirebbe una nuvola e al diramarsi di questa una figura infernale a tre teste venirsi a mostrare, direttamente dagli inferi più remoti la bestia dal Nome cerbero prenderebbe finalmente vita, gli occhi dello stesso motivo violaceo concentrico del loro evocatore, l’obbiettivo è semplice azzannare una delle due braccia del Gedo Mazo per cominciare a rallentare quella che altri non è il risveglio totale della statua, al momento, il Rikudo Sennin potrebbe solo teorizzare quella che sarebbe una fine certa se la statua riprendesse vita con tutti i poteri annessi, ed è un qualcosa che vuole evitare assolutamente. Infine con un agile scatto, facendo leva sulla flessione dei suoi arti inferiori, tenterebbe di compiere uno scatto all0indietro, cercando di posizionarsi ad una decina di metri indietro rispetto alla sua posizione originale. Conscio di avere al suo fianco un valido ninja come Yukio, la sicurezza di non poter morire in una maniera così sciocca, di non dover, poiché molto altro ancora lo aspetta, molta strada c’è ancora da fare per Akendo il suo viaggio non che all’inizio, non ha ancora attuato il suo piano e prima d’allora non si potrà permettere di chiudere gli occhi per l’eterno riposo. [Chakra 55/100][se Mondo Animale: Chikusodo ( Cerbero) ] [se chakra 35/100] [Ninjutsu 200]Entrambi riescono perfettamente nelle loro tecniche, ma non c’era da aspettarsi nulla di diverso, bloccando la fuoriuscita del gigante che continua a consumare il chakra del suo evocatore, energia che dovrebbe servirgli per stare in vita, sopravvivere alle ferite subite poco prima. Quindi mentre il gigante sottoposto a molti attacchi, sia interni che ed esterni si agirà, andando a scuotersi per cercare di uscire dal terreno, liberarsi, distruggere quelli che vede come due insetti che lo stanno attaccando il suo evocatore semplicemente muore. Tutto si ferma. Il gigante perde vita tramutandosi semplicemente in pietra, l’occhio è rimasto chiuso, coperto da quel simpatico cappellino di sangue creato da Yukio. Si blocca con le mani ancora nel terreno, tenute ferme grazie alla tecnica di Akendo. In un solo istante le loro controparti tornano alle ombre, proprio da dove erano arrivate. Tutto è finito, li hanno battuti potrebbero anche credere di aver vento che sia tutto finito. Eppure in lontananza potranno vedere come i raggi della luna filtrano fino a loro spariscono, qualcosa li sta annullando. L’oscurità che sta inglobando a trena metri da loro il luogo. C’è il nulla lì, la completa assenza di luce, un baratro talmente profondo da essere riuscire ad assorbire ogni tentativo di illuminazione, specie se pallido e debole come quello della luna. Ma qualcosa, se mettete a fuoco con attenzione noterete che c’è qualcosa che sfugge a questa legge, qualcosa che sta camminando, emergendo dalle tenebre. E’ una sagoma dai tratti non ben definiti, non la si può certo definire come una figura imponente ma qualcosa di lui, di quel suo modo di muoversi lento cattura l’attenzione, seppur il suo corpo non sia degno di troppo attenzioni lui riesce a catturarle comunque, le pretende, i vostri occhi sono quasi attratti da quella visione. Pallido, vestito di bianco, una lunga tunica a strisciare sul terreno. Si avvicina lentamente. Negli occhi, mentre si avvicina, notate il rinnegan, privo di potere ma intatto nella sua mistica bellezza. Cammina verso di voi con il palmo aperto verso il cielo e teso in avanti. Una luce proviene, una piccolissima luce che potrete notare, Akendo tu ti renderai contro quanto è minuscolo il suo potere se paragonato a lui. Vi cammina incontro [turni liberi]
