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Let me heal you ~

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con Kimi, Kaori

14:38 Kaori:
 L'acqua cade, scende scrosciante andando a scivolare sui lunghi capelli viola della genin. Le due lunghe trecce ondeggiano ad ogni moto delle leve inferiori, lungo la schiena coperta, sotto un manto scuro, di un coprispalle nero e un corpetto color pece unito tramite una cintura ad un paio di shorts bui. Alla vita, la cintura, porta connessa una tasca porta oggetti legata sul lato sinistro mentre alla coscia destra è invece legato un porta kunai e shuriken di stoffa scura, buia, poco sopra gli alti stivali ninja che coprono invece le gambe snelle ed atletiche. Al collo porta ben legato e visibile il coprifronte della Foglia che Azrael Nara le ha donato poco prima del suo esame genin come buon auspicio per la sua promozione, il sigillo dell'Hiraishin inciso sul retro della placca metallica così da permettergli di raggiungerla ogni qual volta lo desideri. Questi abiti sono tuttavia coperti da una mantello nero atto a proteggerla dall'acqua che scroscia violenta dal cielo. Un tuono romba lontano mentre il cielo torbido viene attraversato, di tanto in tanto, da crepe di un bianco abbacinante. Lampi lontani straziano il firmamento scuro illuminando a giorno tutt'attorno, una nota di luce in un pomeriggio buio e oscuro. Par quasi rispecchiare il suo umore, quel tormento che dal giorno precedente non le lascia scampo. Il chakra è stato precedentemente impastato grazie alla fusione delle energie fisiche e psichiche che compongono la sua linfa vitale tramite il sigillo della Capra: sebbene stia andando semplicemente in giro, senza una vera e propria meta, preferisce essere cauta e pronta ad agire in qualsiasi momento. Se per qualche motivo dovesse succedere qualcosa durante la sua escursione fuori dal Villaggio, potrà reagire in modo istantaneo e pronto. Eccola perciò avanzare, nonostante il temporale e il vento freddo a sferzarle il viso, lungo il sentiero esterno al Villaggio, alla ricerca di silenzio, solitudine, un modo per spegnere i pensieri. Fare semplicemente qualcosa che le impedisca di tornare con la mente alla visione dell'Uzumaki ascoltata il giorno prima. Uscendo dalla boscaglia che costeggia il sentiero, si ritrova ad ammirare le rovine del Tempio del Fuoco, le statue rovinate, distrutte, l'edificio ormai ridotto ad un cumulo di macerie ricolme di storia. Avanza con passo lento e misurato Kaori fino a fermarsi a circa cinque metri dalla struttura fatiscente. Arresta il passo osservandola con le sue iridi color perla respirando piano l'aria uggiosa di quel nuovo autunno. <Cosa dovrei fare, ora...?> sussurrerebbe nel silenzio di quel luogo, quasi si stia rivolgendo all'edificio stesso, al significato che un tempo aveva avuto per la gente della Foglia. Rivelare i suoi sospetti all'Hokage? Indagare da sola cercando delle risposte che forse non è neppure in grado di comprendere? O forse dovrebbe solamente lasciar perdere quello stupido pensiero che le ha attraversato la mente e vedere quell'informazione da una prospettiva più ampia? [Impasto]

14:50 Kimi:
 La cosa più strana da vedere dopo lei che accudisce una ragazza è forse vederla recarsi di sua spontanea volontà ad un tempio e non per sfottere tutto il culto proclamandosi la morte in persona ma solo per trovare la calma, la pace, per ragionare, insomma questo sì che è qualcosa di estremamente strano. Ovviamente ha scelto un luogo ormai distrutto, di cui non rimangono altro che rovine ma non è quello che importa è il gesto in sé. Si muove lentamente lei, alzando appena i piedi cosa che la porta a dare l’impressione di svolazzare quasi le ginocchia che si flettono lievemente, un movimento in parte nascosto dai molteplici veli di quel vestito lungo e azzurro, le ricade lungo il corpo posandosi appena su quella pancia ormai più pronunciata, una gravidanza che anche volendo ora non può più arrestare e che soprattutto ha accettato e accolto forse non proprio di buon cuore ma ormai sicuramente si è affezionata, una specie di istinto materno si è risvegliato in quel suo arido cuore fatto di desiderio di morte e senso di colpa, qualcosa di nuovo e mai provato, un affetto puro ben diverso dall’amore conosciuto fino a quel momento, qualcosa che la spinge ad essere protettiva, vuole difendere quella creatura, assicurarsi che possa avere una vita migliore della sua anche se teme che per far questo dovrà abbandonarla dopo averla data alla luce, ma come? Per coprire i segni della gravidanza ha optato per un abito composto da più strati, una specie elegante reggiseno quello che va a coprire appunto le forme femminili, mai accentuate così tanto fino a quel momento, azzurro, rigido e a coppa da cui partano vari strati di velo azzurro, talmente tanti da riuscire a coprire il suo corpo, una cascata di colore che maschera la sua pelle, dove il tessuto è a contatto con il terreno ci sono dei segni marroni, segni della fanghiglia. Certo che si è decisa a proteggere il suo bambino ma sta anche camminando sotto ad una tempesta senza un minimo di ritegno, insomma non è stata molto furba. L’unica protezione dalla pioggia è un mantello nero che va con un cappuccio a ricoprire ilc apo oscurando parte del suo candido volto e di quelle iridi azzurre, si alaccia sotto al collo andando quindi a mascherare anche l’ustione con il simbolo dei cacciatori di taglie, i lembi neri le ricadono lungo le braccia tagliando sul petto cosa che le permette anche di nascondere l’incisione che ha sul cuore, quella scarnificazione che disegna un chiaro k-21 sul suo petto proprio in corrispondenza di uno dei due organi più importanti dell’intero corpo. Le ginocchia si flettono così da farla abbassare, i denti candidi vanno a ghermire il labbro inferiore riaprendo la solita ferita, l’incide della destra si alza con tutta la mano così da sporcarsi di quel sangue mentre il labbro va velocemente a fermare la fuoriuscita di sangue. A questo punto porterebbe la mano verso il terreno, il chakra sta fuoriuscendo dai punti di fuga della destra andando così a mescolarsi a quel sangue velenoso <seika> mormora. La mano che ora si sta mostrando rivela anche l’anello verde, unico simbolo indossato che la identifica come membro dell’Alba. Una farfalla di quattro metri di apertura alare compare quindi sopra al suo capo. La torretta anbu è stata sorpassata non da molto e quel richiamo si spera non li metta troppo in allarme ma rimane comunque in un territorio che non conosce, deve essere pronta a difendersi e difendere la sua bambina. Così compare quell’evocazione, bianca e rosso, un’anthela nicothoe, non è esteticamente bella ma rimane aggraziata in quello svolazzare tranquilla per il luogo, si muove in circolo intorno a Kimi così da poterla controllare ed eventualmente bloccare i nemici ed è proprio per questo che ora punta Kaori, non la conosce. Sbatte le grosse ali lasciando che nell’aria si espanda il tintinnio tipico del suo movimento, vola veloce e a circa dieci metri da terra verso la povera genin di Konoha [chakra on][seika]

