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con Kurona

Il Suzu, Quartier Generale degli oinin dell'Erba ha esattamente questo nome; lattina. Sito circa quaranta metri oltre la fognatura è collegato per metà all'interno del villaggio e per metà all'esterno, di modo che il Lato Oscuro possa muoversi a suo libero piacimento all'interno ed all'esterno del villaggio senza esser notati do osservati. Probabilmente, stavi facendo qualcos'altro. Magari la tua ronda-- magari girovagavi qui e li senza un vero scopo giornaliero, ora come ora quel che conta è relativo dato che ti trovi con un sacco in testa dal odore pungente di pagliericcio e dall'atroce dolore delle manette infioccate attorno ad un palo saldato tra la spalliera e il seggiolino di una sedia fatta di ferro puro, come uno strano e deforme lettino da patologo legale. Al tuo risveglio, il buio, quell'odore-- ed un giramento di testa dovuto ai nervi intaccati dagli "oinin del silenzio" di Raflo, meglio conosciuti all'interno delle fila ANBU come la squadra d'élite. Vedi solo di bieco le mani affusolate di una ragazza- da sotto la sacca ovviamente, che sfilano l'ultimo di venti spiedi in tutto, posizionato al centro della coscia, che ti lascia un torpore nervo-muscolare che ti obbliga ancora alla momentanea paralisi del corpo, dalla gola in giù. Raflo è una donna, lo noti dalla posizione del classico tatuaggio ANBU sul braccio, della postura autoritaria ed austera, che rimane in piedi immobile con una cartelletta in mano, aspettando che il tuo corpo sussulti tradendo te stesso, e rivelando la tua presa di coscienza. <Thoki Sabaku, ninja del vento. Esperto delle arti magiche. Sei nel teorico, dieci nel pratico. Arrivato a Kusa per ordine del Kazekage e devoto oramai all'erba, per tanto che son anni che lotti per lo stesso villaggio.> il tono monocorde, mentre abbassa gli occhi color dello smeraldo sul foglio pinzato, poggiando infine la cartelletta su un mobiletto ferreo con le rotelle, di quelli usati per gli interventi in sala operatoria. Una luce al neon accesa all'improvviso, illumina la filigrana fitta di quella sacchetta, mentre la stessa Raflo si avvicina a te facendo cenno agli Oinin di lasciare la cella. <Condurre una missione tanto importante con danni quotati paritari allo zero è abbastanza meritevole da attirare la mia attenzione.> Deglutisce in silenzio, fermandosi alle sue spalle. <Rispondi, shinobi.> .. <Totale di perdite in battaglia fino ad ora?> Attende la risposta e nell'immediato, il Generale, prosegue. <Totale di vincite fino ad ora?> .. <La tua conoscenza sommaria delle torture?> ... <La tua devozione a Kusa?> Le mani che sostano ai lati dello schienale della sedia, prendendo una pausa avendo preteso le risposte esattamente dopo le sue domande. Insomma, domanda -risposta- domanda- risposta. Chiude le labbra, espira, dando alla voce un che di metallico a causa del distorsore, l'Ishiba abbassa lo sguardo su di lui, tagliente e gelido. <Dimmi, Thoki. Sai cosa fa un ANBU?>