Resta in silenzio con il fiatone che sopraggiunge, non ha consumato niente di chakra e di energia fisica ma si tratta di un affaticamento psicologico più che altro "Fermato..." Abbasserebbe entrambe le mani richiamando a se i suoi oggetti che aveva mandato contro al Gedo Mazo. Essi ritornerebbero sotto forma di sfere direttamente a Yukio, solo una di esse, quella sulla sua sinistra, andrebbe a posizionarsi fra le scapole di Akendo con la reazione di sprigionarsi e parare eventuali colpi e se essi fossero a 360° di rivestirlo completamente in un involucro "Non si sa mai" Annuncia lui dando un'occhiata al suo compagno con annesso un cenno di capo veloce. Altri due oggetti si creerebbero, in un totale di quattro adesso. Tali oggetti non attaccherebbero ma si mettono semplicemente nella posizione che assumono sempre quando è in fase di combattimento, la mano destra si protrarrebbe in avanti cingendo un oggetto fra le mani, ad esso la forma di un bastone con al vertice un anello in verticale, attorno ad esso le due sferette che richiamano gli altri due oggetti che sospese girerebbero attorno "Oh... capisco..." Sorridendo alla vista di quel soggetto "Sei venuto nelle mie visioni... Sai?" Schioccando la propria lingua biforcuta sul palato. Queste parole farebbero fuoriuscire quell'aria gelida che regna in lui assumendo quella trasformazione, puro chakra che esce ma che non da alcun tipo di beneficio. Denti cristallizzati dal ghiaccio e segnati da strisce di sangue nero, acuminati, richiamo estetico tipico del kami dei Kokketsu "Sei tu che hai architettato tutto prendendo per il culo il monaco... Da solo non saresti riuscito ad aprire il portale, uhm?" Inclinando la testa verso sinistra. Gli occhi vengono dall'inizio portati su di lui, un modo naturale del resto nel discorso. Il bastone andrebbe a sollevarsi e due colpetti da esso scaturirebbero l'azione delle due sferette appena create. Queste due sfere scatterebbero contro il soggetto, non ha intenzione di ucciderlo, quella per ora non risiede nelle sue intenzioni, andrebbe semplicemente a dirigere una sfera sulla sua mano destra ed una sulla mano sinistra atto a bloccargliele lasciando che il sangue diventi liquido per insinuarsi fra le dita ed in ogni lineamento della pelle per poi solidificarsi creando così due blocchi di sangue nero, assumerebbero le dimensioni massime ovvero 5 metri di diametro l'uno atte a divaricare le braccia di quest'ultimo e a scaraventarlo verso il basso, una espansione delle sfere che avverrebbe solo nel momento in cui si fossero rese solide al contatto con le mani altrui. Un modo per evitare la maggior parte delle tecniche e renderlo una sottospecie di ostaggio, sempre se fosse riuscito in tale impresa.[1/2 creazione sfera | 1/2 creazione seconda sfera][attaccamento alle mani, espansione delle sfere a diametro massimo possibile (5 metri) e crollo al terreno][primo oggetto creato su quattro sospeso e sempre vicino alle scapole di Akendo per protezione | secondo oggetto creato su quattro a forma di bastone e tenuto nella destra per protezione di Yukio][ck: 95][stessi tag] Per quanto incredibile, il fato questa volta ha deciso di giocare un ruolo importante, decretando così la morte della copia del Rikudo Sennin, prosciugato dalla richiesta ingente di chakra, che sia un esempio di cosa andrà incontro Akendo nel suo futuro? Non ci è dato saperlo, l’unica cosa certa è che il Rikudo Sennin non aveva mai visto sigilli del genere sfilare uno dietro l’altro e quell’immensa statua prendere vita, così come per le catene, che sia una padronanza maggiore del Rinnegan a dare accesso a ulteriori poteri altrimenti inaccessibili? Molte sono le domane che ora invadono la mente del ex Seiun. Domande che non avrebbero tempo di trovare risposta, capitolando in un buio totale, ove al luce non è che un pallido ricordo, ironico come lui nel buio ci sia nato e vissuto, nel suo sangue c’è quell’innata ormai morta che del buio ne è padrone e signore eppure, per quanto sia abituato, il non riuscire a vedere come un tempo lo mette a confronto sempre più con quello che è stato, che non è più e che non sarà mai più. Nel buio più totale una figura lucente prenderebbe vita, emergendo come Kami tra le ombre, mostrandosi a loro…no, non è la prima volta che vede una cosa simile, prima di lui sua…”madre” colei che gli ha fatto in dono quell0incavo oculare posto ora sulla sua fronte, al dea Kaguya di cui solo miti e leggende narrano la sua vita ed ora eccolo, pari d’aspetto seppur ben diverso alla leggendaria dea Otsutsuki, i lineamenti, come la pelle e così gli occhi, inconfondibili quelle immagini, ascolta le parole di Yukio, che