15:13 Kaori:
 Sopsira stancamente andando a sollevare il viso verso l'alto, la pioggia a colpire la pelle del suo volto con prepotenza, bagnandola. Il cappuccio del mantello è tenuto abbassato sulle spalle, i capelli viola le si sono praticamente incollati sul viso mentre cercherebbe di lasciar freddare il suo animo in tormento sotto quell'acqua gelida. Magari potrà schiarirsi i pensieri, magari potrà trovare un ordine fra i suoi timori mentre quell'acqua andrebbe a rintrizzirle la pelle. Credeva che una volta sigillate le anime dei Kage tutto sarebbe tornato alla normalità, che finalmente una nuova pace avrebbe abbracciato la Foglia... invece no. Quanto accaduto e superato finora altro non era che il preludio a qualcosa di molto più grande e preoccupante. Qualcosa senza nome che lascia e semina indizi come briciole di pane lungo il cammino. Briciole che in qualche modo spaventano la genin più di quanto possano preoccupare chiunque altro. Riabbassa il capo abbassando appena le palpebre stanche prima di prendere un profondo respiro e riaprire gli occhi. Un suono la distrae, la colpisce, mettendo in allerta i suoi sensi. Come una grande sferzata d'aria assai diversa dal soffio del vento. Come una folata violenta che quasi le ricorda quell'ondata spaventosa di energia che Azrael aveva scatenato con un solo battito di mani sulla cima della cascata. Volta il capo nella direzione da cui sente provenire questo suono e nota una enorme chiazza bianca e rossa volare verso di lei ad una certa velocità. Sgrana appena gli occhi andando a notare la figura di questa grandissima farfalla che par proprio puntarla nella sua corsa. Che sia una delle bestie che solitamente popolano la Foresta della Morte? Si dice che lì si possano trovare animali enormi e assai pericolosi, motivo per cui la foresta ha un nome così cupo e macabro. Non può avere idea che si tratti d'una evocazione non avendone mai vista una e non sapendo in realtà neppure cosa essa sia, per cui è quello il primo pensiero che le sfiora la mente. Per questo, presa dall'istinto, ecco che la giovane genin andrebbe a scattare all'indietro con un balzo di circa due metri mentre le sue mani della andrebbero ad unirsi all'altezza del plesso solare a formare i sigilli della lepre, del cavallo, del cinghiale e del serpente in una rapida successione. Dentro di lei cercherebbe di concentrarsi sul proprio chakra e di spingerlo verso la superficie del proprio corpo per farlo fuoriuscire dagli tsubo lì presenti in una sorta di cono dinnanzi a sé. Lascerebbe che il suo chakra si liberi appena nell'aere andando a fondersi alle onde sonore che la circondano tentando in questo modo di dar loro una sorta di vero e proprio peso, quasi una consistenza fisica fatta puramente di pressione che, una volta abbastanza densa verrebbe rilasciata dinnanzi a sé come una sorta di vera e propria onda d'urto capace di colpire e persino -eventualmente- spostare oggetti o persone. Si spera in questo caso anche animali giganti, insomma. Il suo intento non è tanto quello di ferire o uccidere la creatura quanto, semplicemente, quello di allontanarla da sé, incapace di notare la presenza di Kimi lì vicino, coperta purtroppo dal buio e dal cadere fitto e incessante della pioggia. [Scatto 2mt – ¼ di turno] [Tentativo Attacco Sonoro – 2/4 di turno] [Se Chakra: 25/30] [Ninjutsu: 51]