21:16 Utente anonimo:
  [Suzu] Una giornata come tante si potrebbe dire quest'oggi, una giornata di lavoro vicina alla sua conclusione e l'ora di coricarsi ormai prossima dopo una probabile e veloce fermata in qualche locanda, sempre che ancora ve ne siano aperte, per rifocillarsi, ma questo è tutto un dire questa volta, si perchè Thoki proprio a pochi istanti dal lasciare il suo posto di ronda si ritroverebbe non solo a perdere i sensi ma ben si si ritroverebbe a venir rapito con una velocità e una semplicità senza pari e eguali; Il giovane al momento indossa una maglietta nera a maniche lunghe con una larga scollatura a V che ne lascia intravedere in parte i pettorali, sopra di essi una giacca abbastanza elaborata dai toni quasi militari di color blu e giallo con l'interno foderato in rosso e lasciata ben aperta, a coprire le gambe un paio di pantaloni semplici abbastanza comodi e dagli stessi temi della giacca così che sembrino parte di un unico abito quasi elegante si potrebbe dire, ai piedi una paio di sandali ninja classici di color nero e per finire sulla fronte legata e ben in vista vi sarebbe il coprifronte di Kusa con sul retro di essa però inciso anche lo stemma di Suna sua terra natale; In ogni caso vestiario a parte Thoki al suo risveglio potrebbe ritrovarsi con un pezzo di troppo nel suo vestiario ovvero un cappuccio maleodorante, forse troppo usato e mai lavato o forse tanto logoro da ormai aver un puzzo indelebile, in ogni caso i sensi tornerebbero lentamente, il corpo intorpidito e quasi del tutto paralizzato ancora dalla gola in giù, gli occhi che schiudendosi potrebbero notare ben poco attraverso quel sacco se non delle mani femminili sfilargli ciò che si potrebbero dire spiedi, un lavoro da maestro non c'è che dire, un leggero tic del capo a tradire la ripresa dello Special Jonin, un movimento involontario di un corpo in risveglio ed ecco che a quel solo minimo cenno una voce andrebbe a parlargli, ha dati su di lui, molti se non troppi si potrebbe dire, molte le domande a lui poste, un interrogatorio si potrebbe dire, domande possibili da rispondere e nessun rischio per il villaggio potrebbe intendere in quelle possibili risposte che con tono freddo e distaccato andrebbe a dare <Sette Shinobi in totale sotto il mio comando> risponderebbe alla prima domanda senza esitazione <Non ne tengo il conto, lo scopo di ogni missione è il successo, il fallimento non è ammasso> continuerebbe senza dare segni di alcun tipo di timore o cedimento <Ogni mezzo che provoca dolore senza uccidere o ridurre il bersaglio in uno stato tale da non poter più servire allo scopo della sua cattura e tortura> si insomma molto sommaria si può dire al momento, <Io servo il consigliere di Suna e dunque il consiglio stesso, fin che avrò vita e se potrò anche dopo la mia morte continuerò ad esservire al mio dovere>; <Un Anbu è un ninja scelto tra i migliori per adempiere a missioni speciali ad alto rischio in territorio nemico avvolte oppure in missioni estremamente delicate ove è richiesta la massima capacità di agire anche in maniera solitaria.> e con questo concluderebbe senza altro dire al momento visto che in quella situazione poco potrebbe fare se non tentare un ultima cosa in sua difesa nonostante al momento sia senza la propria sabbia, infatti il Sabaku cercherebbe di richiamare a se l'energia fisica e psichica cercando di visulizzarle come due sfere di color rosso e blu scuro rispettivamente all'altezza del ventre e del basso ventre, qui se riuscito tenterebbe di dirottare le due energie verso un punto di incontro a metà strada ove tenterebbe di farle collidere tra loro in modo da fonderle in un'unica energia vorticante ovvero il chakra che velocemente dovrebbe iniziare a socrrere in tutto il suo Keirakukei, sempre che le manette non siano a prova di chakra ovviamente.[Tentativo di richiamo del chakra]