sopraggiungono, parla di visioni e quant’altro, ed in parte il suo discorso fila liscio soprattutto per ciò che concerne i portali, ma è tuto relativo d’innanzi il suo enorme potere. Yukio non può nemmeno immaginare contro chi in questo momento stanno posando le loro iridi, un potere che va ben oltre l’immaginabile e non solo perché questi sia riuscito a mettere fuori gioco lo stesso Rikudo Sennin che a conti fatti è praticamente impossibile, ma anche per l’immensa quantità di chakra che ora scorre nelle sue vene, invisibili agli occhi del Tessai ma ben presente a quella del possessore del Rinnegan, soprattutto ora che in lui vi è il potere del rinnegan di Akendo, risucchiato nei lunghi mesi di prigionia. La sinistra si leverebbe orizzontale al terreno, come a far cenno di fermarsi al Tessai, ma è troppo tardi e pur di evitare una possibile disfatta, senza pensarci, veloce tenterebbe di comporre i sigilli della capra, drago e cane, portando il chakra verso gli arti superiori, irrorando gli tsubo presenti nella sommità delle dita e in tutto il palmo della mano. Se la pronta risposta di Akendo avesse esito positivo, all’impattare con il terreno, a pochi metri da loro un imponente muro Doton prenderebbe vita ergendosi con velocità, intromettendosi nella traiettoria dell’attacco del Tesai ai danni della figura ancestrale. L’obbiettivo è palese, intercettare per l’appunto l’attacco del Kokketsu, facendo forza sul proprio potenziale ninjutsu e di una velocità d’esecuzione ben oltre il normale, se riuscisse nel suo interno di bloccare l’attacco di Yukio, il capo e di seguito lo sguardo verrebbero diretti proprio verso quest’ultimo, intimandogli di non fare assolutamente nulla, ad avvalorare ciò le poche parole che verrebbero direzionate verso il suo compagno di team per l’occasione <non fare sciocchezze Yukio è qualcosa che non possiamo fronteggiare, non adesso> attimi di pausa…<non qui> se il Kokketsu ha veramente a cuore la salvezza e la protezione die suoi cari ascolterà attentamente questo monito, potendo osservare lo sgranarsi degli occhi del Rikudo Sennin, potrà percepire che vi sono molte cose che il Seiun non ha condiviso con il tessai vuoi per tempo vuoi per precauzione. [chakra 35/100] [se muro di terra] [se chakra 30/100] [ninjutsu 200] [velocità esecuzione 100% nin] [portata nin/12] [resistenza nin/2]Yukio non perde un attimo ad attaccarlo ma è Akendo a fare la scelta più saggia, proprio come ci si aspetta dal pollice insomma. Quindi eccolo lì quell’uomo, quel monaco che non da nemmeno il tempo ai due di realizzare a pieno la situazione, il potere nella sua mano si ramifica, inutile qualsiasi tentativo di bloccarlo, supera di molto ciò che si sarebbe solo potuti immaginare, distruggendo e rendendo vane le loro resistenze. Quella luce svanisce dalla sua mano ma la vede percorrere il bracco, si divide nel suo sistema circolatorio illuminandolo solo per un istante, una luce che raggiunge il volto e gli occhi attraversando tutto il corpo, per un attimo può sembrare fatto di pura energia. La potenza, la purezza di quegli occhi è chiara ad entrambi. A bocca si apre rivelando così un secondo tratto di quel volto altrimenti così comune, così privo di una vera distinzione, potrebbe essere chiunque <tutto, prima o poi, torna alle origini> non risponde alle domande che gli vengono poste. I due non avranno nemmeno tempo di realizzare cos’è successo che il buio ingloba quella figura, quell’opprimente oscurità da cui è uscito poco fa ora lo assorbe, in un caldo abbraccio che lo fa svanire dai loro occhi. Pian piano poi potranno accorgersi come la luce della luna, i suoi raggi, tornino ad illuminare timidamente tutto quel luogo, del combattimento non ne rimane alcuna traccia, si sono svegliati da un incubo anche se quelle parole non sono rassicuranti, per nulla. Li lascia a bocca asciutta senza donargli alcuna replica, sanno solo che nulla hanno potuto davanti a quell’immenso potere, non hanno potuto immobilizzarlo, costringerlo a parlare o anche solo forzare qualche movimento. Questo sembra tanto un arrivederci, ma per ora possiamo cullarci nella speranza di un addio[end]