15:36 Kimi:
 E pensare che lei non era lì per fare danni, proprio come l’unica altra volta in cui si è avvicinata a Konoha invece finisce per doversi scontrare, ma meglio procedere per gradi. La farfalla alla composizione di quei sigilli si impenna alzandosi in alto nel tentativo quindi di farsi colpire da quel cono di chakra e onde sonore che altrimenti l’avrebbero presa in pieno. Una farfalla che si ritrova semplicemente a schivare solo grazie alla vicinanza tra loro, il cono appena sviluppato è per sua fortuna ancora ridotto ma il problema è per Kimi che non avvedendosi dell’attacco finisce per venirsi investita. Il vento la coglie impreparata, flette le gambe e si volta di spalle per proteggere la creatura del suo grembo. L’acqua viene spostata insieme all’aria, andando a sferzarle la schiena e farle mordere il labbro ancora una volta, le mani vanno a proteggere comunque l’addome mentre i tessuti le si appiattiscono sul corpo disegnandone così la figura. Solo la fortuna questa volta l’ha salvata da ricevere dei veri e propri danni trovandosi per sua fortuna al limitare di quella tecnica. Ed ecco la seconda assurdità della giornata, il vero problema adesso non è lei ma la farfalla che di certo non prende bene gli attacchi con il caratterino che si ritrova. Un nuovo battito d’ali, peccato che questa volta la farfalla lascia che proprio in esse si accumuli il suo chakra cosa che dovrebbe espandersi nell’aria insieme al suono, al lieve tintinnio che sovrastando la pioggia giunge fino alle orecchie di Kaori, all’improvviso si ritroverà ad essere attaccata da uno sciame di farfalle, sono bianche e piccoline, le volano addosso con foga, appaiono dal nulla e il tintinnio nella sua testa aumenta. Non le sarà possibile identificare quanto sono si ritroverà ad essere circondata. Ma non è tutto qui ciò che vede, infatti le farfalle la attaccheranno, letteralmente, tanti piccoli eleganti esserini dell’ade, tante anime dannate che ora proveranno ad entrare in ogni orifizio possibile, naso, occhi, orecchie, bocca qualsiasi accesso al suo corpo sarà per le farfalle come una l’entrata di una sicura caverna quando i predatori stanno cacciando. La foga sarà tanta e quella visione demoniaca non si può nemmeno pensare a quanto potrebbe spaventarla. La farfalla tenterebbe così di incastrarla in un’illusione, un genjustu infernale di solito dedicato alle anime dei morti che Seika si diverte a tormentare. Dal canto suo Kimi ora si sente messa alle strette, la bambina che porta in grembo è stata attaccata senza una vera motivazione, se da una parte non vuole sforzarsi troppo, motivo per cui ha richiamato la farfalla, dall’altra non può nemmeno stare lì ad aspettare il prossimo attacco. Eppure ci sono degli anbu, dove sono quando servono? Perché non intervengono per proteggerla? Perché deve faticare lei nonostante le sue condizioni? Troppe domande e la paura torna a far capolino nella sua mente, un’emozione che ormai prova troppo spesso nella sua vita. Il suo chakra andrebbe verso le sue ghiandole salivari cosa che quindi dovrebbe permetterle di intingere la sua stessa energia all’interno del veleno, nella sua versione più pura, prima che entri nel suo sangue. Andrebbe così a sporcare quel chakra di veleno tossico, lasciandolo tornare poi in circolo con una nuova arma dalla sua, un solo tocco potrebbe risultare fatale per alcuni. Eppure teme per la bambina, non la ucciderà con il veleno? Cercando di allontanare quel pensiero dalla sua mente fletterebbe le gambe, voltandosi nuovamente, il busto andrebbe a sbilanciarsi in avanti così da permetterle di dare inizio a quello scatto, quella corsa verso la fonte dell’attacco che ha seriamente rischiato di farle del male poco prima. Mentre corre sotto alla pioggia dovrebbe dover vedere la figura di Kaori, iniziare a metterla a fuoco, gli occhi si riducono a due sottili fessure, arrabbiata e spaventata al tempo stesso, umana come non mai mentre prova quei sentimenti per lei nuovi ma comuni a tutto il resto dell’umanità <perche’ vuoi morire?> domanda con una voce glaciale che proviene da lontano, una voce che si spera posa passare attraverso l’illusione, arrivando forse al suo orecchio come ancora più lontana. Ma a lei questo non interessa davvero. La morte è nuovamente su quel suolo e ora osserva la genin della foglia che dovrebbe essere intrappolata nella tecnica dell’evocazione, mai scherzare con l’ade[chakra on][seika][1/4 schivata-2/4 battito d’ali][gen 90][2/4 richiamo innata][1/4 scatto][arte del veleno liv 2]