Oltre quella sacca, oltre la maschera di ceramica, il generale mostra un sorriso soddisfatto e pacato. È come se niente potesse turbarla da quel che vede o sente, il perfetto collidere tra sadismo e masochismo che fa tremare le viscere di chi parla la stessa lingua di quella donna a capo degli oinin. <Quando lo stesso dolore ti piace, sai sposarlo ed esplorarlo come gli amanti alle prime notti. Dov'è proibito e piacevole. Lo scopri agli arbori della vita, spiacevole, fastidioso. Man mano, diventa parte di te tanto che spesso non ci curiamo di lividi e sbucciature. Ma quando ti ci cali all'interno---> il contorto modo di esplicare di Raflo, quando parla del dolore come se lo trovasse qualcosa di estremamente suggestionabile, come il proprio film, il proprio romanzo, ed la propria musica preferita. La destra strappa dal capo di Thoki il sacco che quasi rarefaceva l'aria sulle sue labbra, mostrandola. Una figura alta, ma non eccessivamente. Minuta, ma non sciupata. Delicata, con capelli corti sulle spalle rossi come l'inferno e arruffati in ciocche lisce discordanti. È come il caos calmo. Quello che ammazza, ma non sai dove è non sai quando. <Quando ti ci cali all'interno poi sai dove toccare. Sai dove muoverti. Un corpo morto non parla più quindi, t'interessi. Come prolungarlo? Lo testi. Riprovi. E le sensazioni provate sul tuo corpo vuoi riprodurle anche solo per sapere cosa provano gli altri e quali urla usciranno da quelle labbra. Mutevoli, le persone, non trovi? Non ce ne sono mai due che gridano allo stesso modo. Molti lo chiamano sadismo, ma é scienza. L'umano è portato alla scoperta.> tira su con il naso! buttando tra i piedi di Thoki una sacca di juta con dentro la sua divisa e con attaccata una cartella riportante la sua vita. <È sbagliato, Sabaku.> Chiosa la donna, portando le mani dietro alla schiena, facendo cenno alla maschera che sorge nella sacca. Dai denti ossei e linee rosse al fianco del capo, in modo che copra tutto il viso senza lasciar sprazzi di pelle. Lo invita, quasi, a metterla. Ad indossarla ora. Subito. <Gli ANBU non esistono. Non esistono per il governo. Non esistono per il villaggio. Non esistono. Una volta indossata la maschera, ti spogli. Thoki Sabaku è morto, e i miei uomini divengono Nessuno.>...<Un ANBU è un ombra. Non esiste, ed è la fottuta cosa più pericolosa che *non esiste* al mondo.> precisa, sibilandolo tra i denti. <Da oggi sei Rei.> Le spalle morbide s'abbassano a portarsi alla porta di vetro dove digita un codice, prendendosi un attimo di pausa. <...> .. <Sono una persona ragionevole. Non amo pentirmi dei miei sbagli, e quando sbaglio, risolvo il mio problema.> Il fatto di non esserci un ANBU esistente che si opponga alla stessa Raflo, o anche solo qualcuno che alzi gli occhi al suo stesso passaggio. E Rei, come le sconfitte di Thoki, vuol dire "Zero". Benvenuto all'inferno, stronzetto. [end]

22:04 Utente anonimo:
  [Suzu] Ascolta attentamente il dire della Anbu, un modo di parlare molto strano se non folle si potrebbe dire, un modo di vedere le cose che mai avevano sfiorato la mente del Sabaku sino ad oggi e infondo sino a che era a Suna erano pochi coloro che potevano realmente provocargli dolore in qualche modo, ma ecco che terminate quella parole il sacco verrebbe strappato dal suo volto, libero di mostrare quei occhi uno verde e uno azzurro come se non appartenesse a lui, i due a puntare lo stesso obbiettivo, una donna che sa cosa cerca e sa cosa vuole, una pazza probabilmente ma anche una leader non c'è dubbio, il solo modo di imporsi e di parlare lo lasciano intuire e quindi ecco una nuova sacca con al suo interno degli indumenti e una maschera, una forma mostruosa a dir poco che certo non spiace al Sabaku che ascoltando le successive parole della donna risponderebbe soltanto <Comprendo e non si preoccupi, se dovessi divenire un problema le eviterò di sporcarsi le mani di persona> e detto ciò senza alcuna remora ne senza alcun evidente segno di disagio in quelle sue stesse parole, Thoki ora libero dalle manette che poco prima lo bloccavano e se recuperata la capacità motoria andrebbe a porre l'indice della mano destra su quella maschera, lasciandolo scorrere dalla fronte di questa sino alla base del mento come a volerne percepire il "potere", <Un Ombra, nessun fallimento> e bisbigliando tali parole tra se e se sul volto di questi potrebbe far capolino un leggero sorriso a tratti inquietante, che abbia trovato lo scopo della sua vita finalmente? O solo un mezzo per poter finalmente dar sfogo alla sua natura? Be probabilmente entrambe le cose in una sola volta e proprio per questo senza attender alcun istante e senza pensar troppo al pudore lo shinobi andrebbe a spogliarsi dei suoi abiti "standard" andando così ad indossare quella nuova divisa e solo per ultima la maschera che lentamente verrebbe fatta scivolare sul volto di cui ora solo i due occhi posso esser visti, fatto ciò quindi gli abiti regolari verrebbero depositati all'interno della sacca ove prima vi erano le vesti anbu, in attesa di esser riportare alla propria dimora, segnando così l'effettiva nascita dell'unità anbu Rei.[Exit]

Che dire, fantastico! Mi piace un sacco Thoki, bravissimo, entrata negli ANBU eseguita!

Thoki preso di mira dalla maniaca della perfezione a capo degli ANBU, vien invitato a-- morire, per divenire Rei, Zero.

Il nome, se non ti piace, te lo cambio :3 in caso, comunicamelo!