16:02 Kaori:
 La farfalla par non essere una bestia comune. Il suo repentino schivare quella tecnica porta la genin a sgranare di poco gli occhi, colpita dai riflessi della creatura in perfetta risposta alla sua azione. Una bestia comune non avrebbe avuto abbastanza intelligenza da comprendere ciò che sarebbe arrivato: possibile che i sensi di quella creatura siano talmente sviluppati da averla avvisata del pericolo imminente? Non sa che, semplicemente, essa è una guerriera. Dotata di una mente fuori dal comune per un normale animale, persino della capacità di sfruttare il chakra stesso. Sa solamente che, pochi istanti dopo aver veduto la creatura evitare il suo colpo, qualcosa di strano è accaduto. Un tintinnio lontano e cristallino affronta e sfida lo scroscio dell'acqua e i tuoni rombanti per giungere abbastanza chiaro all'udito della kunoichi come uno di quei suoni di sottofondo a cui non si fa caso ma che si percepiscono ugualmente nella massa. Decine e decine di piccole farfalle bianche iniziano a volarle incontro come sul ritmo di quel tintinnio continuo e sempre più intenso. Danzano letali sulle note di un requiem cristallino. Le svolazzano intorno andando a premersi contro le sue orecchie, gli occhi, il viso, camminando con le minuscole zampette sottili sul suo viso, spingendo contro le narici, le labbra, spalancandole e soffocando un urlo di terrore. <NGH!> Geme, trema, vibra di profonda paura mentre si sentirebbe come ricoprire e mangiare viva da tutte quelle piccole farfalle candide. Tenta di stringere gli occhi per impedir loro d'entrarvi, proverebbe a scuotere il capo per allontanarle dalle orecchie piene di quel tintinnio lontano e penetrante. Vorrebbe poterle scacciare dalle proprie labbra ma non sa come fare. Le sente premere, vibrare, ronzare contro la propria pelle, il proprio viso, cercando di entrare nella sua bocca, un velo di sudore le imperla la fronte, cerca alla rinfusa di scacciare quegli esserini con le braccia ma sono tanti, troppi. Ha paura. Vera, autentica, profonda paura. Si sente paralizzata, nauseata da quanto sta accadendo, incapace persino di riaprire gli occhi. Ed è solo dopo alcuni lenti istanti di tortura che qualcosa cambia. Una voce. La voce di una donna. Fredda, gelida, tagliente, le chiede con allarmante e inquietante calma come mai voglia morire. Morire? Lei non desidera affatto morire. Non capisce perchè dovrebbe, cosa abbia fatto per meritarlo? Forse era solamente nel posto sbagliato al momento sbagliato. O forse è ora di far *tramontare il sole*. Peccato. Non avrebbe detto che questo momento sarebbe giusto così in fretta. <Nghhhh!!> mugugna, mormora, boccheggiando nel tentativo di impedire a quelle minuscole creaturine bianche di infilarsi nel proprio corpo, di oltre passare i denti fra le sue labbra umide di pioggia. Non può parlare. O meglio, potrebbe, ma la sua mente è convinta che ora sia troppo impegnata a non farsi soffocare da quelle farfalline infernali. I suoi occhi sono chiusi, stretti, mentre le zampette di quelle creature pizzicano e vibrano sulle palpebre tirate giù. Trema da capo a piedi, sente lacrime bollenti bruciarle gli occhi serrati mentre cadrebbe in ginocchio a cercare di scacciare quegli animaletti almeno dal suo viso. [chakra: on]

16:16 Kimi:
 Non ci sono farfalle nella realtà e ciò che lei può osservare sono solo gli effetti di quell’illusione sulla mente della ragazza. Si gode quella visione, le legge il terrore nei movimenti scomposti, nella bocca serrata, negli occhi chiusi, il corpo rigido, ha proprio scelto bene, quelle farfalle sono davvero la sua famiglia, chi altri potrebbe mai sottoporre ad una simile visione? Per lunghi istanti lascia soffrire la ragazza, osservandola, dare il comando alla farfalla le si potrebbe ritorcere contro, ne è consapevole alza la mano destra così da limitarsi a sfiorarle il volto con l’indice appena piegato, le dita ancora racchiuse mentre lei dona una carezza che parte dallo zigomo sinistro di Kaori fino a giungere al suo mento. Lenta lascia che il veleno penetri nella sua pelle finendo così per avvelenarla, nello stesso istante in cui il veleno entra in circolo manifestando il suo doloroso effetto e quindi di fatto permettendole di liberarsi da quella visione lei torna a parlare <lasciala> con questa semplice parola la visione termina, niente più farfalle, solo una grossa in alto, a più di quindici metri da loro. Davanti ora potrà osservare Kimi, la sua mano sta ricadendo lungo il fianco, a quella distanza potrà notare i suoi occhi freddi, gelidi <perché mi hai attaccata?> domanda semplicemente senza però spostarsi, pronta ad avvelenarla nuovamente anche ad ucciderla se servirà a preservare la sua di creatura, nessuno al mondo vale come la bambina che giorno per giorno cresce dentro di lei. Il cappuccio durante lo scatto è caduto finendo quindi per farle bagnare il capo, sul volto scorrono le gocce d’acqua, tracciando dei piccoli ruscelli su quella pelle bianca, quasi cadaverica. Bagnano le ciglia rendendole più nere, qualche ciuffo scuro dei capelli si appiccia ai suoi zigomi mentre il resto si attacca al capo e alla nuca lasciando che poi l’acqua scorra lungo la schiena. La fissa restando immobile qualche altro attimo prima di andare a muovere le mani, piano così da far capire quanto poco pericoloso sarà il suo gesto, per evitare di metterla in allarme, attenta a queste cose. Le sue dita candide e bagnate andrebbero a stringersi sul cappuccio che quindi andrebbe ad essere sistemato nuovamente sulla testa per evitare che altra acqua scorra su di lei, non può certo permettersi di ammalarsi ora. Si copre nascondendo alla vista capelli e fronte ma rivelando l’anello sul suo mignolo con quel semplice movimento <attaccami e lei tornerà a bloccarti questo ti è chiaro vero?> continua poco dopo <serve per proteggermi ma potrei ucciderti anche da sola quindi stai attenta> la rimprovera, la avvisa e la minaccia al tempo stesso, tutto pur di conservarsi al meglio. Il veleno continua a scorrere in lei ma soprattutto anche nella sconosciuta, il dolore dovrebbe poterlo percepire bene, la parte del volto accarezzata dal polpastrello dell’indice brucia, come se fosse stata bruciata quasi il suo tocco fosse fatto di fuoco[chakra on][seika][arte del veleno liv 2][Se tocco-2 pv Kaori]

16:40 Kaori:
 Paura. Paura profonda. In un modo irrazionale e diverso da quella provata quando ha affrontato i Kage di Konoha. Diversa da quella provata all'udire la visione dell'Uzumaki al tempio o persino dalla visione da lei stessa vissuta quel fatidico giorno. Questa è molto più primordiale e viscerale. Fredda la cinge dall'interno andando a strizzarle il cuore in una morsa dolorosa. Sopravvivenza, è di questo che si tratta quando con le mani, adesso, cerca come di strapparsi via dalle labbra quelle farfalle bianche, tentando di allontanarle dalla sua bocca, di proteggersi dal loro attacco. Il tintinnio continua acuto e imperterrito a trillare nella sua mente, il ronzio delle ali di tutte quelle creature va a vibrare accanto alle sue orecchie e le loro zampine minuscole scivolano e sfiorano le sue palpebre serrate. Disgustoso, nauseante, e ancor peggio non ha idea di come liberarsi da un simile attacco con le sue misere capacità. <Mhhhh> mugola impotente, straziata, mentre una lacrima bollente sfugge dai suoi occhi chiusi confondendosi con la pioggia che par accompagnare e diffondere ovunque il suo dolore. E questa donna. Questa donna sconosciuta che par essere di fronte a lei, invisibile oltre le palpebre abbassate, che parla con la tranquillità pericolosa di chi può spezzarti senza sforzo. Il suo cuore salta un battito, accelera più forte di prima facendole sentire il sangue scorrerle come una cascata gelida nelle vene. È un istante. Uno soltanto ed un tocco leggero sulla sua pelle par quasi mandarla a fuoco. Brucia. Fa male. Le incendia la zona sfiorata disperdendosi dentro di sé come una scintilla che dà vita ad una fiamma. <AAAAAAH!> L'illusione svanisce, il dolore reale di quel contatto la risveglia e la sensazione provata fino a quel momento di venir violata e soffocata da quelle piccole macchioline bianche par svanire così com'è arrivata. I suoi occhi si riaprono, tremanti, fino a mettere a fuoco lentamente il viso serio e bellissimo della Doku. I suoi occhi sono di un azzurro glaciale, freddi, ma di un chiarore sconvolgente. I capelli neri, incollati al suo viso, risaltano il loro lucore sinistro mentre la pelle pallida le dona un candore che pare non appartenerle. <E-eh?> balbetta Kaori, confusa, deglutendo e ansimando per via delle emozioni violente appena provate. Sente il cuore martellarle in petto, i battiti riverberarsi per tutto il suo corpo fino a sentirli ritmare nella gola secca. Il dolore al viso si fa bruciante, intenso, mentre la pioggia continua la sua caduta su di loro. <Non ho attaccato voi> risponde la genin osservando il volto serafico della donna, lo sguardo serio e palesemente sincero a ricercare le sue iridi azzurre. <Non vi avevo neppure vista con questa pioggia. Cercavo di allontanare lei visto che sembrava volesse venirmi addosso> spiega lei muovendo il viso in un cenno chiarificatore verso la farfalla sopra di loro. <Pensavo fosse sfuggita ai territori della Foresta della Morte> chiarisce sebbene non abbia idea della provenienza altrui, se lei conosca o meno tale luogo e la sua fama. <Che motivo avrei avuto di dovervi far del male?> Lei che rigetta la violenza con tutta se stessa, che si ritroverebbe a farne uso solamente in caso di estremo e sincero bisogno. Vede l'altra muover lentamente le mani, alzarle cautamente per andare a recuperare il cappuccio abbassato e rialzarlo sul capo, a coprirlo per quanto possibile ormai dall'incessante pioggia. Nota l'anello al suo dito, un membro dell'Akatsuki dunque venuto forse in visita a Konoha. Chissà, magari se si fossero conosciute in circostanze diverse avrebbe potuto chiederle di Kurako... <Non voglio attaccarvi se non attaccherete me> chiarisce lei con voce sincera, cristallina, guardando l'altra negli occhi con ancora un senso di nausea stringente alla gola. Sospira profondamente portando una mano tremante al viso, cercando di ravviare la chioma fradicia all'indietro, scostandola dal viso madido di pioggia. Respira a fondo chiudendo per un istante gli occhi prima di tornare a porre le iridi color perla sul viso altrui. <Non sono qui per cercare uno scontro... ho bisogno solo di un attimo di pace. Possiamo ricominciare da capo?> domanderebbe stanca, tesa, la paura a scivolare ancora serpentina nelle sue vene mentre il veleno, bruciante, ancora circola lungo il suo viso diffondendosi lentamente. [PV: 98] [Chakra: 25/30]

16:58 Kimi:
 Le mani ricadono lungo i suoi fianchi mentre resta a fissarla in quei suoi attimo di ritrovata lucidità, guardando oltre alla ragazza di accorge di un corvo. Ali bianche, grande anche lui quasi quanto la sua farfalla, occhi rossi e un piccolo anello nero sulla zampa destra, si prende il tempo per sospirare, mostrarsi indispettita mentre lascia Seika a guardarle le spalle e si concentra sull’evocazione. Sa perfettamente di chi è e tanto per cambiare Yukio le sta mostrando quando le sia impossibile sottrarsi al suo controllo alla sua vista. Non può nemmeno fare la figlia adolescente in crisi ormonale in pace che eccolo lì! Quella creatura sembra limitarsi a fissarla placida, non è interessata a riportarla indietro quindi non le rimane che fingere di non essersene accorta <sulla seconda non posso assicurartelo> mentre la voce esce gli occhi si riportano sulla figura della Hyuga, si permette solo ora di osservarla con attenzione, è una ragazzina e lei l’ha appena attaccata, ferita, avvelenata. La fissa andando a cercare di osservare meglio il punto in cui l’ha toccata quasi per cercare segni del suo passaggio, ne osserva i movimenti e lo sguardo ancora spaventato, le ha dato una bella lezione, no non teme d’essere attaccata un’altra volta <va bene> sospira infine facendo un passo indietro. La pancia per quanto mascherata non è comunque completamente nascosta, ormai sono quattro mesi e quell’abito leggero e largo potrebbe non essere abbastanza soprattutto ora che la pioggia colpendolo lo appesantisce lascia che pian piano si attacchi al suo corpo, alla sua figura <siamo qui per lo stesso motivo nulla ci impedisce di proseguire senza intralciarci> aggiunge tornando a volgere lo sguardo verso le rovine, donandole il profilo. La sua attenzione si porta sui colori, cupi e lugubri a causa del tempo, il mantello le accarezza il volto con delicatezza. Nuovamente nasconde gli arti sotto alla stoffa nera, il respiro viene preso solo tramite l’ausilio del diaframma cosa che la porta a gonfiare lo stomaco ogni volta che inspira, di solito non si riesce a notare quel movimento ma visto il nuovo vestiario invece adesso si riesce chiaramente a percepire quell’attività comune e lei non riesce a mascherare quell’umanità che sempre con più forza prova a prendere possesso di lei. Si volta lenta tornando a volgere il viso verso la sconosciuta, fissa nuovamente il punto in cui l’ha toccata <fa male?> domanda quindi, il tono si tinge di tinte persino gentili, una lieve sfumatura certo ma comunque una novità, quella dannata bambina la sta proprio cambiando, una maternità mai desiderata e che ancora ha la capacità di terrorizzarla, che l’ha catapultata in un mondo nuovo eppure come era stato in presenza della ragazzina di Yari il suo cuore finisce per mostrarsi in quei momenti, non prova un vero e proprio pentimento, ha dovuto difendersi, impartirle una lezione eppure sottoporla ancora a quella sofferenza adesso sembra così insensato, giustificato, pure per lei che da sempre è stata portatrice di morte e distruzione, che sin da quando è stata messa al mondo è solo riuscita a far soffrire le persone, condannata da un destino deciso al momento stesso del suo concepimento eppure ora non è più una sottoposta, ha ucciso quel demone, suo padre è morto potrebbe anche decidere di cambiare le regole, congelare l’inferno e renderlo un posto migliore, forse appena appena ma comunque adesso ha il potere di cambiare il suo destino[chakra on][seika][arte del veleno liv 2][ -2 pv Kaori (tot-4)]

17:21 Kaori:
 Non replica alle parole dell'altra. Pare che tutta quella situazione sia stata il semplice frutto di un enorme, pericoloso malinteso. La mora non pare desiderosa di proseguire in quell'ostilità e sicuramente lei per prima non desidera nutrire quel fraintendimento. Entrambe hanno attaccato d'istinto dopo la minaccia d'un colpo apparentemente ingiustificato: possono dire d'esser pari, perchè proseguire per quella strada così pungente? Respira con un leggero affanno, lo spavento e il bruciore al viso accelerano di molto il suo respiro, portandola a calmarsi molto più lentamente. Le sembra quasi di riprovare lo stesso dolore subito in seguito all'attacco dell'anima di Sukui Aburame, quella specie di pizzico capace di andare a ferirla e consumarla come una fiamma. Possibile che sia qualcosa di simile? Non lo sa, non le sembra il momento di chiederle cosa le abbia fatto, preferisce sopportare il dolore in silenzio, cercando come prima cosa di assicurarsi che la situazione sia ora più calma. A quanto pare la sua richiesta di ricominciare daccapo viene accolta, un sospiro leggero sfugge dalle sue labbra umide di pioggia mentre un peso piuttosto pesante par quasi togliersi dalle sue spalle. <Bene. Mi fa piacere sentirlo> tenterebbe di abbozzare un sorriso, lo sguardo a scivolare sulla figura altrui. Non crede di averla mai vista in giro, probabilmente non viene dalla Foglia. Essendo un membro dell'Alba potrebbe essere figlia d'un'altra terra dopotutto. <Concordo> annuisce la genin confortata dell'improvviso cambio di situazione. Pare che possa star più tranquilla, ora, il peggio dovrebbe esser passato. Lascia che le iridi bianche scivolino lungo la figura della donna adesso di profilo. Osserva le rovine poco distanti mentre un silenzio spezzato dal solo scroscio della pioggia le avvolge. E' davvero una ragazza bellissima; i suoi occhi in particolare paiono quasi dello stesso colore del cielo estivo nonostante il freddo capace di trasmettere con un solo sguardo. La sua pelle poi è diafana, candida e la sua figura semplice, minuta, non fosse per quelle curve gentili che ne addolciscono la forma. Ha un seno generoso per essere così magra e il ventre par essere leggermente pronunciato. Possibile che sia...? Il dubbio le sfiora la mente eppure non raggiunge le labbra. Non la conosce e in tutta franchezza sa che non sono affari suoi. È una curiosità che rimarrà muta nella sua mente ma che la fa immediatamente preoccupare. Cosa sarebbe accaduto se l'avesse effettivamente colpita? Se il dubbio che le girovaga per la mente fosse effettivamente veritiero? Si perde in quel circolo cupo di riflessioni ritrovandosi a riscuotersi solo una volta che la voce della kusana spezza quel silenzio. <Nh?> mugola appena rialzando il capo, osservando il suo viso, il suo sguardo a puntarsi sulla gota che le brucia dolorosamente. <Oh... un po'> ammette trovando potenzialmente offensivo il negare le capacità altrui. <Ma devo ammettere che ho provato di peggio> abbozza un sorriso lei andando a sfiorarsi il viso con le dita, il cielo a farsi leggermente meno buio. <Non importa> chiosa distendendo le labbra con fare candido prima di umettarle passando rapidamente la lingua fra loro. Non può fare a meno di chiedersi se quel corpo ospiti davvero una seconda vita dentro di sé, se per davvero non abbia rischiato di colpire una donna incinta. Non può esserne certa, fra gli abiti e la pioggia è difficile capire bene che tipo di corpo ella possieda, ma il dubbio la logora. Vorrebbe fare qualcosa per accomodarla, come a volersi perdonare per il rischio di averla potuta ferire. <Questa farfalla è vostra amica?> domanderebbe lei allora guardando l'altra, il respiro a farsi finalmente più regolare, tranquillo, trattenuto solo di tanto in tanto per qualche fitta al viso. <Avete detto che è qui per proteggervi> chiederebbe allora, incuriosita, sollevando lo sguardo su di lei, su quelle ali scarlatte e immacolate che vibrano a diversi metri sopra di loro. <Mi spiace di aver cercato d'attaccarla> [chakra: on]

17:31 Kimi:
 Quella risposta le basta e avanza, nuovamente lei torna a convogliare silenziosamente il chakra verso le sue ghiandole salivari così da andare a farlo immergere nel veleno, adesso però tenterebbe di lasciare che il chakra si ponga in quel liquido come una sorta di filtro, permettendole così di sintetizzare l’antidoto che verrebbe successivamente raccolto con il chakra e lasciato fluire verso la lingua, il aspro è aspro e forte, amaro al tempo stesso, disgustoso bisogna ammetterlo, specie per lei che invece è sempre abituata a sentire quello del veleno al quale si è abituata, le sue papille gustative infatti non sono mai state quelle di un critico culinario <lascia che ti guarisca> e con queste semplici parole tenterebbe di poggiare le sue labbra a quelle di Kaori, soffierebbe successivamente nella sua bocca il suo antidoto che dovrebbe andare a fluirle nella bocca, ammesso che l’altra non si fosse scostata prima. A questo punto quindi l’antidoto entrerebbe in circolo andando a contrastare il veleno immesso poco prima rendendola anche immune al suo tocco per qualche tempo. Se fosse riuscita la sensazione di brucione nell’altra svanirebbe. Si staccherebbe quindi dal volto della ragazzina per poi lasciarla semplicemente andare, sarà anche libera di scappare dopo aver ricevuto quel salutare bacio delle morte. Lei però la osserverebbe per poi volgere lo sguardo verso Seika che ancora le controlla continuando a volare su di loro, instancabile <è mia sorella> replica <e come me ha un pessimo carattere> si riferisce ovviamente all’attacco della stessa, quell’illusione che è partita senza alcun ordine come è giusto che sia, non ha mai provato a controllare i loro caratteri e i loro modi di agire, le tratta come pari con rispetto assoluto <non preoccuparti non le hai fatto male e sa difendersi molo bene> continua quindi per poi girare il capo e andare ad osservare il corvo <lui invece credo sia qui per controllare che io non faccia casini> già tipo che non uccida gente per motivi molto futili come già è successo in passato, che poi futili solo per il resto del mondo per lei erano importanti. Continua quindi ad avanzare lenta con le mani che quasi istintivamente ora si alzano per posarsi sul suo ventre, come a controllare che tutto vada bene, ha attivato l’innata non vorrebbe mai aver avvelenato ed ucciso la figlia, non un’altra volta insomma e non adesso che ha deciso di tenerla[chakra on][seika][arte del veleno liv 2][ antidoto doku]

17:52 Kaori:
 Al dire della Doku Kaori inarca di poco le sopracciglia, incuriosita, chiedendosi se anche l'altra sia magari un medico come lei. Sicuramente è sollevata al pensiero di sentir svanire quel bruciore ma fra tutti i modi che avrebbero potuto occuparsene, quello è senz'altro l'ultimo che avrebbe potuto immaginare. Avverte l'altra avvicinarsi a lei e rimane semplicemente esterrefatta quando nota il suo viso avvicinarsi al proprio fino ad avvertire le sue labbra poggiarsi sulle proprie. Sgrana gli occhi, sorpresa, sbattendo rapidamente le palpebre senza affatto aspettarsi un gesto del genere. Le schiude di poco colta alla sprovvista avvertendo poi qualcosa scivolarle in bocca, sulla lingua, fino a venir assorbito e inghiottito dalla konohana. Il bruciore alla gota va mescolandosi ad un calore diffuso lungo tutto il viso, un rossore come di fiamma a colorarle la pelle candida, il cuore a batterle freneticamente nel petto nel realizzare che ha appena perduto il suo primo bacio. <A-ah> boccheggia sconvolta, imbarazzata, intimidita, quando l'altra si scosta dal suo viso, quel rossore a impadronirsi prepotente del volto gentile mentre il dolore va svanendo poco a poco con un tepore piacevole. <G-grazie> balbetta incapace al momento di guardare l'altra negli occhi, le mani a salire ingenuamente al viso a coprire quelle guance imporporate. Si sente ridicola e piuttosto a disagio: quanto può apparire infantile nello scandalizzarsi fino a quel punto per un gesto così semplice? Eppure, per lei, semplice non lo è per niente. Lei che mai ha provato un contatto simile con un altro essere umano, che mai ha pensato di provarlo in tempi così improvvisi. Sicuramente però questo gesto la porta a distrarsi considerevolmente dalla nube buia di pensieri che le avvolgono il cuore, facendola sentire per un attimo soltanto infinitamente più leggera. Ode la voce altrui parlare della farfalla, c'è rispetto e dolcezza assieme in quelle parole nonostante il suo tono non s'ingentilisca poi troppo, rimanendo piuttosto fermo e austero. Una sfumatura di gentilezza però ne ammorbidisce il suono senza farla risultare tuttavia troppo buona. Un cortese distacco, ecco. <Oh sì.. me ne sono accorta> sorride la genin appena, accennando una mezza risata mentre la pioggia par diminuire d'intensità, i rombi a farsi ancor più lontani portando quei lampi con loro. A quella successiva riflessione, poi, Kaori andrebbe a voltarsi verso le proprie spalle notando un corvo dal bianco piumaggio comodamente appollaiato su un ramo. Lo osserva interdetta, a labbra schiuse, colpita da quella bizzarra visione. <Nel senso che il corvo è preoccupato per voi> domanderebbe Kaori aggrottando di poco le sopracciglia, tornando ad osservare la donna al suo fianco. <O che è stato mandato da qualcuno a controllarvi?> chiede confusa, un po' stranita all'idea di parlare in quei termini così... umani, di quelle creature. Segue i passi di lei, quasi meccanicamente, ritrovandosi infine a scuotere il capo con fare di rimprovero. <In ogni caso scusate se non l'ho fatto prima> .. <Io sono Kaori Hyuga> si presenta lei volgendo il capo verso la mora, un sorriso ad incresparle le labbra con fare cortese, educato. [chakra: on]

18:03 Kimi:
 Il passo non si arresta e nemmeno si accorge di ciò che quel bacio ha provocato alla ragazza, continua a non vederlo come tale per lei resterà sempre e solo uno scambio, un modo comodo per passare l’antidoto, l’unico abbastanza veloce che ha trovato fin ora. Così continua con i suoi passi senza mai mostrare altre emozioni, le mani semplicemente poggiate sul ventre come a volerlo proteggere, forse dovrebbe davvero fare come Yukio le impone e mangiare più spesso <Sono Medusa> replica semplicemente, evitando però il contatto fisico, voltandosi giusto per osservarla <cosa ti spinge qui Hyuga?> certo è brava a domandare ma le risposte? Beh sembra essere dimenticata tanto che solo quando qualche istante dopo gli occhi tornano sul corvo bianco apre la bocca <comunque non lo so o è stato mandato a proteggere me o a proteggere voi> ammette scuotendo le spalle, i dubbi fa bene ad averli insomma anche proteggere chi la incontra potrebbe essere un modo per far stare al sicuro lei no? La pioggia ormai pare averli lasciati motivo per cui si permette semplicemente si disfarsi del mantello che va a slegare, andando così a rivelare le due cicatrici petto, due segni indelebili della sua profonda sofferenza negli anni passati. Spettro che si rivela anche se continua a presentarsi con il vero nome, il nome che si è data da sola sostituendolo a quel semplice “tu” pieno di disprezzo che tante volte è stato sulla bocca dei suoi parenti, se così vogliamo chiamarli [chakra on][seika][arte del veleno liv 2]

18:20 Kaori:
 Medusa. Che nome originale... bizzarro. Non ne ha mai udito uno così, sicuramente è unico. Un po' come lei, quella donna dal fiero sguardo di ghiaccio e il passo sicuro. C'è un'eleganza pericolosa che l'accompagna e che porta la Hyuga a trovarla stranamente bella. Le ricorda per un certo senso Raido, il modo nel quale lo ha trovato fin da subito austero e padrone della situazione grazie al solo modo di porsi, di muoversi, di controllare persino la voce e lo sguardo. Qualcosa che accomuna i due ma che sicuramente non appartiene alla genin che, muovendo un altro passo, va a prendersi qualche attimo per pensare. <Pensieri> decreta infine con fare vago, un po' più cupo, tornando a pensare a quella visione che per pochi attimi appena aveva abbandonato la sua mente. <Avevo bisogno di fare qualcosa per distrarmi, per non pensare> rivela con fare stanco prima di sorridere leggermente. <Siete stata un perfetto diversivo> sorriderebbe con fare amaro ed ironico pensando al modo in cui la paura di quell'illusione sia stata capace di allontanare in un istante soltanto qualsiasi altro timore. Non par desiderare di parlare ancora, par quasi disinteressata a quel passeggiare assieme. Non che si dimostri scortese o fredda, affatto, semplicemente persegue il suo cammino chiarendo, di tanto in tanto, i dubbi della konohana con una risposta semplice e concisa. <Oh.. capisco> mormora lei mentre la pioggia svanisce in un ultimo paio di lacrime, le nubi a scostarsi appena nel cielo plumbeo, lasciando filtrare pochi raggi dorati fino al suolo. <Ad ogni modo siete venuta qui per ricercare pace, per cui credo che sarebbe meglio se vi lasciassi trovarla> direbbe infine la Hyuga fermandosi, un sorriso gentile ad incresparle di poco le labbra prima di inchinare appena il capo in un cenno di rispettoso congedo. <Passate una buona serata> saluterebbe non sapendo bene con quale altra formula lasciare l'altra. <E state attenta> Una sola rapida occhiata a quel ventre gentile e delicato prima di voltarsi e ritrovare la sua strada verso il Villaggio. [End per entrambe]

L'apparizione improvvisa di Saika, la farfalla richiamata da Kimi, porta Kaori a porsi sulla difensiva tentando un attacco che scacci la creatura da sé.

Non s'avvede però della presenza della Doku che, per poco salva da quell'attacco, non prende bene il suo gesto.

Insomma, uno dei tipici incontri della Medusa ~